Cominciamo con alcune curiosità numeriche:
in 25 anni di Pontificato, i concistori presieduti da papa Giovanni Paolo II sono stati 9, con la creazione di 231 cardinali, provenienti da 69 nazioni, 17 delle quali non avevano mai avuto prima un cardinale. Nessun altro pontefice nella storia della Chiesa cattolica ha creato un numero così elevato di porporati.
I concistori ordinari pubblici indetti da papa Benedetto XVI, nei suoi 7 anni e mezzo di Pontificato, per la creazione di nuovi cardinali sono stati 5, nel corso dei quali egli ha creato un totale di 90 cardinali, provenienti da 37 nazioni, 2 delle quali non avevano mai avuto prima un cardinale.
Nel suo pontificato ad oggi, papa Francesco ha presieduto 7 concistori – l’ultimo il 28 novembre 2020, uno all’anno – durante i quali ha creato ben 101 nuovi cardinali (79 elettori e 22 non elettori) provenienti da 59 nazioni, 18 delle quali non avevano mai avuto un cardinale prima.
Gli eletti “non elettori” sono quelli, diciamo, premiati dal pontefice…
Attualmente e secondo le ultime direttive di Paolo VI ancora in vigore, i Cardinali elettori al Conclave devono essere 120…
Ma…. chi sono i CARDINALI (lat. cardinalis, da cardo “cardine”)?
I “cardinali di Santa Romana Chiesa” sono gli alti prelati che costituiscono il sacro Collegio, e fungono insieme da elettori, consiglieri e ministri del romano pontefice. A differenza del Vescovo la cui nomina è una ordinazione sacramentale, il cardinale è una nomina diretta del Pontefice, una dignità, non un sacramento.
Sono distinti nei tre ordini cardinalizi di vescovi, preti e diaconi.
L’istituzione dei cardinali preti risale ai primi secoli della Chiesa; ma i primi documenti compaiono solo nella prima metà del sec. IV, quando i termini di presbyter e diaconus cardinalis, s’incontrano negli atti del concilio romano 110 di S. Silvestro e in quelli di Nicea (325).
È vero che sotto l’Impero romano e, più tardi, nel Medioevo si chiamarono cardinali i sacerdoti più eminenti addetti alle chiese principali, come quelle di Milano, Costantinopoli, Ravenna, Colonia, ecc.; tuttavia a Roma, fin dal sec. V, questo nome era riservato ai sacerdoti addetti alle chiese titolari, dette anche semplicemente tituli o tituli cardinales, cioè alle 25 o 28 chiese appartenenti al vescovo di Roma, nelle quali era divisa l’amministrazione ecclesiastica dell’Urbe, considerate perciò quasi altrettante diocesi.
Fin dal sec. IX (costituzione De iure cardinalium di Giovanni VIII dell’873), i presbyteri cardinales erano giudici ecclesiastici e avevano la sorveglianza della disciplina ecclesiastica in Roma, con l’obbligo di riunirsi una volta al mese, di perseguire la violazione della legge, di comporre i conflitti fra ecclesiastici e laici in seno alla corte papale, ecc.
Nel sec. XI i cardinali preti sono 28, cioè 7 per ciascuna delle quattro basiliche, di S. Maria Maggiore, di S. Pietro in Vaticano, di S. Paolo sulla via Ostiense e di S. Lorenzo in campo Verano.
I cardinali diaconi sorsero in relazione alla divisione della città. Secondo il Liber Pontificalis la divisione di Roma in sette regiones o rioni risale a S. Clemente (anni 88-97), sebbene sia ugualmente attribuita ai suoi successori Evaristo (a. 99-108) e Fabiano (a. 236-250); a ciascuna di queste regioni presiedeva uno dei sette diaconi, cui incombeva specialmente la cura dei poveri e l’assistenza al vescovo di Roma nelle sacre funzioni. Più tardi furono chiamati diaconi cardinales, e il loro numero nel sec. XII era salito a 18.
