Breve storia e mistica della Traslazione miracolosa della Santa Casa di Loreto

10 dicembre Festa della Madonna di Loreto nella miracolosa Traslazione della Santa Casa a Loreto

In data 7 ottobre 2019 Papa Francesco, tramite la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ha decretato l’inserimento della memoria facoltativa della Beata Maria Vergine di Loreto nel Calendario Romano al 10 dicembre, giorno in cui vi è la festa a Loreto.

“La Santa Casa di Loreto è il primo Santuario di portata internazionale dedicato alla Vergine e vero cuore mariano della cristianità”, con queste parole san Giovanni Paolo II ripercorreva le tappe che da sempre hanno caratterizzato questo Santuario singolare ed unico al mondo. Sì, Loreto ha una storia del tutto particolare avvolta nel mistero, un Santuario “depositato” dagli Angeli, mattone per mattone. Quanto c’è di vero nei racconti della sua antica tradizione?

Secondo la tradizione, nel 1291, quando i crociati furono espulsi definitivamente dalla Palestina, le pareti in muratura della casa della Madonna furono trasportate “per ministero angelico”, prima in Illiria (a Tersatto, nell’odierna Croazia) e poi nel territorio di Loreto (10 dicembre 1294).

Oggi, in base a nuove indicazioni documentali, ai risultati degli scavi archeologici a Nazaret e nel sottosuolo della Santa Casa (1962-65), che è senza fondamenta, e a studi filologici e iconografici, si andrebbe sempre più confermando, per alcuni, l’ipotesi secondo cui le pietre della Santa Casa sarebbero state trasportate a Loreto su nave, per iniziativa della nobile famiglia Angeli (da qui la legenda che gli Angeli avessero trasportato la Casa), che regnava sull’Epiro.

Ciò non toglie che il trasporto della Casa che è, comunque la si pensi, l’autentica dimora di Maria a Nazareth, conservi davvero del prodigioso, soprattutto se pensiamo alle difficoltà di quel tempo, trasportare una casa, mattone per mattone infatti, non deve essere stata una azione solamente umana e che Maria abbia benedetto l’operazione prediligendo quel luogo, non è da escludersi, al contrario, la Vergine Santa vi ha operato immensi prodigi.

In un documento del settembre 1294 si attesta che Niceforo Angeli, nel dare la propria figlia Ithamar in sposa a Filippo di Taranto, trasmise a lui una serie di beni, fra i quali compaiono con spiccata evidenza: “le sante pietre portate via dalla Casa della Nostra Signora la Vergine Madre di Dio”. Murate tra le pietre della Santa Casa sono state trovate cinque croci di stoffa rossa di crociati, di cavalieri di un ordine militare che nel medioevo difendevano i luoghi santi e le reliquie.

Ma, senza nulla togliere ai reperti storici, ciò non spiega come la Santa Casa sia giunta a noi. Il fatto è che neppure l’ipotesi della traslazione umana ha prove concrete e a noi piace credere, nella Comunione dei Santi, proprio ai tanti Santi che soggiornando nella Santa Casa, come attesta il murales nella Basilica, ci hanno lasciato delle prove concrete del fatto prodigioso.

Per esempio, nel “Rosarium” di Santa Caterina da Bologna (1413-1463), un testo redatto dalla Santa nel 1440, circa trenta anni prima della narrazione della “Translatio miraculosa” riportata dal Beato Giovanni Spagnuoli e da Pier Giorgio Tolomei, detto il teramano, viene riportato “per rivelazione soprannaturale del Signore”, la vicenda storica della “miracolosa traslazione della Santa Casa di Nazareth”.

