“Bisogna considerare le apparizioni della Santa Vergine come un segno di Dio nel nostro tempo. Esse, però, devono essere sempre ricondotte al Vangelo di Gesù, che è la Rivelazione fondamentale e normativa per tutte le altre manifestazioni. Le apparizioni comunque ci aiutano. Aiutano non tanto ad illuminare il passato, ma a preparare la Chiesa ai tempi futuri, affinché l’avvenire non la trovi impreparata. Dobbiamo essere più coscienti delle difficoltà della Chiesa in cammino nel tempo e sempre coinvolta nella lotta tra il bene e il male. Essa non può essere lasciata senza aiuto dall’alto, perché più andiamo avanti più progrediscono i figli delle tenebre, che affinano le loro astuzie e strategie fino alla venuta dell’anticristo. Come ha previsto san Luigi Maria Grignion de Montfort, gli ultimi tempi vedranno come una nuova Pentecoste, un’effusione abbondante dello Spirito Santo sui sacerdoti e sui laici, che produrrà due effetti: una più elevata santità, ispirata a Maria, e uno zelo apostolico che porterà all’evangelizzazione del mondo. A questi scopi mirano le apparizioni della Madonna nei tempi recenti: a provocare la conversione a Cristo tramite Maria. Possiamo dunque vedere le apparizioni come dei segni profetici che giungono dall’alto per prepararci al futuro di conversione perché, non bisogna dimenticare come per ognuno di noi, ogni giorno potrebbe essere l’ultimo su questa terra e fare in modo, così, che ogni senso del soprannaturale ci conduca alla salvezza dell’anima.
Però, prima che la Chiesa si pronunci, che cosa dobbiamo fare? Che cosa pensare di così numerose apparizioni? Pensiamo bene che la passività sia sempre da condannare: non è bene disinteressarsi delle apparizioni, o non fare niente. La gente deve farsi un’idea a maturare una convinzione secondo l’esperienza fatta sul luogo e a contatto con il veggente. Certo, nessuno può negare che in questi luoghi si fa una profonda esperienza di preghiera, di semplicità, e che tanti cristiani lontani o distratti vi sentono un appello alla conversione e ad un’autentica vita cristiana. Quando si tratta di esperienze, queste non possono essere negate.
Forse alcuni troveranno qualche difficoltà circa il grande numero di apparizioni. Per ognuno c’è la facoltà di giudicarle, ma sempre inserendole in un contesto globale, attraverso i famosi “frutti” di cui parla il Signore stesso, ma ricordando come al tempo stesso Egli ammonisce a non correre dietro a “tutti” o a chiunque, il discernimento è fondamentale e deve essere in base alla dottrina Cattolica e non perseguendo le proprie opinioni personali. In queste cose non è valida la passività, ma la partecipazione alla conversione personale e quindi alla Preghiera, alla penitenza, ai tanti digiuni richiesti. Rimane, comunque, la libertà di credere o non credere, secondo gli elementi che si hanno a disposizione. Se essi sono positivi, si vada avanti in questa direzione, ma sempre verso e dentro la Chiesa. Se invece alcuni non riescono a convincersi, continuino a vivere il Vangelo e a preparare ugualmente un futuro migliore per la Chiesa e per il mondo, evitando giudizi affrettati, privi di buon senso, di prove oggettive, rischiando di avvelenare ogni dono con le invidie”…
Padre Stefano De Fiores, mariologo Ordinario di Mariologia e Spiritualità Mariana Pontificia Università Gregoriana – Roma
SULLE APPARIZIONI UFFICIALI, RICORDIAMO CHE LA CHIESA NE HA RICONOSCIUTE 15
La prima notizia storicamente accertata di un’apparizione risale a Gregorio di Nissa (335 392), che narra della visione della Vergine avuta da un altro vescovo greco, Gregorio Taumaturgo, nel 231. Ma la tradizione ci porta ancora più in là nel tempo. Il Santuario del Pilar a Saragozza, ad esempio, avrebbe avuto origine da un’apparizione di cui fu protagonista l’apostolo Giacomo, evangelizzatore della Spagna, nell’anno 40. Uno dei più grandi esperti viventi, l’abbé René Laurentin, nel suo monumentale Dizionario delle apparizioni della Beata Vergine Maria, pubblicato in italiano nel 2010, ha raccolto oltre duemila interventi straordinari della Madonna dagli inizi del cristianesimo a oggi. Una storia oltre modo complessa, nella quale spiccano le quindici apparizioni – un numero risicatissimo – che hanno avuto un riconoscimento ufficiale da parte della Chiesa. Vale la pena di elencarle (di seguito il luogo, gli anni in cui si sono verificate e il nome dei protagonisti): Laus (Francia) 1664-1718, Benôite Rencurel; Roma 1842, Alfonso Ratisbonne; La Salette (Francia) 1846, Massimino Giraud e Melania Calvat; Lourdes (Francia) 1858, Bernadette Soubirous; Champion (Usa) 1859, Adele Brise; Pontmain (Francia) 1871, Eugène e Joseph Barbedette, François Richer e Jeanne Lebossé; Gietrzwald (Polonia) 1877, Justine Szafrynska e Barbara Samulowska; Knock (Irlanda) 1879, Margaret Beirne e diverse persone; Fatima (Portogallo) 1917, Lucia Dos Santos, Francesco e Giacinta Marto; Beauraing (Belgio) 1932, Fernande, Gilberte e Albert Voisin, Andrée e Gilberte Degeimbre; Banneux (Belgio) 1933, Mariette Béco; Amsterdam (Olanda) 1945-1959, Ida Peerdemann; Akita (Giappone) 1973-1981, Agnes Sasagawa; Betania (Venezuela) 1976-1988, Maria Esperanza Medano; Kibeho (Ruanda) 1981-1986, Alphonsine Mumereke, Nathalie Ukamazimpaka e Marie-Claire Mukangango. Ma cosa vuol dire riconoscimento ufficiale? «Significa che la Chiesa si è espressa favorevolmente attraverso dei decreti» spiega il mariologo Antonino Grasso, docente all’Istituto superiore di Scienze religiose di Catania, autore nel 2012 di Perché appare la Madonna? Per capire le apparizioni mariane (Editrice Ancilla). «Secondo le norme emanate dalla Congregazione per la dottrina della fede nel 1978 – continua Grasso – la Chiesa demanda al vescovo l’esame dei fatti, con un’analisi accurata affidata a una commissione di esperti, dopo la quale sempre l’ordinario diocesano esprime un pronunciamento. A seconda della particolarità dell’apparizione e delle sue ‘ricadute’ può occuparsene anche una Conferenza episcopale o direttamente la Santa Sede». Tre sono i giudizi possibili: negativo (constat de non supernaturali-tate), ‘attendista’ (non constat de supernaturalitate, sebbene questa formula non sia citata nella normativa del 1978), positivo (constat de supernaturalite). «Un caso di pronunciamento negativo – dice Grasso – è quello che si è avuto lo scorso marzo, quando l’arcivescovo di Brindisi-Ostuni ha misconosciuto le apparizioni di cui si diceva protagonista un giovane del luogo».
