Quanto è falso e vergognoso che un pastore della Chiesa affermi che Ella: “ha trasmesso una fede impastata di paura…”?

Cari Amici, premesso che quando una ferita è infetta è necessario che tutto il pus esca fuori, senza dubbio essa continua a far male ma è un dolore che deve santificarci, una sofferenza che deve edificarci e non dobbiamo cercare anestetizzanti, al contrario, come Gesù in Croce rifiutare quel fiele “tranquillizzante” e procedere con Lui, in Lui e per Lui, la nostra passione rimanendo ben svegli!!
In questi ultimi anni la predicazione nella Chiesa ha subito un crollo repentino e quel che fa più male è l’accusa, di certi predicatori ufficializzati, contro LA CHIESA del passato e lo fanno senza più freni inibitori, senza più vergogna, senza più un briciolo di PRUDENZA facendo, della propria superbia, il perno di forza seminando menzogne…
Essi non temono affatto il giudizio di Dio, che anzi lo vanno negando! Non temono di calpestare l’VIII Comandamento perchè non credono più neppure “La Chiesa” una e santa, cattolica ed apostolica, ossia “indefettibile”, essi credono solo in se stessi e nelle loro farneticazioni.
Quanto andremo a leggere ci sia di aiuto non per condannare noi qualcuno ma, condannando l’errore, unirci alla passione della Chiesa in questi tempi di dura persecuzione, prendere atto di quanto sta accadendo e con coraggio agire di conseguenza, mantenendoci ben saldi nella Barca in attesa che il Signore giungerà – per mezzo del Trionfo del Cuore Immacolato di Maria – a placare questa tempesta… Anche per questo, al termine del testo abbiamo voluto inserire due Suppliche, Preghiere ma anche Professione di Fede Cattolica, affinché il Signore per mezzo della Beata Vergine, ci aiuti e ci sostenga in questa “battaglia” che non è mai contro le persone o “qualcuno”, ma è contro lo spirito delle tenebre e della menzogna.
Ricordiamo che il testo è scaricabile qui in comodo pdf. 
Buona meditazione.


La Madre Chiesa non ha mai trasmesso una fede sulla paura

E’ diventato davvero ridicolo ed imbarazzante che si continui a predicare, oggi, una Chiesa del passato matrigna ed ora anche una Chiesa che avrebbe trasmesso – sempre in passato è ovvio – una fede sulla paura. Il 7 marzo del 2016, per esempio, nella  seconda predica agli Esercizi Spirituali della Quaresima al Papa ed alla Curia, padre Ermes Ronchi dei Servi di Maria, vedi qui, affermò che… “la Chiesa ha trasmesso una fede impastata di paura…”

Un modo di pensare davvero imbarazzante e ridicolo, persino blasfemo, se pensiamo che tutto ciò che emerge delle prediche del passato si regge e si fonda sugli scritti dei più grandi Santi, e che ha generato Santi. Ma leggiamo attentamente cosa disse padre Ermes:

Per un lungo tempo la Chiesa ha trasmesso una fede impastata di paura. Che ruotava attorno al paradigma colpa/castigo, anziché su quello di fioritura e pienezza. La paura è nata in Adamo perché non ha saputo neppure immaginare la misericordia e il suo frutto che è la gioia (…) La paura invece produce un cristianesimo triste, un Dio senza gioia. Liberare dalla paura significa operare attivamente per sollevare questo sudario della paura posato sul cuore di tante persone: la paura dell’altro, la paura dello straniero. Passare dall’ostilità, che può essere anche istintiva, all’ospitalità, dalla xenofobia alla filoxenia (…) e liberare i credenti dalla paura di Dio, come hanno fatto lungo tutta la storia sacra i suoi angeli: essere angeli che liberano dalla paura”.