Ecco con quale parole Santa Caterina da Genova descrive l’evento: “Alla fine questa dimora, consacrata prima dai tuoi Apostoli che vi hanno celebrato i Divini Misteri con miracoli, per l’idolatria di quella gente, essa fu trasportata prima in Dalmazia da uno stuolo di Angeli. Quindi, per le stesse e per altre ragioni, portarono questa degnissima chiesa in vari luoghi. Finalmente, portata dai Santi Angeli, fu collocata stabilmente a Loreto e posta nella provincia d’Italia e nelle terre della Santa Chiesa” (“Rosarium”, Misteri Gaudiosi, vv.73ss, pubblicata in Messaggio della Santa Casa del 2001, n.7, pag.221)

Dal breve testo rivelatorio di Santa Caterina da Genova e di quanto vide per grazia speciale, spiega il professor Giorgio Nicolini, un primate degli studi sulla Santa Casa, si può dedurre quanto segue:

1 – il motivo della traslazione della Santa Casa: ossia preservarla dall’idolatria delle popolazioni locali;

2 – la miracolosità della traslazione: avvenuta per ministero degli Angeli a servizio della Beata Vergine Maria;

3 – le varie tappe della traslazione, se ne contano infatti ben cinque, sostò “in vari luoghi”, sono confermate dall’archeologia e dai documenti storici: prima a Tersatto in Dalmazia nel 1291; poi ad Ancona località definita “Posatora” dove, appunto, fece sosta la Santa Casa per circa nove mesi; e ancora nella selva della signora Loreta nella pianura sottostante l’attuale cittadina di “Loreto” (il cui nome deriva proprio da quella signora di nome “Loreta”); sul campo di due fratelli sul colle lauretano (o Monte Prodo) e infine sulla pubblica strada, dove oggi si trova, sotto la cupola dell’attuale Basilica: era la notte tra il 9 e il 10 del dicembre 1294 quando la Santa Casa approdava prodigiosamente a Loreto per stabilirsi per sempre, sono oggi 730 anni…

4 – c’è infine un ultimo aspetto tratte dalle parole di Santa Caterina da Genova: il motivo della scelta, perché? Perché erano “TERRE DELLA SANTA CHIESA”.

Oggi non sono più terre dello Stato Pontificio ma, la presenza della Santa Casa, ci rammenta come le promesse e le scelte di Gesù sono un “per sempre”, sono promesse affidabili nonostante le nostre infedeltà ed il nostro venir meno.

La Santa Casa, Santuario per eccellenza, è stato visitato nel tempo da circa 200 Santi e Beati e da numerosi Pontefici. Non dimentichiamo l’Aeronautica Militare italiana, nata ufficialmente il 28 marzo 1923 e che chiese al Pontefice, Benedetto XV, il privilegio di avere come Patrona la Beata Vergine Maria di Loreto, proprio per il prodigioso trasporto, “aereo” diremo, della Santa Casa.


La Santa Casa inoltre, per la sua struttura e per il materiale in pietra non reperibile in zona, è un manufatto estraneo alla cultura e agli usi edilizi marchigiani. D’altra parte i raffronti tecnici della Santa Casa con la Grotta di Nazareth hanno messo in luce la coesistenza e la contiguità delle due parti. A conferma della tradizione è di grande importanza un recente studio sul modo in cui sono lavorate le pietre, cioè secondo l’uso dei Nabatei, a spina di pesce, diffuso nella Galilea ai tempi di Gesù.

Di grande interesse risultano anche numerosi graffiti incisi sulle pietre della Santa Casa, giudicati dagli esperti di chiara origine giudeo-cristiana e assai simili a quelli riscontrati a Nazareth. La Santa Casa, nel suo nucleo originario è costituita solo da tre pareti perché la parte orientale, ove sorge l’altare, era aperta verso la Grotta.

Le tre pareti originarie – senza fondamenta proprie e poggianti su un’antica via – si innalzano da terra per tre metri appena. Il materiale sovrastante, costituito da mattoni locali, è stato aggiunto in seguito, compresa la volta (1536), per rendere l’ambiente più adatto al culto. Il rivestimento marmoreo, che avvolge le pareti della Santa Casa, fu voluto da Papa Giulio II e fu realizzato su disegno del Bramante (1507 c).

