“Chi non è con Me è contro di Me”. Cristo rifiuta la neutralità

Trascrizione dell’omelia di don Alberto Secci per la Terza Domenica di Quaresima, calendario del Vetus Ordo Missae, del 23 marzo 2025.

Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle rimasero meravigliate. Ma alcuni dissero: «È in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l’armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde. Quando lo spirito immondo esce dall’uomo, si aggira per luoghi aridi in cerca di riposo e, non trovandone, dice: Ritornerò nella mia casa da cui sono uscito. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed essi entrano e vi alloggiano e la condizione finale di quell’uomo diventa peggiore della prima.

Dal Vangelo secondo Luca (11, 14-23)

Don Alberto Secci sottolineando l’importanza di essere attivamente “con Cristo” piuttosto che semplicemente non essergli contrari, insistendo sul sul fatto che la Quaresima è un tempo per perseverare nella conversione, avvertendo che allontanarsi da Cristo porta a una condizione peggiore di quella precedente. Essere “con Cristo” implica essere in grazia di Dio, desiderare la salvezza degli altri e compiere opere buone con questa unione. La mentalità moderna, invece, relativizza la verità, quindi non è attivamente con Cristo e disperde i propri sforzi.

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

La Quaresima non è fatta per convertirsi, è fatta per stare nella conversione, perché se ci rimangiamo la conversione che per grazia abbiamo ricevuto a suo tempo, noi finiremo in una condizione peggiore di quella prima di convertirci a Gesù Cristo. Così tiriamo via subito ogni dubbio su quella frase misteriosa, eh? Al suo ritorno il demonio la trova spazzata e adorna la casa.

Allora va a prendere con sé altri sette spiriti peggiori di lui e i rientrativi si stabiliscono e la condizione ultima di quell’uomo diventa peggiore della prima. Tutti i cristiani che si rimangiano il cristianesimo sono in condizione peggiore dei pagani, peggiori di quelli che non hanno mai conosciuto Gesù Cristo.

Allora la Quaresima è fatta per noi cristiani e ne abbiamo urgente bisogno.

Perché non ci rimangiamo ciò che è accaduto? Perché non lo rifiutiamo? La nostra condizione sarà peggiore di quella di prima. Ed altronde basta guardare in faccia tutti quelli che sono nati e cresciuti cristiani e hanno dimenticato Gesù Cristo. La loro condizione è peggiore di quella di quelli che non l’hanno conosciuto, peggiore di prima.

Un cristiano apostata è peggiore di un pagano apostata che ha rifiutato la fede, magari in modo pratico, perché la fede la si rifiuta nella concretezza, perché la fede è una vita di fede. Infatti chi viene in chiesa si dice un fedele. Fedele perché ha fede, non solo perché è fedele e ha le cose da fare, perché è fedele, perché ha fede, perché vive la fede.

Allora permettetemi, detto questo, il Vangelo è un lungo Vangelo denso, ricco di richiami, di prendere solo una cosa da questo Vangelo. Ed è questa frase lapidaria di nostro Signore Gesù Cristo che dovremmo scrivere dappertutto, dove lavoriamo, dove viviamo, dove cadono i nostri occhi. Voi sapete che qualcuno lo faceva, tutti quelli che hanno fatto le riforme nella Chiesa hanno sempre messo le scritte a richiamare, per essere richiamati.

«Chi non è con me è contro di me e chi non raccoglie con me disperde».

Ripeto: «Chi non è con me è contro di me e chi non raccoglie con me disperde». Che strano! Noi abbiamo sempre sentito un’altra cosa, chi non è contro di me è con me.

Non è la stessa cosa, chi non è contro di me è con me. Noi facciamo dire a Gesù Cristo questo, noi facciamo dire a Gesù Cristo l’esatto contrario, quando diciamo, ma chi non è contro il Signore è già per lui. Faccio la mia colpa, quanti funerali ho dovuto fare per dire qualche cosa? Voi sapete che era un grande uso quello di una volta, non bisognava predicare i funerali.

Siccome siamo tutti peccatori è meglio tacere. Quante volte io mi aggrappo al fatto che uno non è stato contro il Signore, ma non è stato per il Signore. Faccio la mia colpa pubblica, non dei morti.

Noi ecclesiastici ogni tanto facciamo così, col desiderio di consolare, di venire incontro, ma è sbagliato. Il Signore è lapidario: «Chi non è con me è contro di me». Noi diciamo, ma se non è contro il Signore è già col Signore.

Tutta la cultura che ci circonda ci ha fatto dire il contrario, tutta. È questa cultura che ci insegna a non chiudere le possibilità. È entrata violentemente come un gas avvelenante dentro la Chiesa e ha trasformato il modo di ragionare dei cristiani.

