Nel Vetus Ordo 1962, quello ripristinato da Benedetto XVI con il Summorum Pontificum, per intenderci, o per altri “La Messa antica”, oggi la prima Domenica di Quaresima dedica un pensiero profondo anche agli Angeli con i quali si conclude il brano del Vangelo detto “delle tentazioni di Gesù nel deserto” di Matteo 4,1-11.
In questo articolo vi abbiamo rinfrescato le idee sull’uso dell’Acqua Benedetta e dell’Asperges me Domini; aspergimi o Signore e sarò mondato…. qui vogliamo ora approfondire la disastrosa scelta della chiesa moderna di buttare fuori dalla Chiesa la devozione e l’intercessione degli Angeli e, soprattutto, di San Michele Arcangelo.
Come è stato possibile fare questo? Intanto per comprendere l’importanza di questa intercessione angelica, vi consigliamo di approfondire – vedi qui – la visione di Papa Leone XIII per la quale compose la famosa supplica a San Michele che, inserita dentro una serie di Preghiere dette “leonine”, si dovevano dire al termine della Messa, dopo la lettura del Vangelo di Giovanni sull’Incarnazione del Verbo, così da ottenere da San Michele, un vero esorcismo in difesa dei sacerdoti e a protezione della Santa Chiesa.
Nella prima Domenica di Quaresima, nel Vetus Ordo, si legge il “Tratto” dopo la prima lettura e prima del Vangelo, ve lo proponiamo a nostra edificazione:
Canto pieno di fiducia. Chi confida in Dio non ha nulla da temere.
Tractus (Ps. 90,1-7; 11-16)
Qui habitat in adiutorio altissimi: in protectione Dei cæli commorabitur. Dicet Domino: Susceptor meus es tu, et refugium meum: Deus meus, sperabo in eum. Quoniam ipse liberavit me de laqueo venantium: et a verbo aspero. Scapulis suis obumbrabit tibi: et sub pennis eius sperabis. Scuto circumdabit te veritas eius: non timebis a timore nocturno. A sagitta volante per diem, a negotio perambulante in tenebris: a ruina et dæmonio meridiano. Cadent a latere tuo mille, et decem millia a dextris tuis: tibi autem non appropinquabit.
Quoniam Angelis suis mandavit de te: ut custodiant te in omnibus viis tuis. In manibus portabunt te: ne unquam offendas ad lapidem pedem tuum. Super aspidem et basiliscum ambulabis: et conculcabis leonem et draconem. Quoniam in me speravit, liberabo: protegam eum, quoniam cognovit nomen meum. Invocabit me, et ego exaudiam eum: cum ipso sum in tribulatione. Eripiam eum et glorificabo: longitudine dierum adimplebo eum, et ostendam illi salutare meum.
(italiano)
“Tu che vivi sotto la protezione dell’Altissimo e soggiorni all’ombra dell’Onnipotente, dì al Signore: Tu sei il mio rifugio, la mia difesa, il mio Dio in cui ripongo fiducia. Egli ti scioglie dal laccio del cacciatore, dalla peste letale; Egli ti avvolge con le sue ali, e troverai rifugio tra le sue penne. La sua fedeltà ti difenderà come scudo e non ti incuteranno timore gli incubi della notte, né paventerai la freccia vibrata in pieno giorno, né l’epidemia serpeggia di notte, né la malattia che miete vittime nella calura del meriggio. Mille ne cadono intorno a te, diecimila alla tua destra: ma tu rimani illeso.
Egli ha ordinato ai suoi Angeli di custodirti lungo ogni tua strada. Essi ti solleveranno tra le loro mani perché il tuo piede non urti contro la pietra. Tu camminerai sul leone e sulla vipera, calpesterai il leoncello e il drago: Poiché si è appoggiato su Me, lo libererò, lo innalzerò perché conosce bene il Mio nome. Egli mi chiama ed io rispondo; Io gli sarò a fianco nella tribolazione. Lo libererò e lo glorificherò. Lo colmerò di giorni e farò sì che giunga a vedere la mia salvezza.”
Davvero, non riusciamo a comprendere perché tutto questo è stato tolto, letteralmente cancellato dalla devozione dei Fedeli, dalla conoscenza dei Fedeli. Forse lo comprendiamo di più, oggi, che siamo in piena apostasia, ma preferiamo non approfondire qui, cerchiamo piuttosto di porvi rimedio. In che modo?
Intanto, una volta appresa la verità, nessuno ci impedisce di cominciare, allora, a tenere conto di queste informazioni, farle proprie e inserirle noi stessi nel nostro quotidiano, questo significa essere “cooperatori della Verità”… Prendiamo l’impegno, al termine di ogni Messa, di sostare dieci minuti – in compagnia degli Angeli – per ringraziare il Signore del Dono dell’Eucaristia e, quindi, fare le Preghiere leonine che sono:
– tre Ave Maria; la Salve Regina, l’Oremus:
Deus refúgium nostrum et virtus, pópulum ad te clamántem propítius réspice; et intercedénte gloriósa et immaculáta Vírgine Dei Genitríce Maria, cum beáto Ioseph, eius Sponso, ac beátis Apóstolis tuis Petro et Paulo, et ómnibus Sanctis, quas pro conversióne peccatórum, pro libertáte et exaltatióne sanctæ Matris Ecclésiæ, preces effúndimus, miséricors et benígnus exáudi. Per eúmdem Christum Dóminum nostrum. Amen.
O Dio, nostro rifugio e nostra forza, guarda propizio al popolo che Ti invoca: e, intercedendo l’Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, insieme col beato Giuseppe, suo Sposo, e i beati suoi Apostoli Pietro e Paolo e tutti i Santi, esaudisci, misericordioso e benigno, le preghiere che Ti presentiamo per la conversione dei peccatori, per la libertà e l’esaltazione della santa Madre Chiesa. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen
– ricordandoci quella a San Michele Arcangelo, arricchita dall’indulgenza:
Sancte Michaël Archangele, defende nos in prælio, contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiæ cælestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute, in infernum detrude. Amen.
