Scapolare del Santo Carmelo e il Privilegio “sabatino” (2)

L’apparizione di Maria Regina del Carmelo al superiore dei carmelitani, san Simone Stock, nel 1251, sta all’origine della devozione dello scapolare, una delle più amate e praticate in tutto il mondo cattolico. La grande promessa legata all’uso dell’abitino: la preservazione dall’inferno. Le apparizioni mariane di Lourdes e Fatima, confermano questa devozione. Lo scapolare del Carmine nasce proprio qual segno distintivo dei cattolici contro l’errore e l’eresia nelle persecuzioni protestanti, napoleoniche, massoniche e socialcomuniste. Infine è necessario distinguere lo Scapolare dalla Promessa del Privilegio sabatino, ossia: non bisogna confondere la Grande Promessa della Santa Vergine Maria con il Privilegio Sabatino. 

AGGIORNAMENTO DI QUEST’ALTRO ARTICOLO SUL TEMA:

Lo Scapolare B.V. del Santo Carmelo e il Privilegio Sabatino (1)

La Regina del Cielo, apparendo tutta raggiante di luce, il 16 luglio 1251, al vecchio generale dell’Ordine Carmelitano, San Simone Stock (il quale l’aveva pregata di dare un privilegio ai Carmelitani), porgendogli uno scapolare -detto comunemente «Abitino»- così gli parlò: «Prendi figlio dilettissimo, prendi questo scapolare del tuo Ordine, segno distintivo della mia Confraternita, privilegio a te e a tutti i Carmelitani. CHI MORRA’ RIVESTITO DI QUESTO ABITO NON SOFFRIRA’ IL FUOCO ETERNO; questo è un segno di salute, di salvezza nei pericoli, di alleanza di pace e di patto sempiterno».
Detto questo, la Vergine scomparve in un profumo di Cielo, lasciando nelle mani di Simone il pegno della Sua Prima «Grande Promessa».
La Vergine Santa, dunque, con la Sua rivelazione, ha voluto dire che chiunque indosserà e porterà per sempre l’Abitino, non solo sarà salvato eternamente, ma sarà anche difeso in vita dai pericoli.
ATTENZIONE – Non bisogna credere minimamente, però, che la Santa Madre di Dio e nostra, con la sua Grande Promessa, voglia ingenerare nell’uomo l’intenzione di assicurarsi il Paradiso, continuando  tranquillamente a peccare, o forse la speranza di salvarsi anche privo di meriti, senza pentirsi dei peccati o pensando di salvarsi facendo a meno dei Sacramenti, ma piuttosto che in forza della Sua Promessa, Ella si adopera in maniera efficace per la conversione del peccatore, che porta con fede e devozione l’Abitino fino in punto di morte, aiutando il fedele nella buona battaglia verso la santità. 

Sebbene siano stati sollevati dubbi sulla storicità dell’apparizione a San Simone e si sia discusso a lungo sull’autenticità della Bolla Sabatina, possiamo avere certezza delle promesse annesse all’uso dello Scapolare grazie alle numerose conferme da parte di molti Papi, tra i quali anche San Pio V e San Pio X. In particolare, i vantaggi del Privilegio Sabatino sono stati confermati dalla Sacra Congregazione delle Indulgenze il 14 luglio 1908 (Indulgentiarum, privilegiorum et indultorum confratribus S. Scapularis B. M. V. de Monte Carmelo a Romanis Pontificibus concessorum in ASS 41, 1908, pag. 609 e 610), dallo stesso San Pio X che concesse l’uso della Medaglia in sostituzione dello Scapolare e che estese tale Devozione oltre i confini stessi dell’Ordine Carmelitano, se pur sempre ad essi confermati.

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CONDIZIONI PER OTTENERE IL FRUTTO DELLA GRANDE PROMESSA DELLA MADONNA

1) Ricevere al collo l’Abitino dalle mani di un sacerdote, il quale, imponendolo, recita una sacra formula di consacrazione alla Madonna (RITO DI IMPOSIZIONE DELLO SCAPOLARE). Ciò è necessario solo la prima volta che s’indossa l’Abitino. Dopo, quando s’indossa un nuovo «Abitino», esso si mette al collo con le proprie mani. 
2) L’Abitino, deve essere tenuto, giorno e notte, indosso e precisamente al collo, in modo che una parte scenda sul petto e l’altra sulle spalle. Chi lo porta in tasca, nella borsetta o appuntato sul petto non partecipa alla Grande Promessa. 
3) è necessario morire rivestivo del sacro abitino. Chi l’ha portato per tutta la vita e sul punto di morire se lo toglie, non partecipa alla Grande Promessa della Madonna. 

ALCUNI CHIARIMENTI

L’Abitino (che non è altro che una forma ridotta dell’abito dei religiosi carmelitani), deve essere necessariamente di panno di lana e non di altra stoffa, di forma quadrata o rettangolare, di colore marrone o nero. L’immagine su di esso, della Beata Vergine, non è necessaria ma è di pura devozione. Scolorandosi l’immagine o staccandosi l’Abitino vale lo stesso.

L’Abitino consumato si conserva, o si distrugge bruciandolo, e il nuovo non ha bisogno di essere nuovamente imposto, basta che sia fatto benedire

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Chi, per qualche motivo, non può portare l’Abitino di lana, può sostituirlo (dopo averlo indossato di lana, in seguito all’imposizione fatta dal sacerdote, tale prima imposizione è obbligatoria e vincolante ai fini della Promessa) con una medaglietta che abbia da una parte l’effige di Gesù e del Suo Sacro Cuore e dall’altra quella della Beata Vergine del Carmelo, così come concesso da San Pio X. 
L’Abitino si può lavare, ma prima di toglierlo dal collo è bene sostituirlo con un altro o con una medaglietta, in modo che non si resti mai privi di esso.

Non è necessario che l’Abitino tocchi direttamente il corpo, ma può portarsi sugl’indumenti, purché sia messo al collo. Molto saggiamente le donne cucivano un taschino interno alla biancheria intima, in tal modo lo Scapolare veniva lì posto al sicuro e quindi sempre indossato.

Chi porta l’Abitino, pur non essendo obbligato (ricordiamo che nulla è obbligatorio, ma queste Devozioni sono opportune per la nostra salvezza), è bene che reciti spesso la giaculatoria: «O Maria Santissima del Carmelo prega per noi».

Baciando lo Scapolare o la medaglia propria o quello di altra persona si lucra l’indulgenza parziale.

IL PRIVILEGIO SABATINO

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Il Privilegio Sabatino, è una seconda Promessa (riguardante lo scapolare del Carmine) che la Beata Vergine Maria fece in una Sua apparizione, ai primi del 1300, al Pontefice Giovanni XXII, al quale, la Vergine comandò di confermare in terra, il Privilegio ottenuto da Lei in Cielo, dal Suo diletto Figlio.
Questo grande Privilegio, offre la possibilità di entrare in Paradiso, il primo sabato dopo la morte. Ciò vuol dire che, coloro che otterranno questo privilegio, staranno in Purgatorio, massimo una settimana, e se avranno la fortuna di morire di sabato, la Madonna li porterà subito in Paradiso.
Non bisogna confondere la Grande Promessa della Santa Vergine Maria con il Privilegio Sabatino. Nella Grande Promessa, fatta a S. Simone Stock, non sono richieste né preghiere né astinenze, ma basta portare con fede e devozione giorno e notte indosso, fino al punto di morte, la divisa carmelitana, che è l’Abitino (lo Scapolare o la Medaglia, appunto), per essere aiutati e guidati in vita dalla nostra Santa Madre e per fare una buona morte, o meglio per non patire il fuoco dell’Inferno

Mentre, per quanto riguarda il Privilegio Sabatino, che riduce ad una settimana, massimo, la sosta nel Purgatorio, la Madonna chiede che oltre a portare l’Abitino si facciano anche preghiere e alcuni sacrifici in Suo onore.

CONDIZIONI VOLUTE DALLA MADONNA PER OTTENERE IL PRIVILEGIO SABATINO

1) Portare, giorno e notte indosso, l’«Abitino», come per la Prima Grande Promessa. 
2) Essere iscritti nei registri di una Confraternita Carmelitana ed essere, quindi, confratelli Carmelitani. 
3) Osservare la castità secondo il proprio stato. 
4) Recitare ogni giorno le ore canoniche (cioè l’Ufficio Divino o il Piccolo Ufficio della Madonna). Chi non sa recitare queste preghiere, deve osservare i digiuni della S. Chiesa (salvo se non è dispensato per legittima causa) e astenersi dalle carni, nel mercoledì e nel sabato per le intenzioni della Santa Vergine Maria e nel venerdì per Gesù morente in Croce per noi, eccettuato il giorno del S. Natale quando, appunto, cadesse di venerdì.. 