Secondo Padre Ermes, dunque, è assodato che fino ad oggi abbiamo avuto un cristianesimo triste! E dove e quando, di grazia? Se leggiamo Santa Teresa del Bambin Gesù non ci troviamo affatto tristezza, così se leggiamo il laico ed avvocato Beato Bartolo Longo, così se leggiamo l’Epistolario di San Padre Pio, per non parlare dei tre Pastorelli di Fatima ai quali la Beata Vergine Maria fece persino vedere l’inferno tanto che, scriverà Sr. Lucia: “saremo morti DI PAURA se la Vergine Maria non fosse stata lì con noi…”, ma dove si legge, anche, LA GIOIA trasmessa da tre bambini, conseguente proprio alla Verità trasmessa loro dalla Vergine Maria.

A legger bene padre Ermes c’è piuttosto una distorsione del pensiero a riguardo della predicazione del passato, con quella insistenza, esasperata ed esasperante, a riguardo della “paura dell’altro” (una vera ossessione) per giungere alle problematiche di oggi legate all’immigrazione, all’accoglienza, che nulla c’entrano con certa predicazione del passato dal momento che il problema, questo problema, non si poneva affatto.

Il termine filoxenìa deriva dal greco e significa “accoglienza” da “Filo = amare” e “Xenìa = straniero”, amare, accogliere lo straniero, ci chiediamo quando mai la Chiesa del passato sia stata “xenofoba”, ossia contro tale accoglienza, quando mai ha predicato contro l’accoglienza, e quando mai ha predicato la paura verso lo straniero o verso l’altro. Al limite la Chiesa ha sempre predicato LA PRUDENZA e l’allontanamento dei PECCATORI REPROBI (san Paolo docet 1Cor.5,5).

Se non ricordiamo male, invece, è stata sempre la Chiesa a dare origine agli Ostelli per accogliere gli stranieri, a dare origine agli ospedali, ai centri di accoglienza, agli orfanatrofi, ai ricoveri per anziani, alle comunità di incontro. E se non rammentiamo male è grazie a centinaia di Fondatori e Fondatrici di Ordini e Congregazioni religiosi che si sono venute a creare comunità di accoglienza e oceani di vocazioni dedite alla cura dell’altro, dello straniero, mettendo in pratica la vera parabola del Buon Samaritano…

E ancora, la paura significa non conoscere. Si teme infatti ciò che non si conosce perchè qualcosa che facesse paura, se la si conoscesse, la si combatterebbe, la si affronterebbe come per esempio è il caso di una grave malattia, l’evento di un dramma o di una disgrazia spesse volte anche improvvisa. Ma riesce davvero incomprensibile una Chiesa (la Chiesa, una, santa, cattolica ed apostolica come professiamo per fede, INDEFETTIBILE), improvvisamente ora maestra di terrore, di paura, in sostanza una Chiesa che per secoli avrebbe nascosto la Verità. No! E’ inaccettabile! Lasciamo volentieri ad Ermes la sua idea di fede della Chiesa portando le prove del suo modo errato di pensare.

Sul concetto e sulla questione di una “educazione cattolica”, oggi catastrofica, suggeriamo qui la riflessione della dott.ssa Cristina Siccardi.

In un Breviario del 1860 in nostro possesso, dedicato alle Pie pratiche per accedere al Paradiso, alla voce “Esame della coscienza” per una pia pratica della Confessione, leggiamo questi passi integralmente:

