Riposo nello spirito e la sua effusione: cosa di vero e cosa di falso?

Facciamo subito una Premessa perché – senza far processi alle intenzioni – prevediamo una chiusura in difensiva da parte dei tanti “carismatici” quasi fossimo noi, appunto, quelli di un altro pianeta o i “loro nemici“… Riconosciamo pertanto al Rinnovamento carismatico cattolico (Rcc) quella peculiarità scaturita all’interno della vita della Chiesa già alla fine del XIX secolo, con l’enciclica di papa Leone XIII sulla terza Persona della Trinità (Divinum illud munus) e all’opera della beata Elena Guerra, che convinse il pontefice a consacrare il nascente XX secolo proprio allo Spirito Santo per ricondurre tutti i fedeli verso la conoscenza e l’amore per lo Spirito Santo, del quale Cristo ci ha detto: “Egli vi guiderà alla verità tutta intera” (Gv.16,13), rinnovando l’evento della Pentecoste di Gerusalemme. L’impronta del Rcc invece, prende forma a seguito della preghiera con la quale Papa Giovanni XXIII diede inizio ai lavori del Concilio Vaticano II. Il Papa chiese allo Spirito Santo un rinnovo di Pentecoste sulla Chiesa.

E questo è quanto c’è di vero. Un conto, però, avrebbe dovuto essere “IL RINNOVO” dell’unica Pentecoste, altra cosa fu quanto venne in seguito con la pretesa di aver dato vita ad una “NUOVA” Pentecoste

Scaricare qui il testo in formato pdf: RIPOSO NELLO SPIRITO COSA DI VERO E COSA DI FALSO

Va quindi subito detto, da parte nostra, che non siamo affatto contrari ai CARISMI, cioè ai Doni dello Spirito Santo e che crediamo anche nelle Profezie – vedi qui – il punto è ben altro… abbiate la pazienza di ascoltare le prove che portiamo. Si legga anche qui: MOVIMENTI CARISMATICI E QUELLA CHIESA SENZA DOTTRINE.

A SEGUIRE IL TESTO  ANCHE IN AUDIO QUI


Da molti anni si va affermando, secondo certe voci, un “nuovo carisma”: il riposo nello Spirito. Durante alcune celebrazioni presiedute da appartenenti al Rinnovamento nello Spirito (RnS), varie persone cadono in un “sonno” che molti considerano “riposo nello Spirito Santo” o “Riposo nello Spirito Carismatico”; condizione definita dagli interessati come uno stato di pace-riposo mistico o meglio “stato di pace psicologica e quiete interiore – dolce velarsi dei sensi”. E da più parti si considera tale stato come un carisma. Ma, analizzando approfonditamente la questione – e suggeriamo anche il libro: “I segni di Dio”  di Arrigo Muscio, dal quale riportiamo alcune di queste riflessioni – non lo è!

Innanzitutto, questo “riposo nello Spirito”, contrariamente a quanto si va affermando, non è elencato nei carismi che lo Spirito Santo, per bocca di S. Paolo, annovera tra i doni straordinari “E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune: a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza, ad un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio della scienza; a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; ad un altro il dono di far guarigioni per mezzo dell’unico Spirito; a uno il potere dei miracoli; ad un altro il dono della profezia; ad un altro il dono di distinguere gli spiriti; ad un altro la varietà delle lingue; ad un altro infine l’interpretazione delle lingue…” (1Cor 12,7 seg…)

Pensare che lo Spirito Santo si sia “dimenticato” di includere anche il “carisma del riposo nello Spirito”, per attendere una “ERA dello Spirito Santo” è un’eresia in quanto Dio non può dimenticare alcunché e Gesù stesso afferma che – donandoci il Paraclito – Egli avrebbe annunciato NON cose nuove, ma tutto quanto Gesù aveva insegnato, detto e fatto: “Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future.  Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annunzierà…” (Gv.16,12-14).

Ritenere, perciò, che S. Paolo abbia riportato “un’elencazione tipologica” dei carismi a mo d’esempio è un assurdo in quanto lo Spirito Santo ha distribuito nel corso dei secoli tali carismi a numerosi Santi e discepoli che li hanno esercitati “per il bene comune”. L’elenco in questione viene poi richiamato dai numerosi documenti del magistero e tutti evidenziano l’utilizzo dei carismi per il bene comune al fine dell’evangelizzazione e dell’edificazione della Chiesa. Chi “dorme” serve solo a se stesso! Non possiamo infatti dimenticare le parole di Gesù: “Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione” (Mt 26,41) – “Vegliate dunque, perchè non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà” (Mt 24,42). Gesù non ha quindi invitato a “riposarsi nello Spirito”, anzi, afferma piuttosto: «Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.  Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.  Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero»(Mt.11,25-30).

Una delle domande frequenti che ci viene fatta è la seguente: alcuni dicono che è un fenomeno di origine diabolica o paranormale, è vero?

Non possiamo rispondere con un “no o un sì” perché l’argomento è complesso e delicato, dal momento che ha a che vedere con l’intimo dell’essere umano, la sua psicologia, il suo stato d’animo, la sua personalità… e non dobbiamo e non possiamo etichettare tutto sbrigativamente come “demoniaco” o falso…. ma possiamo e dobbiamo fare discernimento dei fatti.

Questo “riposo” avviene con la perdita apparente di coscienza durante la quale la persona cade improvvisamente all’indietro a terra, rimanendovi per vari minuti, come se dormisse. Ma non si tratta di sonno quanto di uno stato che può durare anche più di un’ora, seppure in rari casi. Il risveglio avviene generalmente dolcemente  – nei gruppi cattolici e molto chiassosamente nei gruppi pentecostali di stampo carismatico –  in modo naturale, e la persona si trova in uno stato di grande pace e benessere, o così crede…. Il fenomeno si manifesta ESCLUSIVAMENTE nei gruppi di preghiera e di solito avviene dopo che l’assembla ha pregato su quella determinata persona e già questa forma esclusiva dovrebbe far scattare un campanello di allarme.

Nella Sacra Scrittura, infatti, non vi è alcun accenno a tale “carisma esclusivoche non dev’essere confuso con la pace interiore e la serenità che si provano mentre si prega o quando si è fatti oggetto di preghiere di guarigione e/o di liberazione. In tali casi, infatti, è chiaro l’intervento divino come tutta la storiografia dei Santi ci insegna. Non dev’essere inoltre confuso con gli interventi eccezionali compiuti da Dio in certi casi: es. Gen. 2,21 – 1 Sam. 26,12 e neppure con le visioni mistiche di cui sono intrise la Sacra Scrittura e la cronaca delle apparizioni mariane. La Bibbia riporta invece un episodio assai emblematico: la liberazione del fanciullo posseduto “…E il fanciullo diventò come morto, sicchè molti dicevano: “E’ morto!”. Ma Gesù, presolo per mano, lo sollevò ed egli si alzò in piedi” (Mc.9,25 seg.). In numerosi esorcismi, diversi posseduti cadevano a terra e parevano “morti”. Soltanto che, apostrofati nel nome del Signore e spruzzati con acqua benedetta, si “riprendevano” dal “riposo nello spirito di satana”.

