Che cosa è il peccato contro lo Spirito Santo? Perché è imperdonabile?

Veni Sancte Spiritus, Veni per Mariam

– “...Molte volte la gente mi domanda di spiegargli, in cosa consiste la bestemmia contro lo Spirito Santo. Solitamente li accompagno davanti alla finestra del mio studio. C’è un paesaggio bellissimo. Anche quando piove si scorge la montagna, il verde, il cielo o il grigio azzurro delle nuvole che si schiacciano sulle montagne.
C’è così tanta bellezza da quella finestra che ci si commuove. Dopo avergli fatto vedere tutto quel paesaggio, domando “ti piace?”; tutti nella totalità mi dicono che è molto bello. Allora io continuo dicendo “quella bellezza è lì, anche se io sono un peccatore o il migliore dei santi. Quella bellezza è lì, ma non si impone al mio sguardo. Infatti io potrei affacciarmi da quella finestra e tenere gli occhi chiusi. Decidendo di tenere gli occhi chiusi, quanta bellezza entrerebbe in me?”.
Tutti mi rispondono: “Nessuna”. Ecco che cos’è la bestemmia contro lo Spirito Santo, è stare davanti alla Luce e rimanere ostinatamente con gli occhi chiusi. Quel buio scelto deliberatamente da me non può essermi perdonato, perché la misericordia di Dio non può costringermi ad aprire per forza gli occhi. Dio non può salvarci per forza; dove sarebbe la nostra libertà? Dove sarebbe l’amore? Non si può perdonare uno che non accetta di essere perdonato. Non si riesce ad amare uno che rifiuta di essere amato.
(Don Luigi Maria Epicoco)
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Secondo la classificazione catechistica i peccati contro lo Spirito Santo, sono sei: l’impugnazione della verità conosciuta e l’invidia della grazia altrui, la disperazione della salvezza e la presunzione di salvarsi senza merito, l’ostinazione nel peccato e l’impenitenza finale.

… qui siamo introdotti alla terza istruzione domenicale: la tenebra più grande dell’uomo è il peccato contro lo Spirito Santo. Oggi Gesù ce ne spiega l’origine e ne formula l’essenza. Sono ancora molti coloro che non sanno dare risposta alla domanda sul peccato contro lo Spirito Santo. L’Evangelista Marco, invece, lo spiega in un modo perfetto. Comprendiamo l’origine di questo peccato. Questa origine la troviamo nel contesto in cui nasce. Quale è il contesto? La scelta di piacere agli uomini, piuttosto che la scelta di piacere a Dio! (cfr Galati 1,1-10)

Quando il messaggio di Gesù diventa radicale, cioè è esigente, si tende in tutti i modi di renderlo più accettabile abbassando il livello di queste esigenze. Non è forse quello che si sarebbe aspettato da qualunque uomo quando gli si presentano delle accuse, come quelle di oggi sono formulate a Gesù di essere “fuori di testa”, cioè di essere un matto, un indemoniato? Chi non avrebbe ammorbidito i toni, col giustificarsi, col premettere che forse è stato frainteso, oppure compreso male?

Ecco, questo abbassare i toni sui principi (più comunemente conosciuto come minimalismo), di fatto diventa un ridimensionare la verità, e per tanto viene tolta alla verità l’impatto e la forza che essa ha! Allora vale proprio la pena attirarsi tante inimicizie e tanto odio? Non sarebbe più intelligente mediare questa verità evitando uno scontro che può anche diventare mortale?

Questo è quello che, oggi, la persona di buon senso direbbe, no? visto che stiamo in una epoca dove tutti vorrebbero “abbassare i toni”… però facendo diluire… è  società liquida, no? facendo diluire tutto in un “non senso”.

Ignazio di Antiochia non è di questo parere. Quando fu portato a Roma per essere giudicato dall’imperatore, i Cristiani romani volevano tentare di salvarlo, muovendo anche persone importanti ed influenti, come risponde sant’Ignazio? Dice questo: “Temo che mi sia di danno l’affetto che mi portate. Per voi sarebbe facile ottenere ciò che volete (la mia liberazione, sta dicendo): ma per me sarà difficile raggiungere Dio, se non avete pietà di me. Non voglio che vi comportiate in modo da piacere agli uomini, ma a Dio, come del resto fate. Io non potrò mai trovare un’occasione più propizia per giungere al possesso di Dio, né voi potrete associare il vostro nome a un’opera più bella, se rimarrete in silenzio. Se non parlerete in mio favore, io diventerò parola di Dio….”