Il mariologo ricorda anche la possibilità di una situazione “intermedia”, quella in cui un vescovo non si pronunci ufficialmente sulle apparizioni ma riconosca la “bontà” della devozione che esse suscitano e autrorizzi il culto: «A Belpasso, arcidiocesi di Catania, la Vergine sarebbe apparsa dal 1981 al 1986. Nel 2000 l’arcivescovo ha elevato il luogo a Santuario diocesano e anche il suo successore vi si reca ogni anno, all’anniversario delle apparizioni». Infine non va dimenticato che ci sono due apparizioni riconosciute di fatto: «La prima è quella di Guadalupe in Messico. Non ci fu un decreto ufficiale, ma il vescovo di allora fece costruire una cappella là dove aveva chiesto la Vergine e il veggente Juan Diego è stato canonizzato. Poi il caso di santa Caterina Labouré a Parigi: ci fu solo una lettera pastorale del vescovo che autorizzava l’uso della medaglia miracolosa, non un suo decreto, perché suor Caterina non volle farsi riconoscere, nemmeno dalla commissione d’inchiesta, alle domande della quale rispose solo tramite il confessore».
- Uno speciale prurito per la rivelazione privata ha sempre accompagnato gli uomini di ogni tempo e, il nostro tempo, grazie alla facilità di comunicazione e di amplificazione dei media, ne è spesse volte tempestato da non dare neppure alla Chiesa il tempo sufficiente per verificare, saggiare gli spiriti… Sebbene in certe circostanze la sete di “messaggi” soprannaturali possa sembrare una rinnovata scoperta dei valori dello spirito, si rivela piuttosto essere un segno certo di scarsa fede in quelle certezze di cui nessun buon cristiano dovrebbe mai dubitare. Leggiamo come ammoniva san Giovanni della Croce su questa situazione:
“Dal momento in cui (Dio) ha donato il Figlio suo, che è la sua unica e definitiva Parola, ci ha detto tutto in una sola volta in questa sua Parola. Infatti quello che un giorno diceva parzialmente ai profeti, l’ha detto tutto nel suo Figlio. Perciò chi volesse ancora interrogare il Signore e chiedergli visioni o rivelazioni, non solo commetterebbe una stoltezza, ma offenderebbe Dio, perché non fissa il suo sguardo unicamente in Cristo e va cercando cose diverse e novità” (San Giovanni della Croce – Salita del monte Carmelo,2,c.XXII,n.5.)
Che cos’è dunque la Profezia?
«Tre sono i tempi della profezia: il passato, il presente e il futuro. Ma occorre tener presente che in due tempi la profezia vien meno alla sua etimologia. Essa infatti si chiama profezia appunto perché predice il futuro, ma quando essa si riferisce al passato o al presente perde il significato del suo nome: non profetizza ciò che avverrà, ma ricorda avvenimenti passati o presenti» (Omelie di san Gregorio Magno, Papa, in Ezechiele/I,1, 1, Città Nuova Editrice, Roma 1992, p.92)
ATTENZIONE: 6.3.2024 – Decreto ufficiale di S.Ecc.nza mons. Marco Salvi +Vescovo di Civita Castellana a riguardo delle presunte apparizioni a Trevignano. CLICCATE QUI IL PDF
ATTENZIONE:
Quando il demonio fa pregare: le 11 regole per discernere segni, locuzioni e fatti straordinari
Traiamo dal capolavoro L’anima armata 11 regole fondamentali sintetizzate da Padre Barrielle per valutare quando lo spririto cattivo si veste da spirito buono facendo pregare, stimolando (a modo suo) il culto o con altri atti apparentemente buoni. All’interno del libro si potrà leggere la storia di alcuni casi eclatanti di “mistiche” che avevano stupito con prodigi, determinato pubbliche processioni sacre, attratto alle cose di religione molte persone, poi dimostratesi animate dallo spirito nemico. Ben chiarendo che il giudizio su questi fatti va lascianto a chi ha la competenza per darlo, ecco di seguito l’estratto:
Fissiamo alcune regole per stabilire un buon discernimento:
1. Quando la persona che riceve le rivelazioni prova, tanto nel periodo dei favori che in seguito, il disprezzo di sé stessa e la conoscenza delle proprie colpe; quando si riconosce più debole e miserabile delle altre, ciò significa che la rivelazione procede da Dio.