Purtroppo certe “cadute nel riposo dello Spirito” avvengono durante alcune celebrazioni del Rinnovamento od in altre similari in cui non si utilizzano più né l’acqua benedetta, né l’olio benedetto; nè le preghiere di guarigione di P. Tardif o di Padre Betancourt, né i salmi di guarigione-protezione-liberazione (es. Sal. 91-18-57-56-27 ecc.), né le preghiere di liberazione APPROVATE DALLA CHIESA che accompagnano e valorizzano l’imposizione delle mani DEL SACERDOTE. Di conseguenza tali celebrazioni hanno del Rinnovamento solo il nome! Non le opere! Infatti, tolti i canti, non resta più nulla! Si tratta, per lo più, di preghiere semplici  E SPESSO INVENTATE SUL MOMENTO, non sacramentali, che si pretende volere da un’antica tradizione della Chiesa.. Durante questa esperienza la volontà è bloccata e non è possibile muovere nessuna parte del corpo.. e questo “fenomeno” non è sempre un buon segno dal momento che Dio non inficia mai l’uso del LIBERO ARBITRIO E DELLA VOLONTA’, questo “bloccaggio” della propria volontà e libero arbitrio lo troviamo solo nelle POSSESSIONI o vessazioni, per dirla alla meglio potrebbe trattarsi anche suggestioni.

Detto ciò non abbiamo ancora risposto alla domanda, perché affermare che in ciò si rivelerebbe solo il demonio, non sarebbe e non è neppure corretto.

Bisogna fare ora un piccolo passo indietro…alla nascita dei PENTECOSTALI, frangia carismatica del protestantesimo moderno del Novecento e che si rifà ad alcuni passaggi biblici quali, per esempio, dicono: nella Bibbia sono presenti delle analogie relative al riposo nello Spirito quando, la potenza di Dio, improvvisamente stende gli uomini a cui si rivolge: «Il cui aspetto era simile a quello dell’arcobaleno nelle nubi in un giorno di pioggia. Tale mi apparve l’aspetto della gloria del Signore. Quando la vidi, caddi con la faccia a terra e udii la voce di uno che parlava» (Ez 1,28); oppure: «Soltanto io, Daniele, vidi la visione, mentre gli uomini che erano con me non la videro, ma un gran terrore si impadronì di loro e fuggirono a nascondersi. Io rimasi solo a contemplare quella grande visione, mentre mi sentivo senza forze; il mio colorito si fece smorto e mi vennero meno le forze» (Dn.10,7-9)… ma, in entrambi i casi non assistiamo ALLA PERDITA DELLE PROPRIE FUNZIONI, al contrario, c’è una reazione funzionale al proprio libero arbitrio: tutti SCAPPANO a nascondersi, Daniele INTERAGISCE … cadere con la faccia a terra e continuare AD UDIRE e sentire… non è affatto questo “sonno” di cui parlano questi gruppi carismatici!

Così nel Nuovo Testamento: «All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore» (Mt 17,6); non è affatto quel “fenomeno” del sonno nello spirito… essi furono presi da GRANDE TIMORE… ossia, reagirono. E ancora: «Passato il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, (..) un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve. Per lo spavento che ebbero di lui le guardie tremarono tramortite» (Mt 28,1-4); ma è assurdo attribuirlo al sonno dello Spirito Santo! Non c’è bisogno di avere una laurea o un certificato di canonizzazione per fare questo discernimento…

Diverso è ciò che ci trasmette l’esperienza dei Santi…  santa Teresa d’Avila, per esempio, descrive un riposo nello Spirito il quale viene accomunato al «sonno delle potenze» ma.. di cosa si tratta? NON certo di ciò che affermano i gruppi carismatici! PER POTENZE, la Santa, INTENDE LE NOSTRE FANTASIE…  Le fantasie, infatti, sono POTENZE presenti in noi e che ora, in questo “sonno”, sono come ‘farfallette notturne’, quindi non disturbano quasi affatto la concentrazione, ma quel che è più caratteristico è che si assiste alla presenza di un doppio regime, per così dire, ma  a DETERMINATE CONDIZIONI E PERSEGUENDO UN CERTO PERCORSO COSTANTE. Da un lato infatti si fruisce di quella sospensione e dello stato di silenzio e quiete profonda a esso collegati, dall’altro però è possibile, se si vuole, condurre le attività della vita ordinaria senza che quello stato sia interrotto…. CAPITO BENE??? NON C’E’ INTERRUZIONE DEL LIBERO ARBITRIO E DELLA PROPRIA VOLONTA’, non si va a “dormire”, non si cade “dormendo”. È un preludio, si potrebbe dire, al momento finale del percorso, con un DONO SPECIALE DI DIO, a una situazione cioè in cui il mutamento si è verificato così in profondità che tutta la vita, e non soltanto certi momenti, sono illuminati e accompagnati dalla continua presenza dello Spirito Santo.

Questo riposo nello spirito  – contemporaneo – e che ha influenzato maggiormente anche parte del mondo cattolico, è diventata una espressione popolare nel 1994, con i fenomeni di una comunità pentecostale che si trovava all’aeroporto di Toronto, in Canada. Si trattava della Toronto Airport Christian Fellowship…. un’ondata del movimento pentecostale protestante che insisteva particolarmente su fenomeni di tipo mistico e di tipo profetico, volendo da qualche punto di vista tornare alle origini del “rinnovamento pentecostale”, cioè a un epoca in cui questi fenomeni, se vogliamo chiamarli così, “spettacolari” erano più diffusi di quanto non avvenga nelle grandi comunità pentecostali di oggi: pensiamo alle Assemblee di Dio, dove il culto è molto più sobrio e dove spesso abiurano essi stessi questi “fenomeni” definendoli “diabolici”.

LA CARATTERISTICA  principale di questo fenomeno la vediamo nei pastori, quando IMPONGONO LE MANI a dei fedeli che si presentano al presunto loro altare e, attenzione bene: dietro o al lato ad ogni fedele si posiziona un soggetto chiamato curiosamente “catcher” (come colui che nel baseball è chiamato ad afferrare la palla)….