Gli sta chiedendo, praticamente, di lasciare che venga ucciso.

Ora… si diventa “parola di Dio” quando non si accettano compromessi che mistificano e corrompono la verità, anche a costo della propria vita. Anche questi scribi, oggi, presentati nel Vangelo, sono stati inviati dai loro capi in perlustrazione, cioè dovevano loro portare notizie che gli stessi volevano e cioè che Gesù è un impostore. E questi scribi, ciechi del tutto perché non giudicavano da se stessi, ma per quello che volevano gli altri, impossibilitati dalle circostanze ad affermarsi autonomamente, avevano imparato a inchinarsi, a fare i falsi gregari per ottenere un frammento di potere da esercitare su qualcuno… e quel frammento di potere era minacciato proprio da Gesù che cambiava tutte le regole escogitate dalla furbizia, dal servilismo, dalla durezza e dalla sapienza carnale. Ecco perché Gesù resta fermo nella verità e chiede ai suoi discepoli di restare fermi, allo stesso modo.

Dinanzi al peccato non si può ne tacere e neppure derubricarlo, al fine di acquistarsi simpatie e consenso, perché ne perderebbe il senso l’Incarnazione e del Sacrificio di Gesù.

Togliere la coscienza del peccato produce un peccato più grave, un peccato che non è più perdonabile, è il peccato contro lo Spirito Santo che poi consiste nel ritenere che Gesù non è il Salvatore del mondo. Se si nega il peccato si nega anche l’azione salvifica di Cristo come Messia. E’ da questa riflessione che nascono i sei peccati che la Chiesa ci dice essere contro lo Spirito Santo. Quali sono questi sei peccati: 1) disperazione della salvezza; 2) presunzione di salvarsi senza merito; 3) impugnare la verità conosciuta; 4) invidia della Grazia altrui; 5) ostinazione nei peccati; 6) impenitenza finale.

Questi sei peccati hanno un solo filo conduttore: la negazione della divinità di Gesù e la negazione del peccato. Dispera della salvezza colui che non crede che Gesù ha il potere di perdonare i peccati; per tanto presume di salvarsi senza merito colui che impedisce al Signore di essere Dio e di agire da Dio. Come lo si può impedire? Nel non riconoscere i propri peccati, o nel negare che i peccati sono peccati. Chi crede che il peccato non sia peccato e che la Misericordia di Dio sia senza condizioni, sta impugnando una verità conosciuta in quanto verità scritta nella Sacra Scrittura e insegnata da sempre dal Magistero della Chiesa. Quando l’uomo ardisce ad affermare che non è peccato ciò che è sempre stato ritenuto tale dalla Chiesa, allora va contro la verità conosciuta.

Il motivo per cui l’uomo possa arrivare a non considerare più il peccato come peccato, risiede in un atto che va contro la Fede e che rimodula, in diverso modo, un modo diverso di vedere il Bene e il male (cfr.Isaia 5,20). Così si ha che ciò che è Bene diventa male e ciò che è male diventa bene. E questa trasformazione è di fatto una tentazione che è sempre in agguato per l’uomo e che ha l’origine nell’invidia che il diavolo ha di Dio. Per tanto quando l’uomo considera il vero come falso, e il falso come vero, non fa altro che aderire al peccato dell’invidia del diavolo. Un peccato che non può mai essere più perdonato perché è un peccato contro lo Spirito Santo.

Chi sceglie questa strada della mistificazione di ciò che è vero, avrà come conseguenza quella di OSTINARSI nei propri peccati e, chi si ostina nei propri peccati diventa oramai cieco alla verità e si ridurrà a giungere alla fine della sua vita privato della giusta penitenza, che è la sola che può chiedere ed ottenere la Misericordia di Dio. L’uomo che giungerà alla morte da impenitente perché rifiuta la conversione e non vuole abbandonare il peccato ma lo giustifica, vedrà calarsi nella sua vita futura la più grande disgrazia )ossia: senza la Grazia) che gli può capitare, cioè… quella di restare CONFUSO IN ETERNO.

