Perchè la devozione del Rosario nel mese di maggio? Rispondono i Santi e i Pontefici

E’ dunque giunto il mese di Maggio dedicato alla Vergine Maria; è perché? perché è pieno delle sue feste: 8 maggio Madonna del Santo Rosario di Pompei con la sua meravigliosa Supplica che si dice anche il 7 ottobre; 13 maggio Nostra Signora di Fatima; Visitazione (31 maggio), e per il fatto di essere Madre di Dio e madre nostra il mondo cristiano commemora la festa della mamma la seconda domenica di maggio, chiedendole di proteggere e aiutare tutte le madri nella loro difficile missione. La devozione alla Vergine Maria vuole sottolineare il suo ruolo fondamentale di mediatrice di tutte le grazie, intercessore permanente del popolo di Dio, modello per le madri cristiane, pura e santa, sempre pronta e disposta a fare la volontà di Dio. È il mese per eccellenza dei matrimoni e delle Prime Comunioni e dell’affidamento di questi a Lei, è il mese per sollecitare ed incentivare il santo Rosario con le Litanie Lauretane.

Il 24 maggio abbiamo la “Auxilium Christianorum”, “Aiuto dei Cristiani”, titolo che è stato dato alla Vergine Maria in ogni tempo. Questa invocazione appare, per la prima volta, nella versione delle litanie lauretane pubblicata nel 1576 e approvata da papa Clemente VIII nel 1601. Secondo la tradizione tale invocazione fu aggiunta dal papa san Pio V dopo la vittoria riportata dalla Lega santa sugli ottomani a Lepanto (7 ottobre 1576), ma più probabilmente rappresenta una variante del titolo Advocata christianorum che si trova nell’edizione del 1524. Il titolo (insieme a quelli di Avvocata, Soccorritrice e Mediatrice) è anche utilizzato nella costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen Gentium del 1964. In ogni caso, l’utilizzo ufficiale del titolo “Auxilium Christianorum” si ebbe con l’invocazione del grande papa mariano e domenicano san Pio V (1566-1572), che le affidò le armate ed i destini dell’ Occidente e della Cristianità, minacciati da secoli dai turchi arrivati fino a Vienna, e che nella grande battaglia navale di Lepanto (1571) affrontarono e vinsero la flotta musulmana. La festa di Maria, Aiuto dei cristiani, fu istituita da papa Pio VII il 15 settembre 1815 e fissata al 24 maggio in ricordo suo trionfale rientro a Roma (24 maggio 1814) dopo la prigionia sotto Napoleone. In origine la festa era limitata alla Diocesi di Roma, ma fu presto adottata dalle diocesi toscane (1816) e poi estesa alla Chiesa universale.  Il grande sacerdote san Giovanni Bosco, apostolo della gioventù, fece erigere in soli tre anni nel 1868, la basilica di Maria Ausiliatrice nella cittadella salesiana di Valdocco – Torino; sotto la Sua materna protezione pose gli Istituti religiosi da lui fondati e sparsi in tutto il mondo. Ricordiamo anche la Festa della Beata Vergine Maria Madre della Chiesa – istituita da Papa Francesco, il Lunedì dopo Pentecoste (Festa mobile)

Sappiamo bene come san Padre Pio chiamava questa Corona del Rosario: l’arma. Arma di straordinaria potenza contro Satana. Un giorno un esorcista si sentì dire dal demonio: Ogni Ave è come una mazzata sul mio capo; se i cristiani conoscessero la potenza del Rosario per me sarebbe finita”.

Laude alla Beata Vergine del Santo Rosario per il mese di maggio:

  • +O Maria, Regina del mese di Maggio e Madre degli Uomini; eccoci a Te, come ritornati da un lungo cammino senza meta. Eccoci a Te, come stremati dalla ricerca di Pace e di felicità Tu puoi ridonarci la speranza e l’ardire.
    Noi ritorniamo a Te, perchè il tuo sorriso e la tua bellezza, ci facciano dimenticare tante cose che ci angustiano e ci turbano.
    Noi ritorniamo a Te, in questa primavera dell’anno, per risentire la tua voce materna, ammonitrice e dolce.
    Noi ritorniamo a Te, dopo in nostri sbandamenti, perchè tu ci indichi la strada da percorrere: quella segnata da Gesù ai suoi veri seguaci, difficile e impegnativa, stretta e sassosa, ma l’unica orientata veramente al successo.
    Guidaci all’ascolto del Tuo Figlio; guidaci ad impegnativi propositi capaci di rifare il mondo così stanco e così affamato di serenità:
    Tu ci conosci! Sai quello che vogliamo, quello che possiamo, quello di cui abbiamo veramente bisogno: aiutaci ad ottenerlo da Dio, o Regina del Mondo, o Madre di tutti. Amen! Salve Regina….

