San Pio X Papa

San Pio X ha guidato la Chiesa in una incredibile crociata spirituale contro il modernismo. Ha anche portato grandi frutti nella Chiesa promuovendo le devozioni mariane, la Santa Eucaristia quotidiana e una catechesi di fede basata sulla parrocchia. Seguono alcuni suoi insegnamenti tratti dai suoi interventi. Possano tutti i cattolici lavorare per ripristinare tutte le cose in Cristo, il motto di papa San Pio X.

1. La via più breve verso il cielo

La citazione completa si legge così: “La santa comunione è il modo più breve e più sicuro verso il Cielo. Ce ne sono altre, per esempio l’innocenza; ma quella è per i molto piccoli; la penitenza, ma ne abbiamo paura; resistenza generosa ai giudizi della vita, ma quando vengono, piangiamo e chiediamo che ci siano risparmiati. Una volta per tutti, figli carissimi, il modo più sicuro, più facile e più breve è l’Eucaristia. È così facile accostarsi al santo tavolo, e lì proviamo le gioie del Paradiso”.

2. La gentilezza è degli stolti

È riferito da molti che Papa San Pio ha detto quanto segue in risposta a coloro che gli hanno chiesto di “andare leggero” con i modernisti: “La gentilezza è per gli stolti! Vogliono essere trattati con olio, sapone e carezze, ma devono essere battuti con i pugni! In un duello non conti o misuri i colpi, colpisci come puoi! La guerra non è fatta con la carità, è una lotta, un duello. Se il Nostro Signore non fosse stato terribile, non avrebbe dato alcun esempio nemmeno per questo. Guarda come ha trattato i Filistei, i seminatori di zizzania, i lupi travestiti da pecore, i traditori nel tempio. Li ha scacciati a frustate!”.

3. L’immutabile

La frase “La verità assoluta è immutabile”, è da molti attribuita a papa San Pio X. Qualcosa vicino a questa affermazione si trova nel giuramento contro il modernismo. Il testo dice: “la verità assoluta e immutabile predicata dagli apostoli fin dall’inizio non si può mai credere che sia diversa, non può mai essere interpretata in alcun altro modo”.

4. Il progresso del dogma è la corruzione

Il meme è in realtà l’insieme di 2 citazioni separate. La prima, la citazione ‘progresso’ deriva da Lamentabili Sane e con il contesto dice: “Con risultati veramente deplorevoli, il nostro tempo, lasciando da parte ogni restrizione nella ricerca della causa ultima delle cose, spesso persegue così ardentemente le novità che rifiuta l’eredità della razza umana. Così cade in errori molto gravi, ancor più gravi quando riguardano l’autorità sacra, l’interpretazione della Sacra Scrittura e i misteri principali della fede. Il fatto che molti scrittori cattolici vadano oltre i limiti determinati dai Padri e dalla Chiesa stessa è estremamente deplorevole. In nome della più alta conoscenza e ricerca storica (dicono), stanno cercando quel progresso dei dogmi che, in realtà, non è altro che la corruzione dei dogmi”. La seconda parte del meme è tratto dal giuramento contro il modernismo ( 1910), dove si legge: “respingo del tutto la fantasiosa eresia dell’evoluzione dei dogmi da un significato all’altro, diverso da quello che prima la Chiesa professava”.

5. Il cosiddetto “Spirito del Vaticano II”

Lasciando da parte tutti i problemi con il Concilio Vaticano II, molte delle cosiddette “riforme” dei modernisti sono propagandate sotto la bandiera dello “Spirito del Vaticano II”. Il motivo per cui i modernisti devono appellarsi allo “spirito” è perché le loro agende non possono essere trovate nel testo effettivo del Vaticano II. Molte cose che la Chiesa ha sofferto in nome del Vaticano II non sono nei testi del Vaticano II. Il cosiddetto “Spirito” del Vaticano II è diventato un grido di raduno per coloro che affermano che la Chiesa post-conciliare costituisce un “nuovo cattolicesimo”.

