I sei motivi che dimostrano che se si ama la Madonna, si è fedeli alla Dottrina.
di Corrado Gnerre (10-01-2021)
Primo motivo: Perché Maria ci ha donato la Verità
Gesù dice di se stesso: “Io sono la via, la verità, e la vita” (Gv 14). Gesù è Pastore e Redentore, ma prima ancora è Maestro. Egli è il Verbo (il Logos) che si è fatto carne. Dunque, senza il “sì” di Maria, non sarebbe entrata nel mondo la Verità, non ci sarebbe stata la Luce per squarciare le tenebre della menzogna del mondo pagano.
Secondo motivo: Perché Maria ha assentito umilmente alla Verità
Se Maria non avesse detto di “sì” all’Angelo, sarebbe stato pregiudicato il progetto di Dio. Ci sarebbe stata una seconda possibilità? Non lo sappiamo.
Ragioniamo su questo. L’assenso di Maria Vergine è l’obbedienza. Ella, Nuova Eva, si contrappone alla Prima Eva a causa della quale entrò il peccato nel mondo. Ciò che rende diversa Maria da Eva è l’umiltà. Eva peccò perché attratta dalla possibilità di “diventare come Dio”; Maria ci ha ridonato la Grazia convinta che l’unica posizione umanamente ragionevole fosse quella di farsi “ancella di Dio”. Dietro ogni eresia c’è sempre l’orgoglio. C’è sempre l’intenzione di non voler ascoltare, bensì rielaborare secondo i propri criteri e le proprie ambizioni. Dunque, da questo punto di vista, si capisce bene quanto la devozione mariana serva per ottenere la virtù dell’umiltà.
Terzo motivo: Perché Maria ha generato la Verità
Maria non si è limitata a donarci la Verità, l’ha anche generata. Il Verbo incarnato è l’unione del divino con l’umano. Mentre il divino è stato apportato dallo Spirito Santo, l’umano è stato apportato da Maria Vergine. Maria ha dato il suo sangue e il suo nutrimento alla Verità incarnata. Se a Gesù avessero fatto l’analisi del nucleo mitocondriale, avrebbero trovato lo stesso nucleo mitocondriale di Maria.
Ragioniamo su questo. Mettersi alla scuola di Maria, vuol dire mettersi alla scuola di Colei che ha generato la Verità. Quale modo migliore per conservare la Verità se non chiedendo l’aiuto a Colei che l’ha generata?

Quarto motivo: Perché Maria ha portato la Verità nel suo grembo
Maria è veramente Madre della Chiesa, che è la realtà che Cristo ha voluto perché affidare la Verità da custodire nei secoli. La Chiesa è l’unione del divino con l’umano e già Cristo (il Capo) è tutta la Chiesa, per cui si può ben dire che la Vergine ha generato e portato la Chiesa dentro di sé. Ha alimentato la Chiesa con il suo sangue. Questo fatto che la Vergine abbia portato dentro di sé la Chiesa fa capire tutta la connotazione anti-gnostica del Cristianesimo. La Verità è portata dal grembo di una donna, per cui si è chiamati, relativamente alla Verità, ad una dimensione di convivenza e non solo di conoscenza.
Le eresie, invece, nascono sempre da un approccio alla Verità in senso primariamente intellettualistico. Paradossalmente (ma non troppo) anche in quelle eresie che negano il valore e la propedeuticità della Ragione per l’atto di Fede. Il “caso Lutero” lo dimostra ampiamente: per lui la Ragione non aveva valore, eppure cercò nello studio della Scrittura il fondamento delle sue teorie, riducendo il Cristianesimo ad una “religione del Libro”.
Pertanto possiamo dire che tutta la deriva in senso intellettualistico della teologia contemporanea ha come causa proprio la voluta dimenticanza della devozione mariana, e tale dimenticanza è a sua volta causa della deriva intellettualistica della teologia contemporanea
Quinto motivo: Perché Maria ha alimentato la Verità
Se Maria ha alimentato la Verità, vuol dire che ha dato ossigeno, vita ad essa. Ed ecco che con il suo aiuto si può veramente capire quanto la Verità venga prima di tutto. E’ essa che dà ragione all’Amore.
Sesto motivo: Perché Maria è l’immacolatezza della Verità
Maria è la purezza in quanto tale. Ella, a Lourdes nel 1858 venne a confermare il dogma promulgato da Pio IX quattro anni prima e disse di sé: Io sono l’Immacolata Concezione. Non disse: Io sono stata concepita immacolatamente, ma «Io sono l’Immacolata Concezione». Ovvero: Io sono la Purezza per eccellenza, l’unica purezza esistente nella realtà creaturale. Maria, dunque, ci ricorda come la purezza sia alla base dell’acquisizione della Verità e della sua generazione. Ella fu preservata proprio perché doveva generare il Verbo incarnato.