ATTENZIONE – siccome le devozioni NON sono questioni “burocratiche”, la Santa Madre Chiesa che ne ha l’autorità, per venire incontro ai fedeli, dà al Sacerdote, che impone l’Abitino, la facoltà di commutare la recita delle ore canoniche e l’astinenza del mercoledì e del sabato in alcune facili preghiere e in un po’ di penitenza, a scelta del sacerdote stesso. Tutte queste pratiche, generalmente vengono commutate nella recita quotidiana del Santo Rosario oppure di 7 Pater, 7 Ave, 7 Gloria e nell’astinenza dalla carne il mercoledì, in onore della Madonna del Carmine. Poichè in tutta la Chiesa il giorno dedicato alla Madre di Dio è il Sabato, specialmente i primi 5 sabati del mese come confermato a Fatima, il digiuno previsto può farsi il sabato anzichè il mercoledì. 

ALCUNE PRECISAZIONI

Chi non osserva la recita delle suddette preghiere o l’astinenza dalle carni non commette alcun peccato; dopo la morte, potrà entrare anche subito in Paradiso per altri meriti, ma non godrà del Privilegio Sabatino.
La commutazione dell’astinenza dalle carni in altra penitenza si può chiedere a qualunque sacerdote.

Occorre ricordare che le promesse della Vergine Maria circa lo Scapolare del Carmelo non sono da intendersi come un automatismo che esime da una vita virtuosa. Lo Scapolare non è un “portafortuna” o un amuleto e commetterebbero un grave errore coloro che si permettessero di condurre una vita deliberatamente peccaminosa presumendo di salvarsi solo perché indossano lo Scapolare. Molti Papi e teologi hanno spiegato che solo chi abbia fedelmente usato lo Scapolare con vera devozione riceverà dalla Regina del Cielo la grazia della contrizione e della perseveranza finale.

Norme pratiche
· Lo Scapolare è imposto una volta per sempre, da un religioso carmelitano o da altra persona autorizzata.
· Può essere sostituito da una medaglia che raffiguri da una parte l’immagine del Sacro Cuore di Gesù, e dall’altra quella della Vergine. Tale medaglia viene benedetta quando si cambia.
· Lo Scapolare è per i cristiani autentici che si conformano alle esigenze evangeliche, ricevono i Sacramenti e professano una speciale devozione alla Santissima Vergine (espressa con la recita quotidiana di almeno tre Ave Maria).

PER IL RITO VEDI A TERMINE DELLA PAGINA

IL PERDONO DEL CARMINE
Occorre menzionare un’ultima grazia legata alla ricorrenza della Madonna del Carmine, l’indulgenza plenaria detta “Perdono del Carmine”. Il Perdono del Carmine fu concesso da Papa Leone XIII il 16 maggio 1892. Fu temporaneamente sospeso nel 1965, insieme a tutte le indulgenze previgenti, con la promulgazione della Costituzione Apostolica Indulgentiarum Doctrina dovuta a Paolo VI. Nel marzo 1968 fu comunicata all’Ordine la conferma dell’indulgenza, con condizioni riviste in linea con i criteri dell’Enchiridion indulgentiarum del 1968.
Dal mezzogiorno del 15 luglio e per tutto il 16 luglio, si può acquistare l’indulgenza plenaria visitando una chiesa carmelitana e recitando, durante la visita, il Credo e il Padre nostro. Vanno soddisfatte anche le consuete condizioni per l’indulgenza plenaria: Comunione sacramentale, confessione, distacco dal peccato anche veniale e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre.

Papa Pio XII, che incentrò molti dei suoi atti di Magistero attorno alla devozione mariana, scrisse a riguardo dello Scapolare: “Sia il simbolo della consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, della quale abbiamo molto bisogno in questi tempi tanto pericolosi”. E anche: “Non si tratta di cosa di poco conto, ma dell’acquisto della Vita Eterna, in virtù della tradizionale promessa della Beata Vergine. Si tratta infatti dell’impresa più importante e del modo più sicuro di attuarla…”.[Pio XII, Lettera Neminem profecto latet, 11 febbraio 1950]
Durante il pontificato di San Giovanni Paolo II la Congregazione per il Culto Divino si è espressa così:
“Lo Scapolare è segno esteriore del particolare rapporto, filiale e confidente, che si stabilisce tra la Vergine, Madre e Regina del Carmelo, e i devoti che si affidano a lei in totale dedizione e ricorrono pieni di fiducia alla sua materna intercessione; ricorda il primato della vita spirituale e la necessità dell’orazione. […] Lo Scapolare è imposto con un particolare rito della Chiesa, in cui si dichiara che esso «richiama il proposito battesimale di rivestirci di Cristo, con l’aiuto della Vergine Madre, sollecita della nostra conformazione al Verbo fatto uomo, a lode della Trinità, perché portando la veste nuziale, giungiamo alla patria del cielo»”.
[Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Direttorio su pietà popolare e liturgia – Principi e orientamenti, Città del Vaticano, 2002, n. 205.]

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Imposizione dello Scapolare
Ricevi questo Scapolare segno di una relazione speciale con Maria, la Madre di Gesù, che ti impegni ad imitare.
Questo Scapolare ti ricordi la tua dignità di cristiano, la tua dedizione al servizio del prossimo e all’ imitazione di Maria.
Portalo come segno della sua protezione e come segno della tua appartenenza alla famiglia del Carmelo. Sii disposto a compiere la volontà di Dio e ad impegnarti nel lavoro per la costruzione di un mondo che risponda al piano di fraternità, giustizia e pace di Cristo.

ATTO DI CONSACRAZIONE ALLA BEATA VERGINE DEL CARMINE

O Maria, Madre e decoro del Carmelo, a te consacro oggi la mia vita, quale piccolo tributo di gratitudine per le grazie che attraverso la tua intercessione ho ricevuto da Dio. Tu guardi con particolare benevolenza coloro che devotamente portano il tuo Scapolare: ti supplico perciò di sostenere la mia fragilità con le tue virtù, d’illuminare con la tua sapienza le tenebre della mia mente, e di ridestare in me la fede, la speranza e la carità, perché possa ogni giorno crescere nell’amore di Dio e nella devozione verso di te. Lo Scapolare richiami su di me lo sguardo tuo materno e la tua protezione nella lotta quotidiana, sì che possa restare fedele al Figlio tuo Gesù e a te, evitando il peccato e imitando le tue virtù. Desidero offrire a Dio, per le tue mani, tutto il bene che mi riuscirà di compiere con la tua grazia; la tua bontà mi ottenga il perdono dei peccati e una più sicura fedeltà al Signore. O Madre amabilissima, il tuo amore mi ottenga che un giorno sia concesso a me di mutare il tuo Scapolare con l’eterna veste nuziale e di abitare con te e con i Santi del Carmelo nel regno beato del Figlio tuo che vive e regna per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PREGHIERA ALLA MADONNA DEL CARMINE PER LE ANIME DEL PURGATORIO

Ricordati, o pietosissima Vergine Maria, gloria del Libano, onore del Carmelo, della consolante promessa che saresti discesa a liberare dalle pene de Purgatorio le Anime dei tuoi devoti. Incoraggiati da questa tua promessa, Ti supplichiamo, Vergine Consolatrice, di aiutare le care Anime, del Purgatorio, e specialmente… O Madre dolce e pietosa, rivolgi al Dio di amore e di misericordia con tutta la potenza della tua mediazione: offri il Sangue prezioso del tuo santissimo Figlio insieme ai tuoi meriti ed alle tue sofferenze: avvalora le nostre preghiere e quelle della Chiesa tutta, e libera le Anime del Purgatorio. Amen. 3 Ave, 3 Gloria.  

LODE ALLA MADONNA DEL CARMELO

L’abitino che io porto
è sicuro mio conforto,
e lo stimo mio tesoro più d’argento, gemme e oro. 
Da Voi spero, Gran Signora, ciò che voi diceste allora
a Simone Vostro amato, dando l’abito sacrato.
Prometteste, certamente,
a chi il porta piamente,
esentar da cruda sorte ed in vita e dopo morte. 
Ed il sabato che viene, esentarlo dalle pene
col sovrano Vostro zelo e condurlo poi nel Cielo.
Orsù dunque, Verginella,
Madre, Sposa, tutta bella, me infelice liberate d’ogni male e consolate. 
Aiutatemi nei guai mentre afflitto sono assai,
specialmente, allora, quando il mio fiato sta spirando.
Allora sì datemi aiuto,
d’impetrar l’eterna vita, e sfuggire in tutti i modi di Lucifero le frodi.
Fate allora che io gioendo e con gli Angeli godendo, canti dolce melodia,
Viva, viva del Carmine Maria. Salve Regina

TESTIMONIANZA SULLA POTENZA DELLO SCAPOLARE

Sulla Piazza di Jlfurt in Alsazia (Francia) vi è una Statua monumentale in bronzo dell’Immacolata, con questa iscrizione:
«In memoria della liberazione dei due ossessi – Teobaldo e Giuseppe Burner – ottenuta per l’intercessione della B.V. M. Immacolata – Anno del Signore 1869».

