L’appello dei 70 alla Chiesa tedesca: state andando verso lo scisma!

Nella disgrazia di avere sempre più la Chiesa in Germania, in rotta verso il baratro dello scisma, dobbiamo ringraziare il Signore perché ben 70 tra cardinali e Vescovi, hanno deciso di non tacere. Chiedendo a tutti di pregare – incessantemente – affinché questa Comunità la smetta di correre dietro al mondo, è anche corretto che l’informazione sana venga fatta e sia divulgata. La Chiesa Cattolica non modificherà mai la sana Dottrina!


Le fughe in avanti della Chiesa tedesca allarmano sempre più la Chiesa universale. Oltre settanta vescovi di tutto il mondo hanno reso pubblica una lettera in cui avvertono i loro confratelli che la via sinodale intrapresa in Germania rischia di portare a uno scisma.

Da diverso tempo, infatti, i vescovi tedeschi, guidati dal cardinale Reinhard Marx, mostrano di voler “aggiornare” il messaggio cristiano per renderlo più morbido rispetto alle richieste mondane  (benedizione delle coppie gay, sacerdozio femminile, abolizione dell’obbligo del celibato ecclesiastico, intercomunione tra cattolici e protestanti).

Dopo papa Francesco, che aveva chiesto ai vescovi tedeschi di fermarsi, ma non è stato ascoltato, ora arriva la lettera dei 70 vescovi. Tra di essi vi sono quattro cardinali (Francis Arinze, Raymond Burke, Wilfred Napier, George Pell) e un italiano, monsignor Massimo Camisasca.

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Ci sono le firme di quattro cardinali Francis Arinze (vescovo di Onitsha, Nigeria), Raymond Burke (arcivescovo emerito di St. Luoise, Missouri, Usa), Wilfred Napier (arcivescovo emerito di Durban, Sud Africa) e George Pell (arcivescovo emerito di Sydney, Australia). Poi ci sono oltre 65 vescovi, tra cui molti amici del Timone; l’italiano Massimo Camiscasca (vescovo emerito di Reggio Emilia – Guastalla), Salvatore Cordileone (vescovo di San Francisco, California, Usa), Thomas Olmsted (vescovo di Phoenix, Arizona, Usa), Thomas Paprocki (vescovo di Springfield, Illinois, Usa) e tanti altri.

Una lettera appello, che mette nero su bianco la preoccupazione per il cammino sinodale della Chiesa tedesca che secondo i firmatari provoca confusione sull’insegnamento della Chiesa e mostra «più sottomissione e obbedienza al mondo e alle ideologie che a Gesù Cristo come salvatore». Il riferimento ovviamente è alle bozze di testi – firmate a febbraio dall’assemblea dei vescovi tedeschi – in cui si chiedevano benedizioni per coppie dello stesso sesso –  e soprattutto al recente intervento del capo della Chiesa tedesca, il cardinale Reinhard Marx secondo cui l’insegnamento sull’omosessualità «non è scolpito» nella pietra e dunque si può mettere in discussione.

Parole inequivocabili, di fronte a cui la lettera dei 70 non è meno ferma: «l’urgenza delle nostre osservazioni congiunte è radicata in Romani 12, e in particolare nella cautela di Paolo: “Non conformarti a questo mondo”. E la loro serietà scaturisce dalla confusione che il Cammino sinodale ha già causato e continua a causare, e dal potenziale scisma nella vita della Chiesa che inevitabilmente ne risulterà».

Lo scritto si sviluppa in sette punti. 1. Non ascoltando lo Spirito Santo ed il Vangelo – scrivono i 70-  le azioni del Cammino Sinodale minano: la credibilità dell’autorità della Chiesa, compresa quella di Papa Francesco; l’antropologia cristiana e la morale sessuale e l’attendibilità delle Scritture.

2. Mentre mostrano una patina di idee religiose ed un vocabolario religioso, i documenti del Cammino Sinodale tedesco sembrano in gran parte ispirati non dalla Scrittura e dalla Tradizione […]  ma dall’analisi sociologica e dalle ideologie politiche contemporanee, incluse quelle del “gender”. Essi guardano alla Chiesa e alla sua missione attraverso la lente del mondo piuttosto che attraverso la lente delle verità rivelate nella Scrittura e nell’autorevole Tradizione della Chiesa.

3. Il contenuto del Cammino Sinodale sembra anche reinterpretare, e quindi sminuire, il significato della libertà cristiana. Per il cristiano, la libertà consiste nella conoscenza, nella volontà e nella libera capacità di fare ciò che è giusto. La libertà non è “autonomia”. La libertà autentica, come insegna la Chiesa, è legata alla verità ed è ordinata al bene e, in definitiva, alla beatitudine […].