Questo segno è sempre presente nei servi del Signore, mentre manca nei mistificatori ingannati dal demonio. Da una parte umiltà e amore, dall’altra orgoglio e turbamento. Vedi la Madonna e santa Elisabetta (l’Annunciazione e la Visitazione).
2. Se la persona, una volta ricevute le rivelazioni, è portata al raccoglimento e al distacco da tutto; se fugge il mondo, non gli parla né lo stima, tende a dimenticarlo e a disprezzarlo, ciò è un segno evidente della provenienza divina della rivelazione. Se invece suscita lo spirito di ribellione, il desiderio di mettersi in vista e d’essere ammirata, di mostrare che si ricevono favori da Dio, lì c’è senz’altro l’inganno.
L’amore, lo spirito di Dio e l’umiltà fuggono tutto ciò e ricercano il disprezzo del mondo. «II mio segreto è per me», diceva il profeta Isaia.
3. Osservare se la persona è dedita o no all’orazione; se, nei rapporti col prossimo, si nota un amore di Dio non solo apparente. Chi persevera nell’orazione non sarà mai ingannato dal demonio che, al contrario, spinge ad abbandonare questa pratica.
4. Osservare se la persona si preoccupa di consultare qualche esperto in materia, e soprattutto se non nasconde nulla al confessore. Se segue i suoi consigli, è certo che non siamo di fronte ad un inganno: Dio non abbandona chi è animato da rette intenzioni. Aprirsi è un atto di umiltà. Al contrario, se rifiuta di parlare a competenti che non sono disposti ad approvare tutto, e non si preoccupa molto di cercare la verità, c’è da credere ad un’illusione del demonio.
5. Attenersi all’opinione di chi conosce fatti miracolosi e dei confessori cui siamo soliti aprire la coscienza. Quando si manca di esperienza, e i confessori consultati non sono d’accordo, l’aiuto della sola teologia non basta.
6. Osservare se la persona subisce opposizioni e contraddizioni, senza aver fatto nulla per attirarle. Se poi le opposizioni vengono da persone buone e piene di zelo, e malgrado ciò si mantiene nella pazienza, è segno che Dio vive e abita nel suo cuore. Il demonio non può dunque ingannarla. Vedi il caso di Giobbe…
7. Un’altra prova, che solo i confessori o direttori spirituali possono accertare, è la purezza d’animo e l’altezza della virtù. Questa prova è sicura ed efficace, perché Dio concede i favori solo alle anime pure e prive di peccato. Beati mundo corde, «beati i puri di cuore»!
8. Osservare il profitto tratto da coloro che intrattengono stretti rapporti con questa persona: le grazie «gratis datae» sono infatti concesse per il bene del prossimo. Vedere se costoro hanno lo spirito di Dio o, al contrario, se ne risulta l’indipendenza, l’orgoglio, la ricerca degli agi; in questo caso la visione non viene da Dio, ma dal demonio trasformato in «angelo di luce».
9. Considerare ciò che è detto e rivelato. Se tende a nascondere qualche cosa, a fuggire o disprezzare le persone competenti trattandole da ignoranti, se racconta cose inutili o di scarsa edificazione, è certo l’inganno dello spirito maligno. Ma se si apre con semplicità a coloro che possono capire e giudicare, se non nasconde nulla e tutto ciò che dice è prudente e conforme all’insegnamento della Chiesa, è segno che viene dal Cielo.
10. Quando, osservando attentamente, si trova irreprensibile la sua compagnia e ricca di profonda virtù la sua conversazione, è una ragione evidente che ciò è vero. Quando tutti, e specialmente gli uomini di dottrina, approvano una persona, significa che i fatti che la riguardano vengono da Dio.
11. Rendersi conto del comportamento del demonio con questa persona. Se l’approva e manifesta soddisfazione, è cattivo segno; se la perseguita, è buon segno. Verso i buoni il demonio si mostra feroce; cogli amici da lui ingannati si mostra invece calmo.
ATTENZIONE, a riguardo degli eventi prodigiosi ed apparizioni, cliccate qui: ___Comunque la pensiate
Cari Amici il 12 aprile è anche la nostra Festa… diffondiamo la gioia che la B. V. Maria ha voluto donarci alle Tre Fontane e con la Vergine della Rivelazione che continua e assume le Apparizioni di Fatima, continuiamo la Buona Battaglia. Ecco un pieghevole per ricordo da divulgare, cliccando qui…. Ave Maria

Norme per procedere nel discernimento di presunte apparizioni e rivelazioni
FATIMA: perché è così importante? E che cosa ancora non sappiamo?
Mons. Beschi, su Ghiaie di Bonate sta sbagliando… o sì o no, per noi è sì!
