Permissione Divina e: quando un atto è valido ma illecito?

Cerchiamo di chiarire l’affermazione secondo la quale – la Messa nuova detta Paolo VI (Novus Ordo) – è per il mondo tradizionalista “VALIDA MA ILLECITA”.
Inoltre: che cosa è la “permissione divina”?
Troverete le risposte da approfondire in QUESTO FILE pdf da scaricare qui: Permissione Divina e: quando un atto è valido ma illecito

Per comprendere sulla questione della Permissione Divina, suggeriamo anche questo libro prezioso che spiega sulla DIVINA PROVVIDENZA e il suo intervento nel mondo e nella vita degli uomini: Breve Trattato sulla Divina Provvidenza

Ovviamente non abbiamo ricette o bacchette magiche atte a risolvere i problemi e la confusione che stiamo vivendo, ciò che abbiamo tentato di fare è di offrire alcune risposte chiave con le quali affrontare il tema dal punto di vista DEI SANTI e con la Chiesa stessa. Risposte che non soddisferanno tutti e che non risolvono i problemi, ma che senza dubbio ci aiutano a procedere nel modo più giusto e corretto.
Non sappiamo fino a quando il Signore permetterà questi ABUSI, ma siamo convinti che questo tempo di tribolazione finirà (crediamo alla promessa del trionfo del Cuore Immacolato di Maria che avverrà dopo la grande tribolazione che la Chiesa dovrà patire) e il Vetus Ordo tornerà in pienezza nel suo splendore: come un Papa (Paolo VI) ha permesso il Novus Ordo, così sarà un futuro Pontefice a rimettere le cose a posto, ma dovrà essere LA CHIESA a stabilire il valido o l’illecito, il giusto o sbagliato… a noi la Croce, a Dio la Gloria!

In questa PERMISSIONE DIVINA noi sappiamo bene come il diavolo non può fare nulla senza la permissione di Dio e così gli eretici, gli scismatici, chiunque attenta alla vita della Chiesa stessa e dei Sacramenti!
In Giobbe ha permesso che il demonio gli togliesse i figli, i beni, la salute, ma non gli ha permesso di togliergli la vita e neanche la moglie, la quale tuttavia, anziché consolarlo, lo tormentava ancora di più.
Noi non sappiamo TUTTO del progetto di Dio e come si muove durante l’oscurità “nei tempi”… ma siamo certissimi che Egli offre a tutti la capacità di comprendere che quella tale opera malvagia, maldestra, non viene da lui, ma dall’avversario.

E perché il Buon Dio ha concesso (permesso) tanto potere sugli uomini, specialmente nella Chiesa, tanto da devastare il suo stesso progetto?

Sant’Agostino sostiene che, se il diavolo avesse mano libera da Dio, “nessuno di noi rimarrebbe in vita”.
“La potenza di Satana non è infinita – si legge nel n. 395 del Catechismo della Chiesa Cattolica -. Egli non è che una creatura, potente per il fatto di essere puro spirito, ma pur sempre una creatura: non può impedire l’edificazione del regno di Dio. Sebbene Satana agisca nel mondo per odio contro Dio e il suo Regno in Cristo Gesù, e sebbene la sua azione causi gravi danni – di natura spirituale e indirettamente anche di natura fisica – per ogni uomo e per la società, quest’azione è permessa dalla divina Provvidenza, la quale guida la storia dell’uomo e del mondo con forza e dolcezza. La permissione divina dell’attività diabolica è un grande mistero, ma ‘noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio’ (Rom 8, 28)”.
Pertanto, se tutto il piano unitario della creazione è orientato a Cristo, per la centralità dello stesso Cristo non è ammesso che il male e il diavolo prevalgano sul bene e tanto più su Dio medesimo. Inoltre la ribellione di Satana, per voler essere il primo in assoluto, e la sua sconfitta diventano per gli esseri umani freno per non arrogarsi di competere con Dio.