Oggi le parrocchie si organizzano così, ma sì venite, siete contro? No, organizziamo qualcosa che vi piace, così “chi non è con me è contro di me”. Da dove viene questo modo? Questa mania di non chiuderci le possibilità. Volendo che la verità sia molteplice, che non bisogna essere esagerati, assoluti.

«Chi non è con me è contro di me». Ma, Signore, cosa stai dicendo? E noi diremmo a Gesù, ma cogli la complessità. Uno non è proprio per te, ma non è ancora contro di te. Hai ragione anche tu, ma non esagerare.

Pensate quante volte noi continuamente sentiamo, spero che non lo facciate questo, quando “Dio per me è così”. È una bestemmia per te, o è o non è. Che questa sia una lampada non dipende da me, che questo sia un leggio non è per me, o è o non è. Contro tutto questo modo di pensare che è massonico, ma ormai non serve essere iscritti alla massoneria, sono tutti massoni, come mentalità tutti, tutti, tutti quanti.

Contro questo modo di ragionare sono lapidarie le parole di nostro Signore, che in questa terza domenica di Quaresima la Chiesa ci pone di fronte: «Chi non è con me è contro di me». Cristo afferma la realtà, non la molteplicità delle opinioni, non fa psicologia sulle opinioni.

Per Lui tutto è stato creato, perque omnia facta sunt, e quindi non essere per Lui, è già essere contro di Lui. Vi viene in mente, vi ricordate quando San Paolo diceva, la realtà invece è Cristo, la realtà invece è Cristo.

Allora, sgombrato, ma bisogna essere violenti, ogni volta che dite per me fermatevi a dire no, cambiate frase, obbligatevi materialmente, dite mai più per me. Potete dire, ho sbagliato, pensavo che la realtà fosse così, invece cos’è, questo ci sta, ma dire per me è già dire per me così, per te così, per l’altro cos’è.

«Chi non è con me è contro di me». Allora, sgombrato il campo da questa mentalità malsana che non ci fa capire neanche più il Vangelo, bisogna purificare la mente.

Vediamo, qual è la nostra preoccupazione? Essere con Cristo. «Chi non è con me è contro di me». Come? Non dice per me.

Come? Cosa vuol dire? Io ho ellencato alcune cose, ve le dico a mo’ di catechismo.

Quando sei con Cristo? Beh, innanzitutto mi viene in mente la cosa principale, quando sei in grazia di Dio. Facciamo un po’ di catechismo? Occorre essere in grazia di Dio.

Gesù Cristo ti vuole unito a Lui, con Me, perdonato dai peccati, per questo è morto in croce, purificato dal suo Sangue Sacratissimo, abitato da Lui, abitato da Cristo. E venendo Cristo in te, viene la Trinità in te.

Pensate alla Santissima Eucaristia. Farete la comunione perché Cristo abiti in voi e abitando Lui in voi, voi siete con Cristo. “Con me”, dice Gesù. Avete in mente quando il Signore dice, «senza di me non potete fare nulla». Ma non basta essere in modo retorico con Cristo.

Fratelli carissimi, va bene, siete per Gesù Cristo, ma, insisto, occorre essere in grazia di Dio. Per questo è morto in croce, per questo ha dato i sacramenti. Chi vive in modo differente, trascurando i sacramenti, è come se dicesse al Signore: “Sì, hai fatto tanto, ma potevi fare anche meno. Potevi predicare soltanto, non dovevi salire al Calvario”.

Chi parla solo di Gesù, pensa che il Signore ci ha salvato con la sua predicazione. Il Signore non ci ha salvato con la sua predicazione, ma pagando il riscatto dei nostri peccati e applicando questo riscatto nella confessione e nella comunione, oltre che in altri sacramenti.

Allora, con Me, una buona confessione, ma quella è proprio che dice, Signore, sono qua. E poi subito vivere in grazia di Dio, non ritardarci sul passato. Il Signore ha bisogno di te, ha bisogno di abitare in te, perché con te edifica la creazione nuova.

Con me. Chi non capisce questo, è contro Gesù Cristo, contro la sua passione e morte.

Uno dice, ma no, io non sono contro. Eh, ma in pratica sì. Chi rimanda continuamente la confessione, ha la follia. Sono quelli che devono essere preparati. Eh sì, aspetta, non ti basta una vita essere preparato. Inizia a fare la confessione e poi il Signore ti aiuta. Di confessione in confessione impari a confessarti, come tutte le cose della vita. E facendole che le impari.

La Dottrina dice addirittura una cosa pesantissima, è dottrina cattolica, è catechismo. Che anche le opere buone, se tu non sei in grazia di Dio, non hanno merito. Lo immaginate? Chi non vive in grazia di Dio perde tutti i meriti di tutti i sacrifici, di tutte le carità, di tutte le pazienze, di tutte le offerte che fa. Sembra una roba di una violenza.

