Santi e Beati

“Io sono come la madre che, colma di carità, corregge il proprio figlio adolescente e questi non la ringrazia nemmeno perché non comprende le motivazioni materne e tuttavia raggiunta la maturità la ringrazia, cosciente che la guida della madre lo ha distolto dalle cattive abitudini educandolo ai buoni costumi; ebbene Io mi comporto nello stesso modo con i miei eletti, poiché essi rimettono la loro volontà alla Mia, e mi amano sopra ogni cosa”.
Dice Gesù:
«Alla domanda perché le avversità assalgono il giusto, rispondo con le seguenti parole. La mia giustizia desidera che ogni uomo giusto ottenga ciò che desidera; ma non è un uomo giusto chi non è disposto a soffrire per l’amore dell’obbedienza e per la perfezione della giustizia, così come non è un giusto colui che non ha la carità di fare del bene al prossimo.
Per questo motivo i miei amici – considerando che sono il loro Dio e Redentore, pensando a ciò che ho fatto e promesso loro e vedendo la perversità che anima il mondo -, chiedono con maggior decisione di sopportare le avversità temporali, per evitare i peccati, essere più avveduti ed avere la salvezza eterna.
Per questa ragione permetto che le loro tribolazioni siano frequenti, sebbene alcuni non le tollerino con sufficiente pazienza; tuttavia ammetto le loro sofferenze a ragion veduta, e li aiuto a sopportarle. Infatti, Io sono come la madre che, colma di carità, corregge il proprio figlio adolescente e questi non la ringrazia nemmeno perché non comprende le motivazioni materne e tuttavia raggiunta la maturità la ringrazia, cosciente che la guida della madre lo ha distolto dalle cattive abitudini educandolo ai buoni costumi; ebbene Io mi comporto nello stesso modo con i miei eletti, poiché essi rimettono la loro volontà alla Mia, e mi amano sopra ogni cosa.
Perciò permetto che talvolta siano afflitti da tribolazioni e, sebbene al momento essi non capiscano completamente la grandezza di tale beneficio, compio cose di cui in futuro trarranno dei vantaggi».
(Dalle rivelazioni di Gesù a Santa Brigida di Svezia: Libro V, 1, Interrogazione 6)


L’Amicizia è cosa seria, lo insegna Gesù nel Vangelo: “non vi chiamo più servi, ma AMICI…” – “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. 14 Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. 15 Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. 16 Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17 Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri…” (Gv.15,13-17) – Vi è dunque una condizione affinchè, la vera amicizia con Dio e di Dio, porti frutto: fare ciò che Gesù ci comanda… Tra gli uomini, la vera Amicizia non è fine a se stessa o per trascinarsi nella fossa (Lc.6,39), essa serve per aiutarsi nella vita ad accedere al Regno di Dio, aiutarsi certamente nelle difficoltà materiali, ma soprattutto quelle spirituali, essa deve essere disinteressata e tutta volta al vero BENE. Ecco come la sintetizza un grande Santo:

«L’amicizia santa, invece, ha occhi semplici e casti; gli atti di cortesia sono controllati e schietti; se ci sono sospiri, saranno per il cielo, le libertà solo per lo spirito, i lamenti saranno soltanto perché Dio non è abbastanza amato, prova infallibile dell’onestà!» (S. Francesco di Sales, L’amicizia spirituale)

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2024

La sofferenza theologia crucis negli insegnamenti e nella vita di san Padre Pio


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vite di Santi

Prostituta convertita in modo davvero prodigioso

Una vita tra leggenda, avventura, peccato e redenzione. Conclusasi in modo davvero straordinario.

Santa Maria Egiziaca è stata la protagonista di un’esistenza certo non all’insegna della tiepidezza. Il racconto della vita di Santa Maria Egiziaca si confonde spesso con la leggenda.

Di sicuro era nata nel IV secolo ad Alessandria d’Egitto e si guadagnava da vivere facendo la prostituta. Fuggita da casa a 12 anni, a 29 si imbarcò su una nave di pellegrini diretta in Terra Santa. Arrivata a Gerusalemme, volle partecipare alla festa dell’Esaltazione della croce al Santo Sepolcro. Prima di entrare però fu come trattenuta da una forza invisibile mentre una voce dentro di lei diceva: «Tu non sei degna di vedere la croce di colui che è morto per te tra dolori inenarrabili». Convertitasi, andò a vivere solitaria nel deserto oltre il Giordano dove restò per 47 anni. Là fu trovata dal monaco Zosimo che le porse la santa Comunione, promettendole di tornare l’anno successivo. Quando fece ritorno la trovò però morta. Era probabilmente il 430. Secondo la tradizione la tomba sarebbe stata scavata da un leone con i suoi artigli.

Di certo è stato un racconto avventuroso come un vero e proprio romanzo a potenti tinte chiaro-scure. Della sua vita esistono vari resoconti. La versione più drammatica è quella che la vede nascere nel IV secolo ad Alessandria d’Egitto e guadagnarsi da vivere come prostituta.

