Cari Amici, in molti ci scrivono sulla questione dell’aborto, sul Battesimo di desiderio, sulla questione del Limbo… Mentre su quest’ultima analizzeremo la dottrina con due video in aggiunta uno con una nostra catechesi, l’altro del Padre Serafino Maria Lanzetta, qui vogliamo soddisfare il desiderio della Preghiera, il desiderio di “dare” ad ogni bambino ucciso con l’aborto premeditato, il Battesimo “di desiderio”.
Dal Catechismo della Chiesa Cattolica è bene tenere a mente questi principi fondamentali:
- 1250 Poiché nascono con una natura umana decaduta e contaminata dal peccato originale, anche i bambini hanno bisogno della nuova nascita nel Battesimo per essere liberati dal potere delle tenebre e trasferiti nel regno della libertà dei figli di Dio, alla quale tutti gli uomini sono chiamati. La pura gratuità della grazia della salvezza si manifesta in modo tutto particolare nel Battesimo dei bambini. La Chiesa e i genitori priverebbero quindi il bambino della grazia inestimabile di diventare figlio di Dio se non gli conferissero il Battesimo poco dopo la nascita.
- 1251 I genitori cristiani riconosceranno che questa pratica corrisponde pure al loro ruolo di alimentare la vita che Dio ha loro affidato.
- 1252 L’usanza di battezzare i bambini è una tradizione della Chiesa da tempo immemorabile. Essa è esplicitamente attestata fin dal secondo secolo. È tuttavia probabile che, fin dagli inizi della predicazione apostolica, quando «famiglie» intere hanno ricevuto il Battesimo, siano stati battezzati anche i bambini.
- Chi può battezzare?
- 1256 I ministri ordinari del Battesimo sono il Vescovo e il presbitero, e, nella Chiesa latina, anche il diacono. In caso di necessità, chiunque, anche un non battezzato, purché abbia l’intenzione richiesta, può battezzare, utilizzando la formula battesimale trinitaria. L’intenzione richiesta è di voler fare ciò che fa la Chiesa quando battezza. La Chiesa trova la motivazione di questa possibilità nella volontà salvifica universale di Dio e nella necessità del Battesimo per la salvezza.
- VI. La necessità del Battesimo
- 1257 Il Signore stesso afferma che il Battesimo è necessario per la salvezza. Per questo ha comandato ai suoi discepoli di annunziare il Vangelo e di battezzare tutte le nazioni. Il Battesimo è necessario alla salvezza per coloro ai quali è stato annunziato il Vangelo e che hanno avuto la possibilità di chiedere questo sacramento. La Chiesa non conosce altro mezzo all’infuori del Battesimo per assicurare l’ingresso nella beatitudine eterna; perciò si guarda dal trascurare la missione ricevuta dal Signore di far rinascere «dall’acqua e dallo Spirito» tutti coloro che possono essere battezzati. Dio ha legato la salvezza al sacramento del Battesimo, tuttavia egli non è legato ai suoi sacramenti.
- 1258 Da sempre la Chiesa è fermamente convinta che quanti subiscono la morte a motivo della fede, senza aver ricevuto il Battesimo, vengono battezzati mediante la loro stessa morte per Cristo e con lui. Questo Battesimo di sangue, come pure il desiderio del Battesimo, porta i frutti del Battesimo, anche senza essere sacramento.
- 1259 Per i catecumeni che muoiono prima del Battesimo, il loro desiderio esplicito di riceverlo, unito al pentimento dei propri peccati e alla carità, assicura loro la salvezza che non hanno potuto ricevere mediante il sacramento.
- 1260 « Cristo è morto per tutti e la vocazione ultima dell’uomo è effettivamente una sola, quella divina, perciò dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti la possibilità di venire a contatto, nel modo che Dio conosce, col mistero pasquale ». Ogni uomo che, pur ignorando il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, cerca la verità e compie la volontà di Dio come la conosce, può essere salvato. È lecito supporre che tali persone avrebbero desiderato esplicitamente il Battesimo, se ne avessero conosciuta la necessità.
- 1261 Quanto ai bambini morti senza Battesimo, la Chiesa non può che affidarli alla misericordia di Dio, come appunto fa nel rito dei funerali per loro. Infatti, la grande misericordia di Dio, « il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati » (1 Tm 2,4), e la tenerezza di Gesù verso i bambini, che gli ha fatto dire: « Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite » (Mc 10,14), ci consentono di sperare che vi sia una via di salvezza per i bambini morti senza Battesimo. Tanto più pressante è perciò l’invito della Chiesa a non impedire che i bambini vengano a Cristo mediante il dono del santo Battesimo.
Premesso che, il Sacramento del Battesimo, per essere efficace deve essere amministrato con l’acqua che tocchi il bambino, e la formula trinitaria, con le intenzioni della Chiesa, questione dottrinale che affronteremo in altro momento, qui possiamo offrire quel concetto di DESIDERIO che tanto piace a Dio e che tutti ci unisce non in un pietoso senso sentimentale, ma piuttosto in una presa di coscienza che è responsabilità anche nel cambiamento (CONVERSIONE) di mente e di cuore, nei confronti della giustizia di Dio e nella Sua legge perfetta.
Il Battesimo di desiderio è già dottrina cattolica fin dai primi secoli del Cristianesimo e prevedeva quel Battesimo che i Catecumeni desideravano, ma a causa del martirio non facevano in tempo a ricevere. Il loro stato di preparazione nel catecumenato, infatti, li aveva già predisposti verso i Sacramenti.
