Quando San Pio X prese le difese del cardinale J. Henry Newman, oggi Dottore della Chiesa

  • Gli scritti del Cardinale Newman, lungi dall’essere in disaccordo con la Nostra Lettera Enciclica Pascendi , sono in perfetta armonia con essa… Per quanto riguarda il gran numero di libri di grande importanza e influenza che scrisse come cattolico, non è necessario esonerarli da qualsiasi collegamento con questa attuale eresia… Ci congratuliamo quindi con voi per aver, attraverso la vostra conoscenza di tutti i suoi scritti, brillantemente rivendicato la memoria di quest’uomo eminentemente retto e saggio dall’ingiustizia…
    Coloro che erano abituati ad abusare del suo nome e a ingannare gli ignoranti dovrebbero d’ora in poi cessare di farlo. Vorrei che seguissero fedelmente l’autore Newman studiando il suo libro… che comprendessero i suoi principi puri e integri, le sue lezioni e l’ispirazione che contengono. Impareranno molte cose eccellenti da un così grande maestro…
    (Pio X – Tuum Illud 10.3.1908)

Ad esprimersi così è il grande Pontefice San Pio X. Cerchiamo di capire i fatti.

Il 1907 fu forse l’anno culminante della polemica modernista, poiché in quell’anno Papa San Pio X pubblicò la sua innovativa enciclica Pascendi dominici gregis, che condannava gli errori dei modernisti.

La pubblicazione dell’enciclica giunse al momento opportuno per i discepoli del defunto John Henry Newman. Newman era morto da quasi due decenni all’epoca dell’enciclica di Pio X, ma le sue opere stavano suscitando polemiche. Alcuni pensatori modernisti avevano associato il nome di Newman alle proprie idee per aggiungere lustro di ortodossia ai propri errori; altri, nel loro zelo contro i modernisti e sospettosi del fatto che il nome di Newman comparisse sempre in compagnia, iniziarono a sospettare che Newman stesso potesse essere stato un proto-modernista. Non poca confusione fu causata anche dalla circolazione di citazioni del periodo anglicano di Newman e dalla misura in cui avesse ancora affermato molte delle sue precedenti opinioni.

Uno dei difensori di Newman in queste controversie fu Edwin Thomas O’Dwyer, vescovo di Limerick, in Irlanda. All’indomani della Pascendi , O’Dwyer scrisse un saggio in cui confrontava il pensiero di Newman con l’insegnamento della Pascendi , con l’intento di scagionarlo dalle accuse di modernismo. Il vescovo O’Dwyer ritenne prudente inoltrare il saggio a Pio X in persona per l’approvazione. Pio X lesse il saggio e inviò una risposta a O’Dwyer nel 1908, approvando con entusiasmo il suo lavoro e scagionando John Henry Newman da ogni macchia di errore. Ecco alcune citazioni pertinenti dalla lettera di San Pio X:

“Gli scritti del Cardinale Newman, lungi dall’essere in disaccordo con la Nostra Lettera Enciclica  Pascendi , sono in perfetta armonia con essa… Per quanto riguarda il gran numero di libri di grande importanza e influenza che scrisse come cattolico, non è necessario esonerarli da qualsiasi collegamento con questa attuale eresia… Ci congratuliamo quindi con voi per aver, attraverso la vostra conoscenza di tutti i suoi scritti, brillantemente rivendicato la memoria di quest’uomo eminentemente retto e saggio dall’ingiustizia…

Coloro che erano abituati ad abusare del suo nome e a ingannare gli ignoranti dovrebbero d’ora in poi cessare di farlo. Vorrei che seguissero fedelmente l’autore Newman studiando il suo libro… che comprendessero i suoi principi puri e integri, le sue lezioni e l’ispirazione che contengono. Impareranno molte cose eccellenti da un così grande maestro…”

 
Se c’è qualcuno competente a giudicare se la dottrina di Newman fosse modernista, non dovrebbe essere proprio San Pio X? Chi meglio del santo autore della Pascendi può discernere se l’opera di Newman sia macchiata da errori ? Coloro che invocano la tradizione contro l’insegnamento di Newman si schiereranno anche contro il giudizio del papa, il cui nome è sinonimo di tradizione?
Di seguito ecco integrale la lettera di Pio X – Tuum Illud – su John Henry Newman, insieme a un collegamento al testo latino degli Acta Sanctae Sedis in fondo all’articolo.
 

PIUS PP. X
VENERABILI FRATRI EDUARDO THOMAE EPISCOPO LIMERICIENSI

CIRCA SCRIPTA CARDINALIS NEWMAN

(In cui Papa Pio X approva l’opera del Vescovo di Limerick sugli scritti del cardinale Newman TESTO LATINO ORIGINALE)

Al suo Venerabile Fratello Edoardo Tommaso vescovo di Limerick
Venerato Fratello, salute e la Nostra Apostolica Benedizione.

