Ecumania forma perversa di ecumenismo e dialogo denunciata da San Newman

I Padri mi fecero cattolico“:  così il cardinale beato, ed ora anche Santo, Newman lo dichiarava a Edward B. Pusey. Questi aveva criticato il culto cattolico a Maria, ritenendolo uno sviluppo anomalo della pietà cristiana e un grave ostacolo per l’intesa degli anglicani coi cattolici, e Newman nella nota lettera a Pusey risponderà:  “Non mi vergogno di basarmi sui Padri, e non penso minimamente di allontanarmene. La storia dei loro tempi non è ancora per me un vecchio almanacco. I Padri mi fecero cattolico (The Fathers made me a Catholic), ed io non intendo buttare a terra la scala con la quale sono salito per entrare nella Chiesa“.

Stiamo entrando nella Settimana di Preghiera per l’unità dei Cristiani che si svolge dal 18 al 25 gennaio, giorno della memoria della conversione di san Paolo, e riprendono anche i tamburi della stessa musica rimbombante, atta a far sentire quei cattolici – ancora troppo legati alla Verità – come dei veri cattivi insensibili al processo di riappacificazione in corso. A seguire il video che accompagna il testo.

SCARICA FILE Coroncina per l’Unità dei Cristiani

Un anno fa, cliccare qui, vi abbiamo proposto di approfondire le vere intenzioni della Chiesa nel promuovere questa Settimana di Preghiera, nulla a che vedere con quanto sta accadendo da anni, riportiamo questo passaggio saliente:

E’ chiaro, quindi, che la Settimana di Preghiera per l’unità dei Cristiani aveva – e dovrebbe ancora avere – lo scopo: “per l’estirpazione delle eresie, per la conversione dei peccatori e per l’esaltazione di Santa Madre Chiesa…”  e che le “presenti concessioni saranno valide anche in futuro, nonostante il parere contrario di chicchessia.…

Quanto segue, invece, è tratto “a perpetua memoria” dal Breve Cum Catholicae Ecclesiae  del 15 aprile 1916, di Benedetto XV:

“Poiché la verità della Chiesa cattolica risplende principalmente per la sua unità, nulla è più auspicabile che gli uomini strappati infelicemente dalle braccia di questa Madre ritornino finalmente a Lei, con pensieri e propositi corretti.

I Romani Pontefici Nostri Predecessori, particolarmente per quanto riguarda lo scisma d’Oriente non hanno mai cessato, in ogni tempo, sia con l’autorità dei Concili, sia con paterne esortazioni, sia anche indicendo preghiere, di adoperarsi con tutte le forze affinché quelle popolazioni Cristiane, così numerose e nobili, potessero professare con un cuore solo e un’anima sola l’antica fede dalla quale si sono miseramente separati. Pertanto abbiamo approvato con tanto fervore la preghiera che qui presentiamo e che si propone lo scopo che i popoli Cristiani d’Oriente costituiscano nuovamente un unico ovile con la Chiesa Romana e siano diretti da un unico Pastore.

Infine – conclude il Pontefice -, affinché in futuro nessuna variazione od errore possano intervenire nella preghiera sotto pubblicata, ordiniamo che un esemplare della stessa venga conservato nell’archivio dei Brevi Apostolici”. Segue la Preghiera per l’unione dei Cristiani d’Oriente alla Chiesa Romana, arricchita da tante indulgenze:

«O Signore, che avete unito le diverse nazioni nella confessione del Vostro Nome, Vi preghiamo per i popoli Cristiani dell’Oriente. Memori del posto eminente che hanno tenuto nella Vostra Chiesa, Vi supplichiamo d’ispirar loro il desiderio di riprenderlo, per formare con noi un solo ovile sotto la guida di un medesimo Pastore. Fate che essi insieme con noi si compenetrino degl’insegnamenti dei loro santi Dottori, che sono anche nostri Padri nella Fede. Preservateci da ogni fallo che potrebbe allontanarli da noi. Che lo spirito di concordia e di carità, che è indizio della Vostra presenza tra i fedeli, affretti il giorno in cui le nostre si uniscano alle loro preghiere, affinché ogni popolo ed ogni lingua riconosca e glorifichi il nostro Signore Gesù Cristo, Vostro Figlio. Così sia ».

Lo stesso argomento in questo breve video

Che fine ha fatto questa Preghiera che avrebbe dovuto essere DEFINITIVA anche  in futuro contro il parere di “chicchessia”?  Quale sia la situazione di oggi lo spiegava bene Benedetto XVI il 18 gennaio 2012: “…le divisioni restano, e riguardano anche varie questioni pratiche ed etiche, suscitando confusione e diffidenza…” Non bisogna dimenticare nell’ecumenismo che, l’unità visibile non c’è perché… c’è il peccato. Come diceva sant’Ireneo, dove ci sono i peccati e l’eresia c’è la moltitudine, ma non c’è l’unità. Di Ratzinger si legga anche qui: Dialogare per evangelizzareSenza entrare in polemica sterile vogliamo ricordare quanto segue, tratto da un articolo del domenicano Padre Riccardo Barile:

Ferma restando la necessità del dialogo ecumenico, è però importante rendersi conto che non è vero che tra cattolici e luterani ci unisce la fede e ci dividono solo delle interpretazioni teologiche. È vero invece che sui sacramenti, l’Eucarestia, l’approccio alle Scritture, il ministero sacerdotale, la Messa come sacrificio, la Madonna… è proprio la fede che ci divide.” (Fr. Riccardo Barile O.P. 8.11.2016 La Nuova Bussola Quotidiana)