6. La Strada che porta a Gesù Cristo

Nel primo anno del suo pontificato, nel 1903, Sua Santità Papa Pio X scrisse: “Ora la strada per raggiungere Cristo non è difficile da trovare: è la Chiesa. Giustamente  Chrysostom inculca: «La Chiesa è la tua speranza, la Chiesa è la tua salvezza, la Chiesa è il tuo rifugio» (Hom. de capto Euthropio, n. 6.). E’ stato per questo che Cristo l’ha fondata, ottenendola al prezzo del Suo sangue e l’ha resa depositaria della Sua dottrina e delle sue leggi, concedendole contemporaneamente un tesoro inesauribile di grazie per la santificazione e la salvezza degli uomini. Vedete allora, Venerabili Fratelli, il dovere che è stato imposto su di noi e su di voi di riportare alla disciplina della Chiesa la società umana, ora estranea dalla saggezza di Cristo; la Chiesa la sottopone a Cristo e Cristo a Dio”. Nel 1954, alla canonizzazione di papa San Pio X, il suo successore Papa Pio XII scrisse: “Egli ha solennemente annunciato il programma del suo pontificato nella sua prima enciclica ( E supremi del 4 ottobre 1903) in cui ha dichiarato che il suo unico scopo era “ristabilire tutte le cose in Cristo” (Ef 1, 10), vale a dire, ricapitolare, ripristinare tutte le cose all’unità in Cristo. Ma dove è la strada che porta a Cristo, ha chiesto a sé stesso, guardando con compassione alle anime esitanti e erranti del suo tempo. La risposta, valida ieri come oggi e sempre, è: la Chiesa! Il suo scopo primario, perseguito incessantemente fino alla morte, era rendere la Chiesa sempre più efficacemente adeguata e pronta a ricevere il movimento delle anime verso Gesù Cristo”.

7. La Fede Apostolica

Il meme citato è tratto dal giuramento contro il modernismo. Un’altra traduzione dal latino dice: “Quarto: accolgo sinceramente la dottrina della fede trasmessa a noi dagli apostoli tramite i padri ortodossi, sempre con lo stesso senso e uguale contenuto”.

8. Contro il relativismo

Conosciuto come “Hipster Pope St. Pio X” (seguace d’avanguardia del Papa San Pio X), il meme combina la nozione di essere il primo a fare qualcosa prima che diventi corrente ordinaria, con la sempre vigile battaglia contro il modernismo di Papa San Pio X nei primi anni del 1900. Nella sua famosa enciclica Pascendi Dominici Gregis, il buon pontefice combatteva contro il relativismo nelle filosofie moderniste popolari dei suoi giorni. Sia che si parli di modernità che di modernismo, uno degli effetti innegabili è stata la mancanza di fede dell’uomo moderno nella capacità di sapere della ragione. (Nella nota enciclica Fides et Ratio, Giovanni Paolo II, afferma: “Qui le affermazioni di papa San Pio X sono pertinenti, sottolineando come hanno fatto che alla base del modernismo c’erano affermazioni filosofiche che erano fenomeniche, agnostiche e immanentiste”. Il progetto della modernità è stato e continuerà ad essere l’emancipazione della volontà umana da Dio, dalla natura, dalla storia e dalla ragione. Anche se la modernità si immagina età della ragione, ha effettivamente ridotto il raggio della ragione e ha in molti modi abbandonato del tutto la ragione.

9. Gesù non ha rispettato le idee false

Scrivendo ai vescovi francesi nell’autunno del 1910, Sua Santità, Papa Pio X, ha scritto: “Inoltre, mentre Gesù era gentile nei confronti dei peccatori e di quelli che si sono smarriti, non ha rispettato le loro idee false, per quanto sincere potessero apparire. Li ha amati tutti, ma li ha istruiti per convertirli e salvarli”. Con un tono simile, egli affermò: “Ma la dottrina cattolica ci dice che il dovere primario della carità non sta nella tolleranza di idee false, per quanto possano essere sincere, né nell’indifferenza teorica o pratica nei confronti degli errori e dei vizi nei quali vediamo affondati i nostri fratelli, ma nello zelo per il loro miglioramento intellettuale e morale e per il loro benessere materiale”.