Ed infine, la statua della Vergine col Bambino, in legno di cedro del Libano, sostituisce quella del sec. XIV, distrutta da un incendio nel 1921. Grandi artisti si sono succeduti lungo i secoli per abbellire il Santuario la cui fama si è diffusa rapidamente in tutto il mondo divenendo meta privilegiata di milioni di pellegrini. L’insigne reliquia della Santa Casa di Maria è per il pellegrino occasione e invito per meditare gli alti messaggi teologici e spirituali legati al mistero dell’Incarnazione e all’annuncio della Salvezza.

Questa la storia raccontata dalle ultime visitazioni archeologiche e dalla raccolta di fonti storiche aggiornate, è bene però non disprezzare ma anzi tenere a cuore anche il racconto popolare che custodisce, più semplicemente, l’amore per la Vergine Maria, e di Maria per la terra marchigiana, avendola prediletta come sua “nuova” dimora proteggendo il trasporto della casa originale a Nazareth. Infatti la Madonna di Loreto è anche la Protettrice dell’Aereonautica militare italiana.

L’affascinante leggenda della scoperta della Santa Casa a Loreto racconta che “più di settecento anni fa la gente del luogo, ancora immersa nel sonno, venne destata da una luce immensa ed improvvisa che dal cielo illuminava il paesaggio sottostante: tutti uscirono dalle case per ammirare lo straordinario avvenimento, senza però poter capire la fonte di quella luminosità, che sembrava essersi stabilita ne pressi di Recanati, in mezzo ad un bosco infestato dai briganti…

Allorché il sole sorse dal mare, l’arcano fu svelato, era il 2 dicembre del 1291: una casetta, tenuta sospesa da bellissimi angeli, si librava nell’aria fino a posarsi su un colle coperto da un bosco di lauri. A tutte le persone accorse sul posto apparve la casa di Nazareth, quella che Gesù aveva abitato per trent’anni; tutt’intorno era ancora profumo di fiori e si diffondeva un canto melodioso e celestiale. Ma la zona era infestata da pericolosi briganti, così che la casa fu trasportata, sempre miracolosamente, nel possedimento dei fratelli Antici… che però non seppero rendersi degni della grazia toccata loro, tanto che si impossessavano delle offerte dei pellegrini e litigavano tra loro per dividersele. Così gli angeli realizzarono la quarta ed ultima traslazione della Santa Casa, fino alla strada di Recanati a mare, una pubblica via. Il sacro sacello fu fin dal suo arrivo oggetto di una grande cura e venne anche eretto un forte muro, detto dei recanatesi, per difendere la costruzione dalle intemperie e dal degrado del suolo.”

Per giungere a delle conclusioni va detto che da sempre la Chiesa ha tentato di mantenere un basso profilo sulla legenda per poter far emergere il mistero teologico dell’Incarnazione di Dio, la nascita di Dio per mezzo della Vergine Maria la cui Casa, nella quale Maria ricevette l’Annuncio, è senza alcun dubbio storico e archeologico, la vera Casa di Maria a Nazareth.

Nella sua visita a Loreto, così diceva Benedetto XVI:

  • Maria ha offerto la propria carne, ha messo tutta se stessa a disposizione della volontà di Dio, diventando «luogo» della sua presenza, «luogo» in cui dimora il Figlio di Dio… La volontà di Maria coincide con la volontà del Figlio nell’unico progetto di amore del Padre e in lei si uniscono cielo e terra, Dio creatore e la sua creatura. Dio diventa uomo, Maria si fa «casa vivente» del Signore, tempio dove abita l’Altissimo… Vorrei affidare alla Madre di Dio anche questo speciale tempo di grazia per la Chiesa, che si apre davanti a noi. Tu, Madre del «sì», che hai ascoltato Gesù, parlaci di Lui, raccontaci il tuo cammino per seguirlo sulla via della fede, aiutaci ad annunciarlo perché ogni uomo possa accoglierlo e diventare dimora di Dio. Amen!“. (Benedetto XVI – Omelia a Loreto 4.10.2012)

Il canto popolare


Miracolose Traslazioni della Santa Casa di Nazareth a Loreto

LE CINQUE TRASLAZIONI “MIRACOLOSE” DELLA SANTA CASA DI NAZARETH

Le principali documentazioni storiche che comprovano la “veridicità storica” di “almeno” cinque “traslazioni miracolose” della Santa Casa di Nazareth, avvenute tra il 1291 e il 1296: a Tersatto, (Croazia) ad Ancona (località Posatora), nella selva della signora Loreta nella pianura sottostante l’attuale cittadina di “Loreto” (il cui nome deriva proprio da quella signora di nome “Loreta”); sul campo di due fratelli sul colle lauretano (o Monte Prodo) e infine sulla pubblica strada, dove oggi si trova, sotto la cupola dell’attuale Basilica.