Perché si posiziona lì? Perché il fedele cade all’indietro, o di lato, e rimane in una sorta di mistico svenimento per qualche minuto. Poi i fenomeni si fecero ancora più spettacolari e sempre più imponenti, perché risvegliati dal riposo nello spirito, da questa sorta di svenimento, i fedeli a Toronto cominciavano a comportarsi stranamente, a gridare, ad abbaiare, ad emettere versi come gli animali. A questo punto nacquero delle controversie, lo stesso John Winber ritirò l’approvazione della Congregazione di Toronto, che divenne indipendente e costituì il modello per molte congregazioni pentecostali negli Stati Uniti e in Europa, concentrate principalmente sul riposo nello spirito e su altri fenomeni mistici, talora anche più spettacolari.

Racconta nel 2014, lo studioso del cesnur riguardo a queste realtà, Massimo Introvigne, quale esperienza diretta: “Ricordo che in questo movimento per esempio si manifestava la comparsa di otturazioni d’oro nei denti di persone che prima non ce l’avevano. Quindi si trattava di qualche cosa che avrebbe dovuto essere miracoloso. Direi che oggi il fenomeno del “riposo nello spirito” nel mondo pentecostale, forse un po’ meno diffuso rispetto agli anni Novanta e ai primi anni Duemila, è penetrato anche nel mondo cattolico carismatico che è un mondo che ha molte relazioni e un continuo interscambio con il mondo carismatico pentecostale… Comunque ci sono delle agenzie anche vaticane che seguono il Rinnovamento carismatico cattolico internazionale e che effettivamente operano in modo discreto, senza grandi titoli sui giornali, e che qualche volta nel corso di questi ultimi anni, o forse anche ultimi decenni, sono intervenute in occasione di fenomeni estatici, in genere venuti per contagio dal mondo protestante, che presentano profili apparsi eccessivi. Senza però mai dimenticare che il mondo carismatico di per sé, di sua natura, è un mondo esuberante: lo stesso parlare “in lingue” è un fenomeno estatico, e quindi spegnere i fenomeni estatici significa spegnere il mondo carismatico.”

Si tenga a mente che, tutto il movimento carismatico, ha sempre sofferto della propria identità… ecco uno schema sintetico:

esso nasce nel pentecostalismo protestante; il “primo risveglio” è in Kasnas nel 1901; il “secondo risveglio” è a Los Angeles nel 1906; il “terzo risveglio” in Galles tra il 1904 e il 1908….. quello Cattolico inizia tra il 1966/67 in America… tra alcuni studenti universitari che, sulla scia del movimento pentecostale, volle dare al proprio l’impronta cattolica. E’ vero che il RnS e il Rcc hanno sempre tentato di prendere le distanze dai carismatici pentecostali ma, a parte lo stile dei canti e l’abnegazione di molti sacerdoti davvero in gamba, i risultati per le differenze sono davvero scarsi. Va infatti segnalato che nel 2000 l’allora cardinale Ratzinger, a capo della Congregazione per la Dottrina della Fede, emanò un documento in cui venivano stabiliti i divieti, i limiti e le condizioni in tema di spiritual healing (guarigione miracolosa) vedi qui il file del Documento in pdf, in particolare, le norme concernenti le preghiere di guarigione e i riti di esorcismo. Il principale timore della Congregazione per la Dottrina della Fede erano le figure troppo “carismatiche” (la cui presenza poteva porre in secondo piano l’intervento dello Spirito Santo), come il discusso vescovo africano Monsignor Emmanuel Milingo, il sensazionalismo insito nelle riunioni di molti gruppi carismatici cattolici, il sincretismo strisciante che mischiava liturgia cristiana e riti africani, come in molte chiese della Terza Ondata neo-carismatica.

Si legga anche qui: Rinnovamenti carismatici e pentecostali in quella “nuova chiesa” senza dottrine

Sulla questione del “parlare in lingue” si dovrebbe aprire un altro capitolo, ma cerchiamo di chiarire alcuni punti fondamentali: anche “parlare in lingue” è un “fenomeno” più pentecostale che biblico, dal momento che NON è affatto di quel dono carismatico di cui ci parla la Scrittura. Il loro parlare in ‘lingue sconosciute’ non è quel parlare in lingue biblico, tanto è vero che il resto degli ambienti del protestantesimo storico, rigettano tale fenomeno, ed è entrato in ambiente cattolico dal pentacostalismo.

PARLIAMO innanzi tutto di Glossolalia (ovvero ‘dono delle lingue’) ed è quello che hanno ricevuto gli Apostoli negli Atti (2,11), dove parlano appunto in lingue e ognuno li capiva nella sua lingua. Ora se è vero che la glossolalia non implica che ciò che uno dice deve per forza essere capito da tutti, è altrettanto vero che questo dono, però, deve essere accompagnato dal dono di qualcuno che possa capire ciò che viene detto.

Il ‘parlare in lingue’ dei pentecostali, ma anche di gruppi carismatici del RnS, invece, è spesso un farneticare di lingue inesistenti (che loro affermano essere ‘lingue personali’). Ma questo però non ha senso e non è biblico: Il termine ‘glossolalia’ infatti, si riferisce a lingue esistenti secondo le Scritture. Tanto è vero che S. Paolo raccomanda ai Corinzi che se c’è qualcuno che parla in lingue, ci deve essere anche qualcuno a capire cosa dice… (1Cor.14,13-14). E’ evidente così che questo ‘parlare in lingue‘ che si riscontra in questi gruppi… NON è un dono di Dio ma solo un farneticare, spesso la conseguenza di autosuggestione. L’incontro con Dio non lo si realizza certo nei concerti rock e con un chiassoso gridare ripetitivo fine a sé stesso del pastore di turno, oppure in questi gruppi detti carismatici quasi vantassero una sorta di monopolio dello Spirito Santo, pronto ad obbedire e soddisfare ogni singola richiesta, ma con un certo tipo di contenuti di ben altro livello…

Abbiamo risposto alla domanda?? Sì e no, ossia, ora siete voi che dovrete fare discernimento in base alla oggettività dei fatti, senza per questo demonizzare TUTTO il RnS. Infatti: se nella Chiesa qualche sacerdote si comportasse male, sarebbe da incoscienti ed ingrati se facendo di tutt’erba un fascio si accusasse tutto il Clero di inadempienze o peccati gravi…. Si faccia perciò attenzione a non fare come certi gruppi carismatici i quali, infatti, per giustificare il “loro” riposo o sonno nello Spirito, tirano in ballo LA MISTICA CATTOLICA e i Santi che però, come abbiamo dimostrato con santa Teresa d’Avila, si tratta di tutt’altra faccenda. Non dimenticate di porre nel discernimento l’altro gravissimo campanello d’allarme: L’IMPOSIZIONE DELLE MANI DA PARTE DEI LAICI…. non fatelo mai e non fatevi mai imporre le mani che non sia un sacerdote validamente ordinato, il perché è spiegato qui.