Questa sarebbe la versione che la protagonista stessa di questa storia avrebbe raccontato all’Abate Zosimo, che si imbatté in lei mentre percorreva il deserto. Pietro Bargellini, citando le parole delle Vite de’ Santi Padri di fra Domenico Cavalca, la descrive come «una persona nuda, col corpo nero e secco per lo sole, e coi capelli canuti bianchi come lana». Dopo tanti anni passati in silenzio la donna, racconterà infine tutte le proprie vicende a Zosimo, che le ascoltò in ginocchio.

DICIASSETTE ANNI NEL GORGO DELLA PROSTITUZIONE

A 12 anni, Maria – detta Egiziaca perché nata in Egitto – aveva lasciato la casa dei genitori per andarsene, allora metropoli al centro di tanti traffici e di vizi. Ad Alessandria si era data al peccato esercitando, per diciassette anni, la professione della pubblica meretrice. La cosa andò avanti finché un giorno Maria non si imbatté in una nave che trasportava un insolito equipaggio.

Dopo aver chiesto chi fossero e dove si dirigessero, si sentì rispondere che erano pellegrini diretti in Terra Santa. Più precisamente a Gerusalemme, per la festa dell’Esaltazione della Croce al Santo Sepolcro.

Anche lei così salì a bordo. Ma anche durante il viaggio l’avvenente prostituta non smise di sedurre gran parte dei pellegrini (evidentemente ben poco devoti).

CONVERTITA DALLO SGUARDO DI MARIA

Giunta a Gerusalemme, il giorno della festa si vede trattenere da una forza misteriosa sulla soglia del tempio.

Intimorita, levò lo sguardo verso un’immagine della Vergine Santa. Allora una preghiera le uscì spontaneamente dalle labbra e con la preghiera arrivò il pentimento per i suoi peccati. Insieme, naturalmente, al proposito di cambiare vita e di espiare per le sue colpe.

PER 47 ANNI IN SOLITUDINE NEL DESERTO

Così entrò in chiesa e adorò il sacro legno della croce. Non vi resterà molto a lungo. La Madonna le aveva detto: «Se tu passi il Giordano troverai la pace». E il giorno dopo, confessata e comunicata, passò il fiume. Con sé aveva soltanto tre pani. Maria Egiziaca si ritirò nel deserto dove visse in totale solitudine per quarantasette anni, fino all’incontro con l’abate Zosimo.

In quel luogo inospitale, Maria scoprì la verità delle promesse della Vergine, trovando finalmente la pace dell’anima. Chiese a Zosimo di tornare un anno dopo a portarle i Sacramenti.

Il deserto e la vita eremitica sono la fase di purificazione e di introspezione che ogni chiamato da Dio deve affrontare. Qui si affrontano le proprie paure e fantasmi, qui si saggia e si tempra la fibra spirituale. Lei diventerà eremita per purificarsi e per elevarsi a Dio.

Il ritorno di Zosimo e l’attraversamento miracoloso del Giordano

L’anno successivo, Zosimo si ripresentò con l’Eucarestia sulle rive del Giordano. E vide Maria Egiziaca raggiungerlo camminando a piedi asciutti sulle acque del fiume che si erano aperte al suo passaggio. Dopodiché tornò a inoltrarsi nel deserto, non senza prima aver pregato l’abate di tornare a cercarla anche l’anno dopo.

Ma l’anno successivo, quando il vecchio abate affrontò nuovamente il viaggio nel deserto d’Arabia, trovò soltanto il cadavere rinsecchito della straordinaria penitente. Si racconta che l’abbia seppellita con l’aiuto di un leone docile, che con le sue zampe avrebbe scavato la fossa e ricoperto di terra la salma.

Culto liturgico.
I sinassari bizantini venerano Maria al 1° aprile, qualcuno al 3 o al 4 dello stesso mese. Questa data è in relazione con il supposto giorno della morte di Maria, un giovedí santo nel mese di pharmouthi. A1 1° aprile Maria figura anche nel Typikon della laura di S. Saba. I calendari palestino-georgiani fanno di lei menzione il 1°, il 4 o il 6 dello stesso mese. Il Sinaiticus 34 (X sec.) la nomina per la terza volta il 2 dicembre. Qualche calendario siriaco la menziona ancora il 1° aprile. Il Sinassario Alessandrino di Michele, vescovo di Atr?b e Mal?g le dedica una lunga notizia proveniente dalla Vita di Sofronio al 6 barmudah e la traduzione geez di questo Sinassario ha conservato la stessa notizia al giorno corrispondente del 6 miyaziya. Il Calendario marmoreo di Napoli menziona Maria al 9 aprile. I primi martirologi occidentali medievali la ignorano e, a quanto sembra, Usuardo fu il primo ad introdurla al 2 aprile nel suo Martirologio con lo stesso breve elogio di s. Pelagia all’8 ottobre Pietro de’ Natalibus le ha dedicato un lungo capitolo de] suo Catalogus.
Il 2 aprile divenne quindi la data tradizionale della commemoraziohe di Maria in Occidente.

Martirologio Romano: In Palestina, santa Maria Egiziaca, che, famosa peccatrice di Alessandria, per intercessione della beata Vergine nella Città Santa si convertì a Dio e condusse in solitudine al di là del Giordano una vita di penitenza.

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