LA PRIMA TRASLAZIONE MIRACOLOSA A TERSATTO

Il Beato Pio IX, il grande Pontefice nativo dell’anconitano e “miracolato” nella stessa Santa Casa di Loreto, a riguardo di essa scrisse memorabili parole. Celebre, in proposito, fu la sua Bolla “Inter Omnia”, del 26 agosto 1852, nella quale così solennemente dichiara: “Fra tutti i Santuari consacrati alla Madre di Dio, l’Immacolata Vergine, uno si trova al primo posto e brilla di incomparabile fulgore: la veneranda ed augustissima Casa di Loreto… (…) A Loreto, infatti, si venera quella Casa di Nazareth, tanto cara al Cuore di Dio, e che, fabbricata nella Galilea, fu più tardi divelta dalle fondamenta e, per la potenza divina, fu trasportata molto lontano, oltre i mari, prima in Dalmazia e poi in Italia”.

Come ogni altro Pontefice che ne ha trattato, il Beato IX identificò a Tersatto, in Dalmazia, oggi quartiere di Fiume, il primo luogo in cui “sostò” nel 1291 la Santa Casa di Nazareth durante le sue molteplici “miracolose” traslazioni.

Riguardo alle documentazioni su tali fatti accaduti, esistevano degli scritti e testimonianze composti dai contemporanei a tali eventi miracolosi, che oggi purtroppo in gran parte sono andati perduti, soprattutto a causa di incendi che hanno distrutto gli archivi storici di Tersatto e di Recanati. Ma esistono scritti e testimonianze posteriori che rimandano a quei documenti dell’epoca, visti e riportati da altri. Esiste, soprattutto, “la tradizione orale” ininterrotta, tramandata dai testimoni oculari dell’epoca, ed esistono ancor oggi diverse chiese e lapidi che ricordano gli eventi accaduti in quegli anni della fine del XIII secolo.

Le chiese, in modo particolare, ancor più dei “documenti scritti”, sono le più inoppugnabili “prove” della verità dei fatti che esse intendono celebrare, perché se esse sono state edificate e consacrate per ricordare gli “eventi miracolosi” delle traslazioni della Santa Casa di Nazareth ciò è stato possibile perché così hanno voluto i Vescovi dell’epoca, costituendo esse perciò una “approvazione ecclesiastica” inconfutabile da parte dei “testimoni oculari” più autorevoli: i Vescovi stessi dell’epoca, di varie località.

A Tersatto, ove esiste tutta una tradizione locale esattamente parallela a quella di Loreto, c’è un Santuario, risalente al XIII-XIV secolo, che ricorda proprio la sosta della Santa Casa in quel luogo per circa tre anni e mezzo. Anche una lapide, ancor oggi esistente, riporta questo fatto “storico”, essendovi scritto in essa: “Venne la Casa della Beata Vergine Maria da Nazarette a Tersatto l’anno 1291 allì 10 di maggio et si partì allì 10 di dicembre 1294”.