Le “manifestazione ESTATICHE” (di estasi appunto) da parte dei Santi è di tutt’altro rigore divino… le “estasi” innanzi tutto NON SONO CERCATE… non sono volute ed anzi, i veri Santi non ne vogliono sapere… le “ELEVAZIONI DI SPIRITO” avvengono per diretto interessamento e volontà di Dio verso l’eletto o l’eletta.  L’anima in questo caso viene rapita totalmente in Dio e il corpo viene reso insensibile, ma NON si resta come “addormentati”, la coscienza continua a lavorare – in questo caso – INTERAGENDO CON IL DIVINO. Ci sono stati casi di Santi che, in questo stato, potevano “LEGGERE IL PENSIERO” delle persone presenti, dando ad esse delle risposte una volta ritornati pienamente nel corpo… essi hanno spiegato ai propri Confessori come questa sorte di COLLOQUIO ESTATICO CON DIO era fatto spesso di SILENZIO dove, il canale privilegiato erano i CUORI…. per dirla con san Tommaso d’Aquino, è «l’elevazione di un uomo, prodotta dallo spirito di Dio, a cose soprannaturali con astrazione dai sensi», ma non è lo stesso che intendono i carismatici.

Ci sarebbe da discutere anche sulla netta SEPARAZIONE DELLE TRE PERSONE DELLA SANTISSIMA TRINITA’ che per i carismatici sono “FIGURE”. Il Pentacostalismo, infatti, ha seminato una falsa dottrina della Trinità stessa e lo Spirito Santo agirebbe indipendentemente dal Padre e dal Figlio tanto è vero che per loro il Battesimo Cattolico non ha alcun valore, mentre lo avrebbe solo quello dello Spirito Santo con la “nuova rinascita”, dal momento che non credono neppure nel Peccato Originale, o ne hanno una falsa concezione. Tecnicamente invece, tra i cattolici, il “Battesimo dello Spirito Santo” non è né il più alto né più piena manifestazione dello Spirito Santo… di ciò che si riceve e si è già ricevuto nel giorno del proprio Battesimo. In tal senso MUTA ANCHE L’IDENTITA’ DI GESU’ IL CRISTO…  spesso identificata più come FIGURA che “Persona”… la cui sofferenza è relativa alla sofferenza dell’uomo “Gesù soffre se io soffro…” relativizzando il concetto stesso del peccato.

L’immagine di Gesù muta anch’essa… ossia si passa dall’immagine di Gesù sulla Croce, sofferente e flagellato della più classica cultura cattolica, al Gesù glorificato nella risurrezione, che salva tutti senza distinzione, lasciando all’uomo il compito di accettare o meno questa salvezza. Non che la Chiesa non abbia mai glorificato il Risorto, ma qui viene accentuata la Gloria e meno il Venerdì Santo…. Infine, per gli ambienti carismatici GESU’ E’ DONO DEL PADRE che è cosa certa e vera ma… sciamando lentamente dal cuore della dottrina cattolica SULL’INCARNAZIONE DI DIO…. di conseguenza – la Messa – NON è primariamente SACRIFICIO di Gesù al Padre, ma dono di Gesù glorificato DEL PADRE A NOI, un vero ribaltamento della dottrina… Così muta anche la TERZA FIGURA della Santissima Trinità… per i carismatici non è importante l’identità della terza PERSONA, quanto è più importante farne l’esperienza… tanto è vero che per loro ha più importanza l’incontro carismatico e il sonno dello spirito che l’Eucaristia…. insomma al centro NON è Gesù e neppure la Trinità ma LO SPIRITO SANTO EMANAZIONE DEL PADRE A NOI e Gesù lo diventa in funzione del Padre e dello Spirito Santo, mentre nel Credo affermiamo “lo Spirito Santo che CON IL PADRE E IL FIGLIO E’ ADORATO E GLORIFICATO….”

Un altro capitolo meriterebbe la devozione mariana (il Rosario ed altre devozioni come le Consacrazioni…) e il culto dei Santi, dai carismatici completamente minimizzati, così come la formazione e lo studio del Catechismo… E’ certo che il progetto della beata Elena Guerra e le stesse intenzioni di Leone XIII sono state abbondantemente disattese.

Per concludere, qualcuno si chiederà come mai, comunque, avviene il fenomeno del “riposo nello Spirito”? Ecco le ragioni principali:

1) posseduti che cadono a terra davanti alla potenza di Dio;

in questo caso è evidente perché la Chiesa, infatti, VIETA ASSOLUTAMENTE che i laici e persino sacerdoti NON AUTORIZZATI, compiano esorcismi, e i laici impongano le mani. Perciò noi crediamo in certi fenomeni, ma proprio per questo occorre molta prudenza.

2) persone facilmente suggestionabili;

in certi casi NON bisogna vedere il demonio ovunque, o demonizzare TUTTO. Le Preghiere di Liberazione, infatti, sono una grande opera di bene ma il tutto deve essere fatto con rigore ed obbedienza alla Chiesa dal momento che si potrebbe avere a che fare con persone che – INCONSCIAMENTE – agirebbero per cause di suggestione e non per possessione diabolica.

3) personalità isteriche o protagoniste;

come nel caso 2) ma con l’aggravante di un protagonismo dannoso perché attraverso il quale è facile suggestionare altre persone o l’intero gruppo e – confondere certa isteria di gruppo – quale opera divina… Per comprendere se ci si trova all’interno di un gruppo settario, consigliamo di fare una verifica attraverso questo link.

4) infine individui, strumenti delle tenebre (o del gruppo stesso), che hanno tutto l’interesse, fingendo un “riposo nello Spirito”, a creare confusione e sminuire l’impatto psicologico, negativo per il demonio, che deriva a molti dall’osservare i posseduti che cadono davanti all’Onnipotenza del Signore;

cioè, molti studiosi di questi fenomeni che accadono tra quanti si dicono “carismatici”, hanno dimostrato che sono spesso infiltrati individui spinti a MENTIRE su tutto ciò che accade: il loro compito è di creare, appoggiare e sostenere la confusione che si viene a creare durante questi incontri, questa confusione consente al leader del gruppo di portare avanti la messa in scena e di non permettere l’avvicinamento di alcune persone che vantano l’aver ottenuto dei miracoli durante l’incontro. Non date per scontato di essere tanto scaltri da saperli individuare, perché non è affatto così facile e milioni di persone, in tutto il mondo, sono ancora oggi preda di gruppi più o meno settari.

