Pio XII cosa deve essere la vera Stampa che vuol dirsi Cattolica

Prendiamo spunto dallo tsunami giornalistico in atto per aiutare i nostri Lettori a comprendere certi danni causati dai Media, o dai social della rete, danni di una certa stampa di informazione (o disinformazione) che, pretendendo di parlare “l’ecclesialese” di fatto affonda la Chiesa, inganna i cattolici e finisce per seminare zizzania.

Come dovrebbe comportarsi un giornalista che vuole dirsi “cattolico”? E come deve leggere, le notizie, un vero cattolico?

L’idea di questi chiarimenti nasce anche dall’atteggiamento recente, coraggioso ed onesto, del vaticanista Aldo Maria Valli il quale, non senza fatica e con tanta umiltà, sta cercando di capire che cosa accade nella Chiesa oggi, si pone domande e condivide con i lettori le perplessità, le amarezze, come anche le speranze che devono contraddistinguere un Cattolico quando si informa, legge, ascolta ciò che accade nella Chiesa.

Qualcuno che, invece, si auto promuove “giornalista” e pure di stampo cattolico, altri che si fregiano del titolo di “vaticanisti” (e di questi non faremo i nomi) ma che in verità e coscienza sono seminatori di zizzania, sfruttano la Chiesa e ciò che in essa accade per promuovere visioni relativiste dei fatti, con la pretesa di “laicizzare” gli eventi, quasi fosse questa la difesa contro un odioso e serpeggiante clericalismo del nostro tempo, in realtà essi sfruttano l’ignoranza della maggior parte dei cattolici sparsi anche nella rete, fornendo ad essi materiale davvero di decima mano, materiale scadente (diciamo anche porno) quando non è proprio falso, o alterato, e soprattutto disincarnato dalla realtà della Chiesa che si pretende raccontare.

Non ci si offenda quando parliamo di “ignoranza”, piuttosto “ognuno esamini sé stesso”(1Cor.11,28-32) poiché, almeno il 70% dei cattolici  in cerca di notizie, in verità non conosce affatto l’insegnamento della Chiesa (ignorare, ignoranza dei fatti), non conosce affatto i testi della Congregazione per la Dottrina della Fede (CdF) che ha emanato condanne a certi pensieri di autori non consoni alla dottrina cattolica… però raccolgono tutto ciò che trovano nella rete e che offre loro una certa sicurezza circoscritta alle opinioni personali, al proprio relativismo, al sentimentalismo, al ciò che piace o non piace.

Accade così anche per ciò che il Papa Francesco, oggi, dice o non dice. Il 70% dei cattolici si ferma ai titoli dei giornali e li fa rimbalzare su tutti i blog e i social… pro o contro che fosse, senza curarsi minimamente di andare a verificare di persona il testo ufficiale, prenderlo integralmente nel suo insieme e valutarlo con la propria coscienza e conoscenza cattolica la quale però, se è scarna o assente o fissata ad un personale stereotipo, o peggio se è prevenuta… non aiuterebbe affatto al sano discernimento.

Anche in questo caso, Aldo Maria Valli ha dato un esempio eccellente di come affrontare questo aspetto specifico, con questo meraviglioso, ed anche drammatico, articolo: Come ti manipolo Francesco. Purtroppo con il contributo di lui stesso… Così come si sta muovendo in modo eccellente La Nuova-Bussola-Quotidiana su tanti argomenti che riguardano la vita della Chiesa, nella Chiesa, nella società e nella cultura del nostro tempo fondandosi, ovviamente, sulla nostra cultura di radice Cristiana. Così come si muove in modo eccellente Corrispondenza Romana che offre delle riflessioni associate anche alla vita della Chiesa nel tempo e nella storia.

Questi esempi sono per noi una certa GARANZIA in mezzo allo tsunami d’informazione che percorre la rete in cerca, spesso, di polli da spennare, di cattolici da ingannare, di pubblico da disinformare, di audience da raccogliere indipendentemente dalla qualità, o dal fango che gettano…. Voi potrete dire che così “vi obblighiamo” a pensarla come noi e che, così facendo, non saremo migliori di coloro che stiamo criticando! E no amici cari! Noi cattolici non dovremo essere così sprovveduti, noi non siamo affatto privi della OGGETTIVITA’ dei fatti che ben conosciamo (e dovremo appunto conoscere), dell’insegnamento della Chiesa, della sua storia, o di ciò che ha decretato la CdF in materia di condanna di eresieAbbiamo IL CATECHISMO attraverso il quale rispondere.