Ora, rispondendo a molte vostre domande proviamo a rispondere a questa: ma perchè il mese di maggio? La risposta darà modo anche di comprendere perchè la devozione si prosegue anche per il mese di ottobre dedicato al ricordo della Vittoria di Lepanto, per intercessione ed intervento di Maria.

Dal Medioevo alla tradizione nata nel collegio romano dei Gesuiti per contrastare l’immoralità diffusa tra gli studenti fino alla devozione di San Filippo Neri e al magistero dei Papi, la storia di una delle devozioni popolari più amate e diffuse.

È una devozione popolare antica e molto sentita dai fedeli quella del mese di maggio dedicato tradizionalmente alla Madonna, ossia la Nostra Signora, con vari momenti di preghiera, dalle processioni ai pellegrinaggi nei Santuari. In questo mese, in cui la primavera da il meglio di sè.

RICORDA ANCHE: Benedetto XVI: Mese di maggio Magistero integrale

Ma perché maggio è il mese mariano per eccellenza? Proviamo a rispondere.

Due righe, necessarie, sul Rosario

Il Rosario, o Salterio di Gesù e di Maria, appare improvvisamente nella storia (sebbene mai siano mancate, a partire dagli Apostoli, preghiere di intercessione a Maria Santissima) nel 1212, quando a Tolosa, nell’Alta Garonna di Francia, la Madonna apparve diverse volte a San Domenico di Guzmàn (1170-1221).
Mentre, come ci racconta il Beato Alano, egli era prostrato a terra, pregando incessantemente e facendo penitenza per impetrare il soccorso davanti all’eresia dagli Albigesi, in un’accorata preghiera alla Vergine Santissima, gli apparve la Madonna, e, porgendogli una Corona da quindici misteri…
‘una corona da quindici misteri’: cominciamo a intravvedere perché si parli di ‘Salterio’… quanti sono i salmi? 150! Se io presento una corona fatta da quindici misteri ognuno composto da dieci Ave Maria, alla fine della corona quante Ave avremo recitato? Avrò recitato 150 Ave: ecco il Salterio!
… lo istruì sulla potenza del suo Rosario o Salterio, e gli disse: “Orsù, dunque, prendi questo Salterio e predicalo costantemente insieme a Me”. Questa è la prima di una lunga serie di Rivelazioni sul Rosario che più avanti approfondiremo nel dettaglio.
Intuitivamente ci viene da pensare che, se noi vogliamo recitare il Salterio di Gesù e Maria, dovremmo dire tutti e quindici i misteri: i cinque gaudiosi, i cinque dolorosi e i cinque gloriosi. Questo è quello che la Vergine propone a san a Domenico. Quello che noi abbiamo, il Rosario fatto di cinque misteri e dieci Ave per ogni mistero, è una parte, un terzo della Corona che la Vergine ha presentato, non è tutta!

P. Raimondo Spiazzi O.P., grande storico e teologo domenicano, VEDI QUI, tra i suoi moltissimi scritti, ci ha lasciato una meravigliosa pagina su San Domenico, che riportiamo integralmente: “Che il Padre S. Domenico sia stato il primo ad istituire la devozione del Rosario è opinione comune, che viene confermata nelle Bolle dei papi Leone X, Pio V, Gregorio XIII, Sisto V ed altri Pontefici (…). Perciò non possono sorgere dubbi. Ed anche se è accertata l’antichissima tradizione di questo modo di pregare – l’uso del Pater Noster e buona parte dell’Ave Maria ebbe inizio ai tempi degli Apostoli – è altrettanto vero che il modo particolare di recitare l’orazione domenicale e l’Ave Maria (quindici Pater noster e centocinquanta Ave Maria) fu introdotto solo da San Domenico con il preciso intento di far meditare sui misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi.
Questa forma di preghiera mentale e verbale è tanto più nobile e degna poiché abbraccia tutti i principali eventi della vita, della morte e della gloria di Gesù Cristo ed i principali misteri della nostra fede. Ma in quale anno il Santo Patriarca cominciasse a diffondere il Rosario e ad istituire la sua Campagna non è facile dire. Alcuni storici vogliono che il Patriarca Domenico predicasse il Rosario e ne promuovesse l’istituzione, mentre in Francia combatteva contro gli eretici albigesi. Nel 1209, secondo il Castiglio; nel 1210, secondo altri.

