San Pio X ha guidato la Chiesa in una incredibile crociata spirituale contro il modernismo. Ha anche portato grandi frutti nella Chiesa promuovendo le devozioni mariane, la Santa Eucaristia quotidiana e una catechesi di fede basata sulla parrocchia. I miti seguenti sono uno spaccato degli insegnamenti di questo grande santo. Per comprendere meglio i memi, abbiamo fornito il contesto e le fonti (o la loro mancanza) per ogni meme, affinché chi è interessato a passare dal latte alla carne dei suoi insegnamenti possa farlo facilmente. Possano tutti i cattolici lavorare per ripristinare tutte le cose in Cristo, il motto di papa San Pio X.
1. La via più breve verso il cielo
La citazione completa si legge così: “La santa comunione è il modo più breve e più sicuro verso il Cielo. Ce ne sono altre, per esempio l’innocenza; ma quella è per i molto piccoli; la penitenza, ma ne abbiamo paura; resistenza generosa ai giudizi della vita, ma quando vengono, piangiamo e chiediamo che ci siano risparmiati. Una volta per tutti, figli carissimi, il modo più sicuro, più facile e più breve è l’Eucaristia. È così facile accostarsi al santo tavolo, e lì proviamo le gioie del Paradiso”.
2. La gentilezza è degli stolti
È riferito da molti che Papa San Pio ha detto quanto segue in risposta a coloro che gli hanno chiesto di “andare leggero” con i modernisti: “La gentilezza è per gli stolti! Vogliono essere trattati con olio, sapone e carezze, ma devono essere battuti con i pugni! In un duello non conti o misuri i colpi, colpisci come puoi! La guerra non è fatta con la carità, è una lotta, un duello. Se il Nostro Signore non fosse stato terribile, non avrebbe dato alcun esempio nemmeno per questo. Guarda come ha trattato i Filistei, i seminatori di zizzania, i lupi travestiti da pecore, i traditori nel tempio. Li ha scacciati a frustate!”.
3. L’immutabile
La frase “La verità assoluta è immutabile”, è da molti attribuita a papa San Pio X. Qualcosa vicino a questa affermazione si trova nel giuramento contro il modernismo. Il testo dice: “la verità assoluta e immutabile predicata dagli apostoli fin dall’inizio non si può mai credere che sia diversa, non può mai essere interpretata in alcun altro modo”.
4. Il progresso del dogma è la corruzione
Il meme è in realtà l’insieme di 2 citazioni separate. La prima, la citazione ‘progresso’ deriva da Lamentabili Sane e con il contesto dice: “Con risultati veramente deplorevoli, il nostro tempo, lasciando da parte ogni restrizione nella ricerca della causa ultima delle cose, spesso persegue così ardentemente le novità che rifiuta l’eredità della razza umana. Così cade in errori molto gravi, ancor più gravi quando riguardano l’autorità sacra, l’interpretazione della Sacra Scrittura e i misteri principali della fede. Il fatto che molti scrittori cattolici vadano oltre i limiti determinati dai Padri e dalla Chiesa stessa è estremamente deplorevole. In nome della più alta conoscenza e ricerca storica (dicono), stanno cercando quel progresso dei dogmi che, in realtà, non è altro che la corruzione dei dogmi”. La seconda parte del meme è tratto dal giuramento contro il modernismo ( 1910), dove si legge: “respingo del tutto la fantasiosa eresia dell’evoluzione dei dogmi da un significato all’altro, diverso da quello che prima la Chiesa professava”.
5. Il cosiddetto “Spirito del Vaticano II”
Lasciando da parte tutti i problemi con il Concilio Vaticano II, molte delle cosiddette “riforme” dei modernisti sono propagandate sotto la bandiera dello “Spirito del Vaticano II”. Il motivo per cui i modernisti devono appellarsi allo “spirito” è perché le loro agende non possono essere trovate nel testo effettivo del Vaticano II. Molte cose che la Chiesa ha sofferto in nome del Vaticano II non sono nei testi del Vaticano II. Il cosiddetto “Spirito” del Vaticano II è diventato un grido di raduno per coloro che affermano che la Chiesa post-conciliare costituisce un “nuovo cattolicesimo”.
