Nella risposta che il Papa Francesco ha dato sull’aereo, di ritorno dalla Polonia, c’è di tutto e di più, c’è molto soggettivismo, c’è anche la verità, c’è anche il politicamente corretto, c’è anche relativismo, ma c’è anche incoscienza e non prudenza… vedi qui testo ufficiale ed integrale. Naturalmente ci riferiamo in particolare alla nuova descrizione che il Papa ha dato dell’Islam e sarà bene che leggiate integralmente il testo che non posteremo perché abbastanza lungo.
Rimanderemo volentieri alle brevi parole di Sandro Magister – vedi qui – e chiudere tutto per non farci ancora più male, ma che volete farci? O soffriamo fino in fondo, oppure molliamo tutto, ma noi non vogliamo arrenderci e non vogliamo scoraggiarci, lo dobbiamo alle migliaia di Cristiani trucidati in questi tempi cupi, lo vogliamo perché erano e sono nostri Fratelli e Sorelle e lo possiamo fare perché noi crediamo in Cristo Gesù vittorioso. Siamo Cooperatori della Verità proprio con il Papa e per il Papa, per la Chiesa e con la Chiesa, per aiutarci e sostenerci nella Verità. Siamo tutti nella stessa Barca, ci pare, la quale pur sballottata dalle tempeste, ci sollecita (nei Santi e con loro) a tenerci ben saldi, di resistere e di stare attenti piuttosto a non cadere fuori.
Magister titola la sua pregiata riflessione: Mondo sottosopra. Oseremo dire che il cattolicesimo di oggi usa il sentimento sopra la ragione; e la ragione del Corano sta invadendo il mondo. Il Demonio il suo lavoro lo sta facendo assai bene, noi stiamo abiurando al nostro, e da anni. Chissà perché ci viene in mente la brillante opera, oseremo dire quasi profetica, del professor Enrico Maria Radaelli, La Chiesa ribaltata… In una intervista dell’11 settembre 2014, nel presentare il libro, spiegava così:
«Il titolo “La Chiesa ribaltata” vuol essere un segnale d’allarme. In realtà noi sappiamo (v. p. 149 del libro) che la Chiesa non può ‘ribaltarsi’ nel senso compiuto di ‘perdere la propria essenza’. Può però – e ciò sta avvenendo da cinquant’anni – ribaltare l’ordine con cui procede da sempre la virtù di religione su cui essa è imperniata, ordine metodologico ricordato fin dal II secolo dal grande vescovo e martire sant’Ignazio di Antiochia: «La fede è il principio, l’amore il fine» (v. p. 86) sulla base di innumerevoli indicazioni testamentarie (p. es. Gv 14,15: «Se mi amate, osservate i miei comandamenti», dove la condizione dell’amore a Dio è l’osservanza della sua legge). Il ribaltamento cui mi riferisco è ciò che Romano Amerio (..) affigge con una definizione rigorosa, precisa e appunto metafisica: «dislocazione della divina Monotriade» (R. AMERIO, Iota unum, p. 315 Lindau). Questa «dislocazione» consiste nello spostare la Terza Persona della ss. Trinità sulla Seconda e questa sulla Terza: l’amore al posto del Logos, la volontà prima dell’intelletto, la libertà in luogo della legge, il sentimento sopra la ragione. In tutti i miei libri prima o poi si incontra questa dislocazione di essenze, e in molti essa costituisce il centro metafisico del loro argomentare, qualsiasi sia il loro orizzonte tematico. Ma, riferendomi a questo preciso lavoro sul magistero di Papa Bergoglio – La Chiesa ribaltata –, ci tengo a dire che tutto il libro è una precisa, argomentata e circostanziata denuncia di tale sovversione, rivoluzione, ribaltamento, avvenuta nella Chiesa, nella civiltà, nel mondo…»
“Il sentimento sopra la ragione“, è detto tutto, tutto ciò che sta accadendo, è la sintesi migliore, ma ancora non basta per comprendere l’amarezza che le parole del Papa hanno suscitato e per due motivi oggettivi associati:
il primo: d’accordo, c’è della verità nelle parole del Papa perché siamo peccatori e siamo colpevoli di ogni nefandezza. Siamo battezzati ma anche capaci di tanta crudeltà, uccidiamo genitori, figli, mogli, mariti, fidanzati e fidanzate, anche i nonni delle volte; stupriamo, rubiamo, abortiamo (la legge sull’aborto la firmarono i cattolici), evadiamo il fisco (per la verità noi qui, no, perdonateci ma è la verità), siamo mondani e ci piacciono le cose materiali. Aggiungeteci dell’altro se volete, ognuno si faccia l’esame della propria coscienza ed evitiamo di comportarci come il fariseo dietro il pubblicano assorto nella preghiera di pentimento E’ una verità che ascoltata così dal Papa fa davvero male, ferisce perché è la verità, e per questo dobbiamo ringraziare il Papa perché, leggerci un poco dentro fa bene a tutti noi.
