San Giuseppe da Copertino è stato considerato “un buono a nulla”, incolto e illetterato. Ma sono luoghi comuni radicati, purtroppo, sia nella tradizione popolare, sia in quella colta… protettore degli studenti, perché studiava molto; protettore degli aviatori, per il dono singolarissimo di staccarsi da terra col corpo oltre che con lo spirito. Non fu certo un uomo colto, ma ha scritto alcune poesie, un po’ zoppicanti rispetto alle classiche regole della metrica e degli artifici letterari, ma schiette e profonde. Racconta padre Roberto Nuti, suo primo biografo e suo contemporaneo, che Giuseppe da Copertino, per dare sfogo con maggiore esaltazione al suo amore verso Dio, con grande spirito di devozione, ma anche con semplicità, cantava alcune canzoni che egli stesso componeva, specialmente nelle grandi festività liturgiche.
- E che dire della sua devozione filiale e commovente per la Vergine Santa? Fin dalla giovinezza apprese a sostare a lungo ai piedi della Madonna delle Grazie, nel Santuario di Galatone. In seguito si soffermava a contemplare l’immagine a lui tanto cara della Vergine della Grottella, che lo accompagnò durante tutta la vita. Infine, dal convento di Osimo, dove trascorse gli ultimi anni, volgeva spesso lo sguardo verso la Basilica di Loreto, secolare centro di devozione mariana.
- Per lui Maria fu una vera madre con cui intratteneva rapporti filiali di semplice e sincera confidenza. Ancor oggi egli ripete ai devoti che a lui ricorrono: “Questa è la nostra Protettrice, Signora, Patrona, Madre, Sposa, Adiutrice“. (Giovanni Paolo II – Discorso per il 400° anniversario della nascita di san Giuseppe da Copertino – 22 febbraio 2003)
Copertino, nel Salento, sua città natale, conserva le testimonianze più vive del suo faticoso commino verso la santità: la stalletta, dove egli nacque il 17 giugno del 1603, e dove è custodita la reliquia del suo cuore; il fonte battesimale, nella vetusta Basilica di S. Maria ad Nives (eretta nel 1088); la casa paterna, nella quale ricevette una severa educazione dalla mamma Franceschina Panaca e dal padre Felice Desa; la chiesa e il convento della Grottella, a due chilometri dal centro abitato, culla della sua vocazione religiosa e francescana, fertile terreno di dieci anni di apostolato, testimone del suo intenso amore verso la Madre di Dio, venerata nei tratti di in una antichissima icona, miracolosamente rinvenuta, secondo la tradizione, in una piccola grotta tra due candele accese; la celletta , fino ad alcuni anni fa scarna e disadorna (ora trasformata in cappella), posta alle spalle dell’altare maggiore, vicina al Santissimo, nella quale egli trascorreva lunghissime ore in preghiera e meditazione; la cella del sangue e, poco distante, la cappella di santa Barbara , nelle quali il Santo amava ritirarsi per sottoporsi a durissime penitenze e flagellazioni.
La sua fama di santità, ma soprattutto le sue frequenti estasi – spesso accompagnate da voli, durante i quali egli rimaneva a volte sollevato da terra per lungo tempo – attiravano attorno a lui folle di devoti. Fu accusato perciò di messianismo. Deferito al tribunale dell’Inquisizione, fu poi riconosciuto innocente. Ma, per prudenza, i Superiori lo costrinsero a vivere di volta in volta in conventi isolati. Esperienza che parve un esilio. Dapprima in Assisi (1639 – 1653), segregato in alcune stanze del Sacro Convento. Poi , per breve tempo, nel Convento dei Cappuccini di Pietrarubbia (Pesaro); quindi tra i Cappuccini di Fossombrone (1653 – 1657). Restituito finalmente al suo Ordine, trascorse gli ultimi anni a Osimo, nelle Marche, dove egli morì il 18 settembre 1663, e dove si conserva il suo corpo insieme a numerosi ricordi.
Fu proclamato Beato nel 1753 e Santo nel 1767, con decreto del papa Clemente XIII. Dall’8 maggio al 17 giugno del 2004, il suo corpo, proveniente da Osimo, sarà è stato esposto alla venerazione dei pellegrini e dei devoti proprio nel Santuario di Santa Maria della Grottella.
Patrono degli studenti e degli esaminandi
Perché? Da quando e come è nata questa devozione?
E’ stata una scelta fatta proprio dagli studenti che, appena avvenuta la beatificazione del Santo (il 24 febbraio del 1753) da parte del papa Benedetto XIV – come affermano gli storici – lo vollero come loro intercessore per il modo prodigioso di affrontare e superare gli esami. I suoi biografi raccontano infatti che egli era duro di comprendonio e mancava di prontezza nell’esposizione. Ma proprio per questo Giuseppe si impegnava testardamente per prepararsi agli esami e giungere al sacerdozio. Lo guidò, in questa faticosa preparazione, un suo zio, anche lui francescano, padre Giovanni Donato Caputo, assai famoso sia come studioso di teologia, sia come personalità di rilievo per l’intero Ordine Francescano. Sotto la sua guida Giuseppe Desa (questo il nome anagrafico del Santo di Copertino) si impegnò nello studio fino allo spasimo: chino sui libri per ore, si trovò costretto più volte a chiedere lumi (in senso letterale) ad altri confratelli, che gli passavano le loro candele perché potesse avere la luce sufficiente per studiare anche di notte.