San Cipriano, nel suo famoso e bellissimo testo sull’Unità della Chiesa – clicca qui – anticipa la gravità dell’eresia e degli scismi definendoli opera diabolica… Spiega come il Demonio:

“Ha inventato, cosi, le eresie e gli scismi per sovvertire la fede, per corrompere la verità, per spezzare l’unità. In questo modo, coloro che egli non può più tenere nel vicolo cieco dell’antico errore, li raggira e li inganna per una nuova via. Strappa gli uomini proprio dalla Chiesa e, mentre essi credono di essersi già accostati alla luce sfuggendo alla notte del mondo, li avvolge ancora in altre tenebre senza che essi se ne accorgano. Cosi costoro finiscono per chiamarsi cristiani senza però  osservare la legge del Vangelo di Cristo; e mentre camminano nelle tenebre, pensano di stare nella luce. Tutto ciò è opera appunto dell’avversario, il quale attira con lusinghe nell’errore, e — come dice l’Apostolo (2 Corinzi 11,14) — si trasforma in angelo di luce, e spaccia i suoi ministri per ministri di giustizia: costoro chiamano giorno la notte, salvezza la morte, e insinuano la disperazione con l’appannaggio della speranza, e l’incredulità sotto il pretesto della fede, e dicono Cristo l’Anticristo, cosicché frustrano sottilmente la verità con menzogne verosimili. Ma ciò accade, fratelli carissimi, quando non ci si rifà all’origine della verità, quando non se ne ricerca il principio, quando non si osserva la dottrina del magistero celeste.” (san Cipriano da L’Unità della Chiesa, eresie, scismi)

«Prima del Concilio Vaticano II, la Chiesa cattolica intendeva il ristabilimento dellʼunità dei cristiani unicamente in termini di ritorno dei nostri fratelli separati alla vera Chiesa di Cristo… da cui si erano disgraziatamente separati. Questa fu l’espressione che usò Pio XI nella sua enciclica “Mortalium animos” del 6 gennaio 1928. Il Concilio Vaticano II ne fece un cambiamento radicale (…). il vecchio concetto dell’ecumenismo del ritorno è stato rimpiazzato, oggi, da quello di “itinerario comune”, che dirige i cristiani verso il fine della comunione ecclesiale, compresa come unità nella “diversità riconciliata».

A dire queste parole altri non è che lui, il cardinale Walter Kasper, l’eretico per l’eccellenza dei nostri tempi bui, vedi qui, che come accade ai demoni durante un esorcismo, è costretto a dire la verità. Ciò che Kasper dice è verissimo, tuttavia è così cieco da non rendersi conto della gravità di ciò che ha espresso. Lui infatti ne parla come di un traguardo, di un successo, mentre non si rende conto (lo speriamo per lui che non vi sia il dolo) che le sue parole esprimono e mettono in luce l’opera del Demonio, alla quale egli stesso si sta prestando, e non solo lui purtroppo.

L’opera di Dio per la vera Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, sigillata dalla Preghiera e dalle parole di Benedetto XV “ affinché in futuro nessuna variazione od errore possano intervenire nella preghiera sotto pubblicata…, per il cardinale Kasper sarebbe stato proprio il Vaticano II a mandarla all’aria, a cambiarla con un “cambiamento radicale“, a volere ben altro di quanto Dio aveva ispirato e consegnato alla Sua Chiesa mediante altri Pontefici: “il vecchio concetto dell’ecumenismo del ritorno è stato rimpiazzato”… chi rifiutasse questo stravolgimento, sarebbe oggi il vero nemico di “questa chiesa”.

Si ascolti attentamente anche questo audio:
LUTERO ALLE PORTE: RIFLESSIONI SULLA SIMPATIA DEL PAPA PER LUTERO – Matteo D’Amico

Da un articolo del 28 marzo 2009, quando l’Osservatore Romano era ancora cattolico, leggiamo:

Mi ricordo bene – scrive il cardinale Newman – come, entrato finalmente nella comunione cattolica, baciavo i volumi di sant’Atanasio e di san Basilio con delizia, con la percezione che in essi ritrovavo molto di più di quello che avevo perduto, e come dicevo a queste pagine inanimate, quasi parlando direttamente ai gloriosi santi che le hanno lasciate in eredità alla Chiesa:  Ora, senza possibilità alcuna di errore, voi siete miei, e io sono vostro“.

Il 20 maggio 2009 ecco un’altro articolo su Newman nell’Osservatore Romano:

Godo nel dire che a un gran male mi sono opposto fin dal principio. Per trenta, quaranta, cinquant’anni anni ho resistito, con tutte le mie forze, allo spirito del liberalismo religioso, e mai la Chiesa ebbe come oggi più urgentemente bisogno di oppositori contro di esso, mentre, ahimé, questo errore si stende come una rete su tutta la terra“.