Ragioniamo. Di per sé la perdita della purezza, pur essendo peccato grave, può non essere il peccato più grave, ma è senz’altro il peccato che più compromette la sfera intellettuale. Il rifiuto della purezza è la bestializzazione; e con la bestializzazione c’è la morte del retto intendere e della logica. Non si vive come si pensa, si finisce sempre col pensare come si vive. A tal riguardo, se si approfondisce lo studio della vita privata di molti eretici, si scopre quanto le formulazioni degli errori siano stati preceduti da cedimenti sul piano tanto della disciplina quanto della vita morale.
FONTE: Il Cammino dei Tre Sentieri
Perché è fondamentale la Consacrazione al suo Cuore?
Possiamo dire che , nel nostro tempo moderno, da Papa Leone XIII abbiamo avuto tutti “Pontefici mariani”, sensibili alle richieste del Cielo, sensibili a questi Cuori Divini di Gesù e Maria. Con Pio XII e Giovanni Paolo II abbiamo poi avuto una impronta mariologica magisteriale della Chiesa, anche l’avverarsi della profezia del Montfort che aveva predetto questo interessamento della Chiesa per i “Tempi di Maria”. Fu Pio XII, per la prima volta, a dedicare un Anno Mariano. Sì perché, parliamoci chiaro, questi sono i “Tempi di Maria” e non la “fine del mondo”. Facciamo chiarezza su questo punto.
Il Montfort nel descrivere “questi tempi” è chiarissimo! Egli descrive prima l’arrivo di tempi difficili per la Chiesa (la grave apostasia, ultima prova della Chiesa, vedi CCC nn.675,676,677) e per il mondo, descrive una società stolta, ubriaca di modernismo, di ateismo, di peccati gravi…. descrive già nel 1720 di questi tempi futuri in cui il Demonio sarebbe stato lasciato libero da Dio di provocare e governare il mondo degli uomini, ma che proprio per questo non saremmo stati abbandonati a noi stessi, predisse che il Buon Dio ci avrebbe mandato Sua Madre, come fece già nel momento cruciale della Crocifissione del Figlio Divino, quando la profezia di Simeone si avverò nel Cuore di Maria: invece di pensare di vendicarsi per quel trattamento, Gesù morente e sofferente, ebbe la premura di lasciarci la sua Madre.
Il primo ad usare l’espressione “consacrazione a Maria” è stato San Giovanni Damasceno, già nella prima metà del sec. VIII. E in tutto il Medioevo era una gara di Città e Comuni che “si offrivano” alla Vergine, spesso presentandole le chiavi della Città in suggestive cerimonie. Ma è nel sec. XVII che iniziarono le grandi consacrazioni nazionali: la Francia nel 1638, il Portogallo nel 1644, l’Austria nel 1647, la Polonia nel 1656… L’Italia arriva tardi, negli anni ’50 con Pio XII, dopo le apparizioni di Fatima.
La consacrazione è un Atto complesso, che si diversifica nei vari casi: altro è quando un fedele si consacra personalmente, assumendo impegni precisi, altro è quando si consacra un popolo, un’intera Nazione o addirittura l’Umanità.
La consacrazione individuale è teologicamente ben spiegata da San Luigi Maria Grignion de Montfort, del quale Giovanni Paolo II, con quel suo motto del “Totus tuus” [desunto dallo stesso Montfort, che a sua volta lo aveva preso da San Bonaventura], è il primo ‘modello’.
San Montfort spiega come proprio nei momenti cruciali della nostra vita, il nostro rifugio è il Cuore Immacolato di Maria. E perché mai? Perché Maria è l’unica Creatura al mondo che, preservata dal Peccato originale, conservò un Cuore inaccessibile al demonio! In questo modo, spiegavano anche san Padre Pio, Suor Lucia do Santos, il beato Bartolo Longo, ed altri Santi, questo Cuore Immacolato è l’unico accesso che noi uomini abbiamo quale RIFUGIO SICURO NEL NAUFRAGIO. Che cosa ripetiamo a fare le Litanie o le Suppliche se non ne comprendiamo il senso e la portata? Cerchiamo di fare lo sforzo della meditazione…
Il Cuore Immacolato di Maria è UN RIFUGIO inaccessibile al demonio, e per questo è per noi sicurezza di favori Celesti e di conversione al Cristo. Infatti – la Vergine Santa – non ha bisogno di essere glorificata per se stessa…. non esultiamo e non cantiamo le Sue lodi per farne una dèa, la Sua intercessione è una continua lotta per strapparci dalle grinfie di Satana che ci allontanano dal Figlio Gesù. La Sua lotta (cf.Gn.3,15 e Apoc.12) è per portarci a Gesù e non ad un cristo qualsiasi, ma a quel Cristo Gesù che Ella concepì prima nel suo Cuore Immacolato, per poi darlo alla luce, al mondo, agli uomini, a tutti noi in ogni tempo e per l’eternità.
