Giacomo Biffi, arcivescovo emerito di Bologna, era cardinale elettore al conclave del 18-19 aprile 2005. Al suo rientro a Bologna, il 2 maggio, in presenza del suo successore alla cattedra di San Petronio, l’allora mons. Carlo Caffarra, commentò, con quel senso dell’umorismo che lo caratterizzava, quei memorabili giorni, affermando che l’elezione di Benedetto XVI rese felici coloro che amano la Chiesa. Vi proponiamo la trascrizione di quel breve ma intenso racconto.

Quest’applauso perché io sono stato deluso nelle mie aspirazioni… (l’uditorio ride e applaude) Beh, sarà per un’altra volta! (altre risate e altri applausi)
Non ho mai fatto tanti giuramenti in vita mia come in quei giorni. Perché in tutti i momenti dovevo giurare, persino ogni volta che si votava! Ad ogni votazione si giurava di votare quello che si riteneva in coscienza fosse… e poi il segreto… ecc. ecc. Però ci sono alcune cose che sono abbastanza leggibili.
Intanto è stata un’esperienza davvero bellissima. Un’esperienza di fraternità, di preghiera, di grande preghiera… di amicizia. Io ho fatto anche tanti amici coi cardinali… che conoscevo pochissimi, insomma, in sostanza… Quindi è stato anche quello molto bello.
Poi effettivamente ci siamo sentiti proprio guidati, perché riuscire a fare… risolvere questo problema non facile nel giro di 24 ore… credo che se i nostri politici riuscissero (risate) ad avere questa rapidità nelle decisioni… (applausi) ma non si può pretendere perché lì c’era lo Spirito Santo, come mi ha detto il presidente Pertini una volta. “No, non si può far paragoni perché lì nel conclave c’è lo Spirito Santo”. Io ho molto apprezzato – lui che si era sempre professato ateo – quello di avere la fede così difficile nello Spirito Santo, vuol dire che, (risate) tutto sommato, la cosa era molto bella.
La Fede prima di tutto
Direi una cosa che è leggibile a chi la sa leggere subito. In 24 ore noi abbiamo scelto un uomo che nella mentalità, nell’immaginario collettivo, era legato alla Fede. Prefetto della Congregazione della Fede. Arruolato per l’autenticità della Fede.
Io credo che il messaggio che tutti dovrebbero leggere è questo. Noi abbiamo passato dieci giorni ad esaminare tutti i problemi. Ogni cardinale ha detto i problemi della sua Chiesa, del suo continente, della sua situazione, ecc. Problemi enormi, che ci sono. Ma noi, con questa scelta, abbiamo fatto capire che per noi il primo problema è quello della Fede. È quello di riuscire ad avere una fede vera, solida, completa, senza compromessi. Questo mi pare il senso che possiamo percepire tutti.
Chi ha Fede ama la Chiesa
Poi ho percepito una grande gioia, veramente. Una grande gioia, ma palpabile proprio, da tutti i livelli.
Quelli che amano la Chiesa son stati felici. Quelli che l’amano poco… beh, insomma… speriamo che l’amino un po’ di più.
La gioia di chi ama la Chiesa
Ma proprio la contentezza!

Direi che è stato anche avvantaggiato umanamente perché, intanto ha gestito lui, come decano, tutti i giorni dalla morte di Giovanni Paolo II fino all’elezione del papa. E non ha sbagliato una parola, non ha sbagliato un colpo! Poi è stato anche avvantaggiato dal fatto che lo descrivevano come un tipo duro, feroce… è esattamente il contrario di quello che è! È un uomo di una generosità, di una mitezza, di una cortesia intrinseca. Per cui, alla fine, è rimbalzato in suo favore, direi, quest’immagine distorta che era stata data.
Quindi una grande gioia, proprio la si percepiva, ma da tutti, anche dalla donna del popolo che era giù, al primo discorso, in Piazza San Pietro. “Ma io che sono una che ha fatto solo la quinta elementare, e lui che è un grande teologo, eppure ho capito tutto quello che ha detto”. Questa è una lode bellissima, secondo me.
Che il Signore lo aiuti! Noi continuiamo davvero a pregare per lui.
Ringraziamo il mensile Il Timone per aver pubblicato l’audio dell’intervento del card. Biffi.