San Michele Arcangelo, difendeteci nella battaglia; siate nostro aiuto contro la malvagità e le insidie del diavolo. Che Dio eserciti su di lui il suo dominio, Vi preghiamo supplichevoli: e Voi, o Principe della milizia celeste, col divino potere ricacciate nell’inferno Satana e gli altri spiriti maligni che si aggirano per il mondo per perdere le anime. Così sia.
e si conclude per tre volte: Cor Jesu sacratissimum – miserere nobis
Che cosa ci costa prenderci questo impegno e portarlo avanti, per noi stessi e per i nostri Sacerdoti coinvolgendo, poco alla volta e con la nostra testimonianza, altre persone?
Sfogliando la letteratura dei Santi scopriamo racconti davvero meravigliosi su fatti reali che accadono durante la Messa. Già i Vangeli parlano sovente degli Angeli. In particolare è toccante l’affermazione di Gesù a difesa dei piccoli, che «i loro angeli stanno sempre alla presenza del Padre» (Mt 18,10). In un primo tempo il culto degli Angeli custodi era unito a quello di san Michele. Dal sec. XVI compare come festa a sé presso molte Chiese. Nel calendario romano viene introdotto nel 1615. La Storia della Salvezza raggiunge ogni uomo nella sua situazione concreta; la promessa biblica: «Ti precederà il mio angelo»(Es 23,20.23) si è realizzata per il popolo eletto, per la Chiesa; e si avvera per ogni Chiesa locale, per ogni gruppo o comunità, per ogni persona. Per questo, molti santi e sante hanno avuto grande familiarità e devozione verso il loro Angelo custode e San Michele Arcangelo.
Dice San Bernardo abate: “Amiamo affettuosamente gli Angeli di Dio, come quelli che saranno un giorno i nostri coeredi, mentre nel frattempo sono nostre guide e tutori, costituiti e preposti a noi dal Padre…”
Raccontano i Santi delle miriadi di Angeli che, inginocchiati all’Altare, sostano e adorano “per noi e con noi” la Divina Presenza nell’Ostia Consacrata, e riparano a tutte le imperfezioni fatte dai sacerdoti, affinché il Sacrificio giunga al Padre in modo impeccabile. Ci sono altre Preghiere del Canone che, purtroppo, pur evidenti anche nel nuovo Messale, i sacerdoti preferiscono non dire, per “accorciare” la Messa, sbrigarsi…. che tristezza! Leggiamo questi passaggi che sono letti, invece, nel Canone del Rito antico.
Nella S. Messa Solenne il sacerdote benedice l’incenso e dice – Per intercessione del beato Michele Arcangelo, che sta alla destra dell’altare dell’incenso, e per quella di tutti gli eletti suoi, il Signore si degni di bene+dire quest’incenso e di accettarlo come soave profumo. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Bellissima e significativa l’invocazione dopo la Consacrazione che, purtroppo, nella Messa moderna non si dice più: “SUPPLICI Ti preghiamo, o Dio onnipotente: comanda che questi doni, per le mani dell’Angelo Tuo santo, vengano portati sul Tuo sublime altare, al cospetto della Tua divina maestà, affinché quanti, partecipando a questo altare, riceveremo il sacrosanto +Corpo e +Sangue del Tuo Figlio, veniamo ricolmi d’ogni celeste benedizione e grazia. Per Cristo nostro Signore. Amen.”
San Padre Pio era edificato dalla presenza degli Angeli (e del suo Angelo Custode) in adorazione a Gesù Vivo e vero, durante la Messa, uno dei tanti motivi per cui la “sua Messa” durava molto…. egli contemplava a tal punto che perdeva la cognizione del tempo. Ognuno di noi dovrebbe maturare questa realtà che è la Messa, viverla e difenderla da quei sacerdoti che ne hanno fatto il loro teatrino esibizionista…
Suor Lucia do Santos, l’ultima Veggente di Fatima, un giorno assai sconsolata e con le lacrime agli occhi disse che – la grave apostasia della fede – era cominciata da quando sacerdoti e vescovi hanno “cacciato via San Michele Arcangelo e San Giuseppe da quell’essere Custodi e Santi protettori della Chiesa”. Infatti, anche la Preghiera a San Giuseppe – che troverete qui in latino e italiano – non si dice più.
Un solo rimedio, spiegava Suor Lucia: trovare Anime disposte a riportare la Supplica a San Michele e a San Giuseppe, all’interno del Rosario e alla fine della Messa. Siamo disposti, noi, a cominciare questa rimonta, questa rivincita? Chi ce lo impedisce? In questo Anno del Centenario di Fatima ce la possiamo fare, basta volerlo.
ANGELE DEI
Angele Dei, qui custos es mei, me tibi commissum pietate superna illumina, custodi, rege et guberna. Amen.
Angelo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Così sia.
🙏Glorioso Arcangelo Michele, principe delle milizie celesti, difendici contro tutti i nostri nemici visibili e invisibili e non permettere mai che cadiamo sotto la loro crudele tirannia.
🙏San Gabriele Arcangelo, tu che giustamente sei chiamato la forza di Dio, poiché sei stato scelto per annunciare a Maria il mistero in cui l’Onnipotente doveva manifestare meravigliosamente la forza del suo braccio, facci conoscere i tesori racchiusi nella persona del Figlio di Dio e sii nostro messaggero presso la sua santa Madre!
🙏 San Raffaele Arcangelo, guida caritatevole dei viaggiatori, tu che, con la potenza divina, operi miracolose guarigioni, degnati di guidarci nel corso del nostro pellegrinaggio terreno e suggerisci i veri rimedi che possono guarire le nostre anime e i nostri corpi. Amen.
Meditazione di S. Alfonso per la festa di S. Michele

Dalla “Via della salute” di Sant’Alfonso Maria de Liguori.
Fra gli Angeli in cielo S. Michele non ha chi lo superi nella gloria; secondo S. Basilio ed altri, non ha pure chi l’eguagli e con molta ragione, poiché S. Michele fu eletto ad abbattere la superbia di Lucifero e di tutti gli angeli ribelli, con discacciarli dal cielo. Anima mia, se ami questo santo Arcangelo, ch’è tanto amante degli uomini, rallegrati della sua grandezza che gode in paradiso, e pregalo che siccome egli è protettore universale della Chiesa e di tutti i fedeli, sia special protettore di te appresso Dio che molto l’ama, e gode di veder glorificato da tutti quest’Angelo così a lui fedele e così zelante del di lui onore.