Per numerose circostanze, non riuscì tuttavia ad affrontare un corso di studi regolari. Soprattutto il latino per lui risultava ostico. Egli non fu quindi un uomo di cultura ed egli stesso ne era consapevole. Fu naturale perciò, anche per lui, provare la strizza degli esami e per superarli ebbe l’aiuto sfacciato della Madonna della Grottella. Prima di diventare diacono – raccontano i biografi – la Madonna gli passò in sogno il brano delle Sacre Scritture sul quale venne poi effettivamente interrogato; mentre prima di diventare sacerdote, il vescovo di Castro, monsignor Giovan Battista Deti, dopo aver saggiato l’eccellente preparazione di altri studenti leccesi, giunto a Giuseppe Desa, decise di soprassedere dall’interrogarlo. Provvidenzialmente, il frate di Copertino fu ammesso al sacerdozio insieme a tutti i suoi compagni.
Sono questi gli episodi, storicamente appurati, che spiegano la devozione particolare degli studenti e degli esaminandi per l’umile Frate copertinese. Devozione che inizialmente è risultata ristretta agli studenti legati alla famiglia Francescana. Ma dopo la pubblicazione di un opuscoletto (Novena per ottenere felici gli esami), scritto dall’abate parigino D. Fontane nel 1897 e tradotto in italiano da Padre Antonio Rocchetti nel 1900, la pratica cominciò a diffondersi un po’ ovunque nel mondo e molti Papi continuano a proporlo come modello di santità, soprattutto tra i giovani.
“Patrono degli studenti – ha scritto di recente Giovanni Paolo II – san Giuseppe da Copertino incoraggia il mondo della cultura, in particolare della scuola, a fondare il sapere umano sulla sapienza di Dio. Ed è proprio grazie a questa sua interiore docilità ai suggerimenti della sapienza divina che questo singolare Santo può proporsi come guida spirituale di ogni categoria di fedeli”
(Lettera di Sua Santità Giovanni Paolo II nel IV centenario della nascita di san Giuseppe da Copertino, 1603 -2003).
Gli studenti lo invocano così
La devozione verso San Giuseppe “patrono degli studenti” sta assai a cuore dei Frati Minori Conventuali, i quali sono impegnati a diffonderla sempre più con diverse iniziative, soprattutto nell’approssimarsi nel mese di giugno, periodo conclusivo dell’anno scolastico, in cui tutti gli studenti sono chiamati a “dar prova” del proprio impegno nello studio e molti sono in procinto di sostenere gli esami. Ecco la “preghiera dello studente”, diffusa nelle immaginette, stampate con l’approvazione ecclesiastica e dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali:
O san Giuseppe da Copertino,
amico degli studenti e protettore degli esaminandi,
vengo ad implorare da te il tuo aiuto.
Tu sai, per tua personale esperienza,
quanta ansietà accompagni l’impegno dello studio
(degli esami) e quanto facili siano il pericolo
dello smarrimento intellettuale e dello scoraggiamento.
Tu che fosti assistito prodigiosamente da Dio
negli studi e negli esami
per l’ammissione agli Ordini sacri,
chiedi al Signore
luce per la mia mente e forza per la mia volontà.
Tu che sperimentasti tanto concretamente
l’aiuto materno della Madonna,
Madre della speranza,
pregala per me,
perché possa superare facilmente
tutte le difficoltà negli studi e negli esami.
Amen.
Patrono degli aviatori
San Giuseppe da Copertino, è anche protettore degli aviatori cattolici. Già in passato, a Copertino, l’Aereonautica Militare Italiana ha partecipato ai festeggiamenti patronali del 18 settembre, scortando dal cielo con pattuglie aeree la processione del Santo concittadino. La patrona degli aviatori ufficialmente dichiarata dalla Chiesa è comunque la Madonna di Loreto, nella cui Basilica è conservata e onorata, come si sa, la Casetta di Nazareth, che la tradizione vuole sia stata miracolosamente trasportata da angeli in volo dalla Palestina a Loreto.
Ebbene, San Giuseppe, dopo lunghi anni di peregrinazione (a Napoli, Roma, Assisi, Fossombrone e Pietrarubbia, nelle Marche), giunto in una casa colonica presso Osimo (10 luglio del 1607), volle salire sul terrazzo per ammirare il panorama. Si affacciò al suo sguardo il Santuario di Loreto e – attestano i biografi – San Giuseppe ebbe dapprima una splendida visione: angeli che salivano e scendevano dal cielo, osannando alla Casa di Nazareth, dove la Madonna aveva concepito il Bambino. Poi egli spiccò un volo e andò a posarsi su un mandorlo. Il volo e l’estasi che ne seguirono furono interrotti dal Padre Segretario Generale che, insieme con altri confratelli, era lì presente e comandò al Santo di rientrare in sé. Questo episodio ha ispirato il pittore Ludovico Mazzanti, il quale nel 1754, un anno dopo la Beatificazione del Santo, aveva già terminato la famosa tela, ora conservata nella Basilica del Santo a Osimo. La medesima tela è “volata” a Toronto, in Canada, e, in occasione dell’annuale appuntamento con i giovani di tutto il mondo voluto da Giovanni Paolo II, dal 7 giugno all’11 agosto 2002 è rimasta esposta in una mostra d’arte sul tema “Immagini di salvezza”.