Come abbiamo accennato, la questione del Limbo la trovate nei due video qui allegati, ma sono in molti a chiederci se è possibile dare questo “Battesimo di desiderio”, oggi, a questi Bambini, in fondo anch’essi MARTIRI, UCCISI IN ODIO ALLA VITA, la loro vita, che è pur sempre dono di Dio, e quindi è pur sempre un atto in odio contro Dio, datore di queste vite spezzate. La Chiesa NON si è mai pronunciata magistralmente in merito e tuttavia ha dato segnali di benevolenza verso questa pia pratica, che è importante però non trasformarla in dogma…
Dobbiamo pensare anche al fatto che, la gravità dell’aborto pur sempre praticato nella vita degli uomini, è diventato legge soltanto nel secolo scorso. Per la prima volta nella storia dell’umanità, l’uomo ha imposto per legge l’omicidio di esseri umani, senza più alcun diritto alla difesa. Di fronte a questa immane tragedia, vero genocidio, vero “OLOCAUSTO” come lo ebbe a definire Giovanni Paolo II, è cresciuto in molti il concetto del “Battesimo di desiderio” da far giungere, in qualche modo, a queste innocenti creature.
QUI in video, invece, abbiamo spiegato in forma catechetica la questione del LIMBO….
Dunque il “Battesimo di desiderio” NON sostituisce il Sacramento del Battesimo, qui possiamo affermare che l’allora cardinale Ugo Poletti, Vicario del Papa per la diocesi di Roma dal 1973 al 1991, e dal 1985 presidente della CEI, venne coinvolto nell’argomento, ed ebbe a dare alcune risposte molto interessanti.
Ma dobbiamo tenere a mente e premettere ancora che – il concetto di desiderio – non sostituisce la scelta DELL’ALTRO, non possiamo desiderare qualcosa che solo l’altro individuo, creato unico e soggettivamente libero, può decidere per se stesso. Il concetto del desiderio DI BENE è lodevole come, per esempio, lo è anche quando Consacrandoci al Cuore Immacolato di Maria noi desideriamo quel bene anche per i nostri familiari e non credenti, ma quel desiderio non sostituisce la Consacrazione personale di ogni individuo, non sostituisce la risposta che l’individuo deve poter dare liberamente (libero arbitrio). UN CONCEPITO non è santo automaticamente perché piccolo e “innocente”… come ci rammenta san Paolo “nessuno è innocente…“, spesse volte il rischio di voler essere “più buoni di Dio” rischia di condurci a quel peccato primordiale della superbia… UN CONCEPITO non è automaticamente santo solo perchè è stato abortito, ma è un bambino che necessita anch’egli DELLA GRAZIA, del Sacramento del Battesimo per essere salvato dal PECCATO ORIGINALE…. se rifiutassimo questa verità di fede, diventeremo allora pelagiani, ma questo è un’altro discorso. Noi POSSIAMO INTERCEDERE per gli altri (ecco il desiderio), ma non possiamo sostituirci alle loro scelte personali…
UN CONCEPITO, perciò, non è automaticamente un santo (a meno che non abbia ricevuto la grazia speciale come la ebbe san Giovanni Battista nel grembo della madre), di conseguenza – questo battesimo di desiderio – non potrà mai sostituire cosa sarebbe stato di lui e delle sue scelte personali una volta che fosse nato… Dobbiamo infine tenere a mente che la questione del Limbo non significa che Dio “toglie qualcosa” a questi Concepiti abortiti, Egli li inserisce già in un contesto di felicità naturale, Dio NON TOGLIE NULLA A NESSUNO sarebbe pertanto presuntuoso pensare che il nostro pio desiderio di battesimo per queste creature, possa COLMARE un senso di ingiustizia da parte di Dio… LA SALVEZZA NON E’ UN DIRITTO, siamo noi bisognosi della Grazia che è dono e gratuità divina, non Dio… La salvezza è UNA SCELTA LIBERA DELL’UOMO che Dio è venuto a dare per mezzo del Figlio Gesù Cristo, alla salvezza deve corrispondere la nostra libera risposta. Un Concepito non ha “diritto” alla salvezza solo perché è un bambino “innocente”… Dio non toglie nulla a nessuno, neppure a loro… chi pensa diversamente ha qualche problema sulla dottrina del PECCATO ORIGINALE… Quindi certamente grandi giovamenti per chiunque, quando compiamo gesti di BENE, ma per il “grande finale” del giorno ultimo del Giudizio Universale, lasciamo che sia Dio a rivelarci TUTTO ciò che in terra non abbiamo compreso e, come Maria Santissima “conserviamo tutto nel nostro cuore” di ciò che non comprendiamo e non abbiamo altri elementi dottrinali per dire il contrario….
E dunque, tenendo a mente tutto ciò, nel 1985 mons. Pietro Sgarzetta, della Rivista mariana “Il Cuore della Madre”, interessò sia i propri lettori quanto il cardinale Poletti, a riguardo della “pia pratica bene accolta dalla Chiesa” (così si leggeva), nel “tentativo di rompere il silenzio sull’aborto“, di fare ricorso ad una Preghiera pubblica quale ATTO DI RIPARAZIONE contro questo omicidio legalizzato e poi, soprattutto, per far comprendere l’importanza del Battesimo che a queste Creature uccise veniva loro negato, con tutta l’implicazione dottrinale che si portava dietro.
