7 febbraio Memoria del Beato Pontefice Pio IX

Nella sua città natale, quando era bambino, lo chiamavano “Giovannino il buono”. Educato alla vita cristiana dai suoi cattolicissimi genitori, giocava allegrissimo come tutti i ragazzi, ma al venerdì, dopo il gioco, tenendo alzato tra le mani il Crocifisso, raccoglieva sulle piazze gruppi di coetanei e predicava il Vangelo. Spesso si fermavano ad ascoltarlo anche degli adulti, ammirati.

Giovanni Maria Mastai Ferretti era nato il 13 maggio 1792 a Senigallia (Ancona). Nel cuore gli brillava un grande ideale: diventare sacerdote di Gesù. Gli studi li compì a Volterra, nel Collegio degli Scolopi. Il 10 aprile 1819 fu ordinato sacerdote. A soli 35 anni divenne vescovo di Spoleto, poi trasferito ad Imola. Cardinale nel 1840, è sempre e innanzi tutto sacerdote, proprio come diceva di lui il fratello Gabriele: “Gian Maria è prete. Tagliatelo a pezzi, ma ricomponendo i pezzi, vedrete che non potrà venir fuori altro e sempre che il prete”. Dopo la morte di Gregorio XVI, il Card. Mastai Ferretti, il 16 giugno 1846, è eletto Papa. Prende il nome di Pio IX. Ha solo 54 anni.

E’ stato il 255º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica dal 1846 al 1878 e 163º e ultimo sovrano dello Stato Pontificio dal 1846 al 1870. Il suo pontificato, di 31 anni, 7 mesi e 23 giorni, rimane il più lungo della storia della Chiesa dopo quello di san Pietro.

Durante il suo lungo pontificato, malgrado fosse costretto ad impegnarsi drammaticamente sul piano politico, non dimenticò mai di assolvere i compiti spirituali convinto di essere responsabile, di fronte a Dio, della difesa dei valori e della dottrina cristiana. Promosse nuove forme di culto e di vita spirituale, come la devozione eucaristica, quella verso il Sacro Cuore e quella mariana. Dette slancio all’attività missionaria in Asia e in Africa. Definì il dogma dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria e celebrò il Concilio Vaticano I, dove fu fissato il dogma dell’infallibilità del Pontefice quando parla ex cathedra. Ripetutamente a Roma Pio IX ebbe ad incontrare San Giovanni Bosco, approvandone la sua opera. Il Pontefice governò la Chiesa per 32 anni, fino al 7 febbraio 1878. Fu uno dei Papi più grandi della storia, un gigante di luce e di santità. Il 3 settembre 2000 è stato elevato alla gloria degli altari da Giovanni Paolo II.

Si racconta che avesse una devozione per la medaglia miracolosa, che teneva sempre con sé. Amava definirsi un “parroco di campagna” e la sua vita privata si svolgeva come quella di un semplice sacerdote. Si alzava alle cinque in punto del mattino e per un’ora rimaneva nella sua camera in preghiera su un inginocchiatoio di fronte a un crocifisso. Celebrava la Santa Messa e poi assisteva a un’altra di ringraziamento, durante la quale recitava le ore canoniche e le preghiere di pietà con un libretto appartenuto alla madre. Dai tempi del Collegio degli Scolopi amava pregare recitando la corona delle Dodici Stelle, una preghiera composta da San Giuseppe Calasanzio in cui ci si rivolge a Maria preservata dal peccato originale. Dopo le preghiere si dedicava alle udienze ufficiali concesse sia agli aristocratici sia ai semplici fedeli. Ogni giovedì riceveva, inoltre, petizioni da chiunque e ogni 14 del mese riceveva tutti in pubblica udienza. Alle tre del pomeriggio terminava le udienze e si recava a pranzo. Non voleva che si consumasse più di uno scudo al giorno per i suoi pasti. Dopo pranzo amava fare lunghe passeggiate o andare in carrozza per la città. Tornato in Quirinale leggeva la corrispondenza e poi recitava il Vespro. Dopo la cena riceveva il suo confessore e si ritirava nella cappella privata a pregare dinanzi al tabernacolo. Ricordava spesso l’importanza di pregare Gesù Eucaristico, al quale si poteva confidare tutto.
L’8 dicembre 1854 proclamò il dogma dell’Immacolata concezione con la bolla Ineffabilis Deus.

