Udienza di Papa Francesco ai FFI /1^ prima

Prima parte dell’udienza privata concessa da papa Francesco ai frati francescani dell’Immacolata e al commissario apostolico P. Fidenzio Volpi nella cappella di Casa Santa Marta il 10 giugno 2014.

Papa Francesco incontra, per la prima volta dal commissariamento, i FFI con il commissario di allora, il cappuccino Volpi. L’incontro è cordiale e apparentemente informale, ma ben si capisce di assistere ad un processo a degli imputanti assenti.

Cinque le domande fondamentali e la disponibilità e l’amabilità del Papa sono notevoli, confida ai presenti di essere reduce da febbri intestinali e quindi scusandosi chiede il permesso di poter rispondere alle domande da seduto.

Si comprende perché, nel famoso calendario 2015 citato da Blondet, dove vengono riportate alcune frasi di cui non ci si capisce un granché, infatti, perché spezzate dal contesto, tutte le risposte del Papa sono state censurate specialmente la terza.

Noi qui vi proporremo tutte e cinque le domande con le risposte da noi trascritte dal video che potete trovare su youtube e che dura oltre un’ora, ma non in ordine, il perché è semplice, riteniamo così l’importanza alla sequenza delle domande.

01-pfconffi-1_564a43ff12c4dÈ da tenere presente quanto segue:

1. il gruppo di frati a seguito di Volpi, all’epoca Commissario dell’Istituto, hanno fatto delle domande tendenziose e abbastanza cariche di astiosità contro i confratelli che non hanno potuto difendersi (gli assenti), e domande a senso unico;

2. in questa specie di “processo” – perché tale è quando si portano delle accuse e degli accusati – il “banco degli imputati” È VUOTO, manca il contraddittorio e mancano gli accusati appunto, gli accusati non possono difendersi.

3. Il papa (come in tutte le risposte fatte a braccio) nella sua risposta lucida e chiarissima fa emergere, alla domanda 3 sulla liturgia antica, un ordine che lui ha dato di suo pugno e che a quanto pare non è stato rispettato… ma di questo non dice nulla a Volpi, gli fa solo capire che quello era un suo ordine preciso… mancano così i testimoni che avrebbero potuto raccontare che il Volpi non rispettò quell’ordine.

4. il papa parla bene, e conferma di non aver agito da solo ma di essersi consultato (congregazione per gli istituti di vita consacrata e del clero) tuttavia fa capire che pur essendosi consultato con tutti quelli che c’erano da consultare, non ha ascoltato i diretti imputati… di fatto così già condannati senza mai averli ascoltati.

5. appare evidente che questo gruppo di FFI erano quelli che iniziarono ad andare in fibrillazione dal 2007 con la liberazione della Messa antica spingendo Benedetto XVI a far fare una prima “visitazione apostolica” che si concluse subito nel 2011 con un nulla di fatto.

6. per comprendere alcuni passaggi abbiamo ritenuto di arricchire gli interventi con delle Note nostre.

Questo spiegherebbe perché il nuovo Decreto per il Commissariamento delle Suore dell’Immacolata porta la data protocollare del 2012 e l’atto esecutivo è invece firmato ad ottobre 2015. Era tutto preparato!


Domanda 3: Alcuni nostri confratelli, sacerdoti e studenti, in nome della fedeltà al fondatore (1), stanno chiedendo di uscire dall’Istituto, alimentando un clima di divisione da essi stessi provocato, il cambiamento del carisma… e il cambiamento della pratica liturgica secondo il Vetus Ordo, Di fronte allo scoraggiamento di tanti e la tentazione di seguire questa dinamica, quale è la sua parola di maestro e pastore?

Il Papa risponde (trascrizione fedele ed integrale): Scappare da casa è una tentazione solitamente nota nell’adolescenza. Quante volte: “ma no, io me ne vado…”, me ne vado da solo, vado a casa della nonna, della zia… perché c’era qualcosa che non piaceva… ma questo è normale. Ma una fuga non fa la soluzione. L’imitazione di Cristo dice una cosa molto bella: il cambiamento dei posti, l’uscire per esempio, ha ingannato tanti, è un arma del diavolo uscire da casa, uscire dalla comunità.