Ma il “volo” avvenuto a Osimo non è l’unico di San Giuseppe. I suoi biografi ne hanno registrati moltissimi, accaduti quasi in tutte le città dove il Santo ha sostato. E’ giustificata, perciò, la scelta degli aviatori cattolici: i voli del Santo di Copertino possono certamente rappresentare per loro la tensione, fisica e spirituale, verso il cielo. Quanto all’origine e alla diffusione della devozione degli aviatori verso il Santo, non esistono ricerche complete che la attestino. Tuttavia è certo che gli aviatori italiani furono i primi, già prima della guerra mondiale del 1915-’18, a venerare san Giuseppe da Copertino come loro protettore. Inoltre, Biagio Cendrars, scrittore francese molto noto e padre di un pilota di caccia dei “Sioux” durante la seconda guerra mondiale, nel 1949 ha pubblicato un libro (Le dotissemant du Ciel) dal quale risulta che anche gli aviatori Usa hanno scelto come loro protettore San Giuseppe da Copertino e che hanno coniato apposite medaglie. Esiste infine un decreto (n. 1973 del 20 aprile ’93) di Monsignor Norberto E. Martina, Ordinario Castrenze in Argentina, con il quale il Santo di Copertino è dichiarato ufficialmente patrono dell’Aereonautica Militare di quella nazione.
MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II
AL MINISTRO GENERALE DELL’ORDINE FRANCESCANO
DEI FRATI MINORI CONVENTUALI
Al Reverendissimo Padre
JOACHIM GIERMEK
Ministro Generale
dell’Ordine Francescano Frati Minori Conventuali
1. Ho appreso con gioia che codesto Ordine intende commemorare il 400° anniversario della nascita di san Giuseppe da Copertino, avvenuta il 17 giugno 1603, con numerose iniziative religiose, pastorali e culturali, orientate tutte alla riscoperta della profondità e dell’attualità del messaggio di questo fedele discepolo del Poverello d’Assisi.
In tale significativa circostanza, sono lieto di rivolgere a Lei il mio più cordiale saluto, estendendolo volentieri alla Comunità francescana di Osimo e ai Frati Minori Conventuali sparsi nel mondo. Saluto inoltre i devoti e i pellegrini, che prenderanno parte alle solenni celebrazioni giubilari.
2. Quest’importante ricorrenza costituisce una singolare occasione di grazia offerta in primo luogo ai Frati Minori Conventuali. Dal suo esempio essi devono sentirsi spinti ad approfondire la loro vocazione religiosa per rispondere con rinnovato impegno, come egli fece ai suoi tempi, alle grandi sfide che la società pone ai seguaci di san Francesco d’Assisi, all’alba del terzo millennio.
Al tempo stesso, questo Anno Centenario costituisce una provvidenziale opportunità per tutta la comunità cristiana, che rende grazie al Signore per gli abbondanti frutti di santità e di saggezza umana elargiti a questo umile e docile servitore di Cristo.
San Giuseppe da Copertino continua a risplendere ai nostri giorni come faro che illumina il cammino quotidiano di quanti ricorrono alla sua celeste intercessione. Conosciuto popolarmente come il “Santo dei voli” a motivo delle sue frequenti estasi e della straordinarietà delle esperienze mistiche, egli invita i fedeli ad assecondare le attese più intime del cuore; li stimola a ricercare il senso profondo dell’esistenza e, in ultima analisi, li spinge ad incontrare personalmente Iddio abbandonandosi pienamente alla sua volontà.
3. Patrono degli studenti, san Giuseppe da Copertino incoraggia il mondo della cultura, in particolare della scuola, a fondare il sapere umano sulla sapienza di Dio. Ed è proprio grazie a questa sua interiore docilità ai suggerimenti della sapienza divina che questo singolare Santo può proporsi come guida spirituale di ogni categoria di fedeli. Ai sacerdoti e ai consacrati, ai giovani e agli adulti, ai bambini e agli anziani, a chiunque voglia essere discepolo di Cristo, egli continua ad indicare le priorità che questa scelta radicale comporta. Il riconoscimento del primato di Dio nella nostra esistenza, il valore della preghiera e della contemplazione, l’appassionata adesione al Vangelo “sine glossa“, senza compromessi: ecco alcune condizioni indispensabili per essere testimoni credibili di Gesù ricercando con amore il suo Volto santo. Così fece questo mistico straordinario, esemplare seguace del Poverello d’Assisi. Arse di tenero amore per il Signore e visse al servizio del suo Regno. Dal cielo ora non cessa di proteggere e sostenere quanti, seguendo le sue orme, intendono convertirsi a Dio ed incamminarsi con decisione sulla via della santità.
4. Nella spiritualità che lo contraddistingue emergono i tratti tipici della genuina tradizione del francescanesimo. Innamorato del mistero dell’Incarnazione, Giuseppe da Copertino contemplava estasiato il Figlio di Dio nato a Betlemme, chiamandolo affettuosamente e confidenzialmente “il Bambinello” . Esprimeva quasi esteriormente la dolcezza di questo mistero abbracciando una immagine del Bambino Gesù in cera, cantando e danzando per la tenerezza divina riversata abbondantemente sull’umanità nella grotta del Natale.
Commovente era poi la sua partecipazione al mistero della Passione di Cristo. Il Crocifisso gli era sempre presente nella mente e nel cuore, tra le sofferenze di una vita incompresa e spesso ostacolata. Le lacrime gli scendevano copiose al pensiero della morte di Gesù sulla Croce, soprattutto perché, come amava ripetere, sono stati i peccati a trafiggere il corpo immacolato del Redentore col martello dell’ingratitudine, dell’egoismo e dell’indifferenza.
