La Fraternità Sacerdotale San Pio X non è scismatica (Benedetto XVI)

Il sito Cooperatores-Veritatis non alimenta alcuna tifoseria e non aderisce a nessuno in terra, se non alla Santa Chiesa di Cristo, al Magistero pontificio bimillenario, ai Santi Padri e Dottori della Chiesa, al Catechismo. Il tutto in questa bellissima “cooperazione” al Regno di Dio (Lc.9,59-60) che è poi stato il motto episcopale di uno dei più grandi teologici nella Chiesa del nostro tempo moderno, il cardinale Joseph Ratzinger per oltre un ventennio Prefetto e custode della santa Dottrina, divenuto Pontefice col nome di Benedetto XVI.

Stimiamo il cardinale Raymond Leo Burke e abbiamo preso a cuore le sue iniziative in difesa della dottrina, specialmente nell’ultima iniziativa insieme ad altri tre cardinali, tra i quali il compianto e l’amato cardinale Caffarra, a riguardo della Lettera al santo Padre sui Dubia, firmando noi stessi l’iniziativa alla Supplica al Pontefice affinché chiarisca al più presto circa la sana dottrina, come invocato anche da un altro grande ed umile pastore del nostro tempo martoriato, il vescovo Athanasius Schneider.

Ma è di questi giorni una notizia che sta davvero confondendo i fedeli: mons. Burke avrebbe dichiarato che la Fraternità sacerdotale san Pio X (FSSPX) sarebbe scismatica… vedi qui.

La notizia ha confuso anche noi perché è evidente che mons. Burke, in queste sue affermazioni non ha, forse, tenuto conto delle parole e della volontà espresse da Benedetto XVI in questo argomento spinoso, o forse – e ce lo auguriamo – si tratta solo di una pessima traduzione fatta propria dai Media per continuare ad alimentare l’odio verso questa Fraternità. Nel marzo 2009, Benedetto XVI, fu costretto a scrivere una Lettera pubblica a tutti i Vescovi per chiarire la sua scelta di togliere la scomunica rimasta addosso solamente ai 4 vescovi nominati da mons. Lefebvre, contro il parere negativamente espresso dall’allora Pontefice Giovanni Paolo II.

Senza fare alcuna polemica restiamo ai fatti e prendiamo le parole ufficiali del “Decreto di remissione della scomunica latae sententiae ai vescovi della Fraternità Sacerdotale San Pio X” firmato da Benedetto XVI, ecco le parole canoniche:

“..in virtù del presente Decreto, rimetto ai Vescovi Bernard Fellay, Bernard Tissier de Mallerais, Richard Williamson e Alfonso de Galarreta la censura di scomunica latae sententiae dichiarata da questa Congregazione il 1° luglio 1988, mentre dichiaro privo di effetti giuridici, a partire dall’odierna data, il Decreto a quel tempo emanato…”

Dunque, il Decreto del 1988 che li dichiarava scismatici, i 4 vescovi non la FSSPX, è privo di effetti giuridici, e la scomunica è stata rimessa, punto.

Da allora c’è stato chi ha continuato a definirli scismatici, e ad usare il termine “lefebvriani” in senso dispregiativo, ma senza dubbio non ci aspettavamo che a pronunciarsi in termini così errati fosse proprio il cardinale Burke! E nella famosa e dolorosa Lettera ai Vescovi, così esordiva Benedetto XVI:

“Cari Confratelli nel ministero episcopale! La remissione della scomunica ai quattro Vescovi, consacrati nell’anno 1988 dall’Arcivescovo Lefebvre senza mandato della Santa Sede, per molteplici ragioni ha suscitato all’interno e fuori della Chiesa Cattolica una discussione di una tale veemenza quale da molto tempo non si era più sperimentata”.

La remissione della scomunica c’è stata, con buona pace di tutti. Il Bolg di chiesaepostconcilio, ha tradotto più serenamente le parole del cardinale Burke riportando quanto segue:

“In realtà Burke – incidentalmente giudice del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica – parlava di aspetti canonici, come ha abbondantemente chiarito dicendo che per quanto riguarda la facoltà di celebrare matrimoni validi e leciti data da papa Francesco «non c’è una spiegazione canonica», e che ugualmente è una «situazione un po’ anomala» quella di Benedetto XVI che ha rimosso le scomuniche ai diretti interessati senza che costoro abbiano formalmente «rinunciato alla disubbidienza»….”

Francamente non si comprende questa pignoleria quando lo stesso Benedetto XVI ha tentato di fugare ogni dubbio in materia e quando, il Decreto ufficiale, dice testualmente che è ” privo di effetti giuridicila scomunica precedente. Gli “effetti giuridici” riguardano il Diritto Canonico e nessuno di noi vuol pretendere di saperne più del cardinale Burke che è stato per altro Prefetto del tribunale per la Signatura Apostolica. Comprendiamo bene le parole di Burke, ma usare il termine “scismatico” è sbagliato e porta ad ulteriore confusione e sbandamento. Benedetto XVI volle proprio cancellare questo termine discriminatorio specificando, in molte occasioni, che la scomunica riguardava solo i 4 vescovi e non tutta la Fraternità.