Io penso a quei due di Emmaus quando, quella mattina, hanno visto le donne un po’ isteriche… a loro sembravano isteriche perché non credevano nella risurrezione, hanno fatto: “mah! andiamocene via, andiamocene perché questa non è cosa… (..) Uscire mai fa bene…

I problemi in famiglia si soluzionano in famiglia. E se in questo dialogo si dice una parola un po’ forte, ma che si dica… ma tra fratelli. Ma pensate che in alcuni concili, primi concili i vescovi, alcuni vescovi sono andati a pugni eh, fra loro, c’era discussione eh ma alla fine erano fratelli, questa è storia della Chiesa. Io non dico adesso che voi…. Ma uscire per difendere un carisma, che si crede un vero carisma, non è la soluzione, questo è dissoluzione, una dissoluzione eh, questo è seguire una leadership che non è la leadership di Gesù Cristo. Perché è questo che vuole Satana no?! vai via, vai via.. vai via.

E la celebrazione del Vetus Ordo, antico, detto San Pio V… Papa Benedetto con tanta generosità lo ha fatto ripristinare perché tutti i cattolici che avevano questa nostalgia, che avevano vissuto questo, potessero celebrarlo (2) – E IO SONO D’ACCORDO – eh… ma è libero! libero! Se c’è un sacerdote che lo vuole fare, fa discernimento con il superiore, con il proprio vescovo e si decide se farlo o non farlo, ma È LIBERO.

E io voglio dirvi una verità.

Quando io ho ricevuto le conclusioni dello studio fatto della Congregazione per la vita consacrata, io sapevo che c’era un problema su questo della celebrazione, e quale problema? Avevo sentito da tante voci che non c’era libertà (3), e allora ho detto – e questo non c’era scritto – io ho scritto: “si tolga il permesso di celebrare in questo rito e quello che uno vuole fare (celebrare) chieda al commissario il permesso e il commissario lo darà”, perché nessuno si sentisse che era obbligato a farlo, per ripristinare la libertà.

(Guardando a Volpi dice) questo – da me – è l’ordine che lei ha ricevuto… non si parla di pressione, questo è libero, MA LEI DEVE DARE IL PERMESSO con dialogo, a quelli che lo vogliono… (4)

Ma utilizzare il vecchio rito come una bandiera, non è un buono spirito. … adorare Dio “mah io sento che per adorarlo in questa maniera è meglio” ma fallo!! chiedi il permesso e fallo! Ma non farlo perché dice una certa pressione per farlo… come non fare il contrario eh!! che nessuno può celebrare in questo rito… NON SI FA MAI, QUESTA NON È UNA COSA BUONA! È UNA COSA CATTIVA! questo è il senso in relazione a questo diritto eh! …

Si è capito bene quale è l’atteggiamento davanti a questo? LA LIBERTA’, IL DIALOGO col superiore e si fa, MA NESSUNO PUO’ CONDANNARE A QUELLO, chi non vuole celebrare quel rito, e nessuno può condannare quello che vuole celebrare il vetus ordo.

Poi si sa, i consigli pastorali per la gente… e, queste sono cose… si capisce no?! “ma guardi questa messa la gente non capirà, fai quest’altra messa…” ma sono cose pratiche, ma il principio è quello e sappiate che questo L’HO SCRITTO IO A MANO PER SALVARE QUELLI DI VOI CHE AVEVANO DICHIARATO DI ESSERE COSTRETTI DI CELEBRARE CON IL VETUS ORDO. SI PUO’ CELEBRARE MA LIBERAMENTE… (5)


Note

1) “in nome della fedeltà al fondatore”… questo è falso!!! sia i Frati quanto le Suore hanno spiegato che NON esiste un voto in nome al fondatore o alla fedeltà a lui… ma quel giorno davanti al Papa non c’era nessuno che poteva dirlo, a Padre Manelli è stato proibito incontrare il Papa.

