Te Deum Laudamus: mons. Fulton Sheen è Beato!

E’ giunta davvero inaspettata (ma tanto a lungo desiderata ed auspicata) la notizia del riconoscimento ufficiale del miracolo fatto per intercessione di mons. Fulton Sheen e così il Papa ha deciso il via definitivo per la sua beatificazione. E’ un grande Te Deum e una grande gioia che ci pervade perché, mons. Fulton Sheen ha davvero ancora tanto da insegnare a noi oggi e domani, si tratta di quei Santi la cui testimonianza, parole, gesti ed insegnamenti valgono per sempre.

Anche noi abbiamo avuto la grazia di poterci avvalere dei suoi insegnamenti: si legga qui Mons. Fulton Sheen: identikit della falsa chiesa; come anche qui Il Falso Profeta e l’Anticristo”; e non si tratta solo di “profezie” quanto soprattutto di insegnamenti e di vero Amore a Maria come vi invitiamo ad approfondire qui Fatima Madonna della Speranza di mons. Fulton Sheen; per non dimenticare il testo scaricabile gratuitamente di mons. Fulton Sheen: Le ultime Sette Parole. Meditazioni per la Quaresima ….

Insomma, un vero pioniere della Buona Battaglia dei nostri tempi e dei Tempi mariani, un autentico Soldato di Cristo, un vero e santo Pastore d’anime, un vero Profeta di Cristo che con san Giovanni Battista andava gridando alle genti (attraverso i Media e le predicazioni via radio) la conversione al Cristo Gesù, di preparare la strada del cuore a Colui che sta per ritornare Giudice e Re vittorioso; un autentico Missionario che come santa Caterina da Siena amava follemente la Chiesa di Cristo tanto da affermare: «Se io non fossi cattolico, diceva nel 1957, e volessi trovare quale sia oggi, nel mondo, la vera Chiesa, andrei in cerca dell’unica Chiesa che non va d’accordo col mondo. Andrei in cerca della Chiesa che è odiata dal mondo… Cerca quella Chiesa che i mondani vogliono distruggere in nome di Dio, come crocifissero Gesù. Cerca quella Chiesa che il mondo rifiuta, come gli uomini rifiutarono di accogliere Cristo».

Mons. Sheen  aveva compreso le potenzialità delle tele-comunicazioni, lui, da parte sua, il suo compito l’aveva avuto chiaro davanti, ed è pure il nostro e lo racconta con queste parole: «Ero uscito di casa per saziarmi di sole. Trovai un Uomo – Gesù – che si dibatteva nel dolore della crocifissione. Mi fermai e gli dissi: “Permetti che ti stacchi dalla croce”. Lui rispose: “Lasciami dove sono, fino a quando avrò un fratello da salvare”. Gli dissi: “Cosa vuoi che io faccia per Te?”. Mi rispose: “Va’ per il mondo e di’ a coloro che incontrerai che c’è un Uomo inchiodato alla croce”».

Del resto, mons. Fulton Sheen, che viene nominato vescovo nel 1966 di Rochester, sperimenta sulla sua pelle la contestazione che ormai dilaga nella Chiesa nel post Concilio. La febbre dell’impegno nel mondo sembra impadronirsi di preti e suore, a scapito della preghiera e del rapporto con Dio. Il catechismo e i Sacramenti diventano secondari, o inutili, davanti alle cosiddette “urgenze” del tempo. È un vento infido che soffia e squassa tutto cosicché Papa Paolo VI parla di “autodemolizione della Chiesa”. Il Vescovo brillante dei teleschermi, noto al mondo intero, alza la voce per dire a preti e seminaristi che: «innanzitutto il sacerdote è chiamato ad essere con-vittima e con-redentore con Gesù offerto sulla croce e sull’altare. Non basta alleviare le necessità materiali dei fratelli, occorre annunciare Gesù, farlo conoscere e amare. Convertire le anime a Lui e questo è frutto di santità, di unione con Dio», non a caso difenderà sempre il ruolo della Beata Vergine Maria nel suo essere Corredentrice.

Non a caso mon. Sheen si batterà per far capire la “necessità dei dogmi e delle dottrine”, vedi qui;

così come saprà spiegare perché è falso battersi per ogni tipo di tolleranza e che, al contrario, quando la Verità e la sana dottrina sono messi a rischio allora è necessario diventare persino intolleranti, vedi qui:

Come vedete, Amici, non è tanto il fare una biografia del neo-beato, quanto piuttosto entrare all’interno del Mistero di Gesù Cristo che opera attraverso i Suoi veri Discepoli. Un beato, un santo non lo è mai fine a se stesso o per se stesso, egli lo è quanto maggiormente ha fatto tutto per amore della Chiesa, ma non un amore qualunque….  I suoi discorsi erano sempre più seguiti: appassionava e conquistava. Nel 1930, fu invitato dalla NBC (la radio degli Stati Uniti), a parlare ogni domenica sera, in un programma intitolato L’ora cattolica. La sua voce diventò nota in tutti gli States. Si trovò sommerso da migliaia di lettere: persone che gli aprivano l’anima, alla ricerca di Dio. Rispondeva a tutti. E pregava per loro. Si vide una primavera di conversioni a Gesù, e alla Chiesa Cattolica. Anche il Papa, Pio XI seppe di lui.

