Ascensione, la grande dimenticata

In occasione della solennità dell’Ascensione di Nostro Signore di quest’anno, 2022, abbiamo trascritto il video che Don Alberto Secci pubblicò il 24 maggio 2020, giorno dell’Ascensione di quell’anno che cadeva nella festa di Maria SS.ma Ausiliatrice.

Don Alberto Secci (24 maggio 2020)

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Solennità dell’Ascensione del Signore.

Quaranta giorni dopo la Resurrezione Nostro Signore Gesù Cristo sale al Cielo. Lui, Uomo-Dio, Redentore, scompare alla vista dei Discepoli e sale in Cielo.

Questa festa dell’Ascensione – permettetemi di dirvelo con tutta francesca – è la grande dimenticata dell’Anno liturgico. Ed è la grande dimentica nella coscienza dei fedeli.

Qual è la causa di questo? Certamente la causa più evidente è stata – almeno per noi, in Italia, – quella di togliere la solennità dell’Ascensione dal giovedì. Era un problema di rapporto Stato-Chiesa. Lo Stato chiedeva, all’epoca – siamo negli anni ’70 –, di ridurre le festività infrasettimanali per problemi economici. Allora la Chiesa accettò – purtroppo di buon grado – di celebrare la domenica successiva la solennità dell’Ascensione.

Questo spostamento alla domenica successiva di fatto, nel vissuto, ha fatto scomparire una festa che la coscienza dei cristiani – almeno nelle nostre terre – sentiva più forte di tutte le altre solennità. Ad esempio, più forte della solennità di Pentecoste.

Qualcuno ha detto che i cattolici sentivano più forte l’Ascensione della Pentecoste perché avevano poco coscienza del ruolo dello Spirito Santo. Non c’è niente di più assurdo di dire questo.

Non è che non avevano coscienza dell’importanza dello Terza Persona della Santissima Trinità, quindi della Pentecoste, ma perché sapevano che il punto culminante di tutto è l’Ascensione.

Una delle causa del fatto che la solennità dell’Ascensione sia la grande dimenticata oggi, non è solo il fatto storico di averlo spostata dal giovedì alla domenica, ma anche di una perdita progressiva della coscienza della centralità e dell’importanza dell’avvenimento dell’Ascensione.

Chiedo un esercizio molto semplice per vivere bene questa festa e per meditare un poco di più il grande mistero che oggi si compie.

Pensate su di una linea questi cinquanta giorni pasquali.

All’inizio la Resurrezione del Signore, la Santa Pasqua, alla fine c’è la Pentecoste: cinquanta giorni dopo, il dono dello Spirito Santo, nel Cenacolo di Gerusalemme discende sugli Apostoli, riuniti con Maria Santissima, in preghiera. Ma in mezzo alla Pasqua e alla Pentecoste – in questa lunga linea di cinquanta giorni – abbiamo, dopo quaranta giorni, la solennità dell’Ascensione.

La solennità dell’Ascensione non è solo tra le due feste. Se noi la intendiamo tra le due feste, perde la sua importanza, non la si capisce più, la s’interpreta in modo sbagliato: come la s’interpreta oggi in modo sbagliato.

Il Signore risorge, sta con noi e dimostra di essere risorto, questo è giusto, per quaranta giorni, sta coi Discepoli, mangiando con loro, insegnando loro le ultime cose e mostrando il suo Corpo glorioso. Dopo sparisce perché deve mandare il suo Spirito.

Se ci si ferma a questa lettura, vuol dire che la cosa definitiva è lo Spirito Santo. Qui si fonda tutto l’errore di una terza età: dopo l’età di Dio Padre, c’è l’età del Figlio, Gesù Cristo, e poi ci sarà l’era, l’età, la terza età, quello dello Spirito Santo.

Questo lo ha detto Gioacchino da Fiore. Questo lo hanno detto tutti gli eretici che hanno fondato un nuovo Cristianesimo solo sullo Spirito Santo.

Quando tu fondi solo sullo Spirito Santo, normalmente, lo fai per essere pronto a cambiare il Cristianesimo come lo vuoi tu.

Tutte le eresie della storia si appellano allo Spirito Santo. Gli eretici sono sempre degli “illuminati” dallo Spirito.

Noi, oggi, siamo in un pericolo così. Ciascuno dice quello che vuole del Cristianesimo, di Gesù Cristo, della Legge del Signore, dei Comandamenti di Dio, perché “illuminato” dallo Spirito Santo.

Tutto l’errore sta nel vedere il culmine nel dono dello Spirito Santo, perché è alla fine dei cinquanta giorni.