2) qui ci permettiamo di “correggere” il Santo Padre Francesco perché ha assunto, è chiaro, del Motu Proprio Summorum Pontificum sulla liberalizzazione del Messa nella forma antica, l’interpretazione modernista della storiella dei nostalgici. Disse invece Benedetto XVI sull’atto che non era un gesto per i “nostalgici”, ma molto di più: ” In tal modo la sacra Liturgia celebrata secondo l’uso romano arricchì non solo la fede e la pietà, ma anche la cultura di molte popolazioni (…) il Messale Romano promulgato da S. Pio V e nuovamente edito dal B. Giovanni XXIII deve venir considerato come espressione straordinaria della stessa “lex orandi” e deve essere tenuto nel debito onore per il suo uso venerabile e antico. Queste due espressioni della “lex orandi” della Chiesa non porteranno in alcun modo a una divisione nella “lex credendi” (“legge della fede”) della Chiesa; sono infatti due usi dell’unico rito romano…”. Non è pertanto per “i nostalgici”, ma parte integrante – seppur nella nota straordinaria – dell’unico rito romano, se si eliminasse questa forma oggi straordinaria, ma di questo unico rito, verrebbe a mancare qualcosa di prezioso alla Liturgia della Chiesa e la Riforma detta Paolo VI si reggerebbe sul nulla.

3) Avevo sentito da tante voci che non c’era libertà… ecco il punto dolente, il Papa ha sentito delle voci solo di parte, ma non ha voluto ancora ad oggi ascoltare direttamente i fondatori, gli unici che potrebbero chiarirgli le idee e far luce su queste voci… Il papa risponde bene, tuttavia non ha una visione completa dei fatti e lo dice lui stesso, e “tante voci” non vogliono dire che è la verità quella che dicono.

4) ripetere giova: guardando a Volpi il papa dice: questo – da me – è l’ordine che lei ha ricevuto… non si parla di pressione, questo è libero, MA LEI DEVE DARE IL PERMESSO con dialogo, a quelli che lo vogliono… bene! il papa ha detto cose giuste, ma perché non ha ascoltato ancora le voci contrarie? perché non ha chiarito se questo ordine è stato eseguito? e perché questo ordine non viene diramato in tutte le diocesi dove i vescovi vietano questa liturgia e a chi la fa viene tolta ogni libertà?

5) ciliegina sulla torta… il papa confessa di aver vietato la celebrazione del VO all’interno delle comunità dei FFI non per non far fare il rito antico ma per “salvare quelli che avevano DICHIARATO che celebravano antico perché obbligati”, ma i frati che avessero voluto celebrarla dovevano chiederlo liberamente e Volpi doveva dare loro il permesso, cosa che non ha fatto e che viene vietato così anche oggi e in aggiunta al ramo femminile, le Suore appena commissariate.

Il discorso del Papa, allora, non fa una grinza, è perfetto in sé e logico, dove s’inceppa è che non abbia voluto ancora incontrare i fondatori dell’Istituto per capire se quelle dichiarazioni erano vere. Perché? Dunque il Papa vieta la celebrazione del VO per difendere coloro che hanno dichiarato di esservi stati costretti, ma al tempo stesso lasciava la libertà a quelli che volevano celebrarlo, di poterlo fare.

Volpi è morto, e renderà conto solo a Dio delle risposte rimaste senza soluzione… ci chiediamo però perché il Papa tardi ancora ad incontrare i Padri fondatori tenuti come prigionieri in una sala d’attesa che è peggio di un’anticamera dell’inferno, perché bollati come coloro che hanno mandato a ramengo un Carisma di cui il Papa dirà poi – lo vedremo nella prossima puntata – assolutamente da salvare.


Ave Maria!

Seguiva il video dell’appello di Padre Stefano Manelli che chiedeva al Papa di essere ascoltato, ma la Rai, alla faccia della libertà e democrazia e con il canone che paghiamo, lo ha fatto togliere. Non è certo comprensibile come sia possibile che migliaia di spezzoni RAI girano normalmente in migliaia di account diversi, mentre un APPELLO accorato al Santo Padre è stato tolto….. come il saggio Andreotti ci insegna: a pensar male non è buona cosa, però spesso ci si azzecca…. In attesa di rimettere il video da un altro canale, vi proponiamo quanto segue:

IL CASO FRANCESCANI DELL’IMMACOLATA

Intervista all’avvocato Enrico Tuccillo

Riproponiamo l’intervista chiarificatrice sull’Istituto dei frati e suore Francescani dell’Immacolata nella quale, l’avvocato Tuccillo, difensore di Padre Stefano Manelli e della Madre Generale, ora sostituita dalla commissaria apostolica, fa luce sulla situazione attuale, spiegando, allo stato, i pronunciamenti degli organi giurisdizionali che si stanno occupando del caso.