5. Altro aspetto importante della sua spiritualità fu l’amore all’Eucaristia. La celebrazione della Santa Messa, come pure le lunghe ore trascorse in adorazione dinanzi al tabernacolo, costituivano il cuore della sua vita di orazione e di contemplazione. Considerava il Sacramento dell’Altare “cibo degli angeli”, mistero della fede lasciato da Gesù alla sua Chiesa, Sacramento dove il Figlio di Dio fatto uomo non appare ai fedeli faccia a faccia, ma cuore a cuore. Con questo sommo Mistero – affermava – Dio ci ha donato tutti i tesori della divina onnipotenza e ci ha fatto palese l’eccesso della sua divina misericordia. Dal quotidiano contatto con Gesù Eucaristico egli traeva la serenità e la pace, che poi trasmetteva a quanti incontrava, ricordando che in questo mondo siamo tutti pellegrini e forestieri in cammino verso l’eternità.
6. San Giuseppe da Copertino si distinse per la semplicità e l’obbedienza. Distaccato da tutto, visse continuamente in cammino, spostandosi da un convento all’altro come i Superiori stabilivano, abbandonandosi in ogni circostanza nelle mani di Dio.
Autentico francescano, secondo lo spirito del Poverello d’Assisi, nutrì un profondo attaccamento al Successore di Pietro ed ebbe un senso vivo della Chiesa, che amò in modo incondizionato. Della Chiesa, percepita nella sua intima realtà di Corpo mistico, si sentiva membro vivo e attivo. Aderì totalmente alla volontà dei Papi del suo tempo, lasciandosi docilmente accompagnare nei luoghi dove l’obbedienza lo conduceva, accettando anche le umiliazioni e i dubbi che la originalità dei suoi carismi non mancò di suscitare. Non poteva certo negare la straordinarietà dei doni di cui era fatto oggetto ma, ben lungi da qualsiasi atteggiamento di orgoglio o di vanto, andava alimentando sentimenti di umiltà e di verità, attribuendo tutto il merito del bene che fioriva tra le sue mani alla gratuita azione di Dio.
7. E che dire della sua devozione filiale e commovente per la Vergine Santa? Fin dalla giovinezza apprese a sostare a lungo ai piedi della Madonna delle Grazie, nel Santuario di Galatone. In seguito si soffermava a contemplare l’immagine a lui tanto cara della Vergine della Grottella, che lo accompagnò durante tutta la vita. Infine, dal convento di Osimo, dove trascorse gli ultimi anni, volgeva spesso lo sguardo verso la Basilica di Loreto, secolare centro di devozione mariana.
Per lui Maria fu una vera madre con cui intratteneva rapporti filiali di semplice e sincera confidenza. Ancor oggi egli ripete ai devoti che a lui ricorrono: “Questa è la nostra Protettrice, Signora, Patrona, Madre, Sposa, Adiutrice”.
8. In san Giuseppe da Copertino, molto caro al popolo, risplende la sapienza dei piccoli e lo spirito delle Beatitudini evangeliche. Attraverso l’intera sua esistenza egli indica la strada che conduce all’autentica gioia, pur in mezzo a fatiche e tribolazioni: una gioia che viene dall’alto e nasce dall’amore per Dio e per i fratelli, frutto di lunga e impegnativa ricerca del vero bene e, proprio per questo, contagiosa verso quanti ne vengono a contatto.
Se, a causa del suo intenso e ardito impegno di ascesi cristiana, questo Santo potrebbe apparire ad uno sguardo superficiale come una persona rude, severa e rigorosa, in realtà egli è l’uomo della gioia, affabile e cordiale con tutti. Anzi, i biografi riferiscono che egli riusciva a trasmettere la sua santa e francescana letizia mediante il modo di pregare arricchito da attraenti composizioni musicali e da versi popolari che coinvolgevano i suoi uditori, ravvivandone la devozione.
9. Tutte queste caratteristiche rendono san Giuseppe da Copertino spiritualmente vicino agli uomini del nostro tempo. Auspico pertanto che la ricorrenza anniversaria sia un’occasione opportuna e gradita per una riscoperta dell’autentica spiritualità del “Santo dei voli”. Alla sua scuola, possano tutti imparare a percorrere la strada che conduce ad una santità “feriale”, contrassegnata dal compimento fedele del proprio quotidiano dovere.
Per i Frati Minori della Famiglia religiosa conventuale egli sia un luminoso modello di sequela evangelica, secondo il carisma specifico di Francesco e Chiara d’Assisi. Ai fedeli, che prenderanno parte ai vari momenti commemorativi, ricordi che ogni credente deve “prendere il largo”, confidando nell’aiuto del Signore per rispondere appieno alla propria chiamata alla santità.
In una parola, l’eroica testimonianza evangelica di questo affascinante uomo di Dio, riconosciuta dalla Chiesa e riproposta agli uomini e alle donne del nostro tempo, costituisce per ciascuno un forte richiamo a vivere con passione ed entusiasmo la propria fede, nelle molteplici e complesse situazioni dell’epoca contemporanea.
Con tali sentimenti ed auspici, volentieri imparto a Lei, Reverendissimo Ministro Generale, ai suoi Confratelli sparsi nel mondo, a quanti accorrono ogni giorno al santuario di Osimo una speciale Benedizione Apostolica, che con affetto estendo a tutti coloro che si ispirano agli esempi e agli insegnamenti del Santo da Copertino.