Pio IX con il Re delle Due Sicilie S.M. Francesco II di Borbone (nella foto a sinistra, in frac) nel 1862.

Il 14 marzo 1848, a seguito dei moti rivoluzionari che avevano investito tutta l’Europa, Papa Pio IX concesse lo Statuto Fondamentale pel Governo Temporale degli Stati della Chiesa, seguendo l’esempio del Sovrano delle Due Sicilie, S.M. Francesco II di Borbone.

Lo Statuto istituiva due Camere legislative e apriva le istituzioni sia legislative sia esecutive ai laici. Il 15 settembre nominò Pellegrino Rossi Primo Ministro. Quest’atto può essere visto come un tentativo da parte del Pontefice di cercare un compromesso con le forze rivoluzionarie interne allo Stato Pontificio, oltre ad un tentativo di portare avanti il progetto federativo iniziato con la Lega Doganale. Il programma di Rossi cercava di conciliare le istanze rivoluzionarie da un lato e le esigenze pontificie dal’altro, ma il progetto federalista era inviso a chi voleva unire l’Italia in uno stato centralizzato sul modello francese. Rossi avviò la riorganizzazione delle Finanze e dell’Esercito. Il 15 novembre, alla riapertura del Parlamento, Rossi fu accoltellato sulle scale del Palazzo della Cancelleria e il suo assassinio fu l’inizio della serie di eventi che portarono alla proclamazione della Repubblica Romana. A seguito dell’assassinio del Rossi i rivoluzionari, guidati da Ciceruacchio, pretesero di dettare condizioni per la formazione del nuovo governo.

Pio IX, non volendo scendere a patti con essi, ma avendo capito che un’azione repressiva avrebbe potuto innescare una guerra civile, decise di lasciare Roma. Il 24 novembre partì nottetempo, vestito da semplice sacerdote, con destinazione Gaeta, nel territorio del Regno delle Due Sicilie. Rese note le sue ragioni con una Lettera aperta ai sudditi e a tutti gli uomini di buona volontà, in cui affermò: «Le violenze usate contro di Noi negli scorsi giorni, e la manifestante volontà di prorompere in altre […], Ci hanno costretto a separarci temporaneamente dai Nostri sudditi e figli, che abbiamo sempre amati e amiamo. Fra le cause che Ci hanno indotto a questo passo (Dio sa quanto doloroso è al Nostro cuore) una di grandissima importanza è quella di avere la piena libertà nell’esercizio della suprema potestà della Santa Sede, quale esercizio potrebbe dubitare l’Orbe cattolico che nelle attuali circostanze ci venisse impedito. […] Intanto avendo a cuore di non lasciare acefalo in Roma il governo del Nostro Stato, nominiamo una Commissione Governativa […] [e] nell’affidare alla detta Commissione Governativa la direzione temporanea degli affari pubblici, raccomandiamo a tutti i Nostri sudditi e figli la calma e la conservazione dell’Ordine».

Durante la permanenza nel Regno delle Due Sicilie, il Papa l’8 settembre 1849 sperimentò per la prima volta un viaggio in treno sulla linea Napoli-Nocera.
Il Papa ritornò a Roma il 12 aprile 1850. Acclamato dalla folla, si diresse in Vaticano, scelto come sua nuova residenza in luogo del Quirinale. La situazione dello Stato era peggiorata. Le finanze erano vicine al dissesto. L’amministrazione pontificia, ripreso il controllo dell’economia, cominciò un’opera di risanamento che portò in otto anni al pareggio di bilancio. Il carico fiscale dei cittadini era molto al di sotto della media europea, il che si tradusse in un afflusso di residenti stranieri a Roma, molti dei quali non cattolici, che creò problemi in quanto il loro culto pubblico non era permesso. Nel gennaio 1852 lo Stato della Chiesa fu il primo in Italia, con Firenze, Modena e Parma, a introdurre l’uso del francobollo