  • “… esaminatevi al batter dell’ore, esaminate come avete trascorse l’ore antecedenti. Così insegnava sant’Ignazio di Loyola: ed al suonar dell’orologio, prendete il santo costume di ricorrere con un’Ave Maria alla purissima Vergine, e provvedete ad amare di tutto cuore N.S. Gesù Cristo, già fin troppo offeso dalle profanazioni, dalle bestemmie, ma anche dalla nostra poca fede. (..) figuratevi spesso col pensiero di tenere il Crocifisso in mano, ed istruite l’anima vostra chiedendo “cosa vorrei aver fatto che non ho saputo o potuto fare, per amore del mio Signore, ora che la notte si avvicina”? La predica di Gesù Cristo sulle Beatitudini deve essere il confronto costante della tua anima nei confronti di Dio e del prossimo che dobbiamo amare dopo Iddio. (..) L’esame sarà minutissimo e senza sconti poiché ci accuseranno i demoni, ma ci giudicheranno anche i poveri che avremo defraudato, e la nostra sola speranza è in Gesù Cristo Nostro Avvocato e nostro difensore. Il Giudice sarà giustissimo, così come la Sua misericordia sarà sconfinata in base all’amor che avremo vissuto e come l’avremo vissuto (cfr 1Pt.4,7-11). (..) e ti sei preso a cuore la sorte dello straniero? Hai provveduto a visitar i carcerati? Hai portato consolazione a qualche ammalato? Hai onorato i tuoi genitori e i tuoi superiori? Hai provveduto a portar pace in famiglia? Hai sollevato l’indigenza di qualche povero? Hai fatto visita al SS.mo Sacramento? Ti sei dimenticato di pregare? Hai onorato la Santissima Eucaristia e l’altri sacramenti? Hai mantenuto il decoro nel parlare e nel vestire? Hai fatto esercizio delle sante virtù? Hai amato Iddio sopra ogni altra cosa e sopra ogni altro affetto? (…)”

e possiamo leggere, dallo stesso Breviario del 1860, questo passaggio sulla Misericordia a termine delle considerazioni sulla Confessione:

  • Considera che se la giustizia di Dio è infinita contro i reprobi peccatori affinché fin quando avranno vita Egli spera nella loro conversione, infinitissima è la Sua misericordia verso i peccatori pentiti. Dio aborrisce il peccato, imperrocché ama le sue creature. Se tutti i peccatori ricorressero adesso col cuor contrito, tutti si salverebbero perché la bontà di Dio desidera tutti salvi, e ci ha creati pel Paradiso, e non giammai per l’Inferno, come attestano le parole di verità di N.S. Gesù nel santo evangelo: ” Et si quis audierit verba mea et non custodierit, ego non iudico eum; non enim veni, ut iudicem mundum, sed ut salvificem mundum../  Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo…” (Gv.12,47). Non voglio, dice ancora il Signore Nostro, la morte del peccatore, ma che egli si converta e torni a me; e se egli farà penitenza mi scorderò di tutte le sue iniquità, e la di lui anima macchiata ed immonda diverrà candida come la neve.
  • Rifletti o peccatore, quanto grande sia la misericordia di Dio e quanto amore Egli nutre verso di noi, spera e confida in Lui e piangi le tue colpe con cuor contrito e afflitto, per averLo sì tanto offeso. Considera quanti peccatori ricorsero a Lui, alla Sua bontà, e a quanti Egli ha perdonato, risanato, resuscitato a nuova vita. Ricordati che Egli è il Bon Pastore e va in cerca della pecorella smarrita, dunque ritorna a Lui e non ostinarti più nel peccato, che per ogni ostinazione aggiunta, lo rivediamo patir sulla Croce. Corri a Lui dicendogli: “Ah mio Buon Gesù! Voi mi avete tanto amato anche quando fuggivo da Voi; quanto Vi devo! quanto Vi devo! o mio amato Gesù, quanto Vi devo!“…. (…) e per una santa pratica non diffidar mai della misericordia di Dio e del Suo amore per i poveri peccatori. Non disperar giammai, anco quando avesti commesso le maggiori scelleratezze del mondo, imperrocché non disprezzar quest’Amore perché Dio è misericordioso, poiché allora per causa della tua malizia, lo troverai giustizia… et ne dicas: “ Miseratio Domini magna est, multitudinis peccatorum meorum miserebitur ” / …. Non dire: “La sua misericordia è grande; mi perdonerà i molti peccati”, perché presso di lui ci sono misericordia e ira,  il suo sdegno si riverserà sui peccatori..” (Sir.5,6). (..) e si dica con fiducia e con diletto: “Gesù amabilissimo riceveteci tutti nella piaga santissima del vostro dolcissimo Cuore; affinché riposta in questo scrigno d’amore la nostra flebile fede, siamo liberati dagli assalti dell’inimico della nostra salute. Cor Jesum flagrans amore mei. Inflamma cor meum amore tui.”

