Preghiera di Sua Santità Pio XII per la santificazione dei Sacerdoti
da recitarsi da parte dei fedeli
O Gesù, Pontefice eterno, Pastor buono, Fonte di vita, che per singolare munificenza del tuo dolcissimo Cuore ci hai dato i nostri Sacerdoti a fine di compiere in noi quei disegni di santificazione che la tua grazia ispira ai nostri cuori, noi ti preghiamo: vieni in loro aiuto con la tua misericordia soccorritrice.
Sia in essi, o Gesù, viva nelle opere la Fede, incrollabile nelle prove la Speranza, ardente nei propositi la Carità. La tua parola, raggio dell’eterna Sapienza, divenga, per la continua meditazione, l’alimento perenne della loro vita interiore; gli esempi della tua vita e della tua Passione si rinnovino nella loro condotta e nelle loro sofferenze a erudizione nostra, a luce e conforto nei nostri dolori.
Fa’, o Signore, che i nostri Sacerdoti, distaccati da ogni mondano interesse e unicamente solleciti della tua gloria, persistano fedeli al dovere con pura coscienza fino all’estremo anelito. E quando con la morte del corpo rimetteranno nelle tue mani la ben compiuta consegna, abbiano in Te, Signore Gesù, che fosti in terra loro Maestro, l’eterno premio della corona di giustizia nello splendore dei Santi.
+ Così sia.
Die 17 Iulii 1956. Ssmus D. N. Pius div. Prov. Pp. XII benigne tribuere dignatus est partialem mille dierum Indulgentiam, a christifidelibus saltem corde contrito acquirendam, quoties supra relatam orationem devote recitaverint. Contrariis quibuslibet minime obstantibus. N. Card. Canali, Paenitentiarius Maior. S. Luzio, Regens.

Oratio Sanctissimi Domini Nostri Pii PP. XII
da recitarsi da parte del clero
Domine Iesu, Pontifex aeterne, Pastor bone, fons vitae, qui nos, nullis nostris suffragantibus meritis, ex peculiari Sacratissimi Cordis tui munere in sacerdotum tuorum ordinem aggregasti, ad illa implenda vota, quae gratia tua mentibus nostris aspirat, auxiliantis misericordiae tuae nobis larga dona concede. Tu qui pro nobis sanctificasti teipsum, ut simus et ipsi sancti in veritate (cfr. Io. 17, 19), fac, ut a via, quae tu es, numquam digredientes, in doctrina tua sollertes, in exsequendis legis tuae praeceptis fideles, suavissimi Cordis tui imaginem in nostros mores referamus, et in te et per te in omnibus rebus Patri placeamus caelesti.
Resplendeat in nobis cum prudentia omnis forma iustitiae, et castae temperantiae moderationi fortitudinis robur adiungatur. Pectori nostro sincera fides insideat, immortalium bonorum spes solacii rorem infundat; ibique caelestis ignis fiammescat, quem Cor tuum fornax ardens caritatis accendat. Fac ut in verbis tuis, in quibus aeterna sapientia refulget, iugis meditatio nostra versetur, et unde ipsi pascimur, oves gregis tui, curam nostram, pascamus. Qui Evangelio tuo adversantur, unitatis nostrae vereantur compaginem, neque ullo modo in nobis quidquam deprehendant, quod Ecclesiae tuae, Matri nostrae, experti rugae et maculae, imputent. Fac denique ut non nostras utilitates, sed tuam gloriam sectantes, usque ad extremum halitum in officio nostro, rectae voluntatis conscientia pura, perstemus; et cum corpus nostrum morietur, te, quem in terris habemus ductorem et comitem, in Sanctorum splendoribus aeternum praemium sortiamur. Qui vivis et regnas cum Deo Patre in unitate Spiritus Sancti per omnia saecula.
+ Amen.
PREGHIERA DI SUA SANTITÀ PIO XII PER L’ANNO SANTO
«Dio Onnipotente ed eterno, con tutta l’anima Ti ringraziamo per il gran dono dell’Anno Santo.