Durante il suo pontificato, Pio IX intraprese sforzi innovativi creando nuove scuole per disabili e scuole serali per le persone per migliorare la loro istruzione dopo il lavoro. Vennero erette anche scuole per bambini attive tutto il giorno, garantendo così l’accudimento dei figli i cui genitori erano assenti durante l’orario di lavoro. In ambito universitario, Pio IX aumentò gli stipendi del personale universitario e aggiunse la geologia, le scienze agrarie, l’archeologia, l’astronomia e la botanica alle materie di insegnamento. Fu aperta una nuova clinica ostetrica, diversi musei e un osservatorio astronomico. Gli studenti di teologia furono sottoposti a una formazione più rigorosa e gli studenti di paesi stranieri beneficiarono di sostegno finanziario.

Grandi sforzi furono intrapresi per restaurare muri storici, fontane, strade e ponti. Ordinò lo scavo di siti romani, cosa che portò a molte importanti scoperte. Ordinò il rafforzamento del Colosseo, che in quel momento minacciava di crollare. Grandi somme furono spese nella scoperta di catacombe cristiane, per le quali Pio creò una nuova commissione archeologica nel 1853. Un grande successo durante il suo pontificato furono i ritrovamenti delle catacombe di San Callisto, che includevano tombe, testi e dipinti completamente sconosciuti. Fuori Roma, Pio restaurò i monumenti etruschi e antichi romani a Perugia, Ostia, Benevento, Ancona e Ravenna.
Nello stesso periodo fu notevole il suo impegno contro il processo di secolarizzazione in corso nella società del suo tempo. Pio IX firmò trattati bilaterali (concordati) con numerosi stati europei: Russia, Regno di Spagna (1851), Granducato di Baden (1853), Impero austriaco (Concordato del 1855), Regno del Portogallo (1857), Regno di Württemberg (1857).

Pio IX continuò la politica riformista già attuata nei primi due anni di pontificato. Il 14 agosto 1850 con una legge unica nell’Europa dell’epoca stabilì disposizioni per tutto lo Stato Pontificio per la tutela e formazione dei sordomuti. Fra le principali opere pubbliche cominciate o portate a compimento vi furono: prosciugamento delle paludi di Ferrara e di Ostia; ampliamento dei porti di Ravenna, Cesenatico, Senigallia e Ancona; nuovi fari negli scali di Ancona, Civitavecchia, Anzio e Terracina; ammodernamento delle strade con la costruzione di venti importanti viadotti, tra cui spiccò quello fra Albano e Ariccia; completamento della rete telegrafica; consacrazione il 9 dicembre 1854 della basilica di San Paolo fuori le mura, ricostruita dopo l’incendio del 15 luglio 1823; realizzazione di una rete ferroviaria. Nei due decenni che precedettero l’annessione dello Stato Pontificio al Regno d’Italia, furono in massima parte completati i lavori di bonifica dell’Agro romano e cominciati quelli relativi alla rete idrica per il soddisfacimento del fabbisogno di acqua potabile degli abitanti di Roma che tuttavia vennero portati a compimento solo dopo la costituzione del Regno d’Italia.
Lo scontro con il neo costituito Regno d’Italia giunse all’apice quando nel 1870, alla caduta di Napoleone III, le truppe dei Savoia entrarono a Roma attraverso la breccia di Porta Pia, ponendo fine alla sovranità temporale dei Papi.

Il Beato Pontefice Pio IX era un uomo realista, pratico ed anche fine umorista. Un giorno durante la consueta passeggiata (all’epoca il Papa poteva passeggiare liberamente) venne avvicinato da un friggitore ambulante che piangeva perché strozzato dalla burocrazia, venendo sempre multato per il suo lavoro, a volte per questione di orari, altre di luogo ecc… Il Pontefice senza scomporsi gli rilasciò una autorizzazione estemporanea, da lui firmata, che diceva: “Frigga quel che vuole, frigga dove vuole, frigga quando vuole“.