Nella Messa dei morti prega la santa Chiesa: “Signifer sanctus Michael repraesentet eas in lucem sanctam“. Spiegano i dotti questa preghiera e dicono che S. Michele ha l’onorevole officio di presentare a Gesù Cristo giudice tutte l’anime, che escono di questa vita in grazia di Dio.
Proteggetemi dunque, o mio santo Arcangelo, e colla vostra protezione rendete degna l’anima mia, che nel giorno di mia morte possa esser presentata per le vostre mani ornata della grazia divina a Gesù Cristo mio giudice.
La Chiesa in oltre prega S. Michele in nome di tutti noi fedeli, acciocché egli in punto di morte ci difenda dai demonii, sì che non restiamo vinti dai loro insulti e perduti: “Sancte Michael Archangele, defende nos in praelio, ut non pereamus in tremendo iudicio“.
Ah santo mio Arcangelo, l’inferno ha molte armi per combattermi nell’ora della mia morte; quest’armi sono i miei peccati, con cui pretende d’indurmi allora a disperazione: apparecchia egli ancora grandi assalti di tentazioni per farmi allora ricadere in peccato. Voi che l’avete vinto e discacciato dal cielo, superatelo ancora per me, e da me discacciatelo in tempo della mia morte; ve lo prego per amore di quel Dio, che tanto v’ama, e voi tanto amate.
O regina del cielo Maria, comandate a S. Michele che mi assista nel punto della morte mia.
BREVE CATECHESI SUGLI ANGELI: quello che c’è veramente da sapere
Gli Angeli Custodi sono presenti in tutta la Scrittura, come nel Libro di Giuditta, in cui ella afferma che l’Angelo è stato il suo custode. Gesù ha insegnato ai suoi discepoli l’esistenza degli Angeli custodi quando parlava della protezione dei bambini: “Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli” (Matteo 18, 10).
Pur se non esplicitamente rivelato nella Scrittura, la Chiesa ha sempre creduto ed insegnato che a tutti gli esseri umani, cristiani o non, venga assegnato un Angelo custode…
MA ATTENTI alle deformazioni odierne, alla New-Age… a chi vi presenta angeli vestiti da FOLLETTI… da principi e principesse di regni fatati… ed altro!
Pur se non esplicitamente rivelato nella Scrittura, i teologi credono in genere che a tutti gli esseri umani, cristiani o non, venga assegnato un Angelo custode.
Papa Pio XII ha riferito in un discorso che “ogni uomo, per quanto umile sia, è vegliato dai suoi angeli”. Ciò è coerente con la Sacra Scrittura, gli insegnamenti di San Tommaso d’Aquino, Basilio e Girolamo, e con le esperienze dei non cristiani che credono di essere stati aiutati da un Angelo custode.
Se a tutti viene dato un angelo custode, quando si verifica questa “assegnazione”?
L’unica dichiarazione ufficiale sul momento in cui viene assegnato deriva dal Catechismo della Chiesa Cattolica, per il quale “dal suo inizio fino all’ora della morte la vita umana è circondata dalla loro protezione e dalla loro intercessione. ‘Ogni fedele ha al proprio fianco un angelo come protettore e pastore, per condurlo alla vita’” (CCC, n. 336).
La dichiarazione si riferisce solo all’“inizio” della vita umana. Nel corso dei secoli, i teologi hanno dibattuto sul momento esatto di questa assegnazione, ed esistono vari punti di vista al riguardo.
Ad esempio, San Girolamo dice semplicemente: “Quanto è grande la dignità dell’anima, visto che ciascuno di noi ha fin dalla nascita un angelo a cui viene dato il compito di custodirlo!” È stata per secoli un’opinione popolare, basata sulla conoscenza scientifica che si possedeva all’epoca.
Dall’altro lato, Sant’Anselmo dichiara che “ogni anima è affidata a un angelo nel momento in cui viene unita a un corpo”. Se anche su questo si è dibattuto a lungo tra i teologi, molti credono che avvenga al momento del concepimento. Secondo un documento Vaticano – Donum Vitae – compilato dal cardinale Joseph Ratzinger nel 1987, “l’anima spirituale di ciascun uomo è immediatamente creata da Dio”.
Ne deriva il fatto che un angelo custode viene probabilmente nominato al momento del concepimento. Non è una convinzione dogmatica della Chiesa cattolica, ma deriva da molti altri insegnamenti tramandati nei secoli nella sana Tradizione, ed è coerente con le parole di Gesù come riportate nel Vangelo di Matteo.
Anche se un Angelo custode individuale non venisse assegnato al momento del concepimento, come taluni vogliono credere, l’Angelo custode della madre si incaricherebbe automaticamente dell’essere umano che si sta sviluppando nel grembo materno. Fin dall’inizio della nostra vita, quindi, siamo circondati da Angeli celesti che vogliono proteggerci da ogni danno spirituale e fisico. Abbiamo il libero arbitrio di permettere che facciano il loro dovere o possiamo allontanarci dal loro aiuto protettore. È un mistero profondo, che non capiremo mai pienamente finché non incontreremo il nostro Angelo Custode nella vita che verrà.
Approfondendo, infine, tutti gli esempi dei Santi che, proprio in virtù della loro santità, hanno sviluppato una compassione reale (la vera pietas) nei confronti degli animali, in molti si chiedono se non si sia trattato per caso di “ANGELI CUSTODI” che, per ordine Divino, hanno svolto compiti e ruoli particolari.Partiamo da un concetto, se pur molto breve, del tutto dottrinale…. Un Angelo è puro spirito e, come tale, non ha forma. Un corpo è una cosa materiale; mentre le cose materiali cambiano e muoiono, i puri esseri spirituali no. Ma allo scopo di interagire con noi, un Angelo può a volte assumere una forma per realizzare lo scopo che Dio vuole che l’Angelo compia. Si presentano, ad esempio, ad Abramo nelle sembianze di tre uomini e gli annunciano che dopo un anno avrà un figlio (Gn 18, 1-37). “Un angelo in certi momenti discendeva nella piscina e agitava l’acqua; il primo ad entrarvi dopo l’agitazione dell’acqua guariva da qualsiasi malattia fosse affetto” (Gv 5,4) nell’atrio della piscina di Betsaida…. Gli Angeli tengono in loro potere le potenze distruttive della natura come: angeli dei venti (Ap7,1-8); del fuoco (Ap 14,18), delle acque (Ap 16,5).Se dunque, per lo scopo voluto da Dio e per ordine Divino l’Angelo vuole essere “riconosciuto” da chi invoca tale aiuto Egli potrebbe, molto probabilmente, assumere una forma che permetterebbe questo. Ma lo scopo della visita di un Angelo può anche richiedere che Egli non venga riconosciuto. L’autore di Ebrei avverte i cristiani: “Non trascurare di mostrare ospitalità agli estranei, perché così alcuni hanno intrattenuto gli angeli inconsapevolmente” (Eb 13, 2).
