Riscopriamo la Presenza degli Angeli e di San Michele nella Messa

Nel Vetus Ordo 1962, quello ripristinato da Benedetto XVI con il Summorum Pontificum, per intenderci, o per altri “La Messa antica”, oggi la prima Domenica di Quaresima  dedica un pensiero profondo anche agli Angeli con i quali si conclude il brano del Vangelo detto “delle tentazioni di Gesù nel deserto” di Matteo 4,1-11.

In questo articolo vi abbiamo rinfrescato le idee sull’uso dell’Acqua Benedetta e dell’Asperges me Domini; aspergimi o Signore e sarò mondato…. qui vogliamo ora approfondire la disastrosa scelta della chiesa moderna di buttare fuori dalla Chiesa la devozione e l’intercessione degli Angeli e, soprattutto, di San Michele Arcangelo.

Come è stato possibile fare questo? Intanto per comprendere l’importanza di questa intercessione angelica, vi consigliamo di approfondire – vedi qui – la visione di Papa Leone XIII per la quale compose la famosa supplica a San Michele che, inserita dentro una serie di Preghiere dette “leonine”, si dovevano dire al termine della Messa, dopo la lettura del Vangelo di Giovanni sull’Incarnazione del Verbo, così da ottenere da San Michele, un vero esorcismo in difesa dei sacerdoti e a protezione della Santa Chiesa.

Nella prima Domenica di Quaresima, nel Vetus Ordo, si legge il “Tratto” dopo la prima lettura e prima del Vangelo, ve lo proponiamo a nostra edificazione:

_019-preghiera-angeli-e-san-michele-3Canto pieno di fiducia. Chi confida in Dio non ha nulla da temere.

Tractus (Ps. 90,1-7; 11-16)

Qui habitat in adiutorio altissimi: in protectione Dei cæli commorabitur. Dicet Domino: Susceptor meus es tu, et refugium meum: Deus meus, sperabo in eum. Quoniam ipse liberavit me de laqueo venantium: et a verbo aspero. Scapulis suis obumbrabit tibi: et sub pennis eius sperabis. Scuto circumdabit te veritas eius: non timebis a timore nocturno. A sagitta volante per diem, a negotio perambulante in tenebris: a ruina et dæmonio meridiano. Cadent a latere tuo mille, et decem millia a dextris tuis: tibi autem non appropinquabit. 

Quoniam Angelis suis mandavit de te: ut custodiant te in omnibus viis tuis. In manibus portabunt te: ne unquam offendas ad lapidem pedem tuum. Super aspidem et basiliscum ambulabis: et conculcabis leonem et draconem. Quoniam in me speravit, liberabo: protegam eum, quoniam cognovit nomen meum. Invocabit me, et ego exaudiam eum: cum ipso sum in tribulatione. Eripiam eum et glorificabo: longitudine dierum adimplebo eum, et ostendam illi salutare meum.

(italiano)

“Tu che vivi sotto la protezione dell’Altissimo e soggiorni all’ombra dell’Onnipotente, dì al Signore: Tu sei il mio rifugio, la mia difesa, il mio Dio in cui ripongo fiducia. Egli ti scioglie dal laccio del cacciatore, dalla peste letale; Egli ti avvolge con le sue ali, e troverai rifugio tra le sue penne. La sua fedeltà ti difenderà come scudo e non ti incuteranno timore gli incubi della notte, né paventerai la freccia vibrata in pieno giorno, né l’epidemia serpeggia di notte, né la malattia che miete vittime nella calura del meriggio. Mille ne cadono intorno a te, diecimila alla tua destra: ma tu rimani illeso.

Egli ha ordinato ai suoi Angeli di custodirti lungo ogni tua strada. Essi ti solleveranno tra le loro mani perché il tuo piede non urti contro la pietra. Tu camminerai sul leone e sulla vipera, calpesterai il leoncello e il drago: Poiché si è appoggiato su Me, lo libererò, lo innalzerò perché conosce bene il Mio nome. Egli mi chiama ed io rispondo; Io gli sarò a fianco nella tribolazione. Lo libererò e lo glorificherò. Lo colmerò di giorni e farò sì che giunga a vedere la mia salvezza.”

Davvero, non riusciamo a comprendere perché tutto questo è stato tolto, letteralmente cancellato dalla devozione dei Fedeli, dalla conoscenza dei Fedeli. Forse lo comprendiamo di più, oggi, che siamo in piena apostasia, ma preferiamo non approfondire qui, cerchiamo piuttosto di porvi rimedio. In che modo?