Il liberalismo religioso è la dottrina secondo la quale non esiste nessuna verità positiva in campo religioso, ma che qualsiasi credo è buono come qualunque altro; e questa è la dottrina che, di giorno in giorno, acquista consistenza e vigore. Questa posizione è incompatibile con ogni riconoscimento di una religione come vera. Esso insegna che tutte sono da tollerare, in quanto sono tutte materia di opinione. La religione rivelata non è verità, ma sentimento e gusto, non fatto obiettivo (…) Ogni individuo ha diritto a interpretarla a modo suo (…) Si può andare nelle chiese protestanti e in quelle cattoliche; si può ristorare lo spirito in ambedue e non appartenere a nessuna. Si può fraternizzare insieme in pensieri e affari spirituali, senza avere dottrina comune o vederne la necessità. Poiché la religione è un fatto personale e un bene esclusivamente privato, la dobbiamo ignorare nei rapporti reciproci“.

Newman aggiungeva nel 1879, molto preoccupato:  “La bella struttura della società che è l’opera del cristianesimo, sta ripudiando il cristianesimo”; “Filosofi e politici vorrebbero surrogare anzitutto un’educazione universale, affatto secolare (… che) provvede le ampie verità etiche fondamentali di giustizia, benevolenza, veracità e simili”; sennonché – osserva Newman – un tale progetto è diretto “a rimuovere e ad escludere la religione”, specialmente quella cattolica.

Chi non riesce a scorgere, in tutto ciò, una profetica e rovinosa attualità, è evidente che egli stesso è stato già contagiato da questo “liberalismo di uguaglianza religiosa” che noi definiamo essere la perversa ECUMANIA del nostro tempo!

“Oggi si sta esattamente e largamente avverando e diffondendo la persuasione che le religioni siano equivalenti, che sia indifferente e non pertinente la questione della loro verità, che una confessione o una Chiesa si equivalgono. E che, in ogni caso, la religione appartiene esclusivamente all’ambito privato e personale, senza riflessi sociali. A non mancare di equivocità è talora lo stesso dialogo interreligioso:  quando cioè dovesse attutire la coscienza che, alla fine, a importare è la religione vera. La confusione che al riguardo si sta creando, all’interno stesso di esperienze cristiane elitarie, e “profetiche”, come le chiamano, è mirabile e singolare, ma è assolutamente contraria al Vangelo e alla tradizione ecclesiale. Parlano del Popolo di Dio e ne annebbiano le certezze.” (mons. Inos Biffi – Osservatore Romano 20 maggio 2009)

Sono trascorsi nove anni da queste denunce e da questi appelli alla Verità, e la situazione è precipitata, è peggiorata tanto da aver dovuto assistere, nell’anno 2016-2017 alla glorificazione niente meno che di Lutero, tanto da dover imporre ai cattolici un certo senso di colpa e di vergogna, contro la Chiesa del passato, per averlo “ingiustamente scomunicato”…. Questa è l’ecumania diabolica che oggi guida la neo-chiesa in questo ecumenismo di cui parliamo e di cuore denunciamo, insieme al beato cardinale John Henry Newman.

Sul finire dei suoi anni, al nipotino che – in visita con la nonna Jemima, la sorella di Newman – contravvenendo alla raccomandazione di non fare domande, gli aveva chiesto:  “Chi è più grande:  un cardinale o un santo?”, l’anziano zio rispose:  “Vedi, piccolo mio, un cardinale appartiene alla terra:  è terrestre; un santo appartiene al cielo, è celeste“.

E sempre dall’Osservatore Romano del 29 ottobre 2009, riportiamo queste informazioni preziose, che oggi mai si sognerebbero – le Comunicazioni del Vaticano – di far conoscere:

La prima caratteristica è la passione per la verità. Sin dalla sua “prima conversione” (1816) Newman cercò la luce della verità e seguì questa “luce benevola” con grande fedeltà. Promosse il Movimento di Oxford (1833) per riportare la Chiesa d’Inghilterra alla libertà e alla verità delle origini. Si convertì al cattolicesimo proprio perché trovò in esso la pienezza della verità (1845). Nel suo lavoro su Lo sviluppo della dottrina cristiana scrisse:  “Vi è una verità; vi è una sola verità; l’errore religioso è per sua natura immorale; i seguaci dell’errore, a meno che non ne siano consapevoli, sono colpevoli di esserne sostenitori; si deve temere l’errore; la ricerca della verità non deve essere appagamento di curiosità; l’acquisizione della verità non assomiglia in nulla all’eccitazione per una scoperta; il nostro spirito è sottomesso alla verità, non le è, quindi, superiore ed è tenuto non tanto a dissertare su di essa, ma a venerarla (…) Questo è il principio dogmatico, che è principio di forza“.

Newman fu dominato dalla persuasione che la Verità esiste ed è “una sola”, o la Chiesa Cattolica dice e possiede questa Verità, oppure non esiste e tutti siamo stati ingannati.  Solo dalla ricerca di questa verità fluisce il vero dialogo, che solo la verità ci fa autentici e liberi e ci apre la strada verso la realizzazione di noi stessi. Senza la Verità il dialogo che si pretende avanzare è FALSO, è difettato, inizia da una menzogna e finisce nel baratro delle utopie ingannatrici.

Quanto alla formazione dei fedeli laici, che gli stava molto a cuore, Newman scrisse:  “Voglio un laicato non arrogante, non precipitoso nel parlare, non litigioso, ma fatto di uomini che conoscono la loro religione, che vi entrano dentro, che sanno benissimo dove si trovano, che sanno quello che possiedono e quello che non possiedono, che conoscono la propria fede così bene che sono in grado di spiegarla, che ne conoscono la storia tanto a fondo da poterla difendere, che sappiano metterla in pratica ed essere coerenti ad essa. Voglio un laicato intelligente e ben istruito (…) Desidero che allarghiate le vostre conoscenze, coltiviate la ragione, siate in grado di percepire il rapporto fra Verità e verità, che impariate a vedere le cose come stanno, come la fede e la ragione si relazionino fra di loro, quali siano i fondamenti e i principi del cattolicesimo (…) Sono sicuro che non diventerete meno cattolici familiarizzandovi con questi argomenti, purché manteniate viva la convinzione che lassù c’è Dio, e ricordiate che avete un’anima che sarà giudicata e dovrà essere salvata“.