Nel 1935, ad esprimergli la sua riconoscenza, lo nominò Prelato domestico, con il titolo di Monsignore. Nel 1950, all’inizio dei programmi Tv, fu chiamato dalla medesima NBC a comparire sui teleschermi. Cominciò con il programma Vale la pena di vivere, in cui partendo dalla necessità impellente per tutti di dare un senso alla vita, evidenziava che ogni uomo, lasciato solo, può soltanto dire di se stesso: Magna quaestio factus sum mihi, sono diventato un gran problema per me, e problema insolubile.

A questo problema, Mons. Sheen, offriva una risposta: Gesù Cristo, l’unica soluzione di tutti i problemi, il Cristo crocifisso e risorto (Tertulliano). Ogni settimana era seguito da 30 milioni di persone. Il suo linguaggio era limpido, comprensibile a tutti, di serietà straordinaria, eppure a volte scherzoso, sempre piacevole, anche quando poneva davanti alle più gravi responsabilità della vita. Sempre nel 1950, venne nominato direttore nazionale della Società per la propagazione della Fede. Iniziò una lunga serie di viaggi in Asia, in Africa e in Oceania per interessarsi dell’evangelizzazione dei popoli. Un’altra mirabile possibilità di irradiare Gesù, il suo Vangelo, di far comprendere che solo in Lui ogni anima, ogni popolo trova la sua vera grandezza. Gesù nella parrocchia, Gesù sulla cattedra universitaria, Gesù alla radio e in Tv, Gesù per le strade del mondo. Perché solo Gesù è il Salvatore del mondo, il Figlio di Dio incarnato e crocifisso, il Vivente!

Il miracolo di cui si parla  riguarda l’inspiegabile risurrezione nel 2010 di un bambino nato morto, il piccolo James Fulton Engstrom, che per 61 minuti non aveva né avuto un battito rilevabile né respirato, iniziando a emettere il suo primo respiro nel momento stesso in cui i medici ne stavano dichiarando ufficialmente la morte. In quei 61 minuti la madre e il padre avevano pregato per l’intercessione del Servo di Dio, Fulton Sheen. I dottori avevano poi predetto che il bambino sarebbe cresciuto con gravi insufficienze a livello di organi e con una paralisi cerebrale, ma dopo cinque mesi di vita del piccolo si era constatato che James Fulton aveva uno stato di salute normale. Nel 2014 c’era stato il via libera al riconoscimento del miracolo da parte di una commissione medica e poi teologica. Nel frattempo, due anni prima, Benedetto XVI aveva riconosciuto le virtù eroiche di Sheen permettendo così il titolo di Venerabile.

Davanti ad una società in piena crisi tra rapporti umani ma soprattutto coniugali che cominciavano a distruggere la Famiglia, mons. Fulton Sheen non si tira indietro anche per affrontare gli argomenti più delicati come quando spiegò il Matrimonio casto tra la Beata Vergine Maria e san Giuseppe, leggete qui, in cui diceva: «L’amore della donna determina quello dell’uomo. La donna è educatrice silenziosa della virilità del suo sposo. Essendo Maria il simbolo della verginità e la sublime ispiratrice della purezza per tutti, perché non avrebbe dovuto impiegare questa sua caratteristica con il suo Giuseppe, il giusto? La Vergine conquistò il cuore del suo giovane sposo non con la diminuzione dell’amore, ma sublimandolo». La purezza nasce da Dio, è stare alla Sua presenza, proprio come avveniva per Maria e Giuseppe che avevano in mezzo a loro Gesù, provavano già «la gioia senza pari che è il possesso dell’amore eterno del Cielo», a cui ogni matrimonio deve tendere, e quindi «non desideravano nient’altro». E sul Matrimonio si legga anche qui.

Per anni – come riporta la Bussola – i fedeli americani, e in generale i suoi devoti sparsi in tutto il mondo, hanno atteso che venisse ripresa la causa di beatificazione del venerabile Fulton Sheen (1895-1979), sospesa a tempo indefinito nel 2014 per una controversia sulle reliquie sorta tra la Diocesi di Peoria e l’Arcidiocesi di New York. A giugno l’annosa disputa sul telepredicatore più famoso e ispirato degli Stati Uniti è stata finalmente risolta, e ieri papa Francesco ha potuto autorizzare la Congregazione delle cause dei santi a promulgare il decreto per il riconoscimento del miracolo dovuto all’intercessione dell’arcivescovo Sheen, che quindi potrà essere presto proclamato beato.

