Come nascque la Bandiera Europea
Così riportava il fatto Vittorio Messori:
Si veda quell’altra storia davvero singolare della bandiera europea. Il Consiglio d’Europa indisse nel 1950 un concorso internazionale per un vessillo del Continente. Parteciparono centinaia di artisti e di grafici ma i bozzetti, i più numerosi, che contenevano una croce furono bocciati dai socialisti e dai laicisti in genere.
Soltanto nel 1955 la commissione, presieduta da Paul Lévy, un ebreo, si decise per una bandiera azzurra con al centro 12 stelle d’oro disposte in cerchio. L’idea piacque, tanto che nel 1986 lo stendardo fu adottato come ufficiale anche dalla Comunità Europea, cambiando solo in argento l’oro delle stelle.
Ci fu sconcerto, però, e rammarico, in molti, quando si conobbe il retroscena: l’autore era Arsène Heitz, un grafico belga poco noto, devoto mariano fervente. L’azzurro è il colore della Vergine e le stelle sono quelle che circondano il capo della Donna dell’Apocalisse in cui la Tradizione riconosce Maria. Quanto al dodici, è quello delle dodici tribù di Israele, dei dodici apostoli e delle dodici stelle che stanno sulla Medaglia Miracolosa voluta nel 1830 dalla Vergine stessa e che Heitz portava sempre al collo, da buon devoto.
Ma c’è di più, visto che per la firma solenne del documento che adottava la bandiera, nel 1955 , si cercò una data che convenisse a tutti i politici che venivano a Strasburgo dall’Europa intera, nessuno, al Consiglio, si accorse che il giorno prescelto non era come gli altri, per i credenti: era, infatti, pure qui, l’8 dicembre. E la Medaglia che era servita da modello al grafico porta incisa una invocazione proprio all’Immacolata Concezione.
Maria è la stella dell’evangelizzazione che deve brillare sul nostro cielo europeo, se vogliamo compiere un’opera efficace. Diversamente, l’Europa già fin troppo scristianizzata, si avvierà verso il baratro superando il punto di non ritorno.
Non chiamateci “profeti di sventura”, è la Vergine Santa che ci ha messi in guardia in molte occasioni, Apparizioni approvate dalla Chiesa e che il magistero mariano di tutti i Papi ha fatto proprio.
È modello dell’evangelizzatore perché è stata la prima persona evangelizzata e la prima evangelizzatrice. A lei è rivolto il lieto annuncio dell’incarnazione del Figlio di Dio: «Rallegrati, amata da Dio… Concepirai un figlio… Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo » (Lc 1,28.31-32). E Maria accoglie la Parola e si abbandona ad essa con totale disponibilità (Lc 1,38). Subito dopo l’Annunciazione Maria muove i suoi passi missionari verso i monti della Giudea per portare Cristo ai poveri di JHWH, quali erano Zaccaria ed Elisabetta. Al semplice saluto di Maria si ha l’effusione dello Spirito Santo su Elisabetta e l’esultanza messianica di Giovanni Battista nel seno materno. Poi Maria accoglie il secondo annuncio di Cristo da parte di Simeone, che le rivela la sua intima partecipazione alla sofferenza del Figlio, segno contraddetto (Lc 2,34-35).
Perciò la Madre sarà presente all’ora del Figlio presso la croce, per partecipare alla redenzione del mondo, essere proclamata madre del discepolo amato (Gv 19,15-17) e ricevere lo Spirito (Gv 19,30). Maria, accolto ancora lo Spirito Santo di Pentecoste, diviene “glossòlala” e parla in lingue come gli apostoli, le donne e i parenti di Gesù (At 1,13-14; 2,3-4). Si tratta presumibilmente di una specie di pre-evangelizzazione che attira l’attenzione su un fatto prodigioso, il parlare in lingue che Pietro interpreta alla luce di Gioele come profezia: «E anche sui miei servi e sulle mie serve in quei giorni effonderò il mio Spirito ed essi profeteranno » (At 2,19; cf Gl 3,1). Maria è modello di santità nella Chiesa, ma la sua santità è missionaria. Non è rinchiusa in se stessa, ma è accoglienza dello Spirito Santo, la Terza Persona della Santissima Trinità e dei suoi doni in vista della testimonianza e dell’annuncio di Cristo Risorto. Maria ci chiama ad essere discepoli ossia testimoni del Risorto e ad annunciarlo al mondo, e in questo ci è guida, maestra e madre.