Gli Apostoli di Maria degli “ultimi tempi”, descrive il Montfort, sono quelle anime che pur vivendo nel mondo non si lasceranno corrompere dalle sue mode, dalle sue culture anticristiche, dall’ateismo, dalle ideologie… ma saranno pronte a vivere una vita umile e nascosta sotto l’impero del Vangelo di Cristo Re, guidati da Maria stessa, protetti da Lei, istruiti da Lei come la stessa Suor Lucia ci racconterà nelle sue Memorie. Ognuno di noi, del resto, vivendo nel mondo, affronterà il proprio “ultimo giorno” e come ci troverà Gesù nel venirci a prendere? Ecco l’indispensabile passaggio attraverso il Cuore Immacolato di Maria, per giungere al Figlio.
Infatti, la prima Apparizione che cominciò a riguardare tutta la Chiesa e a coinvolgere il magistero ecclesiale universale, fu il Cuore Divino di Gesù. Era la festa di san Giovanni evangelista, il 27 dicembre del 1673, quando Gesù apparve alla visitandina santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690) e le disse: «Il mio divino Cuore è così appassionato d’amore per gli uomini, che non potendo più racchiudere in sé le fiamme della sua ardente carità, bisogna che le spanda. Io ti ho scelta per adempiere a questo grande disegno». Margherita Maria ebbe tali apparizioni per 17 anni, sino alla morte.
E così arriviamo alle tante Apparizioni mariane riconosciute dalla Chiesa, che mettendo in pratica gli Appelli del Sacro Cuore di Gesù, ci offrono le cosiddette “profezie” atte a spiegare L’URGENZA della nostra conversione a questo Cuore. Ma siccome siamo di testa dura e non bastando neppure queste, la Madre Santissima ha fatto di più: non si è limitata ad apparire per dare Messaggi, ma ci ha aperto IL SUO CUORE IMMACOLATO, rifugio sicuro nel naufragio. Le Apparizioni più imponenti e riconosciute dalla Chiesa, in ordine cronologico sono 16 (approvata ma non in elenco è anche la Vergine di Guadalupe in Messico):
– Laus (Francia) 1664-1718, Benôite Rencurel;
– Medaglia miracolosa (o Medaglia della Madonna delle Grazie, o Medaglia dell’Immacolata) a santa Caterina Labouré, durante la seconda apparizione (27 novembre 1830) — come segno di amore, pegno di protezione e sorgente di grazie;
– Roma 1842, la significativa conversione di Alfonso Ratisbonne, grazie alla Devozione della Medaglia miracolosa;
– La Salette (Francia) 1846, Massimino Giraud e Melania Calvat;
– Lourdes (Francia) 1858, Bernadette Soubirous;
– Champion (Usa) 1859, Adele Brise;
– Pontmain (Francia) 1871, Eugène e Joseph Barbedette, François Richer e Jeanne Lebossé;
– Gietrzwald (Polonia) 1877, Justine Szafrynska e Barbara Samulowska;
– Knock (Irlanda) 1879, Margaret Beirne e diverse persone;
– Fatima (Portogallo) 1917, Lucia Dos Santos, Francesco e Giacinta Marto;
– Beauraing (Belgio) 1932, Fernande, Gilberte e Albert Voisin, Andrée e Gilberte Degeimbre;
– Banneux (Belgio) 1933, Mariette Béco;
– Amsterdam (Olanda) 1945-1959, la Signora di tutti i popoli, Corredentrice, a Ida Peerdemann;
– Akita (Giappone) 1973-1981, Agnes Sasagawa;
– Betania (Venezuela) 1976-1988, Maria Esperanza Medano;
– Kibeho (Ruanda) 1981-1986, Alphonsine Mumereke, Nathalie Ukamazimpaka Marie-Claire Mukangango.
Guardando a questi “tempi” con tutta l’onestà dell’intelletto, non è poi così difficile capire il perché di tutte queste Apparizioni, perché il Cielo E’ DIVENTATO INSISTENTE.