“Facendo eco alla nota pastorale del Consiglio Permanente CEI, del 24-10-1985, (1) abbiamo voluto iniziare una crociata di preghiere, come da pagellina acclusa, nel tentativo si rompere il silenzio sull’aborto….”.
In questa lodevole iniziativa c’era la Preghiera quale Atto di Riparazione contro l’aborto e il “Battesimo di desiderio” da offrirsi, ogni giorno, per quei Bambini RIFIUTATI e uccisi nel grembo materno riconoscendo, in tal senso, la vera PATERNITA’ di Dio per ogni essere concepito: «Il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome» (Is 49,1).
L’iniziativa ebbe l’approvazione del cardinale Poletti che diede l’imprimatur alla seguente Preghiera:
- PREGHIAMO
- O Dio, nostro Padre, che nel tuo infinito amore per noi, vuoi che tutti gli uomini siano salvi, con la fede e l’amore della Chiesa che porta nel suo cuore di Madre il “Desiderio del battesimo” per tutti i bambini del mondo, desidero esprimere questa sua carità, battezzando nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo tutti i bambini che oggi saranno uccisi nel grembo delle loro madri con l’aborto.
Con questo atto di fede e di carità intendo con tutta la Chiesa:
1.- Offrire, per le mani immacolate di Maria SS.ma, con il sangue di Gesù quello di tutti i bambini uccisi con l’aborto, implorando per il sacrificio delle loro vite, pietà e misericordia per l’umanità.
2.- Riparare il grave delitto dell’aborto che, mentre sopprime la vita del concepito lo priva della grazia del Battesimo.
3.- Pregare per la conversione di tutti gli operatori e collaboratori dell’aborto, orribile delitto “che, sottoscrive la condanna dell’uomo della donna, del medico, dello Stato” (Giovanni Paolo II).
4.- Pregare per la conversione di quanti, con i potenti mezzi della comunicazioni sociale, sostengono, giustificano e difendono questo gravissimo peccato, disconoscendo il Magistero della Chiesa e di Cristo.
5.- E infine, per invocare misericordia su quanti ingannati e sedotti da questi mezzi potenti si allontanano dall’amore di Dio Padre, datore della Vita.
Recitare il Credo, il Padre nostro e un Ave Maria.
CLICCARE QUI PER LA PREGHIERA DI BENEDETTO XVI PER LA VITA CONCEPITA
Ulteriore Domanda: possiamo fare il Battesimo di desiderio se veniamo a conoscenza di un concepito in grave condizioni e che potrebbe non nascere vivo?
Il Catechismo afferma che “ogni uomo che, pur ignorando il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, cerca la verità e compie la volontà di Dio come la conosce, può essere salvato” (cfr. n.1260) basti ricordare san Giovanni Battista come nel ventre della madre Elisabetta, riempito di Spirito Santo per la visita di Maria incinta di Gesù, riconobbe il Salvatore tanto da riceverne il battesimo prima della nascita; ed “è lecito supporre che tali persone avrebbero desiderato esplicitamente il Battesimo, se ne avessero conosciuta la necessità” (cfr. n.1260). Ciò può valere per i “bambini non nati” ed i “neonati nati morti o deceduti a poche ore di vita” se, nei genitori o chi vicino a loro, si esprime in preghiera e supplica il BATTESIMO DI DESIDERIO.
E’ per questo che la Chiesa consiglia di dare il Battesimo ai nascituri appena è possibile, soprattutto quando una vita è in pericolo, poichè vi è da debellare il Peccato Originale, affinchè quella creatura possa definirsi “santo”. Possiamo perciò fare un Battesimo di desiderio ben consapevoli che non sostituisce il Sacramento del Battesimo, come abbiamo spiegato sopra. Ecco la Preghiera da usare.
Battesimo di desiderio, per un Concepito malato, la cui vita fosse in pericolo:
+ O Dio, nostro Padre, che nel tuo infinito amore per noi, vuoi che tutti gli uomini siano salvi, con la fede e l’amore della Chiesa che porta nel suo cuore di Madre il “Desiderio del Battesimo” per tutti i bambini del mondo, desidero esprimere questa sua carità, battezzando (si asperga con acqua benedetta e si dica il nome del Concepito in pericolo di vita) nel Nome del +Padre e del +Figlio e dello +Spirito Santo.
Con questo atto di Fede e di Carità, insegnato dalla santa Chiesa Cattolica, intendo offrire per mezzo del Cuore Immacolato di Maria e di tutti i Santi, nel preziosissimo Sangue di Gesù, il sacrificio di questa Vita umana in grave pericolo non ancora nata, affinchè – se tu vuoi o Signore – possa superare questi momenti critici ed ottenere la guarigione del corpo; affinchè sia liberata dal Peccato Originale e, laddove fosse Tua volontà, venga accolta dalla divina misericordia per la beatitudine eterna, ove Tu, Signore, ci attendi. Così sia
1Pater noster, Ave Maria e Gloria al Padre… 1Salve Regina…
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A riguardo di tutto ciò possiamo leggere la testimonianza di una umile donna del secolo scorso, della Germania, madre di parecchi bambini, ammirata per la sua Fede eroica di soffrire con letizia cristiana le prove della vita, una donna che per la coraggiosa accettazione del sacrificio e dei dolori offerti per la salvezza delle anime e a vanto della Santa Chiesa è stata ritenuta degna delle più alte grazie mistiche. Ella ebbe a raccontare questo fatto che venne approvato dal suo vescovo, ma non fu posto mai alcun imprimatur e la Chiesa non si è mai pronunciata.