Diversa è la situazione dei Demoni, anch’essi puro spirito ma senza più la grazia di Dio. Nella Scrittura, infatti, il diavolo è sempre presentato come un animale e mai come un angelo, se non per definirlo “decaduto” in quanto tale. San Paolo lo descrive come colui che si traveste da angelo di luce, dunque si traveste in qualcosa che non è più.
- 2Corinzi 11,13-15 Quei tali sono falsi apostoli, operai fraudolenti, che si travestono da apostoli di Cristo. Non c’è da meravigliarsene, perché anche Satana si traveste da angelo di luce. Non è dunque cosa eccezionale se anche i suoi servitori si travestono da servitori di giustizia; la loro fine sarà secondo le loro opere.
Diverso è perciò, quando Dio permette ad un Angelo di manifestarsi attraverso gli animali. Abbiamo un esempio reale e concreto con Dio stesso – Spirito Santo – disposto ad apparire come una colomba (cfr Mt 3,16/ Mc 1,10/ Lc 3,22/ Gv 1,32). In linea di principio, quindi, non vi è alcuna ragione per cui un Angelo non possa apparire in forma animale…. Il demonio si traveste e molti santi lo raccontano nelle loro lotte contro i demoni apparsi in forme di animali bruti, gli Angeli invece assumono anche forme animali per aiutare l’uomo, vedi qui il caso di Don Bosco. Durante l’Angelus del 2 ottobre 2011 così diceva Benedetto XVI: “Cari amici, il Signore è sempre vicino e operante nella storia dell’umanità, e ci accompagna anche con la singolare presenza dei suoi Angeli, che oggi la Chiesa venera quali “Custodi”, cioè ministri della divina premura per ogni uomo. Dall’inizio fino all’ora della morte, la vita umana è circondata dalla loro incessante protezione. E gli Angeli fanno corona all’augusta regina Maria delle Vittorie, la Beata Vergine Maria del Rosario, che nella prima domenica di ottobre, proprio a quest’ora, dal Santuario di Pompei e dal mondo intero, accoglie la fervida Supplica, affinché sia sconfitto il male e si riveli, in pienezza, la bontà di Dio”.
Ed infine…. molto spesso si trascura questa risorsa spirituale a cui, invece, è dovuta venerazione e gratitudine, oltre, ovviamente, al dovere di ascoltarne le ispirazioni e non offenderne la presenza con il peccato.
Ecco un elenco di cose che gli Angeli possono fare per noi:
Protezione dai demoni. Avete presente il dibattito morale visualizzato come un dialogo tra un angelo buono e un angelo cattivo che bisbigliano al nostro orecchio? C’è verità in questo, come ricorda San Tommaso d’Aquino nella Summa Thoelogica, infatti, uno dei ruoli affidati all’angelo custode è proprio quello di combattere i demoni;
Protezione dai pericoli. Quella degli angeli custodi non è solo una difesa spirituale, ma possono anche proteggerci dai pericoli fisici: «Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi. Sulle loro mani ti porteranno perché non inciampi nella pietra il tuo piede» (Salmo 91);
Ci rafforzano nelle tentazioni. Come ricorda San Bernardo di Chiaravalle, in un celebre sermone dedicato agli angeli custodi, nel momento della tentazione dobbiamo imparare a invocarne l’aiuto;
Ci donano coraggio. Ancora San Bernardo: «Perché dovremmo temere con tali guardiani? (…) non possono né essere superati né essere ingannati, tanto meno ingannare. Sono fedeli; sono prudenti; sono potenti; perché tremiamo?»
Possono intervenire miracolosamente. È il caso di quanto accaduto all’apostolo Pietro, come narrato in Atti 12: «… in quella notte, quando poi Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro piantonato da due soldati e legato con due catene stava dormendo, mentre davanti alla porta le sentinelle custodivano il carcere. Ed ecco gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: «Alzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. E l’angelo a lui: «Mettiti la cintura e legati i sandali». E così fece. L’angelo disse: «Avvolgiti il mantello, e seguimi!». Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si era ancora accorto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell’angelo: credeva infatti di avere una visione». Al versetto 15 si dice poi che «E’ l’angelo di Pietro!»;
Ci proteggono fin dalla nascita. Come sostiene San Girolamo appoggiandosi a Mt 18, 10: «Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».