Anche nel “Rosarium” di Santa Caterina da Bologna (1413-1463), un testo redatto dalla santa nel 1440, viene riportato “per rivelazione soprannaturale del Signore” la vicenda storica delle “miracolose traslazioni” della Santa Casa di Nazareth. Santa Caterina da Bologna in quel testo mostra di colloquiare direttamente con Gesù, apparsogli “per grazia”; ella infatti scrive: “In questo giorno (il 25 marzo 1440), tu, o Signore, hai rivelato a me, apparendomi per grazia… ”. Poi, dopo aver riportato “la rivelazione” che fra quelle Sacre Pareti di Loreto la Vergine Maria fu “concepita” Immacolata ed ivi “nacque”, descrive sinteticamente le varie successioni del “trasporto angelico” della Santa Casa di Nazareth, secondo come “rivelatogli” da Gesù durante l’apparizione: “Alla fine questa dimora, consacrata prima dai tuoi apostoli che vi hanno celebrato i divini misteri con miracoli, per l’idolatria di quella gente fu trasportata in Dalmazia da uno stuolo di angeli. Quindi, per le stesse e per altre ragioni, portarono questa degnissima chiesa in vari luoghi. Finalmente, portata dai santi angeli, fu collocata stabilmente a Loreto e posta nella provincia d’Italia e nelle terre della Santa Chiesa” (“Rosarium”, I Mist. Gaud., vv.73 ss.- Da una traduzione del testo latino pubblicata in “Messaggio della Santa Casa”, 2001, n.7, p.211).

Qui riporto, a riguardo della “verità  storica” della “prima” traslazione miracolosa di Tersatto, la seguente narrazione storica, come riportato dagli antichi scritti.

Califà re d’Egitto, nel 1291, essendosi reso padrone della Galilea con la strage di 25.000 cristiani e con la schiavitù di altri 200.000, rovesciò il regno cristiano, profanando i Luoghi Santi e chiudendo ogni accesso ad essi. Ma il Signore, per salvare la Casa della sua amata Madre, operò uno dei più inauditi miracoli. Nella notte del 9-10 maggio 1291, per mano degli angeli, staccatala dalle fondamenta – come anche scritto dal Beato Pio IX nella Bolla sopra riportata -, fece trasportare la Santa Casa di Nazareth per lunghissimi tratti di aria e di mare verso le spiagge della Dalmazia. A Nazareth, rimasero soltanto le fondamenta della Santa Casa, tutt’oggi esistenti.

Allo spuntare dell’alba del 10 maggio 1291, sulla collina di Tersatto, non lontano da Fiume (l’odierna Rijeka), alcuni boscaioli trovarono una piccola casa che non avevano mai visto prima in quel luogo. Il fatto impressionò molto perché su quella collina che scende verso il mare non esistevano né capanne né tanto meno case. La piccola costruzione, “posata” sul terreno, aveva una lunghezza di m.9,52, una larghezza di m.4,10 e un’altezza (all’interno) di m.4,30. Di fronte all’entrata c’era un altare di pietra e, al di sopra, sul muro, una Croce greca. Su questa la figura del Cristo e un’iscrizione: “Gesù di Nazareth, Re dei Giudei”. Sull’altare vi era una statua in legno della Madonna con il Bambino in braccio: la mano destra di Gesù era levata per benedire. Oltre l’altare, un focolare nero di fumo, che ne comprovava un lungo uso. Non lontano da questo atrio, un armadio scavato nel muro e degli utensili da tavola.

Conosciuto il fatto miracoloso, vennero fedeli e curiosi da ogni parte a vedere il misterioso prodigio. Anche il parroco di Tersatto, don Alessandro Giorgevich, venne informato del fatto, ma, molto ammalato, non poté muoversi. Gli apparve allora la Madonna che gli attestò essere quella la sua Casa di Nazareth dove nacque, dove avvenne l’Annuncio dell’Arcangelo Gabriele e dove visse con Gesù. Quale sigillo dell’Apparizione, don Alessandro venne improvvisamente guarito dalla sua infermità.

Nicolò Frangipane, signore della città, volle accertarsi del fatto e mandò una delegazione in Palestina con l’incarico di constatare se realmente la Santa Casa non esistesse più in Nazareth. Tra i delegati si trovarono il Parroco stesso, Don Alessandro e tre notabili, di cui abbiamo i nomi di due di essi: Sismondo Orsich e Giovanni Gregoruschi. La delegazione, giunta a Nazareth, constatò effettivamente l’assenza della Santa Casa a Nazareth, ove erano rimaste solo le fondamenta, che combaciavano perfettamente con le misure della perimetrazione delle tre Sante Pareti giunte a Tersatto. Inoltre non trovarono nessuna differenza di qualità e natura fra le pietre ivi rimaste e quelle che erano giunte a Tersatto.