In una lettera del 14 maggio 1979, indirizzata all’arcivescovo di Birmingham in occasione del centenario del cardinalato di Newman, Giovanni Paolo II scrisse:  “Lo stesso Newman, con visione quasi profetica, era convinto che egli stava lavorando e soffrendo per la difesa e la promozione della causa della religione e della Chiesa non solo nel periodo a lui contemporaneo ma anche per quello futuro. La sua influenza ispiratrice di grande maestro della fede e di guida spirituale viene percepita sempre più chiaramente proprio nei nostri giorni“.

Trent’anni dopo la conversione, Newman confidò:  “Dal 1845 non ho mai esitato, neppure per un solo istante, nella convinzione che fosse mio preciso dovere entrare, come allora ho fatto, in questa Chiesa cattolica che, nella mia propria coscienza, ho sentito essere divina“. E quando si sussurrava che, deluso del trattamento che gli era riservato nella Chiesa Cattolica, avesse intenzione di ritornare alla Chiesa anglicana, egli smentì con indignazione quelle voci:  “Non ho mai vacillato un istante nella mia fiducia nella Chiesa Cattolica, da quando sono stato accolto nel suo grembo. Sarei un perfetto imbecille – per usare un termine moderato – se nella mia vecchiaia abbandonassi “la terra dove scorrono latte e miele”, per la città della confusione e la casa della servitù“.

In altro spazio parleremo della famosa discussione della e sulla Coscienza, il testo di Newman oggi fortemente abusato, storpiato e strumentalizzato…

Desidero che continuiate a dirigere (la Casa di Birmingham)”, gli scrisse Leone XIII, e parlò a lungo di questo“:  quella di Papa Leone non è solo benevola concessione per evitare a un uomo di veneranda età le comprensibili difficoltà di un trasferimento a Roma e i possibili inconvenienti derivanti dal lasciare la congregazione da lui fondata; è la testimonianza che il Papa aveva perfettamente colto ciò che l’Oratorio significava per Newman, il quale gli aveva detto:  “Da trent’anni sono vissuto nell’Oratorio, nella pace e nella felicità. Vorrei pregare Vostra Santità di non togliermi a san Filippo, mio padre e patrono, e di lasciarmi morire là dove sono vissuto così a lungo“…  fervida espressione di amore per la propria vocazione veramente cattolica.

Ciò che abbiamo imparato da Newman e che possiamo ancora imparare è il come “delle  volte il nemico si trasforma in amico, a volte viene spogliato della sua virulenza e aggressività, a volte cade a pezzi da solo, a volte infierisce quanto basta, a nostro vantaggio, poi scompare. Normalmente la Chiesa non deve far altro che continuare a fare ciò che deve fare, nella fiducia e nella pace, nella dottrina dei Padri e nella Verità, nella Tradizione e nei Sacramenti, stare tranquilla e attendere la salvezza di Dio.”

L’ultima prova della Chiesa, dal Catechismo della Chiesa Cattolica

  1. Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti. La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra svelerà il « mistero di iniquità » sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell’apostasia dalla verità. La massima impostura religiosa è quella dell’Anti-Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l’uomo glorifica se stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne.

«Adesso credete?  Ecco, verrà l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto proprio e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!» (Gv.16,31-33)

“Davvero era tempo di lavorare per il trionfo della Chiesa Cattolica.
La Croce risplende di luce
Tutto all’inizio fu bello e facile. Poi venne un periodo di grandi prove. Pose mano a grandi opere: la fondazione dell’Università a Dublino, la traduzione inglese della Bibbia, la direzione di una rivista, la fondazione di un Oratorio a Oxford per i giovani cattolici che frequentavano l’Università, sembravano fallire tutte tra le sue mani. Padre Newman si trovò solo, incompreso, considerato quasi pericoloso… Ma nulla lo scoraggiò. Fedelissimo alla Chiesa Cattolica, compì la difesa della Verità con i suoi poderosi volumi che guadagnarono al Cattolicesimo la simpatia degli anglicani e l’ammirazione degli avversari. Lui, da parte sua, non si sentiva rivale di nessuno, rispondeva con il perdono, la preghiera, il servizio ai giovani.
Nell’Oratorio di Birmingham, dove viveva, si occupava dell’educazione intellettuale, morale, integrale dei ragazzi, con uno stile di bontà e di amorevolezza, sulla scia di San Filippo Neri e come sarebbe piaciuto a un umile grandissimo contemporaneo, Don Bosco (che per la conversione degli anglicani aveva pure pregato, sofferto e operato presso Pio IX…). Ma sembrava essere un dimenticato: brillavano ora quei convertiti – Faber, Manning, Ward – cui egli aveva aperto la strada. Nel 1864, però, capitò che il dott. Kingsley, in un opuscolo, tacciò i cattolici di ipocrisia, aggiungendo che i preti cattolici sono dei bugiardi…
Padre Newman insorse con la forza del suo genio, spiegando tutti i motivi della sua conversione al Cattolicesimo. Nacque il suo capolavoro: l’Apologia pro vita sua, in cui scriveva: “Nella Chiesa Cattolica, riconobbi immediatamente una realtà nuovissima per me. Sentii che non ero io a costruirmi una Chiesa con lo sforzo del mio pensiero. Il mio spirito allora si quietò in se stesso. La contemplavo – la Chiesa – come un fatto obiettivo, di incontrovertibile evidenza”. Fu un grande trionfo che fece risuonare per tutta l’Inghilterra il nome di John Henry Newman: non era più possibile accusarlo di doppiezza e di slealtà.
Nel 1879, Papa Leone XIII lo creò Cardinale. Quando gli fu portata la notizia inattesa, pianse di gioia e disse: “Le nubi sono cadute per sempre”. Era la gioia di chi, dopo tante lotte per la Verità, vedeva che la Verità si era fatta strada ed illuminava il cammino di molti. Visse ancora undici anni nel suo romitaggio di Birmingham, in due stanze colme di libri, pregando, irradiando luce, guidando le anime alla Verità, la sua unica passione fin dall’infanzia. I suoi libri, le sue conferenze, la sua opera di educatore, rivelarono dovunque il suo genio interamente posseduto da Cristo.
L’undici agosto 1890, il Cardinal John Henry Newman, diradata ogni tenebra, andava incontro al suo Dio, “la Luce gentile” che aveva guidato sempre i suoi passi. Sulla sua tomba volle scritto solo il suo nome e la rapida sintesi della sua esistenza: “Ex umbris et imaginibus in Veritatem”, “Dalle ombre e dalle figure alla Verità”.” (Autore: Paolo Risso)