“Un giorno Pio IX volse i suoi passi alla campagna romana, oltre la porta di s. Giovanni. Era sceso già di carrozza, quando per un sentiero solitario gli venne scorto un giovinetto che portava sulle spalle un pesante fardello di legne. Il papa lo fece chiamare e avendogli fatto por giù il fascio, gli domandò di qual parocchia egli fosse e se frequentava il catechismo del suo Curato. Dopo ciò il Santo Padre lo interrogò ancora sui misteri di nostra religione, e trovatolo a sufficienza istruito per l’età sua, gli diede molte lodi, gli raccomandò il timor di Dio; di poi gli regalò non poche monete d’oro pei suoi poveri genitori.” (il fatto è raccontato da Don Bosco)

NON un “Papa-re”, diceva san Giovanni Bosco, MA PADRE DEL POPOLO.

Padre del Popolo? Se mai Principe regnante meritò questo titolo, lo meritò Pio IX.
Un giorno, senza altra compagnia che un suo cameriere, era salito in una delle più squallide casupole di Roma, ricovero di una povera famigliola con madre vedova, di due fanciulle di quattordici anni, e di due garzoncelli. Egli voleva accertarsi co’propri occhi sulla verità delle relazioni che gli erano state fatte dagli uni, negate dagli altri. L’esposizione dei fatti era pur troppo giusta. Il Sommo Pontefice esaminò i luoghi, e scoperse in un angolo della catapecchia una delle giovinette che tutta turbata chiedea qual dei due fosse il Papa, ed essa e l’altra ambedue gettaronsi ai suoi piedi. Quanto alla madre l’insperata ventura di ricevere una tanta visita congiunta alla speranza di vedere alleviata la miseria dei proprii figli, la fece cadere fuori del senso. Pio IX a tal vista intenerito fortemente, lasciò a que’poveretti la propria borsa, e provvide sì che in futuro nuovi sovvenimenti non dovessero più loro mancare. Così si fece e non fu l’unica famigliola che il grande difensore del popolo aiutò, rimanendo nel nascondimento delle cronache.” (il fatto è raccontato da Don Bosco)

Pio IX fu davvero “antisemita” come una certa storiografia racconta? FALSO, ecco cosa raccontava Giovanni Bosco che ben lo conosceva.
“Appena avvenuta la sua assunzione al Pontificato, Pio IX pensò a migliorare il Ghetto e a renderlo, più abitabile. Per tutto ciò una deputazione Israelitica venne a fargli omaggio della sua riconoscenza e offersegli un calice antico conservato da due secoli in Ghetto. Pio IX fece buon viso ai deputati, «figli miei, disse il Papa, accetto, con piacere il vostro dono, e ve ne ringrazio.» Indi sedutosi allo scrittoio sul primo brandello di carta che gli venne alle mani, scrisse; Buono per mille scudi; e dopo averci apposto il suo sigillo; accettate, disse ai mandatarii, accettate anche voi in ricambio questa sommetta, e distribuitela da parte di Pio IX alle famiglie miserabili del Ghetto.»
Alcuni giorni dopo, passando per quel quartiere il Santo Padre, si avvenne in un povero vecchio disteso e presso che senza vita, sul lastrico della via. Smonta di carrozza e gli si fa vicino.
«È un giudeo, diceva il popolo, e niuno si curava di prestargli aiuto.
«Che dite, gridò il Papa, voltosi ai circostanti, non è un nostro simile che qui soffre? Conviene soccorrerlo.»
E alzandolo egli stesso colle proprie mani, e coll’aiuto dei prelati che lo accompagnavano, lo fece ascendere nella sua carrozza, lo ricondusse alla sua abitazione e non lo lasciò finchè non lo vide rinvenuto.”

Che cosa significa il detto: il carnevale santificato?
Così lo raccontava san Giovanni Bosco.
Si ha da Roma in data del 4 marzo 1865:
«Il nostro adoratissimo Santo Padre ha trovato modo di santificare il Giovedì grasso con un’opera degna della sua carità.
«Un povero muratore era caduto da un’armatura in Trastevere nel momento stesso che per avventura passava Pio IX. La Santità Sua smontò di carrozza per visitare il ferito; lo fece poscia tradurre al più vicino Ospizio, e quivi ei volle esser testimonio col vederlo fasciare, e dopo averlo confortato e benedetto gli lasciò un buon peculio in danaro.
«Potete immaginare come questo bel tratto commosse la focosa popolazione transteverina e con quali evviva accolse il papa nell’ora che si recò alla nuova fabbrica dei tabacchi.»