O Padre celeste, che tutto vedi, che scruti e reggi i cuori degli uomini, rendili docili, in questo tempo di grazia e di salvezza, alla voce del Figlio Tuo. Che l’Anno Santo sia per tutti un anno di purificazione e di santificazione. di vita interiore e dì riparazione, l’anno del gran ritorno e del gran perdono.
Dà a coloro, che soffrono persecuzione per la fede, il Tuo spirito di fortezza, per unirli indissolubilmente a Cristo e alla sua Chiesa.
Proteggi, o Signore, il Vicario in terra del Tuo Figlio, i Vescovi, i sacerdoti, i religiosi, i fedeli. Fa che tutti, sacerdoti e laici, adolescenti, adulti e vecchi, formino, in stretta unione di pensieri e di affetti, quasi una salda roccia, contro la quale s’infranga il furore dei Tuoi nemici.
La Tua grazia accenda in tutti gli animi l’amore verso tanti sventurati, cui la povertà e la miseria riducono ad una condizione di vita indegna di esseri umani.
Desta nelle anime di quelli, che Ti chiamano Padre, la fame e la sete della giustizia sociale e della carità fraterna nelle opere e nella verità.
Dà, o Signore, la pace ai nostri giorni, pace alle anime, pace alle famiglie, pace alla patria, pace fra le nazioni. Che l’iride della pacificazione e della riconciliazione ricopra sotto la curva della sua luce serena la Terra santificata dalla vita e dalla passione del Tuo Figlio divino.
Dio di ogni consolazione! Profonda è la nostra miseria, gravi sono le nostre colpe, innumerevoli i nostri bisogni; ma più grande è la nostra fiducia in Te. Consapevoli della nostra indegnità, mettiamo filialmente la nostra sorte nelle Tue mani, unendo le nostre deboli preghiere all’intercessione e ai meriti della gloriosissima Vergine Maria e di tutti i Santi.
Dà agli infermi la rassegnazione e la salute, ai giovani la forza della fede, alle fanciulle la purezza, ai padri la prosperità e la santità della famiglia, alle madri l’efficacia della loro missione educatrice, agli orfani la tutela affettuosa, ai profughi e ai prigionieri la patria, a tutti la Tua grazia, in preparazione e in pegno della eterna felicità nel cielo. Così sia!»
PIUS PP. XII
(Natale 1948 – Indulgenza plenaria, recitata almeno una volta al mese nell’Anno Santo, meglio se ogni giorno: 1Pater, Ave, Gloria e il Credo; confessione e stato di Grazia)
Pio XII: solo il Sacerdote celebra la Messa, i laici non concelebrano affatto!
Pio XII avviò la riforma Liturgica? Sì! Però dietro le quinte si faceva altro…
Pio XII 1957 per il Centenario delle Apparizioni di Lourdes
9 ottobre, quando Benedetto XVI ha ricordato il Venerabile predecessore Pio XII
Fulgens Corona Pio XII indice il primo Anno Mariano nella storia della Chiesa 8.9.1953
Pio XII Humani generis: difendere tutta la verità e la dottrina cattolica, senza sconti.