Così spiega san Cipriano:

  • Ond’è che le eresie son nate, e sorgono così frequentemente quando un’anima perversa non trova pace, quando un perfido ribelle non conserva l’unità. Esse le eresie sono permesse da Dio, senza che intaccano per nulla il libero arbitrio, anzi l’integrità della fede di quelli che furon messi alla prova rifulge di più chiara luce, dopo che i loro cuori e le loro intelligenze furono saggiate dalla lotta contro la verità.
    Perciò l’Apostolo scrive: E’ necessario che vi siano le eresie, affinchè si conoscano tra voi quelli che sanno resistere (1Cor.11,19). Con l’eresia si saggiano i fedeli e si scoprono gli empi e così, prima ancora del giudizio finale, anche quaggiù i giusti vengono separati dai peccatori come la pula viene divisa dal grano.
    Di questa razza di peccatori — eretici — sono quelli che senza alcun divino mandato, arbitrariamente si mettono alla testa di seguaci temerari e usurpano il nome di vescovo senza che alcuno abbia loro conferito l’episcopato; ad essi lo Spirito Santo dà il nome di titolari della cattedra di pestilenza (2Tim.2,17), peste e lue della fede, bugiardi altoparlanti del serpente, artefici della corruzione della verità, vomitatori di veleni, i cui discorsi strisciano come scorpioni (Sal.1,1), le cui conversazioni inoculano veleno nei cuori.
    Contro di essi leva la sua voce il Signore; lungi da essi il Signore vuol richiamare il suo popolo sbandato, quando dice: Non ascoltate i discorsi dei falsi profeti, che son tratti in inganno dalle fantasie del loro spirito. Parlano, ma non da parte di Dio. A quelli che rigettano’ la parola di Dio, dicono: Pace a voi, e a tutti quelli che seguono solo la loro volontà; a chi cammina sulla falsa strada delle proprie illusioni non accadranno mali. — Non ho parlato così ad essi eppure osano profetare. Ma se fossero, rimasti uniti a me, se avessero dato ascolto alle mie parole e così avessero ammaestrato il mio popolo, io lì avrei liberati dai loro malvagi pensieri (Gerem.23,16-21). E ancora: Abbandonarono me, sorgente d’acqua viva e scavarono pozzi secchi che non possono dare acqua (ivi 2,16).

Insomma, il Signore permette che il diavolo ci tenti – ed è evidente che ciò tocca TUTTE le Membra della Chiesa, compreso il Papa e tutta la gerarchia – ma non oltre le nostre possibilità, ossia non impedisce alla nostra volontà di ribellarci a lui.

RICORDIAMOLO SEMPRE:
Una cosa è la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica, Sposa di Cristo e suo Corpo mistico di cui Egli è il Capo (cf Ef 5,21-33; 1Cor 12,12-13) e sulla quale sta la promessa dello Sposo “le porte degli inferi non prevarranno”.
Altro sono gli uomini di Chiesa; uomini come noi Membra di questo Corpo che è Santo mentre noi ancora non lo siamo, membra sante per il Battesimo e i sacramenti, ma ancora peccatori, così quando parliamo della Gerarchia, dei Sacerdoti che, per divina elezione, sono innalzati alla dignità più alta cui uomo possa aspirare: l’alter Christus sacerdotale.
È l’insegnamento dei Padri: «Dal suo fianco Cristo costruì la Chiesa, come dal fianco di Adamo derivò Eva», scrive san Giovanni Crisostomo; e sant’Agostino: «Questo secondo Adamo [Cristo], chinato il capo, si addormentò sulla Croce, affinché ne fosse formata la sua Sposa, che uscì dal costato di Lui».
È la storia di san Pio da Pietrelcina tanto per fare un altro esempio: perseguitato, calunniato, punito insomma dalle autorità della Chiesa; eppure egli non ha mai messo in dubbio l’autorità della Chiesa e mai è venuto meno il suo amore di figlio verso di essa.
«Un giorno – racconta padre Pellegrino Funicelli – per il corridoio mormorò la seguente invocazione: “O santa autorità della Chiesa, aiutami”.
Io dissi scherzando: “Ce ne stanno pochi di santi e di sante. Adesso dobbiamo raccomandarci pure a questa nuova santa”.
“Questo spirito di gallina – mi rispose – tienilo per te, la Chiesa in quanto autorità è sempre meglio invocarla che calpestarla, come fai tu”».