Pio IX e sua bontà coi peccatori, raccontato da san Giovanni Bosco.
“Sull’esempio del divino Maestro il nostro amatissimo Padre è pieno di carità e misericordia verso i poveri peccatori. È noto con quale amorosa bontà accogliesse al suo ritorno dall’esiglio coloro che aveano violati i loro giuramenti.
Non usci mai una parola di collera da quella bocca, che si apre unicamente per benedire. A guisa del buon Pastore, il Santo Padre sente una speciale propensione alle pecorelle smarrite, e rallegrasi nel Signore qualora gli avvenga di vederle ricondursi all’ovile.
In una visita allo Spedale di Santo Spirito in Sassia, Pio IX dopo essersi soffermato al letto dei più aggravati e aver loro compartite parole di conforto e di coraggio era per ritirarsi. Tutto ad un tratto uno degli infermi, stendendogli le braccia lo scongiurò di venirgli in soccorso e di avere la bontà di udire la sua confessione. L’augusto Pontefice si rese tosto al desiderio del povero infermo, e comandato alle persone che l’attorniavano di allontanarsi, assunse la parte di confessore per quell’umile, ma confidente pecorella. Ora convien dire, che il penitente, il quale chiese quel favore dal Santo Padre, aveva acquistato una sciagurata celebrità ai tempi della rivoluzione romana. Pio IX lo sapeva, ed è appunto ciò che forma l’incanto di tale sublime atto di carità e del suo sovrano perdono concesso.”

…e ancora:

“Il Santo Padre visitava lo spedale di San Giacomo in Roma quando incontrò una donna di mala vita ormai moribonda, ed accostatosi al letto di lei le fe’udire parole di benevolenza e di consolazione. Quando la meschina si fu accorta della presenza del Papa, stese verso lui le braccia e cogli occhi bagnati di pianto lo interrogò con voce fioca se potrebbe salvare l’anima propria dopo tutti gli scandali e i peccati innumerevoli che avea commessi. Il Santo Padre si diè tutto anzi tratto a racconsolarla con ogni espansione di benignità, e l’animò a porre ogni fiducia in Dio misericordioso, il quale vuole la salute di tutti i peccatori che a lui si volgono con sincera contrizione. Venne citando l’esempio di santa Maria Maddalena, e di santa Maria Egiziaca, le quali per la misericordia di Dio sono ora trionfanti e gloriose in cielo, con tutto che fossero un giorno pubbliche peccatrici. Poichè l’ebbe così disposta le diè la sua benedizione in articulo mortis e le offerse la propria croce affinchè la baciasse esortandola a collocare la sua confidenza in Gesù Cristo, il quale volle morire sopra una croce per cancellare tutti i nostri peccati. Quanti assistettero a quella scena non poterono frenarsi dal piangere a calde lagrime.”

“Mentre Pio IX percorreva i suoi stati in mezzo alle più brillanti ovazioni, un uomo trasse vicino al Papa. Le sue vesti erano tutte un cencio, i suoi lineamenti truci, lo sguardo bieco, tutta in somma la sua persona mostravalo un grassator di strada, uno di quei malfattori che gettano lo spavento nelle vie di lor passaggio. Pio IX comanda silenzio alle acclamazioni che rimbombavano d’intorno a lui, e volge allo sconosciuto un’occhiata di bontà, dicendogli: «Figlio mio, che pretendete da me?» «Sono un gran peccatore, risponde l’altro, venni anch’io tratto da curiosità di vedervi. Il vostro sguardo, caduto sopra di me, tutto a un tratto m’ha risvegliato in cuore il pentimento. Santo Padre, vorrei che mi confessaste, voi siete l’unico prete che abbia la facoltà di assolvere i miei delitti enormissimi.» Il papa sbriga il cammino, si affretta; sapea di dover compiere una grande azione, la conversione di un peccatore.
Giunto alla chiesa vicina, ascoltò la confessione dello sconosciuto; l’esortò, l’animò, lo benedisse, e con quella pienezza di potere della quale è depositario, lo mandò assoluto, e terminando coll’unzione della sua parola ciò che dall’alto avea cominciato la grazia, ebbe la fortuna di ridonare alla società un uomo convertito alle leggi civili del pari che a quelle di Dio.”

