Contro la teologia della liberazione per difendere la Chiesa e i poveri

Trascrizione dell’intervento del prof. Julio Loredo durante la conferenza Fede o ideologia? La libertà al bivio. Il caso della teologia della liberazione. Presentazione del libro di Julio Loredo Teologia della liberazione. Un salvagente di piombo per i poveri, svoltasi il 15 giugno 2015 a Genova.

Due parole per ringraziare con tutto il cuore anzitutto il signor parroco che ci ha accolto con tanta gentilezza, i relatori, specialmente monsignor Livi, naturalmente anche Guido Vignelli. E colui che è stato l’anima di questo incontro, l’avv. Artiglieri.

Una cosa che ha detto mons. Livi mi ha colpito – tutte le cose –, ma una ha chiamato più la mia attenzione.

Quest’idea della manipolazione che una certa sinistra “cattolica” fa dei fedeli. Perché, almeno da noi, cioè nei paesi cattolici, niente di cattivo si fa senza lo zampino di qualche cattolico deviato.

Un esempio.

Le Brigate Rosse, quindi andiamo proprio sul pesante, si credeva da sempre che erano nate da una riunione in una località pecorile, in Emilia Romagna, quindi “triangolo rosso”, etc.

Brigatisti che erano sempre in prima fila a Messa...

Brigatisti che erano sempre
in prima fila a Messa…

Due anni fa, è venuto alla luce in un libro, con tutti i documenti, la dimostrazione che, prima della riunione della località pecorile, c’è stata una riunione di quella che sarebbe stata la leadership strategica delle Brigate Rosse – indovinate dove – a Chiavieri, nell’albergo della curia. Organizzato da chi? Dall’Azione Cattolica di Chiavieri. L’albergo Stella Maris, per quelli che lo conoscono.

Potremo così fare tutto l’elenco delle cose cattive sono successe, fino da oggi. Prima dell’estate, ormai ci siamo, ci sono state promesse due leggi, il ddl Cirinnà sulle coppie di fatto e il ddl Scalfarotto sulla cosiddetta “omofobia”.

Chi ha promesso che saranno approvate, entro l’estate, queste due ddl? Un “cattolico adulto”.

Quindi quest’idea della manipolazione mi è sembrata proprio centrare il punto.

Perché opporsi alla teologia della liberazione?

Due motivi che già dicono tutto. Avevo portato anche il libro per leggere due o tre cose, ma vi risparmio questa fatica.

In difesa della Chiesa. Loro sono molto precisi nel dire che, questo è il termine usano, nel reinventare la “Chiesa”. In questo loro ripetono la dottrina modernista, i teologi della liberazione dicono che Nostro Signore non ha fondato nessuna chiesa. La Chiesa è stata fondata dagli apostoli per sostituire il messaggio messianico del Regno. Quindi bisogna tornare all’origine distruggendo tutto ciò che è stato fatto in 2000 anni. Distruggendo le strutture, il magistero e addirittura le “strutture psicologiche” dei fedeli come sono state presentate in tutti questi secoli. Quindi parliamo della distruzione totale della Chiesa o, come loro dicono, la reinvenzione della “Chiesa”.

Quindi proprio per amore alla Chiesa dobbiamo reagire a questi tentativi di distruzione.

Wojtyla e Ratzinger, due giganti contro la teologia della liberazione.

Per Wojtyla e Ratzinger la teologia della liberazione falsifica la fede.

Dunque anche per amore ai poveri. In un libro, apparso qualche mese fa, non mi ricordo il titolo, ma il sottotitolo è “Gli amici raccontano Papa Wojtyla”. Un libro di uno scrittore polacco che abita in Italia, quindi cultura italiana, che intervista tutti gli amici di Papa Wojtyla. Tra cui il cardinale Ratzinger.

Quando gli viene chiesto quali sono le sfide del pontificato di S. Giovanni Paolo II, rispose: “La prima sfida che abbiamo affrontato è stata quella della teologia della liberazione. Proprio in favore dei poveri, noi abbiamo reagito contro la teologia della liberazione”.

Perché un’analisi, paese per paese, fa vedere subito che la dove sono stati applicati i postulati della teologia della liberazione, il risultato è stato un disastro.

Un disastro che ha fatto aumentare, centuplicare la povertà e i disagi sociali.

I paesi dove invece sono stati applicati i postulati opposti, l’economia è decollata.

Oppure paesi – il mio Perù, per esempio – dove sono stati applicati i loro postulati, è stato un disastro. Perché ci sono tanti peruviani qui? Perché per 15 anni abbiamo avuto un governo comunista, con le conseguenze della violenza, etc. Quando hanno ribaltato quella situazione, l’economia è decollata.

E oggi, appunto, c’è un riflusso migratorio: i peruviani stanno lasciando l’Italia; anzi ci sono addirittura italiani che stanno andando in Perù.

Quindi è in favore dei poveri, per il bene dei poveri, che bisogna reagire contro questa teologia.

Un’ultima cosa. Il prof. Vignelli lo ha accennato benissimo. Questo “riciclaggio” della teologia della liberazione. Loro parlavano degli oppressi, dei poveri oppressi, bisognosi di una liberazione.

Ma il concetto di “oppressione” si può allargare enormemente (agli omosessuali, etc.). Quindi, oggi, abbiamo una pletora di teologie. Scusate il termine – non lo uso mai – la teologia gay della liberazione, la teologia lesbica della liberazione, la teologia indigenista della liberazione.

Fino a liberarsi dell’ultima idea fonte di ogni oppressione nell’universo, cioè l’idea stessa di Dio.

Voi direte: “Ma scusate, una teologia senza Dio, è una contraddizione in termini”. Eh sì!

L’ultima riunione mondiale di questa corrente, loro hanno un’associazione che si chiama Ecumenical Association of Third World Theologians (EATWOT), l’ultima loro riunione mondiale, un paio di anni fa, è stata “come possiamo cancellare l’idea di Dio e fare una teologia semplicemente umana. Perché l’idea di Dio è la fonte di ogni alienazione di ogni oppressione”.

Quindi una “teologia” senza Dio.

Non so cosa direbbe un epistemologo… Siamo alla pazzia. Ebbene, questa pazzia, adesso ci è presentata come possibilità.

Di nuovo ringrazio gli organizzatori: il signor parroco, i relatori.

E vi invito a leggere il libro, perché è spiegato, con tanto di tantissime note a piè di pagina, quindi permette anche di approfondire, questa “dottrina”.

Se permette, vorrei salutare il prof. Radaelli, che è stato per tanti anni collaboratore del prof. Romano Amerio. E come lui autore di tanti libri che trattano proprio di questo tema.

Un libro in particolare di Romano Amerio, Iota Unum: proprio un classico.

Grazie a tutti di essere venuti.