Che esista ora al momento una situazione anomala è comunque sia la verità perché, alla luce dei fatti, sono state le ultime decisioni prese dal santo Padre Francesco, in favore della FSSPX a dare loro una più cattolicità interna alla Chiesa. Il santo Padre, in occasione del Giubileo della Misericordia, concesse ai Padri della FSSPX di poter confessare in ogni giurisdizione diocesana della Chiesa, concessione questa che è stata poi prolungata dal Papa anche oltre il Giubileo, e tutt’ora in vigore. Inoltre è stato concesso loro di poter celebrare anche i matrimoni nelle diocesi cattoliche.

Argomenti che si possono discutere quanto si vuole, ma che liberano assolutamente da ogni sospetto di essere scismatici, dice infatti il cardinale Burke chiarendo meglio il suo pensiero: “Non sono più scomunicati, ma non sono nemmeno in regolare comunione con la Chiesa Cattolica.”

Riguardo ai Sacramenti, specifica così il cardinale Burke: “..ma vorrei dirvi che io non penso che sia una buona cosa ricevere i sacramenti nella FSSPX anzitutto perché ciò non li aiuta, poiché i sacramenti non sono celebrati lecitamente. Sono validi, non è in questione questo se i preti sono validamente ordinati, ma non è un segno di comunione con la Chiesa. Al contrario dovremmo incoraggiare i membri della FSSPX a riconciliarsi con la Chiesa…”

“ma… io non penso che sia una buona cosa…” è una affermazione del tutto arbitraria, condivisibile o meno, che non intacca affatto coloro che ricevono l’assoluzione presso i confessionali della FSSPX o celebreranno il Matrimonio da loro, così come ha voluto il Papa regnante… o riceveranno l’Eucaristia nelle liturgie da loro celebrate, le motivazioni poi sono del tutto discutibili e materia di approfondimenti.

Se un Sacramento è valido, è valido e basta! Poi si potrà discettare sui contenuti. Alla maggior parte dei fedeli queste discussioni non servono a nulla, molti non le conoscono e non le comprendono. Prendiamo l’esempio di tante Messe moderniste di cui la validità è davvero messa a dura prova. Qui non c’entra forse la giurisdizione canonica, ma si va a toccare direttamente il Cuore della Chiesa, il Sacramento dell’Eucaristia profanato, usato in modi gravemente sacrileghi, eppure si parla di validità, e nessuno di loro compreso il cardinale Burke, sconsiglia i fedeli per non prendere parte a questi sacrilegi i quali, appunto, vengono disciplinati da leggi canoniche che nessuno rispetta. Viene davvero da chiedersi se qui, il concetto della legge, non superi davvero il senso della fede, la sacralità di un rito e la santa ricezione dei Sacramenti… o si usa la legge quando torna comodo!

Da chi andare? Noi sappiamo che Benedetto XVI, attento alla Liturgia e conoscitore dei sacrilegi compiuti nella messa moderna, ha voluto difendere proprio la sacralità del rito e non piuttosto usare la legge canonica minuziosamente per privare i fedeli di una grande opportunità di salvezza… Non ce lo inventiamo noi, sono concetti espressi da Benedetto XVI in diverse occasioni.

Egli ha voluto concedere una libera scelta tra i fedeli, insieme anche al Summorum Pontificum vedi qui, inutile ora fare queste puntualizzazioni che non servono a nessuno, non aiutano nessuno. Benedetto XVI ha voluto offrire ai fedeli una grande opportunità che andasse oltre la legge canonica, non ha infranto alcuna dottrina, piuttosto ha dato ai fedeli quella libertà che certe mode di oggi hanno intrappolato in una serie di divieti atti ad alimentare i sacrilegi e le profanazioni dell’Eucaristia e dei Sacramenti, in barba per altro proprio alle leggi canoniche.

