L’azione del demonio oggi

Trascrizione dell’intervento di padre François-Marie Dermine OP a OPmeetings 2024 – Bologna, Convento San Domenico, sabato 14 settembre 2024.

Contrariamente alle tendenze moderne che ne negano l’esistenza, il diavolo è un essere personale la cui principale azione è la divisione e la seduzione, non tanto la possessione straordinaria. Dall’Ottocento, il demonio miri a far credere che non esista una morale oggettiva e che egli stesso non esista, riducendo il peccato a una debolezza umana. È fondamentale riconoscere la realtà del demonio per comprendere appieno il mistero della salvezza e l’importanza della missione di Gesù Cristo di distruggere le sue opere, invitando però a non dare troppa attenzione al demonio, ma a concentrarsi sull’amore e la grandezza di Dio.

Oggi ragioniamo sul demonio, un tema che tocca sempre sul vivo la nostra esperienza. Non è un tema che mi sia “caro” nel senso di parlarne abitualmente, ma è necessario parlarne oggi. Questo perché c’è una tendenza a negarne l’esistenza e a sottovalutarne l’azione. Il problema non è tanto sapere se il demonio agisce o meno; la rivelazione ci dice che agisce sempre nel corso della storia. Sin dall’inizio, è intervenuto questo essere oscuro e tremendo, il demonio, per distruggere l’opera di Dio. Egli tende a unire gli uomini a sé e, allo stesso tempo, a disunire gli esseri umani tra di loro. Il demonio odia l’unità, odia l’amore e fa di tutto per far fallire l’opera di Dio. La parola “diabolos” stessa significa “dividere”; il diavolo è il divisore.

La Parola di Dio è categorica riguardo al demonio, che è considerato un essere personale, uno spirito puro. In un certo senso, è ancora più persona di ognuno di noi, perché essendo spirito non ha la nostra pesantezza nel muoversi, ma soprattutto nel pensare e nell’agire. Ha una capacità di pensare che supera la nostra. È soprattutto per questo che non possiamo combatterlo con le nostre capacità naturali; noi siamo molto limitati. Se non ci affidiamo a Dio che ci illumina, rischiamo di essere raggirati completamente dal demonio.

La Bibbia ci dice che il demonio esiste sin dall’inizio ed è un protagonista della nostra storia, sempre presente sia a livello comunitario che personale. Ognuno di noi è bersagliato dal demonio. È per questo che ci affidiamo al Signore e ci inseriamo in un mistero di salvezza. Se il demonio non esistesse, non potremmo parlare di un mistero di salvezza. Da cosa dovremmo essere salvati se non esistesse una potenza superiore capace di raggirarci e dominarci?

L’Apocalisse, nel capitolo 12, lo descrive come “il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e Satana, e che seduce tutta la Terra”. Nota bene l’espressione: “seduce”. L’azione più temibile del demonio non è la possessione, quella straordinaria di cui si occupano gli esorcisti; è la cosiddetta seduzione. Quella sì che è davvero pericolosa. Dobbiamo sempre pregare perché il Signore ci illumini sulle seduzioni dell’avversario. L’Apocalisse continua dicendo che il diavolo è precipitato sulla Terra “pieno di grande furore sapendo che gli resta poco tempo”. Poco tempo per attirare il maggior numero di esseri umani a sé e portarli con sé all’inferno. Non dobbiamo pensare l’inferno come un luogo di semplice sofferenza da cui si vuole uscire; è un luogo di ribellione, di rivolta aperta e piena di bestemmia nei confronti di Dio. Il drago poi si è infuriato contro la donna e se ne andò a far guerra contro il resto della sua discendenza, cioè contro quelli che osservano i comandamenti di Dio e sono in possesso della potenza di Gesù. Quelli siamo noi. Siamo tutti coinvolti in questa battaglia di proporzioni cosmiche.

Il demonio agisce essenzialmente separando, dividendo gli esseri umani tra di loro e dagli esseri umani nei confronti di Dio. Qual è la sua azione oggi?. È inutile dire che il magistero ritorna spesso sull’esistenza e l’azione del demonio. Paolo VI dice che esce dal quadro dell’insegnamento biblico ed ecclesiastico chi si rifiuta di riconoscere la realtà del demonio come esistente. Non ha senso pensare o aderire a un mistero di salvezza se non si crede nell’esistenza del demonio. Senza questa credenza, il cristianesimo diventa semplicemente una morale, un tentativo di resistere alle nostre cattive tendenze. Abbiamo cattive tendenze, certo, perché la nostra natura è ferita (la sensibilità da una parte, l’intelligenza dall’altra), ma il nemico principale non è interno a noi; è esterno, si chiama il demonio.

Fino all’Ottocento, l’azione del demonio mirava essenzialmente a indurre gli esseri umani a non osservare i Dieci Comandamenti, ossia a peccare. Questo è sempre stato il suo “mestiere” principale. Però, a partire dall’Ottocento, egli mira a far credere all’umanità che non esiste una morale oggettiva e quindi il peccato non esiste. Ciascuno si fa giudice di ciò che è bene o male. L’azione del demonio oggi mira quindi essenzialmente a far credere che non esiste una morale oggettiva valida per tutti, e a far credere che egli stesso non esiste. Di conseguenza, non avremmo bisogno di una salvezza vera e propria.