Una delle più importanti garanzie previste nella nostra Carta Costituzionale è sancita dall’art. 27, che recita:” …L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva…”. Proprio in virtù di questo fondamentale disposto costituzionale, che non considera assolutamente colpevole un soggetto sino alla condanna definitiva emessa dalla Suprema Corte, a differenza di altri quotidiani nazionali, sui quali spesso sono già emesse sentenze ancor prima della valutazione dei giudici, Mezzogiorno Quotidiano ha intervistato in esclusiva l’Avv. Enrico Tuccillo, legale di Padre Stefano Maria Manelli, cofondatore dei Francescani dell’Immacolata, Istituto di diritto pontificio, approvato da San Giovanni Paolo II, con sede principale a Frigento (Avellino).

Egregio Martone rispondo alle sue domande.

GLM: Avvocato Tuccillo, nella scorsa settimana sono state pubblicate due video-inchieste da parte del Corriere della Sera sulla vicenda dei Francescani dell’Immacolata, commissariati dalla Santa Sede. In particolare, vi è un documento citato in un dossier sulle cui testimonianze indagano i PM della procura di Avellino e in cui si raccontano storie di presunte vessazioni, abusi, violenze, strani giri di denaro e perfino istigazione della prostituzione nei riguardi delle suore appartenenti al ramo femminile dell’istituto religioso da parte del suo assistito. Qual è il suo pensiero in merito a queste gravissime accuse?

ET: I tempi, le modalità e le caratteristiche monotone di queste accuse confermano il sospetto di un programma calunnioso non fondato su fatti reali, finalizzato al raggiungimento di obiettivi destabilizzanti ed anti cristiani! Volti nascosti, nomi oscurati, siti anonimi non caratterizzano chi annuncia la verità ma chi vuole nasconderla! A parte il ridicolo della mostra di una cicatrice di 23 anni fa,causata da una puntura di un ago. Quanto ai giri di danaro chissà che proprio questo elemento, assimilato da Francesco d’Assisi allo”sterco di un asino” non sia uno dei principali obbiettivi delle reiterate accuse.

GLM: Avvocato Tuccillo, nel primo dei due articoli pubblicati dal Corriere della Sera e firmato dalla giornalista Amalia De Simone, si legge testualmente: “Le macchie di sangue sono così intense che le frasi che tracciano sembrano ferite ancora aperte. Eppure sono passati ormai 22 anni. Ventidue anni da quella notte in cui alcune suore giurarono obbedienza in una cappella con un rito simile alla «pungiuta», usata dalla ‘ndrangheta per affiliare i membri del clan. È il racconto di una donna che è stata per 12 anni una suora e che insieme ad altre sue consorelle con quel rito dice di aver promesso devozione e fedeltà a padre Stefano Manelli, cofondatore dell’istituto religioso dei frati dell’Immacolata, istituto di diritto pontificio con sede principale a Frigento (Avellino) e con una costellazione di conventi in tutto il mondo”. Cosa pensa in merito a queste affermazioni?

ET: Peccato che il racconto del personaggio citato da Amalia De Simone risulti squallido. Tanto lontano da un episodio a me raccontato da un amico della mia adolescenza che scrisse, pungendosi romanticamente il pollice, alla sua adorata ragazzina francese per rivelarle con quel sangue il suo tenero amore!

GLM: Avvocato Tuccillo, sempre nel primo articolo-inchiesta del Corriere della Sera, si fa riferimento anche alla fotografia di una suora marchiata a fuoco, seguite da queste dichiarazioni di quest’ultima: “Ho già testimoniato in Vaticano e sono disposta a far esaminare la lettera scritta col sangue e poi controfirmata da padre Stefano Manelli, dai periti della procura. Lo faccio perché ho il dovere di far emergere cosa accadeva in quei conventi lager, dove ci sono ancora nostre sorelle che soffrono”. Qual è il suo pensiero in merito a queste accuse?

ET: Se fosse vero quello che afferma la ex suora marchiata a fuoco sarà semplicissimo interrogare le “sorelle” che soffrono ancora nei conventi lager, convincendo tutti degli orrendi crimini e punendo severamente i “colpevoli”! Altrimenti dovranno essere puniti i calunniatori….