Quindi la diffusione della recita del Santo Rosario nasce in un momento ben preciso come dono dal Cielo della Vergine a Maria per combattere l’eresia.
Fu da quel tempo che gli storici cominciarono a parlarne e i predicatori a diffonderne la pratica in tutto il mondo cristiano ed addirittura tra gli eretici. È anzi da aggiungere che per la devozione del Santo Rosario molti tornarono nel grembo della Chiesa, riconoscendo errori e colpe passate. Né si spiega diversamente il successo che San Domenico ottenne ovunque, se non rifacendosi alla promessa fattagli proprio dalla Vergine, quando gli disse “Eam precandi formula omnes doce“, ovvero “insegna a tutti a recitare questa preghiera”. Le vittorie riportate contro gli Albigesi – gli eretici – si devono in parte a questa devozione.
Va ricordato che contro di loro, per ordine del Pontefice, fu promossa una crociata con diecimila armati al comando del conte Simone di Monforte. San Domenico invece, come Mosé, non con le armi temporali, ma combatteva spiritualmente con l’orazione e la predicazione.
Certo, perché pregare e predicare sono le armi spirituali che noi abbiamo: la predicazione è compito del sacerdote, del vescovo, ma la preghiera è per tutti!

Fu così grande l’aiuto della Vergine a quei diecimila soldati, armati di Rosario, che sconfissero l’esercito degli eretici, ben più numeroso di quello cristiano di migliaia di uomini. Il fatto destò impressione in tutto il mondo e si riconobbe che la vittoria era dovuta alla forza del Santissimo Rosario. Si aggiunge, poi, che S. Domenico per mezzo del Rosario convertì più di centomila eretici, pubblici peccatori e celebri meretrici, come si legge nelle cronache che si occupano della sua missione. Penetrò tanto nel cuore e nell’anima dei fedeli la pratica del Santo Rosario che non soltanto i religiosi di quel tempo ritenevano legge inviolabile recitare ogni giorno la santa orazione nelle chiese, nelle celle, nelle biblioteche, nei viaggi; ma persino secolari, principi, ecclesiastici, Papi, Cardinali, Imperatori, Re ed altri nobili vollero, tra le cure e gli affanni dei governi e tra delizie e piaceri, trovare tempo e modo di dedicarsi alla recita del Rosario. Né vi fu mestiere o professione che impedisse all’artigiano, al far dell’alba, di recitare il suo Rosario prima di porsi al lavoro. Sicché virtù, arte e santità crescevano insieme.

Riportiamo una fonte antica che testimonia la devozione al santo Rosario, nella sua prima forma, fin dai primi anni della divulgazione di San Domenico. Il Gorce, un famoso storico, curò lo studio di un manoscritto domenicano dei primi del XIV secolo, proveniente da un Monastero di Poissy.
Nel manoscritto si narra di un giovane devoto (siamo nell’anno 1250 circa) il quale soleva recitare centocinquanta Ave Maria.
Nel margine poi l’autore annota Rosarius e nel testo il manoscritto precisa che la devozione delle centocinquanta Ave, si chiama Salterio di Nostra Signora (a livello storico quindi una conferma della diffusione del S. Rosario già a quell’epoca). Poi continua a parlare della devozione di rose e di gigli alla Vergine Maria, dicendo che il cristiano deve nutrirsi di Maria “mangies Maria”, “mangiare Maria”, come anche ci si nutre dell’Eucaristia, poiché Maria è il fiore di Cristo e che Lui stesso ci ha dato come Madre durante gli ultimi momenti della Sua passione in Croce..
Quanto dobbiamo essere grati alla Vergine Maria di questa pia pratica! questo mese tutto dedicato a Lei e al suo Salterio per approdare al Figlio, all’Eucaristia. Avete sentito che parole? Siamo nel 1250! ‘il cristiano deve nutrirsi di Maria “mangies Maria”, “mangiare Maria”, come anche ci si nutre dell’Eucaristia, poiché Maria è il fiore di Cristo’.

