Sub tuum praesídium confúgimus, sancta Dei Génetrix;
nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper, Virgo gloriósa et benedícta.
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio:
non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova,
ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.
Cari amici, avendo trattato l’argomento del “minimalismo mariano” in una diretta con il professor Carlo Manetti – vedi qui – durante lo scambio tra domande e risposte, in molti avete chiesto cosa sono le “Madonne vestite“… e dal momento che non pochi commenti giunti esprimono non solo pareri discordanti e persino la demonizzazione di una certa tradizione, abbiamo ritenuto opportuno chiarire la questione, in modo assai breve, da un punto di vista storico quanto devozionale.
La prima “Madonna” (che significa “Mia Signora“) vestita, risale al 1562 in una chiesa di Venezia e per la quale furono confezionati ben 61 abiti completi con stoffe pregiatissime, ricami e preziosi.
Questa usanza però nasce in Spagna, con o senza il Divino Bambino tra le braccia, anch’Egli vestito a significare una prova concreta della realtà dell’Incarnazione offrendo, così, all’occhio umano, una somiglianza con il mondo umano e a dimostrare che – il Sacro – non è qualcosa di irraggiungibile ma molto tangibile, reale, da vedere, toccare…
Non dimentichiamo, per esempio, la bellissima storia del Bambinello di Praga…. al quale viene cambiato l’abito a seconda del Tempo Liturgico… o come in Spagna Nostra Signora del Pilar, anch’Essa vestita a seconda del colore liturgico.
La vestizione era un vero e proprio RITO, un privilegio per le “vestitrici” che si prendevano cura di compiere tale compito. In occasione di qualche Festa o Solennità, specialmente mariana, esse vestivano la Madonna con gli abiti più suntuosi, spesso dono di famiglie ricche, ma anche ricavati dalle donazioni di gente che aveva fatto un voto… Questo “rito” comprendeva anche l’acconciatura dei capelli, spesse volte veri.
Si racconta di un bambino di circa sette anni che fu in grave pericolo di vita e la madre lo portò ai piedi di una di queste Madonne venerate, facendo voto – per una guarigione – che si sarebbe presa cura di tale “Bella Signora”. Dopo che avvenne immediata la guarigione, tutti i cappelli del bambino furono tagliati ed acconciati per coprire il capo del Divino Bambino.
Le “vestitrici” si tramandavano questo onore e questo onere, spesse volte anche a spese proprie e, mentre cucivano queste vesti, ricamandole con ogni prezioso, esse recitavano il santo Rosario e pregavano e cantavano i Salmi supplicando alla Vergine Santa la misericordia ed ogni benedizione e grazia sul paese o sulla propria città e sui benefattori. Pregavano per i vivi e per i Defunti, specialmente per le Anime in Purgatorio.
Durante la vestizione nessun rappresentante maschile, anche fosse Vescovo, poteva “vedere” la “Bella Signora”….
Quando poi iniziava la Festa, i primi a poterla vedere trionfalmente vestita, erano proprio i più poveri, gli ammalati, gli anziani, i bambini… che ne ricevevano la prima benedizione, da qui partiva la processione, portata in spalla dai devoti, dalle Confraternite che giustamente facevano a gara per avere l’onore di portarLa alla venerazione di tutto il popolo.
Molte e tra le più famose troviamo l’Addolorata con il Figlio Gesù per tutte le varie tappe della Passione, in Spagna, che ancora oggi vengono portate in processione durante la Settimana Santa.
In Italia – pur essendo svanito il ruolo delle vestitrici – possiamo vedere molte di queste Madonne vestite, specialmente quelle dedicate alla Madonna del Rosario e all’Immacolata, o come l’usanza di vestire con ogni stoffa preziosa e gemme, Maria Bambina venerata così in alcune chiese, ma troviamo anche da noi alcune !”Addolorate” di antica tradizione come quella in Basilicata o nella Chiesa a Pompei…
Insomma era “una preghiera vestire la Madonna”, una devozione, un rito perché gli abiti, la biancheria, gli ori che la coprono sono offerti dai devoti di ogni categoria sociale, per un voto fatto, per una grazia ricevuta, per la salvezza della propria anima.
Purtroppo…. essendosi allontanato o perso lo spirito originale di tale tradizione, essendo che in molti casi ed ambienti era subentrato uno spirito di superstizione e in certi casi persino di paganesimo, trattando la Beata Vergine come una sorta di divinità… san Pio X decretò “la fine” di questo “rito” della vestizione e del ruolo delle “vestitrici”…
Così quelle di antica tradizione rimasero ovviamente laddove sacerdoti e vescovi potevano garantire il sano culto della venerazione e che tutt’oggi possiamo ancora ammirare, mentre venne fatto cessare ogni culto, venerazione e rito di vestizione, verso quelle che non garantivano più una corretta dottrina.
Qualcuno parla di DISTRUZIONE di massa di queste “Madonne”, ma non è corretto… non fu ordinata alcuna distruzione fisica come qualcuno racconta (qualcuno afferma persino che san Pio X ORDINO’ IL ROGO a queste Madonne… sic!, nulla di più falso), ma di molte furono vietati il culto, la vestizione e quindi la venerazione, laddove questo non era più garantito il comune senso della fede autentica…. San Pio X non fece altro che porre un freno laddove – certa tradizione – era sfuggita di mano e nulla aveva a che vedere con il sano culto mariano.
Del resto, dal Piemonte alla Sicilia ogni regione vanta, possiamo dire, una propria tradizione conservando una “Madonna vestita” e, purtroppo questo sì, in molti luoghi sono dimenticate, impolverate dietro le loro preziose teche e che forse andrebbero riscoperte nella loro più autentica tradizione.
Dal 2005 furono “riscoperte” queste “Madonne” vestite e, riproposte al pubblico, la loro storia, arte, tradizione… e in tutta Italia fu una gara per rimetterle a nuovo e proporle attraverso itinerari e mostre.
Auguriamo a tutti, però, una riscoperta di questa tradizione che possa condurre i fedeli – e non – a comprenderne il senso genuino per vivere la più autentica devozione mariana, la nostra Bella Signora che ci conduce per mano al Suo Divino Gesù.
Sub tuum praesídium confúgimus, sancta Dei Génetrix;
nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper, Virgo gloriósa et benedícta.
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