Questi due fratelli furono invasi dal demonio per circa quattro anni (1864-69; curati inutilmente e visitati da molti Medici e specialisti, quando varie volte finalmente furono esorcizzati dal Parroco Brey e da tre Sacerdoti e Religiosi, incaricati dalla Curia di Strasburgo. Molte volte furono presenti, oltre ai genitori e parenti, anche il Sindaco del luogo Tresch e persone importanti, tra cui il Deputato Sig Ignazio Spies.

Teobaldo morì poi il 3-4-1871, all’età di 16 anni. Giuseppe morì più tardi – 1882 – a 25 anni.

Molti fatti diabolici sono pure registrati nel Vangelo e in molte Vite di Santi.

Quindi non è fantasia: il demonio esiste, come l’Inferno!!!

I due ossessi erano soggetti a fenomeni straordinari, per esempio:
– Torcere il collo o le gambe all’indietro, in modo straziante.
– Arrampicarsi sugli alberi, fino a tenui rami, che non si rompevano.
– Vomitare fuoco, schiuma, piume che appestavano la casa.
– Parlavano tutte le lingue e dialetti.
– Svelavano colpe segrete o delitti di persone presenti, che fuggivano.
– Quando i visitatori si erano prima Confessati, i ragazzi ossessi (per opera del demonio) dicevano: Prima siete stati nel porcile (la Chiesa) a togliere lo sterco dalle vostre coscienze!
– Al contrario quando si presentavano coloro che vivevano male o in peccato, dicevano: Oh! ecco uno dei nostri!… Che brava gente! Dovrebbero essere tutti così!… Risparmiano fatica al nostro padrone, e gli guadagnano molte anime. – ecc…
– Quando la camera o altre cose, a loro insaputa, venivano benedette con l’Acqua santa, dicevano: l’hanno spalmata col lordume!…
Bestemmiavano Dio, Gesù, l’Eucarestia, La Chiesa, i Santi… e mai la Madonna.
Fu loro chiesto: Perché bestemmiate Tutti… e mai la Madonna?
– Perché la Marionetta (Gesù) sulla Croce ce lo ha proibito!
Che pensate dell’Immacolata Concezione?
– Vattene alla malora con la tua Grande Signora!
Gli si mise addosso l’Abitino della Madonna del Carmine a Teobaldo, senza che se ne accorgesse.
Ma tosto egli gridò: toglimi questo strazio! Mi brucia…!
– Non è uno straccio – si rispose – e te lo toglierò solo quando tu mi dirai cos’è.

L’Abitino della Grande Signora!
Un’altra persona chiede a Giuseppe: Che cosa odiate di più nei Cristiani?
– … La Devozione alla Grande Signora!… – fu risposto.

Capite? Oh! Come dobbiamo essere grati alla Mamma del Cielo, che ci vuol vestire del Suo Santo Abitino: lo Scapolare!!!  

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Alla origine di una devozione tradizionale

Lo scapolare della Madonna del Carmine e il «privilegio Sabatino»

 

La notte fra il 15 e il 16 luglio 1251 Simone Stock, sesto superiore generale dei carmelitani, pregava intensamente la Madonna affinché concedesse un segno di speciale protezione all’ordine che, in suo onore, aveva scelto come proprio titolo giuridico la denominazione di Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo. Tale richiesta era ampiamente motivata dalle innumerevoli difficoltà che i carmelitani avevano dovuto affrontare nel secolo XIII e che Simone aveva sperimentato in prima persona. 

Dopo avere subito intimidazioni, oltraggi e massacri da parte dei maomettani, gli eremiti del Monte Carmelo erano stati costretti a emigrare in Europa. Questo forzato trasferimento aveva creato problemi di ogni sorta, particolarmente a causa della incomprensione che il clero regolare e secolare aveva riservato ai nuovi arrivati, a torto sospettati di voler sottrarre i fedeli all’influenza degli antichi pastori. «I monaci vagavano in cerca di luoghi che ricordassero loro il Carmelo […]; i più avevano ancora viva la strage di tanti loro fratelli, la distruzione dei monasteri dove avevano dovuto abbandonare i ricordi più cari, mentre quella terra alla quale essi con stento avevano acconsentito di emigrare […] non aveva offerto loro che incomprensioni, derisioni ed una persecuzione che se non mozzava lo testa come la scimitarra saracena, aveva però l’effetto di martoriare fino all’esasperazione il loro spirito, minando i fondamenti di quella fede che essi avevano imparato essere basata sulla carità: quell’occidente che voleva far le crociate per venire in aiuto ai cristiani d’oriente, chiudeva le porte di casa proprio di fronte ai figli migliori di quell’oriente medesimo […]. Opposizione sistematica, temporeggiatrice, estenuante: questo solo offriva l’Europa agli eremiti del Carmelo» (1).

La risposta della Vergine alla preghiera di san Simone Stock

A tale situazione i carmelitani reagirono appellandosi ai Sommi Pontefici, che prima nella persona di Onorio III e poi in quella di Innocenzo IV si pronunciarono, anche ufficialmente, a loro favore. Ma neppure l’intervento dei successori di Pietro valse a rendere più agevoli le condizioni di vita dell’ordine, costretto a subire una situazione non più tollerabile. Fu allora che Simone Stock – il quale aveva dapprima vissuto l’esperienza eremitica orientale, guidando poi con prudenza e saggezza l’ordine sulla strada dell’adattamento alle esigenze proprie del tipo di vita occidentale – iniziò a rivolgersi costantemente e fervorosamente a colei che, sola, poteva far cessare le ostilità tra le quali si dibattevano i carmelitani. E la Vergine santa, invocata con tanto ardore, rispose all’appello di Simone, apparendogli con lo scapolare in mano e circondata da una moltitudine di angeli.

Il venerabile Pietro Swanington, segretario e amico del superiore generale, così descrive, nell’autografo rinvenuto successivamente nella tomba dello stesso Stock, la celeste apparizione: «Il beato Simone, quantunque assai innanzi con gli anni, macerato dalle austerità passava ben sovente le notti in orazione. Un giorno, ricolmo di consolazione celeste, ci radunò tutti insieme; e parlò in questi termini: “Benedetto sia Dio, fratelli carissimi, che non lasciò in abbandono quelli che speravano in lui né disdegnò le loro preci. Benedetta sia pure la Madre SS. del Nostro Signore Gesù Cristo, la quale memore dei giorni antichi, e delle tribolazioni che a molti di noi troppo incolsero, vi manda una parola che voi riceverete nell’allegrezza del Santo Spirito, il quale dirige me a manifestarvela come bisogna. 

“Mentre io effondevo l’anima mia nel cospetto del Signore, sebbene altro non sia che polvere e cenere, e con tutta fiducia pregavo Maria Vergine mia Signora affinché, come voleva che noi fossimo chiamati suoi fratelli, così si mostrasse Madre, togliendoci dalle tentazioni, e con qualche segno di grazia ci rialzasse in faccia a coloro che ci perseguitano, dicendole con sospiri: O fiore de Carmelo etc. (2), mi apparve essa con grande corteggio, e tenendo l’Abito dell’Ordine disse: Prendi, amatissimo figlio, questo Scapolare; attesto sarà il segno dell’Ordine tuo e della mia Congregazione e del privilegio ch’io ho ottenuto per te e per tutti i Carmelitani, col quale chiunque piamente morrà, non soffrirà l’eterno incendio. È questo un segno di salute, salvezza nei pericoli, pegno di pace e di alleanza eterna. Disparve, dicendomi ch’io avessi spedito a Nostro Signore Innocenzo, Vicario del suo benedetto Figliuolo, perché ponesse rimedio alle vessazioni. Fratelli, mentre nei vostri cuori conserverete queste parole, fate di tutto per rendere certa la vostra vocazione per mezzo delle buone opere, e di non mancarvi giammai. Vegliate fra i rendimenti di grazie per tanta misericordia, pregando incessantemente onde le parole a me dette si adempiano, a lode della SS. Trinità, del Padre, di Gesù Cristo e dello Spirito Santo, e della Vergine sempre benedetta, Maria”» (3).