Nel secondo tomo si insiste sull’importanza dell’Ave, essendo Maria la stella che guida nel faticoso cammino i suoi devoti, pellegrini sulla terra, custodendoli da ogni male. Successivamente il Salterio di Maria viene chiamato “la Paternostre-Damedieu” cioè, in francese antico: “Paternostro della Signora di Dio”, e di seguito raccomanda che si dica un Salterio ogni giorno, perché l’Ave Maria è vita, e chi non la recita, è morto. Si giunge così al punto culminante dell’opera, laddove si afferma che il grande apostolo di Maria fu San Domenico. Il santo, prima di morire, ha la celeste visione dei suoi figli domenicani, raccolti sotto il manto protettore della Vergine Maria. Dopo questa sublime visione San Domenico convoca i suoi figli, narra ad essi la visione e li esorta vivamente a onorare la Celeste Signora. Il Gorce conclude nel suo studio: “Questo paragrafo ci informa che San Domenico ha avuto la missione di salvare il mondo con la predicazione di questo Rosario della Vergine, diffondendo questa sua devozione fiorita”.

IL CULTO DELLA FERTILITÀ NELL’ANTICHITÀ GRECA E ROMANA

Nell’antica Grecia e nell’antica Roma il mese di maggio era dedicato alle dee pagane collegate alla fertilità e alla primavera (rispettivamente Artemide e Flora). Questo, combinato con altri rituali europei che commemoravano la nuova stagione primaverile, ha portato molte culture occidentali a considerare maggio un mese dedicato alla vita e alla maternità.

LA FESTA DELLA MAMMA

Non è un caso che in molti Paesi ricorre in questo mese la festa della mamma che è una ricorrenza civile, non religiosa. In Italia cade la seconda domenica di maggio come in gran parte degli Stati europei, negli Stati Uniti, in Giappone, in Australia e in numerosi altri Paesi. In Spagna la prima domenica di maggio, nei paesi balcanici l’8 marzo; in molti paesi arabi la festa cade invece nel giorno dell’equinozio di primavera.

NEL MEDIOEVO, ALFONSO X E MARIA “ROSA DELLE ROSE”

Nel XIII secolo Alfonso X detto il saggio, re di Castiglia e Leon, in Las Cantigas de Santa Maria celebrava Maria come: «Rosa delle rose, fiore dei fiori, donna fra le donne, unica signora, luce dei santi e dei cieli via (…)». Di lì a poco il beato domenicano Enrico Suso di Costanza mistico tedesco vissuto tra il 1295 e il 1366 nel Libretto dell’eterna sapienza si rivolgeva così alla Madonna: «Sii benedetta tu aurora nascente, sopra tutte le creature, e benedetto sia il prato fiorito di rose rosse del tuo bei viso, ornato con il fiore rosso rubino dell’Eterna Sapienza!». Ma il Medioevo vede anche la nascita del Rosario, il cui richiamo ai fiori è evidente sin dal nome.

LA DEVOZIONE NATA NEL COLLEGIO DI ROMA DEI GESUITI ALLA FINE DEL XVIII SECOLO

Ai tempi della Chiesa delle origini ci sono prove dell’esistenza di una grande festa in onore della Beata Vergine Maria che veniva celebrata il 15 maggio di ogni anno, ma solo nel XVIII secolo il mese di maggio è stato associato alla Vergine Maria. Secondo la Catholic Encyclopedia, «la devozione di maggio nella sua forma attuale ha avuto origine a Roma, dove padre Latomia del Collegio Romano della Compagnia di Gesù, per contrastare l’infedeltà e l’immoralità diffuse tra gli studenti, fece alla fine del XVIII secolo il voto di dedicare il mese di maggio a Maria. Da Roma la pratica si diffuse agli altri collegi gesuiti, e da lì a quasi ogni chiesa cattolica di rito latino».