Questi quattro distinti personaggi trascrissero ogni cosa e testimoniarono il tutto con solenne giuramento; e la loro deposizione, autenticata con tutte le forme volute dalla legge, fu riposta a perpetua memoria negli archivi pubblici di Tersatto.

Il Frangipane, riservandosi di onorare convenientemente il sacro edificio, vi fece costruire attorno un muro di cinta; ma, dopo poco più di tre anni dalla sua venuta, la Casetta misteriosamente scomparve, così come era arrivata. Sul luogo ove la Santa Casa era rimasta dal 10 maggio 1291 al 10 dicembre 1294, i Frangipane fecero costruire, prima una Cappella commemorativa, e poi la Chiesa che anche oggi esiste. La struttura architettonica è una sintesi storica: una piccola Cappella, avente le stesse dimensioni della Santa Casa, fu il punto di partenza; poi fu costruito dinanzi a questa una prima navata, che più tardi fu prolungata e quindi una navata laterale, che comunica con l’altra, mediante larghe aperture.

Questa è in breve la storia della dimora fatta dalla Santa Casa a Tersatto. Non esistono, come detto, documenti del tempo, perché il 5 marzo 1629, un incendio distrusse gli archivi di Tersatto, come nella sua “Historia Tersattana”, racconta il Glavinich, il quale lamenta la perdita degli “Annali Francescani”, della relazione e dell’itinerario del Parroco di Tersatto, che, per ordine, del Conte Nicolò Frangipane, aveva accompagnato i Delegati che si recarono in Terra Santa.

Si salvarono appena alcune carte che lo stesso Glavinich aveva tolte dall’Archivio di Tersatto per un lavoro che stava facendo. Ma anch’esse andarono perdute, durante la grande guerra del 1915. Nell’intento di voler salvare alcuni documenti dell’Archivio di Tersatto, furono consegnate a una persona, che le dimenticò in treno.

Ma i documenti relativi alla sosta a Tersatto della Santa Casa, se più non esistono, esistettero un giorno. Girolamo Angelita, archivista di Recanati, dichiara che al suo tempo, e cioè nei primi anni del 1500, fu mandata a Recanati una schedula (forse un estratto) degli Annali di Fiume, nella quale era narrata la storia della dimora della Santa Casa a Tersatto, così come risultava dai documenti ancora esistenti nell’Archivio di Tersatto. La città di Recanati ne informò il Papa Leone X, il quale poi in un documento pontificio ufficiale e solenne dichiarò che la suddetta storia era comprovata da testimoni degni di fede,  scrivendo in un “Breve”: “… E’ provato da testimoni degni di fede che la Santa Vergine, dopo aver trasportato per l’onnipotenza divina, la sua immagine e la propria casa da Nazareth in Dalmazia, quindi nella foresta di Recanati e nel campo di due fratelli, la fece deporre per il ministero degli Angeli, sulla pubblica via, ove trovasi tuttora e dove l’Altissimo, per i meriti della Santissima Vergine, continua a operare miracoli” (Leone X, “Breve” del 1° giugno del 1515. Arch. Vat. Vol. 1924; 232 IX Reg. 70 – f. 74).

Oltre alla fonte diretta citata dall’Angelita, abbiamo alcuni altri importanti documenti, anche pontifici, i quali, pur non essendo coevi al fatto, lo suppongono e indirettamente lo provano, come ad esempio l’invio nel 1367, ai Tersattesi, da parte del Papa Beato Urbano V, di una immagine della Vergine Lauretana, “per calmare il loro dolore”  per aver perduto la stessa Santa Casa.