29 maggio 1954: il Venerabile Pio XII dichiara Santo il beato Pontefice Pio X
29 giugno 1943, Pio XII e la Mystici Corporis Christi anche ai Padri e Madri di Famiglia
Pio XII: il vero Consacrato a Maria è un combattente contro le eresie e gli errori del nostro tempo
“Al Vicario di Cristo si piega il destino di Roma” un discorso del Card. Eugenio Pacelli
Pio XII 16.3.1946: oggetto della predicazione della fede è la dottrina cattolica
Scarica qui: Preghiera di Sua Santità Pio XII per la Consacrazione del genere umano al Cuore Immacolato di Maria
Haurietis Aquas Pio XII spiega la devozione al Sacro Cuore di Gesù
1°maggio 1955; Pio XII e la Solennità di San Giuseppe Artigiano
Preghiera del Venerabile Pio XII a Maria (inedito)
Pio XII in onore di Maria Regina incorona la Salus Populi Romani
“Come ben sapete, venerabili fratelli, di queste esortazioni e inviti a un ritorno a Cristo e a una diligente ed efficace conformità ai suoi insegnamenti hanno gran bisogno gli uomini d’oggi, in un momento in cui tanti si sforzano di svellere radicalmente dagli animi la fede di Cristo, o con mascherate e astute insidie, o anche con una propaganda e un’esaltazione aperta e ostinata dei loro errori da essi propalati così impudentemente, come se fossero gloria del progresso e dello splendore di questo secolo. (..)
Questa nostra parola, che Ci è dettata da un fervido senso di carità, desideriamo giunga anzitutto a coloro che, costretti al silenzio e circondati da ogni genere di insidie, vedono con animo addolorato la loro comunità cristiana afflitta, turbata e priva di ogni umano aiuto. Anche questi dilettissimi fratelli e figli Nostri, in strettissima congiunzione con Noi e con gli altri fedeli, interpongano presso il Padre delle misericordie e Dio di ogni consolazione (cf. 2 Cor 1, 3), il potentissimo patrocinio della vergine Madre di Dio e Madre nostra, e chiedano a lei celeste aiuto e divine consolazioni. Mentre perseverano con indomabile animo nella fede dei padri, facciano proprie in questi gravi frangenti le seguenti parole del Dottore Mellifluo, quasi distintivo di cristiana fortezza: «Staremo in piedi e combatteremo sino alla morte, se sarà necessario, per nostra madre (la chiesa), con le armi che ci saranno consentite: non con gli scudi e le spade, ma con la preghiera e le lacrime a Dio».”
Venerabile Pio XII – SCARICA QUI Enc. Fulgens Corona per l’indizione dell’Anno Mariano – 8 settembre 1953
L’errore di adattarsi al pensiero moderno. Pio XII
Einnanzi tutto, voi volete essere anime di fede cattolica, piena ed integra. È stato dato anche recentemente al Cristianesimo il consiglio – se intende di conservare ancora una qualche importanza, se vuol superare il punto morto – , di adattarsi alla vita e al pensiero moderno, alle scoperte scientifiche e alla straordinaria potenza della tecnica di fronte alle quali le sue forme storiche e i suoi vecchi dogmi non sarebbero ormai che lumi del passato pressoché spenti.
Quale errore, e come esso scopre la vanitosa illusione di spiriti superficiali! Essi sembrano voler far entrare la Chiesa, come in un letto di Procuste, negli stretti quadri delle organizzazioni puramente umane. Come se la nuova configurazione del mondo, come se il dominio presente della scienza e della tecnica occupassero tutto il campo e non lasciassero più alcuno spazio libero per la vita soprannaturale, che da ogni parte trabocca! Esse non valgono ad abolirla o ad assorbirla; anzi quelle mirabili scoperte scientifiche (che la Chiesa favorisce e promuove) fanno risaltare, con maggior forza ed efficacia di prima, l’«eterna potenza di Dio» (Rom. 1, 20).
Ma il pensiero e la vita moderna debbono essere ricondotti e riguadagnati a Cristo. Cristo, la sua verità, la sua grazia, non sono meno necessari alla umanità del nostro tempo che a quella di ieri e di ier l’altro, di tutti i secoli passati e futuri.
Tale è l’unica fonte di salvezza : la fede cattolica; non già una fede mutilata, anemica, edulcorata, ma in tutta la sua integrità, la sua purezza e il suo vigore. Alcuni potranno riguardare questa fede come una «stoltezza»; non è cosa nuova, era così anche ai tempi dell’Apostolo Paolo. Per voi invece è «virtù di Dio» (1 Cor. 1, 18), e voi bramate di comunicarla al vostro secolo con la stessa fiducia della vittoria, che animava i cuori dei primi cristiani.