Avviandoci alla conclusione ritorniamo al Cuore Immacolato di Maria, una devozione “voluta da Gesù”. Così la racconta Lucia nella seconda Apparizione: “Vorrei chiederle di portarci in cielo”, disse Lucia. “Sì, Giacinta e Francesco li porterò tra poco, tu però devi rimanere quaggiù più a lungo. Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere ed amare. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato; a chi la praticherà prometto la salvezza; queste anime saranno predilette da Dio, e come fiori saranno collocati da Me dinanzi al Suo trono“. Domandò Lucia:”Resterò qui sola?”, “Non ti scoraggiare: io non ti abbandonerò mai. Il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e la via che ti condurrà a Dio”.
Dunque è Gesù che vuole questa devozione… e c’è anche un altra motivazione espressa nelle Apparizioni di Lourdes.
Durante le numerose apparizioni la Vergine disse a Lourdes alla giovane Bernadette: “Io non vi prometto di rendervi felici in questo mondo, ma nell’altro” e svelò a Bernadette, mostrandosi in atteggiamento simile a quello riportato nella Medaglia Miracolosa, di essere “l’Immacolata Concezione”. L’Immacolata propose a Bernadette un cammino di conversione, per giungere alla vera felicità che più conta, lo stesso che invita a percorrere ancora oggi ad ogni pellegrino che raggiunge la grotta di Massabielle. Lourdes (come Fatima ed altre Apparizioni approvate dalla Chiesa) è proprio questo, un invito alla conversione, un appello a cambiare la rotta! per raggiungere la vera felicità.
A fare questa “promessa” apparentemente drammatica è la Madre di Dio in persona.
Apparentemente perché, approfondendo il motivo e la dottrina cattolica, la felicità infatti non è di questo mondo, ma nell’altro e dell’altro, qui in terra assaporiamo, pregustiamo il senso di una felicità soprannaturale (che è il Regno di Dio che è già in mezzo a noi, ma non è ancora) che però non è completa ed è soggetta alle nostre debolezze umane, è soggetta al cammino di perfezione intrapreso con il Battesimo e dunque con la conversione, un cammino che terminerà solo con la morte fisica.
Apparentemente “drammatica” perchè è drammatica se si legge la vita da un punto di vista orizzontale, privato della grazia e privato della vera meta che non è la felicità su questa terra ma è il trionfo dell’anima nell’eternità beata in Cristo. Ecco perché la Beata Vergine insisterà con le CONSACRAZIONI… queste saranno lo strumento (voluto da Dio) attraverso il quale ci sarà dato l’aiuto di cui abbiamo tanto bisogno.
Il Cuore di Dio e il cuore degli uomini sono al centro della predicazione di Gesù stesso nei Vangeli, il cuore è il centro catalizzatore: “imparate da me che sono mite ed umile di cuore..”; “un cuore affranto ed umiliato, tu o Dio non disprezzi”…
“Quanto mai opportuna risuona allora l’esortazione di Gesù, riportata dall’evangelista Marco: “Convertitevi e credete al Vangelo” (cfr Mc 1,15). Il sincero desiderio di Dio ci porta a rigettare il male e a compiere il bene. Questa conversione del cuore è anzitutto dono gratuito di Dio, che ci ha creati per sé e in Gesù Cristo ci ha redenti: la nostra vera felicità consiste nel rimanere in Lui (cfr Gv 15,3)”
(Benedetto XVI Udienza generale 21.02.2007).
Da Lourdes giunge un messaggio chiaro: tutti siamo chiamati a diventare immacolati, riprendendo san Paolo Ef.1,3-6/11-12.
La ” firma” del messaggio avviene dopo 3 settimane di Apparizioni e 3 settimane di silenzio (dal 4 al 25 marzo). Il 25 marzo è il giorno dell’Annunciazione, del concepimento” di Gesù nel ventre verginale ed immacolato di Maria. La Signora della Grotta dice quale è la Sua missione: Lei è la Madre di Gesù, tutto il suo essere è quello di concepire il Figlio di Dio, Lei è tutta per Lui. Per questo è Immacolata, abitata da Dio. Così, la Chiesa e tutti i cristiani devono lasciarsi abitare da Dio per diventare immacolati, radicalmente perdonati dal santo Battesimo e in modo tale da essere, anche loro, testimoni di Dio.
Sarà la vocazione di Bernadette. Il 7 aprile, durante la penultima Apparizione, la fiamma della candela passerà tra le sue dita senza bruciarla: diventa trasparente di luce, può anche lei comunicare la luce di Dio. Maria ci dice che lei è ciò che dobbiamo diventare.
Il giorno della sua 1° Comunione (3 giugno 1858), Bernadette prolunga quest’esperienza unendosi al dono di Dio, per sempre.