_019-preghiera-angeli-e-san-michele-4Intanto, una volta appresa la verità, nessuno ci impedisce di cominciare, allora, a tenere conto di queste informazioni, farle proprie e inserirle noi stessi nel nostro quotidiano, questo significa essere “cooperatori della Verità”… Prendiamo l’impegno, al termine di ogni Messa, di sostare dieci minuti – in compagnia degli Angeli – per ringraziare il Signore del Dono dell’Eucaristia e, quindi, fare le Preghiere leonine che sono:

–  tre Ave Maria; la Salve Regina, l’Oremus:

Deus refúgium nostrum et virtus, pópulum ad te clamántem propítius réspice; et intercedénte gloriósa et immaculáta Vírgine Dei Genitríce Maria, cum beáto Ioseph, eius Sponso, ac beátis Apóstolis tuis Petro et Paulo, et ómnibus Sanctis, quas pro conversióne peccatórum, pro libertáte et exaltatióne sanctæ Matris Ecclésiæ, preces effúndimus, miséricors et benígnus exáudi. Per eúmdem Christum Dóminum nostrum.  Amen.

O Dio, nostro rifugio e nostra forza, guarda propizio al popolo che Ti invoca: e, intercedendo l’Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, insieme col beato Giuseppe, suo Sposo, e i beati suoi Apostoli Pietro e Paolo e tutti i Santi, esaudisci, misericordioso e benigno, le preghiere che Ti presentiamo per la conversione dei peccatori, per la libertà e l’esaltazione della santa Madre Chiesa. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen

–  ricordandoci quella a San Michele Arcangelo, arricchita dall’indulgenza:

Sancte Michaël Archangele, defende nos in prælio, contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiæ cælestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute, in infernum detrude. Amen.

San Michele Arcangelo, difendeteci nella battaglia; siate nostro aiuto contro la malvagità e le insidie del diavolo. Che Dio eserciti su di lui il suo dominio, Vi preghiamo supplichevoli: e Voi, o Principe della milizia celeste, col divino potere ricacciate nell’inferno Satana e gli altri spiriti maligni che si aggirano per il mondo per perdere le anime. Così sia.

e si conclude per tre volte: Cor Jesu sacratissimum – miserere nobis

Che cosa ci costa  prenderci questo impegno e portarlo avanti, per noi stessi e per i nostri Sacerdoti coinvolgendo, poco alla volta e con la nostra testimonianza, altre persone?

_019-preghiera-angeli-e-san-michele-2Sfogliando la letteratura dei Santi scopriamo racconti davvero meravigliosi su fatti reali che accadono durante la Messa. Già i Vangeli parlano sovente degli Angeli. In particolare è toccante l’affermazione di Gesù a difesa dei piccoli, che «i loro angeli stanno sempre alla presenza del Padre» (Mt 18,10). In un primo tempo il culto degli Angeli custodi era unito a quello di san Michele. Dal sec. XVI compare come festa a sé presso molte Chiese. Nel calendario romano viene introdotto nel 1615. La Storia della Salvezza raggiunge ogni uomo nella sua situazione concreta; la promessa biblica: «Ti precederà il mio angelo»(Es 23,20.23) si è realizzata per il popolo eletto, per la Chiesa; e si avvera per ogni Chiesa locale, per ogni gruppo o comunità, per ogni persona. Per questo, molti santi e sante hanno avuto grande familiarità e devozione verso il loro Angelo custode e San Michele Arcangelo.

Dice San Bernardo abate: “Amiamo affettuosamente gli Angeli di Dio, come quelli che saranno un giorno i nostri coeredi, mentre nel frattempo sono nostre guide e tutori, costituiti e preposti a noi dal Padre…”

Raccontano i Santi delle miriadi di Angeli che, inginocchiati all’Altare, sostano e adorano “per noi e con noi” la Divina Presenza nell’Ostia Consacrata, e riparano a tutte le imperfezioni fatte dai sacerdoti, affinché il Sacrificio giunga al Padre in modo impeccabile. Ci sono altre Preghiere del Canone che, purtroppo, pur evidenti anche nel nuovo Messale, i sacerdoti preferiscono non dire, per “accorciare” la Messa, sbrigarsi…. che tristezza! Leggiamo questi passaggi che sono letti, invece, nel Canone del Rito antico.

Nella S. Messa Solenne il sacerdote benedice l’incenso e dice – Per intercessione del beato Michele Arcangelo, che sta alla destra dell’altare dell’incenso, e per quella di tutti gli eletti suoi, il Signore si degni di bene+dire quest’incenso e di accettarlo come soave profumo. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Bellissima e significativa l’invocazione dopo la Consacrazione che, purtroppo, nella Messa moderna non si dice più: “SUPPLICI Ti preghiamo, o Dio onnipotente: comanda che questi doni, per le mani dell’Angelo Tuo santo, vengano portati sul Tuo sublime altare, al cospetto della Tua divina maestà, affinché quanti, partecipando a questo altare, riceveremo il sacrosanto +Corpo e +Sangue del Tuo Figlio, veniamo ricolmi d’ogni celeste benedizione e grazia. Per Cristo nostro Signore. Amen.”