L’importanza dello scapolare o abitino che la Madonna mostrò a Simone d’Inghilterra – in seguito elevato all’onore degli altari – non è facilmente percepibile da parte degli uomini dei nostri tempi, immersi in una società ormai largamente secolarizzata. Essa era tuttavia immediatamente comprensibile ai cattolici del Medioevo, inseriti in un mondo nel quale anche le città e i villaggi erano costruiti in modo da spingere gli abitanti a essere per lo meno virtualmente contemplativi.

«Attorno ai monasteri – scrive p. Ludovico Saggi O. Carm. – gravitava tutto un mondo ansioso di Dio e di pace. E tale mondo voleva in qualche modo entrare in quelle oasi […]. Da qui la confraternita, concessa anche a coloro che rimanevano nel secolo, per cui si veniva a creare una unione spirituale. E, quale segno esteriore, si voleva anche l’abito: un abito che fosse in qualche modo simile a quello dei “confratelli” monaci» (4).

In un’atmosfera così profondamente impregnata di autentica e profonda religiosità, si può ben comprendere quale grande valore assumesse lo scapolare che, seppure formato da due semplici rettangolini di stoffa uniti da altrettante fettucce, aveva per i fedeli lo stesso valore di quello portato dai religiosi e consistente in due lunghe strisce, indossate sopra la tonaca e pendenti dalle scapole.

Se poi si pensa che lo scapolare è parte assai importante dell’abito carmelitano e l’uso del medesimo, sia pur in formato ridotto, stava a significare l’affiliazione all’ordine, al fine di goderne i benefici e i vantaggi spirituali, si può cogliere il grande significato del «segno speciale» mostrato dalla Vergine Santa a san Simone Stock: chiunque, religioso o laico avesse fatto parte – a qualsiasi titolo – della famiglia dei Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, sarebbe stato preservato dalle fiamme dell’inferno in virtù dell’abitino, regolarmente ricevuto e piamente indossato fino alla morte.

Sulla base di questa «grande promessa» la devozione dello scapolare, confermata dall’autorità della Chiesa, ebbe uno sviluppo straordinario.

Lo sviluppo della devozione dello scapolare

Padre Albino del Bambin Gesù O.C.D., nel suo magistrale saggio Lo Scapolare della Madonna del Carmine, offre un florilegio di significative testimonianze, che mi pare opportuno riportare, in quanto consentono di avere un’idea, almeno approssimativa, del favore che la devozione del santo abitino incontrò presso i fedeli di ogni nazione (5).

«All’inizio del secolo XV – scrive Matteo Orsini – l’Europa cattolica era inginocchiata davanti a Maria […]. I principi tedeschi si ornavano del suo scapolare» (6).

Il carmelitano Egidio Fabri, morto nel 1506, afferma che «[…] nel regno di Francia, nelle feste della Madonna, i nobili, vestiti di bianco, portano al collo lo scapolare, come confratelli dell’Ordine» (7). Il Piacentino Pietro Falcone, nella sua opera La cronica carmelitana, scrive nel 1595 che in Ispagna «[…] non vi è casa dove non portino l’abito del Carmelo» (8), mentre in Italia «[…] si contano infiniti fratelli di massima devozione e concorso, specialmente in Sicilia, nel Regno di Napoli e in Lombardia. A Piacenza, nel catalogo dei confratelli, gli ascritti sono più di diecimila: uomini, donne, secolari e religiosi di altri Ordini, sacerdoti […] e suore di diversi Ordini» (9).

Il «privilegio Sabatino»

A dare ulteriore impulso alla devozione dello scapolare concorse anche il cosiddetto «privilegio sabatino» che, approvato ufficialmente con l’omonima bolla nel 1322 (10), fu in seguito costantemente confermato dall’autorità della Chiesa (11).

Particolare significato assunse poi lo scapolare come segno distintivo nei confronti degli infedeli e degli eretici. «La diffusione in grande stile incominciò nel secolo XVI, nel periodo della Controriforma, come espressione dello spirito cattolico entro quello protestante e giansenista» (12), e fu in tale clima che, prima della battaglia di Praga del 1620, nella quale i cattolici sconfissero gli eretici, Massimiliano di Baviera si fece imporre lo scapolare unitamente a tutti i suoi ufficiali.

L’odio rivoluzionario contro gli ordini religiosi

Da allora in poi, nel corso dei secoli, l’abitino divenne sempre più un simbolo dei cattolici devoti alla Madonna e fedeli alla sede di Pietro. L’odio protestante, che portò alla distruzione e all’incendio di numerosi conventi carmelitani, consacrò la funzione distintiva dello scapolare, che venne esaltata nei secoli successivi, e particolarmente in Francia, allorché la Rivoluzione provocò un bagno di sangue senza precedenti, che colpì con particolare ferocia la famiglia dei carmelitani la quale scrisse, con le eroiche sedici martiri di Compiègne, una delle più belle pagine della sua storia (13).

La Rivoluzione, tuttavia, non si contenne entro i confini della Francia, ma «[…] come un temporale sorvolò tutta l’Europa e non risparmiò neppure l’America. Albeggiava una nuova era, satura dei più sinistri presagi, che spezzando tutti gli antichi princìpi, inalberava nuove teorie. Paladini delle nuove idee furono gli eserciti napoleonici che, passando trionfalmente per tutta l’Europa, servirono per propagare i germi della Rivoluzione […]. Chi più ne soffrì furono gli Ordini religiosi specialmente con le inique leggi di soppressione per cui, se non sempre si ricorse al vero e proprio martirio di sangue, si rese però praticamente impossibile ad essi la vita o con l’incamerazione, dei beni, o con la proibizione di ricevere nuovi membri o in male altre maniere» (14).

I germi disseminati dalle armate di Napoleone Bonaparte non tardarono a svilupparsi e diedero ben presto i loro tristi frutti. Il Carmelo italiano, in particolare, subì durissimi colpi e venne quasi a estinguersi allorché il processo rivoluzionario risorgimentale coronò il proprio successo con l’unificazione della penisola. I conventi furono «trasformati in caserme o adibiti ad uffici pubblici, moltissime Chiese profanate, divenute granai, fienili o addirittura scuderie. I religiosi vagarono in cerca di un rifugio: molti tornarono alle loro famiglie, altri perirono miseramente […]. Furono disperse in questo tempo le ricchissime biblioteche, gli archivi. I documenti venivano asportati a sacchi, spesso venduti ai più vicini maceri […]. Così veniva consumata una delle più grandi ingiustizie della storia» (15). 

In una situazione così triste la Vergine santa non poteva rimanere impassibile. E apparve infatti a Lourdes, per infondere coraggio al popolo cristiano, che gemeva sotto i colpi della Rivoluzione. L’ultima apparizione si ebbe il 16 luglio, festa della Madonna del Carmine: la circostanza non sfuggì a Bernadette, che per tutta la vita si dimostrò fedelissima devota dello scapolare.

Ciò contribuì non noto alla ripresa della devozione, che conobbe un nuovo periodo di feconda diffusione, grazie anche ai Papi Pio IX, Leone XIII e soprattutto san Pio X che, come giovane parroco di Salzano, fu direttore della locale confraternita e durante il suo pontificato si prodigò affinché la devozione del santo scapolare si diffondesse ovunque. Fu proprio san Pio X che, pur consigliando sempre l’uso dell’abitino tradizionale, concesse ai fedeli – con decreto del 16 dicembre 1910 – di poter sostituire allo scapolare la medaglia benedetta recante le immagini della Madonna e del Sacro Cuore di Gesù.

Mentre le confraternite si sviluppavano con rinnovato vigore, la Madre di Dio volle dare ancora un segno del particolare favore con cui riguardava i suoi fedeli, rivestiti dell’abito carmelitano: a Fatima, il 13 ottobre 1917, finalmente «apparve, in una visione gloriosa, la Madonna del Carmelo, incoronata Regina del cielo e della terra, con in braccio Gesù Bambino» (16). 

Come a Lourdes, dunque, anche a Fátima la serie delle apparizioni si chiudeva nel segno del Carmelo e non è certamente un caso che l’unica superstite dei tre pastorelli, Lucia dos Santos, si trovi in un monastero carmelitano con il nome religioso di Suor Maria del Cuore Immacolato.