Secondo papa Francesco, oggi, il movimento Carismatico e l’ecumenismo in sé non sono cattolici.

Evitiamo adesso lo scatenarsi di anàtemi su di noi che riportiamo la cronaca, armatevi invece di onestà intellettuale e leggete il testo ufficiale del Papa, cliccando qui. Ecco le parole originali:

  • “Siamo riuniti qui credenti provenienti da 120 Paesi del mondo, a celebrare la sovrana opera dello Spirito Santo nella Chiesa, che prese l’avvio 50 anni fa e diede inizio… a una istituzione? No. A una organizzazione? No. A una corrente di grazia, alla corrente di grazia del Rinnovamento Carismatico Cattolico. Opera che nacque… cattolica? No. Nacque ecumenica! Nacque ecumenica perché è lo Spirito Santo che crea l’unità ed è il medesimo Spirito Santo che diede l’ispirazione perché fosse così! E’ importante leggere le opere del cardinale Suenens su questo: è molto importante!”.

Dunque questa opera carismatica: nacque… cattolica? No. Nacque ecumenica!

Va da se che neppure l’ecumenismo è cattolico, secondo la logica di Papa Francesco! E non è del tutto errato, è vero perché il Movimento Carismatico nacque tra i Pentecostali, e quale è la voce guida per Bergoglio? l’amico Traettino che era un cattolico, si nutriva dell’Eucaristia che RINNEGO’, divenne attivista prima del partito comunista, poi fondò un movimento tutto suo pentecostale-evangelico… quindi è un vero apostata. Chi lo ha confermato nella fede? NESSUNO! Ma oggi lo conferma Bergoglio non nella “vera fede, nella verità” ma nell’errore, perché nel sito di Traettino ci sono prediche contro il Culto alla Vergine Maria e ai Santi, e i cattolici sono accusati di eresia e idolatria.

E’ buffo: un papa che “beatifica” Traettino e un Traettino che anatemizza il Papa sul culto ai Santi e a Mariaperò sono tutti amici, si vogliono bene… a discapito del vero Culto alla Vergine Santa e dell’Eucaristia.

Ed è lo Spirito Santo a volere tutto questo? Lasciamo a voi la risposta, ma nella verità.

Concludiamo dal Catechismo della Chiesa Cattolica:

n.2003 – La grazia è innanzitutto e principalmente il dono dello Spirito che ci giustifica e ci santifica. Ma la grazia comprende anche i doni che lo Spirito ci concede per associarci alla sua opera, per renderci capaci di cooperare alla salvezza degli altri e alla crescita del Corpo di Cristo, la Chiesa. Sono le grazie sacramentali, doni propri ai diversi sacramenti. Sono inoltre le grazie speciali chiamate anche «carismi» con il termine greco usato da san Paolo, che significa favore, dono gratuito, beneficio. Qualunque sia la loro natura a volte straordinaria, come il dono dei miracoli o delle lingue, i carismi sono ordinati alla grazia santificante e hanno come fine il bene comune della Chiesa. Sono al servizio della carità che edifica la Chiesa [Cf 1Cor 12 ].

n.799 – Straordinari o semplici e umili, i carismi sono grazie dello Spirito Santo che, direttamente o indirettamente, hanno un’utilità ecclesiale, ordinati come sono all’edificazione della Chiesa, al bene degli uomini e alle necessità del mondo.

n.800 – I carismi devono essere accolti con riconoscenza non soltanto da chi li riceve, ma anche da tutti i membri della Chiesa. Infatti sono una meravigliosa ricchezza di grazia per la vitalità apostolica e per la santità di tutto il Corpo di Cristo, purché si tratti di doni che provengono veramente dallo Spirito Santo e siano esercitati in modo pienamente conforme agli autentici impulsi dello stesso Spirito, cioè secondo la carità, vera misura dei carismi [Cf 1Cor 13 ].

n.951 –  La comunione dei carismi. Nella comunione della Chiesa, lo Spirito Santo «dispensa pure tra i fedeli di ogni ordine grazie speciali» per l’edificazione della Chiesa. Ora «a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune» ( 1Cor 12,7 ).

Dal Concilio Vaticano II Lumen Gentium:

n.12 – E questi carismi, dai più straordinari a quelli più semplici e più largamente diffusi, siccome sono soprattutto adatti alle necessità della Chiesa e destinati a rispondervi, vanno accolti con gratitudine e consolazione. Non bisogna però chiedere imprudentemente i doni straordinari, né sperare da essi con presunzione i frutti del lavoro apostolico. Il giudizio sulla loro genuinità e sul loro uso ordinato appartiene a coloro che detengono l’autorità nella Chiesa; ad essi spetta soprattutto di non estinguere lo Spirito, ma di esaminare tutto e ritenere ciò che è buono (cfr. 1 Ts 5,12 e 19-21).

“28. I cristiani, avendo carismi differenti (cfr Rm 12,6), devono collaborare alla causa del Vangelo, ciascuno secondo le sue possibilità, i suoi mezzi, il suo carisma e il suo ministero (cfr. 1 Cor 3,10). Tutti dunque, coloro che seminano e coloro che mietono (cfr. Gv 4,37), coloro che piantano e coloro che irrigano, devono formare una cosa sola (cfr. 1 Cor 3,8), affinché « tendendo tutti in maniera libera e ordinata allo stesso scopo»  indirizzino in piena unanimità le loro forze all’edificazione della Chiesa. Per tale ragione il lavoro dei messaggeri del Vangelo e l’aiuto degli altri cristiani vanno regolati e collegati in modo che «tutto avvenga in perfetto ordine» (cfr. 1 Cor 14,40) in tutti i settori dell’attività e della cooperazione missionaria.”

n.30 – “I sacri pastori, infatti, sanno benissimo quanto i laici contribuiscano al bene di tutta la Chiesa. Sanno di non essere stati istituiti da Cristo per assumersi da soli tutto il peso della missione salvifica della Chiesa verso il mondo, ma che il loro eccelso ufficio consiste nel comprendere la loro missione di pastori nei confronti dei fedeli e nel riconoscere i ministeri e i carismi propri a questi, in maniera tale che tutti concordemente cooperino, nella loro misura, al bene comune”.