10. I tradizionalisti sono veri amici

In Notre Charge Apostolique, il papa San Pio X ha scritto ai vescovi francesi: “Fateli convinti che la questione sociale e la scienza sociale non sono nate solo ieri; che la Chiesa e lo Stato, in ogni momento e in buon concerto, hanno fatto crescere organizzazioni fruttuose a tal fine; che la Chiesa, che non ha mai tradito la felicità del popolo acconsentendo ad alleanze dubbie, non deve liberarsi dal passato; che tutto ciò che occorre è riprendere, con l’aiuto di veri operai per un restauro sociale, gli organismi che la Rivoluzione ha frantumato e adattarli, nello stesso spirito cristiano che li ha ispirati, al nuovo ambiente che nasce dallo sviluppo materiale della società odierna. Infatti, i veri amici del popolo non sono né rivoluzionari, né innovatori: sono tradizionalisti”.

11. Combattere i modernisti

Come la citazione sopra citata sulla lotta ai modernisti, è ampiamente riferito che Papa S. Pio X ha dichiarato quanto segue in risposta a coloro che gli hanno chiesto di “andare leggero” sui modernisti: “La gentilezza è per gli stolti! Vogliono che siano trattati con olio, sapone e carezze, ma devono essere battuti con i pugni! In un duello non conta o si misurano i colpi, colpisci più che puoi! La guerra non è fatta con la carità, è una lotta, un duello. Se il Nostro Signore non fosse stato terribile, non avrebbe dato alcun esempio, nemmeno in questo. Guarda come ha trattato i Filistei, i seminatori di zizzania, i lupi travestiti da pecore, i traditori del tempio. Li ha scacciati con la frusta!”

12. Il modernismo è il frutto dell’orgoglio

Nella sua enciclica “Contro i modernisti”, Papa San Pio X fa parecchi commenti sul modernismo e sull’orgoglio. Egli commenta si modernisti – molti dei quali sono all’interno della Chiesa – dicendo: “Infine, e questo quasi distrugge tutta la speranza di curare, proprio le loro dottrine hanno dato una tendenza tale alla loro mente, che disprezzano tutte le autorità e non tollerano alcuna regola; e basandosi su una falsa coscienza, cercano di attribuire ad un amore alla verità ciò che in realtà è il risultato di orgoglio e ostinazione”. Il buon pontefice, tuttavia, parla al massimo di orgoglio, nella sottosezione ‘La causa del modernismo’. La citazione seguente è tratta da questa sezione: “No, veramente, non esiste una strada che conduca direttamente e così rapidamente al modernismo dell’orgoglio”.

13.  AMARE LA CHIESA E IL PAPA

“Non permettete che voi stessi vi ingannate dalle affermazioni taimate* di coloro che insistentemente affermano di voler stare con la Chiesa, amare la Chiesa, lottare affinché la gente non ne esca… ma giudicarlo dalle sue opere. Se disprezzano i pastori della Chiesa e persino il Papa, se cercano in ogni modo di eludere la loro autorità per eludere le loro direttive e i loro giudizi… il seminare discordie e divisioni… Allora di quale chiesa parlano questi uomini? Allora di quale chiesa parlano questi uomini? Certamente non quella stabilita sul fondamento degli apostoli e dei profeti, con Gesù Cristo stesso come pietra angolare” (Ef 2,20) – San Pio X, discorso del 10 maggio 1909

  • taimate=compagni del tempo

Quando San Pio X prese le difese del cardinale J. Henry Newman, oggi Dottore della Chiesa

San Pio X E Supremi: se rinneghi Dio, invano puoi invocare la pace, perché non l’avrai

San Pio X agli Orientali: posto d’onore a tutti i santi Pontefici e Dottori dell’ Oriente

San Pio X: “Relicturus” contro i Modernisti

San Pio X Sacrorum antistitum: contrastare la diffusione del Modernismo con Giuramento antimodernista

San Pio X ai nuovi Cardinali: combattere l’errore e difendere la verità fino all’effusione del sangue

Dom Prosper Guéranger: San Pio X Papa e Confessore

29 maggio 1954: il Venerabile Pio XII dichiara Santo il beato Pontefice Pio X

La Notre charge apostolique. Quando San Pio X condannò in anticipo lo “spirito del Vaticano II”

1985 quando Giovanni Paolo II raccomandava il magistero di san Pio X

Crocifisso del Perdono detto San Pio X

Lettura della Pascendi Dominici gregis: testo anche scritto e in pdf da scaricare