il secondo, però: e c’è un “però”…. Nell’elenco di tutte le nefandezze che compiamo non è Dio il movente, non è la fede che professiamo, non è in nome di Dio o del Vangelo, non è una guerra santa, ma è proprio quando non viviamo il vero Vangelo che accadono tutte quelle nefandezze. La provocazione del Papa, allora, non è mossa dal Vangelo ma dal sentimento sopra la ragione, è una visione soggettiva dei fatti e che descrive questo ribaltamento dove, il principio di colpevolezza, non ha più un movente o peggio, non importa più il perché avvengano certe nefandezze. Siamo all’appiattimento della ragione. Ma la provocazione del Papa può anche essere mossa semplicemente dal politicamente corretto, o semplicemente perché il fenomeno è più estremamente complesso di quel che si pensi.
La risposta del Papa è politica e religiosa insieme. Mettere insieme il terrorismo islamico con le nefandezze del singolo battezzato non è prudenziale, come afferma di agire Francesco nella risposta, ma è uno scivolone tristissimo, è l’appiattimento delle responsabilità oggettive di ogni singolo crimine, è quel fare di tutt’erba un fascio.
Affermare poi che l’Isis non è l’Islam, dimostra delle gravissime lacune culturali da una parte – infatti dice il Papa: “…credo che non sia vero…” – e dall’altra è il politicamente corretto, il sentimento senza la ragione. C’è un aspetto giusto nelle affermazioni del Papa: probabilmente egli non vuole che la responsabilità di una invasione, di futuri massacri, che ci saranno eccome in tutta Europa, ricada proprio sui Cristiani, sui Cattolici in particolare, e questo è comprensibile, ma mai a discapito della verità, di come stanno davvero le cose. E questa verità dei fatti o viene nascosta al Papa, oppure il Papa la conosce ma preferisce ovattarla. Insomma, in fondo non hanno fatto lo stesso con il Terzo Segreto di Fatima?
«Molti dogmi fondamentali dell’islam si oppongono ai nostri principi. Con alcuni, e penso ai musulmani liberali che hanno ormai perso la fede, ci sono accomodazioni possibili. Ma con altri, e mi riferisco a coloro che aspettano il Madhì, non v’è nessuna possibilità di accordo. Escludendo i liberali, i musulmani credono che, giungendo i tempi del Giudizio Universale, verrà il Madhì che proclamerà una guerra santa per stabilire l’islam su tutta la terra, dopo aver sterminato o soggiogato tutti i non-musulmani.»
