La Preghiera di Benedetto XVI in difesa della Vita concepita e il Messaggio dei Vescovi

Nel mese di febbraio si celebra la Giornata per la vita, una voce tuonante per sensibilizzare sul delitto dell’aborto e svegliare le coscienze su questa grande piaga dell’umanità. Come diceva santa Madre Teresa di Calcutta: uno stato, una nazione che UCCIDE PER LEGGE i Concepiti, non può pretendere di avere alcun futuro, quando per legge si uccide il proprio futuro…

Quest’anno la Giornata per la vita si celebra il 7 febbraio… e vediamo come, grazie a Dio, ci sono tante iniziative per sensibilizzare a questo tema che non può lasciarci indifferenti. Il Messaggio dei Vescovi per la mobilitazione a sostegno della vita nascente, che resta una pesante piaga degli aborti in Italia, 80 mila ogni anno, deve richiamare la nostra attenzione e trovarci pronti a cooperare per il vero Bene. Ricordiamo anche per il 22 maggio è prevista la Marcia per la vita, appuntamento annuale da non mancarequi nel sito troverete molti modi attraverso i quali cooperare.

Per questo vi proponiamo LA PREGHIERA PER LA VITA NASCENTE che Benedetto XVI depositò ai piedi del Santissimo Sacramento il 27 novembre del 2010, a seguire il Messaggio dei Vescovi:

Signore Gesù,
che fedelmente visiti e colmi con la tua Presenza
la Chiesa e la storia degli uomini;
che nel mirabile Sacramento del tuo Corpo e del tuo Sangue
ci rendi partecipi della Vita divina
e ci fai pregustare la gioia della Vita eterna;
noi ti adoriamo e ti benediciamo.

Prostráti dinanzi a Te, sorgente e amante della vita
realmente presente e vivo in mezzo a noi, ti supplichiamo.

Ridesta in noi il rispetto per ogni vita umana nascente,
rendici capaci di scorgere nel frutto del grembo materno
la mirabile opera del Creatore,
disponi i nostri cuori alla generosa accoglienza di ogni bambino
che si affaccia alla vita.
Benedici le famiglie,
santifica l’unione degli sposi,
rendi fecondo il loro amore.

Accompagna con la luce del tuo Spirito
le scelte delle assemblee legislative,
perché i popoli e le nazioni riconoscano e rispettino
la sacralità della vita, di ogni vita umana.

Guida l’opera degli scienziati e dei medici,
perché il progresso contribuisca al bene integrale della persona
e nessuno patisca soppressione e ingiustizia.

Dona carità creativa agli amministratori e agli economisti,
perché sappiano intuire e promuovere condizioni sufficienti
affinché le giovani famiglie possano serenamente aprirsi
alla nascita di nuovi figli.

Consola le coppie di sposi che soffrono
a causa dell’impossibilità ad avere figli,
e nella tua bontà provvedi.

Educa tutti a prendersi cura dei bambini orfani o abbandonati,
perché possano sperimentare il calore della tua Carità,
la consolazione del tuo Cuore divino.

Con Maria tua Madre, la grande credente,
nel cui grembo hai assunto la nostra natura umana,
attendiamo da Te, unico nostro vero Bene e Salvatore,
la forza di amare e servire la vita,
in attesa di vivere sempre in Te,
nella Comunione della Trinità Beata. Amen.

Benedictus P.P. XVI

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RICORDIAMO ANCHE: Giovanni Paolo II parole infuocate contro l’aborto


Cari fratelli e sorelle!

Eleviamo i nostri cuori nella preghiera alla Madre del Redentore, invitandola alla gioia pasquale, come ora facciamo in questo periodo. E contemporaneamente:

Preghiamo la Madre più santa di tutte le madri – per ogni madre su questa terra e per ogni bambino nascituro nel suo seno. Preghiamo per le madri la cui coscienza è maggiormente minacciata quando consente che venga tolta la vita al suo bambino… Cristo ha detto:
“La donna, quando partorisce è afflitta,
perché è giunta la sua ora;
ma quando ha dato alla luce il bambino,
non si ricorda più dell’afflizione
per la gioia che è venuto al mondo un uomo” (Gv 16, 21).
Preghiamo per una tale gioia della vita
anche se riscattata dalla sofferenza
e dalla lotta interiore.
Preghiamo per la gioia delle coscienze.
“perché abbiano la vita
e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10, 10).


IL MESSAGGIO DEI VESCOVI ITALIANI (CEI) per la Giornata mondiale per la vita.

Qual è il senso della libertà? Qual è il suo significato sociale, politico e religioso? Si è liberi in partenza o lo si diventa con scelte che costruiscono legami liberi e responsabili tra persone? Con la libertà che Dio ci ha donato, quale società vogliamo costruire?

Sono domande che in certe stagioni della vita interpellano ognuno di noi, mentre torna alla mente il messaggio chiaro del Vangelo: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8,31-32). I discepoli di Gesù sanno che la libertà si può perdere, fino a trasformarsi in catene: “Cristo ci ha liberati – afferma san Paolo – perché restassimo liberi; state saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1).