E dunque, se nel “vantare” questi doni e carismi non ci si converte alla Chiesa Cattolica, ai Sacramenti della Confessione e dell’Eucaristia, se non si coopera alla missione della Chiesa Cattolica, diffidiamo….

Laudetur Jesus Christus, Ave Maria


Dalle «Catechesi» di Gerusalemme
(Catech. 21, Mistagogica 3, 1-3; PG 33, 1087-1091)
L’unzione dello Spirito Santo
 (Battesimo e Cresima per i Catecumeni, o quando si riceve solo la Cresima per confermare il Battesimo ricevuto da piccoli)
Battezzati in Cristo e rivestiti di Cristo, avete assunto una natura simile a quella del Figlio di Dio. Il Dio, che ci ha predestinati ad essere suoi figli adottivi, ci ha resi conformi al corpo glorioso di Cristo.
Divenuti partecipi di Cristo, non indebitamente siete chiamati «cristi» cioè «consacrati», perciò di voi Dio ha detto: «Non toccate i miei consacrati» (Sal 104, 15).
Siete diventati «consacrati» quando avete ricevuto il segno dello Spirito Santo. Tutto si è realizzato per voi in simbolo, dato che siete immagine di Cristo. Egli, battezzato nel fiume Giordano, dopo aver comunicato alle acque i fragranti effluvi della sua divinità, uscì da esse e su di lui avvenne la discesa del consustanziale Spirito Santo: l’Uguale si posò sull’Uguale.
Anche a voi, dopo che siete emersi dalle sacre acque, è stato dato il crisma, di cui era figura quello che unse il Cristo, cioè lo Spirito Santo. Di lui anche il grande Isaia, parlando in persona del Signore, dice nella profezia che lo riguarda: «Lo Spirito del Signore è su di me perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri» (Is 61, 1).
Cristo non fu unto dagli uomini con olio o altro unguento materiale, ma il Padre lo ha unto di Spirito Santo, prestabilendolo salvatore di tutto il mondo, come dice Pietro: Gesù di Nazareth, che Dio unse di Spirito Santo (cfr. At 10, 38). E il profeta David proclama: «Il tuo trono, Dio, dura per sempre; è scettro giusto lo scettro del tuo regno. Ami la giustizia e l’empietà detesti; Dio, il tuo Dio, ti ha consacrato con olio di letizia, a preferenza dei tuoi eguali» (Sal 44, 7-8).
Egli fu unto con spirituale olio di letizia, cioè con lo Spirito Santo, il quale è chiamato olio di letizia, perché è lui l’autore della spirituale letizia. Voi, invece, siete stati unti con il crisma, divenendo così partecipi di Cristo e solidali con lui.
Guardatevi bene dal ritenere questo crisma come un puro e ordinario unguento. Santo è quest’unguento e non più puro e semplice olio. Dopo la consacrazione non è più olio ordinario, ma dono di Cristo e dello Spirito Santo. È divenuto efficace per la presenza della sua divinità e viene spalmato sulla tua fronte e sugli altri tuoi sensi con valore sacramentale. Così mentre il corpo viene unto con l’unguento visibile, l’anima viene santificata dal santo e vivificante Spirito.


 

SOSTA – Si può ridurre il Cristianesimo ad “esperienza”?

 
Si può ridurre il Cristianesimo ad “esperienza”?
Non è da adesso, ma ormai da diversi decenni a questa parte, il sentir dire che il Cristianesimo sia unicamente un’ “esperienza” e che tutto sommato bisognerebbe soprassedere sulla verità e sulla sua conoscenza.
Parlare in questi termini non è assolutamente corretto. Il Cristianesimo non solo non è riducibile ad esperienza, ma è verità che produce e giudica l’esperienza. Non è l’esperienza che giudica la verità, bensì è la verità che giudica l’esperienza.
Facciamo un esempio molto semplice, se diciamo: siamo cristiani perché ci sentiamo felici di esserlo … come la mettiamo con il musulmano o con il testimone di Geova che potrebbe ovviamente rispondere: anch’io sono felice di essere quello che sono? Certamente è importante il riscontro dell’essere cristiano nella propria vita, ma non è determinante. Lo ripetiamo: è la verità che giudica l’esperienza, non il contrario.
Identificare Gesù con la felicità non è affatto sbagliato, anzi è verissimo; ma non basta. Cristo è la felicità perché è la Verità.
 
Si sa che oggi non è molto efficace un metodo ben strutturato come quello tomista che parte dalla centralità della verità, mentre può essere più persuasivo quello agostiniano che parte dalle esigenze esistenziali dell’uomo, ma ciò non vuol dire che, anche partendo dalle aspettative dell’uomo e dal suo bisogno di senso, non si debba poi completare l’annuncio facendo capire la priorità logica della Verità. Facciamo un esempio: l’ideale è vedere un film partendo dall’inizio; ma ciò non toglie che lo si può capire anche se si arriva al cinema a proiezione in corso; poi, una volta che lo si vede per intero aggiungendo la parte iniziale a cui si è mancati, la trama diviene comprensibile. Così per il Cristianesimo, si può anche approdare alla vita cristiana (e forse avviene per la maggioranza dei casi) attraverso circostanze esistenziali varie, ma poi si è sempre tenuti a rendere ragione della propria fede come dice san Pietro nella sua prima lettera (3,15): “(…) adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi.”.
Indubbiamente l’uomo di oggi non è quello del XIII secolo, è purtroppo un uomo completamente destrutturato che deve essere prima di tutto coinvolto attraverso i bisogni esistenziali; ma ciò non toglie –come abbiamo già detto- che una volta utilizzato questo approccio, gli si debba far capire che tutto inizia dalla Verità e tutto ha senso nella Verità.
 
C’è un’altra cosa da aggiungere. Bisogna ben capire cosa significa “felicità”.
La felicità non è uno stato dell’animo che riconosce che tutto è positivo e che è capace di produrre sempre e comunque una condizione di consolazione e di gaudio. Se fosse questa la felicità, i santi avrebbero qualche problema in merito. Basterebbe pensare a tutte le prove che contrassegnano la loro vita: desolazioni, “notti”, tentazioni. La felicità in senso cristiano non è alternativa alla sofferenza ma alla disperazione. La felicità è la pace dell’anima che può e deve coniugarsi anche con l’esperienza delle prove più terribili. Ma per capire questo –e torniamo al punto iniziale- bisogna che l’esperienza cristiana sia sempre esito del riconoscimento di ciò che è vero.
Detto questo, dobbiamo porci un interrogativo. Come dobbiamo intendere la famosa espressione “vieni e vedi” (Giovanni 1,46)? Molti oggi dicono che più che fare catechesi, basterebbe “invitare” nelle proprie comunità a vivere l’’esperienza cristiana, come avrebbero fatto i primi cristiani.
 