L’omelia che segue – va letta integralmente – è un esempio splendente della predicazione di papa Benedetto XVI, di quella “teologia in ginocchio”. Questa volta Benedetto XVI non legge ma improvvisa, seguendo comunque una traccia accuratamente pensata. Ad ascoltarlo sono i fedeli della chiesa parrocchiale di San Tommaso da Villanova, nella piazza di Castel Gandolfo su cui si affaccia la Villa Pontificia nella quale il papa trascorreva l’estate. La messa è iniziata alle 8 di mattina. E terminate le letture… a braccio
Omelia nella festa di Maria Assunta al Cielo, 15 agosto 2007 – di Benedetto XVI
Cari fratelli e sorelle, nella sua grande opera “La Città di Dio”, Sant’Agostino dice una volta che tutta la storia umana, la storia del mondo, è una lotta tra due amori: l’amore di Dio fino alla perdita di se stesso, fino al dono di se stesso, e l’amore di sé fino al disprezzo di Dio, fino all’odio degli altri. Questa stessa interpretazione della storia come lotta tra due amori, tra l’amore e l’egoismo, appare anche nella lettura tratta dall’Apocalisse, che abbiamo sentito ora. Qui, questi due amori appaiono in due grandi figure. Innanzitutto vi è il dragone rosso fortissimo, con una manifestazione impressionante ed inquietante del potere senza grazia, senza amore, dell’egoismo assoluto, del terrore, della violenza.
Nel momento in cui san Giovanni scrisse l’Apocalisse, per lui questo dragone era realizzato nel potere degli imperatori romani anticristiani, da Nerone fino a Domiziano. Questo potere appariva illimitato; il potere militare, politico, propagandistico dell’impero romano era tale che davanti ad esso la fede, la Chiesa appariva come una donna inerme, senza possibilità di sopravvivere, tanto meno di vincere. Chi poteva opporsi a questo potere onnipresente, che sembrava in grado di fare tutto? E tuttavia, sappiamo che alla fine ha vinto la donna inerme, ha vinto non l’egoismo, non l’odio; ha vinto l’amore di Dio e l’impero romano si è aperto alla fede cristiana.
Le parole della Sacra Scrittura trascendono sempre il momento storico. E così, questo dragone indica non soltanto il potere anticristiano dei persecutori della Chiesa di quel tempo, ma le dittature materialistiche anticristiane di tutti i periodi. Vediamo di nuovo realizzato questo potere, questa forza del dragone rosso nelle grandi dittature del secolo scorso: la dittatura del nazismo e la dittatura di Stalin avevano tutto il potere, penetravano ogni angolo, l’ultimo angolo. Appariva impossibile che, a lunga scadenza, la fede potesse sopravvivere davanti a questo dragone così forte, che voleva divorare il Dio fattosi bambino e la donna, la Chiesa. Ma in realtà, anche in questo caso, alla fine, l’amore fu più forte dell’odio.
Anche oggi esiste il dragone in modi nuovi, diversi. Esiste nella forma delle ideologie materialiste che ci dicono: è assurdo pensare a Dio; è assurdo osservare i comandamenti di Dio; è cosa di un tempo passato. Vale soltanto vivere la vita per sé. Prendere in questo breve momento della vita tutto quanto ci è possibile prendere. Vale solo il consumo, l’egoismo, il divertimento. Questa è la vita. Così dobbiamo vivere. E di nuovo, sembra assurdo, impossibile opporsi a questa mentalità dominante, con tutta la sua forza mediatica, propagandistica. Sembra impossibile oggi ancora pensare a un Dio che ha creato l’uomo e che si è fatto bambino e che sarebbe il vero dominatore del mondo. Anche adesso questo dragone appare invincibile, ma anche adesso resta vero che Dio è più forte del dragone, che l’amore vince e non l’egoismo.