Il tributo di sangue del Carmelo durante la guerra civile spagnola

Le penitenze e i sacrifici chiesti alla Cova da Iria ebbero, di lì a poco, una prima realizzazione nella penisola iberica. Durante la guerra civile, infatti, il sangue riprese a scorrere a fiumi. Il «flagello comunista», come lo definì il Santo Padre Pio XI, non si limitò «ad uccidere Vescovi e migliaia di sacerdoti, di religiosi e religiose» (17), dando prova di «un odio, una barbarie e una efferatezza che non si sarebbe creduta possibile nel nostro secolo» (18), ma «fece molte vittime tra i laici di ogni ceto […] trucidati a schiere per il fatto di essere buoni cristiani o almeno contrari all’ateismo comunista» (19). Anche in questa occasione, come nei secoli passati, il furore della Rivoluzione si accanì in particolare contro il Carmelo, bersaglio prediletto della sua rabbia omicida. «Diciassette conventi e cinquecento monasteri carmelitani furono messi a ferro e fuoco […]. Ecco, a Toledo, tutta la comunità carmelitana falciata. Là, sotto le mura del convento, quasi sotto lo sguardo della loro Madonna, cadono sotto la raffica di piombo. Ecco assassinati quattordici carmelitani scalzi della comunità di Barcellona. Ecco i martiri di Tarragona […] e i trentotto della provincia aragonese […].

«Dovunque, seminaristi e padri anziani, fratelli laici e suore, inseguiti, braccati, insultati, torturati. crivellati di colpi […].

«Ecco invasa e perduta Valencia […]. Il Santo Deserto di Las Palmas devastato, la sua pineta distrutta, le antiche immagini frantumate, le reliquie disperse. San Clemente trasformato in un teatro, il Collegio carmelitano di Barcellona dato alle fiamme. Profanato il convento di Ubeda, saccheggiati quelli di Madrid, di Lerida, di Tarragona, di Santander, di Oviedo […]» (20).

In una simile atmosfera di odio sanguinario, essere scoperti con lo scapolare addosso poteva significare il martirio immediato, ma i confratelli del Carmine non furono da meno dei religiosi e dei terziari, offrendo numerose testimonianze di strenuo coraggio e affrontando la morte con le insegne di Maria santissima.

Tale martirio non fu, tuttavia, senza conseguenze, perché il sangue dei caduti infuse in tutti i confratelli uno zelo e un ardore apostolico senza pari che molto giovarono alla diffusione del santo scapolare in ogni parte del mondo.

Il merito incontestabile di avere proposto nella forma più solenne alla cattolicità intera il santo abitino va tuttavia ascritto a S.S. Pio XII che, ricorrendo il VII centenario della visione di san Simone, pronunciò parole vibranti di calda e appassionata spiritualità in varie e qualificate occasioni, nelle quali lo scapolare fu costantemente indicato quale strumento privilegiato di lotta contro le forze del male, particolarmente adatto alle battaglie del nostro secolo.

In questa prospettiva Papa Pio XII, dinanzi ai religiosi e ai laici riuniti in Roma per celebrare il settecentesimo anniversario dell’apparizione della Vergine santa a san Simone Stock, ribadì che chi riveste l’abitino del Carmine «fa professione di appartenere a Nostra Signora, come i cavalieri del secolo XIII, al quale rimonta l’origine dello scapolare, i quali, sotto lo sguardo della loro Donna, si sentivano valorosi e sicuri, e portando i suoi colori avrebbero preferito mille volte morire, piuttosto che lasciarli umiliare» (21).

Tale passo ispirò mirabilmente il già citato padre Albino Marchetti del Bambin Gesù, recentemente chiamato dal Signore al compenso eterno, che commentò il passo del Pontefice testé riportato con parole che ancora oggi conservano intatto un fascino degno del suo infuocato amore per Maria Regina. «Nei tornei medievali – scriveva – i cavalieri scendevano sul campo a dar prova del loro valore indossando i colori della Dama del cuore. Nell’infuriare della lotta, tra il lampeggiare delle spade e delle lance, il pensiero correva alla Signora per la quale si battevano, e nel suo sguardo se era presente, o nel suo ricordo richiamato continuamente dal blasone indossato, trovavano il vigore e il coraggio per vincere o per morire da eroi» (22).

Se la cavalleria medievale, con i suoi ideali di forza, di grazia e di bellezza pare oggi tramontata, tuttavia in suo luogo «è sorta una cavalleria più sacra e più pura, consacrata ad una Signora la cui bellezza non svanisce mai, la cui potenza non conosce limiti di tempo e di spazio: la milizia sacra alla Regina del Carmelo. Le sue schiere, numerose come la rena del mare, hanno avuto da lei il vessillo di tutte le vittorie, lo scapolare, e sotto questa bandiera, si impegnano a servirla con amore e dedizione assoluta per la vita e per la morte.

«Diffuso nei tempi cavallereschi del Medioevo, lo scapolare ne ricorda i fasti e ne conserva il simbolismo. Chi lo riveste intende assumere la livrea di Maria, e si impegna a lottare e a vincere in suo onore la battaglia della verità e della virtù. Quando la tentazione infuria, o lo assale la stanchezza o la monotonia della vita, egli trova nella veste di Maria un richiamo ed un incitamento a perseverare, con la certezza della protezione celeste e della vittoria finale. Chiunque indossa lo scapolare diventa un cavaliere della più nobile Donna ed un umile servitore della Regina del Cielo. La sua vita non è più sua; l’ha consacrata alla Vergine e deve impiegarla in suo onore» (23).

Con simili espressioni p. Albino. Marchetti O.C.D. non faceva altro che sviluppare un concetto molto caro ai santi e ai beati, che in vita e in morte vollero essere rivestiti del santo abitino, portato con la fierezza di chi riconosce in esso le insegne di Maria. Valga per tutti l’esempio di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, che così si espresse nella sua opera Le glorie di Maria: «Conforme gli uomini si recano ad onore di avere alcuni che portano le loro livree, così Maria Santissima gradisce che i suoi devoti portino il suo scapolare, in segno di essere dedicati alla di lei servitù ed essere del numero della famiglia della Madre di Dio» (24). Il gradimento di cui parlava, sant’Alfonso ha ricevuto due conferme indubitabili da parte della Vergine santa, che, prima a Lourdes e poi a Fátima, ha voluto far comprendere a Bernadette Soubirous e ai tre pastorelli come accanto al santo rosario, dovesse trovare il giusto rilievo anche il santo scapolare (25).

Lo scapolare del Carmine, le apparizioni di Fatima e il Regno di Maria

Se dunque la Regina del Cielo in persona ha inteso fornirci autorevolmente e amorevolmente indicazioni così evidenti, come potremmo noi disattenderle senza mostrarci con ciò ciechi e sordi di fronte ai suoi desideri?

Oggi, alle soglie del terzo millennio cristiano, ogni cattolico deve riflettere attentamente sui doveri che lo attendono, considerando in maniera particolare, il messaggio di Fátima, che costituisce l’imprescindibile punto di riferimento per tutti coloro che vogliono schierarsi dalla parte della verità.

«Oltre la tristezza e le punizioni sommamente probabili, verso le quali avanziamo – scrive Plinio Corrêa de Oliveira – abbiamo dinanzi a noi le luci sacrali dell’alba del Regno di Maria: “Infine il mio Cuore Immacolato trionferà”. È una prospettiva grandiosa di universale vittoria del Cuore regale e materno della santissima Vergine. È una promessa pacificante, attraente e soprattutto maestosa ed entusiasmante.

«Per evitare il castigo nella tenue misura in cui è evitabile, dobbiamo ottenere la conversione degli uomini nella scarsa misura in cui è ancora ottenibile prima del castigo, secondo la comune economia della grazia, per avvicinare il più possibile l’alba benedetta del Regno di Maria, per aiutarci a camminare in mezzo alle ecatombi che tanto gravemente ci minacciano. Come possiamo fare? Ce lo dice la Madonna: attraverso l’infervoramento nella devozione a lei, la preghiera, la penitenza.

«Per stimolarci alla preghiera, rivestendosi successivamente degli attributi propri alle invocazioni di Regina del Santo Rosario, di Madonna Addolorata e di Madonna del Carmelo, ella ci ha indicato quanto le fa piacere essere conosciuta, amata e venerata in questo modo» (26).

Siano dunque il Rosario e lo scapolare, vissuti nella consacrazione interiore al Cuore Immacolato di Maria, le fulgide armi con cui combattere il maligno e i suoi seguaci nella trepida attesa che, fra le plumbee nubi e le tragiche ombre dell’ora presente, possano finalmente intravedersi i primi bagliori del Regno della Madre di Dio, Mediatrice di tutte le grazie e Corredentrice del genere umano.