La protezione riguarda tutti gli uomini. San Tommaso d’Aquino mostra la ragione di questo in quanto Dio non lascia mai nessuno, compresi i peccatori. Papa Benedetto XVI nell’Angelus del 2 ottobre 2011 ha detto che «il Signore è sempre vicino e operante nella storia dell’umanità, e ci accompagna anche con la singolare presenza dei suoi Angeli, che oggi la Chiesa venera quali “Custodi”, cioè ministri della divina premura per ogni uomo»;
Ci ricordano la dignità di ogni persona. Per quanto detto sopra e come afferma San Girolamo: «Il valore delle anime è così grande che dalla nascita ognuno ha un angelo assegnato a lui per protezione»;
Ci ricordano che Dio ha cura per tutti. Essi operano secondo il piano provvidenziale di Dio per tutti gli uomini;
Portano i nostri bisogni a Dio. Sono intercessori presso il Padre dei nostri bisogni;
Ci avvicinano a Dio. Anche quando Dio sembra distante l’angelo che ci è stato assegnato personalmente sta contemplando Dio direttamente;
Ci spingono verso il bene. Insegna San Tommaso «è inoltre evidente che, per quanto riguarda le cose da fare, la conoscenza e l’affetto umani possono variare e fallire dal bene in molti modi; e quindi era necessario che gli angeli fossero deputati alla tutela degli uomini, al fine di regolarli e portarli al bene »;
Ci illuminano la verità. Gli angeli «propongono la verità intelligibile agli uomini» attraverso le cose sensibili, secondo l’Aquino. Come dice san Paolo ai Romani: «…dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da lui compiute» (1, 20);
Rafforzano la nostra mente. L’intelletto umano inferiore, dice Tommaso, «è rafforzato dall’azione dell’intelletto angelico»;
Comunicano attraverso la nostra immaginazione. San Tommaso cita il caso dei sogni di san Giuseppe, ma dice che la comunicazione potrebbe anche non avvenire tramite un sogno vero e proprio, ma come l’insorgere di un’immagine portata ai sensi o all’immaginazione;
Influenzano la nostra volontà al vero Bene, se li ascoltiamo. Non possono muovere direttamente la nostra volontà, ma possono influenzarla indirettamente attraverso i sensi o l’intelletto;
Aiuto per la nostra salvezza. È l’obiettivo vero degli angeli custodi, quello di portarci alla salvezza eterna;
Ci Ricordano il nostro obbiettivo finale. Ispirato dalle parole di Cristo in Matteo 18, 10, Sant’Agostino suggerisce che gli angeli custodi ci ricordano che il nostro obiettivo finale è la visione beata di Dio.
Laudetur Jesus Christus
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L’esperto di angeli Fernando Cárdenas spiega dettagli interessanti e riassume l’insegnamento di Ratzinger sugli angeli
Benedetto XVI ha avuto almeno 4 esperienze con il suo angelo custode. Le ha raccontate lui stesso. Due si sono verificate quando era bambino. Lo ha spiegato padre Fernando Cárdenas, sacerdote esperto di angeli, in un video che ha pubblicato sul suo canale di Youtube in omaggio al Papa defunto.
La prima ha avuto luogo quando da piccolo si è ammalato di difterite. Dicevano che non sarebbe sopravvissuto, ma alla fine si è ripreso, e ha attribuito la guarigione al suo angelo custode.
La seconda è stata quando è caduto in un serbatoio vicino a dove viveva ed è riuscito a uscirne grazie all’aiuto dell’angelo custode.
In seguito, alla fine della II Guerra Mondiale, Hitler ha deciso di reclutare tutti i giovani tedeschi e lo ha inviato a un’unità antiaerea, ma Ratzinger è fuggito.
Era malato, con la setticemia. In quel momento ha incontrato dei soldati. La sua situazione era grave, perché disertare l’esercito equivaleva a tradire la patria.
Per via del suo delicato stato di salute, però, è stato lasciato andare e ha potuto tornare a casa. Nelle sue memorie, Ratzinger dice che sembrava che un angelo lo proteggesse.
Nel 2009, già Papa, si stava recando a Castel Gandolfo in vacanza con l’intenzione di scrivere la sua opera “Gesù di Nazaret”.
Poi è caduto, fratturandosi un polso. Benedetto XVI ha detto che il suo angelo custode aveva permesso quella caduta, seguendo ordini superiori, perché si dedicasse al riposo.
Cos’ha insegnato il Papa sugli angeli
Il giornalista Vittorio Messori lo ha intervistato quando era prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e lo ha interpellato sul mondo invisibile.
Ratzinger ha risposto con una similitudine: quando si guardano gli occhi di una persona si può intravedere cosa c’è dentro, se quella persona è triste o felice. La tristezza non si vede, ma guardando gli occhi di una persona si può arrivare a intravedere qualcosa di invisibile.
Messori aveva chiesto a Ratzinger se avesse visto l’angelo custode e lui aveva risposto di no, che quel rapporto dipende dal temperamento della persona e che in ogni caso non bisogna soffermarsi sull’angelo, ma avere una comunicazione con Dio.
Circa gli angeli, Ratzinger dice che partendo dalla Sacra Scrittura e dalla Tradizione si sa che sono creature (non dèi), ma la loro natura sta nel fatto di trovarsi alla presenza di Dio e rivolti verso di Lui. Per questo, la maggior parte dei nomi degli angeli termina con “ele”, che si riferisce a Dio.
Il secondo aspetto è che sono messaggeri di Dio. Possono esserlo e stare vicino agli uomini perché sono alla presenza di Dio.
Benedetto XVI dice che gli angeli possono stare vicino all’uomo proprio per la loro vicinanza a Dio, e che vengono a smuovere nell’uomo ciò che è dimenticato, coperto: talenti, virtù, doni, qualità…
L’angelo viene a scuoterci perché emerga tutto ciò che Dio ci ha dato, e perché si abbia un incontro con se stessi.
Benedetto XVI esortava i giovani a sentire la presenza degli angeli e a lasciarsi guidare da loro, e le coppie a ricorrere spesso all’aiuto dell’angelo custode per crescere nella testimonianza costante di un amore autentico.
Uniamoci agli angeli per entrare in comunicazione con Dio!
Perché pregare gli Angeli sé è loro dovere aiutarci?
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Quesito
Buona sera padre Angelo,
so che tutti abbiamo un angelo custode (è una verità di fede) che ha il compito di proteggerci, soccorrerci, intercedere per noi. Mi chiedo perché allora tante preghiere all’angelo custode se il suo compito è proprio quello di proteggerci. Cioè è come se avessi una guardia del corpo pagata per proteggermi…che senso avrebbe chiedere di proteggermi se è proprio quello il suo compito?… non sarebbe superfluo visto che fa solo il suo dovere? Cioè mi sembra inutile pregare l’angelo custode di proteggermi e di aiutarmi…quando ha proprio il compito di farlo!
Stesso discorso potrebbe estendersi ai santi protettori… se hanno il dovere di intercedere per noi, che senso ha chiederglielo con la preghiera? Non so se sono riuscito a spiegare bene questa mia perplessità!
Cordiali saluti
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. ciò che dici a proposito dell’Angelo custode, giustamente poi lo applichi anche all’intercessione dei santi.
Si potrebbe fare un passo più avanti e dire che lo stesso discorso vale anche per la Beata Vergine Maria e per Nostro Signore stesso.