6. La Strada che porta a Gesù Cristo
Nel primo anno del suo pontificato, nel 1903, Sua Santità Papa Pio X scrisse: “Ora la strada per raggiungere Cristo non è difficile da trovare: è la Chiesa. Giustamente Chrysostom inculca: «La Chiesa è la tua speranza, la Chiesa è la tua salvezza, la Chiesa è il tuo rifugio» (Hom. de capto Euthropio, n. 6.). E’ stato per questo che Cristo l’ha fondata, ottenendola al prezzo del Suo sangue e l’ha resa depositaria della Sua dottrina e delle sue leggi, concedendole contemporaneamente un tesoro inesauribile di grazie per la santificazione e la salvezza degli uomini. Vedete allora, Venerabili Fratelli, il dovere che è stato imposto su di noi e su di voi di riportare alla disciplina della Chiesa la società umana, ora estranea dalla saggezza di Cristo; la Chiesa la sottopone a Cristo e Cristo a Dio”. Nel 1954, alla canonizzazione di papa San Pio X, il suo successore Papa Pio XII scrisse: “Egli ha solennemente annunciato il programma del suo pontificato nella sua prima enciclica ( E supremi del 4 ottobre 1903) in cui ha dichiarato che il suo unico scopo era “ristabilire tutte le cose in Cristo” (Ef 1, 10), vale a dire, ricapitolare, ripristinare tutte le cose all’unità in Cristo. Ma dove è la strada che porta a Cristo, ha chiesto a sé stesso, guardando con compassione alle anime esitanti e erranti del suo tempo. La risposta, valida ieri come oggi e sempre, è: la Chiesa! Il suo scopo primario, perseguito incessantemente fino alla morte, era rendere la Chiesa sempre più efficacemente adeguata e pronta a ricevere il movimento delle anime verso Gesù Cristo”.
7. La Fede Apostolica
Il meme citato è tratto dal giuramento contro il modernismo. Un’altra traduzione dal latino dice: “Quarto: accolgo sinceramente la dottrina della fede trasmessa a noi dagli apostoli tramite i padri ortodossi, sempre con lo stesso senso e uguale contenuto”.
8. Contro il relativismo
Conosciuto come “Hipster Pope St. Pio X” (seguace d’avanguardia del Papa San Pio X), il meme combina la nozione di essere il primo a fare qualcosa prima che diventi corrente ordinaria, con la sempre vigile battaglia contro il modernismo di Papa San Pio X nei primi anni del 1900. Nella sua famosa enciclica Pascendi Dominici Gregis, il buon pontefice combatteva contro il relativismo nelle filosofie moderniste popolari dei suoi giorni. Sia che si parli di modernità che di modernismo, uno degli effetti innegabili è stata la mancanza di fede dell’uomo moderno nella capacità di sapere della ragione. (Nella nota enciclica Fides et Ratio, Giovanni Paolo II, afferma: “Qui le affermazioni di papa San Pio X sono pertinenti, sottolineando come hanno fatto che alla base del modernismo c’erano affermazioni filosofiche che erano fenomeniche, agnostiche e immanentiste”. Il progetto della modernità è stato e continuerà ad essere l’emancipazione della volontà umana da Dio, dalla natura, dalla storia e dalla ragione. Anche se la modernità si immagina età della ragione, ha effettivamente ridotto il raggio della ragione e ha in molti modi abbandonato del tutto la ragione.
9. Gesù non ha rispettato le idee false
Scrivendo ai vescovi francesi nell’autunno del 1910, Sua Santità, Papa Pio X, ha scritto: “Inoltre, mentre Gesù era gentile nei confronti dei peccatori e di quelli che si sono smarriti, non ha rispettato le loro idee false, per quanto sincere potessero apparire. Li ha amati tutti, ma li ha istruiti per convertirli e salvarli”. Con un tono simile, egli affermò: “Ma la dottrina cattolica ci dice che il dovere primario della carità non sta nella tolleranza di idee false, per quanto possano essere sincere, né nell’indifferenza teorica o pratica nei confronti degli errori e dei vizi nei quali vediamo affondati i nostri fratelli, ma nello zelo per il loro miglioramento intellettuale e morale e per il loro benessere materiale”.