Dal Vaticano, 22 Febbraio 2003
IOANNES PAULUS II
“Illetterato”, ma “poeta”
San Giuseppe da Copertino: protettore degli studenti, perché studiava molto; protettore degli aviatori, per il dono singolarissimo di staccarsi da terra col corpo oltre che con lo spirito. Non fu certo un uomo colto, ma ha scritto alcune poesie, un po’ zoppicanti rispetto alle classiche regole della metrica e degli artifici letterari, ma schiette e profonde. Racconta padre Roberto Nuti, suo primo biografo e suo contemporaneo, che Giuseppe da Copertino, per dare sfogo con maggiore esaltazione al suo amore verso Dio, con grande spirito di devozione, ma anche con semplicità, cantava alcune canzoni che egli stesso componeva, specialmente nelle grandi festività liturgiche.
Il Natale era la festa che stuzzicava di più la vena poetica del Santo. Abituato a vedere scene campestri e pastorali nella zona del Convento-Santuario della Grottella, era facile per lui incitare pastori e contadini a far festa al Bambinello con i loro flauti e le loro zampogne : “A canti sonori / a feste giulive / a suoni canori / a danze festive / correte pastori / che l’Angel v’invita. / Vedrete stupori / con gioia infinita”. Per l’idilliaca scena della Madre che allatta il Bambino appena nato, tante ninna-nanna, come questa: “Dormi, dormi, o mio Bambino, / re del ciel, divino infante / del mio cor leggiadro amante / di quest’alma amor divino”.
Anche la quaresima e la Pasqua erano per Giuseppe una fonte di ispirazione: il bacio di Giuda, l’abbandono dei discepoli, il doloroso distacco di Cristo dalla Madre negli attimi che precedono la via del calvario, gli hanno ispirato una delle sue composizioni più belle, nella quale i sentimenti umanissimi del Figlio votato all’estremo sacrificio si intrecciano con le strazianti suppliche della Madre che vorrebbe trattenerlo dall’affrontare la morte o morire con Lui: ” Giunta, o Madre è quell’ora / che questo tuo diletto unico figlio / tratto in lontano esiglio / per dar la vita altrui /… Tempo è ch’ io mora. / Così comanda il Padre mio celeste / ch’io m’en vada veloce / ad abbracciar la desiata croce”. Per contrasto, la supplica della Madre: ” Deh, per quel dolce latte / che ti porsi bambino / non mi lasciar più viva / ohimè languire /… Fa’ che almen teco io mora!”
Sono degli sprazzi di poesia. Di un uomo “senza lettere”. I versi composti da Giuseppe da Copertino non sono però numerosi, né, per sua stessa convinzione, avevano pretese letterarie. Si tratta semplicemente di sfoghi della sua anima innamorata della dimensione divina, che egli, francescanamente, sapeva scorgere negli uomini e nella natura. Erano sfoghi dettati dal cuore in particolari momenti di fervore sprituale, che egli esprimeva con grande semplicità di cuore, cantandoli e – come attestano i biografi sulla base di molte testimonianze dal vivo – spesso anche ballandoli, tra lo stupore dei presenti. Proprio come accadeva in passato a contadini e pastori della terra salentina che, a furia di scherzare con le parole e con le rime, spesso per lenire la fatica durante i lavori dei campi, talvolta ci azzeccavano davvero, cosicché qualche pensiero e qualche verso risultavano alla fine non solo metricamente giusti, ma anche pregevoli.
Riportiamo una delle sue composizioni che intitoliamo “Il Cantico del bene”, a somiglianza del “Cantico delle creature”, certamente molto più famoso, scritto da Francesco di Assisi, padre e modello spirituale di Giuseppe da Copertino. Nel suo “cantico”, l’umile Frate di Copertino, elenca alcune sentenze che, con sottile ironia, intendono smascherare molti difetti degli uomini, spesso attenti più all’apparenza che all’essenza delle cose, e li esorta a far di tutto per diventare santi. Solo “chi fa ben per puro amore / dona a Dio l’anima e il core / e qual figlio servitore / sarà unito al suo Signore”: scrive infatti san Giuseppe nelle strofe finali di questa sua composizione poetica.
👉 Si definiva fratel Asino, per la sua mancanza di diplomazia nel trattare gli altri uomini, per la sua incapacità di svolgere un ragionamento coerente, per il non sapere maneggiare gli oggetti, ciò nonostante nel corso della sua vita ebbe tanti incontri con persone di elevata cultura, con le quali parlava e rispondeva con una teologia semplice ed efficace: ad ogni domanda rispondeva con divina sapienza, mai fuori luogo. Un professore dell’Università francescana di S. Bonaventura di Roma, disse: “L’ho sentito parlare così profondamente dei misteri di teologia, che non lo potrebbero fare i migliori teologi del mondo”. Ad un grande teologo francescano che chiedeva come conciliare gli studi con la semplicità del francescanesimo, rispose: “Quando ti metti a studiare o a scrivere ripeti: Signor, tu lo Spirito sei / et io la tromba. / Ma senza il fiato tuo / nulla rimbomba”. Possedeva il dono della scienza infusa, nonostante che si definisse “il frate più ignorante dell’Ordine Francescano”; amava i poveri, alzava la voce contro gli abusi dei potenti, ai compiti propri del sacerdote, univa i lavori manuali, aiutava il cuoco, faceva le pulizie del convento, coltivava l’orto e usciva umilmente per la questua. Amabile, sapeva essere sapiente nel dare consigli ed era molto ricercato dentro e fuori del suo Ordine. Dopo due anni di terribile aridità spirituale, che per tutti i mistici è la prova più difficile a superare, a frate Giuseppe si accentuarono i fenomeni delle estasi con levitazioni; dava improvvisamente un grido e si elevava da terra quando si pronunciavano i nomi di Gesù o di Maria, nel contemplare un quadro della Beata Vergine o mentre pregava davanti al Tabernacolo; una volta volando andò a posarsi in ginocchio in cima ad un olivo, rimanendovi per una mezz’ora finché durò l’estasi.