Rispondiamo.
Prima di tutto va detto che ciò che facevano i primi cristiani andrebbe ben chiarito, perché ci sono molti luoghi comuni da sfatare. L’espressione “vieni e vedi” va bene, ma va correttamente intesa. Certamente il riscontro della vita cristiana sta nelle opere, le quali –lo sappiamo bene- concorrono alla salvezza dell’anima. Ebbene, in quella frase, utilizzata dall’apostolo Filippo e che si diffuse presso i primi cristiani, si voleva dire proprio questo: vieni a vedere quanto è diversa la vita dei cristiani rispetto a quella dei pagani; per esempio, quanto è diversa dal modo come trattano le donne, gli schiavi, i bambini … Prendiamo come esempio i bambini: nel mondo pagano era diffusissimo l’infanticidio, cosa che ovviamente fu subito rifiutata dai cristiani. Insomma, la frase “vieni e vedi”, lungi dal voler essere una negazione dell’importanza della verità, era piuttosto l’attestazione e la dimostrazione concreta dell’accoglienza della verità: la vita dei cristiani è diversa da quella falsa e violenta dei pagani, perché è diversa la verità in cui credono.
Insomma tutto muoveva e muove dalla Verità, quella con la “V” maiuscola… s’intende.
 
 

SEGNI, FEDE E PRODIGI FUORI DALLA CHIESA: COME LEGGERE TUTTO.

 
Occorre partire da un fatto: i segni fuori dalla Chiesa possono avvenire. Le Messe di coloro che stanno fuori dalla Chiesa ma consacrano validamente sono un esempio lampante di questo fenomeno: avviene la Transustanziazione.
Il miracolo, però, da solo non basta a dire se ciò che avviene sia buono o meno; le stesse guide sul riconoscimento delle apparizioni parlano dei miracoli come di uno dei criteri ma non il solo.
Procediamo con gradi.
 
I segni pagani.
È indubbio che nel mondo antico le statue delle divinità pagane parlassero/producessero segni; questa cosa si capisce bene leggendo le vite dei martiri e dei santi. Inabitate da demoni (come l’automa distrutto da san Silvestro Papa), queste costruzioni producevano suoni e finanche guarigioni.
Com’è possibile?
 
Sappiamo che i demoni, a certe condizioni, possono operare “prodigi”: la differenza sta nel fatto che mentre Dio li opera “sospendendo” le leggi da lui create, i demoni possono solo manipolarle, esattamente come quando si presentano come angeli di luce.
 
I segni presso gli eretici e gli scismatici.
Dove non si tratti di vere e proprie truffe organizzate (come per esempio succede spesso in Africa), questi prodigi possono anch’essi venire dal demonio e a tal proposito occorre citare l’episodio della madonna catara di Milano. In pieno XIII secolo ai Catari inizia ad apparire la Vergine, o così credono loro, che li invita alla penitenza, al rigore, alla fede in Gesù. Tutte cose molto belle ma che nascondono un veleno bestiale: la madonna in questione dice loro di rimanere catari, dunque eretici, e che hanno ragione loro. Detto fatto, si presenta San Pietro da Verona con l’ostensorio e la “madonna” in questione butta fuori due belle corna e vola via.
Questo ci aiuta a capire una cosa riguardo ai segni: non basta “la fede in Gesù” per poter dire di compiere miracoli nel Suo nome e soprattutto salvare l’anima.
 
Questo concetto è ben espresso da Gesù stesso nel Vangelo quando dice che non entra in Cielo chi dice “Signore Signore” ma chi fa la volontà del Padre, e la prima cosa che Dio Padre vuole è che crediamo nella Chiesa che suo Figlio ha fondato.
Chiaramente non tutti quelli che sono fuori lo sono per propria colpa (ma va detto che Dio fa di tutto per portarci dentro alla Chiesa perché da questo dipende la nostra salvezza) ma resta il fatto che, come spiega sant’Agostino, i miracoli e i segni non sono elementi sufficienti laddove manchi la Fede (che ricordiamo, è virtù e non sentimento, su questo torneremo dopo).
 
“Ma loro ci credono più di noi”
Occorre anzitutto capire in “cosa” credano perché i santi, come san Pietro Eymard, smentiscono il detto oggi in voga meglio buon protestante che cattivo cattolico“: non esiste una sorta di Fede “base che va bene ed è sufficiente” e una “opzionale”. Esempio classico, anche I Testimoni di Geova credono “in Gesù” ma a modo loro e di fatto il loro credo finisce per escluderli dal novero dei cristiani in senso lato.
La fede spesso esposta come superiore ai cattolici si basa su un “sentire Gesù”; non è un giudizio temerario, basta vedere come un certo mondo protestante confonda il tremito, l’inquietudine, il fervore con la Fede (contrariamente a quanto dice la stessa Scrittura).
La Fede è una virtù che si genera nel momento in cui, con la ragione, volontariamente aderiamo alle verità della Chiesa fidandoci dell’autorità di Dio stesso; non è dunque “sentire Gesù” che fa automaticamente di me un credente.
Questo dato è presto dimostrabile col fatto che I maestri di spirito abbiano sempre scoraggiato le anime dall’attaccarsi a questi sentimenti provati durante la preghiera; ribadisce Sant’Alfonso, dottore della Chiesa, che queste consolazioni Dio le può dare ma le può anche togliere ma non sono fondanti della Fede. Il beato Alano della Rupe per svariati anni “non sentiva” Dio ma questo non ha in alcun modo scalfito la sua Fede.
 
“Pare che parlino in lingue e siano davvero mossi dallo Spirito Santo”.
Lo Spirito Santo non è un distributore di esperienze mistiche e soprattutto queste esperienze, quando vere e non mediate dai demoni (come spesso accade nel mondo protestante, in cui I corpi vengono scossi come se posseduti), non vanno in alcun modo cercate e i santi mettono in guardia perché con esse arrivano anche grandi croci.
Nello specifico, le lingue parlate sono in realtà in antitesi con il miracolo della Pentecoste; durante quel momento, gli Apostoli e Maria parlavano nella propria lingua ma erano gli altri ad udirli parlare nelle proprie lingue specifiche, cosa che poi si ripeté anche con santi più recenti.
Il parlare, spesso sconclusionato, in lingue antiche o altro, è prerogativa di quegli spiriti contro cui gli esorcisti lottano strenuamente.

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PER L’IMMAGINE:

Perché la Madonna della cappella Portinari a Milano ha le corna?