Per concludere…
Come ha previsto san Luigi Maria Grignion de Montfort, gli “ultimi tempi” vedranno come una nuova Pentecoste, un’effusione abbondante dello Spirito Santo sui sacerdoti e sui laici, che produrrà due effetti: una più elevata santità, ispirata a Maria, e uno zelo apostolico che porterà all’evangelizzazione del mondo. A questi scopi mirano le apparizioni della Madonna nei tempi recenti: a provocare la conversione a Cristo tramite Maria.
Montfort sottolinea così due ragioni che ci spingono a farla:
1] Il primo motivo ci è offerto dall’esempio del Padre, che ci ha dato Gesù per mezzo di Maria, affidandolo a lei. Ne consegue che la consacrazione è riconoscere che la divina maternità della Vergine, sull’esempio della scelta del Padre, è la prima ragione di consacrazione.
2] Il secondo motivo è quello dell’esempio dello stesso di Gesù, Sapienza incarnata. Egli si è affidato a Maria non solo per avere da lei la vita del corpo, ma per essere da lei “educato”, crescendo “in età, sapienza e grazia”.
“Consacrarsi alla Madonna” vuol dire, in sostanza, accoglierla come vera madre nella nostra vita, sull’esempio di Giovanni, perché lei per prima prende sul serio la sua maternità su di noi: ci tratta da figli, ci ama da figli, ci provvede tutto come a figli.
Lo Spirito Santo agisce per mezzo di Maria, come fu per l’Incarnazione prodigiosa del Divin Verbo ma senza confusione di sorta, spetta alla Chiesa ogni pronunciamento dogmatico.
Non dimentichiamo infine il sogno di san Giovanni Bosco delle due Colonne, queste salveranno la Chiesa (con il Patronato singolare di San Giuseppe) e santificheranno le Membra capaci di Consacrarsi ai due Sacratissimi Cuori: Gesù e Maria; la divina Eucaristia e la vera devozione a Maria.
Potete scaricare il tutto in comodo pdf: CONSACRARSI A MARIA…
Nel giorno della sua Gloriosa Assunzione tutto il Purgatorio rimase vuoto scrive Giovanni Gersone.
La stessa cosa afferma il Novarino che scrive “Autori degni di Fede affermano che Maria, quando stava per andare in Cielo, chiese al Figlio la Grazia di poter condurre con sé nella Gloria tutte le anime che si trovavano allora in Purgatorio”.
Sant’Alfonso Maria de Liguori
Vuoi consacrarti anche tu a Maria? Ecco l’atto solenne di consacrazione scritto e spiegato da San Massimiliano Kolbe
Come ci si può consacrare «in proprietà» alla Vergine Immacolata? Ecco le indicazioni che dava padre Kolbe:
1. Con un atto della volontà emesso una volta e non revocato. Si possono usare anche parole, brevi formule.
2. È bene rinnovare personalmente tale atto di consacrazione a lei, affinché divenga sempre più autentico.
3. Anche se apparteniamo già a lei, tuttavia, quando vi sono faccende più importanti, è bene donargliele in proprietà (pur essendo noi già proprietà sua), anche con la sola invocazione: «Maria». In caso di difficoltà, offrire pure questa in proprietà dell’Immacolata, con l’invocazione «Maria»; la rimuova, la lasci stare, la riduca o la accresca come le piace. Conclusa la faccenda, sempre mediante l’invocazione «Maria», ella la purifica, ripara ciò che vi è di male e la offre al sacratissimo cuore di Gesù quale sua offerta personale. Gesù, a sua volta, per i meriti infiniti del suo sangue preziosissimo, eleva tale azione ad un valore infinito; la offre all’eterno Padre quale dono degno della maestà infinita. In questo modo tale nostra azione diviene una volontaria offerta del nostro cuore, dell’Immacolata e di Gesù presentata a Dio uno e trino.
4. È bene altresì concludere un accordo con lei, in base al quale, anche se ci dimenticassimo di offrirle qualsiasi cosa, l’impegno che usiamo nel compierla bene sia già da solo un segno che la facciamo per lei.
5. Quando la distrazione distoglie l’attenzione, il ritorno immediato, ma sereno, a ciò che si sta facendo, sia un segno che l’azione è per lei.