👉 In effetti volava nell’aria come un uccello, fenomeni che ancora oggi gli studiosi cercano di capire; il fatto storico è che questi fenomeni sono avvenuti e in presenza di tanta gente stupefatta, che l’umile Giuseppe da Copertino non era un ciarlatano né un mago, ma semplicemente un uomo di Dio, il quale opera prodigi e si rivela ai più umili e semplici. Per questo è considerato Patrono di tutti quegli studenti che, non per loro ostinazione o svogliatezza, hanno difficoltà nello studio e nel superare gli esami. Di lui si interessò l’Inquisizione di Napoli, che lo convocò per capire di che si trattasse e nel monastero napoletano di S. Gregorio Armeno, davanti ai giudici, Giuseppe ebbe un’estasi; la Congregazione romana del Santo Uffizio alla presenza del papa Urbano VIII, lo assolse dall’accusa di abuso della credulità popolare e lo confinò in un luogo isolato, lontano da Copertino e sotto sorveglianza del tribunale onde evitare strumentalizzazioni e abusi da parte dei più superstiziosi. Aveva familiarità con gli animali, con cui conversava e come si era identificato in fratel Asino, così identificava gli altri uomini nelle sembianze dell’animale che meglio simboleggiava le sue caratteristiche di vita. Nel 1656 papa Alessandro VII mise fine al suo peregrinare da un convento all’altro, destinandolo ad Osimo dove rimase per sette anni fino alla morte, continuando ad avere estasi, a sollevarsi da terra e ad operare prodigi miracolosi. Morì il 18 settembre 1663 a 60 anni; fu beatificato il 24 febbraio 1753 da papa Benedetto XIV e proclamato santo il 16 luglio 1767 da papa Clemente XIII. Riposa nella chiesa a lui dedicata ad Osimo; festa liturgica il 18 settembre.
ATTO DI AFFIDAMENTO + 🙏 San Giuseppe da Copertino, tu, modello di semplicità e obbedienza, sempre abbandonato nelle mani di Dio, ci guardi con amore e con particolare predilezione. Abbiamo bisogno del tuo aiuto, per questo bussiamo al tuo cuore e ci affidiamo a te. Ti affidiamo le parrocchie, i gruppi, le associazioni della nostra città, perché mettano sempre al primo posto il Signore Gesù. Ti affidiamo gli anziani, i malati, gli emarginati perché come te, afflitto da molte prove ma sempre lieto, sappiano accettare ed amare il mistero del dolore. Ti affidiamo le famiglie, aiutale a riempire la loro casa dell’amore di Dio. Ti affidiamo i giovani, metti le ali al loro cuore, affinché s’impegnino a cooperare per il Regno di Dio. San Giuseppe, alla tua scuola, vogliamo imparare a “volare alto”, percorrendo le vie della santità. Aiutaci sempre a vivere donando generosamente noi stessi, come hai fatto tu e come ha fatto Gesù, unico Salvatore e meta della nostra vita. Ti chiedo infine di bussare al cuore di Dio per presentare le mie particolari necessita che, oltre a rendere pesante il mio andare, mi procurano ansia e dolore… San Giuseppe, ti affido coloro che amo, insieme ai progetti, alle paure e alle speranze che albergano nel mio cuore. Fa’ che io percorra senz’indugio la via del Vangelo, affinché possa essere “benedizione” per quanti incontro lungo il cammino e la mia esistenza diventi un canto di lode al Dio della Vita. Amen.
1Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre….
Cantico del Bene scritto da San Giuseppe da Copertino
Il cantico del bene
Chi fa ben sol per paura non fa niente e poco dura.
Chi fa ben sol per usanza se non perde, poco avanza.
Chi fa ben come per forza lascia il frutto e tien la scorza.
Chi fa ben qual sciocco a caso va per l’acqua senza vaso.
Chi fa ben per parer buono non acquista altro che suono.
Chi fa ben per vanagloria non avrà già mai vittoria.
Chi fa ben per avarizia cresce sempre più in malizia.
Chi fa ben con negligenza perde il frutto e la semenza.
Chi fa bene all’indiscreta senza frutto mai s’acquieta.
Chi fa ben per solo gusto mai sarà santo né giusto.
Chi fa ben sol per salvarsi troppo s’ama e non sa amarsi.
Chi fa ben per puro amore dona a Dio l’anima e il cuore e qual figlio servitore sarà unito al suo Signore.
Gesù dolce Salvatore sia lodato a tutte l’ore il supremo e gran Motore d’ogni grazia donatore. Amen.
NOVENA AL SANTO – dall’ 08 al 17 Settembre – anche nel mese di giugno per chi deve prepararsi agli esami
Segno della Croce +
O Dio vieni a salvarmi.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
INNO
Mistero inesprimibile d’amore, colui che è unito è libero dal mondo, che in Dio soltanto trova il suo riposo e fatto luce illumina i fratelli.
Attinge l’acqua e resta un assetato possiede in abbondanza e sempre cerca dimora in Dio e vive da straniero già scorge il sole e chiede di vedere.
La sua sapienza nasce nel silenzio e intende la Parola in verità l’orecchio atteso al suono della voce che parla a chi l’ascolta nella fede.