GLM: Avvocato Tuccillo, sempre in questo articolo, intervistato dalla giornalista De Simone, lei ha affermato: “Padre Stefano Manelli desidera vivere in povertà, vuole vivere secondo l’ispirazione tradizionale della chiesa, tutto il resto sono delle strumentalizzazioni e sono delle non verità. Per quanto concerne la truffa credo che il tribunale del riesame abbia già chiarito con il rigetto che non esiste né truffatore né truffato. Poi c’è l’altro filone quello dei dossier delle suore costrette a leccare i pavimenti. È ridicolo e triste. Noi abbiamo già presentato tre denunce per calunnia alla Procura della Repubblica di Avellino”. Secondo lei, per quali ragioni il suo assistito è cosi perseguitato e ricoperto di accuse cosi gravi e infamanti?

ET: I frati e le suore dell’Immacolata sembrano oggetto di un vero e proprio attentato che cerca di minarne l’identità. Lo stesso Papa – ho letto recentemente- avrebbe accennato ad una persecuzione da Lui definita ” diabolica “. A noi difensori compete di difendere l’Istituto, confermato da San Giovanni Paolo II, in sede penale e civile. Ed allo stato e’ a dire che la Magistratura giudicante ha respinto tutti i provvedimenti richiesti dall’avvocato della Congregazione per i religiosi, non riconoscendo validi gli elementi da questi allegati. Nella settimana anche il Tribunale civile si è pronunciato in tal senso! Ed infine aspettiamo fiduciosi l’esito del ricorso in Cassazione presentato dal difensore perdente.
Caro Martone, come abbiamo riflettuto con Padre Stefano e la Generale, anche Lei sollevata dalla Commissaria recentemente nominata, ci troviamo nel mezzo di una terribile guerra tra luce e tenebre che mi piacerebbe di definire così:” I Figli dell’Immacolata aggrediti dalle potenze delle tenebre “. Se così è possiamo rasserenarci tutti. C’è solo un problema di tempo: arriverà la luce e non vi sarà più tenebra!

di Gianluca Martone

Fonte Caserta 24ore-Mezzogiorno Quotidiano


Ecco la testimonianza dei genitori di una delle suore.

Siamo i genitori di una Suora Francescana dell’Immacolata, entrata in convento nell’Agosto del 2008. Increduli e addolorati per quanto pubblicato ultimamente su alcuni giornali, vorremmo testimoniare che in nessuna occasione, né quando andiamo a trovare nostra figlia rimanendo con lei più giorni, né quando la sentiamo telefonicamente, abbiamo mai percepito un clima di oppressione, bensì di tranquillità, concordia e gioia; nostra figlia, come le sue consorelle, è serena, felice, libera e al termine di ogni incontro o colloquio, abbiamo la certezza di saperla in perfetta salute psicofisica.

Quando si sono rese necessarie visite mediche e cure, sono state sempre e repentinamente eseguite. Con le accuse che sono state rivolte alle suore si vorrebbe inoltre presentare il rapporto con i propri famigliari disinteressato e al limite del disumano. Non è così. Lo scorso anno, infatti, un membro della nostra famiglia ha dovuto sottoporsi ad un prolungato ricovero ospedaliero e nostra figlia, per quasi due mesi, ha potuto assisterci nei bisogni fisici e spirituali, insieme alle consorelle, instancabili e sempre liete.

Nostra figlia più piccola che adesso ha tredici anni, dall’età di sei è molto spesso ospite delle suore e ritorna ogni volta gioiosa e serena.  Tutte le superiore che abbiamo conosciuto ci hanno sempre edificato con la loro profonda umiltà, carità esemplare e accolto con attenta e squisita maternità.

Conosciamo il fondatore Padre Stefano Maria Manelli da quasi dieci anni e da lui abbiamo imparato ad amare Gesù, la Madonna, il Papa e la Chiesa. Possiamo ricordare solo parole e gesti di carità e profondo rispetto. Frequentiamo diversi conventi dei Francescani dell’Immacolata, rendendoci disponibili per le loro necessità, ma ogni volta riceviamo più di quanto diamo, e con questi fratelli e sorelle davvero sperimentiamo il Vangelo vissuto in perfetta letizia.