4. La gioia del Vangelo – essenziale per la vita cristiana, come spesso sottolinea Papa Francesco – sembra essere del tutto assente dalle discussioni e dai testi del Cammino Sinodale. […]

5. […]Nei suoi effetti, il Cammino Sinodale mostra più una sottomissione ed obbedienza al mondo e alle sue ideologie che a Gesù Cristo come Signore e Salvatore.

6. L’attenzione del Cammino Sinodale al “potere” nella Chiesa suggerisce uno spirito fondamentalmente in contrasto con la vera natura della vita cristiana. In fondo la Chiesa non è solo un’“istituzione” ma una comunità organica; non un sistema egualitario, ma familiare, complementare e gerarchico – un popolo sigillato nell’unità dall’amore di Gesù Cristo e dall’amore reciproco nel suo Nome. La riforma delle strutture non è affatto la stessa cosa che la conversione dei cuori […].

7. L’ultimo e più penoso problema del Cammino Sinodale in Germania risulta essere terribilmente ironico. Con il suo esempio distruttivo, esso può portare alcuni vescovi, e porterà molti laici altrimenti fedeli, a diffidare della stessa idea di “Sinodalità”, così da ostacolare ulteriormente il necessario dialogo in seno alla Chiesa sul compimento della sua missione di convertire e di santificare il mondo.

Chissà se questo scritto farà breccia nel percorso sinodale tedesco o cadrà nel vuoto come già avvenuto con le preoccupazioni dei vescovi polacchi, certo è che, come afferma uno dei firmatari, Thomas Paprocki, arcivescovo di Springfield, Illinois. «Il Cammino sinodale tedesco si è allontanato dal sentiero dell’autentica sinodalità e si è posto in opposizione alle verità della nostra fede cattolica come insegnate i secoli dalla Scrittura e dalla Tradizione – poi aggiunge –  Nella correzione fraterna e in unione con i Vescovi di tutto il mondo, incoraggio i Vescovi della Germania a tornare al vero deposito della fede, come ci è stato trasmesso da Gesù Cristo». (Fonte)

Lettera aperta ai vescovi tedeschi

Di seguito il testo integrale della lettera nella traduzione di Acistampa:

In un’epoca di rapida comunicazione globale, gli eventi che accadono in una nazione hanno un impatto inevitabile sulla vita ecclesiale altrove. Così il processo del “Cammino Sinodale”, come attualmente intrapreso dai cattolici in Germania, comporta conseguenze per la Chiesa nel mondo. Ciò include le Chiese locali di cui noi siamo pastori e i tanti fedeli cattolici di cui siamo responsabili.

Alla luce di ciò, gli eventi in Germania ci costringono ad esprimere la nostra crescente preoccupazione per la natura dell’intero processo del “Cammino Sinodale” tedesco e il contenuto dei suoi vari documenti. I nostri commenti qui presenti sono volutamente brevi. Essi richiedono, e noi lo incoraggiamo fortemente, maggiori riflessioni (come, ad esempio, An Open Letter to the Catholic Bishops of the World dell’Arcivescovo Samuel Aquila) da parte dei singoli vescovi.

Tuttavia, l’urgenza delle nostre osservazioni qui contenute trovano il loro fondamento nella lettera ai Romani, capitolo 12, ed in particolare nell’avvertimento di San Paolo di «non conformarsi alla mentalità di questo mondo». La serietà di queste osservazioni scaturisce dalla confusione che il “Cammino Sinodale” ha già causato e continua a causare, e dal potenziale per uno scisma che inevitabilmente ne deriverebbe nella vita della Chiesa. La necessità di riforma e di rinnovamento è antica quanto la Chiesa stessa. Alla sua radice, questo impulso è lodevole e non dovrebbe mai essere temuto. Molti di coloro coinvolti nel processo del Cammino Sinodale sono senza dubbio persone dotate di un carattere eccezionale.

Eppure, la storia cristiana è disseminata da sforzi animati da buone intenzioni che hanno però perso il loro radicamento nella Parola di Dio, in un incontro fedele con Gesù Cristo, in un vero ascolto dello Spirito Santo e nella sottomissione della nostra volontà alla volontà del Padre. Questi sforzi sono falliti perché hanno ignorato l’unità, l’esperienza e la sapienza accumulate dal Vangelo e dalla Chiesa. Dal momento che non hanno dato ascolto alle parole di Gesù: «senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5), tali sforzi sono rimasti infruttuosi e hanno danneggiato sia l’unità che la vitalità evangelica della Chiesa. Il cammino sinodale della Germania rischia di condurre ad un tale vicolo cieco.

Come vostri confratelli vescovi, le nostre preoccupazioni includono, ma non si limitano a quanto segue:

1. Non ascoltando lo Spirito Santo ed il Vangelo, le azioni del Cammino Sinodale minano: la credibilità dell’autorità della Chiesa, compresa quella di Papa Francesco; l’antropologia cristiana e la morale sessuale; e l’attendibilità delle Scritture.