10. I tradizionalisti sono veri amici
In Notre Charge Apostolique, il papa San Pio X ha scritto ai vescovi francesi: “Fateli convinti che la questione sociale e la scienza sociale non sono nate solo ieri; che la Chiesa e lo Stato, in ogni momento e in buon concerto, hanno fatto crescere organizzazioni fruttuose a tal fine; che la Chiesa, che non ha mai tradito la felicità del popolo acconsentendo ad alleanze dubbie, non deve liberarsi dal passato; che tutto ciò che occorre è riprendere, con l’aiuto di veri operai per un restauro sociale, gli organismi che la Rivoluzione ha frantumato e adattarli, nello stesso spirito cristiano che li ha ispirati, al nuovo ambiente che nasce dallo sviluppo materiale della società odierna. Infatti, i veri amici del popolo non sono né rivoluzionari, né innovatori: sono tradizionalisti”.
11. Combattere i modernisti
Come la citazione sopra citata sulla lotta ai modernisti, è ampiamente riferito che Papa S. Pio X ha dichiarato quanto segue in risposta a coloro che gli hanno chiesto di “andare leggero” sui modernisti: “La gentilezza è per gli stolti! Vogliono che siano trattati con olio, sapone e carezze, ma devono essere battuti con i pugni! In un duello non conta o si misurano i colpi, colpisci più che puoi! La guerra non è fatta con la carità, è una lotta, un duello. Se il Nostro Signore non fosse stato terribile, non avrebbe dato alcun esempio, nemmeno in questo. Guarda come ha trattato i Filistei, i seminatori di zizzania, i lupi travestiti da pecore, i traditori del tempio. Li ha scacciati con la frusta!”
12. Il modernismo è il frutto dell’orgoglio
Nella sua enciclica “Contro i modernisti”, Papa San Pio X fa parecchi commenti sul modernismo e sull’orgoglio. Egli commenta si modernisti – molti dei quali sono all’interno della Chiesa – dicendo: “Infine, e questo quasi distrugge tutta la speranza di curare, proprio le loro dottrine hanno dato una tendenza tale alla loro mente, che disprezzano tutte le autorità e non tollerano alcuna regola; e basandosi su una falsa coscienza, cercano di attribuire ad un amore alla verità ciò che in realtà è il risultato di orgoglio e ostinazione”. Il buon pontefice, tuttavia, parla al massimo di orgoglio, nella sottosezione ‘La causa del modernismo’. La citazione seguente è tratta da questa sezione: “No, veramente, non esiste una strada che conduca direttamente e così rapidamente al modernismo dell’orgoglio”.
13. AMARE LA CHIESA E IL PAPA
“Non permettete che voi stessi vi ingannate dalle affermazioni taimate* di coloro che insistentemente affermano di voler stare con la Chiesa, amare la Chiesa, lottare affinché la gente non ne esca… ma giudicarlo dalle sue opere. Se disprezzano i pastori della Chiesa e persino il Papa, se cercano in ogni modo di eludere la loro autorità per eludere le loro direttive e i loro giudizi… Allora di quale chiesa parlano questi uomini? Certamente non quella stabilita sul fondamento degli apostoli e dei profeti, con Gesù Cristo stesso come pietra angolare” (Ef 2,20) – San Pio X, discorso del 10 maggio 1909
- taimate=compagni del tempo
Dom Prosper Guéranger: San Pio X Papa e Confessore
La Notre charge apostolique. Quando San Pio X condannò in anticipo lo “spirito del Vaticano II”
1985 quando Giovanni Paolo II raccomandava il magistero di san Pio X
Crocifisso del Perdono detto San Pio X
Lettura della Pascendi Dominici gregis: testo anche scritto e in pdf da scaricare
Apostasia: moniti profetici nei testi di Papa San Pio X
Trascrizione storica, meravigliosa, dell’incoronazione di Pio X a Sommo Pontefice
Cari Amici dividiamo questa Catechesi in due parti per l’importanza che ricopre.