Queste parole non le abbiamo inventate noi, sono del beato Charles de Foucauld – vedi qui – l’amico dei musulmani, colui che li conosceva molto bene e che Papa Francesco non può ignorare. Dice ancora il beato de Foucauld:
«Secondo la loro fede, i musulmani ritengono l’islam come la loro vera casa e i popoli non-musulmani come destinati a essere sopraffatti da loro o dai loro discendenti. Considerano la sottomissione a una nazione non-musulmana come una situazione transitoria. La loro fede li assicura che usciranno vincitori da questo scontro con gli europei che oggi li dominano. La saggezza consiglia loro di patire con calma questa prova: “Quando un uccello intrappolato si agita, perde le piume e si spezza le ali, invece se resta tranquillo sarà integro il giorno della liberazione”. Loro possono preferire un Paese a un altro, come preferiscono la Francia alla Germania perché ci ritengono più miti; possono intrecciare amicizie con tale o tal’altro francese; possono combattere con grande coraggio per la Francia (..) Aspetteranno con più o meno pazienza il giorno del Madhì, quando allora attaccheranno la Francia.»
Noi, in tutta onestà, vogliamo cercare di comprendere le buone intenzioni del santo Padre Francesco, tuttavia non possiamo ignorare la realtà. Non il sentimento sopra la ragione, ma ragione e sentimento insieme. Restando alle parole di Foucauld, per esempio, guardiamo alla sua opera: egli viveva in mezzo a loro, cercava di comprenderli, e lo ha fatto, ha seminato amore cristiano, non si è lasciato prendere da quella paura che conduce alla schiavitù e all’odio dei sentimenti, ma usava anche la ragione, aveva anche costruito un fortino per difendere la gente dagli attacchi dei predoni, uno di quei tanti attacchi in cui rimase ucciso, ma almeno ci provò a difendere la gente, non nascondeva la verità e faceva appelli alla ragione.
E chi erano questi predoni? Maometto predicava l’adesione radicale ai principi del Corano. A Medina non vi erano mezzi ed attività sufficienti, così i musulmani diventarono ben presto predoni del deserto. Maometto a giustificazione disse che aveva avuto una rivelazione da Dio. La guerra agli infedeli era diventata una guerra santa (la jihad).
Ecco che allora è impossibile per noi accettare le parole del Papa: ” Sì, possiamo dire che il cosiddetto Isis è uno stato islamico che si presenta come violento, perché quando ci fa vedere le sue carte d’identità ci fa vedere come sulla costa libica sgozza gli egiziani, o cose del genere. Ma questo è un gruppetto fondamentalista, che si chiama Isis. Ma non si può dire – credo che non sia vero e non sia giusto – che l’islam sia terrorista.”
A parte il fatto che sono parole contraddittorie: se “possiamo dire che l’Isis è uno stato islamico”, come si può negare che l’Islam sia terrorista? Che non sia giusto affermare che “tutto” l’Islam in quanto riferito alle singole comunità e persone, siano terroristi, è vero, ma se l’Isis è uno stato islamico – come riconosce il Papa stesso – ed usa la jihad, la guerra santa, allora come fa a negare che l’Islam non sia anche l’Isis?
E quando il Papa dice: “Ho avuto un lungo dialogo con il Grande Imam dell’Università di al-Azhar e so cosa pensano loro: cercano la pace, l’incontro…” si sta esprimendo con sentimentalismo, perché dovrebbe conoscere le parole del beato Foucauld: “Escludendo i liberali, i musulmani credono che, giungendo i tempi del Giudizio Universale, verrà il Madhì che proclamerà una guerra santa per stabilire l’islam su tutta la terra, dopo aver sterminato o soggiogato tutti i non-musulmani (..) Aspetteranno con più o meno pazienza il giorno del Madhì, quando allora attaccheranno…”
Quindi ci faccia capire, Santità, per lei le parole del “Grande Imam” hanno più credibilità di quelle di un beato della Chiesa Cattolica? Uno fra i tanti Santi e Beati, perché non è certo l’unico che, ben conoscendo l’Islam, ha spiegato le stesse cose.