2. Mentre mostrano una patina di idee religiose ed un vocabolario religioso, i documenti del Cammino Sinodale tedesco sembrano in gran parte ispirati non dalla Scrittura e dalla Tradizione – che, per il Concilio Vaticano II, costituiscono “un unico sacro deposito della Parola di Dio” – ma dall’analisi sociologica e dalle ideologie politiche contemporanee, incluse quelle del “gender”. Essi guardano alla Chiesa e alla sua missione attraverso la lente del mondo piuttosto che attraverso la lente delle verità rivelate nella Scrittura e nell’autorevole Tradizione della Chiesa.

3. Il contenuto del Cammino Sinodale sembra anche reinterpretare, e quindi sminuire, il significato della libertà cristiana. Per il cristiano, la libertà consiste nella conoscenza, nella volontà e nella libera capacità di fare ciò che è giusto. La libertà non è “autonomia”. La libertà autentica, come insegna la Chiesa, è legata alla verità ed è ordinata al bene e, in definitiva, alla beatitudine. La coscienza non crea la verità, né la coscienza è una questione di preferenze personali o di autoaffermazione. Una coscienza cristiana adeguatamente formata rimane soggetta alla verità sulla natura umana e alle norme di una vita retta rivelate da Dio e insegnate dalla Chiesa di Cristo. Gesù è la verità che ci rende liberi (Gv. 8).

4. La gioia del Vangelo – essenziale per la vita cristiana, come spesso sottolinea Papa Francesco – sembra essere del tutto assente dalle discussioni e dai testi del Cammino Sinodale. Come tale, questo è un difetto eloquente per uno sforzo che mira ad un rinnovamento personale ed ecclesiale.

5. Il processo del Cammino Sinodale, in quasi ogni sua fase, è opera di esperti e comitati, così da essere burocraticamente pesante, ossessivamente critico, e con lo sguardo volto all’interno. Esso quindi in sé stesso riflette una forma ampiamente diffusa di sclerosi ecclesiale e, ironicamente, assume un tono antievangelico. Nei suoi effetti, il Cammino Sinodale mostra più una sottomissione ed obbedienza al mondo e alle sue ideologie che a Gesù Cristo come Signore e Salvatore.

6. L’attenzione del Cammino Sinodale al “potere” nella Chiesa suggerisce uno spirito fondamentalmente in contrasto con la vera natura della vita cristiana. In fondo la Chiesa non è solo un’“istituzione” ma una comunità organica; non un sistema egualitario, ma familiare, complementare e gerarchico – un popolo sigillato nell’unità dall’amore di Gesù Cristo e dall’amore reciproco nel suo Nome. La riforma delle strutture non è affatto la stessa cosa che la conversione dei cuori. L’incontro con Gesù, come si vede nel Vangelo e nella vita dei santi nel corso della storia, cambia i cuori e le menti, porta guarigione, allontana da una vita di peccato e di infelicità e dimostra la forza del Vangelo.

7. L’ultimo e più immediato e angosciante problema del Cammino Sinodale in Germania risulta essere anche terribilmente ironico. Con il suo esempio distruttivo, esso può portare alcuni vescovi, e porterà molti laici altrimenti fedeli, a diffidare della stessa idea di “Sinodalità”, così da ostacolare ulteriormente il necessario dialogo in seno alla Chiesa sul compimento della sua missione di convertire e di santificare il mondo.

In questo tempo l’ultima cosa di cui la nostra comunità di fede ha bisogno è ricevere più confusione. Nel discernere la volontà del Signore per la Chiesa in Germania, siate certi delle nostre preghiere per voi.


  • Ricorda che:

Dopo un’udienza con Papa Francesco, l’Arcivescovo Stanisław Gądecki, presidente della Conferenza Episcopale Polacca, ha comunicato alcuni dettagli relativi al dialogo con il Santo Padre. In particolare, durante i 45 minuti, il presidente dell’Episcopato ha presentato al Papa alcune questioni di attualità relative al funzionamento della Chiesa in Polonia durante la guerra in corso in Ucraina ma ha anche informato il Santo Padre sulle difficoltà che comportano per la Chiesa universale le questioni sollevate dalla cosiddetta la “via sinodale” tedesca. E proprio su questo tema Papa Francesco ha chiesto ai vescovi di prendere le distanze da questa iniziativa tedesca.

La Conferenza episcopale tedesca avrebbe chiesto alla Santa Sede di confermare o negare il “consiglio del Papa”, dalla Santa Sede sarebbe stato risposto che il Papa non avrebbe dato alcuna risposta. Questa Lettera sembra invece aver ricevuto il placet di Papa Francesco.