Laudetur Jesus Christus

 

REMISSIONE DELLA SCOMUNICA LATAE SENTENTIAE AI VESCOVI DELLA FRATERNITÀ SACERDOTALE SAN PIO X, 24.01.2009
[B0056]

● COMUNICATO DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE
● DECRETO DELLA CONGREGAZIONE PER I VESCOVI


● COMUNICATO DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE

Il Santo Padre, dopo un processo di dialogo tra la Sede Apostolica e la Fraternità Sacerdotale San Pio X, rappresentata dal suo Superiore Generale, S.E. Mons. Bernard Fellay, ha accolto la richiesta formulata nuovamente da detto Presule, con lettera del 15 dicembre 2008, anche a nome degli altri tre Vescovi della Fraternità, S.E. Mons. Bernard Tissier de Mallerais, S.E. Mons. Richard Williamson e S.E. Mons. Alfonso de Galarreta, di rimettere la scomunica in cui erano incorsi vent’anni fa.
A causa, infatti, delle consacrazioni episcopali fatte, in data 30 giugno 1988, da S.E. Mons. Marcel Lefebvre, senza mandato pontificio, i menzionati quattro Presuli erano incorsi nella scomunica latae sententiae, dichiarata formalmente dalla Congregazione per i Vescovi in data 1° luglio 1988.
S.E. Mons. Bernard Fellay, nella citata missiva, manifestava chiaramente al Santo Padre che: “siamo sempre fermamente determinati nella volontà di rimanere cattolici e di mettere tutte le nostre forze al servizio della Chiesa di Nostro Signore Gesù Cristo, che è la Chiesa cattolica romana. Noi accettiamo i suoi insegnamenti con animo filiale. Noi crediamo fermamente al Primato di Pietro e alle sue prerogative, e per questo ci fa tanto soffrire l’attuale situazione“.

Sua Santità Benedetto XVI, che ha seguito fin dall’inizio questo processo, ha cercato sempre di ricomporre la frattura con la Fraternità, anche incontrando personalmente S.E. Mons. Bernard Fellay, il 29 agosto 2005. In quell’occasione, il Sommo Pontefice ha manifestato la volontà di procedere per gradi e in tempi ragionevoli in tale cammino ed ora, benignamente, con sollecitudine pastorale e paterna misericordia, mediante Decreto della Congregazione per i Vescovi del 21 gennaio 2009, rimette la scomunica che gravava sui menzionati Presuli. Il Santo Padre è stato ispirato in questa decisione dall’auspicio che si giunga al più presto alla completa riconciliazione e alla piena comunione.

● DECRETO DELLA CONGREGAZIONE PER I VESCOVI

Con lettera del 15 dicembre 2008 indirizzata a Sua Em.za il Sig. Cardinale Dario Castrillón Hoyos, Presidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, Mons. Bernard Fellay, anche a nome degli altri tre Vescovi consacrati il giorno 30 giugno 1988, sollecitava nuovamente la rimozione della scomunica latae sententiae formalmente dichiarata con Decreto del Prefetto di questa Congregazione per i Vescovi in data 1° luglio 1988. Nella menzionata lettera, Mons. Fellay afferma, tra l’altro: “Siamo sempre fermamente determinati nella volontà di rimanere cattolici e di mettere tutte le nostre forze al servizio della Chiesa di Nostro Signore Gesù Cristo, che è la Chiesa cattolica romana. Noi accettiamo i suoi insegnamenti con animo filiale. Noi crediamo fermamente al Primato di Pietro e alle sue prerogative, e per questo ci fa tanto soffrire l’attuale situazione“.
Sua Santità Benedetto XVI – paternamente sensibile al disagio spirituale manifestato dagli interessati a causa della sanzione di scomunica e fiducioso nell’impegno da loro espresso nella citata lettera di non risparmiare alcuno sforzo per approfondire nei necessari colloqui con le Autorità della Santa Sede le questioni ancora aperte, così da poter giungere presto a una piena e soddisfacente soluzione del problema posto in origine – ha deciso di riconsiderare la situazione canonica dei Vescovi Bernard Fellay, Bernard Tissier de Mallerais, Richard Williamson e Alfonso de Galarreta sorta con la loro consacrazione episcopale.
Con questo atto si desidera consolidare le reciproche relazioni di fiducia e intensificare e dare stabilità ai rapporti della Fraternità San Pio X con questa Sede Apostolica. Questo dono di pace, al termine delle celebrazioni natalizie, vuol essere anche un segno per promuovere l’unità nella carità della Chiesa universale e arrivare a togliere lo scandalo della divisione.
Si auspica che questo passo sia seguito dalla sollecita realizzazione della piena comunione con la Chiesa di tutta la Fraternità San Pio X, testimoniando così vera fedeltà e vero riconoscimento del Magistero e dell’autorità del Papa con la prova dell’unità visibile.
In base alle facoltà espressamente concessemi dal Santo Padre Benedetto XVI, in virtù del presente Decreto, rimetto ai Vescovi Bernard Fellay, Bernard Tissier de Mallerais, Richard Williamson e Alfonso de Galarreta la censura di scomunica latae sententiae dichiarata da questa Congregazione il 1° luglio 1988, mentre dichiaro privo di effetti giuridici, a partire dall’odierna data, il Decreto a quel tempo emanato.

Roma, dalla Congregazione per i Vescovi, 21 gennaio 2009.
Card. Giovanni Battista Re
Prefetto della Congregazione per i Vescovi

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