“Ero seduta in tram vicino al finestrino e recitavo il rosario. Improvvisamente qualcosa si illuminò vicino me. Mi spaventai perché Gesù stava accanto a Me e mi disse:
“Guarda questo covo di assassini!”
Guardo a destra e a sinistra e dico: Signore, a destra c’è soltanto campagna. Forse ti riferisci a quest’edificio dove, sopra la croce illuminata, sta scritto: “Clinica ginecologica?”.
Gesù le dice: “Si, proprio quella. Di questa ce ne sono tante e ne verranno costruite ancora. Prega per i medici e per i loro assistenti, specialmente per le madri che uccidono o fanno uccidere i bambini prima di venire alla vita. Durante la notte te ne parlerò più ampiamente”.
Durante la notte il Signore mi fa vedere un orribile visione: vedo la terra coperta da piccolissimi cadaverini. (2)
E’ così terribile che segno nelle mie annotazioni: vedo l’infanticidio di Betlemme ingrandito e moltiplicato di mille e milioni di volte. Piansi quando vidi questa orribile immagine.
Il Signore continuò: “Lo spirito immondo ha bussato a tutte le porte. La maggior parte gli sono state aperte. Gai a coloro che lo ascoltano! Verranno inabissati assieme alle loro case durante la notte nel pantano dei loro peccati.
Si sta piangendo presso le tombe, per la morte del proprio figlio unico, preso da Dio perché sua proprietà, ma per gli altri che si uccidono orribilmente non si piange! Sempre più si avvicina il tempo in cui si crede di fare un piacere a Dio e agli uomini uccidendo questi bambini; sia benedetta ogni casa nella quale abita un’anima che si offre in olocausto…”
Poi vedo nel firmamento innumerevoli teste di bambini. Io dico: “Signore, queste non sono teste di angeli!”.
Il Signore mi risponde: “Sono questi i piccoli ai quali fu tolta la vita. Saranno gli accusatori nel giudizio! Prega per i loro assassini affinché venga loro usata Misericordia nel Giudizio di Dio!”.
Io domando ancora: “Signore, perché mi hai fato vedere tutto questo? Io so, questi non vedranno Dio”.
Gesù dice: “Maria tu hai un grande compito da svolgere. Questi piccoli riusciranno a partecipare alla visione di Dio… Diffondi ciò che ti dico, anche fra i miei sacerdoti! Troverai incomprensioni, ma con il tempo si riconoscerà e si farà ciò che servirà alla gioia i questi piccoli. Voi potete battezzarli!
- Prega per prima il Credo!
- Poi prendi dell’acqua Santa, spargila in tutte le direzioni e di queste parole: “A voi tutti che siete nati morti di giorno e nella notte. Voi tutti che siete stati uccisi nel corpo della madre nel giorno o nella notte e che ancora verrete uccisi in questo giorno, affinché raggiungiate attraverso Gesù Cristo la vita eterna (e qui da collettivamente il nome di battesimo, Maria, Giuseppe, Giovanni e il Santo del giorno), io vi battezzo nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo”.
Dio farà scorrere l’acqua del battesimo sopra le testa dei battezzanti e darà ad ognuno il suo nome (Salmo 138). Conforme la quantità dell’acqua santa, -intendimi bene e comprendi ciò che voglio – quante volte li battezzate, e non lo potete mai far abbastanza, così vi verranno donate le piccole anime alle quali avete aperto il cielo.
Infine dì un Padre nostro, un’Ave Maria, un Gloria al Padre.
Il mio amore Misericordioso, l’amore sovrabbondante di mio Padre e del nostro Spirito Santo che si manifesta in questo tempo di confusione e sviamento è quello che ci spinge ad essere un Dio salvatore e misericordioso per i bambini uccisi. Ricordati sempre di questo nostro amore. Vivifica le tue parole del Credo e del Battesimo con le parole del salmo e di parole di riconoscente amore reciproco! Io ti aiuto! Perché le anime più semplici possono aiutare questi piccoli e possono battezzarli! Nota ancora una volta come Io lo desidero.
Continua a diffondere le mie parole! Affrettati ad aiutare questi piccoli, il cu numero continua a crescere sempre più, prima che sua troppo tardi per loro e per voi. Il tempo spinge! Riconoscete il vostro tempo!”
RICORDA CHE:
– dice il CCC n.1261 “quanto ai bambini morti senza Battesimo, la Chiesa non può che affidarli alla misericordia di Dio…” 🙏 è questa l’unica risposta certa. Il che significa che – la questione del Limbo, seppur il termine è stato tolto dal Catechismo – è e rimane una ipotesi teologica ancora valida e aperta.
Laudetur Jesus Christus
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NOTE
1) i Vescovi del Consiglio Permanente:
- a) Denunciano il silenzio che anche nell’opinione pubblica e nella società italiana va crescendo sull’aborto e sul divorzio nonostante il pauroso aggravarsi di queste dolorose e drammatiche realtà. Questo silenzio non può in alcun modo favorire l’errata convinzione che ciò che è possibile per legge civile possa essere anche lecito sul piano morale.