Con i tempi che corrono è bene chiarire che la Chiesa che amava padre Pio è quella di Cristo, non quella del parroco, del vescovo o di chicchessia che vuole insegnare, in nome dell’autorità stessa della Chiesa, dottrine fuorvianti, errate se non perfino eretiche… La Chiesa, quella santa, non cambia né può cambiare, perché è proprietà di Cristo e l’insegnamento di Cristo è il Vangelo e nel Vangelo trasmesso dagli Apostoli e ribadito dai Padri, tale insegnamento non necessita di alcun “aggiornamento” alle mode dei tempi, perché vale per tutti e per ogni tempo.
Perciò è chiaro che, qualsiasi arbitrarietà di nuovi aggiornamenti non confacenti alla dottrina di sempre, non intacca l’autorità della Santa Chiesa e l’obbedienza ai superiori, ma ci obbliga a custodire il “depositum fidei” che abbiamo ricevuto dalla Chiesa perché, le autorità della Chiesa fino al Papa stesso, essendo uomini, potrebbero anche deviare dalla verità, ma non per questo noi saremmo scusati se li seguissimo appoggiando e sostenendo i loro errori né se, al contrario, ci distaccassimo però dalla Chiesa nella pretesa di saperne creare o addirittura custodirne una migliore, magari scegliendoci noi i Pastori!
TUTTI dobbiamo ricordarci che la condizione necessaria alla salvezza è la grazia che attingiamo dai sacramenti, sacramenti che ci possono venire solo dalla Chiesa guidata dal Papa, anche fosse errante, perché così ha voluto Dio. Non c’è altra strada o possibilità. E in fondo l’unica cosa necessaria, come disse padre Pio a un giovane che gli chiese cosa dovesse fare, è salvarsi l’anima!
Il nostro dovere di cattolici è pregare per la Santa Madre Chiesa, sacrificarci per i Pastori, per il Papa, ancor più per i suoi ministri sui quali grava la responsabilità di molte anime.
A loro sarà chiesto se hanno conservato integro il “depositum fidei” e se lo hanno trasmesso al gregge loro affidato, a noi però sarà chiesto se noi – e nessun altro – saremo rimasti fedeli a Cristo e al suo Vangelo, e quindi alla Chiesa una, santa, cattolica e apostolica, e non ci sarà dato di poter scaricare la colpa su un “falso profeta” di turno, perché Gesù ci ha già avvisati: «Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci!» (Mt 7,15).

L’amore costante alla Santa Madre Chiesa è stato il segno distintivo di tutti i santi, specialmente quando gli uomini di Chiesa, per permissione divina, li perseguitavano.
Così insegna la Divina Provvidenza a santa Caterina da Siena nel Dialogo:
DIO GOVERNA IL MONDO E A NOI TOCCA OBBEDIRE (ED ESSERE UMILI)
– “A volte per grandine o tempesta, o per saetta e terremoti, pestilenze che Io mando sul corpo della creatura, parrà all’uomo che questo sia crudeltà, quasi giudicando che Io non abbia provveduto alla salute di quella. Io invece l’ho fatto per scamparla dalla morte eterna, dalla dannazione certa, sebbene egli ritenga il contrario. E così gli uomini del mondo vogliono in ogni cosa contaminare le mie opere, ed intenderle secondo il loro basso intendimento!
Ciò che avviene, spiega santa Caterina, Dio lo permette solo per il nostro bene e per la nostra salute eterna.
Talvolta Santa Caterina arriva ad ipotizzare che il Papa possa essere un demonio incarnato. Ma anche in tal caso va obbedito in quanto tale, seguito nell’errore no, ma obbedito nell’esercizio e nel suo ruolo, sì.
Ecco le sue parole:
– “O Verbo dolce, Figlio di Dio, tu hai riposto il tuo sangue nel corpo della santa Chiesa e vuoi che ci sia amministrato per le mani del tuo vicario.
Perciò è stolto colui che si allontana e agisce contro questo vicario che tiene le chiavi del sangue di Cristo crocifisso.
Anche se fosse un demonio incarnato, io non devo alzare il capo contro di lui, ma sempre umiliarmi chiedendo il sangue per misericordia: perché in altro modo non lo potete avere, né in altro modo potete partecipare il frutto del sangue. Vi prego, dunque, per l’amore di Cristo crocifisso, che non operiate mai più contro il vostro capo

(Lettera 28, a Bernabò Visconti, signore di Milano).