Perché la Madonna della cappella Portinari a Milano ha le corna? Svelato il  motivo

Un affresco davvero singolare è rintracciabile nella Cappella Portinari: sulla parete sud, infatti, è raffigurata una Madonna con le corna. Più che un blasfemo, l’affresco di Vincenzo Foppa, intitolato Il miracolo della falsa Madonna, illustra una leggenda legata alla figura di San Pietro da Verona, al secolo Pietro Rosini; figura a cui è dedicata la cappella voluta dal banchiere fiorentino Pigello Portinari (1421-1468).

Il motivo legato alla presenza delle corna

Ma perché la Madonna e il bambino hanno le corna? In realtà non si tratta di nulla di demoniaco. Infatti la creazione di tale affresco, con le sue particolarità, è legata in particolar modo alla vita di San Pietro Martire e allo stesso tempo anche alla storia del Cattolicesimo.

A tal proposito è comunque molto importante sottolineare che in realtà i vari affreschi presenti all’interno di tale cappella sono dedicati  al Santo in questione. E il motivo è molto semplice ed è legato al fatto che proprio nel XII secolo questo Santo si è trovato alla guida dell’inquisizione cattolica del nord Italia contro i Catari ovvero coloro che facevano parte del movimento ereticale cristiano noto con il termine Catarismo.

Ma, qual è il reale motivo legato alla presenza delle corna sulla testa della Madonna e del bambino? A tale domanda è possibile rispondere menzionando alcuni cenni storici e facendo riferimento a quella che era la capacità di persuasione del Santo. Nello specifico secondo quanto emerso nel tempo sembrerebbe che proprio San Pietro Martire volesse riportare sulla retta via un illustre uomo che dopo aver visto la Madonna durante una cerimonia legata al Catarismo aveva scelto di convertirsi a tale movimento ereticale cristiano.

Per cercare di capire come stessero realmente le cose il Santo, sempre secondo quanto narrato dalla storia, sembrerebbe aver deciso di partecipare ad una funzione eretica catarista nel corso della quale ha avuto modo di assistere all’apparizione della Madonna con il bambino.

Proprio grazie alla sua fede il Santo sembrerebbe essere riuscito a notare sul capo della Madonna e del bambino proprio delle corna demoniache. E così dopo aver offerto loro del pane consacrato sembrerebbe aver esclamato Se sei la Madre di Dio, ama il tuo stesso figlio!”. Parole di fronte alle quali il diavolo ha subito reagito fuggendo e di conseguenza tutti i catari presenti decisero di abbandonare il movimento ereticale in questione per convertirsi subito al Cattolicesimo.


Alcune domande sull’effusione dello Spirito Santo che viene praticata all’interno del Rinnovamento nello Spirito Santo

Quesito

Caro Padre Angelo, il Signore la benedica.
La domanda che voglio porle riguarda il ricevimento dello Spirito Santo, ho trovato in alcune sue lettere risposte in merito ma non ho chiara la risposta, per cui le chiedo: 
1. oltre che nei sacramenti, come possiamo ricevere lo Spirito Santo?
2. Cosa ne pensa dell’effusione che ricevono gli aderenti al Rinnovamento nello Spirito? Perché se è valida allora ogni qual volta che due o più che pregano su di una persona possono far scendere su di lei lo Spirito Santo. 
3. La benedizione di un sacerdote dona lo Spirito?
4. E la benedizione dei padri sui figli, o in modo reciproco fra coniugi?
La ringrazio e la ricordo con tutti i consacrati nella Messa. 


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. noi sappiamo che in via ordinaria lo Spirito Santo viene comunicato con certezza nella celebrazione dei sacramenti.
Sappiamo con altrettanta certezza che Dio non lega l’effusione dello Spirito Santo ai sacramenti, ma la dona anche attraverso vie che noi chiamiamo misteriose, perché può servirsi di tutto, anche di una foglia che cade per terra!

2. Siamo certi anche che gli dona il suo Spirito “senza misura” (Gv 3,34), com’è egli stesso ha assicurato.

3. Sappiamo pure con certezza che lo Spirito Santo ha delle analogie con il vento perché Nostro Signore ne parla in questi termini  quando dice: “Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito” (Gv 3,8).
“Soffia dove vuole” perché in piena libertà soffia dove vuole e quando vuole illuminando i cuori.
“Ne senti la voce” perché lo Spirito Santo parla nel cuore dei fedeli e dei santi e solo costoro ne sentono la voce.
“Non sai da dove viene” perché, sebbene se ne senta la voce, tuttavia insieme con il Padre e il Figlio “abita una luce inaccessibile, che nessun uomo ha mai visto né può vedere” (1 Tm 6,14).
“Non sai dove va” perché conduce alla beatitudine eterna, per ora non visibile con i nostri occhi corporali.

4. Alla luce di quanto il Signore ha detto si può facilmente trovare la risposta alle tue domande.
L’effusione dello Spirito Santo attuata all’interno del Rinnovamento nello Spirito non è un sacramento, ma un’invocazione. Pertanto lo Spirito Santo soffia se vuole e quando vuole.
Solo i sacramenti comunicano infallibilmente lo Spirito Santo perché il ministro agisce “in persona Christi”. Lo comunicano se da parte del ricevente non vi si pone ostacolo.

5. La stessa cosa va detta anche per la benedizione del sacerdote: non si tratta di un sacramento, ma di un sacramentale. Pertanto viene donato lo Spirito Santo se lo spirito Santo vuole e dipendentemente dalle disposizioni di chi dà la benedizione e del soggetto che la riceve.
Analoga cosa va detta anche per la benedizione dei padri sui figli o in modo reciproco sui coniugi.

6. Va ricordato infine lo Spirito Santo inabita nelle anime di coloro che vivono in grazia.
Gesù l’ha promesso con queste parole: “E io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre” (Gv 14,16).
Vi rimane insieme con il Padre e il Figlio in coloro che lo amano osservando la sua parola: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23).

7. Pertanto, rigorosamente parlando, non viene donato lo Spirito Santo a chi già lo possiede perché vive in grazia di Dio.
 Viene donata invece una nuova effusione di grazia, e cioè una carità più ardente verso Dio e verso il prossimo, secondo la nota espressione di San Paolo: “La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio (la carità) è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5,5).
In altre parole, si viene ulteriormente santificati e introdotti in un cammino più spedito.

Ti ringrazio per il quesito e, pur da lontano, invoco su di te una nuova effusione dello Spirito Santo.
Per questo ti benedico e ti ricordo nella preghiera. 
Padre Angelo

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