Una libertà a servizio della vita

La Giornata per la Vita 2021 vuol essere un’occasione preziosa per sensibilizzare tutti al valore dell’autentica libertà, nella prospettiva di un suo esercizio a servizio della vita: la libertà non è il fine, ma lo “strumento” per raggiungere il bene proprio e degli altri, un bene strettamente interconnesso.

A ben pensarci, la vera questione umana non è la libertà, ma l’uso di essa. La libertà può distruggere se stessa: si può perdere! Una cultura pervasa di diritti individuali assolutizzati rende ciechi e deforma la percezione della realtà, genera egoismi e derive abortive ed eutanasiche, interventi indiscriminati sul corpo umano, sui rapporti sociali e sull’ambiente. Del resto, la libertà del singolo che si ripiega su di sé diventa chiusura e violenza nei confronti dell’altro. Un uso individualistico della libertà porta, infatti, a strumentalizzare e a rompere le relazioni, distrugge la “casa comune”, rende insostenibile la vita, costruisce case in cui non c’è spazio per la vita nascente, moltiplica solitudini in dimore abitate sempre più da animali ma non da persone. Papa Francesco ci ricorda che l’amore è la vera libertà perché distacca dal possesso, ricostruisce le relazioni, sa accogliere e valorizzare il prossimo, trasforma in dono gioioso ogni fatica e rende capaci di comunione (cfr. Udienza 12 settembre 2018).

Responsabilità e felicità

Il binomio “libertà e vita” è inscindibile. Costituisce un’alleanza feconda e lieta, che Dio ha impresso nell’animo umano per consentirgli di essere davvero felice. Senza il dono della libertà l’umanità non sarebbe se stessa, né potrebbe dirsi autenticamente legata a Colui che l’ha creata; senza il dono della vita non avremmo la possibilità di lasciare una traccia di bellezza in questo mondo, di cambiare l’esistente, di migliorare la situazione in cui si nasce e cresce. L’asse che unisce la libertà e la vita è la responsabilità. Essa è la misura, anzi il laboratorio che fonde insieme le virtù della giustizia e della prudenza, della fortezza e della temperanza. La responsabilità è disponibilità all’altro e alla speranza, è apertura all’Altro e alla felicità. Responsabilità significa andare oltre la propria libertà per accogliere nel proprio orizzonte la vita di altre persone. Senza responsabilità, libertà e vita sono destinate a entrare in conflitto tra loro; rimangono, comunque, incapaci di esprimersi pienamente.

Dire “sì” alla vita è il compimento di una libertà che può cambiare la storia. Ogni uomo merita di nascere e di esistere. Ogni essere umano possiede, fin dal concepimento, un potenziale di bene e di bello che aspetta di essere espresso e trasformato in atto concreto; un potenziale unico e irripetibile, non cedibile. Solo considerando la “persona” come “fine ultimo” sarà possibile rigenerare l’orizzonte sociale ed economico, politico e culturale, antropologico, educativo e mediale. L’esercizio pieno della libertà richiede la Verità: se desideriamo servire la vita con vera libertà occorre che i cristiani e tutti gli uomini di buona volontà s’impegnino a conoscere e far conoscere la Verità che sola ci rende liberi veramente. Così potremo accogliere con gioia “ogni vita umana, unica e irripetibile, che vale per se stessa, costituisce un valore inestimabile (Papa Francesco, 25 marzo 2020, a 25 anni dall’Evangelium vitae). Gli uomini e le donne veramente liberi fanno proprio l’invito del Magistero: “Rispetta, difendi, ama e servi la vita, ogni vita, ogni vita umana! Solo su questa strada troverai giustizia, sviluppo, libertà, pace e felicità!”.

Roma, 23 settembre 2020

Il Consiglio Episcopale Permanente della Conferenza Episcopale Italiana

05 Dicembre 2020


CONOSCETE E METTETE IN PRATICA L’“ADOZIONE SPIRITUALE”

Cos’è l’adozione spirituale?

L’adozione spirituale è una promessa di preghiera a Dio, per intercessione della Madonna, offerta per un bambino che corre il rischio di essere ucciso nel grembo materno. Dura nove mesi e consiste nella recita quotidiana di un mistero del Rosario (gaudioso, luminoso, doloroso o glorioso) e di una preghiera speciale per il bambino e i suoi genitori.

Questa preghiera può essere accompagnata, ogni volta che è possibile, da altre pratiche fondamentali della fede cattolica, come la Confessione e la Comunione frequenti, l’adorazione del Santissimo Sacramento, la lettura della Bibbia, il digiuno e l’astinenza nei periodi raccomandati dalla Chiesa, la lotta quotidiana e consapevole contro i propri vizi e l’aiuto alle persone in difficoltà, oltre a novene e ad altre preghiere aggiuntive.