E come può lo Spirito Santo diramare questa confusione? E’ impossibile sia all’uomo sia a Dio. Impossibile perché l’uomo – liberamente – ha seguito la strada che ha reso possibile tutto ciò: permettere al demonio di perpetrargli a suo danno il più grande degli inganni e cioè, il peccato di empietà, che rende l’uomo irreligioso, irriverente, profanatore, sacrilego, malvagio, cattivo, crudele, spietato e iniquo, cioè, ingiusto nei confronti di Dio e, di conseguenza, ingiusto nei confronti di se stesso e del prossimo.

Istruzione Domenicale 10 giugno 2018, X Domenica  – di Don Mario Proietti cpps – Rettore del Santuario di San Gaspare in Albano Laziale

Laudetur Jesus Christus

qui il video di catechesi sul testo

NELL’ANNUNCIARE IL SUO DISTACCO SENSIBILE GESU’ PROMETTE AI SUOI DISCEPOLI L’INVIO DELLO SPIRITO CONSOLATORE (S.AGOSTINO)
Il Signore Gesù, dopo aver predetto ai suoi discepoli le persecuzioni che avrebbero dovuto soffrire dopo la sua partenza, soggiunse: Queste cose non ve le ho dette fin da principio perché ero con voi. Adesso, però, vado a colui che mi ha mandato (Gv 16, 5). La prima cosa da vedere qui è se precedentemente aveva o no già predetto le persecuzioni. Gli altri tre evangelisti dimostrano chiaramente che egli ne aveva parlato anche prima di venire alla cena (cf. Mt 24, 9; Mc 13, 9-13; Lc 21, 12-17); mentre, secondo Giovanni, egli ne parlò solo alla fine della cena, quando disse: Queste cose non ve le ho dette fin da principio perché ero con voi.
Si può risolvere la questione rispondendo che anche dagli altri evangelisti risulta che egli era prossimo alla passione quando diceva queste cose. Dunque non disse queste cose fin dal primo momento che era con loro, perché ormai stava per partire e andare al Padre e perciò anche presso gli altri evangelisti si trova la conferma che Gesù pronunciò queste parole: Queste cose non ve le ho dette fin dal principio. Ma come si salva la veracità del Vangelo secondo Matteo, il quale afferma che il Signore preannunziò queste cose non solo a Pasqua, poco prima della Cena e nell’imminenza della Passione, ma fin dal principio, quando i dodici Apostoli vengono presentati con il loro nome e inviati a compiere le opere di Dio (cf. Mt 10, 17)?
In che senso allora si devono intendere queste parole del Signore: Queste cose non ve le ho dette fin dal principio perché ero con voi? Non forse nel senso che egli parla dello Spirito Santo, che sarebbe sceso sui discepoli per rendere a lui testimonianza, quando essi avrebbero dovuto subire tutti questi patimenti e di cui non aveva parlato fin dal principio perché egli era con loro? Questo Consolatore o Avvocato (il greco Paracleto ha questi due significati) era necessario dopo la partenza di Cristo, e perciò egli non ne aveva parlato fin dal primo momento che era con loro e li confortava con la sua presenza. [Ma essendo ormai sul punto di partire, era necessario che annunciasse la venuta dello Spirito Santo, per mezzo del quale doveva essere riversata la carità nei loro cuori rendendoli capaci di proclamare con fiducia la parola di Dio; e così, mentre lo Spirito Santo avrebbe reso testimonianza a Cristo dentro di loro, essi stessi gli avrebbero reso testimonianza, senza scandalizzarsi quando i Giudei ostili li avessero cacciati dalle sinagoghe e li avessero uccisi credendo con ciò di rendere culto a Dio.
Perché la carità, che doveva essere riversata nei loro cuori mediante il dono dello Spirito Santo (cf. Rm 5, 5), sopporta tutto (cf. 1 Cor. 13, 7).
Ecco dunque il senso completo delle sue parole: egli voleva fare dei discepoli i suoi martiri, cioè i suoi testimoni, per mezzo dello Spirito Santo: sostenuti dalla sua forza operante in loro, essi sarebbero stati capaci di affrontare le più dure persecuzioni, e, infiammati da quel fuoco divino, non si sarebbe raffreddato in loro l’ardore della predicazione.
Dunque: Vi ho detto queste cose affinché, quando verrà l’ora, ve ne ricordiate che io ve l’ho detto (Gv 16, 4). Cioè, vi ho detto queste cose, non soltanto perché dovrete subirle, ma anche perché, quando verrà il Paracleto e mi renderà testimonianza, non abbiate a tacere per paura, ma mi rendiate, anche voi, testimonianza. Queste cose non ve le ho dette fin dal principio perché ero con voi, e vi consolavo con la mia presenza corporale sensibile, quale si conveniva a voi ancora bambini].
IV Domenica di Pasqua
Gv. 16,5-14
S.AGOSTINO
Tractatus 94 in Joannem, initio
Breviario Romano, Mattutino Letture del III notturno
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Cosa intende Gesù per peccato contro lo Spirito Santo