- b) Riaffermano pertanto, per comando di Dio, il valore intangibile della vita umana lungo tutto l’arco della sua esistenza: « non uccidere» (Es. 20, 13). L’aborto non è una strada, l’eutanasia non è una strada: è cultura di lacerazione e di morte (cfr. C.E.I., La Chiesa in Italia dopo Loreto D, 9-6-1985, n. 33).
- c) Richiamano e ribadiscono l’unità e l’indissolubilità del Matrimonio e il valore sacro della famiglia.
2) Anche la beata Caterina Emmerich vide la condizione di milioni e milioni di Bambini “mai nati” e la sofferenza di Dio nei loro confronti.
A scanso di equivoci … pur avendo trattato l’argomento sopra per cercare di comprendere il dramma DELL’ABORTO che nega a questi bambini non soltanto la vita, ma anche la Vita della Grazia…. è bene sottolineare che il Sacramento del Battesimo da dare ai Bambini o agli adulti per la salvezza, resta un principio inoppugnabile, il battesimo di desiderio NON sostituisce il Sacramento ed è bene ribadirlo… Invitiamo ad ascoltare la Lectio e le risposte alle tante domande di Padre Serafino Maria Lanzetta:
Vediamo ora una scheda interessante esclusivamente dottrinale e storica….
Bimbi morti prima del Battesimo: le 5 cose da sapere.
Il limbo, la sua esistenza e necessità sono dottrine definite, e fanno obbligo ai fedeli cattolici.
- ORIGINE DELLA DOTTRINA: la dottrina del Limbo nasce da una “rivelazione scritturale iniziale” (Journet ) e precisamente dalla verità stessa: Gesù a Nicodemo insegna sulla ASSOLUTA (senza deroghe) necessità del Battesimo: “In verità, in verità ti dico, nessuno, se non nasce per acqua e Spirito Santo, può entrare nel regno di Dio” (Gv. 3, 5); affermazione rafforzata dal mandato di “battezzare” tutte le genti (Mt. 28, 19) e dalla precisazione che “chi crederà e sarà battezzato sarà salvo” (Mc. 16,16).
- IL BATTESIMO DEI BIMBI: la Chiesa quindi deriva da questa verità di fede divina la prima conclusione: che non c’è speranza di salvezza soprannaturale (visione beatifica) per i bambini che muoiono senza Battesimo prima di aver raggiunto l’età della ragione (NB: l’età di ragione è questione chiara ed è legata al pieno esercizio delle facoltà spirituali, intelletto e volontà, non alle condizioni “dell’epoca” o simili. Perciò, se una persona non è impedita da malattie varie nell’esercizio delle sue facoltà, non ha “scuse” inerenti l’uso della ragione). “Perciò, seguendo la tradizione ricevuta dagli Apostoli, Essa [la Chiesa] ebbe cura di battezzare anche i bambini: “Ecclesia ab Apostolis traditionem suscepit etiam parvulis baptismum dare?, “la Chiesa ha ricevuto dagli Apostoli la traditone di battezzare anche i bambini” attesta, tra gli altri Origene (Ad Romanos VI, 6). Il Concilio di Trento sancirà che si battezzano i bambini appena nati “ex traditione Apostolorum”, “secondo la tradizione ricevuta dagli Apostoli” (Denz 791). NOTA BENE: la Chiesa nel suo Magistero non ha mai definito che le anime del limbo soffrano pene infernali, bensì invece una beatitudine naturale (vedremo poi in che cosa consista). Perciò la posizione estrema sulle pene del Limbo espressa, solo occasionalmente come ipotesi, da qualche Padre della Chiesa (Sant’Agostino su tutti, ma anche qui il Santo si è dimostrato titubante, dopo l’iniziale durezza) è stata isolata e quindi non riconosciuta come facente parte della rivelazione. I Santi Padri, greci e latini (Tradizione), insegnavano all’unanimità che i bambini morti senza Battesimo, prima dell’età della ragione, sono esclusi dalla visione beatifica. Così a partire da un dato di fede si passò al secondo dato in esso contenuto implicitamente: l’esistenza di un luogo atto ad accogliere queste anime con solo la colpa originale, cioè il limbo. La polemica contro i pelagiani offrì allo Spirito Santo tramite il Magistero, come in altre occasioni, solo l’occasione per riaffermare quella che già era dottrina comune e costante della Chiesa, confermata dalla prassi di battezzare i bambini appena nati. I pelagiani, come gli attuali negatori dell’esistenza del limbo, interpretavano soggettivamente e senza autorità la Sacra Scrittura. Per diminuire la portata di certe pericopi parlavano di una beatitudine soprannaturale, cui sarebbero stati ammessi senza battesimo i bambini e i giusti pagani (pari pari ai teologi da tastiera attuali) e la separavano arbitrariamente dal Regno dei Cieli in cui, secondo la norma di Gesù a Nicodemo, si può appunto solo per il Battesimo.
- IL MAGISTERO:
– Innocenzo I [401-417 d. C. ] “che i bambini senza la grazia del Battesimo possano ricevere il premio della vita eterna è cosa da insensati” (P.L.t. 33 col. 785).