Perché il Signore chiede di pregare se ci segue in interrottamente, se nostro Padre e non permette neanche che è un cappello del nostro capo cada per terra senza la sua volontà?
Eppure il Signore che ci esorta a pregare. Anzi, ci comanda di pregare.
Nel discorso della montagna dice: “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto” (Mt 7,7-8).
Lo comanda anche attraverso San Paolo: “Voglio dunque che in ogni luogo gli uomini preghino, alzando al cielo mani pure, senza collera e senza polemiche” (1 Tm 2,8).
Ci insegna pure a domandare nella maniera giusta e cioè nel suo nome. Nell’ultima cena ha detto: “Finora non avete chiesto nulla del mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena” (Gv 16,24).
Chiede anche di pregare in maniera ininterrotta: “Diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai” (Lc 18,1).
2. A proposito della preghiera dobbiamo essere certi a priori di una cosa: che le nostre preghiere non servono a far conoscere le nostre necessità a Dio, alla Beata Vergine, ai nostri Angeli e ai Santi.
Le conoscono infinitamente meglio di noi.
Se ci viene chiesto di pregare è perché disponiamo il nostro cuore a ricevere i doni che Dio ci vuole dare per usarne bene, santamente.
Per questo Sant’Agostino dice che “la creatura ragionevole offre preghiere a Dio… per costruire se stessa, non per istruire Dio” (De gratia N. Testam., 29).
3. La Chiesa ci rivela il senso della preghiera fatta a Dio attraverso l’intercessione dei santi in un versetto della liturgia: “ut digni efficiamur promissionibus Christi” (affinché diventiamo degni delle promesse di Cristo).
Quando diventiamo degni delle promesse di Cristo?
Quando preghiamo umilmente, come ha fatto il pubblicano nel tempio, come ricorda il Signore nel Vangelo: “Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: «O Dio, abbi pietà di me peccatore»” (Lc 18,13).
Nelle nostre domande dobbiamo ricordare che non siamo degni di essere esauditi perché abbiamo usato tante volte dei doni di Dio per crocifiggere di nuovo il figlio di Dio (cfr. Eb 6,6).
Questa consapevolezza dovrebbe portarci ad un mutamento di condotta.
4. Se nonostante la preghiera ininterrotta il Signore non esaudisce le nostre preghiere vuol dire che non siamo ancora disposti a ricevere le grazie che Egli ci vuole dare per usarne santamente oppure anche che quanto chiediamo non è un bene per noi in vista della nostra santificazione.
Talvolta può succedere che il Signore non ci esaudisca perché vuole darci beni più grandi.
5. Venendo adesso dalla tua esplicita domanda: la preghiera agli Angeli custodi non serve per ricordare loro che devono fare il loro dovere. Sono desiderosissimi di farlo. Sono impazienti, si direbbe, di poterci aiutare. Fanno di tutto per fare il loro dovere nei nostri confronti.
Ma il nostro cuore è chiuso alla loro azione, alla loro dedizione. A motivo del peccato rimaniamo chiusi e impermeabili al loro aiuto.
Inoltre forse non esce mai un grazie dalle nostre labbra, mai un cenno di riconoscenza, mai una richiesta di perdono per essere rimasti tanto tempo chiusi al loro amore e alla loro incessante dedizione.
E poi pretendiamo che facciano il nostro dovere!
Come vedi, siamo noi che dobbiamo fare il nostro dovere aprendoci a questi messaggeri della bontà divina nei nostri confronti.
I nostri Angeli ci vogliono aiutare primariamente a crescere nella santità.
E non c’è santità se non c’è umiltà, se non c’è gratitudine, se non c’è pentimento.
6. Mi piace ricordare che nel vecchio Confiteor che si recitava all’inizio della Messa, e che adesso non è proibito recitare nelle proprie devozioni personali, la Chiesa insegnava a pentirci anche davanti agli Angeli a motivo della nostra chiusura e delle nostre ingratitudini
Ecco il testo: “Confesso a Dio onnipotente, alla beata sempre vergine Maria, a San Michele Arcangelo, a San Giovanni Battista, ai Santi apostoli Pietro e Paolo, a tutti i Santi e a voi fratelli che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni. Per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, San Michele Arcangelo, San Giovanni Battista, i Santi apostoli Pietro e Paolo, tutti i Santi e voi fratelli di pregare per me il Signore Dio nostro”.
In San Michele Arcangelo, che è il principe delle schiere degli Angeli, sono racchiusi tutti gli Angeli e in particolare il nostro Angelo custode.
7. Diventare santi è la stessa cosa che crescere nell’amore e nella comunione con tutti.
In particolare con coloro che Dio ci ha dato perché con infinita sollecitudine ci illuminino, ci custodiscano, ci governino, secondo quanto disposto dall’amore paterno di Dio nei nostri confronti.
Augurandoti di crescere nella comunione d’amore e di gratitudine con gli Angeli, ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo
RICORDA: L’ANGELICA MILIZIA di Jiulio Loredo, qui il libro; CLICCANDO QUI, invece, avrete la lista sugli Angeli dal sito TFP, Tradizione Famiglia Proprietà….
L’esistenza degli angeli è verità di fede, e cioè dogma di fede
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Quesito
Grazie padre, per la tua risposta, è per questo che adoro l’Ordine domenicano: per la ricerca della verità.
Ieri sono stato al comitato parrocchiale del mio paese e il nostro parroco nel commentare il vangelo di Matteo, la scena in cui appare l’angelo a Giuseppe e gli dice cosa fare, ha detto che l’autore sacro quando non sa dare risposte razionali tira in ballo gli angeli che in realtà non esistono.
Poi un altro prete commentando l’annuncio dell’angelo Gabriele a Maria ha detto che l’angelo non dobbiamo immaginarcelo con le ali, che è solo un uomo e che angelo è un modo di dire, per cui quando una persona si comporta bene diciamo che è un angelo (ad esempio la moglie che ti porta il caffè la mattina) e chi si comporta male è un diavolo.
Nel sentire tutte queste cose mi è venuto un mal di pancia e una rabbia.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. le attestazioni della Sacra Scrittura sulla presenza degli angeli sono innumerevoli. Se ne parla dall’inizio alla fine, dalla Genesi all’Apocalisse.