Il venerabile Pio XII, il Papa di Fatima
🙏🏻〽️😇Ave Maria Carissimi, ecco un altro Dono dalla Divina Misericordia del Signore attraverso il Cuore Immacolato di Maria. Si tratta delle parole tonanti nella lettera del Vescovo di Siracusa riguardo l’anno Mariano presso il Santuario Madonna delle Lacrime di Siracusa SICILIA dal 25 Marzo 2023 all’8 Dicembre 2023 SCARICA QUI IL FILE Con annessa indulgenza plenaria alle solite condizioni. Esortiamo un’attenta lettura , ci sono cenni della Lacrimazione del 1953 , e massima diffusione divulgazione condivisione per le parole di un Pastore che guida le pecore . In un tempo dove il mondo vuole cacciare Dio , l’Umanità va’ in cerca di “segni” ,anche tante Apparizioni non approvate dalla Santa Chiesa Cattolica che dividono e confondono, tanto disordine ,siamo prudenti, vigilanti.. facciamo discernimento 🙏🏻. Una è La Vergine Santissima, Perpetua Verginità, Immacolata Concezione, Madre di Dio ,Assunta in Cielo che guida a Gesù, al Tabernacolo, ai Sacramenti 🔥. Ecco un’esempio di Pellegrinaggio presso un Santuario Mariano 🙏🏻〽️
ARCHIVIO 2014-2016
100° di Fatima, i 5 primi sabati del mese chiesti dalla SS. Vergine
Nostra Signora di Anguera e Pedro a Rovereto
Il Segreto di Fatima la Tiara e il Papato
2016 e 2017 Centenario delle Apparizioni di Fatima
Coroncina della Medaglia Miracolosa con la sua storia mariana
Esorcismo e il sonetto del Diavolo in onore di Maria
Io non vi prometto di rendervi felici in questo mondo
NOVENA di Natale con Benedetto XVI
La nascita di Gesù raccontata da Benedetto XVI
Sulla questione delle apparizioni mariane
Riteniamo degne di fiducia le Apparizioni di Garabandal, questo video va letto con l’articolo che troverete cliccando qui, grazie.
17 gennaio – Nostra Signora di Pontmain
Nel mese di gennaio, l’esercito prussiano è alle porte di Laval, a 50 chilometri da Pontmain (Mayenne). Nel borgo regna l’angoscia: gli abitanti temono un’invasione ma hanno paura anche per i giovani paesani coscritti nell’esercito da settembre, dei quali non hanno più notizie. Il 17 gennaio, nel tardo pomeriggio, due bambini – Eugène e Joseph Barbedette – sono nella stalla di casa con il loro padre, mentre lo aiutano a stipare il ginestrone per la mangiatoia del bestiame.
L’Apparizione di N.S. di Pontmain è davvero singolare. La Beata Vergine Maria non ha affidato segreti o altro, non ha neppure “parlato” e tuttavia, alle voci del popolo parrocchiale in preghiera, si è presentata quale Madre di Speranza che intercede alle suppliche del popolo portando tutto al Figlio Gesù che ascolta eccome le nostre Preghiere, e non solo le nostre. A quanto pare, infatti, è coinvolta persino la comunità di un piccolo paese in Libano dove vivono i musulmani i quali hanno ricevuto grazie e miracoli ben attestati.

“La verità delle apparizioni non dipende dal carattere o genere di vita dei veggenti. Purtroppo dobbiamo riconoscere che i teologi hanno codificato troppo i comportamenti nei fenomeni mistici e nelle rivelazioni private. Hanno stabilito loro come devono avvenire le “estasi”, come deve essere la loro vita prima, durante e dopo i favori celesti. Ne hanno fatto degli schemi assoluti, stabilendoli come criteri di giudizio per raggiungere la verità. E, stranamente, sia pure in buona fede, giungono a pretendere dalla Madonna… alcuni comportamenti secondo i loro canoni.
Per fortuna la Madonna ha sempre dimostrato di sentirsi libera da ogni schema, di agire, volta per volta, in modi diversi, adattandosi ai tempi, ai luoghi, alle culture e soprattutto alle persone. Lei è libera di scegliere le modalità; modalità che si ripetono in alcuni casi e in altri no. Si è fatto un criterio assoluto, ad esempio, della salute psicofisica della veggente e della sua famiglia. Eppure la Madonna è apparsa anche a figli di alcolizzati. Del resto qualche tara ereditaria l’abbiamo tutti, in misura più o meno accentuata. Spesso si è preteso che già prima delle apparizioni i veggenti fossero dei modellini di santità e di ogni virtù che nel periodo delle apparizioni avessero già raggiunto le perfezioni e che, in seguito, tutta la loro esistenza facesse concorrenza a quella degli angeli. Si esigeva che fossero in tutto e per tutto coerenti con i messaggi ricevuti dal Cielo e che non dovessero sposarsi; perché si diceva: “Chi ha visto la Madonna non può sposarsi”. Come se lo sposo (o la sposa) del veggente entrasse in competizione con Maria. In realtà, la Madonna non ha paura di scegliere i suoi confidenti dalla “strada comune” e quotidiana della vita.
Non ha paura di prendere i veggenti così come sono, con le loro tare familiari, con i loro difetti, le loro passioncelle, le loro sgradevolezze o le loro meschinità, proprio come il Suo Gesù ha scelto i suoi discepoli dalla “strada”, COSI’ COME LI HA TROVATI, con la loro rozzezza e ignoranza. Maria Santissima ha inoltre dimostrato di rispettare moltissimo i veggenti, specialmente se sono bambini nelle diverse fasi della loro età evolutiva. Se piccoli li lascia piccoli. Non li fa diventare adulti in un sol colpo. Non toglie loro i difetti o le tentazioni ma li invita e li incoraggia a superarli, a correggersi. Non li esime dallo sforzo quotidiano, non interviene per evitare loro cadute e il dovere ricominciare da capo. E permette perfino che la trasmissione dei suoi messaggi a volte sia condizionata, almeno parzialmente, dalla loro fragilità, dalla loro stanchezza, dai loro stati d’animo, dalla loro sensibilità, dalla loro capacità conoscitiva.