Quel vostro piccolo scritto, in cui dimostrate che gli scritti del Cardinale Newman sono così assenti da essere in contrasto con la Nostra Lettera Enciclica Pascendi , e così pienamente in accordo con essa, è da Noi vivamente approvato: poiché non avreste potuto servire meglio la verità, né la dignità dell’uomo.

È chiaro che coloro i cui errori abbiamo condannato in quel Documento avevano deciso tra loro di produrre qualcosa di propria invenzione con cui cercare la lode di una persona illustre. E così ovunque affermano con sicurezza di aver tratto queste cose dalla fonte stessa e dal vertice dell’autorità, e che quindi non possiamo censurare i loro insegnamenti, ma anzi che eravamo persino andati oltre, condannando ciò che un così grande autore aveva insegnato. Per quanto incredibile possa sembrare, anche se non sempre ce ne rendiamo conto, vi sono persone che sono così gonfie di orgoglio da sopraffare la mente, e che sono convinte di essere cattoliche e si spacciano per tali, mentre nelle questioni riguardanti la disciplina interiore della religione preferiscono l’autorità del loro insegnamento privato all’autorità preminente del Magistero della Sede Apostolica. 

Non solo dimostri pienamente la loro ostinazione, ma mostri anche chiaramente la loro falsità. Infatti, se nelle cose che aveva scritto prima della sua professione di fede cattolica si può giustamente individuare qualcosa che può avere una sorta di somiglianza con certe formule moderniste, hai ragione nel dire che ciò non è pertinente per le sue opere successive. Inoltre, per quanto riguarda questo argomento, il suo modo di pensare è stato espresso in modi molto diversi, sia nella parola parlata che nei suoi scritti pubblicati, e l’autore stesso, al momento della sua ammissione nella Chiesa cattolica, ha inoltrato tutti i suoi scritti all’autorità della stessa Chiesa affinché potessero essere apportate eventuali correzioni, se ritenute opportune. 

Per quanto riguarda il gran numero di libri di grande importanza e influenza che scrisse come cattolico, non è necessario esonerarli da qualsiasi collegamento con questa attuale eresia. E in effetti, nel dominio inglese, è risaputo che Henry Newman perfezionò la causa della fede cattolica nella sua prolifica produzione letteraria con tanta efficacia che la sua opera fu sia di grande beneficio per i suoi cittadini sia grandemente apprezzata dai Nostri Predecessori: e quindi è ritenuto degno di tale carica colui che Leone XIII, senza dubbio un astuto giudice di uomini e affari, nominò Cardinale; anzi, fu da lui tenuto in altissima considerazione in ogni fase della sua carriera, e giustamente.

In verità, c’è qualcosa in una così grande quantità di lavoro e nelle sue lunghe ore di lavoro che si protraevano fino a notte fonda che sembra estraneo al consueto modo di fare dei teologi: non si trova nulla che possa far sorgere alcun sospetto sulla sua fede. Affermi correttamente che è del tutto prevedibile che, laddove non erano evidenti nuovi segni di eresia, egli abbia forse usato un modo di parlare sconsiderato con alcune persone in determinati luoghi, ma che ciò che fanno i modernisti è estrapolare falsamente e ingannevolmente quelle parole dal contesto generale di ciò che intendevano dire e distorcerle per adattarle al loro significato. Ci congratuliamo pertanto con voi per aver, attraverso la vostra conoscenza di tutti i suoi scritti, brillantemente rivendicato la memoria di quest’uomo eminentemente retto e saggio dall’ingiustizia: e anche per aver, al meglio delle vostre capacità, fatto valere la vostra influenza tra i vostri connazionali, ma in particolare tra il popolo inglese, affinché coloro che erano abituati ad abusare del suo nome e a ingannare gli ignoranti d’ora in poi cessino di farlo.

Vorrei che seguissero fedelmente l’autore Newman studiando i suoi libri senza, certo, essere schiavi dei propri pregiudizi, e che non ne traessero alcunché con malvagia astuzia né dichiarassero che le loro opinioni vi trovassero conferma; ma che invece comprendessero i suoi principi puri e completi, i suoi insegnamenti e l’ispirazione che contengono. Da un così grande Maestro impareranno molte cose eccellenti: in primo luogo, a considerare sacro il Magistero della Chiesa, a difendere inviolabilmente la dottrina tramandata dai Padri e, ciò che è di somma importanza per la salvaguardia della verità cattolica, a seguire e obbedire con la massima fede al Successore di San Pietro.

A te, Venerabile Fratello, al tuo clero e al tuo popolo, rivolgiamo il Nostro sentito ringraziamento per essersi preso la briga di aiutarci nelle nostre ridotte circostanze inviandoci la vostra comune donazione di aiuto finanziario: e per ottenere per tutti voi, ma prima di tutto per voi, i doni della bontà di Dio, e come testimonianza della Nostra benevolenza, impartiamo con affetto la Nostra Benedizione Apostolica.

