Premessa: Amici, siamo a 50 anni dal Messaggio del 13 ottobre 1973 (terza e ultima apparizione ad Akita approvate dalla Chiesa e nel 2013 a 40 anni, abbiamo vissuto della tremenda Rinuncia di un Papa), ove leggiamo:
“Mia cara figlia, ascolta bene ciò che ho da dirti. Ne informerai il tuo superiore”.
Dopo un attimo di silenzio la Madonna continua dicendo:
“Come ti ho detto, se gli uomini non si pentiranno e non miglioreranno se stessi, il Padre infliggerà un terribile castigo su tutta l’umanità. Sarà un castigo più grande del Diluvio, tale come non se ne è mai visto prima. Il fuoco cadrà dal cielo e spazzerà via una grande parte dell’umanità, i buoni come i cattivi, senza risparmiare né preti né fedeli. I sopravvissuti si troveranno così afflitti che invidieranno i morti. Le sole armi che vi resteranno sono il Rosario e il Segno lasciato da Mio Figlio. Recitate ogni giorno le preghiere del Rosario. Con il Rosario pregate per il Papa, i vescovi e i preti.
L’opera del diavolo si insinuerà anche nella Chiesa in una maniera tale che si vedranno cardinali opporsi ad altri cardinali, vescovi contro vescovi. I sacerdoti che mi venerano saranno disprezzati e ostacolati dai loro confratelli…chiese ed altari saccheggiati; la Chiesa sarà piena di coloro che accettano compromessi e il Demonio spingerà molti sacerdoti e anime consacrate a lasciare il servizio del Signore. Il demonio sarà implacabile specialmente contro le anime consacrate a Dio. Il pensiero della perdita di tante anime è la causa della mia tristezza. Se i peccati aumenteranno in numero e gravità, non ci sarà perdono per loro.
Con coraggio, parla al tuo superiore. Egli saprà come incoraggiare ognuna di voi a pregare e a realizzare il vostro compito di riparazione. E’ il vescovo Ito, che dirige la vostra comunità“.
Di seguito la lettera ai fedeli scritta mons. Joseph E. Strickland, vescovo di Tyler, Texas, USA. Ricordiamo che la diocesi di Tyler è sotto una Visita apostolica, cioè una visita ispettiva da parte del Vaticano, pur essendo la stessa senza problemi amministrativi o di altro tipo e con una rigogliosa vita di fede. Ecco la lettera nella traduzione di Sabino Paciolla dal suo Blog. e che fraternamente condividiamo.
22 agosto 2023
Cari figli e figlie in Cristo:
L’amore e la grazia di Nostro Signore Gesù Cristo siano sempre su di voi!
In questo tempo di grande agitazione nella Chiesa e nel mondo, devo parlarvi con cuore di padre per avvertirvi dei mali che ci minacciano e per assicurarvi la gioia e la speranza che abbiamo sempre nel nostro Signore Gesù Cristo. Il messaggio malvagio e falso che ha invaso la Chiesa, la Sposa di Cristo, è che Gesù è solo uno tra i tanti e che non è necessario che il suo messaggio sia condiviso con tutta l’umanità. Questa idea deve essere evitata e confutata in ogni occasione. Dobbiamo condividere la gioiosa buona notizia che Gesù è il nostro unico Signore e che Egli desidera che tutta l’umanità per tutti i tempi possa abbracciare la vita eterna in Lui.
Una volta compreso che Gesù Cristo, il Figlio divino di Dio, è la pienezza della rivelazione e il compimento del piano di salvezza del Padre per tutta l’umanità per tutti i tempi, e che lo abbracciamo con tutto il cuore, allora possiamo affrontare gli altri errori che affliggono la nostra Chiesa e il nostro mondo e che sono stati causati da un allontanamento dalla Verità.