Dedicare un mese intero a Maria non era una cosa nuova, e c’era una tradizione precedente di dedicare un periodo di trenta giorni alla Vergine, chiamata Tricesimum. Presto si diffusero nel mese di maggio varie devozioni private a Maria, come viene ricordato nella Raccolta, una serie di preghiere pubblicata a metà del XIX secolo: «È una devozione ben nota consacrare alla santissima Maria il mese di maggio, come mese più bello e pieno di fiori di tutto l’anno. Questa devozione prevale da molto in tutta la cristianità, ed è comune qui a Roma, non solo nelle famiglie private, ma come pubblica devozione in moltissime chiese. Papa Pio VII, per esortare tutti i cristiani alla pratica di una devozione così tenera e gradita alla beatissima Vergine, e ritenuta di tanto beneficio spirituale, ha concesso con un Rescritto della Segreteria dei Memoriali del 21 maggio 1815 (conservato nella Segreteria di sua eminenza il cardinal-vicario) a tutti i fedeli del mondo cattolico di onorare in pubblico o in privato la Beata Vergine con qualche omaggio speciale o preghiere devote o altre pratiche virtuose».

SAN FILIPPO NERI E L’USANZA DI CIRCONDARE DI FIORI L’ICONE MARIANE

Le prime pratiche devozionali, legate in qualche modo al mese di maggio risalgono però al XVI secolo. In particolare a Roma san Filippo Neri, insegnava ai suoi giovani a circondare di fiori l’immagine della Madre, a cantare le sue lodi, a offrire atti di mortificazione in suo onore. Un altro balzo in avanti e siamo nel 1677, quando il noviziato di Fiesole, fondò una sorta di confraternita denominata “Comunella”. Riferisce la cronaca dell’archivio di San Domenico che «essendo giunte le feste di maggio e sentendo noi il giorno avanti molti secolari che incominiciava a cantar meggio e fare festa alle creature da loro amate, stabilimmo di volerlo cantare anche noi alla Santissima Vergine Maria….».

Si cominciò con il Calendimaggio, cioè il primo giorno del mese, cui a breve si aggiunsero le domeniche e infine tutti gli altri giorni. Erano per lo più riti popolari semplici, nutriti di preghiera in cui si cantavano le litanie, e s’incoronavano di fiori le statue mariane. Parallelamente si moltiplicavano le pubblicazioni.

IL GESUITA ANNIBALE DIONISI PUBBLICA NEL 1725 “IL MESE DI MARIA”

L’indicazione di maggio come mese di Maria lo dobbiamo però a un padre gesuita: Annibale Dionisi. Un religioso di estrazione nobile, nato a Verona nel 1679 e morto nel 1754 dopo una vita, a detta dei confratelli, contrassegnata dalla pazienza, dalla povertà, dalla dolcezza. Nel 1725 Dionisi pubblica a Parma con lo pseudonimo di Mariano Partenio Il mese di Maria o sia il mese di maggio consacrato a Maria con l’esercizio di vari fiori di virtù proposti a’ veri devoti di lei. Tra le novità del testo l’invito a vivere, a praticare la devozione mariana nei luoghi quotidiani, nell’ordinario, non necessariamente in chiesa «per santificare quel luogo e regolare le nostre azioni come fatte sotto gli occhi purissimi della Santissima Vergine».

In ogni caso lo schema da seguire, possiamo definirlo così, è semplice: preghiera (preferibilmente il Rosario) davanti all’immagine della Vergine, considerazione vale a dire meditazione sui misteri eterni, fioretto o ossequio, giaculatoria. Negli stessi anni, per lo sviluppo della devozione mariana sono importanti anche le testimonianze dell’altro gesuita padre Alfonso Muzzarelli che nel 1785 pubblica Il mese di Maria o sia di Maggio e di don Giuseppe Peligni.

LA DEVOZIONE DI PIO XII ed anche prima con Leone XIII

Nel 1945 Pio XII ha avvalorato l’idea di maggio come mese mariano dopo aver stabilito la festa di Maria Regina il 31 maggio. Dopo il Concilio Vaticano II questa festa è stata spostata al 22 agosto, mentre il 31 maggio si celebra la festa della Visitazione di Maria. L’invito a non trascurare la recita del Rosario soprattutto nel mese di maggio viene da lontano.