Se oggi esiste il terrorismo islamico, che non è attribuibile solo e soltanto alla religione islamica e si dovrebbe discutere ora di politica, di quella “scorretta”, ma non ne abbiamo lo spazio, è onesto dire che ha con essa, comunque, un qualche rapporto. In tutto il mondo islamico i cristiani vengono oggi uccisi e crocifissi, la diocesi di Mosul è finita, sparita, e non è la sola, ma nessun cattolico ha mai compiuto un attentato terroristico in “nome di Gesù Cristo”…. e se lo facesse sarebbe giustamente dichiarato o folle, o terrorista come, per esempio, lo erano le Brigate Rosse in Italia, gente anche di buona famiglia cristiana…. e sarebbero consegnati alla giustizia, il braccio secolare e la Chiesa si dissocerebbe immediatamente da certe rivendicazioni.
Quindi, i paragoni fatti da Papa Francesco sono inaccettabili, offensivi, umilianti e persino inutili per la causa della vera Pace, Gesù Cristo il Signore, il vero Dio, che non viene mai nominato dal suo Vicario quando parla dell’Islam o all’Islam.
Non facciamoci illusioni, a breve l’invasione sarà completata e quando l’Islam sarà la maggioranza, gli stati ospitanti saranno obbligati ad assumere il Corano quale manuale di legge. Non sappiamo se ci sarà ancora questo Papa o un’altro, un Pietro ci sarà sempre; non sappiamo se ci saremo “noi”, ma altri cattolici ci saranno sempre, chiunque ci sarà dovrà subire gli errori che si stanno commettendo oggi, subire gli effetti devastanti di queste leggerezze con le quali si stanno affrontando questi problemi, subire gli effetti devastanti di anni di lungo silenzio dottrinale dal quale scaturirà un futuro di profonda ignoranza, o peggio, la manipolazione della Sacra Scrittura, come ci ha dimostrato il segretario della Cei, Galantino, e che nessuno ha corretto, vedi qui. O come quando il Papa stesso ha paragonato Vangelo e Corano sulla stessa linea di evangelizzazione, vedi qui.
Papa Francesco ha espresso più volte il desiderio di essere “corretto”, ma ci chiediamo sul serio se davvero egli lo desidera e se davvero ascolta le critiche oneste e filiali, come questo errore, sull’equiparazione tra le violenze dell’Isis con le singole nefandezze compiute da singoli cattolici… In questo può risponderci, forse, solo chi conosce bene Papa Francesco e chi conosce altrettanto bene il complesso mondo Gesuita, specialmente la Compagnia ri-fondata da Padre Arrupe negli Anni ’60. E’ per questi nostri limiti che le nostre riflessioni terminano spesso con molte domande e non arrivano mai a delle conclusioni atte a giudicare il Pontefice, quanto piuttosto preferiamo rimetterci, e con noi anche il Papa nel suo ruolo di Vicario di Cristo in terra, sotto il Manto regale del Cuore Immacolato di Maria, certi del Suo trionfo, come Ella ha promesso. Ma queste certezze che ci provengono dalla fede non ci escludono la dura battaglia per difenderla, vedi qui, il discernimento di ciò che è bene e di ciò che è male, il discernimento per frenare ogni tentativo contro la manipolazione della dottrina e della Scrittura, vedi qui la gravissima profanazione della Messa con i musulmani.
E’ necessario ed urgente ristabilire le priorità, a partire da una autentica evangelizzazione che è il comando perentorio che Cristo Gesù ci ha consegnato come obbligo etico e morale, e non come sentimento opzionale.
“Alla vita dei Santi non appartiene solo la loro biografia terrena, ma anche il loro vivere ed operare in Dio dopo la morte. Nei Santi diventa ovvio: chi va verso Dio non si allontana dagli uomini, ma si rende invece ad essi veramente vicino” (Benedetto XVI – Enc. Deus caritas est, 42).
Laudetur Jesus Christus