Questa permissione divina è l’opera diabolica che Dio permette PER METTERCI ALLA PROVA, per saggiare la nostra fedeltà alla Chiesa, alla sua stessa Parola dandoci tale ragguaglio con la TEMPESTA SEDATA.
Con il Signore nella Barca affidata a Pietro e a tutti i Pontefici in ogni tempo, non deve mai farci venire meno la Fede in Lui. Egli è il nostro rifugio e la nostra forza e non abbandonerà mai la Barca.
In quel giorno, verso sera, Gesù disse ai discepoli: “Passiamo all’altra riva del lago”. E, lasciata la folla, essi lo presero con sé nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva.
Allora lo svegliarono e gli dissero: “Maestro, non ti importa che moriamo?”. Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: “Taci, calmati!”. Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi Gesù disse ai discepoli: “Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?”. E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: “Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?”. (Mc.4,35-41).
DIO PERMETTE alle tempeste di investire la sua Chiesa, ma per insegnare a noi l’esigenza e l’importanza, anzi la priorità di avere fede in Gesù sempre, anche nel momento della prova più dura e difficile. Non siamo stati battezzati per mettere sotto processo la Gerarchia, ma per fare discernimento tra il bene e il male, tra ciò che è giusto e sbagliato, convertirci, confessarci, ricevere i Sacramenti che salvano…
La presenza del Signore non viene mai meno anche quando sembra che egli dorma accanto a noi.
È impossibile separare Cristo e la Chiesa, e chi fa questo non segue Cristo né la Chiesa, perché “la Chiesa – dice padre Pio – è legata a Gesù come il tralcio alla vite”, e chi si stacca da questo tralcio, si stacca anche dalla vite.

Così insegnava Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque per una perfetta Consacrazione al Suo Cuore Divino:

  • “Avrò cura di te e delle tue cose. A tal fine è necessario che tutto, anima, corpo, vita, salute, famiglia, affari, in una parola, tutto venga messo da te interamente a disposizione della mia soave provvidenza e che tu mi lasci fare. Voglio curar tutto a mio piacere ed avere le mani libere. Per questo desidero che tu mi consegni tutte le chiavi, che tu mi dia il permesso di entrare e di uscire quando io lo voglia, che tu non mi vada sorvegliando per vedere e per esaminare quello che faccio; che non mi chieda conto di nessuno dei passi che fo, quantunque tu non ne veda la ragione e sembri, a prima vista, che tutto avverrà con tuo danno: poiché, sebbene molte volte dovrai procedere alla cieca, ti consolerà il sapere che sei in buone mani. E quando mi offri le tue cose, non devi farlo col fine che io le regoli a tuo piacere, perchè questo sarebbe impormi delle condizioni ed agire con fini interessati, ma solo affinchè io le indirizzi secondo quello che a me piacerà, procedendo in tutto come Signore e come Re, con piena libertà, quantunque preveda che, alcune volte, le mie decisioni ti apporteranno dolore.
    Tu non vedi che il presente, io vedo l’avvenire: tu guardi con un microscopio, io con un telescopio di incommensurabile portata.
    Soluzioni, che sul momento sembrerebbero felicissime, sono, a volte, disastrose per gli avvenimenti futuri, ed oltre a ciò, alcune volte, per provare la tua fede e la tua confidenza in Me, e perchè si accresca la tua gloria nel cielo permetterò, con intento deliberato, lo scompiglio dei tuoi piani…

    Non vorrei ora che, dato ciò, tu ti abbandonassi ad una specie di fatalismo quietista e che trascurassi i tuoi affari spirituali e materiali. Devi seguire come legge quel consiglio che lasciai nel Vangelo: «Quando avrete fatto ciò che vi sarà stato comandato, dite pure: “Siamo servi inutili”». In ogni impresa devi mettere tutta la diligenza che puoi, come se l’esito dipendesse da te solo, e dopo devi dirmi con umile confidenza: «Cuore di Gesù ho fatto tutto quel che è stato possibile alla mia debolezza: il resto è cosa tua, abbandono il risultato alla tua Provvidenza». Detto ciò, procura di allontanare ogni inquietudine e di rimaner pacifico come un lago in un tranquillo pomeriggio d’autunno.”

e con le parole di san Cipriano:

— La sposa di Cristo non può tradire il suo sposo, perchè è immacolata, è pura. Conosce una sola casa; custodisce nella sua purezza, la santità di un unico talamo. E’ lei che ci mantiene in unione con Dio, lei che destina al Regno di Dio quanti figliuoli nacquero da lei.
Chi s’allontana dalla Chiesa per unirsi a una setta eretica, non ha diritto alle promesse della Chiesa. Chi l’abbandona, non potrà avere il premio promesso da Cristo. Perchè diventa uno straniero, uno sconsacrato, un nemico di Cristo. Non può avere Dio per Padre chi non ha la Chiesa per madre.
E come nessuno potè scampare al diluvio senza cercar ricovero nell’arca di Noè, così nessuno potrà salvarsi senza far parte della Chiesa. Suonano infatti come un rimprovero le parole del Signore: Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie meco, disperde. Chi disprezza la pace di Cristo, opera contro Cristo. Chi raccoglie fuori della Chiesa, sparpaglia la Chiesa di Cristo.
Il Signore dice ancora: Io e il Padre siamo una cosa sola (Gv.10,30), e sappiamo che il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo «sono una cosa sola» (Gv.5,7). Chi è allora tanto stolto da credere che l’unità ecclesiastica che procede da Dio, amalgamata dai sacramenti, possa poi essere scissa, lacerata da contrasti di passioni?
Chi incrina l’unità della Chiesa è fuori della Legge divina, non è nella Fede del Padre e del Figlio, non ha vita nè salvezza.