Laudetur Jesus Christus

In questo breve video vi offriamo un breve percorso storico iniziato sotto il pontificato di San Pio X ed ancora oggi in crescendo, che va ad arricchire la Tradizione della Chiesa, assai utile per noi oggi troppo spesso immersi in una ecumania disastrosa e fuorviante per la quale, già lo stesso Giovanni Paolo II, volle bloccare attraverso il documento della Dominus Jesus… Ascoltiamo cosa dicevano sia Benedetto XV quanto Benedetto XVI in proposito, e facciamone tesoro.

di Corrado Gnerre

Ti facciamo capire in otto punti la questione della salvezza per i non-cattolici

La Dottrina cattolica di sempre dice così:

1 La Chiesa Cattolica è la Chiesa di Gesù Cristo

2 Dal momento che la Chiesa Cattolica è la Chiesa di Cristo, senza la Chiesa cattolica non ci si può salvare (extra Ecclesiam nulla salus, frase che è stata “dogmatizzata” come afferma anche Pio XII: “Ora tra le cose che la Chiesa ha sempre predicate e che non cesserà mai dall’insegnare, vi è pure questa infallibile dichiarazione che dice che non vi è salvezza fuori della Chiesa.” (Lettera al Sant’Officio, del 8.11.1949).

3 Ciò non vuol dire che per salvarsi occorra aderire all’anima e al corpo della Chiesa, per alcuni basta aderire solo all’anima; ed è il caso di coloro che dovessero trovarsi fuori la Chiesa Cattolica per “ignoranza invincibile”.

4 Coloro che si trovano in “ignoranza invincibile” e si salvano, si salvano non perché sono non-cattolici, ma malgrado lo siano e dunque si salvano non rispettando bene i dettami delle loro false religioni, bensì seguendo la retta coscienza per quanto è loro possibile.

5 Questo fa capire che singole verità che indubbiamente esistono nelle varie religioni non cattoliche non costituiscono di per sé strumenti salvifici, ma sono solo strumenti per poter eventualmente costituire una pacifica convivenza o alimentare una coscienza retta.

6 Con alcuni documenti del Concilio Vaticano II si è passati dalla constatazione dell’esistenza di verità all’interno di false religioni, all’innalzamento di questi a valori e strumenti di salvezza. Ciò però non solo tende a contraddire i precedenti insegnamenti, ma di fatto trasforma il male in una sorta di bene-dimezzato.

7 Da qui l’attuale clima iperecumenista per cui l’evangelizzazione sembra essere diventata un optional.

8 Questo atteggiamento di non considerare più il male come male, ma come bene-dimezzato si sta riflettendo anche in campo morale.


LETTERA DI SAN MASSIMILIANO MARIA KOLBE:

Carissimi Figli, nelle difficoltà, nelle tenebre, nelle debolezze, negli scoraggiamenti ricordiamoci che il Paradiso si sta avvicinando. Ogni giorno che passa è un intero giorno in meno di attesa.
Coraggio, dunque! Ella ci attende di là per stringerci al Cuore.
Inoltre, non date retta al diavolo, qualora volesse farvi credere che il paradiso non esiste, ma non per voi, perché, anche se aveste commesso tutti i peccati possibili, un solo atto di amore perfetto lava tutto al punto tale che non ci rimane neppure un’ombra.