Crescendo poi la mole degli affari e moltiplicandosi le funzioni religiose solite a compiersi dal vescovo di Roma, i papi chiamarono presso di sé i vescovi delle diocesi più vicine per farsi assistere nelle cerimonie più solenni, e in genere per aiuto e consiglio. Già sulla fine del sec. VIII si trova confermata da Stefano III (a. 768-772) l'”antica consuetudine” secondo la quale “i sette cardinali vescovi ebdomadarî (ossia, religioso addetto al servizio o alla celebrazione del culto in una determinata settimana), dovevano ogni domenica celebrare a vicenda la messa solenne all’altare di S. Pietro nella basilica Laterana”.
Il numero dei cardinali, che nel Medioevo variò da 40 a 54, fu portato da Sisto V con la costituzione Postquam verus del 3 dicembre 1586 a 70 (da Paolo VI portati a 120), cioè 6 vescovi, 50 preti, 14 diaconi, sebbene i titoli cardinalizi disponibili per i tre ordini siano 75; ne consegue che vi è sempre qualche titolo vacante.
La dignità cardinalizia, già grande nella Chiesa fin dalle sue origini, crebbe di molto da quando fu riservata ai cardinali per i decreti di Nicola II (1059) e di Alessandro III (1179) l’elezione del papa e il governo della Chiesa durante la sede vacante; nel frattempo si venne sostituendo la loro autorità a quella dei sinodi romani, mentre nei concistori essi partecipavano alla discussione di tutte le principali cause deferite al papa. Più tardi fu nominato un cardinale a presiedere ciascuno dei principali uffici o dicasteri ecclesiastici.
Infine, prima Eugenio IV con la costituzione Non mediocri (1438), poi Leone X con la bolla Supernae (1514) proclamarono il diritto di precedenza dei cardinali su tutte le altre dignità della Chiesa.
La nomina dei cardinali rimase però sempre riservata al papa, escluso qualsiasi intervento del potere civile, sia pure sotto forma di semplice presentazione. I requisiti per gli eligendi sono ancora press’a poco quelli stabiliti dal concilio di Trento, sess. XIV, c. I: oggi però, a norma del Diritto Canonico, non è ammesso neppure all’ordine dei cardinali diaconi chi non sia stato ordinato al sacerdozio. Per un cardinale nominato, avente solo il sacerdozio, fa seguito l’ordinazione a Vescovo, prima di indossare la berretta cardinalizia.
Per ulteriori informazione si legga qui.

Discorso tenuto da San Pio X ai cardinali al Concistoro 27 maggio 1914
Riportiamo questo documento, pubblicato dal sito di Sodalitium…
L’immagine di san Pio X con i suoi più stretti collaboratori è stata diffusa dal Centro Studi Giuseppe Federici
per le fonti, cliccare qui
“San Pio X – lungi dal credere scomparso e vinto il Modernismo – lo vedeva crescere minaccioso ovunque, anche e soprattutto, presso gli stessi capitani della barca ecclesiastica. Un Modernismo che, abbandonate per il momento le questioni dogmatiche, troppo pericolose, diventava per sopravvivere Modernismo sociale, difendendo la non confessionalità di partiti, sindacati e associazioni. Purtroppo, molti dei presenti non ascoltarono queste ultime volontà del Papa, e aprirono il primo spiraglio all’attuale rovina spirituale che ci sforziamo, seguendo le direttive di San Pio X, di combattere con l’aiuto di Dio.“
Il testo è stato pubblicato negli Acta Apostolicae Sedis (AAS 28 maggio 1914, anno VI, vol. VI, n. 8 pp. 260-262) in lingua italiana.
“Il grave dolore”
Allocutio habita in occasione impositionis bireti novis cardinalibus
die XXVII maii
Il grave dolore, provato dopo il Concistoro del 1911 per la perdita di tanti ottimi Cardinali, fu in qualche modo temperato dal conforto d’aver potuto riempire quel vuoto, ascrivendo ieri l’altro al sacro Collegio Voi, o miei Figli diletti. Le prerogative di pietà, di dottrina e di zelo, che Vi distinguono, e soprattutto la devozione, che professate a questa santa Sede apostolica, mi assicurano che mi sarete di valido aiuto per mantenere intatto il deposito della Fede, per custodire l’ecclesiastica disciplina, e per resistere ai subdoli assalti, a cui è fatta segno la Chiesa, non tanto per parte di aperti nemici, ma specialmente degli stessi suoi figli.