Questo articolo è di AmiciDomenicani.it

Quesito

Salve padre Angelo…
Chi le scrive è un ragazzo di 27 anni della provincia milanese, mi chiamo Ivan e sono un fervido lettore delle sue illuminanti risposte dispensate nel web.
Davvero è esauriente in ogni riposta…complimenti!
Di mio avevo un quesito da porle su di una tematica piuttosto enigmatica, riguarda l’affermazione che Gesù fà nel vangelo di Matteo (12,31-32): “Perciò io vi dico: Qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata. A chiunque parlerà male del Figlio dell’uomo sarà perdonato; ma la bestemmia contro lo Spirito, non gli sarà perdonata né in questo secolo, né in quello futuro.
Cosa intende Gesù per peccato contro lo Spirito Santo? Qual è il peccato contro lo Spirito santo? Nello specifico di cosa si tratta?
La ringrazio anticipatamente e le auguro di cuore un sereno Natale del Signore…
con affetto e stima
Ivan


Risposta del sacerdote

Caro Ivan,
ti ringrazio delle buone parole che mi hai scritto. Sono un incoraggiamento per andare avanti.
Ma adesso vengo al tuo quesito.

1. L’autorevole commento della Bibbia di Gerusalemme annota a questo versetto: “L’uomo è scusabile se si inganna sulla dignità divina di Gesù, velata dalle umili apparenze del Figlio dell’uomo, ma non lo è se chiude gli occhi e il cuore alle opere evidenti dello Spirito. Negandole, egli rigetta la proposta suprema che Dio gli fa e si mette fuori della salvezza”.
In altri termini la bestemmia contro lo Spirito Santo è quella di coloro, che non solo chiudono gli occhi davanti alle opere di Dio, ma le respingono ostinatamente, attribuendole al demonio, volendo così identificare lo Spirito Santo con lo spirito maligno, come facevano i farisei.

2. “La bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonata”: vuol dire che difficilmente se ne otterrà il perdono non perché la potenza di Dio sia limitata o perché la Chiesa non abbia potere di rimetterla (è dogma di fede che la Chiesa può rimettere tutti i peccati senza alcuna eccezione) ma per la chiusura all’azione della grazia da parte di chi lo compie.
Chi infatti attribuisce al diavolo le opere della bontà e della grazia di Dio, in certo modo fa di Dio un demonio, come dice S. Atanasio, e di più si mette a combattere contro quella stessa bontà che è la sorgente del dono della conversione del cuore e della penitenza.

3. Il Catechismo Romano (del Concilio di Trento) scrive: “Quando occorrono nella S. Scrittura o nei Padri sentenze che sembrano affermare che per alcuni peccati non c’è remissione, bisogna intenderle nel senso che il loro perdono è oltremodo difficile. Come una malattia vien detta insanabile quando il malato respinge l’uso della medicina, così c’è una specie di peccato che non si rimette né si perdona perché rifugge dalla grazia di Dio, che è il rimedio suo proprio” (Catechismo Romano II, c. 5,19).
Il Catechismo della Chiesa Cattolica (del Concilio Vaticano II) afferma: “La misericordia di Dio non conosce limiti, ma chi deliberatamente rifiuta di accoglierla attraverso il pentimento, respinge il perdono dei propri peccati e la salvezza offerta dallo Spirito Santo. Un tale indurimento può portare alla impenitenza finale e alla rovina eterna” (CCC 1864).
Per questo S. Tommaso scriveva a questo proposito: “Questo non impedisce all’onnipotenza e alla misericordia di Dio di trovare la via del perdono e della guarigione che talora sana spiritualmente anche costoro in una maniera quasi prodigiosa” (S. Tommaso, Somma Teologica, II-II, 14, 3).