Venerabile Pio XII – Discorso in Piazza san Pietro del 20 febbraio 1949 (qualche giorno dopo la condanna all’ergastolo del Primate d’Ungheria il cardinale József Mindszenty), davanti ad una folla immensa...
Romani ! Diletti figli e figlie !
Ancora una volta, in un’ora grave e dolorosa, il popolo fedele della città eterna è accorso verso il suo Vescovo e Padre.
Ancora una volta questo superbo colonnato sembra poter a stento stringere con le sue braccia gigantesche le folle che, come onde mosse da una forza irresistibile, sono affluite fin sulla soglia della Basilica Vaticana, per assistere alla Messa di espiazione nel punto centrale di tutto il mondo cattolico ed effondere i sentimenti di cui le loro anime traboccano.
La condanna inflitta, fra la unanime riprovazione del mondo civile, sulle rive del Danubio, ad un eminente Cardinale di Santa Romana Chiesa, ha suscitato sulle rive del Tevere un grido d’indignazione degno dell’Urbe.
Ma il fatto che un regime avverso alla religione ha colpito questa volta un Principe della Chiesa, venerato dalla stragrande maggioranza del suo popolo, non è un caso isolato; esso è uno degli anelli della lunga catena di persecuzioni che alcuni Stati dittatoriali muovono contro la dottrina e la vita cristiana.
Una nota caratteristica comune ai persecutori di tutti i tempi è che, non contenti di abbattere fisicamente le loro vittime, vogliono anche renderle spregevoli e odiose alla patria ed alla società.
Chi non ricorda i Protomartiri romani, di cui parla Tacito (Annal. 15, 44), immolati sotto Nerone e rappresentati come incendiari, abominevoli malfattori, nemici del genere umano?
I moderni persecutori si mostrano docili discepoli di quella scuola ingloriosa.
Essi copiano, per così dire, i loro maestri e modelli, se pure non li sorpassano in crudezza, abili come sono nell’arte di adoperare i progressi più recenti della scienza e della tecnica allo scopo di una dominazione e di un asservimento del popolo, quale non sarebbe stato concepibile nei tempi passati.
Romani ! La Chiesa di Cristo segue il cammino tracciatole dal divin Redentore. Essa si sente eterna; sa che non potrà perire, che le più violente tempeste non varranno a sommergerla. Essa non mendica favori; le minacce e la disgrazia delle potestà terrene non la intimoriscono. Essa non s’immischia in questioni meramente politiche od economiche, nè si cura di disputare sulla utilità o il danno dell’una o dell’altra forma di governo. Sempre bramosa, per quanto da lei dipende, di aver pace con tutti (cfr. Rom. 12, 18), essa dà a Cesare ciò che gli compete secondo il diritto, ma non può tradire nè abbandonare ciò che è di Dio.
Ora è ben noto quel che lo Stato totalitario e antireligioso esige ed attende da lei come prezzo della sua tolleranza o del suo problematico riconoscimento. Esso, cioè, vorrebbe
una Chiesa che tace, quando dovrebbe parlare;
una Chiesa che indebolisce la legge di Dio, adattandola al gusto dei voleri umani, quando dovrebbe altamente proclamarla e difenderla;
una Chiesa che si distacca dal fondamento inconcusso sul quale Cristo l’ha edificata, per adagiarsi comodamente sulla mobile sabbia delle opinioni del giorno o per abbandonarsi alla corrente che passa;
una Chiesa che non resiste alla oppressione delle coscienze e non tutela i legittimi diritti e le giuste libertà del popolo;
una Chiesa che con indecorosa servilità rimane chiusa fra le quattro mura del tempio, dimentica del divino mandato ricevuto da Cristo: Andate sui crocicchi delle strade (Matth. 22, 9); istruite tutte le genti (Matth. 28, 19).
Diletti figli e figlie! Eredi spirituali di una innumerevole legione di confessori e di martiri!
È questa la Chiesa che voi venerate ed amate? Riconoscereste voi in una tale Chiesa i lineamenti del volto della vostra Madre? Potete voi immaginarvi un Successore del primo Pietro, che si pieghi a simili esigenze?
Il Papa ha le promesse divine; pur nella sua umana debolezza, è invincibile e incrollabile; annunziatore della verità e della giustizia, principio della unità della Chiesa, la sua voce denunzia gli errori, le idolatrie, le superstizioni, condanna le iniquità, fa amare la carità e le virtù.
Può dunque egli tacere, quando in una Nazione si strappano con la violenza o con l’astuzia dal centro della Cristianità, da Roma, le chiese che le sono unite, quando s’imprigionano tutti i vescovi greco-cattolici, perchè negano di apostatare dalla loro fede, si perseguitano e si arrestano sacerdoti e fedeli, perchè rifiutano di separarsi dallo loro vera Madre Chiesa?
Può il Papa tacere, quando il diritto di educare i propri figli è tolto ai genitori da un regime di minoranza, che vuole allontanarli da Cristo?
Può il Papa tacere, quando uno Stato, oltrepassando i limiti della sua competenza, si arroga il potere di sopprimere le diocesi, di deporre i Vescovi, di sconvolgere l’organizzazione ecclesiastica e di ridurla al di sotto delle esigenze minime per una efficace cura delle anime?
Può il Papa tacere, quando si giunge al punto di punire col carcere un sacerdote reo di non aver voluto violare il più sacro ed inviolabile dei segreti, il segreto della confessione sacramentale?
È forse tutto ciò illegittima ingerenza nei poteri politici dello Stato? Chi potrebbe affermarlo onestamente? Le vostre esclamazioni hanno già dato la risposta a queste e a molte altre simili domande.
Il Signore Iddio, diletti figli e figlie, ricompensi la vostra fedeltà. Vi dia forza nelle lotte presenti e future. Vi renda vigili contro i colpi dei nemici suoi e vostri. Rischiari con la sua luce le menti di coloro, i cui occhi sono ancora chiusi alla verità. Conceda a tanti cuori, oggi ancora lontani da lui, la grazia del ritorno sincero a quella fede e a quei sentimenti fraterni, la cui negazione minaccia la pace della umanità.
Ed ora scenda larga, paterna, affettuosa su voi tutti, sull’Urbe e sull’Orbe la Nostra Benedizione Apostolica.
*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, X,
Decimo anno di Pontificato, 2 marzo 1948 – 1° marzo 1949, pp. 389 – 391
Sessantasei anni fa, il 9 ottobre 1958 alle ore 3:52, chiudeva gli occhi a questa vita per aprirli nell’eterna Sua Santità Papa Pio XII gloriosamente regnante dal 2 marzo 1939.
Lo vogliamo ricordare con una Preghiera, l’ultima che compose, per LE DONNE CRISTIANE – A MARIA SSma REGINA
🙏«O piena di grazia e benedetta fra le donne» (Luc.I,28,42), Maria, distendi, te ne preghiamo, la mano della tua materna protezione sopra di noi, tue figlie, che ci stringiamo intorno al tuo trono di Regina, come falangi docili ai tuoi cenni e risolute ad attuare col tuo ausilio in noi stesse e nelle nostre sorelle l’ideale della verità e della perfezione cristiana.
In te si fissa ammirato il nostro sguardo, o immacolata Fanciulla, prediletta dal Padre! O Vergine Sposa dello Spirito Santo! O Madre tenerissima di Gesù! Ottienici dal tuo Figlio divino di poter rispecchiare in noi le tue eccelse virtù in ogni età e condizione.
Fa che noi siamo intemerate e pure nei sentimenti e nei costumi; verso i nostri sposi compagne dolci, affettuose, comprensive; verso i nostri figli madri diligenti, vigili, sagge; amministratrici accorte dei nostri focolari domestici; cittadine esemplari della nostra amata patria; figlie fedeli della Chiesa, pronte a lasciarci da essa guidare nel pensiero e nell’azione.
🙏Aiutaci, o Madre nostra amorosissima, ad essere veramente osservanti dei doveri del nostro stato e a fare delle nostre dimore centri di vita spirituale e di operante carità, scuole di formazione delle coscienze e giardini di tutte le virtù; assistici, affinché anche nella vita sociale e pubblica sappiamo essere esempi di fede profonda, di pratica cristiana costante e amabile, d’incorrotta integrità e di giusto equilibrio fondato sui più solidi principi religiosi.
Benedici i nostri propositi e le nostre fatiche, e come da te siamo ispirate ad intraprenderle, così col tuo aiuto ci sia dato di vederne gli abbondanti frutti nel tempo e nella eternità. Così sia!
Die 2 Augusti 1958
Ss.mus D. N. Pius Div. Prov. Pp. XII christianis mulieribus, supra relatam orationem devote recitantibus, partialem trium annorum Indulgentiam benigne tribuere dignatus est. Contrariis quibuslibet non obstantibus.
N. Card. CANALI, Paenitentiarius Maior
Pio XII a che punto sono gli studi degli archivi del pontificato?
Gli archivi vaticani relativi al pontificato di Pio XII sono stati aperti il 2 marzo 2020. In un convegno organizzato dal Comitato Pacelli, il professor Matteo Luigi Napolitano ha fatto il punto sugli studi.
Di Andrea Gagliarducci
Roma, giovedì, 17. agosto, 2023 10:00 (ACI Stampa).
Ci vorranno anni per comprendere davvero il pontificato di Pio XII, e non solo per la “leggenda nera” riguardo il suo presunto silenzio sulle persecuzioni degli Ebrei, né per la complessità della sua persona e dei dossier che ha dovuto affrontare, in un momento drammatico per il mondo. Da quando, però, gli archivi vaticani relativi al suo pontificato sono stati aperti agli studiosi il 2 marzo 2020, ci sono state diversi dettagli che non possono non essere considerati.
Certo, la lettura della storia può essere a volte parziale, e lo abbiamo visto nella quantità di libri che sono venuti fuori in questi tre anni, a volte indirizzati semplicemente a certificare una idea precostituita che non a leggere davvero le situazioni nel contesto, e cioè nell’epoca in cui le decisioni furono prese. È il rischio della lettura dei documenti, che prevedono anche la necessità di togliersi le lenti dell’ideologia per prendere le lenti della concretezza. D’altronde, come ha spiegato il Cardinale Dominique Mamberti, prefetto della Segnatura Apostolica, “una volta innescata la miccia della guerra, la guerra ha una sua dinamica che sfugge anche ai belligeranti, perché ha una propria vita, una propria autonomia ed è difficile rappacificare e raggiungere la pace”.
Insomma, ha aggiunto il Cardinale, “facile dire ex post che Pio XII avrebbe dovuto fare in questo o quell’altro modo, perché in fatti una volta che sappiamo la fine della storia è facile dire cosa si sarebbe dovuto fare. Ma la fine della storia non la conosciamo finché non è terminata, e dunque l’attività svolta è stata in funzione di quello che si poteva fare”.
Un punto della situazione è stato comunque fornito dal professor Matteo Luigi Napolitano, membro del Pontificio Comitato di Scienze Storiche e studioso, da anni, dell’opera di Pio XII, in un convegno che si è tenuto il 5 giugno su “Pio XII: Chiesa, diplomazia e politica”. Convegno organizzato e promosso dal Comitato Pacelli, presieduto dal dinamico avvocato Emilio Artiglieri che da anni si batte per la giusta rivalutazione di Papa Pacelli.
