La Madonna del Finanziere: una storia vera

Con Te, Maria, non ci sentiamo orfani. Il Tuo amore di mamma ci riscalderà

Chi sente parlare della Guardia di Finanza (G.diF.) pensa subito ai controlli fiscali, agli scontrini, alle tasse, a san Matteo loro Patrono ma che prima della conversione era un esattore, disonesto, del Cesare di turno… Noi qui vogliamo offrirvi una storia del tutto diversa, sconosciuta ai più anche perché – purtroppo – ciò che di bello fu progettato, è stato da anni distrutto. Ma restano non semplicemente dei “ricordi”, ma persone, persone coinvolte le quali, nelle loro mille sofferenze, hanno saputo però lasciare il ricordo perenne di tante testimonianze edificanti.

Quanto segue vuole essere, anche da parte nostra, un omaggio a tutte le Fiamme Gialle d’Italia, di ieri, di oggi e di domani, omaggio e gratitudine alla Guardia di Finanza, gratitudine ai tanti Cappellani che all’interno di questo Corpo, operano e seminano in mezzo alle tante difficoltà, sacrifici, ma anche con tanta passione.

Veniamo subito al dunque che è l’Oggetto raffigurato: La Madonna del Finanziere e alla sua storia legata al Collegio per gli Orfani delle Fiamme Gialle, sorto dopo gli eventi bellici il primo aprile del 1949 e strutturato, com’era d’uso all’epoca, in due case distinte una maschile e l’altra femminile.

Questa bellissima statua della Vergine Maria, che fu realizzata dallo scultore Vincenzo Giacomo Mussner di Ortisei (Bz), nel 1954, tiene per mano amorevolmente un fanciullo, come farebbe una qualsiasi brava mamma mentre, con la mano destra indica, verso l’alto, a segnare ad egli la via da intraprendere, la strada da seguire. In questa posa, la Vergine Santa, invita il piccolo orfano a non smarrire la via verso il nostro Padre Celeste. Il fanciullo, infine, rappresenta non solo il figlio di un finanziere caduto nell’adempimento del proprio dovere, ma anche il carattere etico e morale delle Fiamme Gialle in ogni tempo e generazione.

Nell’orgia politica ed euforica degli Anni ’70, con tutta la rivoluzione del momento che investì l’Italia, i due Collegi vennero soppressi e, questa bellissima Vergine Santa col Finanziere, che si trovava nell’Istituto – a Loreto – cadde nel dimenticatoio. Ma come accade per tutte le cose volute al Cielo, ecco la rivincita di Maria Santissima.

A seguito di un pellegrinaggio effettuato a Loreto, qualche anno fa, dalla comunità cristiana del Comando Generale della Guardia di Finanza, guidata dal Cappellano Ispettore, entrarono in contatto con una delle suore, e le ex-allieve del collegio, ad una mostra dov’era esposta la bellissima Statua. Appena fu vista “La Madonna del Finanziere”, tutti furono pervasi da grande commozione. Immediata fu la reazione unanime di poter vedere collocata la Statua in un posto più idoneo quale, per esempio, la Cappella della Caserma Piave, sede attuale del Comando Generale della Guardia di Finanza.

E così, dopo alcuni restauri che furono necessari a causa del triste abbandono, la sacra Scultura fu restituita all’alveo delle Fiamme Gialle in occasione della Pasqua del 2 aprile 2012, officiata dal Cappellano Militare dell’Arma, alla presenza del Comandante Generale. Chiunque può andarla a visitare presso il Comando Generale Guardia di Finanza, Caserma Piave – Viale XXI Aprile, 51 – Roma.

Questa occasione speciale ha permesso, infatti, che proprio sotto la protezione di Maria Santissima, cominciassero anche gli incontri degli ex-collegiali, raccontandosi le storie e le esperienze, riscoprendo storie tristi, certamente, ma anche storie edificanti da tramandare.

Questa la breve ma intensa storia della Statua benedetta: La Madonna del Finanziere che è il simbolo, l’effige, il fondamento stesso sorto sotto la protezione di Maria stessa, di una Istituzione imponente, chiamata affettuosamente “il nido di Loreto“, e che erano questi due Collegi fondati per ospitare – principalmente – gli orfani di quelle Fiamme Gialle cadute nell’adempimento del proprio dovere. Parliamo degli anni che vanno dal 1949, data di fondazione, al 1974, data della triste soppressione.

Potrà sembrare strano che ne parliamo qui, in un sito che parla di dottrina e di apologetica cattolica. E’ piuttosto importante comprendere che, questo genere di Opere, erano tutte di matrice Cattolica. Sono quelle storie squisitamente cattoliche che: o se ne parla male (figurati! un collegio di orfani, cosa vuoi che ci sia di bello!!); o se ne affossa la memoria perchè, soprattutto oggi, sono scomode da portare quali esempi di progetti riusciti.

Quando tutto ebbe inizio in quel primo aprile del 1949, ad aprire le porte a questi orfani, figli di Fiamme Gialle cadute nell’adempimento del proprio dovere, furono le Suore Francescane del Giglio mentre, per le prime orfanelle di sesso femminile, furono aperte le porte presso il Collegio delle Suore Orsoline. Inoltre supervisore, possiamo dire, del progetto era nientemeno che il Vescovo di Loreto, all’epoca mons. Malchiodi che – non per battuta – fu soprannominato dal Papa “Bonchiodi”, proprio per la sua riconosciuta bontà. Fondatore dell’Opera fu invece Don Orlando Borromei, pastore attento e premuroso, padre amorevole di tutti gli orfani ivi ospitati.