Mi ricordo la prima volta che ho scoperto questa cosa, rileggendo il catechismo, dopo che l’ho fatto da bambino, ho detto, ma è una roba così pesante. Eh sì, siccome già ai miei tempi sorvolavano i preti su questo.

La Chiesa è dottrina pura.

Tutto quello che fai di bene ha merito se è con Cristo. Se no, non ha merito. Non ha merito. Non ha merito per il paradiso, per la vita eterna, per diminuire gli anni di purgatorio. La teoria è che il purgatorio ce l’ha chi muore in grazia di Dio, non chi muore in disgrazia. Sembra di essere violenti nel dire queste cose. Io mi obbligo, non è che ho il gusto di dirle, ma questa è la dottrina. Se l’han cambiata devono avvisarci. Capite? Perché la dottrina della Chiesa si basa sulla rivelazione.

Chiunque dice non è così, per favore ci avvisi, ma ufficialmente però, non bofonchiando, non brontolando. Tutta la vita della Chiesa è stata così.

I preti ci sono perché nessuno muore in disgrazia e perché tutti vivono, da quando sono bambini, adolescenti, giovani, adulti, in grazia. Il prete non c’è per altro. Prega tutto il giorno, otto volte al giorno. Dice la messa, sta in confessionale, facendo bene o male cerca di richiamare le pecorelle, perché tutti vivono in grazia di Dio. Se no, il prete non serve. Forse è per questo che spariscono i preti, perché per fare altro il Signore non manda vocazioni. Distruggerebbe le persone che accedono al sacerdozio.

Seconda condizione: «Chi non è con me è contro di me». Come si fa a essere con Cristo? Bisogna volere la sua opera di salvezza. Oltre ad essere in grazia di Dio, devi desiderare quello che desidera Gesù Cristo. Cosa desidera Gesù Cristo? La salvezza, la vita vera, la vita eterna, la vita piena per ogni persona. È morto per questo. E allora bisogna condividere con Cristo lo stesso interesse.

Allora qui bisogna proprio vigilare. Tu sei padre, tu sei madre, che cosa ti preoccupa della vita di tuo figlio e di tua figlia? Sei nonno, sei nonna, che cosa ti preoccupa della vita dei tuoi nipoti e dei tuoi figli? Sei sposo, sei sposa, che cosa ti preoccupa del tuo sposo e della tua sposa? Vai al lavoro, che cosa ti preoccupa per i colleghi del tuo lavoro? Vai a studiare, che cosa ti preoccupa dei tuoi compagni di classe? Vado avanti? Sei in ospedale, sei medico, che cosa ti preoccupa dei tuoi pazienti? Alla fine devi desiderare quello che desidera Gesù Cristo, cioè la salvezza vera, piena, cioè che siano in grazia di Dio. E lì devi diventare creativo, oltre che a soffrire un po’ e pregare, inventati quello che vuoi, ma preoccupati di quello.

Io ho l’impressione che tante volte anche chi si preoccupa di essere in grazia di Dio, ahimè, non si preoccupa che lo siano gli altri. Non dico che uno deve diventare pazzo in giro a predicare, questo no, la Chiesa non lo vuole. È già sufficiente la predica del prete, e già avanza.

Ma il problema è che uno almeno col desiderio e col cuore vuole, e se tu vuoi quello col cuore, e beh, vedrai che ti viene l’occasione di dire, ma se tu non ci pensi con tua nipote, con tua nipote, con tuo figlio, con tua figlia, con tuo marito, con tua moglie, non ti viene proprio in mente, sei preoccupato d’altro, sei distratto. Allora si capisce perché il Signore dice: «Chi non raccoglie con me disperde», che è ancora più terribile. Cioè qui non si tratta del peccato, le cose buone che fai, pensate quanta laboriosità, quante cose giuste, anche umane, il desiderio di farsi una casa, il desiderio che le cose siano serene e a posto, tutte le cose belle che fate, ne fate tante.

Se non sono con Cristo, sono disperse, sono buttate via, buttate via. Eh, ma come è esagerato il Signore! È proprio contrario alla mentalità nostra. Noi diremmo, guarda quello che hai fatto di bene, vedi che è già utile? Dice, se non è con me, è disperso, è buttato via, disperso. Buttato via. “Chi non raccoglie con me disperde”. Devi raccogliere con Cristo. Allora tutto diventa, tutto ha un valore eterno e non devi più preoccuparti che quando verrà la tua ora lasci qualcosa, perché quello che hai è già nell’eternità, è già nell’eternità.

Domandiamo la grazia di poter vivere così per la misericordia di nostro Signore Gesù Cristo e per la potente intercessione di Maria Santissima e di tutti i Santi.

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

I commenti sono chiusi.

Crea un sito web o un blog su WordPress.com

Su ↑