Questo è quanto insegnava la Chiesa “ieri” sulla fede in Dio, la vera conversione a Gesù, per non parlare poi della fede anche in Maria Santissima, tutta impregnata di dolcezza infinita, di amor materno, in quel fare a Lei ricorso anche da posizioni disperate. Si legga anche qui: Misericordia, Giustizia e Perdono.

Ci chiediamo piuttosto cosa stanno insegnando, oggi, questi Pastori modernisti… su questa fede in Dio, sulla perversa “nuova immagine di Chiesa”… Su quali parametri, su quale Vangelo, su quale magistero, su quale patristica, su quali santi…. Certo è che risponderanno al Divino Sposo quanti continuano a dipingere questa Sposa come una vecchia acida matrigna, alla quale vogliono invece imporre costumi moderni, vesti scollacciate, e quanto maggiormente si continua a tagliare sulla dottrina, accorciandola, tanto maggiormente le si impone di indossare una minigonna…

Basta leggere poi il Catechismo della Chiesa Cattolica che, forse, padre Ermes ha dimenticato:

1849 Il peccato è una mancanza contro la ragione, la verità, la retta coscienza;
1850 Il peccato è un’offesa a Dio;
1865 Il peccato trascina al peccato;
1866 I vizi possono essere catalogati in parallelo alle virtù alle quali si oppongono, oppure essere collegati ai peccati capitali che l’esperienza cristiana ha distinto, seguendo san Giovanni Cassiano  e san Gregorio Magno.

Dice Gesù al paralitico: «Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio» (Gv.5,14)… predica un fede nella paura, Gesù, nell’affermare un MONITO attraverso il quale Egli spiega, piuttosto, che c’è ben di peggio: la morte dell’anima che è LA DANNAZIONE ETERNA? Egli fa emergere l’errore (leggere l’episodio con l’adultera in quel “va e non peccare più” in Gv.8,1-11), rilevando l’atto sbagliato, e questo suo “sapere” convince, attira le persone, così come però allontana ancora oggi coloro che, avendo capito il problema, non volevano abbandonare il proprio peccare: “cercate di uccidermi perché la mia parola non trova posto in voi…” (Gv.8,37).

E siccome padre Ermes (ma non è il solo) accusa vergognosamente la predicazione del passato, prendiamo il grande predicatore e Dottore della Chiesa: sant’Alfonso Maria de Liguori e leggiamo:

  • «Dice: “Dio è di misericordia”. Ecco il terzo inganno comune de’ peccatori, per cui moltissimi si dannano. Scrive un dotto autore che ne manda più all’inferno la misericordia di Dio, che non ne manda la giustizia; perché questi miserabili, confidano temerariamente alla misericordia, non lasciano di peccare, e così si perdono. Iddio è di misericordia, chi lo nega; ma ciò non ostante, quanti ogni giorno Dio ne manda all’inferno! Egli è misericordioso, ma è ancora giusto, e perciò è obbligato a castigare chi l’offende.
  • Egli usa misericordia, ma a chi? A chi lo teme. “Misericordia sua super timentes se… Misertus est Dominus timentibus se” (Ps. 102. 11. 13).
  • Ma con chi lo disprezza e si abusa della sua misericordia per più disprezzarlo, Egli usa giustizia. E con ragione; Dio perdona il peccato, ma non può perdonare la volontà di peccare. Dice S. Agostino che chi pecca col pensiero di pentirsene dopo d’aver peccato, egli non è penitente, ma è uno schernitore di Dio: “Irrisor est, non poenitens”. Ma all’incontro ci fa sapere l’Apostolo che Dio non si fa burlare: “Nolite errare, Deus non irridetur” (Gal. 6. 7). Sarebbe un burlare Dio offenderlo come piace, e quanto piace, e poi pretendere il paradiso».  (Sant’Alfonso Maria de Liguori in “Apparecchio alla morte”)

E certamente entriamo nel discorso dei CASTIGHI DI DIO… cliccare qui per una raccolta in video sul tema.