Che se è dovuto all’indomabile fermezza dei nostri padri, alla loro sollecita vigilanza, alla loro gelosa premura, e alla loro delicatezza direi quasi verginale in materia di dottrina il trionfo della Chiesa in tutti i pericoli e in tutti gli assalti mossi contro di essa nel corso dei secoli, forse in nessun tempo fu tanto necessario tener d’occhio questo sacro deposito, affinché ne sia mantenuta l’integrità e la purezza.
Siamo purtroppo in un tempo, in cui con molta facilità si fa buon viso, e si adottano certe idee di conciliazione della Fede con lo spirito moderno, idee, che conducono molto più lontano che non si pensi, non solamente all’affievolimento, ma alla perdita totale della Fede.
Non fa più meraviglia il sentire chi si diletta delle parole assai vaghe di aspirazioni moderne, di forza del progresso e della civiltà, affermando l’esistenza di una coscienza laica, d’una coscienza politica opposta alla coscienza della Chiesa, contro la quale si pretende al diritto e al dovere di reagire, per correggerla e raddrizzarla.
Non è nuovo l’incontrarsi in persone, che mettono fuori dubbi, e incertezze sulle verità e anche affermazioni ostinate sopra errori manifesti, cento volte condannati, e ciò nonostante si persuadono di non essersi mai allontanate dalla Chiesa, perché qualche volta hanno eseguite le pratiche cristiane.
Oh! quanti naviganti, quanti piloti, e, Dio non voglia, quanti capitani facendo fidanza con le novità profane e con la scienza bugiarda del tempo, anziché arrivare al porto, hanno fatto naufragio!
Fra tanti pericoli, in ogni contingenza, non ho mancato di far sentire la mia voce per richiamare gli erranti, per segnalare i danni, e per tracciare ai cattolici la via da seguire. Ma non sempre, né da tutti fu bene intesa e interpretata la mia parola, quantunque chiara e precisa. Anzi non pochi, seguendo l’esempio funesto degli avversari, che spargono zizzania nel campo del Signore per portarvi la confusione e il disordine, non si peritarono di darle arbitrarie interpretazioni, attribuendole un significato affatto contrario a quello voluto dal Papa e ritenendo come sanzione il prudente silenzio.
Ed in queste dure condizioni ho proprio bisogno del valido ed efficace concorso dell’opera vostra, o miei Figli diletti, tanto nelle varie diocesi alle quali con la dispensa papale farete ritorno, come nella Curia e nelle Congregazioni Romane, perché per la dignità alla quale siete innalzati, uniti di mente e di cuore al Papa, siate tra i primi difensori della sana dottrina, fra i primi maestri della verità, i banditori dei precisi voleri del Papa.
Predicate a tutti, ma specialmente agli ecclesiastici ed agli altri religiosi, che niente tanto dispiace a Nostro Signore Gesù Cristo e quindi al Suo Vicario, quanto la discordia in fatto di dottrina, perché nelle disunioni e nelle contese Satana mena sempre trionfo, e domina sui redenti.
Per conservare l’unione nella integrità della dottrina, premunite specialmente i sacerdoti dalla frequenza di persone di fede sospetta e dalla lettura di libri e giornali, non dirò pessimi, dai quali rifugge ogni onesto, ma anche di quelli che non sieno in tutto approvati dalla Chiesa, perché è micidiale l’aria che si respira, ed è impossibile maneggiare la pece e non restarne inquinati.
Se mai Vi incontraste in coloro che si vantano credenti, devoti al Papa, e vogliono essere cattolici ma avrebbero per massimo insulto l’essere detti clericali, dite solennemente che figli devoti del Papa sono quelli che obbediscono alla sua parola ed in tutto lo seguono, e non coloro, che studiano i mezzi per eluderne gli ordini, o per obbligarlo con insistenze degne di miglior causa ad esenzioni o dispense tanto più dolorose quanto più sono di danno e di scandalo.
Non cessate mai di ripetere che, se il Papa ama ed approva le associazioni cattoliche, che hanno di mira anche il bene materiale, ha sempre inculcato che deve avere in esse la prevalenza il bene morale e religioso, e che al giusto e lodevole intento di migliorare le sorti dell’operaio e del contadino dev’essere sempre unito l’amore della giustizia e l’uso dei mezzi legittimi per mantenere tra le varie classi sociali l’armonia e la pace.