Gli abitanti di Tersatto, infatti, hanno sempre ritenuto vero il miracolo della traslazione della Santa Casa e il fatto della sua dimora in quella Città e non protestarono mai contro la notizia della scomparsa e della conseguente apparizione della medesima in terra italiana. Anzi, sappiamo dal Padre Riera e dal Torsellini che ai loro tempi i pellegrinaggi di Dalmati a Loreto erano numerosissimi e che dall’Illiria venivano alla Santa Casa le folle a pregare la Beata Vergine, perché ritornasse ad abitare fra loro.

Il Padre Raffaele Riera, gesuita e penitenziere a Loreto, in alcune pagine scritte in una sua opera, descrisse questi pellegrinaggi e l’impressione che egli ne ebbe. Nel 1559, trovandosi nella Basilica ad ascoltare le confessioni, egli vide entrare un pellegrinaggio di Dalmati, composto di circa 500 persone, che invocavano piangendo la misericordia divina, sul ritmo dello Stabat Mater e del Dies Irae. Il Trombelli ne pubblicò il testo che è il seguente: “O Maria, sei venuta qui insieme con la tua Casa, per essere nella tua qualità di Madre di Cristo, dispensatrice di grazia; Nazareth fu il tuo luogo di nascita, ma Tersatto fu per te il primo porto quando venivi in questa terra. Trasportasti qui anche la Casa, ma qui sei rimasta, o Regina della clemenza. Ci rallegriamo di essere stimati degni di godere la tua presenza”.

L’impressione provata dal Riera alla vista di un pellegrinaggio così pio, che con tanto affetto e fiducia parlava alla Vergine, fu molto grande. Egli confessa che si ritirò dalla chiesa, perché temeva che il Signore, ascoltando la preghiera di quei pellegrini, facesse nuovamente trasportare la Santa Casa nella loro terra.

Il vincolo che legò Tersatto a Loreto fu sempre forte e costante; infatti, non solo per diversi secoli i pellegrini vennero in gran numero a Loreto, ma molte famiglie si trasferirono qui dalla Dalmazia e ancor oggi si trovano nel contado e nella Città cognomi slavi italianizzati.

Fino al tempo di Paolo III esistette a Loreto una Confraternita, detta degli Schiavoni, per il suffragio dei defunti Dalmati e nel 1575 Gregorio XIII vi istituì il Collegio Illirico per l’educazione gratuita di trenta chierici delle Diocesi della Dalmazia, assegnandogli l’edificio posto a fianco della Basilica, nel quale prima si trovava l’Ospedale dei Pellegrini e affidandone la direzione ai Padri della Compagnia di Gesù.

Anche Giovanni Paolo II attestò questo singolare legame tra Loreto e Tersatto, nel Lettera inviata a Mons. Pasquale Macchi, arcivescovo di Loreto, il 15 agosto 1993: “La Vergine Lauretana dall’alto del suo colle benedica e soccorra tutti i popoli, in particolare quelli sull’altra sponda dell’Adriatico, dove è così viva la tradizione lauretana…”.

Autore: Giorgio Nicolini: Nato ad Ancona il 18 gennaio 1951. Maturità Magistrale presso l’Istituto Magistrale “C. F. Ferrucci” di Ancona. Bacellierato in Sacra Teologia presso la “Pontificia Università Lateranense” di Roma. Professore di Religione Cattolica, scrittore, editore e direttore della Emittente Televisiva Cattolica in Internet TELE MARIA ( www.telemaria.it ) e del Giornale Informatico LA VOCE CATTOLICA ( https://www.lavocecattolica.com ).


 

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Da quella finestra cerchiata in rosso l’arcangelo Gabriele salutò Maria e Le annunciò il concepimento di Gesù.
Non solo. Dopo l’Ascensione al cielo del Signore, proprio in questa casa, secondo la tradizione, a Nazareth, prima di essere trasportata prodigiosamente dagli angeli a Loreto nel 1294, venne celebrata la prima Santa Messa da san Pietro, con gli apostoli e con la presenza di Maria, ancora vivente e ancora abitante nella casa stessa, che da allora fu trasformata in chiesa, come ricorda la visione di santa Caterina da Genova. In questa casa, perciò, abbiamo due grandi prodigi: nel primo è il Concepimento prodigioso nel seno di Maria, nel secondo momento abbiamo  la prima consacrazione, Transustanziazione eucaristica celebrata da san Pietro, capo degli apostoli, alla presenza della stessa Beata Vergine Maria.