Purtroppo, il termine “castigare” che significa “PURIFICARE”, ricollegandoci certamente al discorso sopra fatto, è andato a sostituirsi con il più laico “PUNIRE”, finendo per dare origine a due interpretazioni scorrette ed estreme: la prima quella di attribuire a Dio Padre un ruolo di “punitore”, una sorta di guardiano insensibile alla fragilità umana, pronto a castigare, come non avesse altro da fare, e qui possiamo intravedere una certa reazione che riscontriamo nell’eresia di Martin Lutero… La seconda – attuale – in risposta alla prima che è sbagliata ha scatenato il conseguente MISERICORDISMO senza conversione. Questo accade quando gli estremi si toccano, ossia, avendo dato – l’eresia degli uomini – un ruolo di “punitore” a Dio, è evidente che alla fine, rigettando un estremo, ma senza abbracciare la semplice e pura verità, si è finito per scadere all’altro opposto: il Dio tutto peluche, misericordioso, indipendentemente dalle nostre azioni cattive e malvagie. Abbiamo trattato qui l’argomento.

RICORDIAMO FATIMA vedi anche qui nell’Apparizione del 13 luglio 1917, così spiegò la Beata Vergine Maria:

  • “Avete visto l’Inferno, dove vanno le anime dei poveri peccatori. Per salvarli Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se si fa quello che vi dico molte anime si salveranno, ci sarà la pace. La guerra finirà. Ma se non si cessa di offendere Dio allora sotto il regno di Pio XI ne comincerà un’altra peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta allora sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per punire il mondo dei suoi delitti per mezzo della guerra, della carestia e delle persecuzioni contro la Chiesa e il Santo Padre…”

Forse che la Vergine Santa ha “insegnato” imponendo una fede sulla paura???? Padre Ermes Ronchi dei Servi di Maria (sic!!) dovrebbe ricordare Fatima… ci crede? E in che modo ci crede? Alla faccia del dirsi “SERVI DI MARIA”…

Non sarebbe da riflettere, semmai, che l’Inferno, la guerra, la sofferenza, la morte stessa sono LA REALTA’ della vita contaminata dal Peccato Originale il quale, seppur debellato dal Battesimo imposto da Gesù Cristo, prosegue le sue conseguenze fino alla fine del mondo? Certo che dobbiamo avere, invece, una certa paura DI PECCARE… dobbiamo avere in orrore il peccare perché offende Dio ed è costato a Gesù la Crocifissione per debellarlo e salvarci!! Temere, dunque, SI’, di non corrispondere alla volontà di Dio che vuole salvarci… e salvarci da chi e da che cosa? Vedi qui: Che cosa ci minaccia? altrimenti, Padre Ermes, dovrebbe spiegare a cosa serve il settimo Dono dello Spirito Santo che invochiamo per la Cresima: IL SANTO TIMOR DI DIO?? Che non è certamente quella paura o xenofobia da lui blaterata, come abbiamo dimostrato.

Anche se siamo arrivati al punto, drammatico, di sentire da un frate francescano che “le apparizioni che parlano di castighi di Dio sono assolutamente false“… e a dirlo non è un frate qualsiasi, ma niente meno che il Presidente della Pontificia Accademia Mariana Internazionale… e qui prontamente smentito da un bellissimo intervento del professore Roberto de Mattei.

Ma perché, piuttosto, non tornare a rifare gli Esercizi Spirituali come si facevano una volta attraverso le Missioni popolari (quelli alla san Montfort per esempio, alle predicazioni del Sales, del Liguori, di Don Bosco…), l’esame della propria coscienza? A cosa servirebbe, del resto, fare esercizi spirituali per cercare altrove, ed in altri (ossia addirittura la Chiesa), un colpevole alle proprie incapacità attuali, alla propria mancanza di fede, alle proprie debolezze e alla propria assenza (o rifiuto) di virtù, alle PROPRIE PAURE scaturite dalla NON conoscenza della Verità, o al rifiuto di essa?