Dite chiaramente che le associazioni miste, le alleanze coi non cattolici per il benessere materiale a certe determinate condizioni sono permesse, ma che il Papa predilige quelle unioni di fedeli, che deposto ogni umano rispetto e chiuse le orecchie ad ogni contraria lusinga o minaccia, si stringono intorno a quella bandiera, che, per quanto combattuta, è la più splendida e gloriosa, perché è la bandiera della Chiesa.
Questo è il campo, o miei Figli diletti, nel quale dovete esercitare la vostra attività ed il vostro zelo. Ma poiché a nulla vale il nostro lavoro se non sia dal Cielo benedetto, preghiamo Nostro Signore Gesù Cristo, che strinse e suggellò col Suo Sangue l’universale fratellanza del genere umano, e raccolse tutti coloro, che erano per credere in Lui come in una sola famiglia, a coordinare per l’opera nostra le intelligenze e le volontà di tutti con tale perfezione di concordia che tutti i figli della Chiesa siano una cosa sola fra di loro come una cosa sono Egli ed il Padre.
Ed in questa speranza, Vi impartisco con effusione di cuore l’Apostolica Benedizione.
La situazione di oggi
2022, il Collegio Cardinalizio cambierà fisionomia?
Per la prima volta da inizio pontificato nel 2021 il Papa non ha presieduto un concistoro nel corso dell’anno
Di Marco Mancini: Città del Vaticano, 04 gennaio, 2022 / (ACI Stampa).-
Il 2021 è stato il primo anno del pontificato di Francesco in cui il Papa non abbia proceduto ad un concistoro per la creazione di nuovi cardinali. E’ assai probabile dunque che il 2022 veda l’innesto nel Sacro Collegio di nuove berrette rosse, contando il fatto che nel corso dell’anno saranno ben 10 i cardinali che compiranno 80 anni e che perderanno di conseguenza il diritto di voto in un futuro conclave.
Ad oggi il Sacro Collegio è composto da 215 Cardinali, di cui 120 – il tetto massimo previsto da Paolo VI e sempre confermato dai suoi successori – elettori e 95 non elettori. Nel corso dell’anno che si è appena aperto gli elettori scenderanno a quota 110.
Il primo Cardinale a compiere 80 anni nel 2022 sarà – venerdì prossimo 7 gennaio – Ricardo Ezzati Andrello, Arcivescovo emerito di Santiago del Cile, creato da Papa Francesco nel concistoro del 2014.
Ad aprile saranno altri due porporati ad uscire dal novero degli elettori, entrambi creati da Papa Francesco: il 7 il Cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia – Città della Pieve e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana – ed il 13 il Cardinale spagnolo Ricardo Blazquez Perez, Arcivescovo di Valladolid.
Il 6 giugno sarà la volta dell’Arcivescovo emerito di Città del Messico, Norberto Rivera Carrera, creato Cardinale da Giovanni Paolo II nel 1998.
A settembre toccherà ad altri due porporati: il 3 compirà 80 anni il Cardinale Gregorio Rosa Chavez, salvadoregno vescovo ausiliare di San Salvador, che ha ricevuto la berretta rossa da Papa Francesco nel 2017 ed il 22 il Cardinale Ruben Salazar Gomez, colombiano, Arcivescovo emerito di Bogotà, creato da Benedetto XVI nel concistoro del novembre 2012.
Il 1° ottobre compirà 80 anni il Cardinale Giuseppe Bertello, Presidente emerito del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e il 18 dello stesso mese sarà il Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, a perdere il diritto di voto in conclave. E’ stato creato Cardinale da Benedetto XVI nel 2010.
Il 7 novembre sarà l’80° genetliaco di un altro Cardinale creato da Benedetto XVI: Andrè Vingt-Trois, Arcivescovo emerito di Parigi.
L’ultimo a compiere 80 anni nel 2022 sarà uno degli uomini più vicini e ascoltati da Papa Francesco: il Cardinale honduregno Oscar Andres Rodriguez Maradiaga, Arcivescovo di Tegugicalpa, che ha ricevuto la porpora da Giovanni Paolo II nel febbraio 2001.