Infatti, l’errore che si fa oggi è di dire che noi “non conosciamo e non abbiamo la verità” (tenendo a mente che è la Verità a “possedere” noi e a servirsi di noi, quando alberghiamo in Essa), o che essa sia un pensiero RELATIVO alle opinioni personali. Questo modo di ragionare è quella “dittatura del relativismo” denunciata a suo tempo da Ratzinger:

“Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero… La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde – gettata da un estremo all’altro:  dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo ad un vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così via. Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice san Paolo sull’inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a trarre nell’errore (cfr Ef 4, 14). Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare “qua e là da qualsiasi vento di dottrina”, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie….” (Ratzinger-Omelia Pro eligendo Romano Pontifice 18.4.2005)

Dunque: noi abbiamo “una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa…” e chiunque voglia fare del sano ed autentico giornalismo, di qualsiasi fatto si parli, deve tenere a mente questa realtà oggettiva. Diversamente, questo giornalismo spesso improvvisato, diventa “relativismo” un vento pronto a trascinarci di qua e di là, lontani dalla sana dottrina… Non poche pagine dei social, blog personali o pagine di FB sono dei veri e propri “SFOGATOI” nei quali ognuno finisce per relativizzare non solo i propri pensieri o il proprio credo (fin qui è una dato anche legittimo, ci mancherebbe altro!), ma a relativizzare LA FEDE DELLA CHIESA soggettivandola, LE DECISIONI PASSATE PRESE DALLA CdF, L’INSEGNAMENTO DEI PADRI, DOTTORI, SANTI E DI TUTTI I PONTEFICI…. e questo non è affatto corretto, né professionale, non è giusto e se persistente è pure diabolico!

Qualcuno giustifica il proprio “giornalismo laico” separandolo dalla Fede della Chiesa! No amici, non funziona così, diteglielo! Quand’anche si parlasse di altro, ma pur sempre della Chiesa, l’unica risposta corretta atta ad eliminare zizzania e confusione è proprio la ricerca delle risposte NEL SUO MAGISTERO. Non dimentichiamo che laddove si parlasse di fatti sociali e non sacramentali, esiste la Dottrina Sociale della Chiesa; laddove si parlasse di fatti ed eventi storici, esiste la storia vera della Chiesa la quale, tanto per citare un altro esempio incoraggiante ed affidabile, è ben espressa dal serio lavoro di Angela Pellicciari o della Cristina Siccardi… e del resto così rammenta ancora a noi oggi San Pio X:

“…la storia ci segnala una serie di proteste e rivendicazioni fatte dalla Chiesa contro quanti volevano renderla schiava. La sua prima parola al Giudaismo, detta da Pietro e dagli altri Apostoli: Bisogna obbedire a Dio, piuttosto che agli uomini (Act. V, 29), questa sublime parola fu ripetuta sempre dai loro successori e si ripeterà fino alla fine del mondo, fosse pure per confermarla con un battesimo di sangue.” (San Pio X – 23.2.1913)

San Paolo ci incoraggia a non “ri-gettare tutto”, ci chiama al SANO DISCERNIMENTO…. ma attenzione, il discernimento non è in base alle nostre opinioni, l’apostolo è chiaro: «Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.»(Rm.12,2), e questo vale non solo per noi cattolici che leggiamo nella rete, ma anche per chiunque voglia abbracciare la professione del giornalista con la pretesa, pure, di raccontare la Chiesa e cosa accade in Essa oggi.

Questo discernimento, sia per noi che leggiamo nella rete, sia per chi vuole fare giornalismo ecclesiale, deve tenere conto anche di un altro passaggio paolino, purtroppo non più citato nella Chiesa, quello ai Galati quando San Paolo ammonisce che chiunque venisse a predicare un vangelo diverso da quello ricevuto dalla Tradizione e dal Deposito della Fede, sia anàtema! (cfr. Gal. 1, 6-10).

Diffidiamo, allora, di certo giornalismo, vaticanismo, o chiamatelo come volete, che spacciandosi pure per cattolico, gongola a seminare zizzania, confusione, relativismo, persino un certo sedevacantismo o antipapismo, con la scusa di denunciare fatti oggettivi ed inquietanti scaturiti, purtroppo, dall’attuale magistero papale, come ci sta dimostrando in modo molto serio ed equilibrato La Nuova-Bussola-Quotidiana…, o anche la documentazione di fatti oggettivi riportati dal vaticanista Marco Tosatti (di proposito stiamo citando solo i laici, ma grazie a Dio possiamo citare anche Sacerdoti che in rete ci stanno aiutando molto come per esempio Padre Riccardo Barile OP, Padre Giovanni Scalese, Padre Angelo Bellon OP, mons. Antonio Livi, Don Giorgio Bellei….  o Don Alfredo Maria Morselli …. e poi i cardinali Caffarra, Burke, mons. Athanasius Schneider, e così via, ci scusiamo se non li citiamo tutti).