Carissimi Figli, come desidererei dirvi, ripetervi quanto è buona l’Immacolata, per poter allontanare per sempre dai vostri piccoli cuori la tristezza, l’abbattimento interiore o lo scoraggiamento. La sola invocazione “Maria”, magari con l’anima immersa nelle tenebre, nelle aridità e perfino nella disgrazia del peccato, quale eco produce nel Suo Cuore che tanto ci ama! E quanto più l’anima è infelice, sprofondata nelle colpe, tanto più questo Rifugio di noi poveri peccatori la circonda di sollecita protezione.
Ma non affliggetevi mai se non sentite tale amore. Se volete amare, questo è già un segno sicuro che state amando; ma si tratta solo di un amore che procede dalla volontà.
Anche il sentimento esteriore è frutto della grazia, ma non sempre esso segue immediatamente la volontà. Vi potrà capitare, miei Cari, un pensiero, quasi una mesta nostalgia, una supplica, un lamento…: “Chissà se l’Immacolata mi ama ancora?”.
Figli amatissimi!
Lo dico a tutti insieme e a ciascuno in particolare nel Suo nome, notate bene, nel Suo nome: Ella ama ciascuno di voi, vi ama assai e in ogni momento senza alcuna eccezione.
Questo, carissimi Figli, ve lo ripeto nel Suo Nome.
(Lettera di S. Massimiliano Kolbe ai confratelli in Giappone il 13 aprile 1933)


La Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani è una pia pratica, iniziata nel 1909 dal Padre Paolo Francesco Watson (+1940), protestante convertito.Le intenzioni, così come erano concepite nello spirito originario sono le seguenti:

  • PRIMO GIORNO 18 gennaio, Cattedra di San Pietro
    Pregare per la conversione di tutti coloro che sono nell’errore.
  • SECONDO GIORNO 19 gennaio, 
    Pregare per la conversione di tutti gli scismatici
  • TERZO GIORNO 20 gennaio, Apparizione all’ebreo Ratisbonne 
    Pregare per la conversione dei Luterani e dei protestanti d’Europa in genere
  • QUARTO GIORNO 21 gennaio, Sant’Agnese,
    Pregare per la conversione degli Anglicani
  • QUINTO GIORNO 22 gennaio,
    Pregare per la conversione dei protestanti d’America.
  • SESTO GIORNO 23 gennaio.
    Pregare per la conversione dei cattolici non più praticanti.
  • SETTIMO GIORNO 24 gennaio.
    Pregare per la conversione degli Ebrei.
  • OTTAVO ed Ultimo giorno 25 gennaio Conversione di San Paolo.
    Pregare per la conversione degli islamici e di tutti i pagani

Tra le preghiere tradizionalmente approvate per tale pratica, figura la seguente CORONCINA per l’Unità. Ci si serva di una comune corona del Rosario

  • Deus, in auditorium meum intende, Domine ad adiuvandum me festina
  • Gloria Patri

Sui grani del Padre Nostro recitare :

  • Sacro Cuore di Gesù, abbi pietà di noi e dei nostri fratelli avvolti nelle tenebre dell’errore“,
  • seguito dal Gloria Patri.

Sui grani dell’Ave Maria recitare:

  • Venga, o Signore Gesù, il tuo Regno, nell’unità della Chiesa, per mezzo della tua Santa Madre“.

Si concluda con :

  • Vergine Immacolata, Tu che per singolare privilegio di grazia fosti preservata dalla colpa originale, guarda pietosa ai nostri fratelli dissidenti, che sono pure figli tuoi. Non pochi di loro, benché separati, conservano un qualche culto per Te. E Tu, generosa qual sei, ricompensali, ottenendo loro la grazia della conversione. Vittoriosa qual sei, dell’infernale serpe, fin dal principio della tua esistenza, rinnova, ora che più stringe la necessità, gli antichi trionfi, glorifica il Figlio tuo, riconducendo le pecorelle smarrite all’unico ovile, sotto la guida del Pastore universale, e sia tua gloria, o Vergine sterminatrice di tutti gli errori, aver riportato così la pace in tutto il mondo cristiano. Amen.
  • Salve Regina.
  • Ut omnes errantes ad unitatem Ecclesiae revocare et infideles universos ad Evangelii lumen perducere digneris: te rogamus, Domine, audi nos.
  • Regina Sacratissimi Rosarii, ora pro nobis.

No nobis no nobis Domine sed nomini tuo da Gloriam, Sine sacrificio non est victoria, Pugna Filii Sancte Romanae Ecclesiae,
(Senza sacrificio non c’è Vittoria, Combattete Figli di Santa Romana Chiesa)

si ringrazia il BLOG: La Catholica Roma-perenne

Quella condanna da parte del card. Newman, così chiara e così attuale, in tempi di neomodernismo