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RICORDA:

Per comprendere sulla questione della Permissione Divina, suggeriamo anche questo libro prezioso che spiega sulla DIVINA PROVVIDENZA e il suo intervento nel mondo e nella vita degli uomini: Breve Trattato sulla Divina Provvidenza, del professor Roberto de Mattei.

Troverete le risposte da approfondire in QUESTO FILE pdf integrale da scaricare qui: Permissione Divina e: quando un atto è valido ma illecito

Ricordiamo anche la sezione dedicata alla CRISI LITURGICA – vedi qui – nella quale abbiamo trattato questi temi.

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È valida la Messa celebrata da un prete scomunicato?

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Quesito

Buongiorno Padre Angelo!
Innanzi tutto grazie infinite per il suo operato che dona luce a tante anime!
La mia domanda è questa: se un sacerdote scomunicato celebra la Santa Messa, è valida? Il mio pensiero è che sia valida in quanto sacerdote in eterno, ma illecita, ma desideravo avere una sua parola in merito.
La ringrazio! Le auguro un santo Avvento ricco di grazia!
Dio la benedica!
Sr


Risposta del sacerdote

Carissima suor…,
1. Un sacerdote scomunicato celebra validamente perché il potere che ha ottenuto con l’ordinazione sacerdotale nessuno glielo può togliere. Gli rimane in eterno.
Celebra però illecitamente, e cioè compiendo un peccato mortale.

2 Ecco in proposito la dottrina insegnata da San Tommaso d’Aquino:
“Alcuni hanno asserito che gli eretici, gli scismatici e gli scomunicati, essendo fuori della Chiesa, non sono in grado di consacrare il sacramento eucaristico.
Ma in ciò s’ingannano. Perché, come osserva Sant’Agostino, “altro è non avere una cosa, altro è averla abusivamente”, così pure “altro è non dare e altro è dare malamente”.
Coloro, dunque, che facendo parte della Chiesa ricevettero il potere di consacrare l’Eucarestia con l’ordinazione sacerdotale, ne hanno validamente la facoltà, ma non la esercitano lecitamente, se in seguito si sono separati dalla Chiesa con l’eresia, lo scisma, o la scomunica. Coloro invece che vengono ordinati in tale stato di separazione, né ricevono il potere sacerdotale lecitamente, né lecitamente lo esercitano.
 Che però gli uni e gli altri lo possiedano validamente risulta dal fatto, notato anche da Sant’Agostino, che quando ritornano all’unità della Chiesa, non sono di nuovo ordinati, ma vengono accolti nell’ordine che hanno.
E poiché la consacrazione dell’Eucarestia è un atto connesso col potere di ordine, coloro che sono separati dalla Chiesa per eresia, scisma, o scomunica, possono validamente consacrare l’Eucarestia, la quale da essi consacrata, contiene il vero corpo e sangue di Cristo; però non consacrano lecitamente, ma commettono peccato. Quindi non ricevono il frutto del sacrificio, che è il sacrificio spirituale” (Somma teologica, III, 82, 7).

3. San Tommaso osserva che nella celebrazione della Messa il sacerdote nelle varie preghiere parla in nome della Chiesa cui è unito.
Ma quando proferisce le parole della consacrazione parla in persona Christi, di cui fa le veci per il potere dell’ordine sacro.
“Pertanto il sacerdote, separato dall’unità della Chiesa con la scomunica, non avendo perduto il potere di ordine, consacra validamente il corpo e il sangue di Cristo: essendo però separato dall’unità della Chiesa, le sue preghiere non hanno efficacia (Ib., ad 3).

4. Quest’ultima affermazione è di particolare gravità per coloro che partecipano alla Messa celebrata da sacerdoti di cui sanno che sono scomunicati e, peggio ancora, ridotti allo stato laicale: sebbene la consacrazione sia valida, tuttavia tutte le altre preghiere, compresa la benedizione, non hanno efficacia.

Ti auguro un fruttuoso avvento, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.

Padre Angelo

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