Siamo oltremodo costernati circa le ultime accuse di torture, patti di sangue e induzione alla prostituzione che le suore subirebbero in convento. Non è possibile che nostra figlia, che conosciamo profondamente, insieme a tutte le altre consorelle che hanno deciso di consacrarsi a Dio e che vediamo così serene, possano sottostare a pratiche che addirittura ne metterebbero a repentaglio la loro scelta di vivere in purezza.  Non è certo questa l’atmosfera che si respira nei loro conventi.

La nostra impressione è invece che si stia facendo di tutto per distruggere, infangando con macchinazioni subdole e ben progettate, come ad esempio i programmi televisivi studiati a regola d’arte mass mediatica, la bellezza dei numerosi frutti d’amore e di fede (a chi questo può interessare!) che crescono dovunque operano e in chiunque conosca questi religiosi e religiose.

Chiediamo pertanto di essere ascoltati come testimoni che assistono addolorati e impotenti a questa campagna diffamatoria priva di ogni seria regola deontologica che ne definisce il valore professionale, fino all’inverosimile, nei confronti di persone che dedicano la loro vita a diffondere nel mondo il bene, sia spirituale che in opere missionarie.

Confidiamo nel Signore, certi che un giorno la Verità, seguita da una adeguata Giustizia, avrà l’ultima parola.

Calgaro Luca e Lucia

* * *

Testimonianza della Signora Nunno Costantina

Mi chiamo Costantina Nunno e sono la zia di Suor M. Stafania Capobianchi, una Suora Francescana dell’Immacolata. Ho letto delle calunnie che hanno scritto riguardanti la vita che conducono nelle comunità e sul Fondatore P. Stefano Manelli. Spesso mi reco a visitare mia nipote ed ho potuto vedere con i miei occhi come ha raggiunto la felicità che non aveva quando lavorava e viveva in famiglia.

Conosco personalmente varie suore, alcune Superiore e la Rev.da Madre Michela (Madre generale). Tutte si sono mostrate molto disponibili e caritatevoli ogni volta che ho parlato con loro anche per chiedere consigli e preghiere. Ho sempre avuto un’impressione positiva della vita religiosa che conducono. Seguono con osservanza la Regola di san Francesco e con equilibrio ne rispettano i precetti. Pregano molto, come è giusto che sia, e si dedicano ad un fervoroso apostolato tra i mezzi di comunicazione e le missioni.

Da parte mia posso testimoniare che a Suor M. Stefania non è mai mancato niente in Convento. L’alimentazione è equilibrata e sana, e mia nipote fa regolarmente tutti i controlli medici di cui ha bisogno.

Mia nipote è stata educata con sani principi e se sapesse che nel suo Istituto ci fossero deviazioni morali certamente non vi resterebbe, né posso pensare che non se ne sia accorta perché è intelligente e sveglia e non ingenua, né credulona, ha quasi 40 anni e prima di entrare in convento ha fatto esperienza nel campo lavorativo. Ho motivo di pensare che tutte le affermazioni che sono state pubblicate in Internet sono false.

Chiedo alle competenti autorità di accertare la verità per l’onorabilità di mia nipote e dell’Istituto di cui fa parte e chiedo di essere chiamata a testimoniare la verità dei fatti.


FFI: suora smentisce sua madre

La testimonianza dall’Africa di una suora missionaria smentisce punto per punto le accuse rivolte contro la gestione dell’ordine religioso, e le denunce sensazionalistiche.

MARCO TOSATTI (17/11/2015)

Chi segue la triste saga dei Francescani dell’Immacolata nelle settimane passate ha avuto da che leggere e vedere. Mentre la Congregazione per i religiosi commissariava anche il ramo femminile dell’ordine, con motivazioni così vaghe e generiche che se applicate fuori della Chiesa farebbero pensare al delitto di opinione, con singolare e straordinaria contemporaneità uscivano servizi giornalistici che definire sensazionalistici è dir poco.

Forse non è azzardato sospettare che questa coincidenza non sia casuale, ma che sia voluta da qualcuno incurante del male che questo genere di ricostruzioni alla Dan Brown provocano non solo all’ordine, ma anche alla Chiesa in generale agli occhi dell’opinione pubblica. Ma si sa che nelle lotte di potere intestine non si va per il sottile. Questa lunga premessa per dire che abbiamo ricevuto un documento, ahimè piuttosto lungo, di una suora dell’Immacolata, missionaria in Africa. Ci sembra interessante proporlo alla vostra pazienza.