6. Quando l’orgoglio sussurra: «la gente ti loda», sforzati di operare ancora meglio e questo sia un segno che ciò che fai è per lei
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L’ATTO DI CONSACRAZIONE ALL’IMMACOLATA
Noi ci possiamo consacrare all’Immacolata in vari modi e questa consacrazione noi la possiamo formulare con diverse parole, anzi è sufficiente perfino un atto interiore della volontà, poiché in questo appunto è racchiusa l’essenza della nostra consacrazione all’Immacolata. Per maggior comodità, tuttavia, esiste una breve formula composta da San Massimiliano Kolbe. Ecco:
1. O Immacolata, Regina del cielo e della terra, rifugio dei peccatori e Madre nostra amorosissima, cui Dio volle affidare l’intera economia della misericordia, 2. io, indegno peccatore, mi prostro ai tuoi piedi supplicandoti umilmente di volermi accettare tutto e completamente come cosa e proprietà tua, e di fare ciò che ti piace di me e di tutte le facoltà della mia anima e del mio corpo, di tutta la mia vita, morte ed eternità. 3. Disponi pure, se vuoi, di tutto me stesso senza alcuna riserva, per compiere ciò che è stato detto di te: «Ella ti schiaccerà il capo» (Gn 3,15), come pure: «Tu sola hai distrutto tutte le eresie sul mondo intero» (ufficio della B.V. Maria), affinché nelle tue mani immacolate e misericordiosissime io divenga uno strumento utile per innestare e incrementare il più fortemente possibile la tua gloria in tante anime smarrite e indifferenti e per estendere, in tal modo, quanto più è possibile il benedetto regno del sacratissimo cuore di Gesù. Dove tu entri, infatti, ottieni la grazia della conversione e della santificazione, poiché ogni grazia scorre, attraverso le tue mani, dal cuore dolcissimo di Gesù fino a noi.
V. – Concedimi di lodarti, o Vergine santissima.
R. – Dammi forza contro i tuoi nemici.
Come si vede – e lo abbiamo fatto rilevare ponendo dei numeri – quest’atto di consacrazione consta di tre parti: 1. un’invocazione, 2. una domanda affinché ella voglia accettare in proprietà colui che a lei si consacra; 3. una domanda affinché ella voglia servirsi del consacrato per conquistare altre anime a sé. Pertanto, è molto interessante riflettere sul commento che lo stesso padre Kolbe ne fa. Lo riproduciamo seguendo l’ordine suddetto.
1. INVOCAZIONE
Nella invocazione diciamo innanzitutto:
«O Immacolata».
Noi ci rivolgiamo a lei con questo titolo, poiché ella stessa a Lourdes volle presentarsi con questo nome: Immacolata Concezione […]. Tutte le altre persone sono una concezione, macchiata tuttavia dal peccato. Unicamente lei è non solo concepita, ma Concezione e per di più Immacolata. Questo nome contiene molti altri misteri che col tempo saranno svelati. Esso indica, infatti, che l’Immacolata Concezione appartiene in certo qual modo all’essenza dellTmmacolata. Questo nome deve esserle caro, poiché indica la prima grazia ricevuta nel primo istante della sua esistenza, e il primo dono è sempre il più gradito. Questo nome, poi, si è realizzato lungo tutta la sua vita, poiché ella è stata sempre senza peccato. Perciò fu altresì piena di grazia e Dio fu con lei (Le 1,28) sempre e fino al punto che ella divenne la Madre del Figlio di Dio.
«Regina del cielo e della terra».
In una famiglia i genitori che amano i loro figli appagano, nei limiti delle loro possibilità, i desideri dei loro bambini, purché tali desideri non siano loro di danno. Tanto più Dio, creatore e prototipo dei genitori terreni, vuole soddisfare la volontà delle sue creature, purché questa non rechi loro danno, vale a dire a condizione che tale volontà sia conforme alla sua volontà. L’Immacolata non si scostò mai in nulla dalla volontà divina.
«Rifugio dei peccatori».
Dio è misericordioso, infinitamente misericordioso, tuttavia è pure giusto, infinitamente giusto, così che non può tollerare neppure il più piccolo peccato e deve esigerne la completa riparazione. La dispensatrice del preziosissimo sangue di Gesù, che ha un valore infinito e che lava questi peccati, è la misericordia divina personificata nell’Immacolata. A buon diritto, quindi, noi la invochiamo Rifugio dei peccatori, dei grandi peccatori, anche se i loro peccati fossero i più gravi e i più numerosi possibile, anche se essi avessero l’impressione di non meritate mai più misericordia. Certamente ogni purificazione dell’anima è per lei una nuova conferma del suo titolo di Immacolata Concezione, e quanto più un’anima è sprofondata nei peccati, tanto più si manifesta la potenza della sua immacolatezza che rende tale anima pura come la neve.
«Madre nostra amorosissima».
L’Immacolata è la madre di tutta la nostra vita soprannaturale poiché è la mediatrice delle grazie, anzi la madre della grazia divina, perciò è nostra madre nella sfera della grazia, nella sfera soprannaturale. È, inoltre, una madre amorosissima, poiché tu non hai una madre così amante, così amorevole, così di Dio, come l’Immacolata, tutta divina.