Apostasia: moniti profetici nei testi di Papa San Pio X

Trascrizione storica, meravigliosa, dell’incoronazione di Pio X a Sommo Pontefice

I membri del vostro clero comprenderanno di certo che in questa bufera debbono essere animati dagli stessi sentimenti che furono un tempo nel cuore degli Apostoli; saranno felici di essere stati ritenuti degni di soffrire persecuzioni per il nome di Gesù (Act. V, 41).
Rivendicheranno dunque valorosamente i diritti e la libertà della Chiesa, ma senza offendere alcuno. Inoltre, badando a conservare la carità, come è dovere soprattutto dei ministri di Gesù Cristo risponderanno all’iniquità con la giustizia, agli oltraggi con la dolcezza e ai maltrattamenti con le buone azioni.
(San Pio X, Enciclica Vehementer Nos, 11 febbraio 1906)
 

Motu proprio “Praestantia Scripturae Sacrae” di S. Pio X. La scomunica dei Modernisti

Per reprimere la crescente audacia di molti modernisti i quali con ogni sorta di sofismi e di artifici si sforzano di togliere forza ed efficacia non solo al decreto Lamentabili sane exitu, emanato per Nostro ordine dalla Sacra Congregazione del Santo Ufficio il 3 luglio 1907, ma anche alla Nostra lettera enciclica Pascendi dominici gregis dell’8 settembre di questo stesso anno, rinnoviamo e confermiamo, in virtù della Nostra autorità apostolica, tanto quel decreto della Suprema Sacra Congregazione, quanto la Nostra lettera enciclica, aggiungendo la pena della scomunica per coloro che li contraddicono; e dichiariamo e deliberiamo che chiunque avrà l’audacia di sostenere, il che Dio non permetta, una qualsiasi proposizione, opinione o dottrina condannata nell’uno o nell’altro documento sopra citato, sarà soggetto per ciò stesso alla censura di cui al capo Docentes della costituzione Apostolicae Sedis, che è la prima delle scomuniche automatiche riservate semplicemente al romano Pontefice.
Questa scomunica è poi da intendere indipendente dalle pene nelle quali coloro che mancheranno in ordine a qualche punto dei documenti menzionati possono incorrere, come propagatori e difensori di eresie, se le loro proposizioni, opinioni o dottrine siano eretiche, il che agli avversari dei due menzionati documenti accade più di una volta, specialmente quando propugnano gli errori dei fautori del modernismo, sintesi di tutte le eresie.
Presi questi provvedimenti, raccomandiamo nuovamente con forza agli ordinari diocesani e ai superiori degli Istituti Religiosi di voler vigilare con attenzione sugli insegnanti, primariamente su quelli dei seminari; qualora li trovino imbevuti degli errori dei modernisti e fautori di pericolose novità, o troppo poco docili alle prescrizioni della sede apostolica in qualunque modo pubblicate, li interdicano del tutto dall’insegnamento.
Parimenti, escludano dai sacri ordini quei giovani sui quali gravi il più piccolo dubbio di correre dietro a dottrine condannate o a dannose novità.
Allo stesso modo li esortiamo a non cessare di esaminare attentamente i libri e le altre pubblicazioni, certamente troppo diffusi, che presentino opinioni e tendenze simili a quelle condannate per mezzo della lettera enciclica e del decreto citati sopra; curino di eliminarli dalle librerie cattoliche e molto più dalle mani della gioventù che studia e del clero.
Se ciò cureranno con sollecitudine, promuoveranno la vera e solida formazione intellettuale, alla quale massimamente deve essere rivolta la sollecitudine dei sacri presuli.
In virtù della Nostra autorità, Noi vogliamo e comandiamo che tutte queste disposizioni abbiano efficacia e restino ferme, nonostante qualunque disposizione contraria.
 