Nell’Enciclica Ingruentium malorum del 1951, Pio XII scriveva: «È soprattutto in seno alla famiglia che Noi desideriamo che la consuetudine del santo Rosario sia ovunque diffusa, religiosamente custodita e sempre più sviluppata. Invano, infatti, si cercherà di portare rimedio alle sorti vacillanti della vita civile, se la società domestica, principio e fondamento dell’umano consorzio, non sarà ricondotta alle norme dell’Evangelo. Per ottenere un compito così arduo, Noi affermiamo che la recita del santo Rosario in famiglia è un mezzo quanto mai efficace».

Molto possiamo elencare anche da Leone XIII, promotore del Santuario del Rosario di Pompei che con Bartolo Longo riporteranno il Rosario al centro delle Famiglie… Così riportava Angela Ambrogetti nel 2021:

Non era un periodo facile per la Chiesa Cattolica. Sul finire del 1800 la Santa Sede era nel passaggio da essere anche uno stato ad essere solo una guida morale. Il Papa Leone XIII preparava la presenza dei cattolici nella vita sociale segnata dal liberalismo e dai prodromi di quello che sarebbe stato il comunismo.

Mentre Ci sforziamo, per quanto Ci è possibile, di difendere in tutti i modi i diritti della Chiesa, e di prevenire e respingere i pericoli che sovrastano o ci circondano, non desistiamo dall’implorare i celesti soccorsi, dai quali unicamente Ci possiamo attendere che le Nostre cure e le Nostre fatiche raggiungano il desiderato scopo”, scrive il Papa nella Lettera Enciclica “ Supremi apostolatus”.
Una lettera per invitare il mondo ad affidare gli affanni a Maria. “Nulla- scrive il Papa- stimiamo più valido ed efficace che di renderci degni, con devozione e pietà, del favore della Gran Madre di Dio Maria Vergine, la quale, come mediatrice della nostra pace presso Dio e dispensatrice delle grazie celesti, è collocata in cielo nel più eccelso trono di potere e di gloria, perché conceda il suo patrocinio agli uomini, che fra tante pene e pericoli si sforzano di giungere alla patria sempiterna.
Per la qual cosa, essendo ormai prossima la solennità annuale in cui si celebrano i moltissimi e sommi benefici concessi al popolo cristiano attraverso le preghiere del Santissimo Rosario di Maria, vogliamo che, quest’anno,tutto il mondo cattolico, con particolare devozione, rivolga la stessa pia preghiera alla Grande Vergine, affinché, per la sua intercessione, possiamo avere la gioia di vedere il suo Figlio placato e mosso a compassione dalle nostre miserie”.

Leone XIII scrive di Maria “Vergine Immacolata, prescelta ad essere Madre di Dio, e per ciò stesso fatta corredentrice del genere umano” che “gode presso il Figlio di una potenza e di una grazia così grande che nessuna creatura né umana né angelica ha mai potuto né mai potrà raggiungerne una maggiore”.
Un appello alla preghiera, con un ricordo storico della eresia albigese contro la quale San Domenico “prese a combattere intrepidamente” non con le armi , ma con “quella preghiera che egli per primo introdusse col nome del santo Rosario e che, o direttamente o per mezzo dei suoi discepoli, diffuse ovunque”.

Il Papa ricorda anche la forza del Rosario quando “le imponenti forze dei Turchi minacciavano di imporre a quasi tutta l’Europa il giogo della superstizione e della barbarie”.
E ripercorre il legame dei Pontefici suo predecessori con la Preghiera mariana per eccellenza.
E in un momento in cui “incessanti e gravi lotte” travagliano la Chiesa. “La pietà cristiana, la pubblica moralità e la stessa fede – il più grande dei beni, e fondamento di tutte le altre virtù – sono esposte a pericoli sempre più gravi. Così pure Voi non solo conoscete la Nostra difficile situazione e le Vostre molteplici angustie, ma per la carità che a Noi sì strettamente Vi unisce, Voi le soffrite insieme con Noi. Ma il fatto più doloroso e più triste di tutti è che tante anime, redente dal sangue di Gesù Cristo, come afferrate dal turbine di questa età aberrante, vanno precipitando in un comportamento sempre peggiore, e piombano nell’eterna rovina”.
Il Papa della Rerum Novarum vedeva chiaramente che il nuovo secolo non sarebbe stato all’insegna della fede. Il solo rimedio la preghiera. Un mese di recita di almeno “cinque decine del Rosario, con l’aggiunta delle Litanie Lauretane. Desideriamo poi che quando il popolo si raccoglie per tali preghiere, o si offra il santo Sacrificio della Messa, oppure si esponga solennemente il Santissimo Sacramento, e alla fine s’impartisca ai presenti la Benedizione con l’Ostia sacrosanta”.
Inoltre “ a coloro poi che, entro il suddetto tempo, per almeno dieci volte, compiranno la medesima pratica o in pubblico nelle Chiese, o, per giusti motivi, nelle loro case, concediamo l’Indulgenza plenaria, purché alla pia pratica congiungano la Confessione e la Comunione”.

