Crisi liturgica

ATTENZIONE: Paolo VI, con la Costituzione Apostolica Missale Romanum del 3 aprile 1969 (50 anni or sono) fece entrare in vigore il 30 novembre successivo (Prima Domenica di Avvento), con l’inizio nel nuovo Anno liturgico, la nuova messa – Novus Ordo…. con tutte le conseguenze drammatiche che riepilogheremo in questa sezione, negli articoli e video a seguire. Buona meditazione..

(con la nuova riforma liturgica) “Nel tempo A tutti i cattolici sono virtualmente credenti, diciamo, nella resurrezione della carne. Nel tempo B sorge un gruppo che nega la resurrezione della carne, implicitamente creduta fino a quel momento. Nel tempo C, i cattolici si oppongono a questo gruppo, e diventano “resurrezionisti” per rimarcare la contrapposizione ed esplicitare la fede che prima era implicita. Nel tempo D, sconfitti i negatori del dogma, i cattolici torneranno a dirsi solo cattolici, con fede esplicita nel dato dogma, ma senza necessità di rimarcarla di fronte ai negatori…” (Francesco Righini – da Faceboock)


“”MANZONI E LA SANTA MESSA”
“Si racconta nel commentario al catechismo di san Pio X un curioso ed edificante aneddoto su Alessandro Manzoni, celeberrimo autore italico.
Ad un certo punto della sua vita cadde malato, cosa che di fatto poteva scusarlo dall’andare a Messa. Lui però si ostinava ad andarci ogni volta, contro il parere di chi lo assisteva.
Un giorno, un suo amico passò a trovarlo e lo vide corrucciato; Manzoni gli disse che le persone incaricate di assisterlo gli avevano impedito di andare a Messa il giorno precedente a causa delle sue condizioni di salute.
All’amico che cercava di rincuorarlo disse:” E se ieri fosse stato l’ultimo giorno per andare a recuperare un premio alla lotteria secondo te non mi avrebbero fatto uscire?””
 

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___GPII RIFIUTA COMUNIONE MANO 1“Per coloro che dicono che S. Giovanni Paolo II non ricevette la S. Comunione in mano dall’allora Card. Joseph Ratzinger, solo per motivi di salute. Il Santo Pontefice era contrario, pur avendo ceduto in seguito a varie pressioni. Non dico nulla sul fatto che poi non si è più opposto, perché mi astengo dal giudicare un giudizio prudenziale di un Romano Pontefice. Ma l’animus dei santi è inequivocabile

Sulla piazza di Notre Dame, a Parigi, San Giovanni Paolo II porge la santa comunione a madame Giscard d’Estaing e la pone in bocca mentre ella tende le mani (dal mensile “Der Fels”, numero 8 agosto 1980; immagine riportata nell’opuscolo: Sac. Enzo Boninsegna, «La Comunione sulla mano? NO», pro manuscripto”. (Don Alfredo Maria Morselli)


Idolatrando l’uomo. Dalla riforma liturgica alla Dignitas Infinita

Permissione Divina e: quando un atto è valido ma illecito?

Inutile arrampicarsi sugli specchi: la nuova Messa ha cambiato e cambia anche la nostra Fede

Cambiata la Messa, cambiato il Cristianesimo di Don Alberto Secci

Per l’Arcivescovo Delpini, la profanazione di una Messa è una “sciocchezza”, ma però…

“Desiderio Desideravi”: perché papa Francesco desidera tanto distruggere il rito antico?

Ecco come celebravano i primi cristiani

Ratzinger, i 40 anni della Sacrosanctum Concilium e la “partecipatio activa” dei Fedeli

Vittorio G. Rossi: la Messa da morto come è adesso fa piangere, non per il morto ma per la Messa – 26.9.1971

Gli errori e le tragiche implicazioni di Traditionis custodes

DAL PADRE NOSTRO AL GLORIA – Nuovo Messale, modifiche con un problema di metodo

Mauriac e gli idioti e “Agli assassini della Liturgia”, di Mons. Domenico Celada

Quando gli effetti di certi abusi, rischiano di invalidare i Sacramenti con enormi danni

Don Mauro Tranquillo spiega: non è un “nuovo” messale, ma un aggiornamento

I SALMI IMPRECATORI – Il bianchetto che tolse dai salmi l'”odio perfetto”

Il Sacerdote Cattolico nella sana dottrina (da un testo di mons. M. Lefebvre)

Come reagire alle provocazioni liturgiche del Clero?