Una bella traduzione di Aldo Maria Valli sul grande card. Newman: “Per trenta, quaranta, cinquant’anni ho cercato di contrastare con tutte le mie forze lo spirito del liberalismo nella religione. Mai la santa Chiesa ha avuto maggiore necessità di qualcuno che vi si opponesse più di oggi, quando, ahimé! si tratta ormai di un errore che si estende come trappola mortale su tutta la terra; e nella presente occasione, così grande per me, quando è naturale che io estenda lo sguardo a tutto il mondo, alla santa Chiesa e al suo futuro, non sarà spero ritenuto inopportuno che io rinnovi quella condanna che già così spesso ho pronunciato”. Luigi
Aldo Maria Valli 16-11-21
di The Wanderer
La mattina di lunedì 12 maggio 1879 il dottor Newman si recò al Palazzo della Pigna, residenza del cardinale Howard, che gli aveva prestato i suoi appartamenti per ricevervi il messaggero vaticano, con il biglietto del cardinale segretario di Stato, informandolo che in un concistoro segreto tenuto quella mattina Sua Santità, papa Leone XIII, si era degnato di elevarlo al rango di cardinale. Alle undici, le sale erano gremite di cattolici, sacerdoti e laici inglesi e americani, oltre a molti membri della nobiltà romana e dignitari della Chiesa, riuniti per assistere alla cerimonia.
Poco dopo mezzogiorno fu annunciato il messaggero vaticano. Questi consegnò il biglietto al dottor Newman, il quale, dopo aver rotto il sigillo, lo consegnò a sua volta al dottor Clifford, vescovo di Clifton, che ne lesse il contenuto. Il messaggero informò poi il neo cardinale che Sua Santità lo avrebbe ricevuto in Vaticano l’indomani alle ore dieci per conferirgli la berretta. Gli fece i complimenti e l’ormai cardinale Newman rispose con quello che è noto come il Discorso del biglietto, nel quale, tra l’altro, si dice quanto segue: “Per trenta, quaranta, cinquant’anni ho cercato di contrastare con tutte le mie forze lo spirito del liberalismo nella religione. Mai la santa Chiesa ha avuto maggiore necessità di qualcuno che vi si opponesse più di oggi, quando, ahimé! si tratta ormai di un errore che si estende come trappola mortale su tutta la terra; e nella presente occasione, così grande per me, quando è naturale che io estenda lo sguardo a tutto il mondo, alla santa Chiesa e al suo futuro, non sarà spero ritenuto inopportuno che io rinnovi quella condanna che già così spesso ho pronunciato”.
Ciò che Newman intendeva per liberalismo sarà ciò che la Chiesa chiamerà, qualche decennio dopo, modernismo: «Il liberalismo in campo religioso è la dottrina secondo la quale non c’è verità positiva nella religione: un credo vale l’altro. [Il liberalismo religioso] è un’opinione che acquista posizione e forza giorno dopo giorno. È contrario a qualsiasi riconoscimento di una religione come vera e insegna che dobbiamo essere tolleranti con tutti, poiché tutto è una questione di opinione” (Apologia pro vita sua. Storia delle mie idee religiose).
Ecco perché colpisce così tanto che i modernisti usino il povero Newman per portare l’acqua al proprio mulino, presentandolo più e più volte come il grande promotore del Vaticano II – cosa avrebbe detto Newman di Dignitatis humanae? – e i fondamentalisti, aderendo alla menzogna dei modernisti, lo mettano sulla strada degli indagati, alla cui lettura è meglio non avvicinarsi.
Fonte: caminante-wanderer.blogspot.com
Titolo originale: Newman y el modernismo
Traduzione di Valentina Lazzari


🙏AVVISO👉 ECCO come si risponde agli scandali, comprendiamo bene e condividiamo😇 perché le chiacchiere, le opinioni personali, L’ODIO, L’ACREDINE, LA ZIZZANIA che dividono… non portano da nessuna parte se non all’inferno… da Amici Domenicani

Nella nostra parrocchia al termine di una catechesi sull’ecumenismo la pastora ha concelebrato e ha preso la comunione sotto le due specie

Caro Padre Angelo,
ho partecipato ad una giornata parrocchiale di catechesi, a cui era invitata una Pastora Battista, Proff.ssa Lidia Maggi. Al termine della catechesi il Parroco ha celebrato la messa. La Pastora ha concelebrato ed ha preso la comunione sotto le due specie.
Ma tutto ciò è consentito dalla Chiesa Cattolica?
Grazie per la risposta
Gianfranco


Caro Gianfranco,
1. sebbene si dica che al peggio non vi sia mai limite, dubito che le cose siano andate come me le hai descritte.
Mi sembra una cosa del tutto inverosimile e anche particolarmente grave.

2. In ogni caso: circa la concelebrazione va detto che la pastora non ha consacrato niente.
E questo semplicemente perché le manca la potestas ordinis, la potestà di consacrare.

3. Per consacrare il corpo e il sangue del Signore è necessario aver ricevuto questo potere soprannaturale comunicato da Cristo agli Apostoli e da questi trasmesso ininterrottamente attraverso una catena di persone che giunge fino ai nostri sacerdoti.
Ora la pastora non ha ricevuto da nessuno questa trasmissione di potere che la rende capace di consacrare.

4. Va detto anche che la Chiesa Cattolica ha dichiarato in maniera definitiva di non avere ricevuto da Cristo l’autorizzazione di trasmettere la consacrazione sacerdotale alle donne.
E pertanto anche qualora venisse compiuto il rito dell’ordinazione sacerdotale tale ordinazione è invalida.
Per cui su rimane assodato che la pastora all’altare non ha fatto nulla, non ha celebrato alcun sacramento.

5. Va ricordato anche che per chi attenta alla celebrazione di un sacramento è annessa una scomunica riservata alla Santa Sede.
Lo ricorda il canone 1378 § 2: “chi non elevato all’ordine sacerdotale attenta l’azione liturgica del Sacrificio eucaristico”.
Certo la pastora non appartiene alla Chiesa cattolica e pertanto di questa scomunica non gliene importa nulla.
Tuttavia il parroco che ha fatto una cosa del genere ha compiuto un sacrilegio.
Sono certo che la cosa sarà giunta al vescovo, il quale – me lo auguro – avrà provveduto.