 

LA PREGHIERA DEL VEN. PIO XII A SAN PIO X DA LUI CANONIZZATO 29.5.1954

  • Sì, o Santo Pio X, gloria del sacerdozio, splendore e decoro del popolo cristiano; – Tu in cui l’umiltà parve affratellarsi con la grandezza, l’austerità con la mansuetudine, la semplice pietà con la profonda dottrina; Tu, Pontefice della. Eucaristia e del catechismo, della fede integra e della fermezza impavida; volgi il tuo sguardo verso la Chiesa santa, che Tu tanto amasti e alla quale dedicasti il meglio dei tesori, che con mano prodiga la divina Bontà aveva deposto nell’animo Tuo; ottienile la incolumità e la costanza, in mezzo alle difficoltà e alle persecuzioni dei nostri tempi; sorreggi questa povera umanità, i cui dolori così profondamente Ti afflissero, che arrestarono alla fine i palpiti del tuo gran cuore; fa che in questo mondo agitato trionfi quella pace, che deve essere armonia fra le nazioni, accordo fraterno e sincera collaborazione fra le classi sociali, amore e carità. fra gli uomini, affinchè in tal guisa quelle ansie, che consumarono la Tua vita apostolica, divengano, grazie alla Tua intercessione, una felice realtà, a gloria del Signor Nostro Gesù Cristo, che col Padre e lo Spirito Santo vive e regna nei secoli dei secoli. Così sia!

PREGHIERA DA USARSI COME TRIDUO O NOVENA
+ Padre santo, Pio X, che t’affacciasti alla vita in un’umile casa di un più umile paese e nella stessa povertà dei natali, pur elevato Pontefice del mondo, volesti vivere e morire sulle orme di Gesù umile e povero, spegni in noi quello smodato desiderio di terra e di grandezza, e ottienici di trovare nella povertà e semplicità quella beatitudine dei poveri di spirito che solo anelano il regno dei cieli. 1Gloria al Padre.
+ Padre santo, Pio X che, proclamato Pastore della cattolicità, difendesti con soave fermezza i diritti della Chiesa e l’ortodossia della dottrina, e ti proponesti d’attuare nel mondo un’universale restaurazione in Cristo, sostieni in noi, insidiati dall’errore, quel coraggio nella professione della fede e nell’adesione alla Chiesa che garantisca la nostra santificazione e restauri sull’intera umanità il Regno di Dio. 1Gloria al Padre.
+ Padre santo, Pio X, tutto amore e soavità per gli uomini, per la cui salvezza donasti il tuo molteplice ministero e per la cui pace offristi la vita, fa che l’umana famiglia viva e prosperi nell’unità implorata da Cristo e s’accenda sul mondo quella vera pace che è frutto di fraternità e giustizia e che è beatificante preludio in cielo. E a noi, imploranti la tua protezione, dona le grazie che aspettiamo: assistici in vita, aiutaci in morte e fa che siamo partecipi con te della visione di Dio nei secoli dei secoli. Così sia.
1Gloria al Padre.


Cari Amici dividiamo questa Catechesi in due parti per l’importanza che ricopre.
La Pascendi Dominici Gregis viene presentata nella versione originale con una nuova traduzione, assieme ai testi del decreto Lamentabili Sane Exitu, con una interessante analisi del professor Roberto de Mattei.
Conosciuta come l’enciclica contro gli errori del modernismo, contiene un’analisi approfondita delle sette metamorfosi che il pensatore modernista può assumere (filosofo, credente, storico, critico, teologo, apologista e riformatore) e propone sette rimedi per combattere quella che definisce la “sintesi di tutte le eresie”, il ritorno integrale al tomismo, faro di ogni pensiero razionale e lo studio, la formazione cattolica con la difesa della vera e sana dottrina.

qui la seconda parte: Nella Pascendi san Pio X difende la dottrina e i dogmi (2)

La stragrande maggioranza degli storiografi ha offerto un’immagine parziale di San Pio X e del suo operato, mettendo a fuoco prevalentemente la sua sacrosanta azione antimodernista e antiliberale. Lo stereotipo predisposto per il 257° successore di Pietro si sintetizza in poche parole: un Pontefice intransigente, proveniente da un’esperienza pastorale e non diplomatica e non intellettuale, formatosi alla teologia “manualistica” senza una ricerca e una rielaborazione personale. In realtà la sua figura è più complessa, più colta, più completa, spiritualmente più profonda di quello che si vuol far credere e definirlo un intransigente tout court è storicamente errato. San Pio X è stato invece il vero papa riformatore del XX secolo. Cristina Siccardi (autrice della prima biografia completa su questo Sommo Pontefice, intitolata “San Pio X. Vita del Papa che ha ordinato e riformato la Chiesa”, San Paolo, 2014), ci presenta il Papa che volle riformare la Chiesa e indicare al mondo che l’unica strada di salvezza era ricapitolare tutte le cose in Cristo (Instaurare omnia in Christo).