Perché cercare sempre un capro espiatorio per giustificare il proprio peccare (come infatti fece Lutero), la propria ignoranza, l’incapacità a predicare oggi la Verità, la propria superbia, arroganza (che non a caso ha spinto i Pastori verso un nuovo rito liturgico OSCENO, privato del sacro, lasciato alla libera creatività dei parroci e dei fedeli – vedi qui)?

Rispondere a queste domande sarebbe utile per tutti i denigratori ed accusatori della Chiesa di sempre… ed utile, edificante anche per i fedeli di oggi che vivono in una immensa confusione, per comprendere come è, piuttosto, questa predicazione moderna ad essere oscena, triste, xenofoba (ossia hanno paura di chi dice la Verità) con un “dio” (appositamente minuscolo) incurante della sorte delle Anime, un “dio” schizofrenico che ieri diceva una cosa, oggi avrebbe cambiato idea tanto che, il Vescovo di Roma (l’infelice Pontefice regnante) giunse a fare una battuta credendosi spiritoso, vedi qui: in un’udienza nel Palazzo Apostolico, per spiegare cosa intenda lui per “unità nella differenza”, ha detto che “anche dentro la santissima Trinità stanno tutti litigando a porte chiuse, mentre fuori l’immagine è di unità”… siamo davanti alla triste realtà di un Pontefice che contribuisce alla «dislocazione della divina Monotriade», vedi qui.

Cor Jesum flagrans amore mei. Inflamma cor meum amore tui.

Cuore di Gesù, ardente d’amore per me. Infiamma il mio cuore con il tuo amore.

Ave Maria

Ricordiamo che il testo è scaricabile qui in comodo pdf. 

PROPONIAMO due Preghiere per “conservare intatta la vera Fede”….

La prima (in ordine di tempo) scritta da san Pietro Canisio S.J. (1521-1597) ed è Preghiera ma anche professione della vera Fede Cattolica, olandese e primo gesuita della provincia germanica, nonché proclamato Dottore della Chiesa da Pio XI nel 1925, e compilatore del primo Catechismo, detto Romano, del Concilio di Trento.