Mario Gallotta

Note:

(1) GIOVANNI GAVA e ANGELO COAN, Carmelo, Poliglotta Vaticana, Roma 1950, pp. 99-100.
(2) Trattasi della celebre preghiera intitolata Flos Carmeli, di cui il carmelitano messinese Nicolò Calciuri ha lasciato una delle più antiche traduzioni in volgare: «Fiore carmelita et vita fiorita, splendore del cielo, et vergine parturisti, singulare. Madre piatosa, huomo non conoscesti, alli tuoi carmeliti dà alcun privilegio stella del mare» (da Vita fratrum del Santo Monte Carmelo, in Ephemerides Carmeliticae, anno VI (1955, p. 404).
(3) P. STANISLAO DI S. TERESA O. C. D., Compendio della Storia dell’ordine Carmelitano, Scuola Tipografica Calasanziana, Firenze 1925, pp. 94-95.
(4) P. LUDOVICO SAGGI O. Carm., La «bolla sabatina», Institutum Carmelitanum, Roma 1967, p. 8.
(5) Cfr. ALBINO DEL BAMBIN GESÙ O.C.D., Lo Scapolare della Madonna del Carmine, Áncora, Milano 1957.
(6) MATTEO ORSINI, La Vierge, Parigi 1837, vol. II, p. 219.
(7) BARTOLOMEO XIBERTA O. Carm., De visione sancti Simonis Stock, Roma 1950, p. 117.
(8) GIUSEPPE FALCONE, La cronica carmelitana, Piacenza 1595, p. 507.
(9) Ibidem.
(10) Per i problemi relativi alla «bolla sabatina» cfr. il già citato studio di L. SAGGI.
(11) Tale conferma è dimostrata dalle bolle Ex Clementi e Provisionis Nostrae, di Paolo III; dalla bolla Cum a nobis, di Pio IV; dalla bolla Superna dispositione, di san Pio V e, infine, dalla Ut laudes, di Gregorio XIII. Il contenuto del «privilegio sabatino» fu così definito, con decreto della Congregazione dell’Indice, in data 20 gennaio 1613: «Si permetta ai Carmelitani di predicare che il popolo cristiano può piamente credere nell’aiuto da parte della Madonna alle anime dei frati e dei confratelli della confraternita della Madonna del Carmine che saranno morti in grazia di Dio ed in vita avranno portato l’abito dell’Ordine, avranno osservato la castità secondo il proprio stato ed avranno recitato il Piccolo Ufficio o fatto delle astinenze. Detto aiuto verrà dalla di lei continua intercessione, pii suffragi, meriti e speciale protezione dopo la loro morte, specialmente nel giorno di sabato, giorno che dalla Chiesa è dedicato alla B.ma Vergine». (Versione italiana riportata da L. SAGGI O. Carm., Santa Maria del Monte Carmelo, Institutum Carmelitanum, Roma 1972, p. 133).
(12) G. GAVA e A. COAN, op. cit., p. 60.
(13) Cfr. CLAUDE SAINT-YVES, Il vero dialogo delle Carmelitane, trad. it., Paoline, Roma 1978.
(14) G. GAVA e A. COAN, op. cit., p. 167.
(15) Ibid., p. 172.
(16) ANTONIO A. BORELLI MACHADO, Le apparizioni e il messaggio di Fátima, Cristianità, Piacenza 1980, 3ª ed. it., p. 45.
(17) PIO XI, Enciclica Divini Redemptoris, Edizioni Paoline, Roma 1961, p. 12.
(18) Ibidem.
(19) Ibidem.
(20) J. G. GIACOMELLI, Martirio a Guadalajara, Postulazione Generale O.C.D., Roma 1960, pp. 92-96.
(21) L’Osservatore Romano, 13-10-1950.
(22) P. ALBINO DEL BAMBIN GESÙ O.C.D., op. cit., pp. 132-133.
(23) Ibid., p. 133.
(24) SANT’ALFONSO MARIA DE’ LIGUORI, Le glorie di Maria, Favero, Vicenza 1954, p. 957.
(25) Cfr. P. TEOFANO DI S. TERESA DEL B. G. O.C.D., Rosario e Scapolare. La Madonna li vuole uniti, Roma 1955.
(26) PLINIO CORRÊA DE OLIVEIRA, Prefazione a ANTONIO A. BORELLI MACHADO, op. cit., pp. 16-17.

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I doveri di chi indossa lo scapolare carmelitano e il privilegio sabatino

Caro P. Angelo Bellon,
Mi chiamo Alessio. Volevo chiarire qualche dubbio riguardante lo scapolare, prima che cominci a portarlo addosso per evitare di non commettere atti che possano omettere alla promessa dello scapolare fatta dalla Madonna del Carmelo: 
Che cosa è il piccolo ufficio della Madonna? Ho saputo che si può commutare (chiedendo a un sacerdote) il piccolo ufficio della Madonna con un santo rosario al giorno, è possibile? Poi volevo chiederla riguardante l’uso dello scapolare, se mi viene tolto lo scapolare nel punto di morte contro la mia volontà da qualche persona che me lo voglia togliere e io posso non adempiere alle condizioni della Madonna del Carmelo per colpa di quella persona, e quindi, morendo senza lo scapolare sul collo potrei finire all’inferno anche se mi viene tolto contro la mia volontà durante la mia morte? Desidererei una piccola rassicurazione su questo da lei.
E lo stesso se io indossassi la medaglia dello scapolare anziché quello di stoffa? Nella promessa dello scapolare richiede che si deve mantenere lo stato di castità, io le volevo chiedere sul fatto che se dovessi portare lo scapolare sul collo anche se mi capitasse di peccare d’impurità perché potrebbe capitarmi ogni tanto per la mia debolezza e poi mi vado subito a confessare perdo lo stesso la grazia di adempiere alla promessa fatta o no? Ultima domanda che le faccio e questa. Se dimenticassi un giorno o per impedimento familiare, lavorativo, ecc… dimenticassi di fare il rosario o il piccolo ufficio della Madonna quotidianamente non adempio alla promessa della Madonna del Carmelo, anche se non ho trovato tempo per recitare il rosario o pregare il piccolo ufficio della Madonna quotidianamente?
Io la ringrazio e pregherò per lei affinché lo Spirito Santo le illumini e mi dia una sua risposta e pregherò anche per lei perché il Signore la benedica di cuore e la protegga sempre. 
Un Abbraccio con affetto
Alessio.

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Risposta del sacerdote

Caro Alessio,
1. la Madonna ha promesso a chi porta con sé lo scapolare carmelitano di portarlo in Paradiso nel primo sabato successivo alla sua morte. È il cosiddetto privilegio sabatino.
Questa promessa è legata ad alcune condizioni che di fatto fanno capire quale sia lo scopo di questa bella devozione.
Non si tratta di un facile salvacondotto per entrare al più presto in Paradiso, ma di un aiuto concreto per attendere alla santificazione e alla purezza di vita, senza delle quali in Paradiso non si può entrare.
A bene vedere gli impegni sono quelli di condurre una vita cristiana intessuta di preghiera, castità e unione permanente col Signore.

2. Ecco le condizioni per poter fruire delle promesse, così come ho potuto ricavarle:
– portare abitualmente lo scapolare o la medaglia,
– vivere in castità secondo le condizioni del proprio stato,
– recitare il piccolo Ufficio della Madonna che può essere commutato col Rosario o altre preghiere o pratiche penitenziali;

3. Se non si osservano queste condizioni non si commette alcun peccato, ma non si può fruire della promessa fatta dalla Madonna.

4. La prima condizione consiste, dunque, nel portare con sé lo scapolare benedetto.
Si tratta di un segno e di un richiamo permanente alla devozione alla Madonna, che ci è stata donata da Cristo come Madre e come Patrona. La sua presenza è incompatibile con quella del comune avversario.
Togliere casualmente lo scapolare per effettive necessità non costituisce uno svincolarsi da questo segno perché nel proprio animo permane la volontà di portarlo sempre.
Non ci si deve preoccupare se al momento della morte – per motivi indipendenti dalla volontà personale – non si indossasse lo scapolare.
Sono certo che la Madonna guarda alla sostanza, e cioè alla disposizione del cuore, che è la cosa principale e insostituibile.

5. Desidero notare che vivere in castità non è un obbligo nuovo, ma è un’esigenza di vita per ogni cristiano.
Per castità s’intende vivere la propria sessualità e vita affettiva secondo il disegno di Dio e secondo le condizioni proprie di ogni stato di vita (vita individuale, vita consacrata, vita matrimoniale e prematrimoniale).

6. Secondo le interpretazioni più larghe, per fruire del privilegio sabatino, si deve conservare la castità abitualmente.
Pertanto si considera vita casta anche quella di chi qualche volta cade e poi subito si rialza con la confessione.
Secondo le interpretazioni più strette ci deve si attenere alla richiesta fatta dalla Madonna, nella quale l’abitualmente non c’è.
Credo sia giusto pensare che ci deve essere la tensione concreta ed effettiva verso la castità e verso la santità. Diversamente la castità rimane solo una vuota parola.
Per questo in un sito carmelitano ho letto che questa è una “condizione da osservarsi con tutte le proprie forze per l’acquisto del privilegio sabatino”.