Avendo considerato così le diverse configurazioni storiche del dragone, vediamo ora l’altra immagine: la donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi, circondata da dodici stelle. Anche quest’immagine è multidimensionale.
Un primo significato senza dubbio è che è la Madonna, Maria vestita di sole, cioè di Dio, totalmente; Maria che vive in Dio, totalmente, circondata e penetrata dalla luce di Dio. Circondata dalle dodici stelle, cioè dalle dodici tribù d’Israele, da tutto il Popolo di Dio, da tutta la comunione dei santi, e ai piedi la luna, immagine della morte e della mortalità. Maria ha lasciato dietro di sé la morte; è totalmente vestita di vita, è assunta con corpo e anima nella gloria di Dio e così, posta nella gloria, avendo superato la morte, ci dice: Coraggio, alla fine vince l’amore! La mia vita era dire: Sono la serva di Dio, la mia vita era dono di me, per Dio e per il prossimo. E questa vita di servizio arriva ora nella vera vita. Abbiate fiducia, abbiate il coraggio di vivere così anche voi, contro tutte le minacce del dragone.
Questo è il primo significato della donna che Maria è arrivata ad essere. La “donna vestita di sole” è il grande segno della vittoria dell’amore, della vittoria del bene, della vittoria di Dio. Grande segno di consolazione.
Ma poi questa donna che soffre, che deve fuggire, che partorisce con un grido di dolore, è anche la Chiesa, la Chiesa pellegrina di tutti i tempi. In tutte le generazioni di nuovo essa deve partorire Cristo, portarlo al mondo con grande dolore in questo modo sofferto. In tutti i tempi perseguitata, vive quasi nel deserto perseguitata dal dragone. Ma in tutti i tempi la Chiesa, il Popolo di Dio vive anche della luce di Dio e viene nutrito – come dice il Vangelo – di Dio, nutrito in se stesso col pane della Santa Eucaristia. E così in tutta la tribolazione, in tutte le diverse situazioni della Chiesa nel corso dei tempi, nelle diverse parti del mondo, soffrendo vince. Ed è la presenza, la garanzia dell’amore di Dio contro tutte le ideologie dell’odio e dell’egoismo.
Vediamo certamente che anche oggi il dragone vuol divorare il Dio fattosi bambino. Non temete per questo Dio apparentemente debole. La lotta è già cosa superata. Anche oggi questo Dio debole è forte: è la vera forza. E così la festa dell’Assunta è l’invito ad avere fiducia in Dio ed è anche invito ad imitare Maria in ciò che Ella stessa ha detto: Sono la serva del Signore, mi metto a disposizione del Signore. Questa è la lezione: andare sulla sua strada; dare la nostra vita e non prendere la vita. E proprio così siamo sul cammino dell’amore che è un perdersi, ma un perdersi che in realtà è l’unico cammino per trovarsi veramente, per trovare la vera vita.
Guardiamo Maria, l’Assunta. Lasciamoci incoraggiare alla fede e alla festa della gioia: Dio vince. La fede apparentemente debole è la vera forza del mondo. L’amore è più forte dell’odio. E diciamo con Elisabetta: Benedetta sei tu fra tutte le donne. Ti preghiamo con tutta la Chiesa: Santa Maria, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
Vi offriamo ora dal TESTO ORIGINALE tratto da “Un segreto di felicità” Filotea mariana, Padre Francesco M. Avidano s.m. nona ed. con tre imprimatur 1961 e 1962
La Preghiera: Corona di Dodici Stelle
(di San Luigi Maria Grignon di Montfort dal : Trattato della vera devozione a Maria, n.225)
Padre Poirè s.j. (sec. XVIII) scrisse un famoso libro “La triplice corona della Madre di Dio”. Perchè triplice?