Como posso iniziare l’adozione spirituale?
Sostieni la Marcia per la Vita

Il primo passo è fare la promessa di adozione. Ecco un esempio:

Formula della Promessa di Adozione Spirituale:

Maria, Vergine Santissima e Madre di Dio, tutti gli Angeli e i Santi!
Io (dire nome e cognome), animato/a dal desiderio di soccorrere i bambini ancora non nati, faccio il fermo proposito e prometto che da questo giorno (dire la data) effettuerò l’adozione spirituale di un bambino, il cui nome è noto solo a Dio, e pregherò ogni giorno per nove mesi per la protezione della sua vita e perché dopo la nascita conduca una vita giusta e dignitosa. A questo scopo prometto di:
– pregare tutti i giorni per il bambino e i suoi genitori;
– recitare una decina del Rosario;
– compiere il seguente proposito personale (dire il proposito, che è comunque opzionale).
Sostieni la Marcia per la Vita

Oltre a questo, si recita tutti i giorni una preghiera.

Preghiera quotidiana:

Signore Gesù, per intercessione di Maria, Tua Madre, che con amore ti ha dato alla luce, e per intercessione di San Giuseppe, l’uomo di fiducia di Dio Padre che si è preso cura di Te, ti prego per il bambino ancora non nato che ho adottato e che corre il pericolo di essere eliminato. Da’ ai suoi genitori l’amore e il coraggio per lasciarlo vivere, Tu che gli hai dato la vita. Amen.

Si recita infine ogni giorno un mistero del Santo Rosario.

Com’è nata l’adozione spirituale?

È nata dopo le apparizioni di Fatima, diventando una risposta alla richiesta della Madonna di recitare il Rosario, fare penitenza e riparare ai peccati che più offendono il suo Cuore Immacolato.

Quali sono i frutti dell’adozione spirituale?

L’adozione spirituale cura in modo efficace le ferite interiori provocate dal peccato dell’aborto. Permette alle madri di recuperare la fede in Dio Misericordioso, portando pace al loro cuore. Come dono molto concreto, disinteressato e personale (preghiera, sacrificio e digiuno), aiuta particolarmente i giovani a modellare il loro carattere, lottando contro l’egoismo, scoprendo la gioia di una paternità e maternità responsabile e permettendo una visione dell’amore e del sesso con gli occhi di Dio. L’insegnamento della preghiera sistematica e di un agire in modo positivo approfondisce il senso delle pratiche ascetiche tanto trascurate. Può diventare un fattore di rinascita della preghiera e dell’amore in famiglia.

Chi può effettuare l’adozione spirituale?

Qualsiasi persona: laici, consacrati, uomini, donne, persone di ogni età. I bambini la effettuano con l’aiuto dei genitori.

Quante volte si può effettuare l’adozione spirituale?

Non c’è limite, basta che si soddisfino i requisiti indicati in precedenza.

Si può adottare più di un bambino?

L’adozione spirituale si riferisce a un solo bambino.

Possiamo sapere chi sia il bambino?

No. Solo Dio conosce il nome del bambino per cui stiamo pregando e che stiamo adottando spiritualmente.

Come posso essere certo che Dio ascolti la mia preghiera?

La nostra certezza si basa sulla fede in Dio Onnipotente e sulla Sua infinita Misericordia. Dio è il Datore della Vita, e la sua Volontà è che ogni bambino concepito viva e sia circondato dall’amore dei genitori.

Sarebbe peccato se qualche giorno dimenticassi di pregare?

No, dimenticare non è peccare. Il peccato è ignorare in modo consapevole e volontario la promessa fatta a Dio.

L’adozione spirituale verrebbe interrotta se non pregassi per un lungo periodo di tempo?

Sì, un intervallo lungo, come ad esempio un mese, interrompe l’adozione spirituale. Bisognerebbe rinnovare la promessa e ricominciare, sforzandosi con più determinazione di portare avanti l’impegno. Si tratta di adottare un bambino in modo spirituale: non si può assumere un impegno di questo tipo alla leggera. In caso di interruzione breve per motivi gravi, è possibile portare avanti l’adozione spirituale, ma prolungandola per il numero di giorni in cui è stata interrotta.

L’adozione spirituale può essere effettuata da persone che vivono in una relazione non sacramentale?

Sì. Si tratta di una preghiera personale offerta a Dio.

Le promesse di adozione spirituale devono essere effettuate in qualche celebrazione, in una chiesa o alla presenza di un sacerdote?

L’adozione spirituale può essere realizzata in modo pubblico ma anche in privato.

Come effettuare la promessa in privato?

In primo luogo leggendo la formula della promessa, se possibile davanti a un crocifisso o a un’immagine di Gesù (o della Madonna, o di San Giuseppe col Bambino Gesù, ma l’immagine non è obbligatoria). Da quel momento, nei nove mesi successivi si recita tutti i giorni un mistero del Rosario e si prega per il bambino e per i suoi genitori (come nell’esempio presentato all’inizio del testo). Per non dimenticarsene, è raccomandabile annotare la data di inizio e di fine di questo periodo di preghiera.

Come promuovere l’adozione spirituale?

Invitate altre persone a realizzare l’adozione spirituale, preferibilmente con il sostegno del parroco per effettuare la promessa in chiesa.

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