Supplica alla Madonna di Loreto

(si può dire anche a mezzogiorno; si recita per chi vuole anche il 25 marzo)

+ O Maria Loretana, Vergine gloriosa, noi ci accostiamo fiduciosi a Te: accogli oggi la nostra umile preghiera. L’umanità è sconvolta da gravi mali dai quali vorrebbe liberarsi da sola. Essa ha bisogno di pace, di giustizia, di verità, di amore e si illude di poter trovare queste divine realtà lontano da tuo Figlio. O Madre! Tu portasti il Salvatore divino nel tuo seno purissimo e vivesti con Lui nella santa Casa che noi veneriamo su questo colle loretano, ottienici la grazia di cercare Lui e di imitare i suoi esempi che conducono alla salvezza.

Con fede e amore filiale, ci portiamo spiritualmente alla tua Casa benedetta. Per la presenza della tua Famiglia essa è la Casa santa per eccellenza alla quale vogliamo si ispirino tutte le famiglie cristiane: da Gesù ogni figlio impari l’ubbidienza e il lavoro; da Te, o Maria, ogni donna apprenda l’umiltà e lo spirito di sacrificio; da Giuseppe, che visse per Te e per Gesù, ogni uomo impari a credere in Dio e a vivere in famiglia e nella società con fedeltà e rettitudine.

Molte famiglie, o Maria, non sono un santuario dove si ama e si serve Dio; per questo Ti preghiamo affinché Tu ci ottenga che ognuna imiti la tua, riconoscendo ogni giorno e amando sopra ogni cosa il tuo Figlio divino. Come un giorno, dopo anni di preghiera e di lavoro, egli uscì da questa Casa santa per far sentire la sua Parola che è Luce e Vita, così ancora dalle sante mura che ci parlano di fede e di carità, giunga agli uomini l’eco della sua parola onnipotente che illumina e converte.

Ti preghiamo, o Maria, per il Papa, per la Chiesa cattolica, per l’Italia e per tutti i popoli della terra, per le istituzioni ecclesiali e civili e per i sofferenti e i peccatori, affinché tutti divengano discepoli di Dio. O Maria, in questo giorno di grazia, uniti ai devoti spiritualmente presenti a venerare la Santa Casa ove fosti adombrata dallo Spirito Santo, con viva fede Ti ripetiamo le parole dell’Arcangelo Gabriele: Ave, o piena di grazia, il Signore è con Te!

Noi Ti invochiamo ancora: Ave, o Maria, Madre di Gesù e Madre della Chiesa, Rifugio dei peccatori, Consolatrice degli afflitti, Aiuto dei Cristiani.

Tra le difficoltà e nelle frequenti tentazioni noi siamo in pericolo di perderci, ma guardiamo a Te e Ti ripetiamo: Ave, Porta dei Cielo; ave, Stella del Mare! Ave nostra Mediatrice. Salga a Te la nostra supplica, o Maria. Essa Ti dica i nostri desideri, il nostro amore a Gesù e la nostra speranza in Te, o Madre nostra e dal Tuo Cuore Immacolato, ridiscenda la nostra preghiera sulla terra con abbondanza di grazie celesti. Amen. – Salve, o Regina….

Invocazioni alla Vergine di Loreto.

Vergine di Loreto – prega per me

Vergine di Loreto – proteggimi

Vergine di Loreto – guariscimi

Vergine di Loreto – custodisci le nostre Famiglie

Vergine di Loreto – proteggi i nostri figli

Vergine di Loreto – addolcisci le nostre pene

Vergine di Loreto – intercedi per noi miseri peccatori

Vergine di Loreto – proteggi le nostre comunità

Vergine di Loreto – difendi l’Italia dalle calamità e dalle tenebre

Vergine di Loreto – assistici nell’ora della morte. Amen. 3Ave Maria…


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