“TESTIMONIANZA DI SUOR MARIA EUCARISTICA LOPEZ

Ho avuto modo di ascoltare con mio grande disappunto l’intervista rilasciata da mia madre ad un noto programma televisivo (Corriere Tv) e poi diffusa sul web e mandata in onda in altri programmi (La vita in diretta su Rai 1). Posso comprendere che mia madre si sia fatta trascinare dal suo affetto materno nel rilasciare una tale testimonianza che – mi dispiace dirlo – contraddice la verità dei fatti, tuttavia mi sento in dovere di esporre il mio pensiero, onde far conoscere la realtà e, soprattutto, difendere l’onore del Fondatore e dell’Istituto a cui appartengo, Istituto che mi ha accolto da 24 anni nella vita religiosa e che, al pari di mia madre, amo con cuore di figlia.

I n risposta a quanto espresso da mia madre nell’intervista, affermo che:

-Né io né mia sorella siamo mai state costrette a entrare o a restare nell’Istituto da chicchessia. Se ci troviamo in convento è perché lo abbiamo voluto e lo vogliamo liberamente e questo posso ripeterlo all’infinito e a chiunque continui a chiederlo.

– Non sono né plagiata, né terrorizzata e non sono mai stata uno “zombi”, come si è lasciato credere da alcuni interventi sui media; penso, al contrario, di avere vita, energia, forze e volontà da vendere.

-Non ho mai subito vessazioni, violenze, pressioni e se a mia madre dico di star bene è perché veramente sto bene e sono felicissima della mia vocazione: non rinuncerei a nulla della mia vita.

– Non è vero che mia madre non riesce a contattarci: io ricevo le sue telefonate circa una volta al mese e a volte anche di più, e in 3 anni che sono missionaria in Africa sono stata a casa già 3 volte per alcuni giorni; l’ultima volta é stata lo scorso giugno e le ultime due volte, per visitare mia madre vi sono stata anche insieme a mia sorella. Eccezione, questa, molto particolare, data la stretta clausura da lei scelta desiderando una vita di silenzio e preghiera.

– Nessuna Superiora ci ha mai inculcato che la famiglia è come il demonio, anzi, con encomiabile pazienza, le nostre Superiore hanno sempre cercato di superare ogni offesa ricevuta dai miei parenti e instaurare buoni rapporti con essi, condividendo con i miei genitori, che vivono poveramente, prodotti alimentari ricevuti dai benefattori e mettendosi talvolta a disposizione anche per dei servizi materiali.

– Per quel che mi riguarda, l’espressione: «non la lascerebbero mai andare: sa troppe cose, è una delle più strette collaboratrici di padre Manelli», la trovo infondata. È vero che sono a conoscenza di tante cose, essendo una delle prime vocazioni e avendo visto la nascita, la fioritura e lo sviluppo dell’Istituto. Ho avuto molte responsabilità e impegni e ora sono anche missionaria. In questo senso, nel mio piccolo, è proprio vero che sono stata “collaboratrice di padre Manelli”: ne sono più che fiera e spero di esserlo ancora per tanti anni. Se avessi voluto lasciare l’Istituto l’avrei già fatto, perché vi sono liberamente entrata e nessuno potrebbe impedirmi di chiedere di uscirne. Le Superiore maggiori non hanno mai forzato né me né mia sorella a restare nell’Istituto e, d’altra parte, non è interesse di nessun Istituto avere dei membri che vi stanno forzatamente.

Sento, però, il dovere di dire qualcosa anche sull’altra intervista rilasciata dalle due ex suore. Tralascio di ribattere il disgustoso racconto che una di esse fa delle presunte molestie subite dal nostro Fondatore. In 24 anni di vita religiosa, nei miei numerosissimi incontri con il Fondatore, non ho mai potuto riscontrare alcuna scorrettezza nel suo comportamento, né verso di me, né verso altre sorelle. Nessuna di esse, inoltre, si è lamentata con me di aver ricevuto molestie, eppure in tanti anni sono stata in contatto con tante consorelle, tra cui l’ex suora in questione, che mai ha fatto cenno con me di simili abusi. Piuttosto, noi suore ci sentivano spinte dalle esortazioni e dagli esempi del Fondatore ad imitare la purezza della Madonna che è il modello a cui ci ispiriamo.