18 aprile 1909 – Pio X beatifica Giovanna d’Arco e nel Decreto che sanciva le virtù eroiche, del 13 dicembre 1908, cosi ammoniva il santo Padre:
“Verrà il coraggio quando sarà viva nel cuore la fede, quando si praticheranno tutti i precetti che dalla fede vengono imposti, perchè è impossibile la fede senza le opere, come è impossibile immaginare un sole che non dia luce e calore.
E di questa verità sono testimoni i martiri che abbiamo commemorati, perchè non è da credere che il martirio sia un atto di semplice entusiasmo, in cui si sottomette il capo alla scure per andare diritti in Paradiso, ma suppone il lungo e penoso esercizio di tutte le virtù, omnimoda et immaculata munditia.
E per parlare di colei che più di tutti è da voi conosciuta, la Pulcella d’Orléans, dessa come nell’umile paese natio, così fra le licenze delle armi, si conserva pura come un angelo, fiera come un leone in tutti i cimenti della battaglia, e pietosa verso i miseri e gli infelici.
Semplice come una bambina, nella quiete dei campi e nel tumulto della guerra, essa è sempre raccolta in Dio, ed è tutta amore per la Vergine e per la santissima Eucaristia come un Cherubino: l’avete detto bene, venerabile Fratello.
Chiamata dal Signore a difendere la sua patria, risponde alla vocazione per una impresa, che tutti, ed ella stessa, credevano impossibile; ma ciò che è impossibile per gli uomini, è sempre possibile con l’aiuto di Dio.
Non si esagerino pertanto le difficoltà per praticare quanto la fede ci impone per compiere i nostri doveri, per esercitare il fruttuoso apostolato dell’esempio, che il Signore aspetta da ciascuno di noi: unicuique mandavit de proximo suo.
Le difficoltà vengono da chi le crea e le esagera, da chi confida in se stesso senza gli aiuti del cielo, da chi cede vilmente pauroso per le beffe e le derisioni del mondo; per cui bisogna conchiudere, che ai nostri dì più che mai la forza principale dei tristi è la viltà e la debolezza dei buoni, e tutto il nerbo del regno di satana sta nella fiacchezza dei cristiani.
— Oh! se mi fosse permesso, come lo faceva in ispirito il profeta Zaccaria, di dimandare al Redentore divino: che sono elleno queste piaghe nel mezzo delle tue mani: quid sunt plagae istae in medio manuum tuarum? la risposta non sarebbe punto dubbiosa: queste mi sono state fatte nella casa di coloro che mi amavano: his plagatus sum in medio eorum qui diligebant me; dai miei amici, che han fatto niente per difendermi e che in ogni incontro si sono fatti complici dei miei avversari.

E a questo rimprovero, dato ai cristiani infingardi e paurosi di tutti i paesi, non si possono esimere molti cristiani della Francia, la quale, se dal venerato mio Predecessore, come voi, venerabile Fratello, avete ricordato, fu chiamata la nobilissima nazione missionaria, generosa, cavalleresca, io aggiungerò a sua gloria quanto scriveva al re S. Luigi il Papa Gregorio IX: « Iddio, al quale obbediscono le legioni celesti, avendo stabilito quaggiù dei regni differenti secondo le diversità delle lingue e dei climi, ha conferito a molti governi delle missioni speciali per il compi« mento dei suoi disegni.
E come altra volta preferì a quelle degli altri figli di Giacobbe la tribù di Giuda e la donò di speciali benedizioni, così elesse la Francia a preferenza di tutte le altre nazioni della terra per la protezione della fede cattolica e per la difesa della libertà religiosa.
Per questo « la Francia è il regno di Dio stesso, i nemici della Francia sono i nemici di Cristo. Per questo Dio ama la Francia, perchè ama la Chiesa, che traversa «i secoli e recluta le legioni per l’eternità. Dio ama la Francia, che nessuno sforzo ha potuto mai distaccare interamente dalla causa di Dio. Dio ama la Francia, dove in nessun tempo la fede ha perduto del suo vigore; dove i re e i soldati non hanno mai esitato ad affrontare i pericoli e a dare il loro sangue per la conservazione della fede e della libertà religiosa».