Padre Francesco: la Messa “una Cum”è Volontà Divina

Dopo il fumo di Satana entrato in Vaticano. Ora lo si porta in processione…

Nuovo Miracolo Eucaristico: ecco perché la Comunione non va presa alla mano

“Gesù fattosi Pane”. L’ultima uscita luterana di Bergoglio.

La Messa: Ultima Cena, Sacrificio? Sì, però.. attenzione ai particolari.

La critica al Novus Ordo Missae (1969-2019) in due libri recenti

Sostanziale differenza tra il Messale riformato da san Pio X e il Messale riformato da Giovanni XXIII prima della riforma con la nuova messa detta Paolo VI

Il velo in chiesa? Meglio di sì, ecco le ragioni apostoliche (video-catechesi)

Diaconesse mai esistite. Almeno per la storia

Preghiera eucaristica in crisi dopo la Riforma liturgica (di Padre R.Barile OP)

SalviamoilCanone, per uno shock liturgico

Cosa è la santa Messa Cattolica? Rispondono Bellarmino e Liguori

San Carlo Borromeo: NO Eucaristia a chi vive nel peccato (video catechesi)

DISPUTA  sulla prima riforma liturgica con san Pio X

“La distribuzione della Comunione sulla mano” di don Federico Bortoli (video)

Quando Wojtyla e Ratzinger difesero Ecclesia Dei e la Messa antica

Cambiare la Liturgia per cambiare la Fede Cattolica: progetto protestante

La Comunione alla mano? E’ protestante ecco le prove.

Chi ha sostituito l’Altare cattolico con tavole per la Cena?

Guéranger spiega La catastrofe che fu il luteranesimo

Sacerdote spiega ad A.M.Valli la grave situazione nella Chiesa

Il Concilio ha cambiato la dottrina sulla Chiesa ?

Caro Paolo VI: la messa nuova fu davvero scelta infausta… tradimento.

Che cosa è ERESIA e quando si è eretici?

Ecumania forma perversa di ecumenismo e dialogo denunciata dal beato Newman

Attacco al sacerdozio, attacco all’Eucarestia

Celibato sacerdotale spiegato da Padre Cornelio Fabro, un vero profeta

La questione Liturgica: cerchiamo di capire i fatti (video)

La Messa è una cum Papa… o con Gesù Cristo nella Presenza reale?

Alle origini della protesta: Lutero

Galateo eucaristico: Comunione in ginocchio e alla bocca (video)

Galateo eucaristico: il rispetto dovuto alla Divina Presenza (video-audio)

Benedetto XVI spiega il Pro Multis nella Consacrazione (video-audio)

Come la Chiesa cadde nelle mani dei Modernisti?

Mons. Fulton Sheen necessità della intolleranza (1)

Mons. Fulton Sheen necessità di dogmi e dottrine (2)

Lettura della Pascendi Dominici gregis san Pio X

Per Voi: Lettera ai Catechisti di sant’Agostino in audio e pdf

Catechist’s mail: Non manca la libertà, ma la verità

Oggi dicono che siamo liberi di sbagliare: ma è davvero così?


INDICE ALLA SEZIONE LITURGICA GENERALE


Come rispondere a chi obietta che anche la Messa Tridentina fu una Messa “nuova”?

di Corrado Gnerre da IlCamminodeiTresentieri

C’è chi dice che la Messa Tridentina sarebbe stata una “novità”, per cui, novità per novità, perché non accettare anche la “novità” del Novus Ordo?

In realtà la Messa Tridentina non fu una “novità”, quindi non è appropriato definirla “tridentina”.

“La Messa cosiddetta “tridentina” ha un nucleo centrale immutabile, stabilito da Cristo stesso, continuato e perfezionato dagli Apostoli e conservato intatto attraverso due millenni di storia. La trama di riti e di cerimonie che la caratterizza s’è andata evolvendo poco a poco fino a raggiungere una forma quasi definitiva alla fine del III secolo, poi resa in qualche modo definitiva da san Gregorio Magno. Non sono mancati elementi secondari: la sollecitudine materna della Chiesa non ha cessato di restaurare ed abbellire il rito, rimuovendo di tanto in tanto quelle scorie che minacciavano offuscarne il primitivo splendore.” (Suor Maria Perillo, Le origini apostoliche-patristiche della Messa Tridentina, Relazione al Convegno Summorum Pontificum, Maggio 2013)

Da qui la preferenza per definizioni come “Rito Romano Antico” o “Rito Gregoriano”. Infatti, ciò che il Concilio di Trento e san Pio V (1504-1572) si limitarono a fare fu una piccola riforma di un rito che aveva origini apostoliche.

Padre Louis Bouyer scrive: “Il canone romano risale, tale e qual è oggi, a san Gregorio Magno (+604). Non vi è, in Oriente come in Occidente, nessuna preghiera eucaristica che, rimasta in uso fino ai nostri giorni, possa vantare una tale antichità.” (L.Bouyer, Mensch und Ritus, 1964).

Monsignor Klaus Gamber, nel 1979, scriveva: “La liturgia romana è rimasta pressoché immutata attraverso i secoli nella (…) forma risalente ai primi cristiani. Essa s’identifica con il Rito più antico. (…). La liturgia damasiano-gregoriana è quella che è stata celebrata nella Chiesa latina sino alla Riforma liturgica dei nostri giorni. (…). Non esiste in senso stretto una “Messa Tridentina” o di “San Pio V”, per il fatto che non è mai stato promulgato un nuovo “Ordo Missae” in seguito al Concilio di Trento da San Pio V. Il Messale che San Pio V fece approntare nel 1570 fu il Messale della Curia Romana, in uso a Roma da molti secoli, risalente all’era apostolica. (…). Sino a Paolo VI, i Papi non hanno mai apportato alcun cambiamento all’Ordo Missae, ma solo ai “Propri” delle Messe per le singole festività. (…).”

Insomma, san Pio V non inventò nulla. Questi promulgò sì un messale a seguito del Concilio di Trento, ma in realtà non fece altro che fissare e circoscrivere sapientemente un rito già in uso nel contesto cattolico da secoli e secoli. Un rito che risaliva almeno (è bene sottolineare “almeno) da mille anni, precisamente da papa Gregorio Magno (540-604). Ed ecco perché la definizione precisa è: Rito Romano Antico o Rito Gregoriano.

San Pio V con il suo messale guardò in un certo senso indietro. Egli abolì tutti i riti liturgici che non potevano vantare più di due secoli di antichità, a causa del fatto che da tempo serpeggiavano errori dottrinali nella Chiesa; errori che avevano portato all’avvento dell’eresia protestante. Vi era, insomma, il serio sospetto che le novità introdotte nel rito della Messa a partire dall’Umanesimo e dal Rinascimento fossero segnate, almeno implicitamente, dal pericolo di eresia.

Così san Pio V salvò tutti i riti più antichi (Ambrosiano, Mozarabico, Cartusiano, Domenicano) e restituì alla Chiesa latina, nella sua purezza di Tradizione Apostolica, il Messale Romano, il cui Canone, per attestazione di tutti risale all’apostolo Pietro.

Possiamo pertanto concludere che il Rito Romano Antico è di origine apostolica: “I Padri del III e IV secolo assai di frequente, parlando di qualche rito o cerimonia in particolare, affermano che è d’origine o tradizione apostolica. Con tale espressione – che è scientificamente e storicamente inverificabile – i Padri volevano verosimilmente richiamarsi al periodo più antico della Chiesa dimostrando con ciò quanto fossero ancora vive, presso le varie Chiese, le memorie dell’attività liturgica degli Apostoli. In tutta l’antichità cristiana non si trova alcun indizio che accenni, come vogliono i Protestanti e certa corrente teologia, ad una diretta ingerenza delle Comunità nelle funzioni del Culto. La fissazione e la progressiva regolamentazione della Liturgia si mostra sempre compito esclusivo degli Apostoli e dei vescovi loro successori.” (Suor Maria Perillo, cit.)


Traditionis Custodes – Bollettino del monastero di Luras in Sardegna

Pio XI affermava che per canto gregoriano deve intendersi “solo quello restituito alla fedeltà degli antichi codici” (Enciclica Divini Cultus). Quello che si dice del canto liturgico può e deve dirsi della liturgia in generale. Perché anche la liturgia, come il suo canto, può subire decadenza, l’ha subita e la subisce in continuazione. E la decadenza della liturgia ha la stessa origine di quella del gregoriano: un uso improprio, pretesi “abbellimenti”, alterazioni, “riforme” infelici che creano ulteriore corruzione. Ma è soprattutto l’uso improprio e distorto a recare danno alla liturgia; un esempio su tutti è dato dalla messa celebrata in solitudine, sempre proibita dalla Chiesa (cfr. Mediator Dei) ma sempre praticata da qualche sacerdote disubbidiente e che ignora lo spirito della liturgia. Molta decadenza arreca pure il “vano ritualismo” dai cui rischi mette in guardia Pio XII in Mediator Dei.

Pio X, Pio XI e Pio XII intuirono che anche la liturgia doveva essere liberata dalla corruzione, da vari “barbarismi” che la affliggevano. Le due riforme però fatte prima dell’ultimo concilio hanno peggiorato la situazione.

Del concilio vaticano secondo si può dire che in esso alcune proposizioni sono molto interessanti e pure necessarie, si pensi alla richiesta che i fedeli conoscano in latino e pure in canto tutte le parti ad essi spettanti, ma esse erano in qualche modo già state formulate da Pio X (Inter pastoralis officii) e Pio XI (enciclica Divini Cultus).

Comunque la concretizzazione delle disposizioni conciliari avvenuta col novus ordo rappresenta la più feroce devastazione liturgica mai operata dalla Santa Sede in venti secoli.

In parole povere in ambito liturgico siamo nella stessa condizione in cui versava il canto gregoriano nell’Ottocento: in piena decadenza. Tanto più grave quanto da molti neppure percepita.

Abbiamo dunque necessità di un restauro, che riguarda la nostra mentalità liturgica prima ancora e più ancora della liturgia stessa. Per un simile restauro può il monachesimo può veramente essere propositivo, esemplare e trainante. Ma quanti e quali monasteri oggi riflettono sulle decadenze del rito antico? Quanti e quali ne studiano cause e ne propongono rimedi? La quasi totalità dei monasteri si sono ridotti a seguire la liturgia postconciliare, che però, come chiunque conosca la storia liturgica senza condizionamenti ideologici sa bene, è una feroce manomissione della tradizione. I pochissimi monasteri che seguono il rito antico si limitano ad un recupero acritico della decadenza immediatamente preconciliare, qualche volta aggiungendone pure di nuova. Bisogna però uscire da questa situazione il prima possibile. Non ha e non potrà mai avere alcuna utilità innalzare la decadenza a tradizione. Perché la decadenza resta sempre tale, anche se amata e ricercata, anche se diffusa e inveterata.

Il monachesimo benedettino deve essere liturgicamente esemplare e propositivo, non possiamo ridurci ad un bazar, ancorché elegante, della decadenza preconciliare. I principi proposti da Pio X, Pio XI e Pio XII vanno fatti fruttificare. Non si possono assolutamente ignorare. Ma al momento il tradizionalismo li ignora completamente.

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