Per tutti noi che abbiamo “conosciuto” mons. Fulton Sheen da sempre…. attraverso le sue predicazioni ed insegnamenti, è un vero canto del Te Deum Laudamus!! E’ una grande ed immensa lode a Dio che ci offre, in tal modo, un ampio respiro in questi tempi di profonde amarezze, asprezze, confusioni e divisioni proprio interne a questa Chiesa da lui tanto amata. Amata sì, ma senza compromessi, senza “aggiornamenti strani”, senza spogliarla del suo glorioso passato, senza impoverirla dai dogmi e dottrine, senza dipingerla come una “matrigna”… al contrario è proprio qui il vero riconoscimento che il Cielo ha voluto attribuirgli: l’essere rimasto sempre fedele alla Verità, anche al costo di predicare quella INTOLLERANZA laddove cominciava a precludersi la tolleranza verso Gesù Cristo, l’unico vero Dio.

Del nuovo Beato mons. Sheen ci resta un ricco e vasto patrimonio tutto da scoprire e tutto da utilizzare, in questi tempi tenebrosi. Essi sono una vera Luce come il testo “Vivere la Messa“, Riflessioni sulla Santa Messa celebrata nella forma straordinaria del rito romano, come riportato da CorrispondenzaRomana nel 2012…

  • Secondo mons. Fulton Sheen (1895-1979), la cui causa di canonizzazione è aperta dal 2008, «la Santa Messa non è semplicemente un insieme di azioni compiute da un’assemblea riunita nel nome di Cristo (letture, riflessioni, preghiere e canti), come taluni commenti possono far pensare (e come parrebbe al vedere certe liturgie da strapazzo tipo le Karneval-messe autorizzate in varie diocesi germaniche), ma è l’opera stessa di Cristo (…). La Messa ha perciò un valore perenne» (p. 7).
  • Nella teologia mistica della Santa Messa come era concepita da Sheen, che non a caso chiamò il suo libretto Calvary and the Mass, le sette parole di Cristo in croce rappresentano simbolicamente le 7 parti della messa (tradizionale). La «prima: «Perdona» evoca il Confiteor; la seconda: «Oggi in Paradiso» richiama l’Offertorio; la terza: «Ecco tua madre» si schiude nel Sanctus; la quarta: «Perché mi hai abbandonato?» ci porta alla Consacrazione; la quinta: «Ho sete» è la Comunione; la sesta: «Tutto è compiuto» è l’Ite, missa est; l’ultima: «Padre, nelle tue mani» è il Vangelo conclusivo» (p. 16). E così dunque il testo di Fulton Sheen, che oltre ad essere un teologo grave e profondo, fu altresì un eccellente comunicatore attraverso la radio, la stampa e la TV, si divide in 7 piccoli capitoli in relazione con le 7 parti del Santo Sacrificio dell’Altare.
  • Secondo il teologo, «l’atto più sublime di Cristo fu la sua morte. Questa è sempre importante perché suggella un destino; ogni uomo che muore costituisce una scena e ogni scena di morte è un luogo sacro. (…)nessuna morte fu più importante di quella di Cristo: ogni altra persona è venuta al mondo con lo scopo di vivere, ma nostro Signore è nato per morire» (pp. 9-10). Questa santissima morte, accettata in espiazione e in propiziazione per i nostri peccati, si rivive in modo incruento in ogni Santa Messa cattolica. «Per questo motivo la messa è per noi l’atto supremo della religione cristiana» (p. 12) e dunque deve essere davvero santo, ovvero ordinato, preciso, perfetto, limpido, aulico e nobilmente sobrio e composto…
  • Contro il biblicismo di certa teologia post-conciliare, che riduce la religione rivelata alla sola proclamazione della Parola, «per la Chiesa cattolica, non sono fondamentali il pulpito, il coro o l’organo, ma l’altare» (p. 12). Insomma, la «messa è il più importante evento della storia del genere umano, l’unico atto santo che nasconde la collera di Dio per un mondo pieno di peccato, ponendo la croce tra il Cielo e la terra» (p. 13). (Fabrizio Cannone)

Fulton John Sheen, nacque Peter John a El Paso, l’8 maggio 1895. Noto arcivescovo cattolico e scrittore statunitense, è stato uno dei primi e più celebri telepredicatori cattolici, prima via radio e successivamente in televisione. Guadagnò la fama anche nel 1950 per il suo show televisivo “La vita vale la pena viverla” e durante i 16 anni alla guida della Società per la Propagazione della Fede.

Il 28 maggio 1951, Pio XII lo nominò vescovo titolare di Cesariana e vescovo ausiliare di New York; ricevette la consacrazione episcopale l’11 giugno successivo dalle mani del cardinale Adeodato Giovanni Piazza.

Mons. Sheen partecipò come padre conciliare a tutte e quattro le sessioni del Concilio Vaticano II, svoltesi tra il 1962 e il 1965. Il 21 ottobre 1966, Paolo VI lo nominò vescovo di Rochester, diocesi dalla quale rassegnò le dimissioni per raggiunti limiti d’età il 6 ottobre 1969. Morì dieci anni dopo, a New York, il 9 dicembre 1979.

Te Deum Laudamus…. beato Sheen, prega per noi.

 

 

 

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