Il nostro canto sia eucaristia o Padre santo che hai creato l’uomo e che nel Figlio l’hai glorificato perchè dal Soffio tuo rinasca al regno.
Orazione
O Dio, che hai glorificato il tuo servo Giuseppe da Copertino e lo hai posto in mezzo al tuo popolo come patrono e protettore per indicargli la strada che conduce a Te, per sua intercessione, esaudisci secondo la Tua volontà le preghiere che umilmente ti presentiamo e, nella Tua misericordia, concedici di godere in paradiso, insieme ai tuoi santi, la visione beata del Tuo volto. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Preghiera
1° giorno
San Giuseppe, nostro patrono, tu sei nato in una stalla a somiglianza del Figlio di Dio fatto uomo per noi, e seguendo lui, hai vissuto umile e obbediente come i piccoli del vangelo. Insegnaci ad allontanare dal nostro cuore la superbia e l’orgoglio, che rendono pesante il nostro cammino, per riconoscere la nostra fragilità di creature che tutto attendono dal Creatore, e si nutrono del suo Pane e della sua Parola, e ottienici dal Signore di diventare come te, dimore del suo Spirito.
Padre nostro, 3 Ave Maria
San Giuseppe uomo evangelico, prega per noi.
2° giorno
San Giuseppe, tu hai vissuto i primi anni della tua vita come il Figlio di Dio bambino, sottomesso ai genitori, condividendo le gioie e le sofferenze della tua famiglia.Guarda ale nostre famiglie, specialmente a quelle provate dall’incomprensione, dalla divisione e dalla sofferenza e intercedi per noi affinchè ogni famiglia rafforzata dalla grazia del sacramento del matrimonio trovi nell’amore trinitario il modello dellla donazione di sè, per essere più forte di ogni deboloezza e di ogni crisi, e diventare sull’esempio della famiglia di Nazaret santuario della vita e dell’amore.
Padre nostro, 3 Ave Maria
San Giuseppe uomo obbediente, prega per noi.
3° giorno
San Giuseppe da Copertino, patrono degli studenti, nelle fatiche dello studio tu hai sperimentato l’assistenza e la protezione che la Madre di Dio concede a coloro che si impegnano con cuore sincero. Ispira agli studenti il tuo stesso desiderio di acquistare la vera sapienza che viene da Dio ed ottieni loro la forza delle perseveranza perchè non si scoraggino nelle difficoltà e comprendano l’importanza di mettere a frutto i propri doni e le capacità acquisite con lo studio per edificare la civiltà dell’amore.
Padre nostro, 3 Ave Maria
San Giuseppe uomo sapiente, prega per noi.
4° giorno
San Giuseppe, cercatore instancabile della volontà del Padre, che ben presto hai desiderato di donare la tua vita al servizio di Dio sull’esempio di Francesco d’Assisi, ti preghiamo di intercedere per tutti i giovani, perchè ascoltando la voce dell’unico Maestro possano scoprire la profondità dell’amore di Dio e la bellezza del suo progetto su di loro. Comprendano che la vera libertà non sta nella ricerca egoistica del proprio interesse ma nel donare la vita ai fratelli, credendo che Dio non toglie nulla ma dona tutto.
Padre nostro, 3 Ave Maria
San Giuseppe uomo della gioia, prega per noi.
5° giorno
San Giuseppe, uomo paziente, nella tua vita hai sopportato con docilità e abbandono numerose prove e sofferenze, che ti hanno afflitto nel corpo e nell’anima. Fa che i malati, gli anziani, gli infelici e tutti coloro che in qualche modo si sentono oppressi dalla tribolazione e dalla solitudine, ti sentano vicino e compagno nella loro afflizione. Sul tuo esempio, trovino nella croce del Signore Gesù il senso e la forza per portare la loro sofferenza e offrirla unitamente al sacrificio del Cristo per la salvezza del mondo. Nella solidarietà dei fratelli trovino sollievo e consolazione.
Padre nostro, 3 Ave Maria
San Giuseppe amante del Crocifisso, prega per noi.
6° giorno
San Giuseppe, uomo consacrato a Dio, tu hai fatto della tua vita un unico e ardente desiderio: amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Intercedi per tutti i consacrati, perchè con cuore indiviso vivano nella gioia la loro appartenenza totale a Dio e, dimentichi di se stessi, siano testimoni autentici della presenza del Signore risorto in mezzo a noi, strumenti infaticabili del suo amore misericordioso e profezia dei tempi futuri.
Padre nostro, 3 Ave Maria
San Giuseppe uomo dal cuore puro, prega per noi.
7° giorno
San Giuseppe, figlio obbediente della Chiesa, tu hai saputo vedere oltre l’apparenza la presenza del Signore nei tuoi superiori e nei pastori del popolo di Dio e hai seguito docilmente i loro comandi memore della parola del Signore che ha detto: “chi ascolta voi ascolta me”. Intercedi per il Papa Benedetto, i Vescovi, e tutti i sacerdoti perchè nel continuo ascolto della volontà di Dio siano sempre fedeli e vigilanti nel loro ministero e ci aiutino a crescere nella comunione con Dio e con la sua Chiesa mediante il Vangelo e l’Eucaristia. Fatti vicino a quanti sono stanchi o vacillanti, perchè nella forza dello Spirito trovino nuova fiducia, slancio e non si scoraggino di fronte alla fatica, all’insuccesso, all’ingratitudine. Ottieni che la nostra vicinanza e testimonianza sia loro di sostegno, d’incoraggiamento.