Forse pochi e nessuno conosce la storia delle Suore Orsoline di Gesù di san Fedele d’Albenga! Essa è presto detta: l’offensiva anticlericale sviluppatasi in Francia agli inizi del ‘900 portò, 14 “Ursulines de Jesus” del convento di Sant-Tropez a cui la Legge di Combes proibiva di insegnare e di praticare la fede cattolica,ad attraversare la frontiera ed approdarono il 31 agosto 1903 a san Fedele d’Albenga. In quella villa Borea Ricci, chiamata poi sia villa Giulia sia Villa del Sacro Cuore, dove impiantarono l’educandato femminile.

Il 4 luglio del 1952, il Venerabile Pio XII concesse la prima udienza speciale al Comandante Generale della Guardia di Finanza, accompagnato da una nutrita rappresentanza dell’Istituto Nazionale Orfani e Figli di Finanzieri in Loreto, con il Vescovo di Loreto mons. Malchiodi. La felice esperienza si ripresentò nel luglio 1953, quando il Papa volle essere informato scrupolosamente sull’andamento del progetto e dell’opera per questa Infanzia.

Il 20 giugno del 1968, in occasione del 194° Anniversario delle Fiamme Gialle, Paolo VI accordò una udienza speciale, nel cortile san Damaso, a circa tremila finanzieri in servizio ed in congedo.  Così vi furono accolti anche la folta rappresentanza dei due Collegi. Si sottolineava come, questi Istituti, avessero a cuore l’educazione dei giovani a diventare “donne e uomini saggi e coscienti delle proprie responsabilità nel mondo civilemadri colte ed operose, capaci di infondere nei figli i germi della vera convivenza civile; e preparare i futuri padri di famiglia, a seminare nei figli il senso civile delle proprie responsabilità..”

Ecco, questa la breve ma toccante storia della Madonna del Finanziere. Senza prolungarci sul perché e sul per come – poi – queste opere furono chiuse, come anche gli Orfanotrofi di tutte le altre Congregazioni cattoliche, ed oggi in alcuni casi trasformati in “Case famiglia”. Evitando volutamente di  addentrarci nei meandri della politica, vogliamo solo lasciare anche noi un ricordo, puro e semplice alla bellezza, un ricordo alle storie belle, ai fatti che tracciano i veri solchi della storia e restano indelebili, per quanto si tenti di cancellarli.

Resta palese il valore del motto araldico della GdF “Nec recisa recedit“, che tradotto significa “neanche spezzata retrocede”, a significare che, la Guardia di Finanza, ha ancora molti valori da insegnare e trasmettere, che non è “solo” controllo fiscale.

Ricordare a tutti noi che – le vere opere di misericordia – portano da sempre il sigillo della CROCE, la tenera mano della Madre di Dio, si fondano su storie di Orfani, di chi ha perso tutto ma non la speranza e la gioia di vivere, di chi non ha perso la Fede, quella vera, e che da sempre ha tentato di superare gli ostacoli nel nome non di se stessi, ma nel santo Nome di Dio, che tutto vede, e a tutto provvede, se lo si lascia lavorare in mezzo a noi.

Raccontano dalle testimonianze:

“Quando ho rivisto la Statua della Madonna del Finanziere, un brivido mi ha attraversato la schiena. Ricordo che, durante la permanenza in collegio, non potevamo sostare sotto quella scultura. Le Suore disposero che quando si transitava in quel posto, ci si doveva fermare, inginocchiarsi, farsi il segno della croce, per poi andar via. La Madonna del Finanziere costituì un simbolo importante per noi bambini ospiti di quel collegio, e per questo andava rispettata e venerata.”

“…. abbiamo espresso riconoscenza per l’opera della Guardia di Finanza che ci ha consentito di studiare in anni non certo facili, come quelli del dopoguerra. Certo, sono stati anni duri, lontani dagli affetti familiari, ma a distanza di anni sentiamo il dovere di lasciare un ricordo di gratitudine e – perché no – di affetto alle Suore Orsoline che ci hanno aiutato a crescere con principi e valori che ancora portiamo dentro di noi, e alla Guardia di Finanza, che si è fatta carico di tutto…”

La Preghiera del Finanziere

  • Signore Iddio, che hai voluto distinta in molti popoli la umana famiglia, da Te creata e redenta, guarda benigno a noi, che abbiamo lasciato le nostre case per servire in armi l’ Italia.
  • Aiutaci, o Signore, affinché, forti della Tua fede, affrontiamo fatiche e pericoli in generosa fraternità di intenti e il nostro sereno sacrificio.
  • Fa’ che sentiamo ogni giorno, nella voce del dovere che ci guida, l’ eco della Tua voce, fa’ che le Fiamme Gialle d’ Italia siano d’ esempio a tutti i cittadini nella fedeltà ai Tuoi comandamenti e alla Tua Chiesa, nella osservanza delle patrie leggi nella consapevole disciplina verso le autorità costituite.
  • Accogli nella Tua pace i caduti di tutte le guerre e dona il premio a coloro che hanno speso la vita nell’ adempimento del dovere.
  • E concedi a noi e alle nostre famiglie la Tua benedizione, la protezione di Maria Santissima e del nostro Patrono San Matteo.
  • Amen.

Laudetur Jesus Christus + Ave Maria – (articolo di Dorotea Lancellotti)

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