– Concilio di Cartagine (418 d. C. ): nel canone 2 di questo Concilio si legge: «chiunque nega che si debbono battezzare i bambini nati da poco o dice che essi vengono battezzati per la remissione dei peccati, ma che non traggono affatto da Adamo il peccato originale che viene espiato dal lavacro della rigenerazione, da cui consegue che per essi la formula del Battesimo “in remissione dei peccati” viene intesa non come vera, ma come falsa, sia anatema. Infatti non si deve intendere quanto dice l’apostolo [Paolo]: “Per un solo uomo è entrato il peccato nel mondo (e attraverso il peccato la morte), e si estese a tutti gli uomini; in lui tutti hanno peccato” (cf Rm. 5,12), diversamente dal senso in cui la Chiesa cattolica ovunque diffusa, sempre lo ha inteso. A motivo di questa regola della fede anche i bambini, che non hanno potuto ancora commettere peccato alcuno, vengono perciò veramente battezzati per la remissione dei peccati, affinchè mediante la rigenerazione venga in essi purificato quanto attraverso la generazione hanno contratto”. Canone 3 : «se qualcuno afferma che il Signore ha detto: “Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore” (Gv. 14, 2), così che si debba intendere che nel regno dei cieli ci sia un qualche luogo intermedio o un qualunque altro luogo, dove vivano beati [della beatitudine dei santi, ovviamente non di quella naturale, ndr] gli infanti che trapassarono da questa vita senza il Battesimo, senza del quale invero non possono entrare nel regno dei cieli, che è la vita eterna, sia anatema. Infatti, giacché il Signore dice: “Chi non sarà rinato dall’acqua e dallo Spirito Santo non entrerà nel regno dei cieli” (Gv. 3,5), quale cattolico può dubitare che parteciperà della sorte del diavolo chi non ha meritato di essere coerede di Cristo? Chi infatti manca dalla parte destra, senza dubbio finirà in quella sinistra”.
– Il Concilio di Cartagine sarà ripreso dal Concilio di Trento (1546) «Se qualcuno nega che i bambini appena nati debbono essere battezzati, anche se figli di genitori battezzati, oppure sostiene che vengono battezzati per la remissione dei peccati, ma che non ereditano da Adamo niente del peccato originale che sia necessario purificare col lavacro della rigenerazione per conseguire la vita eterna, per cui nei loro confronti la forma del Battesimo per la remissione dei peccati non sia ritenuta vera, ma falsa: sia anatema. Infatti quello che dice l’Apostolo: “A causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e col peccato la morte, cosi anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché in lui tutti hanno peccato” (Rm. 5, 12), non deve essere inteso diversamente dal senso in cui la Chiesa cattolica, ovunque diffusa, l’ha sempre inteso. A motivo di questa regola di fede, per tradizione ricevuta dagli Apostoli, anche i bambini, che non hanno ancora potuto commettere da sé alcun peccato, vengono perciò veramente battezzati per la remissione dei peccati, affinchè in essi sia purificato con la rigenerazione quello che contrassero con la generazione. “Se, infatti, uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio” (Gv.3,5)» {Denz. 791). - LA SITUAZIONE DELLE ANIME NEL LIMBO: tutto principia dalla distinzione tra peccato originale, ereditato per generazione, e peccato attuale, che è personalmente commesso. Perciò i bambini, morti senza Battesimo, prima di aver raggiunto l’età della ragione, sono esclusi dalla visione beatifica a motivo del peccato originale, ma sarebbe incompatibile con la giustizia divina che vengano puniti come chi ha anche o solo colpe personali.
– Innocenzo III: il peccato originale “è contratto senza consenso”, il peccato attuale “è commesso con consenso” e “la pena del peccato originale è la privazione (carentia) della visione di Dio, mentre la pena del peccato attuale è il tormento della geenna perpetua” (lettera Majores Ecclesiae 1201 Denz. n. 410).
– Concilio lionese (1274): la profissio fidei composta dal Concilio ed accettata dall’imperatore bizantino Michele Paleologo e poi integralmente ripresa dal Concilio di Firenze nel 1439 afferma che “le anime di quelli che muoiono in peccato mortale o con il solo peccato originale discendono tosto negli inferi, ma per esservi puniti con pene differenti” (Denz. 464).
NB: è solo il termine “Limbo” ad essere nato tardivamente, non la dottrina relativa. Nasce dunque, come visto, per esplicitazione graduale e coerente del contenuto implicito nella verità di fede affermata da Nostro Signore Gesù Cristo in Gv. 3, 5 e nel depositum fidei affidato alla Chiesa. Come del resto è avvenuto con tutti i dogmi. Solo per necessità di chiarezza, viene creato il termine “Limbo dei bambini”. Fino a quel momento si indicava con il nome generico “inferi” (=luoghi inferiori).
– La dottrina del limbo e l’assenza in esso di pene afflittive viene esposta magistralmente e fedelmente da San Tommaso d’Aquino. Esposizione approvata dal Magistero.
– Nel 1794 Pio VI, nella bolla “Auctorem fidei” ove cassa l’intero sinodo filogiansenista di Pistoia, dichiarò “falsa, temeraria, ingiuriosa per le scuole (si intendono quelle sotto la costante vigilanza della Chiesa ndr) cattoliche la dottrina che rigetta come una favola pelagiana quel luogo degli inferi (che i fedeli ovunque chiamano con il nome di Limbo dei bambini), nel quale le anime di coloro che muoiono con il solo peccato originale sono punite con la pena del danno [=privazione della visione beatifica] senza la pena del fuoco” (Denz. 1526). Si trattava della proposizione 26 del conciliabolo pistoiese.