Proprio Vangelo di ieri, solennità dell’Immacolata concezione della beata Vergine Maria, abbiamo sentito il passo evangelico in cui si dice che “l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te” (Lc 1,26-28).
Viene poi narrato il dialogo tra la Madonna e Gabriele.
Ora, se gli angeli non esistono, con chi avrebbe parlato la Madonna?
2. Anche Gesù parla degli angeli. Ad esempio quando dice: “Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni” (Mt 16,27).
Si noti quei suoi angeli, perché anche i demoni sono angeli, ma ribelli.
3. Tutta la vita di Gesù è accompagnata dal ministero di angeli.
Al momento dell’incarnazione, è un angelo (Gabriele) a dare l’annuncio della sua incarnazione a Maria.
Avvenuta l’incarnazione, Dio Padre dice del Figlio: “Lo adorino tutti gli angeli di Dio” (Eb 1,6).
In occasione della sua nascita un angelo ne dà l’annuncio ai pastori (cfr Lc 2,10-13).
E poi tutti gli angeli insieme cantano: “Gloria Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini amati dal Signore” (Lc 2,14).
Un angelo avvisa Giuseppe di fuggire in Egitto. Al ritorno gli dirà di non andare a Betlemme perché in Giudea regnava Archelao che era peggiore di suo padre Erode.
Gli angeli compaiono al termine delle tentazioni nel deserto: “Ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano” (Mt 4,11). Un angelo lo conforta durante l’agonia: “Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo” (Lc 22,43).
Al momento dell’arresto, quando uno dei presenti tira fuori la spada per difendere Gesù, e il Signore dice: “Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno. O credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? (Mt 26,52-53).
Sono gli angeli che annunciano la sua risurrezione: “Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto” (Mc 16,5-7).
Tornerà alla fine del mondo con i suoi angeli che lo assisteranno nel giudizio universale (cfr. Mt 25,31).
4. Il magistero della Chiesa ha definito come dogma di fede l’esistenza degli angeli.
Questi compaiono implicitamente nella formulazione del credo Niceno Costantinopolitano: “Credo in Dio padre onnipotente creatore del cielo della terra di tutte le cose visibili e invisibili”.
Le realtà invisibili sono gli angeli e le anime umane.
L’ha precisato in maniera chiara il concilio Lateranense IV il quale afferma che “il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono l’unico principio dell’universo, creatore di tutte le cose visibili e invisibili, spirituali e materiali, che con la sua forza onnipotente fin dal principio del tempo creò dal nulla l’uno e l’altro ordine di creature: quello spirituale e quello materiale, cioè gli angeli e il mondo terrestre, e poi l’uomo, quasi partecipe dell’uno e dell’altro, composto di anima e di corpo. Il diavolo infatti e gli altri demoni sono stati creati naturalmente buoni, ma da se stessi si sono trasformati malvagi” (DS 800).
5. Lo afferma nuovamente il concilio Vaticano I quando dice: “(Dio) nella sua bontà e con la sua onnipotente virtù, non per aumentare la sua beatitudine né per acquistare perfezione ma per manifestarla attraverso i beni che concede alle sue creature, questo solo vero Dio con la più libera delle decisioni ha creato dal nulla l’una e l’altra creatura, la spirituale e la corporale, e cioè gli angeli e il mondo” (DS 3002).
Il santo Papa Paolo VI il 30 giugno 1968 proclamando nel Credo del popolo di Dio le verità della fede cristiana che non ammettono discussione, proprio nella prima affermazione, dice: “Noi crediamo in un solo Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, creatore delle cose visibili, come questo mondo ove trascorre la nostra vita fuggevole, delle cose invisibili quali sono i puri spiriti, chiamati altresì angeli (cfr. DS 3002), e Creatore in ciascun uomo dell’anima spirituale e immortale”.
6. Ugualmente la Liturgia della Chiesa afferma l’esistenza degli angeli riservando per loro alcune feste in particolare, come per Gabriele, Michele e Raffaele (29 settembre) e gli angeli custodi (2 ottobre).
Inoltre in tutti i prefazi viene fatta menzione degli angeli: “E noi insieme agli angeli e ai santi proclamiamo l’inno di lode: Santo, Santo, Santo”.
Talvolta vengono menzionati in maniera ancora più specifica secondo le varie gerarchie: cherubini, serafini, troni, dominazioni, virtù, principati, potestà, angeli arcangeli.
Queste specificazioni vorranno pur dire qualcosa.
Ma fin dall’inizio della celebrazione eucaristica nel “Confesso a Dio onnipotente” vien detto: “Supplico la beata sempre Vergine Maria, gli Angeli, i Santi e voi fratelli di pregare per me il Signore Dio nostro”.
7. Il Catechismo della Chiesa Cattolica dedica diversi numeri agli angeli.
Ricorda innanzitutto che “l’esistenza degli esseri spirituali, incorporei, che la Sacra Scrittura chiama abitualmente angeli, è una verità di fede. La testimonianza della Scrittura è tanto chiara quanto l’unanimità della Tradizione” (CCC 328).
Verità di fede è la stessa cosa che dogma di fede.
8. Successivamente scrive: “In quanto creature puramente spirituali, essi hanno intelligenza e volontà: sono creature personali e immortali. Superano in perfezione tutte le creature visibili. Lo testimonia il fulgore della loro gloria” (CCC 330).
Certo, gli angeli in quanto sono puri spiriti non hanno le ali. Ma per farsi vedere devono in qualche modo materializzarsi. Ed è per questo che quando si fanno vedere nella Sacra Scrittura hanno le ali (cfr. Is 6,2), come per dire che sono messaggeri celesti
9. Infine il Catechismo della Chiesa Cattolica ricorda che “dall’infanzia fino all’ora della morte la vita umana è circondata dalla protezione degli angeli e dalla loro intercessione.
Ogni fedele ha al proprio fianco un angelo come protettore e pastore, per condurlo alla vita. Fin da quaggiù, la vita cristiana partecipa nella fede alla beata comunità degli angeli e degli uomini, uniti in Dio” (CCC 336).
10. Non mi è sfuggita la tua prima affermazione: “è per questo che adoro l’Ordine domenicano: per la ricerca della verità”.
Sì, il carisma dell’Ordine domenicano è racchiuso nel suo stesso motto: “Veritas”.