4. Secondo la classificazione catechistica i peccati contro lo Spirito Santo, sono sei: l’impugnazione della verità conosciuta e l’invidia della grazia altrui, la disperazione della salvezza e la presunzione di salvarsi senza merito, l’ostinazione nel peccato e l’impenitenza finale.

5. In generale si può dire che i peccati contro lo Spirito Santo manifestano la sistematica opposizione a qualunque influsso della grazia e questo comporta disprezzo e rifiuto di tutti gli aiuti offerti da Dio per la salvezza.
Vengono detti contro lo Spirito Santo perché è attribuita allo Spirito Santo l’opera della conversione e della santificazione.

6. Per san Tommaso i peccati contro lo Spirito Santo sono tanti quanti sono i modi di disprezzare l’aiuto di Dio per trattenere l’uomo dal peccato. Dice che le remore al peccato possono provenire da tre fonti: dal giudizio di Dio, dai suoi doni e da parte del peccatore stesso.
Quando si oppongono al giudizio di Dio abbiamo i due peccati contro la speranza teologale: la disperazione della salvezza e la presunzione di salvarsi senza merito.
Quando si oppongono alla conoscenza della verità rivelata e all’aiuto della grazia abbiamo l’impugnazione della verità conosciuta e l’invidia della grazia altrui.
Quando non si considera la bruttezza del peccato e la brevità dell’esperienza presente abbiamo l’impenitenza finale (intesa nel senso di perdurare nel peccato fino alla morte) e l’ostinazione nel peccato (S. Tommaso, Somma Teologica, II-II, 14, 2).

Ricambio gli auguri di un sereno Natale e li accompagno con una preghiera.
Ti benedico.
Padre Angelo

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INVOCAZIONI ALLO SPIRITO SANTO

O Spirito Santo, nel giorno del Battesimo sei venuto in noi e hai cacciato lo spirito maligno: difendici sempre dai suoi continui tentativi di rientrare in noi.
Hai infuso in noi la vita nuova della grazia: difendici dai suoi tentativi di riportarci alla morte del peccato.
Sei sempre presente in noi: liberaci dalle paure e dalle angosce, togli debolezze e abbattimenti, risana le ferite inferte in noi da satana.

Santo Spirito, rinnovaci: rendici sani e santi.
Spirito Santo che procedi dal Padre e dal Figlio Gesù, fortificaci.

O Spirito Santo, Vento Divino, caccia via da noi tutte le forze del male, annientale, distruggile perché possiamo stare bene e operare il bene.
O Fuoco Divino, brucia i malefici, le stregonerie, le fatture, le legature, le maledizioni, il malocchio, l’infestazione diabolica, l’ossessione diabolica e ogni strana malattia che ci può essere in noi.
O Potenza Divina, comanda a tutti gli spiriti cattivi e a tutte le presenze che ci molestano di lasciarci per sempre, così che possiamo vivere nella salute e nella pace, nell’amore e nella gioia.

Santo Spirito, rinnovaci: rendici sani e santi.
Spirito Santo che procedi dal Padre e dal Figlio Gesù, fortificaci.

O Spirito Santo, scendi su di noi, tanto spesso malati e afflitti, agitati e sconvolti: donaci salute e conforto, serenità e calma.
Scendi sulle nostre famiglie: togli via incomprensioni, impazienze, discordie ed effondi la comprensione, la pazienza, la pace.
Scendi sulla nostra Chiesa perché compia con fedeltà e coraggio la missione che Gesù le ha affidata: annunciare il Vangelo, guarire le malattie, liberare dal demonio.
Scendi sul nostro mondo che vive nell’errore, nel peccato, nell’odio e aprilo alla conversione, alla verità, alla santità, all’amore. Così sia.

Santo Spirito, rinnovaci: rendici sani e santi.
Spirito Santo che procedi dal Padre e dal Figlio Gesù, fortificaci.

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