La dottrina del Limbo dunque insegna che per le anime ivi accolte vi è una beatitudine/felicità naturale, che deriva dalla conoscenza e dall’amore naturale di Dio portati al più alto grado in esseri che con la separazione dal corpo, senza più l’ostacolo della materia, entrando dalla potenza all’atto pieno, e quindi nell’eternità senza più mutamento alcuno, hanno raggiunto il completo esercizio, senza più potenzialità quindi, delle proprie facoltà spirituali: intelligenza e volontà. - UN BATTESIMO DI DESIDERIO? Contro chi dice che la fede dei genitori possa sopperire al battesimo o che il bambino possa avere un battesimo di desiderio, se non bastasse quanto sopra, la Chiesa già si è espressa ad esempio obbligando il Gaetano a ritrattare e togliere alla sua opera una tale ipotesi e soprattutto nella dottrina sacramentaria: la fede della Chiesa e dei genitori può solo portare il bambino al Sacramento, ma non può sopperire alla virtù del Sacramento stesso né al desiderio del Battesimo, di cui il bambino è ancora incapace perché non in età di ragione. Sostenere che il bambino sia capace di un atto di desiderio personale prima dell’età della ragione, significa contraddire l’evidenza più comune e soprattutto vuol dire contraddire il Magistero vincolante che distingue inequivocabilmente il caso di chi ha raggiunto l’età di ragione e chi non ancora.
La Chiesa ad esempio ha insegnato sempre e definitamente che, almeno per la salvezza, ma non per il carattere sacramentale, è sufficiente il battesimo di desiderio per sopperire al Battesimo sacramentale per i soli adulti. Per i bambini, privi ancora dell’uso di ragione non esiste nella rivelazione una cosa pari al Battesimo di acqua e la Chiesa ha costantemente insegnato che, nella normale economia di salvezza, non vi è per loro nessun altro mezzo e perciò incessantemente ha sempre ribadito la necessità di battezzarli al più presto.
– Oltre al can. 3 del Concilio di Cartagine abbiamo il Concilio di Firenze: “Quanto ai bambini, dato il pericolo di morte che spesso può minacciarli, poiché non possono essere aiutati con altro mezzo se non con il sacramento del Battesimo per il quale sono liberati dal dominio del demonio e resi figli adottivi di Dio, la Chiesa ammonisce che il Battesimo non deve essere differito di quaranta o ottanta giorni o altro tempo, secondo certe usanze, ma che sia amministrato il più presto possibile, avendo cura, però, che, in imminente pericolo di morte, siano battezzati subito, senza nessuna dilazione” (Denz. 712).
– II Concilio di Trento nel Decreto sulla giustificazione insegna infallibilmente che il passaggio dallo stato di peccato allo stato di grazia, “dopo l’annunzio del Vangelo, non può avvenire senza il lavacro della rigenerazione [o Battesimo] o senza il suo desiderio”. Desiderio che dev’essere personale e non degli altri e perciò Trento rifiutò l’opinione del Gaetano, come citato.
– Catechismo Romano pubblicato da San Pio V per decreto del Concilio di Trento : “Occorre esortare costantemente i fedeli perché portino i loro figli non appena possono farlo senza pericolo, alla chiesa e li facciano battezzare con la solenne cerimonia. Si pensi che ai piccoli non è lasciata alcuna possibilità di guadagnare la salvezza, se non è loro impartito il Battesimo. Quanto grave dunque è la colpa di coloro che li lasciano privi di questa grazia più del necessario, mentre la debolezza dell’età li espone a innumerevoli pericoli di morte!”
– Concilio provinciale di Colonia (1860) approvato dalla Santa Sede: “Gli adulti che non possono ricevere di fatto il Battesimo possono salvarsi ricevendolo con il desiderio. Ma per i bambini, dato che sono incapaci di un tal desiderio, la fede insegna che sono esclusi dal Regno del cielo, cioè dalla beatitudine soprannaturale, se muoiono senza essere stati rigenerati dal Battesimo” (Decreta Concilii a Sancta Sede recognita, pars 1, titulus 8, cap. 30. Collectio lacensis. t. V, col. 320.)
– Pio XII nel discorso alle ostetriche (29 ottobre 1951): “Se ciò che abbiamo detto finora riguarda la protezione e la cura della vita naturale, a ben più forte ragione deve valere per la vita soprannaturale, che il neonato riceve col Battesimo. Nella presente economia non vi è altro mezzo per comunicare questa vita al bambino, che non ha ancora l’uso della ragione. E tuttavia lo stato di grazia nel momento della morte è assolutamente necessario per la salvezza; senza di esso non è possibile giungere alla felicità soprannaturale, alla visione beatifica di Dio. Un atto di amore può bastare all’adulto per conseguire la grazia santificante e supplire al difetto del Battesimo; al non ancor nato o al neonato bambino questa via non è aperta”.