Il Papa porta una corona triplice (anche se oggi è rimasta solo quale segno della Città del Vaticano e nei timbri dei documenti ufficiali del Papa), per significare la pienezza della sua missione regale, spirituale e temporale nella veste del Vicario di Cristo in terra. Con maggior comprensione doveva ricevere Maria gli onori di tal Triregno, per onorare in Lei, Madre della Chiesa, le tre qualità principali nelle quali si riassumono le sue grandezze: dignità, potenza e bontà, con le quali si spiegano i suoi interventi materni nel mondo fra gli uomini.
Ecco il diadema con cui il divoto Autore volle coronar la sua Regina e Madre. Il Montfort compose e diffuse questa coroncina che riassume, così, gli insegnamenti di tutta la Chiesa e dello stesso Poirè, completandola con una Preghiera che è un vero riassunto di tutta la sua dottrina mariana.
Preghiamo per l’Italia e per l’Europa, per le Famiglie, per la conversione dei peccatori, per la Chiesa, per il Papa per i Sacerdoti, per le Anime Sante del Purgatorio specialmente quelle più abbandonate e dimenticate.
In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti. Amen
– Degnati di accettare le mie lodi, Vergine Santa;
– dammi la forza contro i tuoi nemici.
I – Corona di Dignità
Per onorare la dignità della Maternità divina di Maria; la sua Verginità ineffabile, la sua Purezza senza macchia alcuna, tutte le sue Virtù.
Gloria Patri et Filio et Spiritui Santo, sicut erat in principio, et nunc, et semper, et in saecula saeculorum. Amen
Pater Noster qui es in caelis: sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in caelo et in terra.
Panem nostrum quotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem, sed libera nos a malo. Amen.
1. Te felice Vergine Maria, che portasti nel Tuo seno il Creatore del mondo e, restando sempre vergine, generasti chi ti creò.
Ave Maria gratia plena, Dominus tecum; benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus.
Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen.
– Rallegrati, o Vergine Maria;
– Mille volte rallegrati!
2. Santa ed Immacolata Verginità di Maria! Io non so con quali lodi onorarti degnamente, poichè Tu portasti nel tuo grembo Colui che i cieli stessi non possono contenere.
Ave Maria gratia plena, Dominus tecum; benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus.
Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen.
– Rallegrati, o Vergine Maria;
– Mille volte rallegrati!
3. Tutta bella Tu sei, o Vergine Maria, nè alcuna macchia è in Te.
Ave Maria gratia plena, Dominus tecum; benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus.
Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen.
– Rallegrati, o Vergine Maria;
– Mille volte rallegrati!
4. Le doti, o Vergine, con le quali Ti ha incoronata l’Altissimo, in Te son più che le stelle nel cielo.
Ave Maria gratia plena, Dominus tecum; benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus.
Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen.
– Rallegrati, o Vergine Maria;
– Mille volte rallegrati!
II – Corona di potenza
Per onorare nella Vergine Santa la regale autorità del Divin Figlio, la munificenza, l’intercessione di Maria e la forza del Suo governo a chi a Lei ricorre.
Gloria Patri et Filio et Spiritui Santo…. Pater Noster qui es in caelis….
5. Gloria a Te, o Regina dell’Universo. Degnati di condurci con Te ai gaudi del Cielo!
Ave Maria gratia plena, Dominus tecum; benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus.
Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen.
– Rallegrati, o Vergine Maria;
– Mille volte rallegrati!
6. Gloria a Te, Tesoriera delle grazie del Signore! Fa parte anche a noi delle tue ricchezze.
Ave Maria gratia plena, Dominus tecum; benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus.
Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen.
– Rallegrati, o Vergine Maria;
– Mille volte rallegrati!
7. Gloria a Te, Avvocata tra Dio e noi miseri peccatori. Rendi a noi propizio il giudizio dell’Onnipotente.
Ave Maria gratia plena, Dominus tecum; benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus.
Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen.
– Rallegrati, o Vergine Maria;
– Mille volte rallegrati!