Fin qui il nono Gregorio.
Quindi, Voi, venerabile Fratello, nel vostro ritorno direte ai vostri connazionali che, se amano la Francia, devono amare Iddio, amare la fede, amare la Chiesa che, come dei padri vostri, è madre di tutti loro tenerissima. Direte che facciano tesoro dei testamenti di S. Remigio, di Carlomagno e di S. Luigi, che si compendiano nelle parole tante volte ripetute dalla loro eroina di Orléans: Vive le Christ qui est roi des Francs.
A questo titolo soltanto la Francia è grande fra le nazioni, a questo patto Iddio la proteggerà facendola libera e gloriosa, a questa condizione le si potrà applicare quanto nei libri santi è detto d’Israello, « che non si è « trovato alcuno, che insultasse a questo popolo se non quando si è allora « tanato da Dio », et non fuit qui insuttaset, populo ipsi visi quando reeessit a cultu Domini Dei sui.
Non è dunque un sogno il vostro, venerabile Fratello, ma una realtà, né in me vi è solo la speranza, ma la certezza del pieno trionfo.
Moriva il Papa, martire in Valenza, quando la Francia, misconosciuta e annientata l’autorità, proscritta la religione, abbattuti i templi e gli altari, esiliati, perseguitati e decimati i sacerdoti, era caduta nella più detestabile abbominazione.
Non passarono due anni dalla morte, di chi doveva essere l’ultimo Papa, e la Francia, rea di tanti delitti, intrisa ancor del sangue di tanti innocenti, volge pietosa gli occhi verso di chi, eletto prodigiosamente Papa, lontano da Roma, a Roma s’introna, e la Francia implora col perdono l’esercizio di quel divino potere che nel Papa aveva tante volte contestato; e la Francia è salva.

È possibile a Dio ciò che pare impossibile agli uomini. E in questa certezza mi conferma la protezione dei martiri che diedero il sangue per la fede e l’intercessione di Giovanna d’Arco, che, come vive nel cuore dei Francesi, così del continuo ripete in cielo la preghiera: gran Dio, salvate la Francia!
(Fonte vat.)

Foto del pontificale di Beatificazione di san Pio X per Giovanna d’Arco


Il 21 agosto la Chiesa festeggia san Pio X. Giuseppe Sarto nacque il 2 giugno 1835, secondo di dieci figli, a Riese nella diocesi di Treviso e divenne il primo Papa della storia contemporanea a provenire dal ceto contadino. Al principio della sua vocazione sacerdotale ci fu lo sguardo lungimirante della madre, che pur potendo chiedere a Giuseppe di sostituire il posto di lavoro al Municipio del padre – morto quando lui aveva 17 anni – decise di lavorare lei notte e giorno per sostentare la famiglia, permettendogli di dedicarsi al sacerdozio.

Dopo l’ordinazione sacerdotale fu destinato come cappellano alla parrocchia di Tombolo, dove rimase per nove anni per poi svolgere il ministero di parroco per altri otto a Salzano. Cappellano, parroco, direttore spirituale del Seminario, venne poi eletto nel 1884 vescovo della diocesi di Mantova. Lì anticipò le linee che, poi, avrebbe adottato da Papa: promosse la vita del seminario, la pratica dei sacramenti, il canto liturgico e l’insegnamento del catechismo. Nel 1888 convocò il Sinodo diocesano. Il 5 giugno 1892 fu chiamato alla sede patriarcale di Venezia e il 3 agosto 1903 fu eletto alla cattedra di Pietro, assumendo il nome di Pio X.

Morì il 21 agosto 1914. Beatificato da Pio XII nel 1951, fu canonizzato nel 1954. San Pio X aveva la fama di compiere miracoli in vita. Nel libro San Pio X, scritto dall’agiografo padre Rafel López-Melús, se riporta l’aneddoto che fu all’origine di questa fama. La notizia dei miracoli di papa Pio X si diffuse dopo che una suora che apparteneva alla comunità dove si lavavano i vestiti del Pontefice, si è messa i calzini del Papa «con la speranza di guarire» dalle vene varicose di cui soffriva ed «è guarita immediatamente».