L’Europa ad oggi conta 52 Cardinali elettori che a fine 2022 scenderanno a quota 47, ad uscire saranno 3 italiani, 1 spagnolo e 1 francese. Le Americhe hanno 36 rappresentanti nel Sacro Collegio, che però nel corso dell’anno caleranno a 31, con il raggiungimento dell’80° anno di età di 1 cileno, 1 messicano, 1 salvadoregno, 1 colombiano e 1 honduregno. Asia (15 elettori), Africa (14) e Oceania (3) non subiranno invece variazioni in uscita. Da sottolineare il fatto che l’Africa nel 2021 abbia perso molto spazio nell’ambito dei vertici della Chiesa: ben 3 cardinali elettori (Zubeir Wako, Napier e Piat) hanno raggiunto gli 80 anni e nessun presule africano è attualmente alla guida di un organismo della Curia Romana dopo le uscite di scena dei Cardinali Sarah e Turkson.
Fino a questo momento dei 120 cardinali elettori 12 sono stati creati da Giovanni Paolo II, 38 da Benedetto XVI e 70 da Francesco. A fine anno saranno rispettivamente 10, 34 e 66.
AGGIORNAMENTO 27 AGOSTO 2022
- POSSIBILI SORPRESE
La questione del papa emerito sullo sfondo del concistoro lunedì e martedì 29 e 30 agosto – di Nico Spuntoni
Specialmente sulla stampa estera si riportano rumors che vorrebbero la questione delle dimissioni papali – più volte affrontata da Francesco nelle ultime interviste – al centro dell’incontro col Sacro Collegio con lo scopo di preparare il terreno a quella regolamentazione dello status del papa emerito da lui stesso evocata nell’intervista a Televisa. Ne ha scritto pochi giorni fa anche Alberto Melloni su Repubblica, rilevando che «tutti sanno che è pronta la legge sulla rinuncia che definirà lo status del vescovo emerito di Roma, peraltro già esemplata dalla prassi ratzingeriana». Una prova di ciò sarebbe la visita lampo – programmata per domenica e quindi subito dopo la creazione dei nuovi cardinali e subito prima la riunione – a L’Aquila, lì dove è sepolto Celestino V e dove Benedetto XVI pose il pallio della sua elezione sulla teca con le spoglie del santo.
L’ipotesi che possa essere vicina una legge per disciplinare la condizione di un pontefice dimissionario trova riscontri anche sulla rivista dei gesuiti statunitensi, America Magazine, che ha riportato anche le dichiarazioni fatte poco tempo fa sull’argomento da uno dei nuovi venti cardinali, il canonista Gianfranco Ghirlanda secondo cui il fatto che ci siano due persone con il titolo di “papa”, anche se uno ha aggiunto “emerito” , «non si può dire non possa generare confusione nell’opinione pubblica». Il gesuita romano, peraltro, viene indicato come uno dei principali ispiratori della Praedicate Evangelium su cui, ufficialmente, i cardinali di tutto il mondo sono stati convocati a Roma.
Ma c’è anche chi fa balenare l’ipotesi che lunedì e martedì potrebbe esserci un’ulteriore sorpresa: Melloni, infatti, nel già citato articolo di Repubblica ha sostenuto che «è noto che Francesco sta facendo scrivere una riforma del conclave». C’è da ricordare che con l’infornata di porpore di oggi, più della metà dei cardinali elettori sono stati creati nel pontificato in corso: il 63%, mentre il 29% si devono a Benedetto XVI e il restante 8% a San Giovanni Paolo II.
«Il Papa non intende dimettersi: prepara con cura la sua successione per fare continuare la linea del suo pontificato. […] Francesco non è quindi in procinto di partire, ma prepara con cura la sua successione affinché continui l’orientamento che sta dando alla Chiesa Cattolica. (…) Più personalità un Papa nomina nella sua linea, più assicura una successione, anche se al Conclave nulla è mai prevedibile. Mentre Giovanni Paolo II e Benedetto XVI si impegnavano a nominare alte personalità agli antipodi della loro sensibilità, per onorare la diversità della Chiesa, Francesco scelse i profili dei nuovi cardinali tra uomini d’azione, pastori di base, preferibilmente di piccoli Paesi o Città sotto pressione. Si tratta di un dato di fatto oggettivamente verificabile negli otto Concistori precedenti. Gli unici teologi o intellettuali di statura, o vescovi di fama, che Francesco ha creato cardinali, a maggioranza hanno più di 80 anni».