«Cui Dio volle affidare l’intera economia della misericordia».
In una famiglia talvolta il padre si rallegra allorché la madre, con un proprio intervento, trattiene la sua mano che vorrebbe castigare il figliolo, poiché in tal caso vien data soddisfazione alla giustizia e si manifesta pure la misericordia. Non è senza ragione, infatti, che la giustizia viene sospesa. Allo stesso modo anche Dio, per non castigarci, ci offre una madre spirituale, alla cui intercessione non si oppone mai. Ecco perché i santi affermano che Gesù ha riservato a sé l’economia della giustizia, per affidare all’Immacolata l’intera economia della misericordia. In ogni cosa amò la volontà divina, amò Dio, perciò giustamente è chiamata: onnipotenza supplice; esercita la propria influenza su Dio stesso, sull’universo intero, è la regina del cielo e della terra […]. Ella desidera, e ne ha diritto, di essere riconosciuta spontaneamente da ogni cuore, di essere amata quale regina di ogni cuore, affinché questo cuore sia purificato sempre più attraverso lei, divenga immacolato, simile al suo cuore e sempre più degno dell’unione con Dio, con l’amore di Dio, con il sacratissimo cuore di Gesù.
2. DOMANDA AFFINCHÉ ELLA VOGLIA ACCETTARE IN PROPRIETÀ COLUI CHE A LEI SI CONSACRA
Nella seconda patte dell’atto di consacrazione noi diciamo:
«Io, indegno peccatore».
Riconosciamo di non essere immacolati come lei, ma peccatori. Tanto più che nessuno di noi potrebbe affermare di trascorrere una sola giornata senza commettere alcun peccato, ma si sente colpevole di molte infedeltà. Diciamo pure indegno, poiché, in effetti, tra l’Immacolata e una persona contaminata dal peccato vi è, in certo qual modo, una differenza infinita. Perciò, con tutta verità noi ci riconosciamo indegni di rivolgerci a lei, di pregarla, di cadere ai suoi piedi per chiederle di non diventar simili al superbo Lucifero.
Per questo motivo noi diciamo pure:
«Mi prostro ai tuoi piedi supplicandoti umilmente di volermi accettare tutto e completamente come cosa e proprietà tua».
Con queste parole noi preghiamo, supplichiamo l’Immacolata di volerci accogliere e ci offriamo a lei completamente e sotto ogni aspetto quali suoi figli, suoi schiavi d’amore, suoi servi, suoi strumenti, sotto ogni aspetto, sotto ogni denominazione che qualsiasi persona in qualunque tempo potrebbe ancora formulare. E tutto questo come cosa e proprietà a sua completa disposizione, perché ella si serva di noi e ci sfrutti fino alla nostra completa consumazione.
«E di fare ciò che ti piace di me e di tutte le facoltà dell’anima mia e del mio corpo, di tutta la mia vita, motte ed eternità».
A questo punto noi consegniamo a lei tutto il nostro essere, tutte le facoltà dell’anima, vale a dire l’intelletto, la memoria e la volontà; tutte le facoltà del corpo, cioè tutti i sensi e ciascuno singolarmente, le forze, la salute o rìnfermità; consegniamo a lei l’intera nostra vita con tutte le sue vicende piacevoli, tristi o indifferenti. Consegniamo a lei la nostra morte, in qualsiasi momento, luogo e modo essa ci capiterà. Le consegniamo perfino tutta la nostra eternità. Anzi, noi abbiamo la ferma speranza che solo in paradiso potremo appartenere a lei in un modo incomparabilmente più perfetto. In questa maniera noi formuliamo il desiderio e la preghiera di permetterci di diventare sempre più perfettamente suoi sotto ogni aspetto.
3. DOMANDA AFFINCHÉ ELLA VOGLIA SERVIRSI DEL CONSACRATO PER CONQUISTARE ALTRE ANIME A SÉ
Nella terza parte dell’atto di consacrazione la supplichiamo:
«Disponi pure, se vuoi, di tutto me stesso senza alcuna riserva, per compiere ciò che è stato detto di te: “Ella ti schiaccerà il capo”, come pure: “Tu sola hai distrutto tutte le eresie sul mondo intero”».