In merito, poi, ad un presunto voto, vergato con il sangue, fatto al Fondatore e ad esasperanti penitenze inflitte alle suore, chiarisco quanto segue. -Innanzitutto, lo scritto che la prima ex suora mostra alla TV non è “un atto di obbedienza illimitata al Fondatore”, né “un documento importante di obbedienza a lui”, come ella stessa dichiara, ma è la formula con la quale noi emettiamo i voti religiosi (povertà, castità, obbedienza, voto di consacrazione all’Immacolata).

Nel video è ben riconoscibile questa formula e ciò da sé fa cadere le accuse che ella rivolge al Fondatore. Tale formula, che è la stessa per tutte coloro che entrano nel nostro Istituto, essendo contenuta nelle nostre Costituzioni e prescritta nel Rituale della Professione religiosa, noi suore siamo solite trascriverla personalmente su un’immaginetta (con una semplice penna biro e non con il sangue, come ha fatto di sua iniziativa l’ex suora!) e la custodiamo gelosamente in ricordo della nostra professione religiosa.

Nel video compare in calce all’immaginetta anche uno scritto con la firma del Fondatore che l’ex suora dichiara essere la controfirma del famigerato patto. Assolutamente falso! In realtà, si tratta semplicemente della formula di risposta all’atto della professione religiosa che pronunzia colui che riceve i voti in nome della Chiesa e che il Fondatore, delegato per tale compito, ha trascritto sull’immaginetta. Nulla a che vedere con un patto esoterico!

– La seconda ex suora parla di pratiche penitenziali estreme a cui sarebbe stata costretta a sottoporsi. Si tratta di accuse assolutamente infondate, dal momento che nel nostro Istituto nessuna suora è forzata a compiere determinate penitenze. Le nostre Costituzioni prevedono solo moderate forme di penitenza, secondo la tradizione ascetica della Chiesa, riconosciuta anche da alcuni documenti successivi al Concilio Vaticano II.

Tali forme di penitenza, come raccomanda il nostro testo legislativo, sono adottate sempre “senza arrecare danno alla salute”. D’altra parte, nessuno ha costretto l’ex suora a sottoporsi alle pratiche penitenziali prescritte dallo stesso testo legislativo, che è approvato dalle competenti autorità ecclesiastiche e alla cui osservanza liberamente si assoggetta chiunque vuole entrare nel nostro Istituto, né tanto meno alcuno ha imposto le pratiche particolari di cui ella ha parlato nell’intervista, che vanno ben oltre quanto prevedono le nostre Costituzioni.

– Sono estremamente sorpresa e amareggiata nel constatare che, mettendo in circolazione tali notizie, non solo siano state date in pasto al pubblico delle testimonianze, tutt’altro che affidabili, prima ancora di accertarne la veridicità, ma ci si sia soffermati su casi singoli, risalenti a molti anni fa, trascurando la ben più rilevante portata di quanto di bello e positivo è stato realizzato – non per nostro merito, ma per grazia di Dio – dal nostro Istituto, con il numero crescente di vocazioni, la rapida espansione nel mondo, la fioritura di opere di apostolato (si pensi solo che ci prendiamo cura, personalmente o indirettamente, di alcune centinaia di bambini e bambine povere, come quelle ospitate nella Casa della carità in Benin, dove opero da diversi anni) e la progressiva specializzazione nel campo mass mediale.

Evidentemente c’è chi vuol gettare discredito sui religiosi, soprattutto in quest’anno che il Santo Padre ha dedicato alla vita consacrata per rivalutarla nella sua missione di segno escatologico e testimonianza dell’amore di Dio per l’uomo agli occhi di una società secolarizzata.

Concludo invocando la Vergine Immacolata affinché si affermi quanto prima la verità e si riabilitino coloro che sono stati ingiustamente accusati con grave scandalo che torna a danno di tutta la Chiesa”.


Nel frattempo il Tribunale Civile di Avellino ha respinto l’istanza dell’avvocato Sarno di sequestro dei beni dell’Associazione Missione dell’Immacolata. È questa la seconda volta che la magistratura del Tribunale respinge una richiesta di sequestro di beni, il cui possesso pare interessare molto il “nuovo corso” dei Frati Francescani dell’Immacolata.

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