Secondo la rivelazione fatta da Dio Padre a Santa Caterina da Siena l’Ordine domenicano ha ricevuto una grazia particolare, che si potrebbe addirittura chiamare grazie di Stato: “A questo fine, per un mio dono straordinario, è stato dato a lui (san Domenico) e ai suoi frati di comprendere la Verità delle mie parole, e di non allontanarsi mai dalla Verità” (BEATO RAIMONDO DA CAPUA, Santa Caterina da Siena, Legenda maior, n. 205).
Con l’augurio che tu possa esserne figlio, come da tempo ormai desideri, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo
10 Giugno 2023 (del Vescovo mons. Guido Marini)
La parola del giorno “Allora Raffaele li chiamò tutti…”
Ascoltiamo la parola di Dio dal libro di Tobia: “Allora Raffaele li chiamò tutti e due in disparte e disse loro: Benedite Dio e proclamate davanti a tutti i viventi il bene che vi ha fatto, perché sia benedetto e celebrato il suo nome. Fate conoscere a tutti gli uomini le opere di Dio, come è giusto, e non esitate a ringraziarlo. È bene tenere nascosto il segreto del re, ma è motivo di onore manifestare e lodare le opere di Dio”. Raffaele si rivela come l’Angelo del Signore, che ha accompagnato i passi della vita di Tobi e della sua famiglia. Ora, prima di tornare a Dio che lo aveva inviato, lascia a Tobi e a Tobia la grande raccomandazione: “manifestare e lodare le opere di Dio”. Questo, d’ora in avanti, sarà il compito dei due, la loro missione. Quanto hanno vissuto sono chiamati a raccontarlo e a testimoniarlo, perché Dio sia glorificato e conosciuto nel Suo amore provvidente. Tutti noi abbiamo questo compito e questa missione.
Grandezza di San Michele nella carità verso il Vicario di Cristo

I. Considera come l’amore speciale, che S. Michele Arcangelo porta alla S. Chiesa, si manifesta principalmente nel proteggere, custodire e difendere il Romano Pontefice, che è il Pastore dei Pastori, il capo visibile della Chiesa, il centro del Cattolicismo, come scrive Ruperto Abbate. Al Romano Pontefice spetta la cura di tutta la Chiesa, a Lui tocca procurare la salvezza di tutti i fedeli: ed ecco l’Arcangelo Michele, che ama la salvezza de’ fedeli, principalmente vigile a custodire e dirigere Colui, che deve guidare i fedeli ai pascoli eterni. Se è grande lo zelo di S. Michele nel proteggere i singoli fedeli, molto più grande è quello che ha verso Colui, che è la base della fede, il capo di tutti i credenti. Spetta a S. Michele che è il Vicario dell’Altissimo Dio, vegliare alla difesa del Vicario di Gesù Cristo in terra.
II. Considera con quale zelo S. Michele Arcangelo favorì e difese sempre i Romani Pontefici. Egli liberò dalle mani di Erode, dalle carceri di Gerusalemme il Principe degli Apostoli, S. Pietro. Apparve poi allo stesso in Roma, e Lo aiutò e protesse contro le astute arti di Simon Mago. Da San Michele fu assistito ed avvalorato San Agapito I nell’anno 536, quando si recò in Costantinopoli per indurre Giustiniano a far allontanare l’esercito dall’Italia. Il S. Pontefice, prima di partire per Costantinopoli volle implorare la protezione di S. Michele, andando al suo santuario di monte Gargano; e il S. Arcangelo L’aiutò tanto da convertire Giustiniano alla fede Cattolica, resistere con coraggio all’imperatrice Teodora, la quale favoriva gli Scismatici, e salvare Roma. Protesse S. Gregorio Magno nel flagello della peste dell’anno 590. Aiutò Leone IX contro i Normanni; usurpatori delle terre Pontificie, i quali, benché vittoriosi, si umiliarono ai suoi piedi e restituirono le terre usurpate. Custodì e difese il Papa Callisto II, il quale, proprio nel giorno festivo di S. Michele, il 29 settembre, ebbe dall’Imperatore la promessa della pace per la Chiesa. S. Michele tenne tanto saldi e fermi nella fede i Romani Pontefici, che nessuno di essi errò mai e conservarono tutti sempre intatto nella sede di Pietro il deposito della fede.
III. Considera con quale affetto e venerazione i Sommi Gerarchi della Chiesa Romana onorarono San Michele per meritare la sua protezione. S. Gelasio Papa volle andare personalmente a vedere le meraviglie della Grotta del Gargano, istituì le due solennità di S. Michele, la prima l’8 maggio per festeggiare l’Apparizione, l’altra il 29 settembre per la dedicazione di detta Basilica, aggiunse alcune parole nel prefazio della Messa in lode degli Angeli e compose gli inni dello Uffizio di San Michele, Alessandro III visitò il celeste Principe sul Gargano, e ottenne la vittoria contro Barbarossa. Bonifacio II volle onorato in Roma S. Michele, erigendogli un Tempio somigliante alla grotta del Gargano. Ora che la Chiesa è tanto angustiata, minacciata e perseguitata, facciamo tutti ricorso al suo celeste difensore, perché si degni con favori speciali confortare e consolare il Vicario di Gesù Cristo in terra, il successore di S. Pietro, il Romano Pontefice felicemente Regnante.
PREGHIERA
O potente principe S. Michele Arcangelo, protettore della Chiesa Cattolica e speciale difensore del Vicario di Gesù Cristo, a Voi, dopo la SS. Trinità e la Santissima Vergine, sono rivolte le nostre speranze nei tempi difficili che affliggono il successore di S. Pietro. Mandate i vostri Angeli ad illuminarLo, confortarLo e sostenerLo nella tremenda guerra, che il nemico infernale muove contro di Lui. Fate che il cuore del Sommo Pontefice sia allietato nel vedere che fiorisce la giustizia e la pace in mezzo ai fedeli e tra le nazioni, che si dilatano i confini della fede, che aumentano le opere buone a maggior gloria di Dio.
SALUTAZIONE
Io Vi saluto, o S. Michele; Voi che siete l’operaio della Vigna del Signore, custodite il Romano Pontefice, Capo della Chiesa Cattolica.
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🔴 San Michele Arcangelo in un discorso di Pio XII
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