Permette addirittura che talvolta dimentichino, che si confondano tra un apparizione e un’altra, che non afferrino bene il significato di qualche parola o di qualche concetto che trasmettano parzialmente, deformato in qualche dettaglio, che Lei ha rivelato loro. Come non impedisce che, in qualche modo, possa entrare in gioco la loro fantasia, il loro ragionamento e persino la loro interpretazione. Lascia che in certi momenti la pressione della folla li confonda, almeno temporaneamente, e li suggestioni con interpretazioni a cose che mai la Madonna si era sognata di dire, ma che il veggente, nella confusione mentale che gli hanno creato, pensa di aver udito. Per non parlare di palesi contraddizioni e di variazioni di particolari nelle diverse descrizioni. E permette che qualche veggente, affranto dalla stanchezza, dal logorio nervoso e dalla solitudine, giunga perfino a dire che non ha visto né udito niente, pur di essere lasciato un po’ in pace, tutto questo può permettere la Madonna e altro ancora.
E allora dovremmo per tutto ciò accusare la Madonna solo perché ciò a noi non piace? O concludere che la Madonna non è apparsa e che i veggenti si sono inventato tutto, coscientemente o incoscientemente? O accusare la Vergine di non essere abbastanza chiara e di non averci dato sufficienti prove?Forse alcune apparizioni in questo secolo sono state troppo facilmente accantonate in attesa di fatti nuovi, quali? E quali sarebbero quelli convincenti? Non si sa.Non si può dimenticare che non tutte le apparizioni sono uguali, o rivestono la stessa importanza e nello stesso ambito. Alla sovrana libertà della Vergine Maria, ed ultimamente del Signore, circa il quando, il come ed a chi manifestarsi, corrisponde la libertà del fruitore di palesare la sua esperienza. Proprio la gratuità dell’apparizione esige il diritto e la libertà di manifestarla e di difenderla da parte del recettore.La Madonna non ha bisogno del permesso di alcuno per apparire e di fatto non lo chiede, anche se può chiedere la docilità alla Chiesa. Maria non dice mai ai veggenti di chiedere un’autorizzazione per poter parlare della visione. L’apparizione, infatti, è un carisma legato ad una persona in particolare, ma quasi mai è destinato a restare rigorosamente in ambito privato.
(Cfr “La Madonna a Ghiaie di Bonate? Una proposta di riflessione”- Ed. Paoline) di Padre Angelo Maria Tentori (dei Servi di Maria, + 16,12,2013)
Preziosi ammonimenti di Benedetto XIV sulle rivelazioni private
Alcuni passi del De servorum Dei beatificatione et beatorum canonizatione (III, c. 53) del cardinale Prospero Lambertini, poi papa Benedetto XIV, un’autorità imprescindibile nel campo dei Santi, delle rivelazioni e delle visioni.
«La rivelazione privata non è proposta alla Chiesa, ma è solo per una persona specifica … Pertanto qui si tratta non delle rivelazioni che furono fatte agli Apostoli e ai Profeti, su cui si fonda la fede cattolica, secondo la dottrina di san Tommaso: “La nostra Fede si basa sulla Rivelazione fatta ai Profeti e agli Apostoli, che scrissero i Libri Canonici, non invero su una eventuale rivelazione fatta ad altri Dottori” (S.T. p. I, q. I, art. 8 ad 2) … Sulle rivelazioni private il santo Dottore dice così: “In ogni tempo non mancarono mai persone dotate di spirito profetico, non per rivelare nuove dottrine di fede, ma per guidare la condotta degli uomini” (S.T. p. II-IIae, q. 174, a. 6 ad 3) … Le visioni e le apparizioni sono di tre generi: naturali, demoniache e celesti, anche dette divine … Le rivelazioni celesti e divine sono quelle per cui Dio talora illumina e istruisce una certa persona per la salvezza eterna sua o di altri … Il principale segno di riconoscimento delle rivelazioni divine è la concordanza con le Sacre Scritture, con le Tradizioni divino-apostoliche, con gli usi e le definizioni della Chiesa. Tuttavia non perché conformi alle Sacre Scritture, alle Tradizioni apostoliche e agli usi e definizioni della Chiesa, debbono essere immediatamente credute per divine; ma, se qualcosa vi sia di contrario, debbono essere subito rigettate fra le falsità e le illusioni del Demonio. Dice infatti l’Apostolo ai Galati “Se anche un Angelo dal cielo vi predicasse un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anatema!“; e ai Tessalonicesi: “Mantenete le tradizioni che avete appreso“; e agli Ebrei: “Non lasciatevi sviare da dottrine diverse e peregrine“. Lo stesso deve dirsi delle rivelazioni in cui vi è qualcosa di contrario all’unanime sentenza dei Santi Padri e dei Teologi: l’unanime sentenza dei Padri non può infatti errare nello stabilire materia di fede … Il Cardinale de Lugo (de Fide disput. I sect. 11) insegna che colui al quale la rivelazione privata [celeste o divina, ndr] viene fatta deve credervi e obbedirvi … Arauxo ha lo stesso parere … Per quanto riguarda gli altri, a cui la rivelazione non è diretta, tanto il Cardinale de Lugo quanto Arauxo asseriscono che essi non sono tenuti a credere a tale rivelazione in ragione della rivelazione stessa; e, se vi credono, che tale assenso non possa essere di fede cattolica o divina … L’assenso non può essere se non della sola fede umana … Che dire delle rivelazioni private approvate dalla Sede Apostolica, come quelle della beata Ildegarda e delle sante Brigida e Caterina da Siena? Abbiamo detto nel libro II, cap. 32, n. 11 che alle predette rivelazioni, anche se approvate, non dobbiamo né possiamo prestare un assenso di fede cattolica, ma solo di fede umana secondo le regole di prudenza, per cui queste rivelazioni sono probabili e piamente credibili … Il Cardinale Caietano insegna che dobbiamo aderire “alle rivelazioni cattoliche fatte agli Apostoli e ai Profeti” (Tom. 2 Opusculorum, tract. 31, cap. 1), come a fondamenti della nostra fede; ma per quanto riguarda rivelazioni private che furono fatte ai Santi, anche se approvate, dice che dobbiamo aderivi come molto probabili: “Aderiamo alle rivelazioni cattoliche, come a necessarie, così che qualcuno si dimostra eretico se con pertinacia le avversa. Alle rivelazioni fatte ai Santi, la dottrina dei quali la Chiesa ha accolto, aderiamo come a molto probabili, come hanno scritto sant’Agostino e san Tommaso e come dimostra di continuo l’esperienza, maestra delle cose” … A proposito delle Rivelazioni di santa Brigida aggiunge Vasquez (3 part. tom. 2 disp. 117 num. 76): “Codeste rivelazioni di santa Brigida sono state approvate come pie, perché si possano accogliere senza alcuna superstizione con prudenza” … Da ciò ne consegue che uno possa, salva l’integrità della fede cattolica, non prestare il suo assenso alla rivelazioni private e non prenderle in considerazione, purché ciò avvenga con la dovuta modestia e riserbo, non senza ragione e senza disprezzo»
4 citazioni dal magistero che mettono certe “ipotesi” fuori gioco
In tempi di crisi nella Chiesa le tentazioni non mancano: chi fugge a Oriente gettandosi nelle braccia degli eretici e scismatici russi, greci e via discorrendo (sì, sono anche eretici, oltre che scismatici, in quanto negano dogmi), chi si raccoglie in un intimismo improbabile fingendo di non vedere lo stato di necessità, chi pensa di rifarsi una chiesa 2.0 su base carismatica (magari appoggiandosi a qualche guru), chi pensa di tagliare la testa al problema in altro modo. Di tutte queste e altre false soluzioni a un vero problema si occupa largamente il volume Parole chiare sulla Chiesa. Perché c’è una crisi, dove nasce e come uscirne.
Focalizziamoci dunque un momento sull’opzione di quelli che vorrebbero archiviare la falsa chiesa caduta nelle mani dei neomodernisti per passare a qualcosa d’altro. Sia chiaro: la gerarchia della Chiesa è effettivamente e ampiamente caduta nelle mani dei suoi nemici ma questo in nessun modo può far mettere tra parentesti l’indefettibilità e la visibilità della Chiesa stessa.
Se sulla “soluzione” rimandiamo al volume di don Di Sorco e, in parte, pure a quello di don Mancinella Golpe nella Chiesa. Documenti e cronache sulla sovversione: dalle prime macchinazioni al Papato di transizione, dal Gruppo del Reno fino al presente, quanto invece alla pars destruens, ovvero ai motivi evidenti che portano in conflitto questa idea col Magistero, offriamo di seguito qualche elemento definitivo. L’approccio è volutamente sintetico e divulgativo: si tratta solo di un breve assaggio, le citazioni potrebbero essere molte di più.
- Il Papato non è un optional. Pio IX, Pastor Aeternus, 1870: I. “Se qualcuno dunque affermerà che non è per disposizione dello stesso Cristo Signore, cioè per diritto divino, che il beato Pietro abbia per sempre successori nel Primato sulla Chiesa universale, o che il Romano Pontefice non sia il successore del beato Pietro nello stesso Primato: sia anatema”; II. “Lo Spirito Santo infatti, non è stato promesso ai successori di Pietro per rivelare, con la sua ispirazione, una nuova dottrina, ma per custodire con scrupolo e per far conoscere con fedeltà, con la sua assistenza, la rivelazione trasmessa dagli Apostoli, cioè il deposito della fede”.
- La visibilità della Chiesa non è un optional. Leone XIII, Satis Cognitum, 1896: I. “Spesso le sacre Scritture nominano la Chiesa ora corpo, ora corpo di Cristo: “Ora voi siete il corpo di Cristo”(1Cor 12,27). Come corpo la Chiesa è visibile e, in quanto è di Cristo, è un corpo vivo, operoso e vitale, poiché Gesù Cristo la custodisce e la sostenta con la sua virtù, come la vite alimenta e rende fruttiferi i suoi tralci. Come negli animali il principio di vita è celato e del tutto nascosto, e tuttavia si rivela e si manifesta con il movimento e con l’atteggiamento delle membra, così pure nella Chiesa il principio di vita soprannaturale si manifesta con evidenza con le sue stesse azioni. Da ciò deriva che sono in un grande e fatale errore coloro i quali si foggiano in mente a proprio capriccio una Chiesa quasi latente e per nulla visibile, come anche coloro che la considerano un’umana istituzione con un certo ordinamento di disciplina e di riti esterni, ma senza la perenne comunicazione dei doni della grazia divina, e senza quelle cose che con aperta e quotidiana manifestazione attestino che la sua vita è derivata da Dio. Ora tanto ripugna che l’una o l’altra cosa sia la Chiesa di Gesù Cristo, quanto che l’uomo sia solo corpo o solo spirito. L’insieme e l’unione di queste due parti è del tutto necessaria alla Chiesa, come alla natura umana l’intima unione dell’anima e del corpo”; II. “Come è necessario che l’autorità di Pietro si perpetui nel romano Pontefice, così i Vescovi, come successori degli Apostoli, ne ereditano l’ordinaria potestà, e quindi l’Ordine episcopale necessariamente tocca l’intima costituzione della Chiesa. Benché essi non abbiano una somma, piena e universale autorità, tuttavia non devono ritenersi come dei semplici vicari dei romani Pontefici, poiché hanno una potestà propria, e con verità si dicono presuli ordinari dei popoli che reggono”.
- La missione giuridica della Chiesa non è un optional. Pio XII, Mystici Corporis, 1943: I. “Sia la missione giuridica della Chiesa, sia la potestà d’insegnare, di governare e di amministrare i Sacramenti, in tanto hanno forza e vigore soprannaturale per edificare il corpo di Cristo, in quanto Gesù Cristo pendente dalla Croce aprì alla sua Chiesa la fonte di quei doni divini, grazie ai quali essa non avrebbe mai potuto errare nell’insegnare agli uomini la sua dottrina, li avrebbe guidati salutarmente per mezzo di Pastori illuminati da Dio e li avrebbe colmati in abbondanza di grazie celesti”; II. “Compiangiamo e riproviamo anche il funesto errore di coloro i quali sognano una Chiesa ideale, una certa società alimentata e formata di carità cui (non senza disprezzo) oppongono l’altra che chiamano giuridica. Ma erroneamente suggeriscono una tale distinzione: giacchè essi non avvertono che il divin Redentore volle che il ceto di uomini da Lui fondato fosse anche una società perfetta nel suo genere e fornita di tutti gli elementi giuridici e sociali per perpetuare in terra l’opera salutare della Redenzione (Conc. Vat. Sess. IV, Const. dogm. de Eccl., prol.); e perciò la volle arricchita dallo Spirito Santo di celesti doni e grazie”; III. “Or dunque, nessuna vera opposizione o ripugnanza può esistere tra la missione invisibile dello Spirito Santo e l’ufficio giuridico che i Pastori e i Dottori hanno ricevuto da Cristo. Che anzi queste due realtà si completano e perfezionano a vicenda (come in noi il corpo e l’anima) e procedono da un solo identico Salvatore”; IV. “Se nella Chiesa si scorge qualche cosa che indica la debolezza della nostra condizione, ciò non deve attribuirsi alla costituzione giuridica di essa, ma piuttosto alla deplorevole tendenza dei suoi singoli membri al male, tendenza che il divin Fondatore permette si incontri anche nei membri più ragguardevoli del suo Corpo mistico, perché sia messa alla prova la virtù sia delle pecorelle sia dei Pastori e in tutti si accumulino i meriti della fede cristiana”.
- La chiusura della Rivelazione pubblica non è un optional. Il Decreto Lamentabili emesso nel 1907 sotto San Pio X condanna la proposizione: “21. La Rivelazione, che costituisce l’oggetto della Fede cattolica, non si è conclusa con gli Apostoli“.
Due note finali. Sul punto 4 appena citato, visto quanto è sintetico, aggiungiamo di seguito un estratto da Parole chiare sulla Chiesa, che lo spiega in riferimento proprio al cosiddetto tradicarismatismo. Per quanto invece concerne il tema di come affrontate nella presente crisi il rapporto tra l’infallibilità, il magistero, la resistenza all’errore rimandiamo al testo cartaceo e alla sua copiosa bibliografia.
[…] Prima di enunciare alcuni principi generali, vorremmo dire una parola su un fenomeno relativamente recente, che chiameremo tradicarismatismo.
Con questo termine indichiamo quei sacerdoti che, dietro una verniciatura tradizionale (rito antico, rifiuto degli insegnamenti di papa Francesco, più raramente del Concilio), hanno una concezione carismatica della fede, per cui, nella vita cristiana, l’elemento decisivo è rappresentato dalle intuizioni personali (qualificate come «sentire Dio», «fare esperienza di Dio») e dalle rivelazioni private. Essi pretendono di risolvere i nodi della crisi attuale non alla luce dei principi della sana teologia, ma sulla base di ciò che dice una persona «ispirata» (cioè, il più delle volte, loro stessi) o un presunto messaggio soprannaturale. Per esempio, c’è chi crede che Francesco sia un antipapa e aspetta un «segno dal cielo» per poter designare il vero Papa. Ora, non possiamo entrare nel merito delle singole ispirazioni e rivelazioni, anche se, nella quasi totalità dei casi, esse non presentano neppure i requisiti minimi di credibilità. Ci basti ricordare che cosa insegna la dottrina cattolica tradizionale riguardo alle rivelazioni private autentiche. Il gesuita Augustin–François Poulain, una delle massime autorità in materia, scrive: «Quanto alle rivelazioni private avute dai Santi, la Chiesa non obbliga a credervi neppure quando le approva. L’approvazione significa soltanto che la Chiesa non trova in esse niente che sia contrario alla fede e alla morale»[1]. Di conseguenza, anche le rivelazioni private approvate possono contenere errori. Il veggente, infatti, non è infallibile e può scambiare per messaggio divino ciò che è semplicemente il prodotto della sua attività umana, della sua ignoranza, o del suo modo di interpretare. Perciò il cardinale Pitra aggiunge che le rivelazioni private, «anche se approvate dalla Chiesa, devono essere considerate soltanto probabili, e non indubitabili. Non possono servire per dirimere questioni di storia, di fisica, di filosofia o di teologia che sono ancora discusse fra i dottori»[2]. Tale è la dottrina costante dei teologi cattolici prima del Vaticano II, suggellata dal magistero di san Pio X: «Nel giudicare le pie tradizioni [fra cui le rivelazioni private], si tenga sempre presente che la Chiesa, in questa materia, fa uso di tanta prudenza, da non permettere che tali tradizioni si raccontino nei libri, se non con grandi cautele e dopo aver premesso la dichiarazione prescritta da Urbano VIII. E, anche quando queste condizioni vengono adempiute, essa non ammette la verità del fatto, ma solo non proibisce che vi si creda, se vi sono solidi argomenti umani per farlo»[3].
Tutto questo vale per le rivelazioni fondate su solidi argomenti umani e approvate dalla Chiesa. Che dire allora di rivelazioni che non sono mai state sottoposte al vaglio dell’autorità ecclesiastica, che non si fondano su nessuna prova e che, anzi, molte volte si oppongono alla sana teologia? È semplicemente impensabile che se ne faccia uso per risolvere questioni teologiche importantissime, come chi è il Papa, qual è il valore della nuova Messa, quale giudizio dare sul Concilio. I cattolici che cadono in questo tranello forse non si rendono conto di aver assunto una mentalità protestante–modernista, per cui la rivelazione è ancora aperta e Dio continua a comunicare cose di interesse generale per la Chiesa attraverso questo o quel veggente. Del resto il movimento carismatico è nato in seno al protestantesimo liberale e si fonda sui suoi principi, malgrado l’apparenza cattolica che hanno tentato di dargli, con intenzioni ecumeniste, i Papi postconciliari. La dottrina cattolica ci insegna invece che la rivelazione pubblica si è chiusa con la morte dell’ultimo Apostolo[4] e che le rivelazioni private, anche se autentiche, non possono mai servire per risolvere una questione teologica, specialmente se di interesse generale. […]
[1] Des grâces d’oraison. Traité de théologie mystique, ed. 11a, Parigi, Beauchesne, 1931, p. 334.
[2] Livre sur Sainte Hildegarde, p. XVI. Citato da Poulain, Des grâces d’oraison, p. 335.
[3] Enciclica Pascendi (8 settembre 1907),n. 6.
[4] Decreto Lamentabili (3 luglio 1907, approvato da S. Pio X il 4 luglio), prop. 21 (condannata).
L’oscurità delle profezie
Un avvertimento da San Pietro
Hans Memling (c.1430–1494), Giovanni Evangelista a Patmos e Visioni dell’Apocalisse
Volgi i tuoi occhi tutt’intorno e guarda: si radunano tutti e vengono a te; i tuoi figli verranno da lontano e le tue figlie saranno portate in braccio. (…) Una moltitudine di cammelli ti coprirà, dromedari di Madian e di Efah; quelli di Sceba verranno tutti, portando oro e incenso, e proclamando le lodi dell’Eterno. Tutte le greggi di Kedar, si raduneranno presso di te, i montoni di Nebaioth saranno al tuo servizio saliranno sul mio altare come offerta gradita, e io renderò glorioso il tempio, della mia gloria (Isaia 60: 4, 6-7) l.
Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, poiché non da volontà umana fu recata mai una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono quegli uomini da parte di Dio. ì(2 Pietro 1:20-21).(1)
I profeti udirono Dio parlare loro nel segreto dei loro cuori. Semplicemente trasmisero quel messaggio al popolo di Dio attraverso la predicazione e gli scritti. (…) Per questo motivo il lettore non può interpretarli da solo, perché rischia di allontanarsi dal vero significato, ma deve attendere di sentire come Colui che ha scritto vuole che le parole siano comprese.(2)
Propheta est interpres Dei dictantis oracula (cioè “Il profeta è interprete degli oracoli dettati da Dio”).
Ecclesiae ergo est judicare de vero sensu et interprete S. Scripturae (cioè “spetta quindi alla Chiesa giudicare sul vero senso e sull’interpretazione della Sacra Scrittura”).
Capita che sia comune a tutte le profezie dei profeti essere ambigue e oscure finché non si avverano, come giustamente insegna e dimostra Ireneo.
O infinito Creatore, che nelle ricchezze della Tua sapienza hai stabilito tre gerarchie di Angeli e le hai poste in meraviglioso ordine sopra i cieli più alti, e che hai distribuito gli elementi del mondo con grande saggezza: Tu, che sei in verità la fonte di luce e sapienza, degnati di irradiare sulle tenebre della mia comprensione i raggi della Tua infinita luminosità e allontana da me la duplice oscurità in cui sono nato, cioè il peccato e l’ignoranza. Tu, che dai la parola alle lingue dei bambini, istruisci la mia lingua e riversa sulle mie labbra la grazia della Tua benedizione. Dammi acutezza di comprensione, capacità di memoria, metodo e facilità nell’apprendimento, perspicacia nell’interpretazione e copiosa eloquenza nel parlare. Istruisci il mio inizio, dirigi il mio progresso e metti il Tuo sigillo sull’opera compiuta, Tu, che sei vero Dio e vero Uomo, che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.(3)
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1 Ecco la versione latina del testo citato: Hoc primum intelligentes quod omnis Prophetia Scripturae propria interpretazione non adatta. Non enim voluntate humana allata est aliquando Prophetia: sed Spiritu Sancto inspirati, locuti sunt sancti Dei homines.
2 Commentario cristiano antico alle Scritture. Giacomo, 1-2 Pietro, 1-3 Giovanni, Giuda , a cura di Gerald Bray, IVP Academic, 2000, p. 141.
3 Creator ineffabilis, qui de thesauris sapientiae tuae tres Angelorum hierarchias designasti et eas super caelum empyreum miro ordine collocasti atque universi partes elegantissime distribuisti: Tu, inquam, qui verus fons luminis et sapientiae diceris ac supereminens principium, infundere digneris super intellectus mei tenebras tuae radium claritatis, duplices, in quibus natus sum, a me rimuove tenebras, peccatum scilicet et ignorantiam. Tu, qui linguas infantium facis disertas, linguam meam erudias atque in labiis meis gratiam tuae benedictionis infundas. Da mihi intelligendi acumen, retinendi capacitatem, addiscendi modum et facilitam, interpretandi subtilitatem, loquendi gratiam copiosam. Ingressum instruas, progressum dirigas, egressum compleas. Tu, qui es verus Deus et homo, qui vivis et regnas in saecula saeculorum. Amen.