7. Lo stesso discorso vale per la preghiera.
Inizialmente l’impegno prevedeva la recita del piccolo Ufficio della Madonna, che è una formula leggermente più breve del Breviario o Liturgia delle Ore. È costitutivo dalle varie ore canoniche: mattutino (così veniva chiamato), lodi, prima, terza, sesta, nona, vespri e compieta.
È tutto dedicato alla Madonna. Lascia in chi lo recita un grande senso di serenità e di pace.
La recita del piccolo Ufficio comporta lo stare in preghiera per un certo spazio di tempo e questo è già purificante e santificante di per se stesso.
Di solito il piccolo Ufficio della Madonna viene sostituito con la recita del Rosario o con altre preghiere stabilite dal sacerdote all’atto della consegna dello scapolare.
La commutazione deve essere fatta nell’orizzonte del mantenersi uniti a Dio nel compimento dei propri doveri e tenendo nel debito conto le condizioni di vita dei singoli soggetti.
Mi piace ricordare che inizialmente chi non poteva recitare il piccolo Ufficio della Madonna perché era analfabeta o si trovava nell’impossibilità di recitarlo, era tenuto all’astinenza dalle carni il mercoledì, venerdì e sabato.

9. Come vedi, portare lo scapolare carmelitano è una cosa molto bella e la promessa è attraente.
Ma non si tratta di una strada comoda che sostituisce le esigenze evangeliche della conversione e dell’unione permanente con ìl Signore mediante la vita di grazia.
Anzi è uno stimolo ad essere più ferventi ed è uno stimolo accompagnato da particolari grazie.

Ti ringrazio molto della preghiera che mi hai promesso. Lo faccio di cuore altrettanto per te e ti benedico.
Padre Angelo

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RITO IMPOSIZIONE SCAPOLARE

I – PREMESSE

1. La benedizione dello Scapolare della B. V. Maria del Monte Carmelo si farà preferibilmente durante una celebrazione comunitaria.
2. L’imposizione dello Scapolare comporta l’aggregazione alla Famiglia Carmelitana. Hanno la facoltà di benedire lo Scapolare i sacerdoti e i diaconi; possono inoltre imporlo anche altre persone autorizzate.
3. Per la benedizione e l’imposizione deve essere usato lo Scapolare del Carmine nella sua forma tradizionale (Vedi Norme pratiche, n. 4). Può venir poi sostituito con l’apposita medaglia (Ibidem, n. 5).
4. La benedizione e l’imposizione dello Scapolare avviene secondo i riti e le preghiere che seguono. La forma comune comprende i riti iniziali, la lettura della Parola di Dio e le intercessioni, la preghiera di benedizione e l’imposizione dello Scapolare, i riti finali. Con tutto questo si esprime in maniera compiuta il senso dello Scapolare nella vita dei fedeli che lo ricevono.
5. È necessario che in ambedue le formule sia ben espresso il senso spirituale delle grazie unite allo Scapolare della Madonna del Carmine, nonché gli impegni che si assumono con questo segno di devozione alla Vergine santa.

II – RITO DELLA BENEDIZIONE E IMPOSIZIONE DELLO SCAPOLARE
(forma lunga)

Riti iniziali
6. Riuniti i fedeli, davanti all’altare maggiore o davanti all’immagine della Madonna, il ministro accoglie i fedeli presenti:
Canto iniziale o momento di raccoglimento.
Min.: Nel nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo.
R/.: Amen.
Min.: Il Signore sia con voi.
R/.: E con il tuo spirito.

Oppure:
Min.: La grazia del Signore nostro Gesù Cristo nato da Maria vergine, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi.
R/.: E con il tuo spirito.

7. Il ministro dispone i presenti a partecipare al rito della benedizione e all’imposizione dello Scapolare con le seguenti parole, o altre simili, che indichino la natura di questa celebrazione:
Min.: Durante la vita terrena di Gesù, chi toccava anche solo i lembi del suo mantello veniva guarito. Noi lodiamo il Signore perché nella sua Chiesa continua ad usare i mezzi più umili per mostrarci la sua immensa misericordia. Anche noi possiamo servircene per glorificare il Signore, esprimere il nostro desiderio di servirlo e rinnovare il nostro impegno di fedeltà, assunto con la consacrazione battesimale, per tutta la nostra vita.
Questo Scapolare del Carmine è un “segno” (Pio XII nella Lettera “Neminem profecto latet” lo ha chiamato memoriale) dell’amore materno della vergine Maria, che ricorda l’iniziativa di lei in favore dei membri della Famiglia Carmelitana, particolarmente nei momenti di maggior bisogno. E un amore che sollecita una risposta all’amore.
Questo Scapolare è segno della comunione con l’Ordine dei Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo dedicato al servizio della Madonna per il bene di tutta la Chiesa. Con esso voi esprimete il desiderio di partecipare allo spirito e alla vita dell’Ordine.
Lo Scapolare è uno specchio dell’umiltà e della castità di Maria: per la sua semplicità ci invita a vivere con modestia e purezza. Portandolo giorno e notte, esso diventa segno della nostra continua preghiera e di particolare dedizione all’amore e al servizio della Vergine Maria.

Indossando lo Scapolare rinnovate il vostro impegno battesimale di rivestirvi di nostro Signore Gesù Cristo. In Maria sarà custodita la vostra speranza di salvezza, perché in Lei il Dio della Vita ha posto la sua dimora.

Lettura della Parola di Dio
8. Uno dei presenti, o lo stesso celebrante, proclama un testo della Sacra Scrittura. Quelli indicati di seguito hanno un riferimento speciale al mistero della salvezza o alla devozione alla Vergine santa.
Si può scegliere tra uno dei seguenti:

a) Dall’Antico Testamento:
Pr 8,17-21. Io amo quelli che mi amano.
Is 61,10-11. Mi ha rivestito di un manto di giustizia.
2Re 2,7-13. Il mantello di Elia cade su Eliseo.
Bar 5, 1-5. Rivestitevi della bellezza di Dio.
Ez 16,8-14. La tua bellezza era perfetta.

b) Dal Nuovo Testamento:
Mc 5,25-34. La donna toccò la veste di Gesù e fu guarita.
Lc 2,4-8. Maria avvolse in fasce il suo Primogenito.
Rm 2,1-2. E questo il vostro culto spirituale.
Gal 4,4-7. Dio ha mandato suo Figlio nato da donna.
Ef 4, 17,20-24. Rivestitevi dell’uomo nuovo.
Ef 6,10-17. Prendete forza dal Signore.

9. Breve esortazione.
Terminata la lettura, il ministro rivolge alcune parole ai presenti per illustrare il senso della
celebrazione, le grazie e gli impegni che derivano dallo Scapolare, alla luce della Parola di Dio.
Segue un momento di silenzio.

Intercessioni
10. Segue la preghiera comune o universale. Qui vengono proposte alcune intenzioni. Si può scegliere tra le più convenienti o aggiungerne altre maggiormente adatte alle circostanze.
Min.: Care sorelle, cari fratelli: noi godiamo del patrocinio della Vergine Maria, Madre di Dio. Nel suo seno il Verbo di Dio ha rivestito la nostra mortalità prendendo la nostra carne. Preghiamo il Padre perché possiamo rispecchiare nella nostra vita Gesù nostro fratello per la potenza dello Spirito Santo e diciamo:
R/.: Donaci, Signore, di rivestirci di Gesù Cristo.
Padre santo, che hai rivestito il tuo Figlio della nostra carne umana per renderci partecipi della tua vita divina,

– per intercessione della Vergine Maria, sua perfetta discepola, fa’ che siamo rivestiti della sua divinità.
Padre Santo, che hai voluto che tuo Figlio fosse simile a noi, eccetto nel peccato, perché seguendo le sue orme fossimo in tutto conformi alla sua immagine,

– per intercessione della Vergine Maria fa’ che imitiamo Cristo e ti siamo graditi in tutte le nostre opere.
Padre Santo, che ci chiami al banchetto della grazia, rivestiti con l’abito nuziale, per rivelarci il tuo amore,

– per intercessione della Vergine Maria, rivestirci della sua carità operosa e del suo amoroso servizio.
Padre Santo, che hai rivestito di sole Maria, e in lei hai scacciato la testa del serpente,

– per intercessione della Vergine fa’ che siamo capaci di superare le insidie del maligno nella nostra vita e nel mondo in cui viviamo.
Padre Santo, che hai scelto Maria come figlia della Nuova Alleanza,

– per intercessione di Maria, Vergine del Cuore Nuovo, purifica i nostri cuori, e fortifica la nostra fede.
Padre Santo, che hai guardato l’umiltà della tua Serva, e nella sua bocca hai proclamato la potenza del tuo braccio,

– per intercessione di Maria, fa’ che siamo profeti del tuo Regno, che proclamano la tua misericordia per ogni generazione.
Padre Santo, hai dato al tuo Figlio una madre che lo avvolse nelle fasce,

– per intercessione della Vergine Madre, fa’ che amiamo i poveri e gli emarginati, e siamo uniti con loro per costruire un mondo più giusto e fraterno.
Padre Santo, che ci hai avvolti con il manto della giustizia e della santità,

– per intercessione della Vergine Maria santificaci in Cristo e rendici cooperatori generosi nell’opera di salvezza di questo mondo.
Padre Santo che ci hai benedetti con ogni benedizione spirituale in Cristo,

– per intercessione della Vergine Maria, fa’ che passiamo facilmente dalla morte alla vita.