6. Circa la Comunione fatta dalla pastora va ricordato quanto dice il Codice di Diritto Canonico:
Can. 844 – § 1. I ministri cattolici amministrano lecitamente i sacramenti ai soli fedeli cattolici, i quali parimenti li ricevono lecitamente dai ministri cattolici, salve le disposizioni dei §§ 2, 3 e 4 di questo canone e del can. 861, § 2.
§ 2. Ogniqualvolta una necessità lo esiga o una vera utilità spirituale lo consigli e purché sia evitato il pericolo di errore o di indifferentismo, è lecito ai fedeli, ai quali sia fisicamente o moralmente impossibile accedere al ministro cattolico, ricevere i sacramenti della penitenza, dell’Eucarestia e dell’unzione degli infermi da ministri non cattolici, nella cui Chiesa sono validi i predetti sacramenti
§ 3. I ministri cattolici amministrano lecitamente i sacramenti della penitenza, dell’Eucaristia e dell’unzione degli infermi ai membri delle Chiese orientali, che non hanno comunione piena con la Chiesa cattolica, qualora li richiedano spontaneamente e siano ben disposti; ciò vale anche per i membri delle altre Chiese, le quali, a giudizio della Sede Apostolica, relativamente ai sacramenti in questione, si trovino nella stessa condizione delle predette Chiese orientali.
§ 4. Se vi sia pericolo di morte o qualora, a giudizio del Vescovo diocesano o della Conferenza Episcopale, urgesse altra grave necessità, i ministri cattolici amministrano lecitamente i medesimi sacramenti anche agli altri cristiani che non hanno piena comunione con la Chiesa cattolica, i quali non possano accedere al ministro della propria comunità e li chiedano spontaneamente, purché manifestino, circa questi sacramenti, la fede cattolica e siano ben disposti”.

7. Ora il minimo che si possa dire della comunione fatta dalla pastora  è che vi è realmente il pericolo di indifferentismo perché i protestanti non credono nella presenza reale Gesù nell’Eucaristia né procurano di avere lo stato di grazia attraverso la Confessione sacramentale.

8. L’ecumenismo è doveroso e la divisione degli scandali è scandalosa soprattutto per i non cristiani che si avvicinano al Vangelo.
Ma quella percorsa nella vostra comunità non è questa la via giusta
.

Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo


SOSTA: 10 aprile del 428: Nestorio diviene Patriarca di Costantinopoli… ma cosa dice il “nestorianesimo” e perché è una gravissima eresia?

Il 10 aprile del 420 il vescovo Nestorio (381-451) s’insedia come Patriarca di Costantinopoli.

A lui si deve la gravissima eresia detta nestorianesimo. 

Cosa dice questa eresia e perché è tanto grave?

Il nestorianesimo afferma l’esistenza in Cristo non solo di una duplice natura (umana e divina), il che è vero; ma anche di una duplice persona (umana e divina), il che è errato. Cristo infatti ha una sola persona, che è divina.

In tal modo, secondo il nestorianesimo, i gesti umani del Cristo non avrebbero avuto un valore infinito, perché riferiti solo al soggetto umano e non a quello divino, e pertanto questi stessi gesti non avrebbero avuto la possibilità di redimere.

Ma non solo: con il nestorianesimo si negava che la Vergine Maria fosse davvero la Madre di Dio, in quanto madre solo del soggetto umano del Cristo.

Le eresie, però, vanno sempre a fine. Dopo un certo periodo di tempo vengono sconfitte, perché la Provvidenza non può permettere che facciano eccessivo danno. Possono poi riaffiorare, questo sì, ma sono sempre a tempo. Ebbene, il nestorianesimo venne condannato nel Concilio di Efeso del 431.

Proprio ad Efeso, la città dove l’Immacolata trascorse gli ultimi anni della sua vita terrena.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


Come Ratzinger scoprì il cardinale inglese venuto dall’anglicanesimo

Newman, i nazisti e l’amico Alfred

del cardinale Joseph Ratzinger

«Quando nel gennaio 1946 potei iniziare il mio studio della teologia nel seminario della diocesi di Frisinga, finalmente riaperto dopo gli sconvolgimenti della guerra, si provvide a che al nostro gruppo fosse assegnato come prefetto uno studente più anziano, il quale già prima che iniziasse la guerra aveva cominciato a lavorare a una dissertazione sulla teologia della coscienza di Newman. Durante tutti gli anni del suo impegno in guerra egli non aveva lasciato cadere dai suoi occhi questo tema, che ora riprendeva con nuovo entusiasmo e nuova energia. Fin dall’inizio ci legò un’amicizia personale, che si concentrava tutta attorno ai grandi problemi della filosofia e della teologia. Va da sé che Newman fosse sempre presente in questo scambio.

Alfred Läpple, era lui infatti il prefetto summenzionato, pubblicò poi nel 1952 la sua dissertazione, col titolo Il singolo nella Chiesa. La dottrina di Newman sulla coscienza divenne allora per noi il fondamento di quel personalismo teologico, che ci attrasse tutti col suo fascino. La nostra immagine dell’uomo, così come la nostra concezione della Chiesa, furono segnate da questo punto di partenza. Avevamo sperimentato la pretesa di un partito totalitario, che si concepiva come la pienezza della storia e che negava la coscienza del singolo. Hermann Göring aveva detto del suo capo: “Io non ho nessuna coscienza! La mia coscienza è Adolf Hitler”. L’immensa rovina dell’uomo che ne derivò, ci stava davanti agli occhi».

Dal discorso del cardinale
Joseph Ratzinger in occasione
del centenario della morte
del cardinale John Henry Newman, Roma, 28 aprile 1990