Professo davanti a Voi la mia fede. Padre e Signore del Cielo e della terra, mio Creatore e Redentore, mia forza e mia salvezza, che fin dai miei più teneri anni non avete cessato di nutrirmi col sacro pane della vostra Parola e di confortare il mio cuore. Affinché non vagassi errando con le pecore traviate che sono senza Pastore.
Voi mi raccoglieste nel seno della vostra Chiesa; raccolto, mi educaste; educato, mi conservaste insegnandomi con la voce di quei Pastori nei quali volete essere ascoltato e ubbidito, come di persona, dai vostri fedeli.
Confesso ad alta voce per la mia salvezza tutto quello che i cattolici hanno sempre a buon diritto creduto nel loro cuore.
Ho in abominio ogni forma di eresia, maledico ogni forma di apostasia; non voglio avere nulla in comune con gli eretici, perché non parlano né sentono rettamente, e non posseggono la sola regola della vera Fede propostaci dall’unica, santa, cattolica, apostolica e romana Chiesa. Mi unisco invece nella comunione, abbraccio la fede, seguo la religione e approvo la dottrina di quelli che ascoltano e seguono Cristo, non soltanto quando insegna nelle Scritture ma anche quando giudica per bocca dei Concili ecumenici e definisce per bocca della Cattedra di Pietro, testificandola con l’autorità e la Tradizione dei Padri.
Mi professo inoltre figlio di quella Chiesa romana che gli empii bestemmiatori disprezzano, perseguitano e abominano come se fosse anticristiana; non mi allontano in nessun punto dalla sua autorità, né rifiuto di dare la vita e versare il sangue in sua difesa, e credo che i meriti di Cristo possano procurare la mia o l’altrui salvezza solo nell’unità di questa stessa Chiesa.
Professo con franchezza, con san Girolamo, di essere unito con chi è unito alla Cattedra di Pietro e protesto, con sant’Ambrogio, di seguire in ogni cosa quella Chiesa romana che riconosco rispettosamente, con san Cipriano, come radice e madre della Chiesa universale.
Mi affido a questa Fede e dottrina che da fanciullo ho imparato, da giovane ho confermato, da adulto ho insegnato e che finora, col mio debole potere, ho difeso.
A far questa professione non mi spinge altro motivo che la gloria e l’onore di Dio, la coscienza della verità, l’autorità delle Sacre Scritture canoniche, il sentimento e il consenso dei Padri della Chiesa, la testimonianza della Fede che debbo dare ai miei fratelli e infine l’eterna salvezza che aspetto in Cielo e la beatitudine promessa ai veri fedeli.
Se accadrà che a causa di questa mia professione io venga disprezzato, maltrattato e perseguitato, lo considererò come una straordinaria grazia e favore, perché ciò significherà che Voi, mio Dio, mi date occasione di soffrire per la giustizia e perché non volete che mi siano benevoli quelle persone che, come aperti nemici della Chiesa e della verità cattolica, non possono essere vostri amici. Tuttavia perdonate loro, Signore, poiché, o perché istigati dal demonio e accecati dal luccichio di una falsa dottrina, non sanno quello che fanno, o non vogliono saperlo.
Concedetemi comunque questa grazia, che in vita e in morte io renda sempre un’autorevole testimonianza della sincerità e fedeltà che debbo a Voi, alla Chiesa e alla verità, che non mi allontani mai dal vostro santo amore e che io sia in comunione con quelli che vi temono e che custodiscono i vostri precetti nella santa romana Chiesa, al cui giudizio con animo pronto e rispettoso sottometto me stesso e tutte le mie opere.
Tutti i santi che, o trionfanti nel Cielo o militanti in terra, sono indissolubilmente uniti col vincolo della pace nella Chiesa cattolica, esaltino la vostra immensa bontà e preghino per me. Voi siete il principio e il fine di tutti i miei beni; a Voi sia in tutto e per tutto lode, onore e gloria sempiterna. Così sia
Un Pater, Ave e Gloria per il Sommo Pontefice, le Anime del Purgatorio e le necessità della Santa Chiesa

La seconda è stata scritta dal grande Santo ed apostolo delle Vocazioni, sant’Annibale Maria di Francia il 31 ottobre del 1902… Il Santo consegnò con fervente e fiduciosa speranza, questa Preghiera alle sue Figlie del Divino Zelo, studenti, che dovevano recitarla per essere salvaguardate dai pericoli che avrebbero incontrato nel frequentare gli studi presso le scuole pubbliche tenute da laici, con docenti poco timorati di Dio o avversi alla religione cattolica.

O Santissima Vergine Immacolata Maria, al vostro potente patrocinio ricorriamo, e con profonda umiliazione del nostro cuore vi supplichiamo che ci preservate dal contagio dell’errore nella scuola laica che noi frequentiamo con il solo scopo di renderci utili agli orfanelli ricoverati e per procurare la gloria del Signore e il bene delle anime. O Immacolata Madre di Dio e Madre nostra, deh, che il pestifero alito delle cattive dottrine non entri nel nostro intelletto, né le male arti di infelici insegnanti macchino il nostro spirito o il nostro cuore, né i perversi libri indeboliscano la nostra fede.
Custoditeci sotto il Vostro materno manto, tenete viva nella nostra mente la luce della verità, e fate che come i tre giovani ebrei restarono illesi in mezzo alle fiamme perché temevano Iddio, così noi fortificati dal Divino timore e dalla santissima grazia restiamo totalmente immuni da ogni errore e umana passione, nulla prevalga su di noi la eretica pravità, non abbia su di noi potere la diabolica astuzia, ma siamo invece ripieni della vera Sapienza di cui voi siete la Sede e siamo corroborati dalla prudenza e fortezza dello Spirito Santo, di cui siete la Diletta Sposa e Verginal Tempio. Così sia!
3Ave Maria…

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