Il poeta francese Charles Baudelaire diceva: “Miei cari fratelli, non dimenticate mai quando sentirete vantare i progressi dei lumi che la più bella delle furbizie del demonio è di persuadervi che egli non esiste“. Lo stesso concetto si trova nei Fiori del Male: “il peggior inganno del diavolo è quello di persuaderci che egli non esiste”. Eppure, tutto il mondo lo sente, e nessuno vi crede. Questa è una “sublime sottigliezza” del diavolo. Credere che il demonio non esista ci offre una visione ristretta del creato, amputandolo della sua dimensione superiore. Al di sopra del mondo minerale, vegetale e animale, al di sopra di noi esseri umani con la nostra conoscenza limitata e laboriosa, esiste il demonio, capace di muoversi e agire con una rapidità e lucidità che noi non possiamo avere. È chiaro, quindi, che dobbiamo affidarci al Signore.

Gesù è venuto nel mondo per liberarci dalle opere del demonio. Questo è il senso della sua missione. Non è venuto solo per darci un bell’esempio; è venuto per salvarci dalle opere del demonio. È stato avversato dal demonio sin dall’inizio, pensiamo alle tentazioni nel deserto e alla sua passione, quando il demonio lo tentò fino alla fine per dissuaderlo dal dare la vita per noi.

Paradossalmente, per credere al mistero della salvezza, bisogna credere all’esistenza e all’azione del demonio. Senza questo, la nostra fede non ha senso, il mistero della salvezza non ha senso. Possiamo parlare di salvezza e sentirne il bisogno solo nella misura in cui siamo consapevoli di essere confrontati o minacciati da un essere o un potere nettamente superiore al nostro. Se il demonio fosse al nostro livello, potremmo difenderci con le nostre forze, ma non è così.

Oggi, la voce che induce al peccato (il demonio) e che sentiamo dentro di noi non è più interpretata come espressione del demonio tentatore, ma piuttosto come espressione della nostra umanità ferita, della nostra debolezza, del nostro inconscio. Tutto viene appiattito; non esiste una dimensione superiore del peccato. È tutto alla nostra portata, al nostro livello. In tal caso, non c’è più bisogno di una salvezza vera e propria, ma di una semplice maturazione personale e psicologica. Abbiamo bisogno di una sorta di psicanalisi costante per superare i nostri difetti e le nostre tentazioni. L’eclissi del cristianesimo, a cui assistiamo nel mondo occidentale, coincide con l’eclissi del senso del peccato. Si sottovaluta l’esistenza del peccato.

La tentazione esiste ed esisterà fino alla fine, e ne siamo tutti oggetto. Siamo tutti tentati dal demonio. Non possiamo pensare di smettere di essere tentati con la sola forza di volontà. Come osserva Origene (pagina 89 del mio libro), anche senza il diavolo gli uomini avrebbero appetiti che possono portare a disordini. Questo è vero, ma sottovaluta l’azione del demonio, che è la tentazione, una realtà presente sin dall’inizio della storia dell’umanità. Certo, esistono peccati che possiamo commettere senza l’intervento diretto del demonio, ma questo non elimina la componente spirituale e diabolica del peccato che c’è in ognuno di noi, rappresentata dal demonio stesso.

Circa il contenuto essenziale della tentazione diabolica oggi, c’è prima di tutto l’affermazione che il demonio non esiste. È una tendenza molto diffusa. Il diavolo esiste, e la sua azione esiste. “Diabolos” è colui che vuole ostacolare il progetto di Dio frammentando la realtà, la società, e ognuno di noi. Per questo, abbiamo la tendenza a vivere una divisione interiore ed esteriore, favorita continuamente dalla tentazione. Questo è un dato di fatto sul quale la sacra scrittura interviene.

Ha senso parlare del mistero della salvezza e dell’incarnazione senza il demonio? Stando alla rivelazione, non sembra possibile. Gesù Cristo, dice la lettera agli Ebrei, è venuto per distruggere le opere del demonio. Dobbiamo riflettere su queste realtà. Penso che sapere che esista un nemico (così è chiamato dalla sacra scrittura) più potente di noi, capace di distruggerci se Dio non interviene, ci renda più umili. Ci rende più capaci di affidarci a Dio e chiedergli aiuto in ogni momento.

Però, attenzione: è vero che credo nell’esistenza del demonio e continuo a fare esorcismi. Ma una cosa bisogna evitare: dare troppa attenzione al demonio. Credere alla sua esistenza, sì, ma soprattutto credere all’amore del Signore, pregare il Signore, adorare il Signore, pensare alla sua grandezza che offusca la piccolezza meschina del demonio. Quindi, stiamo attenti, il demonio non merita tutta questa nostra attenzione; solo Gesù il Signore la merita. È ovvio che Gesù si è incarnato per liberarci dalle opere del demonio, e gliene siamo grati. Ci affidiamo a lui, e questo è un motivo in più per pensare ancora di più al Signore. Riflettere sull’azione del maligno ci porta a giungere al centro e fine della nostra esistenza: Cristo stesso.

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