Papa Francesco crea dei cardinali per garantire la sua continuità di Jean-Marie Guénois, inviato speciale a Roma – Le Figaro, 26 agosto 2022 – LEGGI QUI TESTO INTEGRALE
ricorda che:


Il Sacro Collegio nel 2023: 11 i Cardinali che compiranno 80 anni – AGGIORNAMENTO
Ad oggi i porporati con meno di 80 anni sono complessivamente 125 e dunque scenderanno a quota 114, in attesa di un possibile nuovo concistoro di Papa Francesco
CITTÀ DEL VATICANO , 09 gennaio, 2023 / 2:00 PM (ACI Stampa).-
Sono ben 11 i Cardinali elettori che nel 2023 compiranno 80 anni, perdendo così il diritto di voto in conclave. Ad oggi i porporati con meno di 80 anni sono complessivamente 125 e dunque scenderanno a quota 114, in attesa di un possibile nuovo concistoro di Papa Francesco.
Di questi 11 Cardinali 6 sono stati creati da Benedetto XVI, 2 da San Giovanni Paolo II e 3 da Papa Francesco. Gli elettori, pertanto, saranno così distribuiti: 8 creati da San Giovanni Paolo II, 28 da Benedetto XVI e 78 da Papa Francesco.
Il primo a compiere gli 80 anni il prossimo 14 gennaio sarà il Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo metropolita emerito di Genova, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana dal 2007 al 2017 e successivamente Presidente del CCEE. E’ stato creato cardinale da Benedetto XVI nel novembre 2007.
Il 3 febbraio sarà la volta di un altro porporato creato da Benedetto XVI: Domenico Calcagno, Presidente emerito della Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica e già Vescovo di Savona-Noli.
Ancora un Cardinale creato da Benedetto XVI a compiere 80 anni il prossimo 26 aprile: è Dominik Duka, domenicano, Arcivescovo metropolita emerito di Praga.
Il 2 giugno 2023 uscirà dal novero degli elettori anche il Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo metropolita emerito di Napoli, creato da San Giovanni Paolo nel concistoro del febbraio 2001.
Il 30 luglio toccherà invece a Giuseppe Versaldi, creato cardinale da Benedetto XVI nel 2012. E’ stato fino a pochi mesi fa Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica ed in precedenza Presidente della Prefettura degli Affari Economici, organismo soppresso da Papa Francesco e confluito nella Segreteria per l’Economia.
Il 17 settembre compirà 80 anni il Cardinale Angelo Comastri, anch’egli creato da Benedetto XVI. E’ stato fino al 2021 Arciprete della Basilica di San Pietro e Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano.
A perdere il diritto di voto in conclave sarà poi il 1° ottobre il Cardinale Patrick D’Rozario, Arcivescovo emerito di Dacca. E’ stato creato da Papa Francesco il 19 novembre 2016.
Il 18 novembre 2023 sarà il turno del Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto emerito del Dicastero per le Chiese Orientali. Ha ricevuto la berretta rossa da Benedetto XVI nel 2007.
Il 5 dicembre poi compirà gli 80 anni il Cardinale sudcoreano Andrew Yeom Soo-jung, Arcivescovo metropolita emerito di Seul. E’ stato creato da Papa Francesco nel suo primo concistoro del 2014.
Sarà poi il Cardinale Jean Zerbo, del Mali, a compiere 80 anni il 27 dicembre 2023. Arcivescovo metropolita di Bamako, è stato annoverato nel Sacro Collegio da Francesco nel 2017.
Infine, il 28 dicembre, sarà la volta del Cardinale Juan Luis Cipriani Thorne, Arcivescovo metropolita emerito di Lima. E’ stato creato da San Giovanni Paolo II nel 2001.
Degli undici Cardinali che usciranno dal novero degli elettori nel corso dell’anno 6 sono europei, di cui 5 italiani e 1 ceco; 2 sono sudamericani, uno argentino e uno peruviano; 2 sono asiatici, uno del Bangladesh e uno della Corea del Sud. Uno infine dall’Africa, proveniente dal Mali.