Nella lettera di San Paolo ai Galati, egli scrive: “Mi meraviglio che abbandoniate così in fretta colui che vi ha chiamati per la grazia di Cristo per un altro vangelo. Ma ci sono alcuni che vi disturbano e vogliono pervertire il vangelo di Cristo. Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia maledetto! Come abbiamo già detto e ripeto, se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia maledetto!”. (Gal 1,6-9)
In qualità di vostro padre spirituale, ritengo importante ribadire le seguenti verità fondamentali che sono sempre state comprese dalla Chiesa da sempre, e sottolineare che la Chiesa non esiste per ridefinire le questioni di fede, ma per salvaguardare il Deposito della Fede così come ci è stato tramandato da Nostro Signore stesso attraverso gli apostoli, i santi e i martiri. Ancora una volta, riallacciandoci all’avvertimento di San Paolo ai Galati, qualsiasi tentativo di pervertire il vero messaggio evangelico deve essere categoricamente respinto in quanto dannoso per la Sposa di Cristo e per i suoi singoli membri.
- Cristo ha istituito una sola Chiesa – la Chiesa cattolica – e, pertanto, solo la Chiesa cattolica fornisce la pienezza della verità di Cristo e l’autentico cammino verso la sua salvezza per tutti noi.
- L’Eucaristia e tutti i sacramenti sono istituiti divinamente, non sviluppati dall’uomo. L’Eucaristia è veramente il Corpo e il Sangue, l’Anima e la Divinità di Cristo, e riceverla nella Comunione in modo indegno (cioè in uno stato di peccato grave e impenitente) è un sacrilegio devastante per l’individuo e per la Chiesa. (1 Cor 11, 27-29)
- Il sacramento del matrimonio è istituito da Dio. Attraverso la legge naturale, Dio ha stabilito che il matrimonio è tra un uomo e una donna fedeli l’uno all’altra per tutta la vita e aperti ai figli. L’umanità non ha il diritto o la vera capacità di ridefinire il matrimonio.
- Ogni persona umana è creata a immagine e somiglianza di Dio, maschio o femmina, e tutte le persone dovrebbero essere aiutate a scoprire la loro vera identità di figli di Dio, e non sostenute nel tentativo disordinato di rifiutare la loro innegabile identità biologica e donata da Dio.
- L’attività sessuale al di fuori del matrimonio è sempre gravemente peccaminosa e non può essere condonata, benedetta o ritenuta ammissibile da alcuna autorità all’interno della Chiesa.
- La convinzione che tutti gli uomini e le donne saranno salvati a prescindere dal modo in cui vivono la loro vita (un concetto comunemente chiamato universalismo) è falsa e pericolosa, poiché contraddice ciò che Gesù ci dice ripetutamente nel Vangelo. Gesù dice che dobbiamo “rinnegare noi stessi, prendere la nostra croce e seguirlo”. (Mt 16,24) Egli ci ha dato la via, attraverso la sua grazia, alla vittoria sul peccato e sulla morte mediante il pentimento e la confessione sacramentale. È essenziale che abbracciamo la gioia e la speranza, nonché la libertà, che derivano dal pentimento e dalla confessione umile dei nostri peccati. Attraverso il pentimento e la confessione sacramentale, ogni battaglia con la tentazione e il peccato può essere una piccola vittoria che ci porta ad abbracciare la grande vittoria che Cristo ha ottenuto per noi.
- Per seguire Gesù Cristo, dobbiamo scegliere volontariamente di prendere la nostra croce invece di cercare di evitare la croce e la sofferenza che Nostro Signore offre a ciascuno di noi individualmente nella nostra vita quotidiana. Il mistero della sofferenza redentrice – cioè la sofferenza che Nostro Signore ci permette di sperimentare e accettare in questo mondo e poi di offrire a Lui in unione con la sua sofferenza – ci sconvolge, ci purifica e ci attira più profondamente nella gioia di una vita vissuta in Cristo. Questo non significa che dobbiamo godere o cercare la sofferenza, ma se siamo uniti a Cristo, mentre sperimentiamo le nostre sofferenze quotidiane possiamo trovare la speranza e la gioia che esistono in mezzo alla sofferenza e perseverare fino alla fine in tutte le nostre sofferenze. (cfr. 2 Tim 4,6-8)
Nelle settimane e nei mesi a venire, molte di queste verità saranno esaminate nell’ambito del Sinodo sulla sinodalità. Dobbiamo tenerci stretti a queste verità e diffidare di qualsiasi tentativo di presentare un’alternativa al Vangelo di Gesù Cristo, o di spingere per una fede che parla di dialogo e fratellanza, cercando di rimuovere la paternità di Dio. Quando cerchiamo di innovare ciò che Dio, nella sua grande misericordia, ci ha dato, ci troviamo su un terreno infido. Il terreno più sicuro che possiamo trovare è quello di rimanere saldamente sugli insegnamenti perenni della fede.