Il professor Napolitano, nella sua conferenza, ha sottolineato che, per quello che gli riguarda, il bilancio storico su Pio XII è estremamente positivo. Lo ha definito “un Papa laico, perché ha una formazione molto moderna, al passo con i tempi. Siccome la natura non ammette salti, è impossibile che con quella formazione sia diventato un Papa antisemita”.
Il riferimento, indiretto ma chiaro, riguarda le accuse di antisemitismo volte non solo al Papa ma anche all’entourage del Papa da alcune recenti pubblicazioni. Napolitano ha spiegato che quella accusa nasce dal famoso dramma “Il Vicario” di Hochnut, un teatro accusatorio che “è diventato storiografia”.
Cosa si trova nei nuovi documenti? Prima di tutto, si trova una lettera del difensore di un gerarca nazista a Norimberga, che chiede se il Vaticano stia producendo del materiale e stia di fatto agendo come un pubblico ministero aggiunto contro i criminali nazisti. E questo segnala che “nella percezione dei giudici di Norimberga, questo Papa è un Papa che sta dalla parte giusta”.
La Segretaria di Stato, ha raccontato Napolitano, “collabora in maniera probante con i giudici di Norimberga”.
Napolitano ricorda anche a chi dice che Pio XII preferiva Hitler al comunismo che “Pacelli fa un viaggio negli Stati Uniti nel 1936. Lì, l’anticomunismo matura in forma democratica a contatto con gli americani. Per questo si instaura un legame fortissimo per la determinazione di Roosevelt”.
Questo, però, non determina un favore al nazismo. C’è la questione del nunzio a Berlino, l’arcivescovo Cesare Orsenigo, del quale si diceva nunzio risentisse dell’ambiente, fosse troppo debole con Hitler. Ma – ha notato Napolitano – “sostituire un nunzio non è facile durante la guerra. Tutte queste cose si capiscono nelle carte vaticane. Si parla della rottura dei sigilli diplomatici della posta, ci sono fotografie di una violazione sistematica da parte delle autorità naziste su posta che sarebbe posta diplomatica, ci sono i sigilli violati di una posta che deve essere affidata a un Messo svizzero”.
Eppure, ha notato Napolitano, “gli snodi critici restano”, tanto che l’arcivescovo Domenico Tardini, al tempo officiale della Segreteria di Stato, aveva “un giudizio molto duro su Orsenigo”.
I principi diplomatici di Pio XII sono quelli stabiliti nella enciclica Summi Pontificatus del 1939, il programma del pontificato di Pacelli. Pacelli usa la parola “pace” ben 39 volte, mette in luce i rischi dei tratti internazionali ma anche dell’ebbrezza della vittoria, parla del fatto che è proprio la società, ispirata dal Vangelo, a dover assicurare la pace internazionale. Ma, come scrisse un giornalista svizzero, quell’enciclica entrò nella Società delle Nazioni proprio il giorno in cui l’Unione Sovietica ne viene cacciata.
E quell’enciclica viene letta a Berlino come un attacco diretto alla Germania, tanto copie di quell’enciclica vengono lanciate sulla Selva Nera e sul Wutternberg. Era un Papa che aveva un prestigio elevatissimo. E allora – ha raccontato Napolitano – nell’archivio della Segreteria di Stato arrivano dei falsi nazisti sulla paure papali.
Racconta lo storico: “In segreteria di Stato arriva lettera in latino che dice : Beatissimo Padre, viene pubblicato da governatorato generale di Polonia il testo della lettera Summi pontificatus nella quale Sua Santità ha avuto grande compassione per la Polonia, solo che al posto di Polonia è stata inserita la parola Germania, ed è stata modificata in modo che si riferisca solo ai soldati di Hitler”.
È un “fake Pope”, ha detto Napolitano. Che poi ha smentisto l’idea che Pio XII volesse fare un accordo segreto con Hitler, considerando che “se è vero che il Vaticano voleva fare un accordo con Hitler, ci si chiede perché documenti di questo accordo non ci sono”.