Preghiera di benedizione
11. Il ministro con le braccia allargate, pronuncia questa preghiera di benedizione:
Min.: O Dio, autore e perfezionatore della santità che chiami alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità coloro che hai fatto nascere dall’acqua e dallo Spirito Santo, guarda con benevolenza coloro che stanno per ricevere devotamente lo Scapolare del Carmine che porteranno diligentemente come segno della loro offerta alla Vergine Maria del Monte Carmelo. Fa’ che lasciandosi amare dalla Vergine tenerissima, siano conformi all’immagine del tuo Figlio Gesù Cristo, e dopo aver percorso felicemente il cammino della vita, possano entrare nella gioia della tua casa.
Per Cristo nostro Signore.
R/.: Amen.

Segue l’aspersione con l’acqua benedetta.
Imposizione dello Scapolare
12. Il ministro impone quindi lo Scapolare a ciascun fedele che lo ha richiesto e dice:
Min.: Ricevi questo Scapolare (col quale entri nella Confraternita della famiglia della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo). Fiducioso dell’amore preveniente di così grande Madre, dedicati alla sua imitazione e alla sua intimità.
Porta questo simbolo come ricordo della presenza di Maria nell’impegno quotidiano di rivestirti interiormente di Gesù Cristo di manifestarlo vivente in te per il bene della Chiesa e di tutta l’umanità e a gloria della Santissima Trinità.
R/.: Amen.

13. Se necessario, il ministro può dire una volta per tutti, a voce alta, la formula dell’imposizione dello Scapolare. Tutti rispondono insieme ‘Amen’ e si accostano al ministro per ricevere lo Scapolare.

14. Terminata l’imposizione, il ministro rivolge a tutti queste parole:
Min.: Ricevendo questo Scapolare siete stati accolti nella Famiglia del Carmelo, consacrata in special modo all’imitazione e al servizio della Vergine Madre di Dio, perché possiate vivere per Cristo e la sua Chiesa con il medesimo spirito contemplativo e apostolico dell’Ordine del Carmelo. E perché possiate conseguire perfettamente questo ideale, con le facoltà che mi sono concesse, io vi ammetto alla partecipazione di tutti i beni spirituali dell’Ordine del Carmelo.

15. Dopo aver spiegato brevemente e con chiarezza gli impegni e gli obblighi che comporta l’ammissione alla famiglia del Carmine in forma istituzionale, il ministro conclude il rito con una solenne benedizione.

Conclusione del rito
16. Il ministro stendendo le mani sui presenti:
Min.: Il Padre vi inondi del suo amore misericordioso donatoci in Cristo Gesù figlio della Vergine Maria.
R/.: Amen.
Min.: Gesù Cristo vi faccia partecipi dell’amore del Padre nel calore materno della Vergine del Carmelo sì che diventiate operatori di ogni bene.
R/.: Amen.
Min.: Lo Spirito che vi ha ispirato di porvi sotto il manto di Maria, vi faccia apostoli nel cammino della pace e della giustizia.
R/.: Amen.
Min.: E la benedizione di Dio onnipotente Padre e Figlio e Spirito Santo discenda su di voi e con voi rimanga sempre.
R/.: Amen.

oppure:
Min.: Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.
R/.: Amen.
17. La celebrazione può terminare con un canto mariano adatto, come ad esempio, Flos Carmeli, Salve Regina, Sub tuum praesidium.

III. RITO ALTERNATIVO PER LA BENEDIZIONE E IMPOSIZIONE DELLO SCAPOLARE
(forma breve)

Riti iniziali
18. Riuniti i fedeli davanti ad un’immagine della Madonna, il ministro si rivolge a coloro che devono ricevere lo Scapolare, invitandoli a partecipare degnamente alla celebrazione.
Min.: Nel nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo.
R/.: Amen.
Min.: La grazia del Signore nostro Gesù Cristo nato da Maria vergine, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi.
R/.: E con il tuo spirito.

19. Il ministro espone brevemente il significato della benedizione e dell’imposizione dello Scapolare.

Lettura della Parola di Dio
20. Si può proclamare un testo breve della Parola di Dio, come per esempio:

a) Dall’Antico Testamento:
Pr 8,1 7-21. lo amo quelli che mi amano.
Is 61,10-11. Mi ha rivestito di un manto di giustizia.
2 Re 2,7-13. Il mantello di Elia cade su Eliseo.
Bar 5, 1-5. Rivestitevi della bellezza di Dio.
Ez 16,8-14. La tua bellezza era perfetta.

b) Dal Nuovo Testamento:
Mc 5,25-34. La donna toccò la veste di Gesù e fu guarita.
Lc 2,4-8. Maria avvolse in fasce il suo Primogenito.
Rm 2,1-2. E questo il vostro culto spirituale.
Gal 4,4-7. Dio ha mandato suo Figlio nato da donna.
Ef 4, 17, 20-24. Rivestitevi dell’uomo nuovo.
Ef 6,10-17. Prendete forza dal Signore.

Intercessioni
21. Segue la preghiera comune o universale.
Min.: Preghiamo Dio nostro Padre per intercessione della Vergine Maria:
R/.: Ti preghiamo, ascoltaci!

– Perché coloro che indossano lo Scapolare siano rivestiti di Cristo con la grazia dello Spirito Santo.
– Perché coloro che indossano lo Scapolare vivano il loro impegno battesimale di rivestirsi di Cristo.
– Perché coloro che indossano lo Scapolare siano fortificati nella fede, nella speranza e nella carità.
– Perché coloro che indossano lo Scapolare siano membra vive nella Famiglia del Carmelo con le loro preghiere, i sacrifici e le buone opere.
– Perché coloro che indossano lo Scapolare siano una continuazione dell’amore che Gesù portò alla Madre sua.
– Perché coloro che indossano lo Scapolare si rivestano delle virtù della Vergine purissima, sappiano ascoltare la Parola di Dio e viverla ogni giorno.
– Perché coloro che indossano lo Scapolare, per intercessione di Maria, siano illuminati nella contemplazione, gioiosi nella fraternità e zelanti nel servizio agli altri.
– Perché coloro che indossano lo Scapolare vivano in modo da essere pronti ad entrare
nell’assemblea dei Santi, con Maria santissima, rivestiti della veste nuziale.

Preghiera di benedizione
22. Il ministro, con le mani distese, prega così:
Min.: Padre santo, che prediligi ed aumenti la carità, hai voluto che il Tuo Figlio Unigenito Gesù Cristo prendesse la nostra carne umana nel seno della Vergine Maria per opera dello Spirito Santo; concedi a questo tuo figlio (questa tua figlia) che sta per indossare con devozione lo Scapolare della famiglia della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo la grazia di rivestirsi del Signore Gesù in tutte le circostanze di questa vita e raggiungere così la gloria eterna. Per Cristo nostro Signore.
R/.: Amen.

Segue l’aspersione con l’acqua benedetta.
Imposizione dello Scapolare
23. Il ministro impone quindi lo Scapolare, dicendo:
Min.: Ricevi questo Scapolare col quale entri a far parte della famiglia dei Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo; portalo come segno della protezione materna della Vergine e del tuo impegno nell’imitarla e nel servirla. Ti aiuti la Madre di Dio a rivestirti di Cristo. Egli vive in te per rendere gloria alla Trinità e cooperare nella Chiesa al bene dei fratelli.
R/.: Amen.

24. Il ministro annuncia l’aggregazione alla famiglia carmelitana in forma istituzionale con queste o con altre parole:
Min.: Per la facoltà che mi è stata concessa ti ammetto alla partecipazione di tutti i beni spirituali dell’Ordine del Carmelo.
Il ministro spiega gli obblighi e gli impegni che derivano dall’indossare lo Scapolare e conclude con il rito di benedizione.

Conclusione del rito
25. Il ministro benedice con la formula breve:
Min.: La benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre.
R/.: Amen.

oppure:

Min.: Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.
R/.: Amen.

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