Una vera “crociata” di preghiera: “ La celeste Patrona del genere umano accoglierà benigna le umili e concordi preghiere, e agevolmente otterrà che i buoni si rinvigoriscano nella pratica della virtù; che gli erranti ritornino in sé e si ravvedano; e che Dio, vindice delle colpe, piegato a misericordiosa clemenza, allontani i pericoli e restituisca al popolo cristiano e alla società la tanto desiderata tranquillità”. La firma è del 1 settembre 1883.
L’anno successivo il Papa riprende il tema e ripropone nella Superiore anno la stessa iniziativa che è stata “una prova luminosa dell’ardore per la religione e per la pietà che esiste nel popolo cristiano, e della speranza che tutti ripongono nella protezione celeste della Vergine Maria”.

  • Lo stesso Beato Bartolo Longo, nel comporre la famosa Supplica che si recita l’8 maggio, si ispira a Papa Leone XIII che aveva appena indicato nell’Enciclica Supremi Apostolatus Officio la recita del Rosario come impegno spirituale utile a porre rimedio ai mali di una società travagliata da “gravi calamità”. L’autore della supplica, nato nel 1841 a Latiano (Brindisi), ben conosce le seduzioni e gli inganni di un’epoca – quella a cavallo tra ‘800 e ‘900 – già piuttosto travagliata.

MESE MAGGIO, L’ENCICLICA DI PAOLO VI DEL 1965

Anche il Magistero recepisce e incoraggia questa devozione nata dal popolo. Nell’enciclica Mense Maio datata 29 aprile 1965, Paolo VI indica maggio come «il mese in cui, nei templi e fra le pareti domestiche, più fervido e più affettuoso dal cuore dei cristiani sale a Maria l’omaggio della loro preghiera e della loro venerazione. Ed è anche il mese nel quale più larghi e abbondanti dal suo trono affluiscono a noi i doni della divina misericordia».

Nessun fraintendimento però sul ruolo della Vergine nell’economia della salvezza, «giacché Maria – scrive ancora papa Montini – è pur sempre strada che conduce a Cristo. Ogni incontro con lei non può non risolversi in un incontro con Cristo stesso». Anche papa Montini attribuiva una straordinaria importanza al Rosario recitato in famiglia: «Non v’è dubbio – scriveva – che la Corona della Beata Vergine Maria sia da ritenere come una delle più eccellenti ed efficaci ‘preghiere in comune’ che la famiglia cristiana è invitata a recitare. Noi amiamo, infatti, pensare e vivamente auspichiamo che, quando l’incontro familiare diventa tempo di preghiera, il Rosario ne sia l’espressione più gradita». (Marialis Cultus 53).