La Pascendi Dominici Gregis viene presentata nella versione originale con una nuova traduzione, assieme ai testi del decreto Lamentabili Sane Exitu, con una interessante analisi del professor Roberto de Mattei.
Conosciuta come l’enciclica contro gli errori del modernismo, contiene un’analisi approfondita delle sette metamorfosi che il pensatore modernista può assumere (filosofo, credente, storico, critico, teologo, apologista e riformatore) e propone sette rimedi per combattere quella che definisce la “sintesi di tutte le eresie”, il ritorno integrale al tomismo, faro di ogni pensiero razionale e lo studio, la formazione cattolica con la difesa della vera e sana dottrina.
qui la seconda parte: Nella Pascendi san Pio X difende la dottrina e i dogmi (2)
La stragrande maggioranza degli storiografi ha offerto un’immagine parziale di San Pio X e del suo operato, mettendo a fuoco prevalentemente la sua sacrosanta azione antimodernista e antiliberale. Lo stereotipo predisposto per il 257° successore di Pietro si sintetizza in poche parole: un Pontefice intransigente, proveniente da un’esperienza pastorale e non diplomatica e non intellettuale, formatosi alla teologia “manualistica” senza una ricerca e una rielaborazione personale. In realtà la sua figura è più complessa, più colta, più completa, spiritualmente più profonda di quello che si vuol far credere e definirlo un intransigente tout court è storicamente errato. San Pio X è stato invece il vero papa riformatore del XX secolo. Cristina Siccardi (autrice della prima biografia completa su questo Sommo Pontefice, intitolata “San Pio X. Vita del Papa che ha ordinato e riformato la Chiesa”, San Paolo, 2014), ci presenta il Papa che volle riformare la Chiesa e indicare al mondo che l’unica strada di salvezza era ricapitolare tutte le cose in Cristo (Instaurare omnia in Christo).
18 aprile 1909 – Pio X beatifica Giovanna d’Arco e nel Decreto che sanciva le virtù eroiche, del 13 dicembre 1908, cosi ammoniva il santo Padre:
“Verrà il coraggio quando sarà viva nel cuore la fede, quando si praticheranno tutti i precetti che dalla fede vengono imposti, perchè è impossibile la fede senza le opere, come è impossibile immaginare un sole che non dia luce e calore.
E di questa verità sono testimoni i martiri che abbiamo commemorati, perchè non è da credere che il martirio sia un atto di semplice entusiasmo, in cui si sottomette il capo alla scure per andare diritti in Paradiso, ma suppone il lungo e penoso esercizio di tutte le virtù, omnimoda et immaculata munditia.
E per parlare di colei che più di tutti è da voi conosciuta, la Pulcella d’Orléans, dessa come nell’umile paese natio, così fra le licenze delle armi, si conserva pura come un angelo, fiera come un leone in tutti i cimenti della battaglia, e pietosa verso i miseri e gli infelici.
Semplice come una bambina, nella quiete dei campi e nel tumulto della guerra, essa è sempre raccolta in Dio, ed è tutta amore per la Vergine e per la santissima Eucaristia come un Cherubino: l’avete detto bene, venerabile Fratello.
Chiamata dal Signore a difendere la sua patria, risponde alla vocazione per una impresa, che tutti, ed ella stessa, credevano impossibile; ma ciò che è impossibile per gli uomini, è sempre possibile con l’aiuto di Dio.
Non si esagerino pertanto le difficoltà per praticare quanto la fede ci impone per compiere i nostri doveri, per esercitare il fruttuoso apostolato dell’esempio, che il Signore aspetta da ciascuno di noi: unicuique mandavit de proximo suo.
Le difficoltà vengono da chi le crea e le esagera, da chi confida in se stesso senza gli aiuti del cielo, da chi cede vilmente pauroso per le beffe e le derisioni del mondo; per cui bisogna conchiudere, che ai nostri dì più che mai la forza principale dei tristi è la viltà e la debolezza dei buoni, e tutto il nerbo del regno di satana sta nella fiacchezza dei cristiani. — Oh! se mi fosse permesso, come lo faceva in ispirito il profeta Zaccaria, di dimandare al Redentore divino: che sono elleno queste piaghe nel mezzo delle tue mani: quid sunt plagae istae in medio manuum tuarum? la risposta non sarebbe punto dubbiosa: queste mi sono state fatte nella casa di coloro che mi amavano: his plagatus sum in medio eorum qui diligebant me; dai miei amici, che han fatto niente per difendermi e che in ogni incontro si sono fatti complici dei miei avversari.