8. Gloria a Te, Debellatrice di ogni eresia e dei demoni. Sii per noi guida e maestra della retta via.
Ave Maria gratia plena, Dominus tecum; benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus.
Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen.
– Rallegrati, o Vergine Maria;
– Mille volte rallegrati!
III – Corona di Bontà
Per onorare ed invocare la misericordia di Maria verso noi miseri peccatori, e per la conversione di tutti i peccatori, bontà verso i diseredati, verso i perseguitati, verso i bisognosi, misericordia per i moribondi.
Gloria Patri et Filio et Spiritui Santo…. Pater Noster qui es in caelis….
9. Gloria a Te, Rifugio dei peccatori! Intercedi per noi presso il Signore, specialmente per le cause impossibili.
Ave Maria gratia plena, Dominus tecum; benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus.
Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen.
– Rallegrati, o Vergine Maria;
– Mille volte rallegrati!
10. Gloria a Te, Madre degli orfani, consolatrice di ogni lutto e vedovanza! Rendici proprizio il Padre Nostro che è nei Cieli.
Ave Maria gratia plena, Dominus tecum; benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus.
Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen.
– Rallegrati, o Vergine Maria;
– Mille volte rallegrati!
11. Gloria a Te, Letizia dei giusti e dei perseguitati! Rendici propizia la giustizia Divina per il gaudio eterno.
Ave Maria gratia plena, Dominus tecum; benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus.
Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen.
– Rallegrati, o Vergine Maria;
– Mille volte rallegrati!
12. Gloria a Te, in vita ed in morte o Ausiliatrice sempre presente delle cause nostre! Portaci con Te in Paradiso, e fa che i nostri nemici restino confusi e riconoscano la potenza del nostro Dio.
Ave Maria gratia plena, Dominus tecum; benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus.
Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen.
– Rallegrati, o Vergine Maria;
– Mille volte rallegrati!
Gloria Patri et Filio et Spiritui Santo….
Preghiamo
Ave o Maria, Figlia di Dio Padre; Ave o Maria, Madre di Dio Figlio; Ave o Maria, Sposa dello Spirito Santo; Ave o Maria, Tempio glorioso della Santissima Trinità.
Ave o Maria, ripeto dal profondo del cuore, Signora mia, tesoro mio, bellezza mia, Regina del mio povero cuore, Madre amatissima, vita e dolcezza, speranza mia carissima: Totus tuus ego sum, et omnia mea tua sunt. […] Accipio te in mea omnia, praebe mihi cor tuum, o Maria… Sono tutto tuo, e tutto ciò che è mio è tuo. […] Ti accolgo in tutto me stesso, offrimi il Cuore tuo, Maria.
Sia dunque in me l’anima Tua per magnificare il Signore; sia in me il Tuo spirito per rallegrarsi in Dio, mio Salvatore.
Poniti, o Vergine fedele, qual sigillo sopra il cuore mio, affinché in Te e per te io sia trovato fedele a Dio, Divin Giudice dell’anima mia.
Degnati ammettermi, per Tua bontà, fra coloro che Tu ami, istruisci, dirigi, nutri, proteggi e correggi qual figli Tuoi; e fa che, disprezzando per amor Tuo ogni bene terreno, aspiri incessantemente ai beni celesti, sino a che per mezzo dello Spirito Santo, fedelissimo Sposo del purissimo corpo ed anima Tua, sia formato in me Gesù Cristo Figliuolo Tuo amatissimo, alla gloria del Divin Padre, per l’eternità.
Così sia.
Ave Maria.