“Una sera d’estate il sovrano pontefice, passeggiando presso a porta Cavaleggieri in Roma, s’incontrò con un convoglio di condannati tradotti ai bagni di Civitavecchia. Essi erano ammucchiati su certe vetture anguste da doverne necessariamente soffrire moltissimo. Il Papa n’ebbe grande compassione e voltato ad uno degli ecclesiastici che lo accompagnavano, esclamò: «Come! così si trasportano i prigionieri!?» La dimane quel medesimo ecclesiastico ebbe ordine da Pio IX di far costrurre pel trasporto dei condannati dei veicoli cellulari sul modello di quelli introdotti in Francia.”

L’arma del Papa, raccontata da san Giovanni Bosco.
La preghiera è il grande sostegno del Papa: è dessa un’arma colla quale resiste da solo ai numerosi e potenti nemici che l’assediano da tutte parti.
I sapienti del mondo sei dimandano indarno a vicenda donde tragga Pio IX tanta fortezza, ma noi che viviamo alla vita della fede, possiamo conoscere il dono di Dio. Il Papa prega e con lui e per lui prega l’universo cattolico. Il nome di Pio IX è su tutte le labbra e su tutti i cuori. Il cristiano frappone quel nomea tutte le sue preghiere, la contadinella delle campagne {153 [203]} lo pronuncia recitando il suo rosario, il prete lo ripete nell’offrire la vittima senza macchia; e la sera nel pregare Gesù che benedica i loro sonni, i bambinelli supplicano il loro padre che è in cielo di proteggere il loro padre che è in Roma.
Assai prega Pio IX e nulla decide di grave senza aver fatto pregare assai. L’importanza che per consueto egli nega alle visioni, la dà intieramente alla preghiera. Un personaggio da lui chiamato a un grado eminente faceagli in presenza non poche obiezioni sulla scelta che avea fatta di lui! «No, dissegli il Papa, bisogna accettare. È gran tempo che ci penso, meditai, pregai, recitai tre messe per trarne lume, chiesi le altrui preghiere Iddio vi vuole su questo posto. Andateci!»

La Politica di Pio IX, raccontata da san Giovanni Bosco.
La libertà cattolica non sarà sempre inceppata, perchè la Chiesa nella preghiera ha una forza divina che tosto o lardi spezzerà ogni catena.
Un giorno, dicono, un personaggio molto addentro nelle tendenze dei diversi governi d’Europa, parlava col Santo Padre delle difficoltà della situazione.
«Se i gabinetti hanno la loro politica, diceva il Papa, anch’io ho la mia.
«Santo Padre, mi vorreste dire qual’è?
«Volentieri, figlio mio.
Allora alzando al cielo un’occhiata tutta inspirata dalla fede, il Vicario di Gesù Cristo colla voce di divino afflato conosciuta si bene dai pellegrini che vengono da Roma, disse: «Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il nome tuo, venga a noi il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.»

+ Preghiamo: Beato Pio IX, nella tormenta di un secolo difficile tu hai conservato la pace del cuore ed hai custodito nell’anima la gioia del Magnificat. Aiutaci ad essere lieti nelle prove per benedire oggi i nostri persecutori, rivelando per loro il volto di Dio. Tu hai amato l’Immacolata e ti sei illuminato di felicità vera quando hai dichiarato che la Vergine Santa non ha mai conosciuto il peccato, ma è stata sempre nel Cuore di Dio. Aiutaci ad amare Maria per seguire Gesù insieme a Lei fino al segno estremo dell’Amore. Signore Dio nostro che, in tempi di grandi trasformazioni culturali e sociali, guidasti il cammino della tua Chiesa, affidandola al sicuro magistero, all’infaticabile zelo apostolico ed alla fervida carità del tuo servo il beato Pio IX, ti chiediamo umilmente, per intercessione della Vergine Santa Immacolata, di confermare la nostra fede, d’alimentare la nostra speranza e di rinvigorire la nostra carità. Per Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro Signore, che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

O Beato Pio IX, prega per noi!