Dato a Roma, presso San Pietro, il 10 marzo 1908, anno quinto del Nostro Pontificato.

Pio PP. X

* * * * * 

La lettera di Pio X al vescovo O’Dwyer è reperibile in  Acta Sanctae Sedis , vol. 41, 1908, pag. 200, nel PDF del volume 41, disponibile sul sito web del Vaticano e nella pagina San Pio X del sito ufficiale del Vaticano, qui.  Si consiglia anche il testo di Michael Davies,  Lead Kindly Light: The Life of John Henry Newman , Neumann Press, 2001.


Leone XIV ha dato parere favorevole all’attribuzione del titolo di Dottore della Chiesa al cardinale san John Henry Newman

Da oggi la Chiesa cattolica si arricchisce di nuovo Dottore. Lo ha deciso papa Leone XIV che ha dato parere favorevole all’attribuzione del riconoscimento come richiesto dalla sessione plenaria dei cardinali e dei vescovi del Dicastero delle cause dei santi, come illustrato al Papa dal prefetto, il cardinale Marcello Semeraro. A ricevere questo riconoscimento di Dottore della Chiesa è san John Henry Newman, cardinale, teologo, filosofo e fondatore di un Oratorio a Birmingham.

Nato in una famiglia anglicana a Londra il 21 febbraio 1801, il futuro cardinale inglese, svolge la funzione di docente e diventa anche presbitero anglicano il 29 maggio 1825. Dopo un lungo cammino personale nel 1846 decide di entrare in piena comunione con la Chiesa di Roma, diventando cattolico. Sceglie di far parte dell’Oratorio di San Filippo Neri. Viene ordinato sacerdote cattolico il 30 maggio 1847.

Risoluto a diventare Oratoriano, Newman chiede a papa Pio IX di poter fondare un Oratorio a Birmingham, così da adeguare le costituzioni dell’Oratorio Romano alle necessità del luogo. Il nuovo Oratorio prende l’avvio nel 1847, quando egli, con sei compagni, inizia il noviziato in un’ala dell’Abbazia di Santa Croce, messa a loro disposizione. Dopo alcuni trasferimenti, la prima vera sede è posta ad Edgbaston, nella periferia di Birmingham. Nel 1854 viene nominato rettore dell’Università Cattolica di Dublino, fino al 1858. Papa Leone XIII decide di crearlo cardinale il 12 maggio 1879 con il titolo di San Giorgio al Velabro. Newman sceglierà come motto episcopale “Cor ad cor loquitur”. Muore a Edgbaston l’11 agosto 1890.
Benedetto XVI ha presieduto il rito di beatificazione il 19 settembre 2010, mentre papa Francesco lo ha canonizzato il 13 ottobre 2019. La sua memoria liturgica è fissata al 9 ottobre.

È il 38° santo a cui è stato assegnato questo titolo di Dottore della Chiesa. Il termine Doctor Ecclesiae cominciò a essere usato dopo il V secolo per indicare alcuni grandi Padri della Chiesa latina e greca, quale intento di salvaguardare la sana dottrina da ogni tentativo di corruzione e di eresia.

Tra loro quattro Donne: due carmelitane scalze, Teresa d’Avila e Teresa di Lisieux; una domenicana, Caterina da Siena, e una benedettina, Ildegarda di Bingen.

Ecco i Dottori, in ordine di anno di proclamazione (oltre ai quattro Padri della Chiesa sant’Ambrogio, sant’Agostino, san Girolamo e san Gregorio Magno) :
Tommaso d’Aquino (1225-1274),
Giovanni Crisostomo (350 circa-407),
Basilio Magno (329 circa-379),
Gregorio Nazianzeno (329-390),
Atanasio di Alessandria (295-373),
Bonaventura da Bagnoregio (1217-1274),
Anselmo d’Aosta (1033-1109),
Isidoro di Siviglia (560-636),
Pietro Crisologo (406-450),
papa Leone I (400 circa-461),
Pier Damiani (1007-1072),
Bernardo di Chiaravalle (1090-1153),
Ilario di Poitiers (315 circa-367),
Alfonso Maria de’ Liguori (1696-1787),
Francesco di Sales (1567-1622),
Cirillo di Alessandria (376-444),
Cirillo di Gerusalemme (315-386),
Giovanni Damasceno (650 circa-749),
Beda il Venerabile (672-735),
Efrem il Siro (306-373),
Pietro Canisio (1521-1597),
Giovanni della Croce (1542-1591),
Roberto Bellarmino (1542-1621),
Alberto Magno (1193 circa-1280),
Antonio di Padova (1195-1231),
Lorenzo da Brindisi (1559-1619),
Teresa d’Avila (1515-1582),
Caterina da Siena (1347-1380),
Teresa di Lisieux (1873-1897),
Giovanni d’Avila (1499-1569),
Ildegarda di Bingen (1098-1179),
Gregorio di Narek (951-1003)
Ireneo di Lione (130-202)

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