Dice Papa Francesco: “Il contrario incominciò in Paradiso, con la non obbedienza di Adamo. E quella disobbedienza ha portato il male a tutta l’umanità. E anche i peccati sono atti di non obbedire a Dio, di non fare la volontà di Dio. Invece, il Signore ci insegna che questa è la strada, non ce n’è un’altra. E incomincia con Gesù, sì, nel Cielo, nella volontà di obbedire al Padre. Ma in terra incomincia con la Madonna: lei, cosa ha detto all’Angelo? ‘Che si faccia quello che tu dici’, cioè che si faccia la volontà di Dio. E con quel ‘sì’ al Signore, il Signore ha incominciato il suo percorso fra noi” (Omelia del mattino 27 gennaio 2015)
“E così – ha ribadito – la preghiera di contemplazione ci aiuta nella speranza. Vivere della sostanza del Vangelo. Pregare sempre!”. Papa Francesco ha invitato a “pregare le preghiere, pregare il Rosario, parlare col Signore, ma anche fare questa preghiera di contemplazione per tenere il nostro sguardo fisso su Gesù”. Da questa preghiera, ha ripreso, “viene la speranza”. E così “la nostra vita cristiana si muove in quella cornice, fra memoria e speranza” (Omelia del mattino 3 febbraio 2015)
“Il Signore che è la speranza della gloria, che è il centro, che è la totalità, ci aiuti in questa strada: dare speranza, avere passione per la speranza. E, come ho detto, non sempre è ottimismo ma è quella che la Madonna, nel Suo cuore, ha avuto nel buio più grande: la sera del Venerdì fino alla prima mattina della Domenica. Quella speranza: Lei l’aveva. E quella speranza ha rifatto tutto. Che il Signore ci dia questa grazia”. (Omelia del mattino 9 settembre 2014)
“La tentazione viene e indurisce il cuore e quando il cuore è duro, quando il cuore non è aperto, la Parola di Dio non può entrare. Gesù diceva a quelli di Emmaus: ‘Stolti e tardi di cuore!’. Avevano il cuore duro, non potevano capire la Parola di Dio. E la mondanità ammorbidisce il cuore, ma male: mai è una cosa buona il cuore morbido! Il buono è il cuore aperto alla Parola di Dio, che la riceve. Come la Madonna, che meditava tutte queste cose in cuor suo, dice il Vangelo. Ricevere la Parola di Dio per non allontanarsi dall’elezione”. (Omelia del mattino 17 gennaio 2014)
«La Madonna ci porta sempre a Gesù. Invocate la Madonna, e Lei farà quello che ha fatto a Cana: “Fate quello che Lui vi dirà!”. Lei ci porta sempre a Gesù. È la prima ad agire nel nome di Gesù». (Omelia del mattino 5 aprile 2013)
La nostra, ha ripetuto Papa Francesco”, “è un’epoca con più martiri che non quella dei primi secoli”. E un’epoca di così “tante turbolenze spirituali” ha richiamato alla mente del Pontefice l’immagine di un’icona russa antica di secoli, quella della Madonna che copre con il suo manto il popolo di Dio:
“Noi preghiamo la Madonna che ci protegga, e nei tempi di turbolenza spirituale il posto più sicuro è sotto il manto della Madonna. E’ la mamma che cura la Chiesa. E in questo tempo di martiri, è lei un po’ – non so se si dice così, in italiano – la protagonista, la protagonista della protezione: è la mamma. (…) Diciamole con fede: ‘Sotto la tua protezione, Madre, è la Chiesa. Cura la Chiesa’”. (Omelia del mattino 15 aprile 2013)
Infine, una domanda che ci interpella tutti:
“Un cristiano senza la Madonna è orfano. Un cristiano senza Chiesa è anche un orfano. Un cristiano ha bisogno di queste due donne, due donne Madri, due donne Vergini: la Chiesa e la Madonna”.
Lo ha definito un test di “vocazione cristiana giusta”, il Pontefice, quello di domandarsi come vada il “rapporto con queste due Madri”, la Madre Chiesa e la Madre Maria:
“Questo non è un pensiero ‘di pietà’… No, è teologia pura. Questa è teologia. Come va il mio rapporto con la Chiesa, con la mia Madre Chiesa, con la Santa Madre Chiesa gerarchica? E come va il mio rapporto con la Madonna, che è la mia mamma, mia madre”? (Discorso presso la Grotta di Lourdes dei Giardini Vaticani 28 giugno 2014)