– Monitum del Sant’Uffizio del 18 febbraio 1958: “Si è diffusa in alcuni luoghi l’abitudine di differire il conferimento del Battesimo per fittizie ragioni di comodità o di indole liturgica. A questa dilazione possono essere favorevoli alcune opinioni [teologiche], prive di solido fondamento circa la sorte eterna dei bambini che muoiono senza Battesimo. Perciò questa Suprema Sacra Congregazione, con l’approvazione del Sommo Pontefice, ammonisce che i bambini devono essere battezzati al più presto secondo la prescrizione del can. 770 ed esorta i parroci e i predicatori ad insistere sull’esecuzione di questo dovere” (Acta Apostolicae Sedis 1958, p. 114)
Pertanto il “Limbo” non è una questione di opinioni personali o di tradizionalisti, ma è una dottrina cattolica certa, l’unica aderente alla Tradizione, alla Scrittura, alla giustizia e Misericordia di Dio, coerentemente e infallibilmente insegnata da due premesse (maggiore e minore, ove la minore non può contraddire mai la maggiore=sillogismo) : una formalmente rivelata da Dio (l’assoluta necessità del Battesimo) e l’altra conosciuta per via di ragione (la giustizia di Dio). Chi la contraddice si pone sotto anatema e lo fa ponendosi contro il Magistero, contro la dottrina infallibile, contro i Santi Padri, contro la Rivelazione e contro Cristo stesso che giova ribadire è il Logos, l’ordine, la razionalità, la parola, il discorso, il Verbo, non la sensibilità o altro.
Sulla questione dei sacramenti dati ai morti ci soffermiamo di sfuggita, perché è cosa ridicola: i sacramenti danno la grazia efficace, cioè la vita stessa di Dio, alle anime, così da cambiarne l’ontos, l’essenza per conformarle all’autore della Grazia stesso. È quindi ogni Sacramento fatto per l’anima immortale e non per il corpo, per il corpo lo è indirettamente solo in quanto l’anima è unita al corpo, ma quando se ne separa, si muore, l’anima non può più cambiare perché entra nell’eternità e non ha più nessuna potenzialità derivata dalla materia. Il defunto non è più lì, è in un mondo separato e non ha più bisogno di segni materiali (acqua, olio o altro) che trasmettano per mezzo di mediazione la grazia. O l’anima ce l’ha al momento del trapasso, o non ce l’ha. Così come non può più formulare o cambiare decisione o esprimere i necessari consensi alla ricezione dei sacramenti. Poiché oramai, puramente attualizzata, l’anima lascia completamente ogni potenzialità.
Battesimo dei “non nati”? Una proposta senza fondamento.
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Nelle Memorie dell’Oratorio, scritte da san Giovanni Bosco, c’è un fatto interessante che serve a smentire la convinzione -ahinoi!- oggi molto diffusa tra i cattolici secondo cui gli Ebrei non avrebbero bisogno di convertirsi.
Ecco ciò che racconta don Bosco:Feci amicizia con un giovane ebreo di nome Giona. Aveva circa diciotto anni e cantava magnificamente. Giocava molto bene al biliardo. Egli mi si affezionò e ricercava la mia amicizia. C’intrattenevamo insieme cantando, giocando e raccontandoci storielle. Un giorno gli accadde di essersi azzuffato in una rissa e venne da per per chiedere consiglio sul da fare. “Se tu, caro Giona -gli dissi- fossi cristiano, ti direi di andarti a confessare subito, ma ciò non ti è possibile.”
Egli però replicò: “Ma anche noi abbiamo una specie di confessione…”
“No, non è una confessione, perché solo il prete cattolico può rimettere i peccati.”Nacque in lui la voglia di confessarsi. Al che gli dissi: “Vedi, caro Giona, la confessione toglie i peccati commessi dopo il battesimo. Il problema è che tu non sei nemmeno battezzato, perché ebreo.”“E che cosa dovrei fare per ricevere il battesimo?”
“Devi credere in Gesù Cristo e nella sua santa Chiesa.”
“Ma quale vantaggio ne trarrò?”
“sarai libero dal peccato originale e potrai ricevere tutti gli altri sacramenti…”Poi fece una domanda importante: “Ma allora, noi ebrei non possiamo salvarci?”Gli dissi: “No, mio caro Giona, dopo la venuta di Gesù Cristo gli ebrei non possono più salvarsi se continueranno a non credere in Lui.”
“ma mia madre non accetterà mai se mi volessi far cristiano…”
Cercai di incoraggiarlo: “Non temere, Dio è padrone dei cuori e se Egli ti chiama a farti cristiano, farà in modo che tua madre si contenterà o provvederà in qualche modo per l’anima tua.”
Giona mi chiesa ancora: “E tu che faresti al posto mio?”
Risposi: “Comincerei ad istruirmi nel Cristianesimo, per il resto provvederà Dio. Inizia a prendere il catechismo e studia, contemporaneamente prega Dio che ti illumini e che ti faccia conoscere la verità.”da quel giorno Giona iniziò sempre più ad amare la fede cristiana. Quando ci incontravamo al caffè, giocando al biliardo, desiderava discorrere di religione e di catechismo. Nello stesso tempo anche il suo comportamento migliorava.Giona era orfano di padre e la madre, di nome Rachele, era fedelissima all’ebraismo. Un giorno ella scoprì nel letto del ragazzo il libretto di catechismo. Andò su tutte le furie e si recò dal rabbino a chiedere consiglio. Capì subito che dietro a tutto questo ci fossi anch’io e venne da me accusandomi. Cercai di farle capire che ciò che facevo per suo figlio non era un male, anzi. Proprio perché gli volevo bene, desideravo che conoscesse la verità. Ma non ci fu nulla da fare. Il povero Giona per realizzare il desiderio di farsi cristiano dovette allontanarsi da casa. Lo affidai ad un dotto sacerdote e si arrivò finalmente al battesimo. Il padrino e la madrina furono Carlo e Ottavia, coniugi Bertinetti, i quali generosamente s’incaricarono anche di aiutare economicamente il giovane.
A battesimo Giova cambiò il nome in Luigi.Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri