Curiosità

APPLICATE QUESTA INTUIZIONE ALLE IDEOLOGIE DI OGGI…
IL PRINCIPIO DELLA RANA BOLLITA
(di Noam Chomsky)
Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana.

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Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano.
Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare.
La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa.
L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire.
Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita.
Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone.
Questa esperienza mostra che – quando un cambiamento si effettua in maniera sufficientemente lenta – sfugge alla coscienza e non suscita – per la maggior parte del tempo – nessuna reazione, nessuna opposizione, nessuna rivolta.
Se guardiamo ciò che succede nella nostra società da alcuni decenni, ci accorgiamo che stiamo subendo una lenta deriva alla quale ci abituiamo. Un sacco di cose, che ci avrebbero fatto orrore 20, 30 o 40 anni fa, a poco a poco sono diventate banali, edulcorate e – oggi – ci disturbano solo leggermente o lasciano decisamente indifferenti la gran parte delle persone.
In nome del progresso e della scienza, i peggiori attentati alle libertà individuali, alla dignità della persona, all’integrità della natura, alla bellezza ed alla felicità di vivere, si effettuano lentamente ed inesorabilmente con la complicità costante delle vittime, ignoranti o sprovvedute.
I foschi presagi annunciati per il futuro, anziché suscitare delle reazioni e delle misure preventive, non fanno altro che preparare psicologicamente il popolo ad accettare le condizioni di vita decadenti, perfino drammatiche.
Il permanente ingozzamento di informazioni da parte dei media satura i cervelli che non riescono più a discernere, a pensare con la loro testa.
Allora se non siete come la rana, già mezzo bolliti, date il colpo di zampa salutare, prima che sia troppo tardi!

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Come grazie alla Tradizione abbiamo i Vangeli.
Molto spesso capita non di rado sentire, specie fra i modernisti, che vengano messe in contrapposizione la Tradizione della Chiesa e i Vangeli, come se le due fossero in antitesi.
Questo è figlio anche del protestantesimo che col suo Sola Scriptura ha segnato la prima netta frattura fra due realtà che comunicano fra loro in maniera armonica; non vi è una sola virgola della Tradizione che vada a cozzare con i Santi Vangeli e viceversa.
Questo concetto era ben chiaro ai cattolici dei primi secoli e fu proprio grazie alla Tradizione che i Vangeli vennero salvati.
Bisogna infatti dire che per molto tempo non vi fu un vero e proprio corpus biblico e che anzi ci si basava molto sull’insegnamento diretto degli Apostoli che veniva tramandato tramite i discepoli e i loro diretti successori. Nei primissimi secoli, circolavano numerosi vangeli falsi o perché apocrifi o perché propriamente gnostici e dunque eretici.
Per separare la zizzania dal grano, si fece leva proprio sulla Tradizione ovvero sull’insegnamento degli Apostoli; confrontando i testi con la dottrina comune, si poté dunque conservare i quattro testi veraci ed accantonare invece quelli falsi perché in conflitto con la Fede tramandata dai Dodici.
Grazie a questo meccanismo, volendo fare un esempio, san Serapione di Antiochia dimostrò la falsità del vangelo di Pietro, testo gnostico docetista che predicava la morte apparente di Gesù Cristo.
«La tradizione degli apostoli, manifesta in tutto quanto il mondo, si mostra in ogni Chiesa a tutti coloro che vogliono vedere la verità e noi possiamo enumerare i vescovi stabiliti dagli Apostoli nelle Chiese e i loro successori fino a noi… (Gli Apostoli) vollero infatti che fossero assolutamente perfetti e irreprensibili in tutto coloro che lasciavano come successori, trasmettendo loro la propria missione di insegnamento. Se essi avessero capito correttamente, ne avrebbero ricavato grande profitto; se invece fossero falliti, ne avrebbero ricavato un danno grandissimo.» Sant’Ireneo di Lugdunum (130-203)

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😃 CURIOSITA’ PAPALE E ROMANA….
Nel ‘600 il Papa ebbe un’idea per rinfrescare i romani fiaccati dalla calura estiva: decise infatti di allagare piazza Navona.
Infatti, dal 23 giugno 1652 Papa Innocenzo X (Roma, 6 maggio 1574 – Roma, 7 gennaio 1655, 263° Pontefice) iniziò questa tradizione per sovvenire al periodo afoso romano.

Giggi Zanazzo, cronista dell’epoca racconta: “Tutti li sabbiti e le domeniche d’agosto, s’atturava la chiavica de la funtana de mezzo de piazza Navona, e la piazza ch’era fatta a scesa, s’allagava tutta. Che bber divertimento! La mmatina ce s’annava in carozza, o in carettella. Io m’aricordo d’essece ito co’ mmì’ padre a sguazzà’ in de ll’acqua, pe’ ffa’ sciacquà’ le róte infangate de la carozza, quanno aritornamio da le grotte de Testaccio”.

Per oltre due secoli Roma poté godere non soltanto del fiume Tevere, ma anche di un lago: il lago di piazza Navona.
All’epoca la pavimentazione era concava e quindi era facile riempire la piazza di acqua trasformandola in un lago. Ogni sabato e domenica di agosto aveva luogo questa delizia per gli abitanti accaldati. I nobili esibivano le loro carrozze a forma di gondola oppure barche di legno riccamente addobbate. Dai palazzi nobiliari le persone si affacciavano divertite per ammirare lo spettacolo. La gente del popolo si rinfrescava dalla calura facendo il bagno tra scherzi, giochi e burle.
La tradizione piacque e si mantenne per due secoli: tutti i sabati e le domeniche di agosto, piazza Navona si trasformava in un laghetto (per la verità, non più profondo di 80 centimetri circa) in cui i popolani potevano sguazzare e i nobili fare sfoggio di carrozze a forma di gondola o vere e proprie imbarcazioni.
Salvo un’interruzione tra il 1676 e il 1703, durante il quale il “lago” fu chiuso per motivi d’igiene, la tradizione romana si mantenne almeno fino al 1865, l’anno in cui fu scattata questa fotografia. Oggi sarebbe davvero caotico rifarlo!


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