Era piuttosto Hitler che voleva stipulare un nuovo accordo con la Santa Sede perché non sopportava l’accordo del 1933, che è “ancora vigente, regola gli accordi tra la Germania di oggi e la Santa Sede, è stato riconosciuto valido da un numero indefinito di altri concordati regionali con la Santa Sede basati sull’articolo del 1933”.
Il negoziato per il concordato – ha sottolineato Napolitano – è “cominciato prima dell’avvento di Hitler, ma è chiaro che quel concordato non può essere un riconoscimento del regime nazista”.
Hitler “voleva un concordato del Terzo Reich”, in particolare a partire del 1934 quando accentra le funzioni di capo di Stato, di governo e legislatore. Quello del 1933 era invece un accordo con la Germania Federale, e Pacelli lo vuole mantenere, anche considerando la situazione internazionale.
Napolitano ha messo in luce l’impressione che alcuni moduli interpretativi non siano cambiati, nonostante i documenti. E ha fatto in particolare riferimento alla questione della deportazione degli Ebrei romani, la razzia del ghetto.
Ernst von Weizsäcker arriva come ambasciatore di Germania presso la Santa Sede nel luglio 1943. Il 16 ottobre, viene convocato in Vaticano dopo che il Papa ha saputo della razzia che si sta consumando al ghetto, di questo incontro c’è un verbale del Cardinale Luigi Maglione, segretario di Stato vaticano mai contestato. Ernst von Weizsäcker è molto addolorato, dice che gli ordini vengono dall’alto. Il cardinale Maglione risponde che “la Santa Sede non deve essere messa nella necessità di protestare. Qualora fosse costretta a farlo, la Santa Sede si affiderebbe alla Provvidenza per le conseguenze”.
L’ambasciatore tedesco promette di agire, e chiede di non riferire a Hitler del colloquio. Ma i suoi documenti – ha ammonito Napolitano – “sono i più falsificati della storia. Lui seguiva un doppio binario: dire a Hitler che andava tutto bene, e poi intervenire con il capo delle SS per far cessare la razzia”. Insomma, “sul 16 ottobre, l’aspetto non sviscerato è il silenzio von Weizsäcker”.
Le nuove carte, ha raccontato Napolitano, non aggiungono niente. Ha messo in luce alcune cifre – altre sono state fornite dagli studi di Dominiek Oversteyns, cui abbiamo dato ampio spazio – che dicono (sono dati delle SS) che furono catturati 1259 ebrei, e poco più di un migliaio prendono la via di Auschwitz. Ce ne sono – ha detto – altri 6800. Dove si trovano?
Secondo la “Italy Collection” del Museo Yad Vashem, 118 sono in zone extraterritoriali del Vaticano, 219 sotto la protezione pontificia, 246 in istituti femminili, 1242 in istituti maschili.
E qui, lo storico ha messo in luce l’altra grande domanda: cosa pensavano gli ebrei contemporanei del Papa? “Ci sono testimonianze – ha spiegato – che parlano di chiese che vengono aperte, di ospitalità garantita. Si capisce bene come gruppi di sionisti sentano il dovere di ringraziare”.
E poi c’è la questione del rapporto con il re e del suo apporto alla pace.
Alla vigilia del voto del 2 giugno 1946, Re Umberto si reca al santuario del Divino Amore, e mette una dedica ai piedi della statua: “Prometto di essere un monarca cristiano”. La Segreteria di Stato sequestra subito la lettera, per non turbare le importanti decisioni che si stavano prendendo”.
Le carte vaticane – ha raccontato Napolitano – mostrano che il re “si tiene in contatto con un gruppo autorevole di intellettuali pacifisti che vogliono il dialogo oltre cortina”, e si parla persino “di una ambasciata sovietica in Vaticano, proposta formalizzata nel febbraio 1953 che non ha seguito”.
Tutti dettagli, ha concluso, che mostrano come la Santa Sede sia “collocata a pieno titolo nelle diplomazie moderne” e come per Pacelli si parli di un Papa “estremamente moderno”.
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