Si racconta che, quando San Pio X l’ebbe scoperto, esclamò con l’umorismo che lo caratterizzava: «La cosa è divertente. Io indosso i calzini ogni giorno e le mie vene varicose non guariscono. Questa monaca li veste per un po’ ed è guarita dalle sue». Padre López-Melús racconta che, di fronte alla fama che lo precedeva san Pio X «sorrideva con desiderio, perché la sua umiltà lo vedeva molto lontano dal crederci». (Fonte foto: Screenshot, TV2000, YouTube)


SAN PIO X, IL MODERNISMO E IL RISCHIO DI USARE LA VERITÀ CONTRO LA VERITÀ

(Don Mario Proietti cpps)

In questi giorni, in cui si è ricordata la memoria di San Pio X, i social si sono riempiti di citazioni del santo pontefice. Nulla di male, anzi: è un segno che la sua eredità continua a interpellare la Chiesa. Ma cosa succede quando quelle parole, estrapolate dal loro contesto, vengono trasformate in armi contro la Chiesa di oggi? Cosa accade quando il modernismo, condannato da Pio X, viene strumentalmente identificato con il Magistero conciliare o con il cammino della Chiesa contemporanea?

San Pio X, con la forza della sua fede, denunciò il modernismo come «la sintesi di tutte le eresie» (Pascendi Dominici Gregis, 1907). Il modernismo non è altro che la tentazione di piegare la fede alla mutevolezza delle mode culturali, svuotando il Vangelo dall’interno. Ma affermare che la Chiesa stessa possa diventare modernista è un errore teologico radicale. La Chiesa, infatti, non può essere altro da ciò che è stata voluta da Cristo, «colonna e sostegno della verità» (1Tm 3,15). Chi insinua che la Chiesa sia divenuta modernista non sta colpendo un’eresia, ma il Corpo stesso di Cristo.

Qui si cela un rischio spirituale molto più grave: quello di cadere in uno dei peccati contro lo Spirito Santo, che San Tommaso d’Aquino definisce «impugnare la verità conosciuta» (Summa Theologiae, II-II, q.14, a.2). È un opporsi consapevolmente a ciò che si sa essere vero, fino a usare la verità stessa contro la verità. Non è forse questo che accade quando le parole di un santo pontefice vengono manipolate per negare la fedeltà della Chiesa al suo Signore?

A complicare la confusione interviene poi l’uso distorto dell’immagine del “piccolo resto”. Benedetto XVI ha ricordato più volte che la Chiesa potrebbe ritrovarsi numericamente ridotta, ma resterebbe sempre la stessa Chiesa di Cristo, mai dissolta, mai frammentata in setti o gruppuscoli. Eppure oggi assistiamo a una proliferazione di realtà autoreferenziali che si auto-proclamano il vero “resto fedele cattolico”: dai gruppi che si rifanno in maniera ideologica a Mons. Lefebvre senza rappresentarne realmente la Fraternità, fino ai sedevacantisti, ai minutelliani e a tanti altri. Ognuno alza la sua bandiera e rivendica di essere l’unico residuo cattolico autentico rimasto. Ma chi decide chi è il piccolo resto? Può il Corpo di Cristo essere identificato con una minoranza che si auto-ritaglia il titolo? È una tentazione pericolosa, perché finisce per annunciare implicitamente la dissoluzione della Chiesa, come se la promessa del Signore fosse venuta meno: «Le porte degli inferi non prevarranno» (Mt 16,18).

La Chiesa non è una somma di piccoli resti autoreferenziali. La Chiesa è una, santa, cattolica e apostolica, sempre viva nello Spirito Santo che la guida e la custodisce. Usare le parole di Pio X per proclamare la condanna della Chiesa odierna significa, dunque, non solo tradire il pensiero del santo pontefice, ma anche scivolare in quella sottile forma di opposizione alla verità che Tommaso d’Aquino identifica con il peccato contro lo Spirito Santo.

San Pio X non può diventare la bandiera di chi divide. Il suo insegnamento resta prezioso, ma va letto nella fedeltà alla Tradizione e all’unità della Chiesa. Non si può amare Cristo senza amare la sua Chiesa e non si può difendere la verità piegandola contro se stessa.

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