San Padre Pio era edificato dalla presenza degli Angeli (e del suo Angelo Custode) in adorazione a Gesù Vivo e vero, durante la Messa, uno dei tanti motivi per cui la “sua Messa” durava molto…. egli contemplava a tal punto che perdeva la cognizione del tempo. Ognuno di noi dovrebbe maturare questa realtà che è la Messa, viverla e difenderla da quei sacerdoti che ne hanno fatto il loro teatrino esibizionista…

Suor Lucia do Santos, l’ultima Veggente di Fatima, un giorno assai sconsolata e con le lacrime agli occhi disse che – la grave apostasia della fede – era cominciata da quando sacerdoti e vescovi hanno “cacciato via San Michele Arcangelo e San Giuseppe da quell’essere Custodi e Santi protettori della Chiesa”. Infatti, anche la Preghiera a San Giuseppe – che troverete qui in latino e italiano – non si dice più.

Un solo rimedio, spiegava Suor Lucia: trovare Anime disposte a riportare la Supplica a San Michele e a San Giuseppe, all’interno del Rosario e alla fine della Messa. Siamo disposti, noi, a cominciare questa rimonta, questa rivincita? Chi ce lo impedisce? In questo Anno del Centenario di Fatima ce la possiamo fare, basta volerlo.

ANGELE DEI

Angele Dei, qui custos es mei, me tibi commissum pietate superna illumina, custodi, rege et guberna. Amen.

Angelo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Così sia.

Laudetur Jesus Christus

 

L’esperto di angeli Fernando Cárdenas spiega dettagli interessanti e riassume l’insegnamento di Ratzinger sugli angeli

Benedetto XVI ha avuto almeno 4 esperienze con il suo angelo custode. Le ha raccontate lui stesso. Due si sono verificate quando era bambino. Lo ha spiegato padre Fernando Cárdenas, sacerdote esperto di angeli, in un video che ha pubblicato sul suo canale di Youtube in omaggio al Papa defunto.

La prima ha avuto luogo quando da piccolo si è ammalato di difterite. Dicevano che non sarebbe sopravvissuto, ma alla fine si è ripreso, e ha attribuito la guarigione al suo angelo custode.
La seconda è stata quando è caduto in un serbatoio vicino a dove viveva ed è riuscito a uscirne grazie all’aiuto dell’angelo custode.
In seguito, alla fine della II Guerra Mondiale, Hitler ha deciso di reclutare tutti i giovani tedeschi e lo ha inviato a un’unità antiaerea, ma Ratzinger è fuggito.

Era malato, con la setticemia. In quel momento ha incontrato dei soldati. La sua situazione era grave, perché disertare l’esercito equivaleva a tradire la patria.
Per via del suo delicato stato di salute, però, è stato lasciato andare e ha potuto tornare a casa. Nelle sue memorie, Ratzinger dice che sembrava che un angelo lo proteggesse.
Nel 2009, già Papa, si stava recando a Castel Gandolfo in vacanza con l’intenzione di scrivere la sua opera “Gesù di Nazaret”.
Poi è caduto, fratturandosi un polso. Benedetto XVI ha detto che il suo angelo custode aveva permesso quella caduta, seguendo ordini superiori, perché si dedicasse al riposo.

Cos’ha insegnato il Papa sugli angeli
Il giornalista Vittorio Messori lo ha intervistato quando era prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e lo ha interpellato sul mondo invisibile.
Ratzinger ha risposto con una similitudine: quando si guardano gli occhi di una persona si può intravedere cosa c’è dentro, se quella persona è triste o felice. La tristezza non si vede, ma guardando gli occhi di una persona si può arrivare a intravedere qualcosa di invisibile.
Messori aveva chiesto a Ratzinger se avesse visto l’angelo custode e lui aveva risposto di no, che quel rapporto dipende dal temperamento della persona e che in ogni caso non bisogna soffermarsi sull’angelo, ma avere una comunicazione con Dio.
Circa gli angeli, Ratzinger dice che partendo dalla Sacra Scrittura e dalla Tradizione si sa che sono creature (non dèi), ma la loro natura sta nel fatto di trovarsi alla presenza di Dio e rivolti verso di Lui. Per questo, la maggior parte dei nomi degli angeli termina con “ele”, che si riferisce a Dio.

Il secondo aspetto è che sono messaggeri di Dio. Possono esserlo e stare vicino agli uomini perché sono alla presenza di Dio.
Benedetto XVI dice che gli angeli possono stare vicino all’uomo proprio per la loro vicinanza a Dio, e che vengono a smuovere nell’uomo ciò che è dimenticato, coperto: talenti, virtù, doni, qualità…
L’angelo viene a scuoterci perché emerga tutto ciò che Dio ci ha dato, e perché si abbia un incontro con se stessi.
Benedetto XVI esortava i giovani a sentire la presenza degli angeli e a lasciarsi guidare da loro, e le coppie a ricorrere spesso all’aiuto dell’angelo custode per crescere nella testimonianza costante di un amore autentico.
Uniamoci agli angeli per entrare in comunicazione con Dio!