O se preferite al contrario, giornalismo vomitevole, ricoperto da una spaventosa papolatria senza precedenti nella storia della Chiesa, che vede negli odierni progressisti e modernisti, il proprio trionfalismo.

Questo è fare DISCERNIMENTO! E vi assicuriamo che trovarsi nel bel mezzo del discernimento che è equilibrio oggettivo dei fatti, non è facile, finendo per trovarsi in mezzo a due fuochi, ed essere accusati di non essere noi né carne, né pesce. Noi Cattolici abbiamo una risposta per tutto! Certo non abbiamo la bacchetta magica per risolvere tutti i problemi, e non abbiamo la palla di vetro attraverso la quale dire come si sono svolti certi fatti, ma il Magistero che abbiamo, quello bimillenario, insieme alla Scrittura e la Tradizione viva, offre una risposta per tutte le situazioni e per tutti i fatti mentre, la confusione in cui oggi viviamo, scaturisce proprio dal rigetto o dall’ignoranza di questo magistero integrale.

L’apostolo lo dice chiaramente: «Rendete ragione della speranza che è in voi» (1Pt 3,15), chi è fervente nel vero bene in Cristo Gesù, ha e possiede una speranza e una sicurezza incrollabile, che è poi quel discernimento e quella risposta che possiamo dare, in qualunque situazione venissimo a trovarci perché, in definitiva, si tratta di riuscire semplicemente a esporre la verità di Dio, il Suo progetto sull’Uomo di ogni tempo, e dunque della vera Chiesa, dell’amore di Dio, nel quale noi crediamo, noi speriamo, noi troviamo ogni risposta. Al di fuori di Lui, al di fuori della Sua Legge, al di fuori dei Suoi Comandamenti, al di fuori di questo Suo progetto c’è solo zizzania, confusione, disordine, relativismo, sentimentalismo, menzogna….

Nessun giornalista che volendosi occupare delle “cose ecclesiali”, solo perché “laico” può uscire da questo schema, se lo facesse ingannerebbe se stesso e i suoi lettori. Così i cattolici in cerca di notizie sulla Chiesa, devono avanzare con questo schema, se non vogliono rischiare la falsa informazione, la zizzania, l’ignoranza, l’inganno. Non si tratta di “imporvi” qualcosa che “piace a noi”, ma di un discernimento OGGETTIVO che ci è dato proprio dalla Scrittura e dall’insegnamento degli Apostoli, di questo almeno, dateci atto e prendetene voi atto!

Dice infatti il Venerabile Pio XII sulla vera Stampa Cattolica: “Essa prende consistenza e motivo a favore della giusta libertà e del diritto degli uomini al loro proprio giudizio, ma essa li considera alla luce della legge divina. Ciò significa che chiunque intende porsi lealmente al servizio dell’opinione pubblica, sia esso l’autorità sociale o la stessa stampa, deve assolutamente inibirsi qualsiasi menzogna o sobillazione.” (Pio XII – 17.2.1950)  

E’ QUEL SERVIZIO gratuito alla verità del quale ogni battezzato, e cattolico, deve sentirsi parte e, a sua volta, promotore, in qualsiasi campo venisse a trovarsi, e pure in qualsiasi ruolo dovesse ricoprire nella società. Siamo infatti nel mondo, ma non “del” mondo, siamo prima di tutto battezzati e cattolici, poi investiti di qualche ruolo nella società e non possiamo e non dobbiamo capovolgere l’importanza dei compiti…

Infatti avviene oggi che i politici, ad esempio, si vantano e si gloriano del ruolo che rivestono nella società, delle ideologie diaboliche che hanno abbracciato, ricordandosi solo in un secondo momento e a seconda della convenienza, di essere cattolici o meno…. Così fanno molti giornalisti che sfruttano l’essere cattolici e pure “papisti” per accattivarsi i lettori, ma in realtà della vera Chiesa e della Verità che è Nostro Signore Gesù Cristo, dei Comandamenti, dell’insegnamento bimillenario dei Padri e Pontefici, non interessa loro nulla, soggettivando a sé il diritto di ogni interpretazione arbitraria dei fatti che raccontano.

Ascoltiamo cosa insegnava il Venerabile Pio XII ai giornalisti cattolici: “Ciò che oggi si chiama opinione pubblica spesso non ne porta che il nome, un nome vuoto di senso, qualche cosa come un vago rumore, un’impressione artificiosa e superficiale; nulla più di un’eco spontaneamente suscitata nella coscienza della società e da essa emanante. Ma dove cercare gli uomini, profondamente compenetrati del senso della loro responsabilità e della loro stretta solidarietà con l’ambiente in cui vivono? Niente più tradizione, niente più focolare stabile, sicurezza dell’esistenza, nulla più di ciò che avrebbe potuto arrestare l’opera disgregatrice e, troppo spesso, di distruzione. Si aggiunga l’abuso della forza delle organizzazioni gigantesche di massa, le quali, prendendo l’uomo moderno nel loro complicato ingranaggio, soffocano facilmente ogni spontaneità della pubblica opinione e la riducono a un conformismo cieco e docile dei pensieri e dei giudizi.

Non vi sarebbero dunque più, in coteste nazioni disgraziate, uomini degni di questo nome? uomini improntati dal sigillo d’una vera personalità, capaci di promuovere la vita interiore della società? uomini che, alla luce dei princìpi che stanno al centro della vita, alla luce delle loro forti convinzioni sanno contemplare Dio, il mondo e tutti gli avvenimenti, grandi o piccoli, che vi succedono?

(…) Si potrebbe forse affermare con sicurezza che la maggioranza degli uomini è capace di giudicare, di valutare i fatti e le correnti al loro giusto peso, in modo che l’opinione sia guidata dalla ragione? Eppure è questa una condizione « sine qua non », perché essa sia valida e sana. Non si vede invece, forse, questa maniera, che è la sola legittima di giudicare uomini e cose secondo chiare norme e giusti principii essere respinta come un ostacolo alla spontaneità, e, al contrario, essere posti in onore l’impulso e la reazione sensibili dell’istinto e della passione come i soli « valori di vita »? Sotto l’influsso di tale pregiudizio, ben poco resta della ragione umana e della sua forza di penetrazione nel dedalo profondo della realtà. Gli uomini sensati non contano più…

(…) tutte le deficienze, le incapacità più sopra ricordate dipendono dalla violazione dell’organizzazione naturale della società umana così come Dio l’ha voluta, dalla menomazione dell’uomo il quale, formato ad immagine del suo Creatore e da lui dotato d’intelligenza, era messo al mondo per esserne il signore, permeato della verità, docile ai precetti della legge morale, del diritto naturale e della dottrina soprannaturale, contenuta nella rivelazione di Gesù Cristo.

(…) Abbia il coraggio — a costo anche di sacrifici pecuniari — di bandire recisamente dalle sue colonne ogni annuncio, ogni pubblicità che suonino offesa alla fede o alla onestà. Così facendo, essa guadagnerà in valore intrinseco, finirà per conquistare la stima, quindi la fiducia; rinsalderà la consegna spesso ripetuta: « A ogni focolare cattolico, il giornale cattolico ».

(…) l’opinione pubblica non è tuttavia infallibile, né sempre assolutamente spontanea. La complessità o la novità degli avvenimenti e delle condizioni di cose possono esercitare un influsso notevole sulla sua formazione, senza contare che essa non si distacca facilmente sia dai giudizi preconcetti, sia dalla corrente dominante delle idee, anche quando la reazione sarebbe oggettivamente giustificata, anche quando si imponesse. Ed è qui che la Stampa ha un ufficio eminente da compiere per formare l’opinione, non per dominarla o signoreggiarla, ma per servirla utilmente.” (Pio XII – 17.2.1950)

Portiamo allora in noi le parole anche di San Pio X e mettiamole in pratica in ogni campo: “E con la vostra fermezza darete opera a ben fruttuoso apostolato, persuadendo avversari e dissidenti, che la libertà della Chiesa provvederà mirabilmente alla salute e alla tranquillità dei popoli, perchè esercitando il magistero divinamente affidatole, conserverà intatti e in vigore i principi di verità e di giustizia, sui quali poggia ogni ordine e dai quali germogliano la pace, l’onestà ed ogni civile cultura. In questa lotta non potranno certo mancarvi difficoltà, molestie e fatiche : guardatevi però dal perdervi di animo, perchè vi sosterrà nella pugna il Signore, apportandovi copioso soccorso di celesti favori.” (San Pio X – 23.2.1913)

Laudetur Jesus Christus