Nelle statue e nei quadri dell’Immacolata vediamo sempre ai suoi piedi un serpente che avvolge il globo terrestre tra le sue spire e al quale ella, con il piede, schiaccia il capo. Egli, satana, macchiato di peccato, si sforza di insozzare con esso tutte le anime sulla terra, odia colei che è stata sempre immacolata. Pone insidia al calcagno di lei nei suoi figli, ma nella lotta con lei ella gli schiaccia sempre il capo in ogni anima che a lei ricorre. La preghiamo di volersi servire anche di noi, se vuole, come di uno strumento per schiacciare nelle anime infelici l’orgogliosa cervice del serpente. Continuando il versetto già riportato, la Sacra Scrittura aggiunge: «E tu porrai insidie al suo calcagno», e in effetti lo spirito del male insidia in modo particolare coloro che si consacrano all’Immacolata, poiché vuole offenderla almeno in essi. Tuttavia i suoi tentativi contro le anime sinceramente consacrate finiscono sempre in una sconfitta ancor più ignominiosa; perciò il suo furore impotente diviene ancor più violento. Le parole: «Tu sola hai distrutto tutte le eresie sul mondo intero», sono tratte dall’ufficio divino che la chiesa impone ai sacerdoti di ripetere a lei. La chiesa parla di eresie, non di eretici, perché ella, Maria, li ama e proprio per questo amore desidera liberarli dall’errore dell’eresia. Dice ancora: tutte, senza alcuna eccezione. Tu sola, poiché basta lei; Dio, infatti, appartiene a lei con tutti i tesori di grazia, grazie di conversione e di santificazione delle anime. Sul mondo intero: nessun angolo della terra qui è escluso. In questo tratto dell’atto di consacrazione noi la supplichiamo di volersi servire di noi per distruggere tutto il corpo del serpente, vale a dire le più diverse eresie che tengono avvinto il mondo.
«Affinché nelle tue mani immacolate e misericordiosissime io divenga uno strumento utile per innestare e incrementare il più fortemente possibile la tua gloria in tante anime smarrite e indifferenti».
Sulla terta noi vediamo tante anime infelici, traviate, che non conoscono neppure lo scopo della loro vita, che amano diversi beni caduchi anziché runico bene, Dio. Molte di esse, inoltre, sono indifferenti nei confronti dell’amore più sublime. Noi desideriamo «innestare e incrementare il più fortemente possibile la gloria» dell’Immacolata in queste anime e la supplichiamo di renderci strumenti utili nelle sue mani immacolate e misericordiosissime, di non permetterci di opporci a lei; di costringerci pure con la forza, qualora non volessimo ascoltarla.
«Per estendere, in tal modo, quanto più è possibile il benedetto Regno del sacratissimo cuore di Gesù».
Il sacratissimo cuore di Gesù è l’amore di Dio verso gli uomini. Il suo regno è il dominio di questo amore nelle anime degli uomini, amore che Gesù manifestò nel presepio, lungo tutta la vita, sulla croce, nell’eucaristia e nel darci per madre la sua stessa Madre; inoltre egli desidera accendere questo amore nei cuori degli uomini. Innestare e incrementare la gloria dell’Immacolata, conquistare anime a lei, vuol dire conquistare anime alla madre di Gesù, la quale introduce in esse il regno di Gesù.
«Dove tu entri, infatti, ottieni la grazia della conversione e della santificazione, poiché ogni grazia scorre, attraverso le tue mani, dal cuore dolcissimo di Gesù fino a noi».
L’Immacolata è la Onnipotenza supplice. Ogni conversione ed ogni santificazione è opera della grazia, ed ella è la mediatrice di tutte le grazie…
«Concedimi di lodarti, o Vergine santissima; dammi forza contro i tuoi nemici».
Nella prima parte di questa preghiera, Duns Scoto si rivolge alla Madre di Dio e le chiede la grazia di poterla lodare, poiché riconosce di essere grandemente indegno di un’opera così sublime, qual è la glorificazione della Madonna. Riconosce, altresì, che tale grazia dipende da lei e che è sufficiente che ella gliela conceda, perché il successo possa coronare i suoi sforzi. La seconda parte è forte, risoluta, coraggiosa. Egli chiede la forza per sconfiggere il serpente, per essere uno strumento nella mano di lei. Ma chi è il nemico dell’Immacolata? E tutto ciò che è macchiato di peccato, che non conduce a Dio, che non è amore; è tutto ciò che è prodotto dal serpente infernale, il quale è la menzogna personificata: tutti i nostri difetti, quindi, tutte le nostre colpe. La preghiamo di darci forza cóntro di essi. Soltanto per questo, infatti, vi sono tutte le devozioni, per questo vi è la preghiera, per questo vi sono i santi sacramenti, vale a dire per ottenere la forza di superare gli ostacoli che si frappongono nel nostro cammino verso Dio in un amore sempre più ardente, nel divenire simili a Dio, nell’unirsi con Dio stesso.