E a questo rimprovero, dato ai cristiani infingardi e paurosi di tutti i paesi, non si possono esimere molti cristiani della Francia, la quale, se dal venerato mio Predecessore, come voi, venerabile Fratello, avete ricordato, fu chiamata la nobilissima nazione missionaria, generosa, cavalleresca, io aggiungerò a sua gloria quanto scriveva al re S. Luigi il Papa Gregorio IX: « Iddio, al quale obbediscono le legioni celesti, avendo stabilito quaggiù dei regni differenti secondo le diversità delle lingue e dei climi, ha conferito a molti governi delle missioni speciali per il compi« mento dei suoi disegni.
E come altra volta preferì a quelle degli altri figli di Giacobbe la tribù di Giuda e la donò di speciali benedizioni, così elesse la Francia a preferenza di tutte le altre nazioni della terra per la protezione della fede cattolica e per la difesa della libertà religiosa.
Per questo « la Francia è il regno di Dio stesso, i nemici della Francia sono i nemici di Cristo. Per questo Dio ama la Francia, perchè ama la Chiesa, che traversa «i secoli e recluta le legioni per l’eternità. Dio ama la Francia, che nessuno sforzo ha potuto mai distaccare interamente dalla causa di Dio. Dio ama la Francia, dove in nessun tempo la fede ha perduto del suo vigore; dove i re e i soldati non hanno mai esitato ad affrontare i pericoli e a dare il loro sangue per la conservazione della fede e della libertà religiosa».
Fin qui il nono Gregorio.
Quindi, Voi, venerabile Fratello, nel vostro ritorno direte ai vostri connazionali che, se amano la Francia, devono amare Iddio, amare la fede, amare la Chiesa che, come dei padri vostri, è madre di tutti loro tenerissima. Direte che facciano tesoro dei testamenti di S. Remigio, di Carlomagno e di S. Luigi, che si compendiano nelle parole tante volte ripetute dalla loro eroina di Orléans: Vive le Christ qui est roi des Francs.
A questo titolo soltanto la Francia è grande fra le nazioni, a questo patto Iddio la proteggerà facendola libera e gloriosa, a questa condizione le si potrà applicare quanto nei libri santi è detto d’Israello, « che non si è « trovato alcuno, che insultasse a questo popolo se non quando si è allora « tanato da Dio », et non fuit qui insuttaset, populo ipsi visi quando reeessit a cultu Domini Dei sui.
Non è dunque un sogno il vostro, venerabile Fratello, ma una realtà, né in me vi è solo la speranza, ma la certezza del pieno trionfo.
Moriva il Papa, martire in Valenza, quando la Francia, misconosciuta e annientata l’autorità, proscritta la religione, abbattuti i templi e gli altari, esiliati, perseguitati e decimati i sacerdoti, era caduta nella più detestabile abbominazione.
Non passarono due anni dalla morte, di chi doveva essere l’ultimo Papa, e la Francia, rea di tanti delitti, intrisa ancor del sangue di tanti innocenti, volge pietosa gli occhi verso di chi, eletto prodigiosamente Papa, lontano da Roma, a Roma s’introna, e la Francia implora col perdono l’esercizio di quel divino potere che nel Papa aveva tante volte contestato; e la Francia è salva.
È possibile a Dio ciò che pare impossibile agli uomini. E in questa certezza mi conferma la protezione dei martiri che diedero il sangue per la fede e l’intercessione di Giovanna d’Arco, che, come vive nel cuore dei Francesi, così del continuo ripete in cielo la preghiera: gran Dio, salvate la Francia!
(Fonte vat.)
Foto del pontificale di Beatificazione di san Pio X per Giovanna d’Arco