Questo è un staccare lo Spirito da Dio Padre. Questo è un staccare lo Spirito da Gesù Cristo, Seconda Persona della Santissima Trinità. Questo è un rompere l’unità della Trinità: un Unico Dio in Tre Persone.

Guardiamo invece com’è fatto, invece, il ciclo dei cinquanta giorni della Pasqua, cioè come sono fatti gli avvenimenti.

Cristo vince la morte – con la sua morte in Croce e risorgendo il terzo giorno (Pasqua) –; dopo quaranta giorni sale al Cielo – con la sua Divinità e con la Umanità unite nell’unica Persona (unione ipostatica) – sale al Cielo – l’umanità, in Cristo, entra nella gloria, siede alla Destra del Padre –; dopo dieci giorni, c’è il dono dello Spirito Santo.

Che cosa vuol dire tutto questo? Ve lo spiego in modo, spero, semplice. Spero non riduttivo. Voglio essere veloce e semplice. Direi così, per spiegare.

La Pasqua di Cristo c’è per l’Ascensione di Cristo Risorto in Cielo. La Pentecoste c’è per l’“ascensione” dei cristiani.

Ma il culmine è l’Ascensione!

Vedete com’è grave che l’Ascensione sia la grande dimenticata?

Cioè la Pasqua di Cristo, la sua vittoria sulla morte, c’è perché Lui, Uomo-Dio, possa salire al Padre, compiersi alla Destra del Padre. Ecco perché Gesù dice: È bene, è necessario, è giusto – è giustizia – che Io me ne vada e che non Mi vediate più.

La sua vittoria sulla morte ha come compimento il fatto che l’umanità di Cristo, unità alla Divinità, salga al Padre. Altrimenti sarebbe scambiate per l’instaurazione di un’eternità su questa terra.

Gesù Cristo non ha vinto la morte per stare su questa terra: ha vinto la morte, come Uomo-Dio, per ascendere al Padre. È giusto – dice – è giustizia che si compia questo.

Cristo compie, come Uomo-Dio, il suo percorso, salendo alla Destra del Padre. Questo è il definitivo. Tutto viene ricondotto nell’unità con Dio Padre, alla Destra del Padre, anche la sua Umanità unità alla sua Divinità.

La Pasqua di Cristo c’è per l’Ascensione di Cristo. La Pentecoste c’è per l’“ascensione” dei cristiani.

Perché viene donato lo Spirito? Perché gli uomini possano, nello Spirito, nella grazia dello Spirito Santo, che passa attraverso i Sacramenti, essere trasformati in Cristo, quindi “ascendere” al Padre.

È l’affermazione potente della vita soprannaturale che si compirà quando, risorti anche i nostri corpi, noi saremo riuniti a Dio Padre, in Cristo, nello Spirito.

La Pentecoste c’è perché si compia l’“ascensione” dei cristiani, di ogni cristiano.

La nostra umanità è già in Dio perché Cristo Uomo-Dio è salito al Padre, ma questo deve compiersi in noi ed è necessario il dono dello Spirito Santo.

Ecco perché l’Ascensione è estremamente più importante della Pentecoste. Senza l’Ascensione è assurda la Resurrezione di Cristo ed è assurdo, non ha senso, il dono dello Spirito Santo.

Se togli l’Ascensione, ad esempio, cosa diventa il dono dello Spirito Santo per gli uomini? Il fatto che Dio manda la sua grazia perché vivano bene su questa terra. Questa è la morte del Cristianesimo! Questa è la terza età, l’età dello Spirito, l’età degli eretici.

Pensiamoci, perché questo è il cuore del Cristianesimo.

In Maria – e lo accenno solo perché siamo nella festa dei Maria Ausiliatrice oggi (24 maggio) – questo è già avvenuto perché è Immacolata, è stata preservata dal peccato in vista della redenzione di Cristo, in vista della sua morte e Resurrezione e della sua Ascensione.

Questo significa il dogma dell’Immacolata. Quando diciamo che Maria è piena di Grazia non è solo che è esente dal peccato originale e che non ha commesso peccati in questa vita, diciamo che, in vista della Redenzione, anticipatamente, si compie in Lei la grazia dell’Ascensione, tant’è che, storicamente, alla fine della vita, sarà assunta in Cielo in anima e corpo.

Questo dovrà compiersi per noi. Però per noi è necessario il dono dello Spirito, affinché questo si compia, a Pentecoste.

Buona festa dell’Ascensione e buona preghiera mariana e buon lavoro nello Spirito di Cristo.

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!