Purtroppo, è possibile che alcuni classifichino come scismatici coloro che non sono d’accordo con i cambiamenti proposti. Siate certi, tuttavia, che nessuno di coloro che rimangono saldamente sul filo conduttore della nostra fede cattolica è uno scismatico. Dobbiamo rimanere senza riserve e veramente cattolici, a prescindere da ciò che può essere proposto. Dobbiamo anche essere consapevoli che non significa abbandonare la Chiesa se ci opponiamo a questi cambiamenti proposti. Come disse San Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”. (Gv 6,68) Pertanto, rimanere fermi non significa cercare di lasciare la Chiesa. Al contrario, coloro che propongono modifiche a ciò che non può essere cambiato cercano di requisire la Chiesa di Cristo, e sono proprio loro i veri scismatici.
Vi esorto, figli e figlie in Cristo, a fare in modo di rimanere saldi sulla fede cattolica di tutti i tempi. Siamo stati tutti creati per cercare la Via, la Verità e la Vita e, in quest’epoca moderna di confusione, il vero cammino è quello illuminato dalla luce di Gesù Cristo, perché la Verità ha un volto e in effetti è il Suo volto. Siate certi che Egli non abbandonerà la Sua Sposa.
Rimango il vostro umile padre e servitore,
Joseph E. Strickland + Vescovo di Tyler
RICORDA CHE:


Il “carisma del papa” e la vera natura del magistero. Osservazioni sulle parole del vescovo Fernández
Di recente, in una intervista a Edward Pentin [qui], monsignor Víctor Fernández ha sostenuto che il papa possiede “un carisma particolare” per la salvaguardia del depositum fidei, “un carisma unico, che il Signore ha dato solo a Pietro e ai suoi successori”, “un dono vivo e attivo, che è all’opera nella persona del Santo Padre” e del quale, dunque, oggi è in possesso “solo papa Francesco”.
Parole pericolose. Come si può conciliare questa affermazione con l’insegnamento (Dei Verbum, 10), secondo cui il magistero è al servizio della Parola di Dio (“Magisterium verbum Dei ministrant”) e non al di sopra di essa (“non supra verbum Dei”)?
La questione è posta apertamente [qui] dal professor Eduardo Echeverria, docente di Filosofia e Teologia sistematica al Seminario Maggiore del Sacro Cuore di Detroit, e la risposta è netta: “L’affermazione di Fernández è sconcertante. Una cosa è affermare che il magistero ha un carisma attinente alla missione di custodire infallibilmente la Fede consegnata una volta per tutte alla Chiesa; altra cosa è affermare che il papa stesso ha un carisma che salvaguarda la propria dottrina”.
Spiega Echeverria: “L’affermazione di monsignor Fernández sull’unicità del carisma del papa rischia di far crollare ogni distinzione tra il magistero e le sue fonti normative, come la Scrittura”. Joseph Ratzinger avvisò che se si prosegue in questa direzione si “minaccia il primato delle fonti” e si finisce per “distruggere il carattere di servizio dell’ufficio docente”.
Non dobbiamo accettare l’insegnamento della Chiesa semplicemente perché la Chiesa lo insegna. Dobbiamo accettare l’insegnamento della Chiesa quando è conforme alla Scrittura e alle altre fonti autorevoli.
L’idea espressa da Fernández, solum magisterium, è “positivismo ecclesiastico” e il cardinale Avery Dulles (1918-2008) ne parlava così: “In alcune presentazioni sembra che il credente debba dare un assegno in bianco al magistero. La fede cattolica è intesa come una fiducia implicita nell’ufficio di insegnamento, e la prova dell’ortodossia è la disponibilità di un uomo a credere a qualunque cosa la Chiesa possa insegnare proprio per la ragione che la Chiesa lo insegna. Un pericolo in questo approccio è che generi una certa indifferenza verso il contenuto della rivelazione. Si sentono i credenti dire che se la Chiesa insegnasse che in Dio esistono cinque o dieci persone, essi lo credererebbero, con la stessa fede con cui ora credono nelle tre Persone divine”.
La posizione di Fernández è sbagliata perché fa del magistero della Chiesa la norma suprema della fede. Come spiegava Ratzinger, l’autorità ecclesiastica ha dei limiti. La Chiesa è vincolata alla volontà che l’ha preceduta: la volontà di Cristo, espressa con la nomina dei Dodici.
La successione apostolica non è l’assunzione di alcuni poteri ufficiali a disposizione del titolare. Si viene assunti al servizio della Parola, all’ufficio di testimoniare qualcosa che viene affidato e che sta al di sopra del portatore.
Ratzinger sottolineava che l’autorità del magistero della Chiesa non si basa su se stessa, e quindi la Chiesa non è di per sé la norma della fede. La Chiesa afferma il primato dell’autorità di Dio, della Parola divina, della rivelazione divina. L’autorità magisteriale della Chiesa è autorità derivata da Cristo.
La ragione formale dell’oggetto di fede è la rivelazione divina. L’autorità della Chiesa è il ministro dell’oggetto di fede.
Il magistero della Chiesa serve come “colonna e sostegno della verità” (1 Timoteo 3:15), nel senso che parla in modo autorevole e dogmatico a tutta la Chiesa in nome della Chiesa, ma questo insegnamento non è al di sopra della parola di Dio, bensì la serve, custodendo devotamente ciò che è stato tramandato.
Osserva Echeverria: “La Chiesa non ritiene che il suo magistero operi per conto proprio, senza riferimento ad alcuna norma superiore. Quindi, con buona pace dell’arcivescovo Fernández, non può esistere qualcosa come la ‘dottrina del Papa’”.
Dalla diocesi di Cleveland, le linee guida per le questioni di “sesso e genere” nelle parrocchie e nelle scuole cattoliche
Mons. Edward C. Malesic, JCL, vescovo della Diocesi di Clevenand in vista della riapertura delle scuole e delle attività pastorali a fine agosto di quest’anno ha pubblicato sul sito istituzionale le linee guida per contrastare l’ideologia gender nelle parrocchie e nelle scuole diocesane.
Vi presentiamo il testo dell’articolo e i pdf della lettera di accompagnamento e delle linee guida tradotte da Annarosa Rossetto.

Alla Chiesa, mediante la rivelazione divina, è stato dato il dono di sapere che la persona umana è unità di corpo e anima e che, corpo e anima, ogni persona è creata a immagine di Dio. I nostri corpi, creati maschio e femmina, fanno parte del disegno intenzionale di Dio nella creazione e sono, quindi, permeati di significato e scopo. Le istituzioni cattoliche, quindi, sono chiamate ad agire e parlare in modi che siano coerenti e affermino questa verità divinamente rivelata.
In risposta alle tendenze sociali e su richiesta della leadership della chiesa e della scuola, la diocesi cattolica di Cleveland ha preso le linee guida e le pratiche esistenti in materia di sesso e sessualità e le ha sviluppate in politiche formali. Poiché le questioni relative al sesso, alla sessualità e all’identità di genere sono diventate sempre più prevalenti nella nostra società, è nostra speranza che le politiche in merito della diocesi contribuiscano a garantire che tali questioni siano affrontate in modo coerente e autenticamente cattolico nelle nostre istituzioni e nelle scuole cattoliche diocesane, e che coloro che serviamo avranno così una chiara comprensione delle aspettative e delle modalità operative relative a tali questioni.
Dopo un attento studio e una accurata revisione, un team di esperti scelti dal Vescovo e che rappresentano le discipline rilevanti in tutta la diocesi ha sviluppato questa politica formale sulla sessualità e l’identità di genere.
DIOCESI DI CLEVELAND
Miei cari fratelli e sorelle in Cristo,
Stiamo vivendo un momento polarizzante e teso nella nostra cultura. Molti si sentono persi e turbati riguardo a chi sono e al loro scopo nel mondo. Questa ricerca del significato e dello scopo della vita tocca il nucleo di ciò che siamo come esseri umani. Come cristiani cattolici, sappiamo che “Dio ci ha formati per Sé, e il nostro cuore è inquieto finché non riposiamo in Lui”.1 In definitiva, desideriamo essere uniti al nostro Creatore.
Come Cristo ci ha amato, così anche noi siamo chiamati ad amarci gli uni gli altri. Nell’Incarnazione, Gesù ha assunto la carne umana, rivelandoci così cosa significa incarnarsi e vivere al servizio degli altri. La persona umana è unità di corpo e anima; sperimentiamo il mondo attraverso i nostri corpi, ed è attraverso l’espressione virtuosa dei nostri corpi che riveliamo Dio. Fin dall’inizio, Dio ha creato l’uomo e la donna perché fossero complementari l’uno all’altro, per vivere in relazione l’uno con l’altro. Pertanto, il nostro sesso biologico è parte integrante del Suo piano divino.2
Negli ultimi tempi, c’è la consapevolezza che, all’interno delle nostre parrocchie e scuole, alcuni dei nostri fratelli e sorelle in Cristo sperimentano sfide con la loro sessualità e confusione con il loro genere. La Chiesa insegna che l’identità sessuale è “una realtà profondamente iscritta nell’uomo e nella donna”3. La propria mascolinità o femminilità è fondamentale per il modo in cui si vede se stessi e si vive la propria vita. Come ha scritto la CDFin Persona Humana, «è dal sesso che la persona umana riceve le caratteristiche che, sul piano biologico, psicologico e spirituale, la rendono un uomo o una donna, e quindi condizionano largamente il suo progresso verso maturità e inserimento nella società.»4 Nei momenti di domande e confusione, dobbiamo accompagnare i nostri fratelli e sorelle in Cristo con compassione, misericordia e dignità, così da poterli aiutare amorevolmente a superare la confusione e ad arrivare alla verità.
Gli sforzi nel ministero parrocchiale e nelle nostre scuole dovrebbero includere la formazione olistica e lo sviluppo morale dell’integrità del corpo e dello spirito. Come istituzioni cattoliche, crediamo che il corpo umano sia un dono di Dio e un tempio dello Spirito Santo. Ogni persona è unica, irripetibile, voluta da Dio e chiamata all’amore. Le nostre comunità dovrebbero promuovere il discernimento e l’amicizia, poiché ogni persona cerca di conoscere e apprezzare il dono di Dio del proprio corpo e della sessualità autentica. Queste opportunità dovrebbero avvicinare e approfondire il rapporto con Cristo, affinché tutti possano rispondere liberamente alla chiamata universale alla santità.
In chiusura, condivido il seguente documento, che delinea la politica diocesana sulle questioni relative alla sessualità umana e al genere, nonché le risorse teologiche e pastorali relative a tali questioni, comprese le informazioni sui gruppi di sostegno e sui consulenti, che possono essere trovate presso dioceseofcleveland. org/umanitàsessualità. Nello spirito di verità e carità, spero che troverete queste linee guida e risorse a sostegno degli insegnamenti della Chiesa. Per ulteriore assistenza e guida, ho formato un team di persone che hanno esperienza e comprensione negli aspetti teologici, morali, legali, pastorali ed educativi di queste questioni. Ti incoraggio vivamente a connetterti con questo team se ti trovi di fronte a domande relative a questi argomenti; possono essere raggiunti tramite il Marriage and Family Office. Infine, ti invitiamo a fare periodicamente riferimento alla pagina dioceseofcleveland.org/humansessuality, poiché nel tempo lo aggiorneremo con maggiori informazioni e risorse.
La persona umana, creata a immagine e somiglianza di Dio, merita il massimo rispetto, poiché la dignità di ciascuna persona è intrinseca e inviolabile. Teniamo a cuore questo principio fondamentale mentre andiamo avanti e ci impegniamo nei nostri vari ministeri. Che Dio benedica te e coloro che ami. Rimango vostro fratello in Cristo
Mons. Edward C. Malesic, JCL
Vescovo di Cleveland