RICORDA ANCHE: Benedetto XVI: Mese di maggio Magistero integrale

  • Cari fratelli e sorelle, è per me motivo di conforto essere oggi con voi per recitare il Santo Rosario, in questo Santuario della Madonna del Divino Amore, in cui si esprime il devoto affetto per la Vergine Maria, radicato nell’animo e nella storia del popolo di Roma. Una gioia particolare nasce dal pensiero di rinnovare così l’esperienza del mio amato Predecessore Giovanni Paolo II, che, esattamente 27 anni or sono, primo giorno del mese di maggio 1979, compì la sua prima visita da Pontefice a questo Santuario. (..)
  • Con il mese di maggio aumenta il numero di coloro che, dalle parrocchie di Roma ma anche da tante altre contrade, vengono qui pellegrini, per pregare e anche per godere della bellezza e della serenità riposante di questi luoghi. Da qui, da questo Santuario del Divino Amore, attendiamo dunque un forte aiuto e sostegno spirituale per la Diocesi di Roma, per me suo Vescovo e per gli altri Vescovi miei collaboratori, per i sacerdoti, per le famiglie, per le vocazioni, per i poveri, i sofferenti, gli ammalati, per i bambini e per gli anziani, per tutta l’amata nazione italiana. Attendiamo specialmente l’energia interiore per adempiere il voto fatto dai romani il 4 giugno 1944, quando chiesero solennemente alla Madonna del Divino Amore che questa Città fosse preservata dagli orrori della guerra e furono esauditi: il voto e la promessa cioè di correggere e migliorare la propria condotta morale, per renderla più conforme a quella del Signore Gesù. Anche oggi c’è bisogno di conversione a Dio, a Dio Amore, perché il mondo sia liberato dalle guerre e dal terrorismo.  (Benedetto XVI – 1°maggio 2006)

SU ALTRI RIFERIMENTI PONTIFICI, VI OFFRIAMO QUESTO PDF DA SCARICARE E LEGGERE per meditare...

– IL MOTIVO DI QUESTA DEVOZIONE

– Con la devozione del “Mese di Maggio” possiamo ottenere la protezione di Maria e la nostra salvezza.

Sarà mai possibile che una Madre così tenera non esaudisca un suo figlio che si mostra sinceramente a Lei devoto? Per un Rosario, per un digiuno, Ella ha talvolta beneficato con grazie singolari i più grandi peccatori. Pensiamo dunque che cosa farà per un intero mese a Lei dedicato!

Abbiamo molto bisogno dell’aiuto di Maria per salvarci! Se mai fossimo innocenti, la nostra innocenza è sempre in pericolo. Quanti più innocenti di noi sono caduti in peccato e si sono pentiti!

Se siamo penitenti la nostra perseveranza è molto incerta! Se siamo peccatori quanto bisogno abbiamo di Maria per convertirci! Abbiamo forse cominciato più volte senza riuscirvi!

Se non fosse stato per Maria, forse a quest’ ora saremmo già perduti. Ma guai a perdere questa grazia!

Guai se cominciamo e dopo pochi giorni non preghiamo più! Questa potrebbe essere l’ultima occasione che Dio ci presenta per migliorarci! La nostra perseveranza finale potrebbe essere legata a questa devozione, vera opportunità offerta a noi dalla Divina Volontà!

ESEMPIO da seguire:

Il Santo Curato d’Ars aveva a suo servizio una buona vecchietta di nome Caterina, alla quale aveva proibito di entrare nella sua stanza quando egli era in casa. Una sera Caterina, credendo che il parroco fosse in parrocchia, aprì la porta della stanzetta senza bussare, per vedere se mancasse qualcosa, ma con grande meraviglia vide il parroco in piedi, inondato da una luce vivissima, in conversazione famigliare con una Signora di sovrumana bellezza. Mentre il Santo ritornava in sè dall’ estasi, si accorse che Caterina infilava la porta: “Come! Voi qui? Nonostante la mia proibizione?”

La povera Caterina tutta confusa, cominciò a balbettare… “Io non sapevo…io volevo andarmene, ma non ho potuto mi sentivo con i piedi inchiodati a terra”.

E il Santo: “Ebbene, ditemi come vi sentite ora?”

“Benissimo! sono guarita”, rispose Caterina.

“Ringraziate la Madonna – rispose il Santo – ma giuratemi che mai e poi mai direte ad alcuno quanto avete visto e udito”. Caterina mantenne il suo giuramento, fino a quando ne fu sciolta per la causa di beatificazione di quel parroco esemplare.

OFFERTA-FIORETTO: 🙏Offri a Maria tutte le tue intenzioni, fatiche, sofferenze e tutte le buone opere che farai in questo mese con l’intenzione di fare tutto in riparazione di quanti bestemmiano il Suo Nome. Porta nel cuore l’immagine di Maria e premendola con affetto al petto, dille spesso: “O Madre, voglio che il mio cuore sia Tuo”.

Offriamo un sacrificio alla Vergine Santa, e preghiamo con questa giaculatoria: Lascia o Vergine, che anch’io ti onori, poichè Tu sei l’unica gioia dei cuori!