Padre nostro, 3 Ave Mar
San Giuseppe figlio perfetto nell’obbedienza, prega per noi.
8° giorno
San Giuseppe, pellegrino dell’amore di Dio, che alla sequela del Signore Gesù non avevi un posto dove posare il capo e hai sperimentato l’esilio dalla patria e l’incertezza della vita, ti preghiamo di intercedere per tutti coloro che sono costretti dalla fame, dalla guerra e dall’ingiustizia a lasciare la propria terra e i propri affetti, affrontando la precarietà e l’umiliazione della loro condizione di stranieri, perchè trovino nella nostra accoglienza e solidarietà operosa un segno dell’amore del nostro Dio, che si prende cura con predilezione dei poveri e degli indifesi.
Padre nostro, 3 Ave Maria
San Giuseppe cercatore della vera Patria, prega per noi.
9° giorno
San Giuseppe, cantore della vita, tu hai gridato al mondo che la vita umana è sempre degna di essere vissuta come un dono di inestimabile valore. Guarda, ti preghiamo, ai pericoli che minacciano la vita più indifesa per l’egoismo della nostra società. Aiutaci, con la tua intercessione, a estirpare dal nostro mondo la tentazione di manipolare o sopprimere la vita fin dal suo sorgere e a riconoscere che solo Dio è l’autore della vita e che noi dobbiamo accostarci con infinito rispetto al grande mistero racchiuso nell’esistenza di ogni creatura.
Padre nostro, 3 Ave Maria
San Giuseppe amico dei piccoli, prega per noi.
Orazione
San Giuseppe, nostro fratello e intercessore, ti preghiamo di presentare al Signore Dio Onnipotente i desideri del nostro cuore, affinchè, conformemente alla volontà di Dio, possiamo ottenere le grazie di cui abbiamo bisogno. Interceda per noi anche la dolcissima Madre di Dio e Madre nostra, alla quale, uniti a te, rivolgiamo la nostra supplica:
Salve Regina…
Litanie di San Giuseppe da Copertino
Signore, pietà, Signore, pietà
Cristo, pietà, Cristo, pietà
Signore, pietà, Signore, pietà
Padre, fonte della vita, Abbi pietà di noi
Figlio, Parola fatta carne, Abbi pietà di noi
Spirito Santo, potenza dell’amore, Abbi pietà di noi
Unico Dio e tre volte santo, Abbi pietà di noi
Santa Vergine Madre di Dio, Prega per noi…
San Giuseppe da Copertino, Prega per noi
Amico dei semplici, Prega per noi
Umile voce della Sapienza di Dio, Prega per noi
Difensore dei piccoli, Prega per noi
Uomo mite, Prega per noi
Tu che hai sperimentato l’infemità e il dolore, Prega per noi
Tu che hai vissuto come straniero e pellegrino, Prega per noi
Tu che hai imitato il Servo sofferente, Prega per noi
Tu che hai riposto tutta la tua fiducia in Dio, Prega per noi
Innamorato della povertà, Prega per noi
Fedele figlio di san Francesco, Prega per noi
Uomo penitente, Prega per noi
Fiamma che ravviva la fede, Prega per noi
Tu che scrutavi il cuore dei fratelli, Prega per noi
Tu che allietavi la vita fraterna, Prega per noi
Tu che dissipavi liti e contese, Prega per noi
Sentinella che sapevi guardare lontano, Prega per noi
Ispirato poeta del Mistero, Prega per noi
Instancabile cantore di Maria, Prega per noi
Orante dalle parole di fuoco, Prega per noi
Ardente d’amore per l’Eucaristia, Prega per noi
Tu che avevi fame e sete della volontà di Dio, Prega per noi
Tu che non potevi vivere senza l’Agnello, Prega per noi
Tu che ti alzavi in volo per unirti allo Sposo, Prega per noi
Tu che hai lottato con Dio nella preghiera, Prega per noi
Uomo puro di cuore, Prega per noi
Discepolo di Gesù, Prega per noi
Discepolo della Madre di Dio, Prega per noi
Sacerdote del santo desiderio, Prega per noi
Operatore di pace, Prega per noi
Uomo semplice, Prega per noi
Consigliere dei potenti, Prega per noi
Profeta della Verità, Prega per noi
Tu che hai vissuto nel nascondimento, Prega per noi
Tu che ti incantavi contemplando la Vergine, Prega per noi
Tu che danzavi di gioia davanti al Bambinello, Prega per noi
Tu che bramavi di vedere il Paradiso, Prega per noi
Parola di riconciliazione, Prega per noi
Cercatore instancabile di Dio, Prega per noi
Folle d’amore per il Crocifisso, Prega per noi
Uomo ardente di Spirito Santo, Prega per noi
Figlio obbediente della Chiesa, Prega per noi
San Giuseppe, uomo della gioia, Prega per noi
San Giuseppe, protettore degli studenti, Prega per noi
San Giuseppe, nostro fratello, Prega per noi
San Giuseppe, nostro patrono, Prega per noi
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, perdonaci Signore
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, esaudisci Signore
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi
Prega per noi o beato Giuseppe, e saremo degni delle promesse di Cristo
Preghiamo
Dio, che con mirabile sapienza hai voluto attrarre ogni cosa all’Unigenito tuo Figlio, fà che, elevandoci dalle terrene cupidigie, per i meriti e l’esempio di san Giuseppe da Copertino, possiamo conformarci pienamente allo stesso tuo Figlio: che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen
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